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Il film di Natale: E dalla penna di Dickens uscì zio Paperone

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2009 00:16
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03/12/2009 22:12
 
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Una nuova edizione di "Canto di Natale" sul grande schermo

E dalla penna di Dickens uscì zio Paperone




di Luca Pellegrini

Lui, il vecchio, avaro, scorbutico Ebenezer Scrooge, sorprende tutti: "Correndo alla finestra l'aprì e sporse fuori la testa. Niente nebbia, niente bruma; limpido, chiaro, festoso, stimolante, freddo; un freddo che frustava il sangue e metteva voglia di ballare. Dorata luce del sole; paradisiaco cielo; fresca aria soave; gioiose campane. Oh, maestoso, maestoso! "Che giorno è oggi?", gridò Scrooge chiamando giù in basso un ragazzino vestito a festa, che forse era entrato gironzolando nella corte proprio per guardare lui. "Eh?", ribatté il ragazzino, con tutto lo stupore di cui era capace.
"Che giorno è oggi, mio bel figliolo?", disse Scrooge.
"Oggi!", rispose il ragazzo, "ma è NATALE!"".

La notturna conversione di Scrooge alla dolce, misteriosa bellezza del Natale è stata sì opera di fantasmi, ma dal cuore che tremava è partita e al cuore che gioisce è tornata. Visitato dallo spettro del Natale Passato, poi da quello del Natale Presente e infine del Natale Futuro, ossia dilaniato dal ricordo della vita che fu, dall'esperienza della solitudine che è e dalla premonizione della paura che verrà - il quarto, penultimo canto è il più tetro di tutti - eccolo scoprire al mattino, aprendo la finestra su una Londra imbiancata di neve, che "È Natale! Non me lo sono perso".

No, non bisogna mai perdere ogni singolo Natale. Quest'anno il cinema lo festeggia con una nuova, felicissima trasposizione dell'immortale racconto di Dickens pubblicato nel 1843 con sottotitolo in prose, being a ghost story of Christmas tanto per ribadire che luce e tenebre ancora una volta si scontrano, deliziando e impaurendo, in questa semplice ossatura leggibile come tante favole dickensiane, generazioni di piccoli lettori: prima il soprannaturale e il terrore, poi la conversione e la bontà, che trionfano "e così, come osservò Timmy, Dio ci benedica, benedica ognuno di noi!".

Il cinema non si è mai dimenticato di questa perfetta e ottocentesca sceneggiatura e ne ha ricavato parecchi film, uno diverso dall'altro: dalla prima versione muta prodotta in Inghilterra nel 1901, ne seguono sette fino a quella classica del prolifico Henry Edwards nel 1935, poi quella d'autore di Brian Desmond-Hurt del 1951 con Alastair Sim, la non felice trasposizione italiana di Filippo Walter Ratti nel 1953 con Paolo Stoppa protagonista - e un cast che comprendeva anche Mastroianni, De Lullo, Isa Barzizza e Valeria Moriconi al suo debutto cinematografico - il musical con Albert Finney e Alec Guiness (1970), poi la grande prova d'attore di George C. Scott nel film di Clive Donner (1984) e il bisbetico Zio Paperone nel classico d'animazione, sempre firmato Disney, del 1983 - senza dimenticare che anche Mister Magoo e Bugs Bunny si sono cimentati nel ruolo - infine, il carismatico Michael Caine tra gli strampalati Muppet di Brian Henson (1992).

Robert Zemeckis con il suo A Christmas Carol (un bene mantenere il titolo in lingua inglese) riesce a fondere per la prima volta due tecnologie che "sublimano" la percezione e l'esperienza visiva e che lui stesso chiama "liberatorie": con la magia della performance capture - un procedimento che cattura digitalmente le interpretazioni degli attori con delle cineprese computerizzate - crea senza difficoltà qualsiasi movimento e ambiente che prima la fantasia immagina e poi il computer realizza, inserendo così i personaggi nella Londra ottocentesca, nei palazzi dei ricchi e nelle stamberghe dei poveri, seguendoli nei loro vorticosi viaggi sopra i tetti o nelle fogne, oppure nei loro ricordi e nei loro incubi - mentre con la tridimensionalità, ossia il Real 3D che è una versione ancora più nitida e brillante, lo spettatore viene proiettato direttamente dentro il film, avvolto dagli oggetti e dagli sguardi. Che sono quelli dei personaggi immortalati da Dickens e fedelmente rivisitati sullo schermo: il nipote Fred (Colin Firth), l'impiegato Bob Cratchit (Gary Oldman) e Fezziwig (Bob Hoskins).

Tra loro, è sempre Scrooge, con il suo cuore duro e l'iniziale odio per una festa "buona" come il Natale, a condurre il gioco: "Tutti amano una bella storia di cambiamento" - precisa Jim Carey che, smessi i panni del Grinch, un'altra bisbetica creatura che inizialmente vuole sabotare il Natale e poi lo celebra festoso, interpreta non solo il vecchio taccagno, ma anche i tre Spettri, come se loro fossero il riflesso atemporale della sua esistenza.
Storia che non dimentica mai le emozioni umane più forti, che per Zemeckis sono "le nostre paure più grandi. E l'idea di poter avere una seconda occasione nella vita". Una sinfonica e natalizia colonna sonora di Alain Silvestri accompagna le fantastiche immagini e una nuova canzone di Andrea Bocelli, "Dio ci benedirà", aggiunge un tocco finale, e non estraneo, di melodramma, mentre Scrooge, veniamo a sapere da Dickens, divenuto "saggio abbastanza da sapere che su questa terra non accadeva mai nulla di definitivo" e il miglior "uomo al mondo capace di celebrare degnamente il Natale", sicuramente "spiriti non ne frequentò più".



(©L'Osservatore Romano - 4 dicembre 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
10/12/2009 08:59
 
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Mi e' sempre piaciuta questa favola di Dickens ,tanto che ora mi viene in mente di cercare il libro da leggere insieme ai figli.
I film sono belli e catturano l'immaginazione ma anche il libro ( soprattutto!)sa entrare nel cuore del lettore e trasmettere il suo messaggio profondo...cioe' che il Natale e' buono,non come festa in se' ma perche' si festeggia la nascita di Gesù,promessa di redenzione e di salvezza. [SM=g1740734]
[Modificato da Gabbianella1. 10/12/2009 09:01]
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Re:
Gabbianella1., 10/12/2009 8.59:

Mi e' sempre piaciuta questa favola di Dickens ,tanto che ora mi viene in mente di cercare il libro da leggere insieme ai figli.
I film sono belli e catturano l'immaginazione ma anche il libro ( soprattutto!)sa entrare nel cuore del lettore e trasmettere il suo messaggio profondo...cioe' che il Natale e' buono,non come festa in se' ma perche' si festeggia la nascita di Gesù,promessa di redenzione e di salvezza. [SM=g1740734]





[SM=g1740722] c'è anche la versione Disney che ho sempre fatto vedere ai miei figli quando erano piccoli...è una favola che insegna molto... [SM=g1740721]





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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