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In che modo l'Islam sfida la Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2010 15:01
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03/01/2010 14:52
 
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2002 15.55
Due religioni a confronto
Islam e cristianesimo
Una difficile convivenza. Un tema sempre attuale

Islam e Guerra Santa
L'espansione dell'Islam è legata all'espansione militare degli eserciti dei califfi. Nel 570 nasce il profeta Maometto. Nel 610 scrive il Corano. Nel 622 scappa dalla Mecca a Medina e comincia la guerra santa. L'espansione dell'Islam continua fino al 725. Gli arabi arrivano fino a Poitiers dove vengono fermati dal re Carlo Martello.

La ferita storica delle Crociate
Nel 1095 il papa Urbano II dichiara la guerra santa per la riconquista del Santo Sepolcro. Iniziano le crociate. Ci furono sette spedizioni, l'ultima nel 1272. La più importante fu nel 1204, con la presa di Costantinopoli. Il conflitto nel Mediterraneo con i musulmani si conclude con la battaglia di Lepanto, nel 1571.

Il Corano e i cristiani
“I migliori amici dell’Islam sono i cristiani”. Così recita il Corano.

Il Concilio Vaticano II
Nel 1962 il Concilio convocato da Giovanni XXIII
invita i musulmani "alla collaborazione attraverso la conoscenza della giustizia sociale".

Wojtyla e l'Islam
Giovanni Paolo II è il primo papa ad entrare in una moschea. A Damasco, in Siria, nel maggio 2001 ha invitato "cristiani e musulmani a perdonarsi mutualmente" e a "non tornare mai più in conflitto". Nel settembre 2001 Wojtyla ha visitato Armenia e Kazakhstan dove ha rinnovato l'appello alla pacifica convivenza tra cristiani e musulmani"

I numeri
Cristianesimo e Islam sono le religioni più praticate. I cristiani sono un miliardo e settecento milioni. I musulmani un miliardo e trecento milioni. Tra i cristiani la confessione cattolica è la più diffusa (un miliardo di fedeli). Tra i musulmani i sunniti (680 milioni) sono la maggioranza. Innumerevoli le confessioni e le sette in entrambe le religioni.

E' indispensabile la strada del rispetto reciproco, del dialogo, della comprensione e quando si può della condivisione, non esiste altra strada al processo di Pace!

Il punto di partenza
L'origine della fede cristiana è Dio che si fa uomo. Un evento vissuto dagli uomini contemporanei di Gesù Cristo e raccontato dai Vangeli. L'Islam ha invece origine dalla predicazione di un uomo, Maometto, che sostiene di avere avuto una visione angelica, da cui avrebbe ricevuto un messaggio di Dio.

La figura di Maometto
E' il Profeta, ma è sempre e soltanto un uomo. E' un errore usare il termine "maomettano" come sinonimo di musulmano. Il Musulmano crede in Allah, non in Maometto.

Confronti errati
Non si può paragonare Gesù a Maometto. Bisognerebbe piuttosto mettere a confronto Gesù con il Corano perché entrambi rappresentano la rivelazione di Dio all'umanità. Cristo è verbo di Dio fatto carne, il Corano è parola di Dio fatta libro. Allo stesso modo non si può paragonare la Bibbia al Corano. Sarebbe più corretto confrontare la Bibbia con Hadith, Tarikh, Sira e Tafsir, cioè con la storia e gli insegnamenti della rivelazione e dei profeti.

Per i cristiani Dio è padre
Per i musulmani no. Tra i novantanove nomi di Dio che la tradizione islamica ha desunto dal Corano, è rigorosamente escluso il nome "Padre" che invece è la caratteristica particolare della preghiera insegnata da Gesù stesso ai suoi discepoli. Nel cristianesimo Dio si è fatto uomo. Il Dio dell'Islam rimane lontano e inaccessibile. Si è suoi servi, non suoi figli.

Trinità e unicità
L'unicità di Dio è uno dei cardini della fede islamica. Il Corano chiama Cristiani ed Ebrei ahl al-kitab ("gente del libro"), affini ai musulmani in quanto monoteisti. Ma in alcune correnti i cristiani sono considerati kafiruna, "reprobi", in quanto "non del tutto monoteisti".

La comunione cristiana come rapporto con Dio
Nella tradizione cristiana l'eucarestia celebra il mistero di un Dio che invita l'uomo alla comunione con la vita divina. Nell'Islam Dio e uomini rimangono rigidamente separati.

I musulmani e Gesù
I musulmani rispettano e riveriscono Gesù ed aspettano la sua Seconda Venuta. Lo considerano come uno dei più grandi messaggeri di Dio all'umanità. Un musulmano non si riferisce mai a lui dicendo semplicemente 'Gesù', ma aggiunge sempre la frase "la pace sia con lui". Il Corano conferma che sia nato da una vergine: un capitolo è dedicato a Maria, considerata la donna più pura dell'intera creazione.

Conoscere Dio
Per il Corano non è possibile. Dio ha rivelato di sé soltanto quello che ha voluto attraverso il Corano. Nel cristianesimo il Dio inconoscibile si è fatto conoscibile in Gesù Cristo: "Colui che i cieli e i cieli dei cieli non possono contenere si è fatto uomo in Gesù".

Il peccato originale, la grazia e la redenzione
Per l'Islam l'uomo non ha bisogno della grazia. Il peccato originale è la perdita di memoria del patto originario tra Dio e gli uomini. Si può arrivare comunque alla redenzione attraverso la forza di volontà. L'importante è osservare interamente la legge morale. Per i cristiani la salvezza è raggiungibile solo attraverso la grazia, procurata dalla passione redentrice di Cristo.

La vita eterna
Per i cristiani è la comunione con Dio. Per i musulmani il paradiso è descritto come un giardino di delizie, dove i beati (riconosciuti tali in base alle loro buone azioni) godono dei piaceri terreni.

Chiesa e ummah
La Chiesa è il corpo vivente della religione. Si basa sulla comunione di fede, sulla condivisione di sacramenti e su un ordine gerarchico rigido. La Chiesa cristiana fa da tramite tra il fedele e Dio uno e trino, celebrando Cristo risorto. Solo grazie alla Chiesa il cristiano sa di essere in comunione con il Padre. La Ummah islamica è invece una comunità di credenti accomunati "soltanto" dalla professione di fede nel Dio unico. I musulmani riconoscono Maometto come profeta supremo. Non ci sono sacramenti. Ognuno entra in preghiera in un "intimo colloquio con Dio". Non c'è alcun tipo di mediazione. Esistono gerarchie soltanto tra gli sciiti, non tra i sunniti (rappresentanti il 90 per cento dei musulmani). Non esiste un rappresentante "mondiale" della fede islamica. Ci sono moltissime scuole islamiche diverse a seconda dei Paesi e delle correnti. L'elemento comune è sempre il richiamo al Corano.



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/06/2002 22.03
San Rawh al-Qurasi: nel 799, dopo aver pronunciato i voti come
monaco, venne decapitato per ordine di un suo illustre parente

Il lavoro procede.
Con uno scopo ben preciso.
Quello di far sapere sempre più e a un sempre maggior numero di
persone che "arabo" e "musulmano" non sono termini fungibili, ma che,
accanto agli arabi musulmani, vi sono gli arabi cristiani, cioè gli
arabi che non sono passati all'islam o, addirittura, sono tornati al
cristianesimo.
Un modo di quest'opera d'informazione sta nel pubblicare, così
rendendoli di pubblica conoscenza, testi del patrimonio culturale
arabo cristiano.

E appunto Patrimonio Culturale Arabo Cristiano è titolo di una
collana diretta dal padre gesuita egiziano Samir Khalil Samir prima a
Milano presso Jaca Book, poi a Torino presso Zamorani, e curata
dall'associazione GRAC, Gruppo di Ricerca Arabo Cristiana, animata
dal religioso cattolico e costituita da arabisti che, dal 1993,
collaborano per lo studio e per la diffusione di tale patrimonio in
Italia e in Europa.

Negli anni 1990, presso Jaca Book, sono stati editi un testo del
vescovo arabo Teodoro Abû Qurrah (755 ca.-830 ca.), La difesa delle
icone. Trattato sulla venerazione delle immagini, con introduzione e
cura di Paola Pizzo, nel 1995; lo studio di Mariam de Ghantuz Cubbe,
I Maroniti d'Aleppo nel XVII secolo attraverso i racconti dei
missionari europei (dai documenti conservati negli archivi romani),
nel 1996; la narrazione dello storico d'Antiochia Yahyâ Ibn Sa'îd al-
Antâki (980 ca.-1066 ca.), Cronache dell'Egitto fâtimide e
dell'impero bizantino. 937-1033, con introduzione, note e indici a
cura di Bartolomeo Pirone, nel 1997; e l'opera polemica -
probabilmente redatta durante il regno del califfo 'Abd Allâh al-
Ma'mûn (786-833) - dell'autore che forse si nasconde sotto lo
pseudonimo di 'Abd al-Masîh al-Kindî, Apologia del cristianesimo, con
introduzione, note e indici a cura di Laura Bottini, nel 1998.

E nel 2001, primo titolo pubblicato presso Zamorani, ha visto la luce
la Storia di Rawh al-Qurasi. Un discendente di Maometto che scelse di
divenire cristiano, a cura di Emanuela Braida e Chiara Pelissetti,
con prefazione di Fabrizio Angelo Pennacchietti, dell'Università
degli Studi di Torino.

"Nel colorito panorama dell'agiografia orientale - scrive
Pennacchietti -, soprattutto di quella in lingua araba, la Passione
di S. Antonio Neomartire ovvero di S. Rawh al-Qurasi occupa un posto
del tutto singolare. Primo, perché non si presenta come la consueta
leggenda edificante dall'intreccio fantastico, bensì come la cronaca
sobria ed essenziale, ma nello stesso tempo circostanziata e
attendibile, della conversione e del martirio di un personaggio della
cui storicità non si può dubitare. Secondo, per la rilevanza e
l'eccezionalità del protagonista della Passione, che è addirittura un
quraisita, un rappresentante cioè della nobile stirpe meccana a cui
apparteneva lo stesso Muhammad, il profeta dell'Islam. Di S. Antonio
Neomartire si tramanda infatti che fu un cugino del califfo abbaside
Harun al-Rasid, e che si convertì al cristianesimo nel 799, pronunciò
i voti come monaco e affrontò eroicamente il martirio lo stesso anno,
venendo decapitato per ordine del suo illustre parente".

Il volume offre dunque la prima edizione italiana della Passione di
S. Antonio Neomartire, ricordato dalle Chiese cattoliche in Oriente
il 24 o il 28 dicembre, nel libro liturgico - o sinassario - del
vescovo giacobita Rabban Sliba, del secolo XV, il 25 dicembre, data
del martirio, avvenuto appunto la notte di Natale del 799, e proposto
in questo stesso libro liturgico come patrono di tutti coloro che
cadono nell'angoscia, nella tristezza.
Tradotta da due versioni in lingua araba, è accompagnata da
un'accurata ricostruzione della vicenda sotto il profilo storico,
geografico e culturale, e da un'analisi critica dei rapporti che
intercorrono fra questo testo e altri racconti agiografici del
cristianesimo orientale.

In questo modo, sulla base dell'accurato e prezioso lavoro filologico
delle curatrici, si può fruire della descrizione di una straordinaria
avventura umana e spirituale: il "destino di martirio" di
un "apostata" dall'islam, cioè di chi "osa" lasciare la religione di
Maometto attratto dalla luce di Cristo.
E in una delle due redazioni - mentre nell'altra è presente il passo
parallelo - si legge: "Nel mezzo della notte gli apparve la Madonna,
madre della luce, che, avvicinatosi alla sua testa, lo svegliò; egli
vide allora la più perfetta tra le donne, in piedi, vestita di
porpora [...]. Lo prese per mano e gli disse: "Non essere triste
perché io sono con te"".

Giovanni Cantoni
Il Corriere del Sud n. 9/2002 - anno XI - 1 maggio - 15 maggio
http://www.corrieredelsud.it/
Notizia tratta dal Totus Tuus politica-cattolici

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/11/2002 22.20
l'attualità.......anche se NON dobbiamo generalizzare.....la recente situazione lascia veramente perplessi.....i Musulmani in Italia chiedono diritti.....hanno voluto una Moschea, l'Italia ha contribuito con i "nostri soldi"...ed è venuta la più grande Moschea d'Europa proprio (provocazione?) a Roma vicino a S.Pietro.....In un ospedale non volevano un piccolo Crocifisso nella sala di gestazione...e per rispetto è stato tolto...mentre accanto a chi brontolava vi era una cattolica che pregava...
Insomma si chiede, ma a senso unico.....non un gesto aperto di rispetto...e di solidarietà...."Vi mando come pecore....in mezzo ai lupi......".....puntiamo allora sui più mansueti...sui musulmani di buona volontà.....affinchè prevalga la regola del rispetto.....e del dialogo.....
 

Avvenire, 14 novembre 2002

"Noi cristiani, in fuga dal Sudan che ci perseguita"

Parla Kuong, 27 anni, studente in Italia: da noi i musulmani perpetrano un genocidio di cui non si parla

Di Lucia Bellaspiga

Un "cane infedele": è con lui che abbiamo appuntamento in stazione Centrale, a Milano. Perché questo è per la legge sudanese Kuong Daxi, un cane infedele. Di etnia Nuer, 27 anni, fa parte di quel popolo in fuga che sono i cristiani del Sudan meridionale, 5 milioni tra cattolici e protestanti (il 16% della popolazione) in un mare di islamici votati al jihad, la guerra santa. "Nel mio Paese è in corso la più grande strage del secolo, ma nessuno ne parla - dice già mentre ci stringe la mano -: sono 2 milioni le vittime del genocidio con cui il nord islamico, sta sistematicamente annientando il sud, ma Europa e America tacciono". Due milioni di persone trucidate nella più generale indifferenza.

Sono tanti in stazione i neri d'Africa, ma Kuong, alto e fiero, è l'unico Nuer: "Vede? Questo segno ci distingue: sei lunghi tagli incisi sulla fronte col coltello quando compiamo 15 anni". Un rigo musicale che Kuong porta con dignità, come una corona. E spiega: il Sud an è il Paese più grande di tutta l'Africa e la guerra che vi si combatte è la più lunga del Novecento, ma nessuno se ne accorge. "Eppure è rumorosa, fatta di bombardamenti quotidiani, deportazioni in massa, torture, stupri, compravendita di schiavi". E di bambini rapiti e mandati a combattere la loro stessa gente: "Il regime di Karthoum ha deciso la scientifica eliminazione di tutti gli abitanti del sud, colpevoli di due "crimini": siamo cristiani e abitiamo una regione ricca di petrolio. Bisogna fare piazza pulita e ogni mezzo è valido". È per questo che i suoi due nipotini, 10 e 12 anni, figli dei suoi fratelli, lo scorso aprile sono spariti nel nulla, portati via in piena notte dai soldati del nord. Oggi mancano all'appello, come altri 200mila: con la complicità di locali capi corrotti i bambini e le bambine vengono venduti alle ricche famiglie arabe, o addestrati a combattere. "Le bambine sono violentate e fatte schiave. I bambini mandati alle armi. Ed entrambi sono costretti a studiare il Corano". Solo i missionari e i volontari delle organizzazioni umanitarie si oppongono, a rischio della vita: "Ricomprano migliaia di bambini e li restituiscono alle famiglie. Anche i miei fratelli vorrebbero pagare il riscatto per i loro figli ma io penso che non sia giusto: finché staremo al ricatto non saremo mai liberi. Invece conosciamo il generale corrotto che li ha venduti ed è su di lui che dobbiamo agire per avere giustizia".

Anche tra gli adulti la mattanza crea il vuoto. "C'è una sola speranza di scampare alla strage: convertirsi alla fede di Allah". È per questo che Kuong, iscritto alla facoltà di Farmacia a Pavia, dal 1994 si trova in Italia: "Non per ragioni di studio, per laurearmi bastava Karthoum, ma perché sono nato cattolico e tale voglio restare". Era infatti iscritto all'università di Karthoum, finché la dittatura si è fatta più feroce: "Le autorità hanno convocato 50 studenti, tutti cristiani, e ci hanno comunicato che, per continuare l'università, dovevamo abbracciare l'islam. Tutti abbiamo rifiutato e ne abbiamo pagato le conseguenze: io sono stato arrestato dalla polizia segreta e tenuto in isolamento per quattro giorni. Mi accusavano di avere legami con persone straniere, visto che ero cattolico, volevano i nomi di chi ci aiutava. "Parla o ti ammazziamo", mi dissero. Risposi di uccidermi senza chiedermi nulla. Dovettero lasciarmi andare".

Kuong scrisse al consiglio di facoltà una lettera, che lui stesso ci traduce: "Siamo cristiani, non possiamo patire che ci priviate del nostro credo. Nella vita la cosa più importante è la fede in Dio. Noi non siamo nemici dell'islam, rispettiamo la fede di tutti, ma chiediamo che anche voi rispettiate la nostra". Seguì la feroce reazione della polizia segreta, la sospensione dall'università, il rastrellamento di casa in casa. "Per il loro bene consigliavo ai miei amici, alcuni anche islamici, di non farsi vedere in giro con me - racconta Kuong -: uno di loro non mi diede retta e si fece 8 mesi di galera". Normale in un Paese in cui la Corte Suprema di recente ha stabilito che la crocifissione per chi si converte al cristianesimo è costituzionale. E la galera di Karthoum è di quelle che lasciano il segno, nella carne e nell'anima. "Mi ha salvato un frate italiano, di cui non farò il nome per non metterne in pericolo la vita - continua il giovane -: ha scritto all'ambasciata italiana di Karthoum e il vostro governo – era il 1994 – accolse tredici di noi. Gli altri lasciarono gli studi o accettarono di farsi islamici. Oggi siamo rimasti in cinque, gli altri non hanno passato gli esami e hanno perso la borsa di studio. Io a dicembre sarò laureato e tornerò in Sudan". A curare la sua gente o a imbracciare le armi, dipende: "Odio la violenza, non ho mai fatto male a nessuno, ma la nostra è una lotta per la libertà: la libertà di sopravvivere, di riavere i nostri bambini, di pregare Dio".


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 11/03/2004 9.59
Rispondendo all'invito di Stefano e di Messaggero....è necessario che prima di parlare del Corano....leggiamo intanto LA STORIA..............perciò prendetevi il tempo necessario di leggere e meditare....prima di continuare il discorso specifico sul Corano.......
E' interessante comprendere la LORO CULTURA se vogliamo capire perchè in più parti il Corano sembra contraddirsi.....e comprendere che il Corano, seppur giudicato Sacro e NON scritto da uomini per i Musulmani, esegeticamente sappiamo che è in parte una COPIATURA della Bibbia......e di alcuni Vangeli apocrifi.....
Dell'Islam occorre poi distinguere la corrente conosciuta come SUFI...il Sufismo.....corrente MISTICA che è molto vicina al cristianesimo più di quanto NON si sappia.....da qui scaturisce la venerazione che molti ambienti musulmani hanno verso Maria, che riconoscono LA VERGINE DELLE PROFEZIE.......
Ed è incredibile come essi abbiano più una grande venerazione per Maria, anzichè per il Figlio Gesù......
Se leggerete i messaggi precedenti c'è narrata la scena di quando Maometto fuggitivo, nasconderà sotto il mantello l'Icona della Vergine con in braccio il Bambin Gesù......
Se strapoliamo le frasi dal Corano, rischieremo di fare come per la Bibbia.....ognuno ne darà l'interpretazione che vuole creando mille divisioni......
Effettivamente il dilemma dell'Islam è che essi NON hanno un "Magistero", cioè, NON hanno una guida unica, ogni Paese ha il suo "capo"....e la Legge coranica è quella che gestisce tutto lo Stato così che un territorio musulmano è di fatto uno Stato interconfessionale come Israele......
Ognuno però può INTERPRETARE il Corano come vuole, da qui abbiamo l'enorme differenza da Paese a Paese.....alcuni che praticano l'infibulazione (ma non è scritta nel Corano); alcuni applicano la Legge del Taglione altri NO......
alcuni invocano la "guerra santa"...altri sono più aperti al dialogo e al quieto vivere perchè entrambi, PACE E GUERRA  sono descritti nel Corano......
In questo forum avevamo iniziato a parlare del DIO UNICO che entrambi professiamo:
in questo forum "il vero Islam", avevamo iniziato a leggere DENTRO il Corano......riporto qui solo questa parte:

1. "L'unico Dio vivente" per i musulmani

I musulmani credono che solo Dio sia "il Vivente". La vita è veramente considerata come dono di Dio. Essi hanno anche fiducia che Dio ridarà la vita a tutti coloro che sono morti. Afferma il Corano: "E come abbiamo prodotto la prima creazione, così la riprodurremo con la resurrezione. E' una promessa che ci impegniamo a mantenere e la manterremo" (21,104).
I musulmani credono anche che, tra i profeti, solo Gesù viva ancora fuori del tempo e che l'ultimo giorno verrà per condurre a sé tutti i giusti. Quel giorno sarà l'incontro di tutta la razza umana ed allora ognuno riceverà secondo le sue opere: "Prepareremo bilance giuste per il giorno della resurrezione e a nessun'anima verrà fatto il minimo torto. Anche le azioni che pesano quanto un granello di senape le porteremo alla luce. Bastiamo noi a fare i conti" (21,47).

.........

il parere degli studiosi dell'Islam asseriscono all'unanimità che l'Islam E' UN MISTERO.....per le forti contraddizioni che vive......ma che probabilmente questo è dovuto al fatto che un musulmano NON STUDIA il Corano come usiamo fare noi con la Bibbia.....da qui nasce la questione del fondamentalismo, ecco perchè attraverso il Dialogo Intereligioso si sta cercando di INSEGNARE loro ad approfondire il Corano nei termini esegetici necessari per poter scoprire che anche il Corano invita all'unità dei credenti......


Per ora buona meditazione, fraternamente Caterina

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