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Apparizioni della Madonna a Fatima

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2009 17:47
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08/12/2009 17:47
 
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/02/2005 13.47
Maria segno della Misericordia di Dio
   

Rivolgendosi alla Vergine con l'appellativo di Madre di Misericordia, i credenti sono introdotti alla vera fonte della misericordia, Dio Padre.

Scriveva San Luigi Grignion da Montfort sul rapporto di Maria con il Padre: "Maria ebbe (durante la sua vita) delle così grandi crescite nella grazia e nella sapienza di Dio, una fedeltà così perfetta al suo amore, da strappare l’ammirazione... a Dio stesso. La sua umiltà profonda fino all’abbassamento totale lo affascinò, la sua purezza tutta divina lo attirò, la sua fede viva e le sue preghiere frequenti e amorose lo forzarono. La Sapienza è amorosamente vinta da così amorose ricerche... Oh, quale fu l’amore di Maria che ha vinto l’Onnipotente!" (cfr. Amore Eterna Sapienza 107).

Maria ha per noi un particolare significato: donna del popolo dell’Alleanza, ha corrisposto fedelmente al piano salvifico di Dio, ridonando all’umanità la capacità di sperare nella salvezza, nella manifestazione del volto materno di Dio, che spinge a fare la sua volontà (cf Lc 1,38): "Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione della predestinata madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita". (cfr. LG 56)

Nella tradizione cattolica, Maria è l’Immacolata, la creatura preservata da ogni macchia di peccato per pura misericordia di Dio. A tale proposito M.D. Philippe affermava: "La misericordia, dunque, l’avvolge fin dal punto di partenza, totalmente e completamente; tutta la sua vita non cessa dal ricevere con pienezza la misericordia di Dio.Questa misericordia è destinata a introdurla nell’amore, ma è un amore che prende una sfumatura speciale poiché, quando l’amore di Dio è comunicato ad una creatura, prende necessariamente la forma d’un amore di misericordia [...].

Se comprendiamo come Maria è il capolavoro di questa misericordia, avremo in qualche modo la chiave per penetrare in tutte le misericordie del Padre per viverle".La scelta di Maria da parte del Padre si fonda sull’estrema gratuità del suo amore paterno, che la rende "piena di grazia" (cfr. Lc 1,28). Il Padre ha riversato in lei la pienezza della sua misericordia, in vista della sua maternità messianica. Maria è stata colmata di grazia a priori, in quanto scelta per essere madre del Figlio di Dio incarnato. La pienezza di grazia è indice della sua santità, della sua consacrazione da parte di Dio, della sua missione.

Sandro Botticelli, Madonna del Magnificat, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Sandro Botticelli, Madonna del Magnificat, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Maria, la più umile delle creature

Il "sì" e il Magnificat sono la risposta di Maria alla misericordia del Padre. Nel Magnificat Maria proclama: "Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono [...]. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia" (Lc 1,50.54).

Etienne Binet, uno dei mariologi più noti del secolo XVII, fa pronunciare a Maria parole di lode alla misericordia di Dio: "Dio, vedendo la mia umiltà o, piuttosto, la mia bassezza, preso da compassione, m’ha riempita di tutti i suoi favori; si è compiaciuto di mettere tutto in chi era nulla, e l’immensità delle sue misericordie nell’immensità delle mie miserie. Più mi colma di grazie, più rientro nel mio nulla e confesso ingenuamente la mia indegnità e debolezza. Per questo tutte le generazioni mi proclameranno beata. Non è per motivo delle mie personali qualità, no; di me infatti non ho che me, ed è ben poca cosa; ma mi si dirà beata perché ho ricevuto dalla carità infinita del mio Dio un mondo di misericordie".

Il tema del Magnificat è fondamentalmente quello dell’amore del Padre verso gli umili e i poveri. Per questo Dio ha scelto per il suo disegno salvifico una vergine povera e umile. E Maria, col Magnificat, diventa segno della misericordia del Padre verso tutti gli uomini.

Il Magnificat è il cantico della donna forte, che rivendica i diritti di Dio e che fa intravedere il nuovo ordine che si instaurerà alla venuta del regno.

Maria diventa profetessa della misericordia del Padre e anche sua icona: infatti, ella conosce come nessun altro il mistero della misericordia che raggiunge il suo culmine sul Calvario.

La Vergine che a Natale è diventata Madre di Gesù, permettendo alla misericordia di Dio di incarnarsi, sul Calvario diventa Madre della Chiesa, dilatando le sue viscere di misericordia verso tutti i figli: anche per questo la misericordia del Signore si estenderà di generazione in generazione, assumendo in Maria una connotazione doppiamente materna e concreta.

Bradi Barth, Maria Auxilium Christianorum.
Bradi Barth, Maria Auxilium Christianorum.

Maria, Madre di misericordia

È, quindi, a partire dal dato scritturistico che la Chiesa si è appellata con fiducia alla protezione misericordiosa di Maria, come testimonia l’invocazione della fine del III secolo: "Sotto la tua misericordia, ci rifugiamo". Nel primo millennio troviamo numerose testimonianze circa la clemenza, la bontà e la misericordia di Maria.

Sembra che sia stato Giacomo di Saroug (+ 521) ad attribuire per primo a Maria il titolo di "Madre della misericordia", titolo che poi sarà diffuso in Occidente soprattutto nel Medioevo latino, come dimostra la preghiera mariana della Salve, Regina (secolo X). Romano il Melode (prima metà del VI secolo) canta in un suo inno che "al Misericordioso conviene una madre misericordiosa".

Nella vita di Maria di Massimo il Confessore (+ 662), pubblicata solo nel 1986, a proposito degli ultimi anni della Beata Vergine si dice: "La sua misericordia non era solo per i parenti e i conoscenti, ma anche per gli estranei e i nemici, perché era veramente la Madre della misericordia, la Madre del Misericordioso [...], la madre di colui che per noi s’incarnò e fu crocifisso, per effondere su di noi, nemici e ribelli, la sua misericordia".

In alcuni tropari mariani di Andrea da Creta (+ 740) si prega: "Con occhio misericordioso guarda la mia anima peccatrice: io dalle opere non traggo salvezza, o Signora immacolata". / "Dopo aver irrigato, o Pia, col rivo della tua misericordia l’anima mia resa arida dai peccati, rendimi fecondo nella virtù". / "Solleva con la ricchezza della tua misericordia l’anima mia resa misera dai peccati, o Genitrice di Dio".

Giuseppe Studita (+ 832), fratello del più noto Teodoro, in un’ode a Maria prega: "Quale misericordiosa Madre di Dio guarisci le anime ed i corpi resi gravemente malati dalle passioni del peccato".

Giovanni di Paolo, Madonna del manto misericordioso, San Clemente dei Servi, Siena. A sinistra: Madre della Misericordia, Berlino, Museum Ehemalige (1480 circa).
Giovanni di Paolo, Madonna del manto misericordioso
, San Clemente dei Servi, Siena. 
A sinistra: Madre della Misericordia, Berlino, Museum Ehemalige (1480
circa). 

"Gli occhi di Maria sono rivolti verso i giusti e verso i peccatori"

Commentando l’invocazione "Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi", Sant’Alfonso chiama Maria la madre che è "tutta occhi, al fine di sovvenire noi miseri su questa terra". Riporta anche un detto di Riccardo di San Lorenzo per il quale, se gli occhi di Dio sono rivolti verso i giusti (cfr Sal 33,16), quelli di Maria sono rivolti verso i giusti e verso i peccatori: "Poiché gli occhi di Maria sono occhi di madre, e la madre non solo guarda il suo fanciullo perché non cada, ma ancora perché caduto lo vada a sollevare".

E ancora: "Scrisse San Bernardo che Maria si è fatta ogni cosa a tutti e a tutti apre il seno della sua misericordia, acciocché tutti ne ricevano, lo schiavo il riscatto, l’infermo la salute, l’afflitto il conforto, il peccatore il perdono, Dio la gloria; e con ciò non vi sia, giacché ella è sole, chi non partecipi del suo calore".

A sua immagine e somiglianza, la Chiesa, la quale contempla l’arcana santità di Lei e ne imita la carità e adempie fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figlioli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio (cfr LG 64).

Giuseppe Daminelli


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/02/2005 14.10

Maria suscita e forma i Santi
   

La storia bimillenaria della santità è sempre storia della maternità spirituale di Maria.

Nel suo lungo Pontificato Giovanni Paolo II ha già beatificato e canonizzato, tra martiri e confessori della fede, ben più di mille discepoli di Cristo. La festosa spettacolarità di questi eventi religiosi, intesi a celebrare particolari trionfi della grazia di Dio - si pensi, ad esempio, ad una Roma pervasa, il 16-17 giugno u.s., dalla fede del popolo cristiano pellegrinante per la canonizzazione di Padre Pio ! - , non deve, tuttavia, distogliere lo sguardo dalla cosiddetta santità "feriale", cui tutti siamo chiamati, e di cui Maria è modello perfetto. Ella, infatti, "mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era intimamente unita al Figlio suo, e cooperava in modo del tutto singolare all’opera del Salvatore" (AA 4).

Queste brevi annotazioni vorrebbero semplicemente ricordare come la molteplice missione di Maria sia orientata, in subordinata cooperazione con lo Spirito Santo, ad un medesimo ed unico fine: quello di riprodurre nei figli i lineamenti spirituali del Figlio primogenito: quello, cioè, della santità cristiana.

1. Maria, madre e maestra di vita spirituale. - Il 15 agosto 1933, festa dell’Assunzione di Maria, Pio XI tenne un discorso ai pellegrini presenti alla lettura del Decreto De tuto per la canonizzazione della beata Antida Thouret. Tra l’altro, disse loro: "Anche riguardo ai Santi si può dire che Maria è con Dio in quanto li suscita, li forma e li incorona... E’ sempre Maria che, per il suo posto speciale nella gloria e nella santità, è vera ispiratrice e suscitatrice di Santi, perché in tutti gli stadi della vita il pensiero di Maria è un pensiero ispiratore di santità ... ".

Paris Bordone, Maria "Regina di tutti i Santi", nella gloria del Paradiso, Venezia, Accademia delle Belle Arti.
Paris Bordone, Maria "Regina di tutti i Santi", nella gloria del Paradiso
,
Venezia, Accademia delle Belle Arti.

Maria, Regina di tutti i Santi

Quasi riprendendo a suo modo le riflessioni di Pio XI, il Concilio Vaticano II afferma che Maria, con la sua molteplice intercessione, continua ad ottenere le grazie della salvezza eterna, e che con il suo materno amore si prende cura dei fratelli del Figlio suo, che sono ancora pellegrini e posti fra tanti pericoli ed affanni, fino a che non sono condotti nella patria beata.

Ma poiché è piaciuto a Dio di non manifestare solennemente il mistero della salvezza umana prima di aver effuso lo Spirito Santo promesso da Cristo, noi vediamo gli Apostoli prima della Pentecoste perseveranti d’un sol cuore nella preghiera con Maria, e anche Maria implorante con la sua preghiera il dono dello Spirito. Ora "spiritualmente la Chiesa è sempre nel Cenacolo, che porta nel cuore: essa persevera nella preghiera con Maria. Questa unione della Chiesa orante con la Madre di Gesù fa parte del mistero della Chiesa fin dall’inizio: noi la vediamo presente in questo mistero, come è presente in quello di suo Figlio" (Giovanni Paolo II, in DEV, 66). È dire così che la storia bimillenaria della santità diventa storia della maternità spirituale di Maria, sempre operante nella vita della Chiesa e di ogni singolo cristiano, "secondo la multiforme grazia di Dio"..

2. Lasciarsi possedere e guidare da Maria. - "Non ho mai letto - scrive San Bonaventura - che ci sia stato un Santo che non abbia avuto una particolare devozione verso la gloriosa Vergine.... La corona di 12 stelle, posta sul capo della Donna vestita di sole, significa l’universalità dei Santi. Ebbene, attribuendo a Maria la propria corona, e deponendola ai suoi piedi, i Santi formano la corona di Maria: di Colei dalla quale, dopo Dio, essi riconoscono d’essere stati coronati".

A conferma di ciò potremmo addurre i discorsi tenuti da Giovanni Paolo II per la canonizzazione degli ultimi sei Santi: "Questi luminosi testimoni del Vangelo, che oggi la Chiesa ci addita, ci invitano a volgere lo sguardo verso la Madonna".

Alberto Rum

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 09/03/2005 14.31

I richiami materni della Vergine di Fatima
   siti: Madre di Dio

Nel contesto di annebbiamento dell’intelligenza umana del secolo XX, la Madonna ci ricorda, innanzi tutto, la verità della vita eterna: l’al di là esiste!

Nei messaggi consegnati ai bambini di Fatima nel 1917 e resi pubblici al completo nell’anno 2000, è facile avvertire una preoccupazione materna che si concretizza in un richiamo accorato a prendere sul serio il Vangelo di Gesù: gli interventi della Vergine Maria si muovono sempre in questa direzione.

La Madonna, innanzi tutto, ci ricorda la verità della vita oltre questa vita: l’al di là esiste!

"Vengo dal Cielo", "Sì, verrai in Cielo", "Li porterò in Cielo": tutti i dialoghi della Madonna con Lucia sono illuminati da questa meravigliosa certezza, che è come un faro che rischiara tutto il cammino dell’esistenza umana.

Perché questo richiamo insistente della Vergine di Fatima?

Il secolo XX è quello nel quale il materialismo del Novecento si è riversato sul mondo come un fiume limaccioso ed ha prodotto la scristianizzazione di massa, con uno stile di vita che viene chiamato ‘consumismo’: cioè, nervosa frenesia di godere (fino a rubare continuamente ore anche alla notte!) e fretta di consumare divertimenti… perché tutto finisce quaggiù!

L’affermazione di Jean Paul Sartre: "L’uomo è una passione inutile"; la sfida di Albert Camus: "L’ipotesi più ragionevole è il suicidio"; la rigida dichiarazione di Richard Dawkins: "In questo universo di elettroni non c’è alcun senso"; la conclusione sconsolata di Jean Rostand: "L’uomo è un atomo ridicolo, sperduto nel cosmo inerte e smisurato; e la sua febbrile attività è soltanto un piccolo fenomeno locale, effimero, senza significato e senza scopo"; la deriva amara di Eugenio Scalfari: "Personalmente non credo che il ruolo della specie alla quale io appartengo sia superiore a quella delle api o delle formiche o dei passerotti…", sono frutto dello smarrimento della meta della vita: paradossalmente l’intelligenza umana, nel momento in cui ha presunto di capire tutto escludendo Dio, è precipitata nel vuoto: questa è la fine d’ogni avventura dell’orgoglio!

Aveva ragione Martin Heidegger, quando esclamò: "Nessuna epoca ha compreso meno della nostra che cosa sia l’uomo!".

Tre bambini portoghesi, vestiti da pastorinhos come i tre veggenti, offrono fiori alla Vergine in Piazza San Pietro, in occasione della consacrazione e affidamento dell’umanità alla Madonna di Fatima, l’8 Ottobre 2000.
Tre bambini portoghesi, vestiti da pastorinhos come i tre veggenti,
offrono fiori alla Vergine in Piazza San Pietro, in occasione della consacrazione
 e affidamento dell’umanità
alla Madonna di Fatima, l’8 Ottobre 2000.

La limpida verità del Vangelo

La Madonna di Fatima, in questo contesto di annebbiamento dell’intelligenza umana, ci ha riproposto la limpida verità del Vangelo, che è questa: "Non accumulate tesori sulla terra […], ma nel Cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove i ladri non scassinano" (Mt 16, 19-20); oppure: "Quale vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? Che cosa l’uomo potrà dare in cambio della sua anima? Poiché il Figlio dell’Uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi Angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni" (Mt 16, 26-27).

Il primo richiamo di Fatima è questo: il Paradiso esiste, il Paradiso è la festa della vita, il "meglio" deve ancora venire! Se si dimentica questa stupenda verità, ci si accartoccia sul presente… che non può riempire il cuore dell’uomo e non può renderlo felice.

La Vergine tutto questo lo sa bene, e lo ricorda a noi…smemorati!

Mons. Angelo Comastri

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