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Il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari compie 25 anni e i Messaggi del Papa per i Malati

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2013 19:35
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13/08/2010 20:54
 
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Venticinque anni del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari

Da Maria un sostegno ai sofferenti


Venticinque anni fa Giovanni Paolo II istituiva la Pontificia Commissione per gli Operatori Sanitari poi elevata nel 1988 a Pontificio Consiglio, con lo scopo di promuovere l'opera di formazione, lo studio e l'azione delle organizzazioni caritative attive nel campo sanitario, diffondere gli insegnamenti della Chiesa in materia di sanità e organizzare iniziative a livello internazionale utili alla pastorale della Chiesa. Fin dagli inizi il dicastero è stato posto sotto la protezione di Maria Salus infirmorum. In occasione della solennità mariana dell'Assunzione, diamo ampi stralci del documento pubblicato dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari per i suoi venticinque anni di vita.


Sono passati cinque lustri da quando Giovanni Paolo II, l'11 febbraio 1985, con il motu proprio Dolentium hominum, istituì la Pontificia Commissione per la Pastorale degli Operatori Sanitari, che in seguito, con la costituzione apostolica Pastor Bonus del 28 giugno 1988, divenne Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.

Nella sua omelia alla messa per gli ammalati dell'11 febbraio 1985, il Pontefice sottolineò:  "Occorre stimolare e promuovere l'opera di formazione e di studio che le diverse istituzioni cattoliche svolgono in campo sanitario; occorre diffondere e difendere gli insegnamenti della Chiesa in questa materia; occorre soprattutto suscitare e coordinare le energie vive presenti nella Chiesa, perché si volgano con rinnovato spirito di servizio verso le sorelle e i fratelli colpiti dalla malattia, vedendo in essi le membra di Cristo sofferente.

Con queste finalità nasce il nuovo organismo della Santa Sede, che muove proprio oggi i suoi primi passi, sotto la guida del cardinale Edoardo Pironio, presidente, e dell'arcivescovo Fiorenzo Angelini, pro-presidente. Vi invito a pregare perché la nuova Pontificia Commissione possa raggiungere pienamente il suo scopo, quello cioè di migliorare ed estendere l'assistenza materiale e spirituale che la Chiesa da sempre promuove in favore dei malati".

Molto è stato fatto, da allora, sotto i suoi tre presidenti:  il cardinale Fiorenzo Angelini prima, il cardinale Javier Lozano Barragán poi e attualmente l'arcivescovo Zygmunt Zimowski. Molto vi è tuttora da fare e, per celebrare il suo "Giubileo d'argento", quest'anno il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) ha realizzato e sta organizzando numerosi eventi:  una serie di iniziative che ha preso il via il 9 febbraio scorso con il simposio internazionale, la mostra di pittura e il concerto di musica classica, ispirati al messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale del malato 2010 e dunque intitolati "La Chiesa al servizio dell'amore per i sofferenti". Lo stesso Pontefice ha quindi presieduto la messa solenne celebrata l'11 febbraio, Giornata mondiale del malato, nella basilica di San Pietro.

Sono state inoltre compiute dall'arcivescovo Zimowski e dagli altri superiori del dicastero, il segretario, monsignor José Luis Redrado Marchite e il sotto-segretario, monsignor Jean-Marie Mupendawatu Mate Musivi, diverse visite pastorali ai malati ricoverati nei nosocomi romani. In aprile si è svolto quindi il pellegrinaggio, ad Ars e a Lourdes, dei cappellani ospedalieri - giunti da dodici Paesi e quattro continenti - a cui ha fatto seguito, fra le altre attività, il viaggio compiuto dal personale del dicastero, in Polonia a cavallo tra aprile e maggio, "sui passi del suo fondatore, il servo di Dio Giovanni Paolo II". Lo stesso itinerario è stato quindi percorso a inizio luglio da circa sessanta pellegrini, non udenti e agenti di pastorale del settore, originari di oltre dieci diocesi italiane, dell'Irlanda, del Brasile e del Perú. Il gruppo ha anche preso parte all'incontro internazionale per persone sorde che si tiene annualmente, nella città polacca di Kalkow, il primo sabato di luglio.

È giusto a questo proposito ricordare, inoltre, il xxiii congresso mondiale della Federazione mondiale dei medici cattolici (Fiamc), a Lourdes dal 6 al 9 maggio 2010 a cui ha preso parte anche l'arcivescovo Zimowski.
Tutte iniziative durante le quali i partecipanti si sono sentiti avvolti come non mai dalla presenza materna di Maria. "La maternità di Maria, iniziata a Nazaret e vissuta sommamente a Gerusalemme sotto la croce, sarà sentita come affettuoso e pressante invito rivolto a tutti i figli di Dio, perché facciano ritorno alla casa del Padre, ascoltando la voce materna di Maria". Una protezione materna che ha certamente accompagnato cinque lustri di lavoro e di attenzione del dicastero al contesto presente, alla globalizzazione e di fedeltà all'obiettivo generale che Giovanni Paolo II così sintetizzò:  mostrate "il volto di Cristo dolente e glorioso, per illuminare con il vangelo il mondo della salute e della malattia, santificare l'ammalata e i professionali della salute e fare il coordinamento della pastorale della salute nella Chiesa".

La lettera apostolica Salvifici doloris, sul significato cristiano della sofferenza umana, al pari del dicastero per la Pastorale degli Operatori Sanitari rappresenta in effetti un'iniziativa personale, coraggiosa e incisiva di Giovanni Paolo  ii. Egli, riproponendo la piena attualità della predilezione di Gesù per coloro che soffrono, ha lanciato anche, nel nostro mondo globalizzato, tormentato e diviso, un fattore decisivo di dialogo, di incontro, di solidarietà e di cooperazione.

L'idea di istituire una Giornata mondiale del malato è quindi maturata nel corso dell'assemblea generale del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari del febbraio 1992. Nella lettera indirizzata il 13 maggio 1993 al cardinale Fiorenzo Angelini, primo presidente del Pontificio Consiglio, Giovanni Paolo II spiegò il perché della scelta dell'11 febbraio come data della Giornata mondiale del malato. L'11 febbraio "pubblicai, nel 1984, la lettera apostolica Salvifici doloris sul significato cristiano della sofferenza umana e, l'anno successivo, ebbi ad istituire codesto Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, così ritengo significativo fissare la medesima ricorrenza per la celebrazione della Giornata mondiale del malato". Infatti "insieme con Maria, Madre di Cristo, che stava sotto la croce, ci fermiamo accanto a tutte le croci dell'uomo di oggi". E Lourdes, santuario mariano tra i più cari al popolo cristiano, è luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno dell'accettazione e dell'offerta della sofferenza salvifica.

Il cardinale Fiorenzo Angelini dirà, in seguito, in un suo discorso:  "Su mia speciale richiesta, Giovanni Paolo II" l'ha istituita il 13 maggio 1992, "xi anniversario dell'attentato alla sua vita in piazza San Pietro, con una speciale lettera autografa a me inviata". Venticinque anni di vita e di attività, dunque, legati alla data dell'11 febbraio e alla Madonna Salus infirmorum. Il tema della Vergine Maria salute degli infermi è in effetti di grande incidenza pastorale e la coincidenza con l'11 febbraio della ricorrenza è stata voluta da Giovanni Paolo II. Una data nella quale, in anni diversi, il Pontefice ha pubblicato la Salvifici doloris e la Dolentium hominum e che ha voluto, costituisse la Giornata mondiale del malato. Una scelta dunque non casuale né solamente devozionale e che sottolinea il rapporto vivo e imprescindibile che la Vergine di Lourdes ha con il mondo dei malati e con le istituzioni in favore dei medesimi.

Nel 1908, a cinquant'anni dagli eventi di Massabielle, Pio X decretò che l'11 febbraio, primo giorno di apparizione della Vergine a santa Bernadette Soubirous, si celebrasse la festa di Nostra Signora di Lourdes in tutta la Chiesa. Una memoria liturgica di grande rilevanza anche dopo la riforma post-conciliare.

In effetti, forse talvolta non ci si sofferma sufficientemente sul fatto che la relazione tra il dicastero e Maria, Madre degli infermi, è stata frutto di un'ispirazione e dell'iniziativa di Giovanni Paolo II:  ispirazione divina, iniziativa pontificia, che lui ha pagato con il suo amore, e con la sua sofferenza. Perché certamente, anche la Giornata mondiale del malato non porta solo l'ispirazione e l'iniziativa di Giovanni Paolo II, porta come fondamento della sua opera anche il suo sacrificio.

È il Pontefice che, anche vivendo un'intensa spiritualità mariana, ha saputo cogliere con intuizione carismatica il nesso tra Maria e i malati e ha guidato la Chiesa in questa prospettiva. La sua è stata, nella vita e nella dottrina, un'esistenza teologica mariana. Giovanni Paolo II ha avuto con il mondo della sofferenza un rapporto singolare e preferenziale. Indubbiamente, dopo il tragico attentato del 13 maggio 1981, il Papa avvertì subito che la mano di Maria aveva segnato la sua vita facendo deviare il proiettile micidiale. Una vita nella quale emerge Maria, si rivela e si rende presente, con forza e convinzione, come in un'icona mariana attraverso il Pontefice del Totus tuus.

È stato inoltre di grande rilievo il suo legame con il santuario di Lourdes. Lo ha visitato due volte nel corso del suo pontificato e, durante uno degli ultimi suoi viaggi apostolici, nel mese di agosto del 2004, ha voluto commemorare il 150° anniversario della proclamazione del dogma dell'Immacolata, che Maria confermò durante le sue apparizioni a santa Bernadette.

Lourdes è ormai da molto tempo un luogo d'incontro nella carità tra le persone in buona salute e gli ammalati, un ambito dove la fede ispira molteplici iniziative e la pastorale è tutta tesa alla formazione della fede, alla conversione esistenziale dopo il pellegrinaggio. Ecco perché alla luce della devozione speciale del Papa per la Vergine Maria possiamo capire il suo desiderio di legare e di affidare il Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari a Maria Salus infirmorum.
Nelle omelie e nei messaggi della Giornata mondiale del malato dal 1993 fino al 2005, Giovanni Paolo II ha sempre mostrato il ruolo di Maria Salus infirmorum per i malati. In questi omelie e messaggi appaiono le diverse dimensioni della presenza di Maria accanto ai sofferenti.

Possiamo anche dire che dal suo esempio, dalla sua personale impronta abbiamo ereditato in gesti, esempio, scritti, una autentica spiritualità mariana, espressa dal Papa specialmente nell'enciclica Redemptoris Mater. Ma si tratta di una sua evidente nota di spiritualità in comunione costante con la Madre del Signore, fatta di preghiera, di contemplazione, di costante familiarità e di tenera figliolanza.

Benedetto XVI sulla scia del suo predecessore ha continuato a mostrare l'importanza della Vergine Maria nella vita dei malati:  "Da quattordici anni, l'11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, è diventata anche la Giornata mondiale del malato. Tutti sappiamo che, presso la grotta di Massabielle, la Vergine ha manifestato la tenerezza di Dio per i sofferenti. Questo amore premuroso si fa sentire in modo particolarmente vivo nel mondo proprio nel giorno della festa di santa Maria di Lourdes, riattualizzando nella liturgia, e specialmente nell'Eucaristia, il mistero di Cristo Redentore dell'uomo, di cui la Vergine Immacolata è la primizia.

Presentandosi a Bernadette come l'Immacolata Concezione, Maria Santissima è venuta a ricordare al mondo moderno, che rischiava di dimenticarlo, il primato della Grazia divina, più forte del peccato e della morte. Ed ecco che il luogo di quella apparizione, la grotta di Massabielle di Lourdes, è diventato un punto di attrazione per tutto il Popolo di Dio, specialmente per quanti si sentono oppressi e sofferenti nel corpo e nello spirito. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò, ha detto Gesù. A Lourdes Egli continua a ripetere questo invito, con la mediazione materna di Maria a tutti coloro che vi accorrono con fiducia". Se gli operatori sanitari, professionali e pastorali, sapranno visitare i malati sul modello della Vergine della Visitazione, essi porteranno a quanti soffrono i doni dello Spirito:  la gioia, la pace e la salvezza. È dal cuore di ciascuno sgorgherà il cantico mariano della lode:  L'anima mia magnifica il Signore".

Con il suo consenso all'Incarnazione del Figlio di Dio, Maria si pone alla radice dell'opera della salvezza universale. La salute è connessa con la salute, che implica il dovere di conservare la vita come un dono di Dio a servizio del suo Regno. Il mistero della partecipazione della Vergine addolorata alla passione e morte del Figlio, la sua "com-passione", è un evento evangelico che ha trovato intesa e vasta risonanza nella religiosità popolare. L'invocazione litanica che definisce Maria come "salute degli infermi ha un ricco retroterra biblico, patristico e liturgico". Da secoli; i cristiani la invocano come Consolatrice degli afflitti e Salute degli infermi.

Giovanni Paolo II l'ha definita "Icona vivente del Vangelo della sofferenza". Il prefazio della messa in onore di Maria Vergine Salute degli infermi lo esprime chiaramente:  "Partecipe in modo singolare del mistero del dolore, risplende come segno di salvezza e di speranza a quanti nell'infermità invocano il suo patrocinio; a tutti i sofferenti che guardano a lei, offre il modello di perfetta adesione al tuo volere, e di piena conformità al Cristo, che nel suo immenso amore per noi ha portato le nostre debolezze e si è caricato dei nostri dolori".

Nell'introduzione alla messa di Maria Vergine Salute degli infermi sono date le motivazioni e la storia della celebrazione stessa:  "La salvezza di Dio riguarda tutto l'uomo, il suo corpo, la sua anima, il suo spirito, sia quando è pellegrino sulla terra, sia, soprattutto, quando diventa cittadino del cielo. In forza della salvezza ottenutaci da Cristo nello Spirito Santo, la condizione dell'uomo viene completamente cambiata:  l'oppressione diventa libertà, l'ignoranza conoscenza del vero, l'infermità salute, l'afflizione gioia, la morte vita, e la schiavitù del peccato si muta in partecipazione alla natura divina. Tuttavia quaggiù l'uomo non può godere pienamente della salvezza:  la sua vita infatti conosce ancora il dolore, la malattia, la morte. "Salvezza di Dio" è lo stesso Cristo, che il Padre mandò nel mondo come Salvatore dell'uomo e medico dei corpi e delle anime".



(©L'Osservatore Romano - 14 agosto 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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