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Il Nome di Dio nella Scrittura

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 09:59
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09/11/2009 09:55
 
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/12/2003 9.22
Visto che siamo in "pausa", aggiungo quanto segue per una profonda meditazione.......IL TESTO E' DI UNO STUDIOSO EBREO....

TETRAGR.gif (471 byte)
"Quel Nome 
che neppure io voglio pronunciare
per rispettare il desiderio del popolo ebraico"
Giovanni Paolo II

"Via Crucis" Venerdì Santo - 30 marzo 1986

MISTERO DEL NOME DI DIO

3_dings.gif (974 byte)

Nell’ebraismo, chiamare qualcuno per nome significa conoscere la realtà del suo essere più profondo, la sua vocazione, la sua missione, il suo destino. È come tenere la sua anima nella propria mano, avere potere su di lui. Per questa ragione, il Nome di Dio, che indica la sua essenza stessa, è considerato impronunciabile dagli ebrei. Solo il Sommo sacerdote, nel Tempio di Gerusalemme, poteva pronunciarlo nel giorno di Kippur (espiazione), quando faceva la triplice confessione dei peccati per sé, per i sacerdoti e per la comunità. A questo riguardo il Talmud dice: "Quando i sacerdoti e il popolo che stavano nell’atrio, udivano il nome glorioso e venerato pronunciato liberamente dalla bocca del Sommo Sacerdote in santità e purezza, piegavano le ginocchia e si prostravano e cadevano sulla loro faccia ed esclamavano: Benedetto il suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno" (Jomà, VI,2).

Nella Bibbia ebraica il Nome è espresso con quattro consonanti: TETRAGR.gif (471 byte) - JHWH, dette "Tetragramma sacro", citato ben 6.828 volte. Ma la sua esatta vocalizzazione è oggi sconosciuta. E’ bene ricordare che nell’alfabeto ebraico le vocali furono aggiunte in epoca molto tarda (VI-VIII sec. d. C.).

Quando nella Bibbia l’ebreo di allora e di oggi trova quelle famose quattro lettere che cosa legge? La risposta ce la offrono quei rabbini noti come Masoreti ("i tradizionali"), ai quali dobbiamo la vocalizzazione del testo consonantico della Bibbia durante l’alto Medioevo. Essi posero sotto le quattro consonanti JHWH le vocali della parola Adonai, "Signore", che essi pronunciano al posto del tetragramma sacro.

Le vocali sono: e - o - a, e servivano a ricordare al lettore che, giunto a JHWH, doveva dire Adonai. Nel tardo Medioevo i cristiani non essendo più a conoscenza di questo meccanismo di sostituzione lessero le quattro lettere JHWH con le vocali e - o - a, creando così quello sgorbio che è Jehowah o Geova che è durato fino ai nostri giorni" (Mons. Gianfranco Ravasi "Jesus"6/1990).

Ancor più diffuso tutt’oggi tra i cristiani è purtroppo l’uso di "Jahwè" che non solo è offensivo per gli ebrei, ma è anche del tutto arbitrario, visto che non se ne conosce la pronuncia.

I
l Catechismo degli Adulti della Conferenza Episcopale Italiana: "La Verità vi farà liberi" così si esprime circa il Nome di Dio: "La tradizione ebraica considera questo nome impronunciabile e suggerisce di dire in suo luogo "Adonai", cioè "Signore" o di pronunciare un altro titolo divino. Per rispetto ai nostri fratelli ebrei questo catechismo invita a fare altrettanto e in ogni caso riduce all’indispensabile l’uso del tetragramma sacro" (48,6).

Se questo invito della CEI venisse accolto nelle  comunità cristiane, anche certi canti che ripetono all’infinito il Nome di Dio, verrebbero rivisti e corretti. Purtroppo, però, il tetragramma sacro viene ancora troppo spesso vocalizzato da certi sacerdoti, catechisti e da una parte della stampa religiosa.

v.s.

N.B.: Ci scusiamo se, anche noi, per spiegare il nostro scritto, siamo stati costretti a vocalizzare il tetragramma sacro.

**********************

Faccio osservare quanto segue:

che l'aggiunta di vocali invitava a dire ADONAI E NON GEOVA, PER IL CUI RAGGIUNGIMENTO SI PARLA DI UNO SGORBIO DEL NOME DI DIO CHE è IMPRONUNCIABILE......

Per me il discorso si chiude qui

Fraternamente Caterina


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Consiglia Elimina    Messaggio 22 di 70 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 27/12/2003 12.52
Cara Caterina,
avendo un po’ di tempo cercherò di affrontare alcune questioni ancora in sospeso.
Noi tdG crediamo che è nel nome di Gesù che siamo salvati (Atti 4:12), questo non significa naturalmente che il solo fatto di conoscere e pronunciare tale nome assicuri la salvezza (Matteo 7:21-23).
Il "nome" di Gesù rappresenta non solo lui stesso, la sua persona, ma anche qualche altra cosa. La sua autorità di compiere ed eseguire la volontà e il proposito di Dio esposti nella Bibbia. Possiamo capirlo se ricordiamo l'espressione talvolta usata da agenti di polizia: "Aprite, in nome della legge"; o l'espressione "in nome del Re" che si trova negli editti e nei decreti reali. Lì l'espressione 'in nome di' significa "secondo l'autorità di", cioè secondo l'autorità del governo la cui legge si fa osservare o del re di cui è pubblicato il decreto.
Mostrando che la parola greca (o´no·ma) per "nome" era usata in maniera simile al tempo degli apostoli, l'Expository Dictionary of New Testament Words (Vol. III, pagg. 99, 100) di Vine dice: "ONOMA  si usa . . . per tutto ciò che un nome significa, autorità, carattere, rango, maestà, potere, eccellenza, ecc., per tutto ciò che il nome include".
Gesù ricevette tutto ciò dal Padre che gli diede anche un nome superiore a quello di chiunque e, questo,” a gloria di Dio Padre” e, quindi, ad eccezione di quello del Padre (Colossesi 2:11).
Del resto, Gesù, che sapeva esattamente chi egli fosse, disse chiaramente in Giovanni 14:28 (CEI): “…vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.”
Ricciotti “…perché il Padre è maggiore di me”.<o:p></o:p>

NR “…perché il Padre è maggiore di me”.

Il "nome" di Dio è importante anche per Gesù Cristo. Poco prima di morire, egli pregò: "Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo . . . custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato . . . E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere". - Giovanni 17:6, 11, 26.

Non crediamo che quando Gesù disse: 'Ho fatto conoscere il tuo nome' o "ho reso manifesto il tuo nome", si riferisse solo alla pronuncia del nome divino. I suoi ascoltatori erano Giudei che già conoscevano il Nome sia in forma scritta che orale.

"La parola nome [in Giovanni 17] include gli attributi o la personalità di Dio. Gesù aveva fatto conoscere la sua personalità, la sua legge, la sua volontà, il suo piano di misericordia. O in altre parole, aveva rivelato loro Dio. La parola nome è spesso impiegata per indicare la persona". (Notes, Explanatory and Practical, on the Gospels di Albert Barnes)

Quindi, mentre Gesù 'spiegava il Padre' con tutto il suo perfetto corso di vita sulla terra, in realtà 'faceva conoscere il nome di Dio'. Dimostrò che parlava con il pieno appoggio e l'autorità di Dio.  Il "nome" di Dio assunse così maggior significato per i suoi primi seguaci. Perciò, l'apprezzamento per esso e per la Personalità che rappresenta dovrebbe riflettersi in ogni aspetto della vita del cristiano.

Naturalmente, è prima necessario avere la conoscenza di tale nome.

CEI Salmo 90:14 “Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome”.

CEI Malachia 3:16,20 “Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono (qui addirittura la CEI elimina ogni riferimento al tetragramma che compare nel testo ebraico, NR rende ‘temono il SIGNORE  [SIGNORE in maiusc. indica la presenza del Tetragramma nell’originale] e rispettano il suo nome’ la TNM ‘per quelli che avevano timore di Geova e per quelli che pensavano al suo nome’)  e onorano il suo nome….Per voi invece, cultori del mio nome sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla.”

Atti 2:21 “Allora chiunque invocherà il nome del Signore (Cit. di Gioele 2:32 dove si legge YHWH, italiano Geova), sarà salvato.” (Confronta Romani 10:13,14)

Atti 15:14-17 “Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome” quale nome? “Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto (citazione di Amos 9:12,12): Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò, perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore (YHWH nelle versioni greche e ebraiche allora disponibili) che fa queste cose da lui conosciute dall’eternità”

Nel III secolo Origene scrisse: "Nei manoscritti più fedeli il nome è scritto in caratteri ebraici, vale a dire non in ebraico moderno ma arcaico".

Ancora nel IV secolo Girolamo scrive nel suo prologo ai libri di Samuele e dei Re: "In certi volumi greci troviamo tuttora le quattro lettere del nome del Signore  scritte in caratteri antichi".

Girolamo riferisce che ai suoi tempi "certi ignoranti, a motivo della somiglianza dei caratteri, quando incontravano [il Tetragramma] nei libri greci, erano soliti leggere [Pi Pi]"

Dal Talmud Babilonese, nella prima parte intitolata “Shabbath” (Sabato) in cui sono dettagliate regole su cosa si potesse fare di sabato, c’è un punto in cui si discute se di sabato è lecito salvare i manoscritti biblici dal fuoco, dopo di che si legge: “Gli spazi bianchi (Gilyohnim) e i Libri dei Minim, non possiamo salvarli dal fuoco. Rabbi Jose disse ‘Nei giorni lavorativi bisogna ritagliare i Nomi Divini che vi sono contenuto, nasconderli e bruciare il resto’. Rabbi Tarfon disse: ‘Possa seppellire mio figlio se non li bruciassi insieme ai nome divini che contengono qualora mi capitassero fra le mani’”.<o:p></o:p>

I Minim sono i cristiani, l’espressione ‘gli spazi bianchi’ traduce l’originale ‘gylyohnim’ e poteva significare, applicando ironicamente il termine, che gli scritti dei ‘Minim’ valevano quanto un rotolo bianco, cioè nulla.

Questi scritti sono identificati con i vangeli, commentando tale passaggio del Talmud Bellarmino Bagatti nel libro “Alle origini della Chiesa” pag.102 dice”Tra questi libri eretici si comprendono specialmente quelli dei cristiani: difatti la Tesefta parlando di essi precisa: i Vangeli.”

Questa è una chiara indicazione che i cristiani inclusero il Tetragramma nel Vangeli e nei loro scritti.

Del resto, specialmente nelle citazioni del VT, non potevano fare altrimenti in quanto ebrei e, in quanto il tetragramma era presente sia nelle versioni ebraiche che nella LXX greca del VT.

Il papiro 4Q LXX Levb trovato nella caverna n°4 di Qumran e datato al I sec. a.C. rende il Tetragramma nel greco Iao.

Comunque il Nome compare nel NT nella forma ‘Alleluia’ 4 volte in Rivelazione 19:1-6.<o:p></o:p>

Dall'ebraico halelu-Yàh, lodate Yah (abbreviazione del Tetragramma).

Il nome compare anche nei nomi teoforici, es. Gesù (nome non datogli a caso, Matteo 1:21) dall’ebraico Yehoh-shua che significa ‘Geova è salvezza’. (o, come da nota in calce della NR ‘Geova salva)

Dire che il nome di Dio sia innominabile è andare contro l’intera bibbia e la storia dell’Israele biblico, una delle principali rivelazioni divine nell’AT è proprio la rivelazione che Dio fece del suo nome personale (Esodo 3:15), questa scrittura ci dice anche perché usare YHWH, è il Suo nome personale, proprio, gli altri non sono nomi propri di Dio.

Rifarsi ad una tarda e non scritturale tradizione giudaica (affermatasi tutt’al più verso il I o II sec. d.C., non al tempo di Gesù) per giustificare l’eliminazione del nome proprio di Dio è inspiegabile per chiunque si definisca cristiano, Gesù condannò le tradizioni giudaiche che avevano reso vana la scritta Parola di Dio, non ebbe paura di scandalizzare i giudei tradizionalisti e, lo stesso fecero gli apostoli.

Onestamente, puoi affermare che dalla lettura dell’intera Bibbia si ricavi l’idea di nascondere il nome di Dio o, piuttosto, non si evince la chiara intenzione di far conoscere, di magnificare, esaltare YHWH?

Gesù disse in Matteo 7:21 che sarà salvato non chiunque gli dirà Signore, Signore (riconoscendolo quindi formalmente come suo Signore) ma chi fa la volontà del Padre.<o:p></o:p>

In Esodo 3:15 Geova afferma chiaramente la sua volontà circa il suo nome proprio YHWH (Geova) CEI “…Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione”.

NR “…Il SIGNORE (nota in calce, ebr. Jahweh) … Tale è il mio nome in eterno; così sarò invocato di generazione in generazione.”

Ed. Paoline “…Il Signore (nota in calce Jahvè) …Questo è il mio Nome in eterno e così sarò chiamato di generazione in generazione.”

Sia fatta la volontà di Geova Dio!

TGfonte


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Consiglia Elimina    Messaggio 23 di 70 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 27/12/2003 19.20

Caro Fonte,

tu dici,

Comunque il Nome compare nel NT nella forma ‘Alleluia’ 4 volte in Rivelazione

Questo è quanto riconosciamo anche noi e che ci è stato trasmesso. In tal modo noi lodiamo il Signore, lo cantiamo e lo celebriamo. LODATE YAH.

Gesù durante la sua autodifesa davanti al sinedrio evita con il termine "Maestà" di pronunciare il nome divino così come avevano fatto i sinidristi chiamandolo "il Benedetto": Cristo mostra di aderire a questo rispetto verso il Padre.

In ogni caso nessun testo greco antico del NT riporta il tetragramma. Questo è il dato di fatto in nostro possesso.

Finora nessun codice antico del NT è stato mai esibito come prova che vi si trovi il tetragramma, a prescindere dal problema della sua pronuncia che rappresenta un problema a parte.

Anche TUTTE le citazioni del VT presenti nel NT non riportano MAI il Tetragramma.

L’introduzione del termine "Geova" nella TNM e in particolare nel NT non tiene conto del modo con cui gli apostoli, gli autori neotestamentari e di conseguenza i cristiani a partire dai primi secoli si sono comportati nei confronti del Tetragramma nelle traduzioni delle Scritture.

Il fatto che non ci siano codici probanti la presenza del Tetragramma e che non si conosca con certezza la sua pronuncia dovrebbe far sorgere una legittima riflessione: se il Padre voleva che il suo Nome venisse pronunciato con disinvoltura perché non ha fatto sì che se ne conservasse la pronuncia certa? Invece ha voluto che risplendesse nel mondo il Nome di Gesù (Yah salva) che è al di sopra di ogni altro nome di fronte al quale ogni ginocchio si dovrà piegare in cielo, in terra e sotto terra. Egli infatti è la Parola di Dio, l’Unigenito Dio (Gv1,18) venuto nella carne, come SALVATORE.

Con affetto

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