| | | OFFLINE | Post: 39.989 | Sesso: Femminile | |
|
31/03/2010 15:14 | |
Dal discorso di Paolo VI alla Sacra Rota nel 1974
Accenniamo,
a prova di ciò, ad un'erudita, e certo a voi notissima, citazione
di Ulpiano, rievocata dal nostro venerato Predecessore Papa Pio XII,
in un memorabile discorso su la professione giuridica, e referita, sì,
alla giurisprudenza, ma con quale ripercussione religiosa ai suoi cultori !
Ecco : divinarum atque humanarum rerum notitia, iusti atque iniusti
scientia.5 E per corroborare questo senso religioso, che deve penetrare la
coscienza del magistrato, ci possiamo valere della testimonianza d'un
illustre maestro del foro civile italiano, da non molto tempo scomparso,
Piero Calamandrei : « Mi convinco sempre più che tra il rito
giudiziario e il rito religioso esistono parentele storiche molto più
strette di quanto non indichi l'uguaglianza della parola ... La sentenza
in origine era un atto sovrumano, il giudizio di Dio; le difese erano
preghiere ...)).
E poi : « Nell'ordine giudiziario affluivano un tempo
dalle Università i giudici migliori, richiamati non dalla speranza di
lauti guadagni, ... ma dall'alta considerazione di cui la magistratura
godeva nella pubblica opinione e soprattutto dall'attrattiva che su
certi spiriti religiosi ha sempre esercitato l'austera intimità di questo
ufficio, in cui il giudicare gli altri implica in ogni istante il dovere di
fare i conti colla propria coscienza »
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
|
|