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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA PACE: SE VUOI LA PACE CUSTODISCI IL CREATO

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2009 18:10
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15/12/2009 18:10
 
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La presentazione alla stampa

Un appello alla sobrietà nella società
degli sprechi


La denuncia di una vera e propria crisi ecologica che mette sempre più in pericolo la pace globale:  così il cardinale Renato Raffaele Martino ha definito il messaggio del Papa per la quarantatreesima Giornata mondiale della pace.

Presentato questa mattina, martedì 15, nella Sala Stampa della Santa Sede, il messaggio di Benedetto XVI per il 2010 propone un tema che interpella l'umanità intera:  "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato". Il cardinale Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, "alla mia ultima conferenza stampa - ha ricordato ai giornalisti presenti - poiché sto per lasciare l'incarico", ha puntualmente riletto il documento papale, sottolineandone gli aspetti principali.

Lo ha inserito in quell'ideale itinerario di pace percorso da Benedetto XVI a partire dal 2006, anno in cui propose la pace come dono di Dio nella verità, per passare al 2007 quando ne parlò come frutto del rispetto della persona umana, e, nel 2008, come conseguenza del rispetto per l'intera famiglia umana, chiamata a eliminare ogni forma di povertà materiale e immateriale per raggiungere l'armonia tra gli esseri umani e vivere nella concordia, come ha raccomandato nel messaggio del 2009, sino al monito odierno, cioè a inserire la vocazione alla pace nel contesto del creato.

Ma dopo la denuncia, il Papa "non propone soluzioni tecniche" perché "non si intromette - ha spiegato il cardinale - nelle politiche governative". Piuttosto egli richiama l'insegnamento della Chiesa nella difesa della terra, dell'acqua e dell'aria "che sono dono del creatore all'umanità". E propone alcune tappe di un possibile cammino in una visione cosmica della pace, intesa come tranquillitas ordinis, oggi interrotta nel suo equilibrio tra umanità e creato da quel degrado ambientale che "esprime anche un profondo deterioramento dell'unione tra l'umanità e Dio". Dunque "riflettere sulla crisi ecologica, significa riflettere su una crisi interiore al creato" dalla quale si può uscire solo attraverso "un comune cammino" dell'umanità.
 
E a questo proposito il cardinale Martino - affiancato per la presentazione del messaggio, dal nuovo segretario di Iustitia et Pax, il vescovo Mario Toso, e dall'esperto dello stesso dicastero Tommaso Di Ruzza - rispondendo a una delle numerose domande postegli dai giornalisti presenti, ha ricordato come la Santa Sede abbia sempre favorito questo tipo di impegno comune. Come primo esempio ha portato l'attenzione dimostrata verso il diritto all'acqua per tutti.
 
"La Santa Sede - ha detto in proposito - si è a lungo battuta affinché tra i diritti umani fosse riconosciuto proprio il diritto all'acqua". Proposta "rifiutata - ha ricordato - dalle organizzazioni internazionali riunite in Turchia. Personalmente continuo a considerare il diritto all'acqua come diritto alla vita". La domanda ha toccato anche la questione dei cosiddetti profughi ambientali, "un popolo sempre più numeroso - ha detto Martino - costretto a fuggire proprio a causa dei disastri ecologici e dei cambiamenti climatici".

"Non ho cifre a disposizione - ha aggiunto - ma vi posso offrire l'esempio delle popolazioni del nord del Brasile la cui drammatica situazione mi è stata illustrata qualche giorno fa da uno dei vescovi brasiliani, venuti a Roma per la visita canonica ad limina Apostolorum. Ci sono intere zone di questa immensa terra, nelle quali piove solo per alcune settimane all'anno, anche se intensamente. Ma poi, per tutto il resto dell'anno, sono a secco. Quindi i contadini che le abitano sono costretti a emigrare in massa verso zone più abitabili perché coltivabili. Per risolvere il loro problema basterebbe costruire delle cisterne.

Il vescovo ha chiesto il nostro aiuto. Ho interessato la fondazione San Matteo, intitolata al cardinale François Xavier Nguyen van Thuân, che ha già iniziato la progettazione di ottanta cisterne. Il presidente Lula, certamente a conoscenza del problema, aveva promesso la costruzione di un milione di queste cisterne. Parlo di questi dati tanto per illustrare l'entità del problema. Ne sono state costruite ben poche di queste cisterne e di acqua ce ne è sempre più bisogno". Del resto l'acqua "è un bene prezioso che deve appartenere a tutti - ha detto ancora il cardinale citando il messaggio del Papa - e deve essere a disposizione di tutti. Privatizzare l'acqua? Bisogna vedere come lo si farà".

È stato poi rilevato che il messaggio non sembra seguire molto il catastrofismo di certi gridi d'allarme contemporanei. Anzi, anche se richiama alla necessità di nuovi stili di vita, più rispettosi dell'ambiente, e alla responsabilità di tutti, compresi i Paesi emergenti, si nota un certo senso di ottimismo "che al Papa deriva - ha spiegato il cardinale - dall'impegno delle numerose organizzazioni non governative proprio in difesa dell'ambiente.

Il Papa plaude alla loro attività e invita i governi a sostenerne gli sforzi". Ma è chiaro che "da soli non sono sufficienti per affrontare e risolvere la crisi. C'è bisogno, come dice il Papa, di una profonda educazione. A cominciare dagli insegnamenti nella famiglia. La prima cosa da insegnare è di evitare gli sprechi. Non dimentichiamo la denuncia di Benedetto XVI alla Fao contro gli sprechi della società benestante, contrapposti al miliardo di persone che nel mondo vanno a dormire la sera senza aver mangiato nulla. E davanti al miliardo di persone che vive con un solo dollaro al giorno e ai due miliardi che vivono con due soli dollari al giorno, circa un terzo della popolazione mondiale". Annualmente, ha aggiunto il cardinale, "nel mondo si spreca oltre il 30 per cento degli alimenti prodotti. Nel periodo natalizio raggiungono il 40 per cento dell'intera produzione alimentare. Solo in Italia ogni anno si buttano 240 mila tonnellate di alimenti invenduti. Sarebbero sufficienti a sfamare seicentomila persone con tre pasti giornalieri. È proprio in considerazione di ciò che il Papa richiama più volte alla necessità di rafforzare l'educazione".

Prima di concludere la conferenza stampa monsignor Toso ha riproposto il forte richiamo del Papa al rispetto del creato, come presupposto per una convivenza pacifica.


(©L'Osservatore Romano - 16 dicembre 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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