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Che ci crediate o no, i "morti parlano"...NO ALL'EUTANASIA! senza se e senza ma!

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2018 21:51
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Sesso: Femminile
21/03/2015 16:03
 
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  Per tutti i sostenitori del testamento biologico, leggete e riflettete di questa donna che aveva fatto testamento e che è stata salvata dal marito che non ha staccato la spina. Adesso è viva, felice e sana come un pesce, ma soprattutto, durante il coma sentiva e NON VOLEVA MORIRE!!

I medici la dichiarano morta e chiedono al marito di staccare la spina: Jenny sente tutto e si sveglia




Era lì, immobile in un letto d'ospedale, senza dare più il minimo segno di vita. Intorno a lei i medici che, dopo aver sentenziato "Morte cerebrale", chiedevano al marito l'autorizzazione a staccare la spina. Tanto, a quel punto, non c'era più nulla da fare. E lei lì, nel pozzo buio della paralisi totale dal quale non riusciva a uscire per urlare: "Io sono viva". Sentiva tutto, capiva tutto, mentre intorno a lei si discuteva su come e quando farla morire.

Quante volte Jenny Bone, 40 anni, e il marito John, 58, avevano parlato di come si sarebbero comportati se si fossero ritrovati in una situazione simile. E quante volte Jenny aveva detto che se fosse toccato a lei, sì, avrebbe voluto che le staccassero la spina, con John che annuiva e le prometteva che avrebbe rispettato la sua volontà. Beh: tutte chiacchiere. Perché John, quando la questione è diventata reale, ha mandato all'aria le promesse fatte alla moglie e ha detto no: non si stacca nessuna spina, aspettiamo ancora, qualcosa succederà. Jenny è stata posta in coma farmacologico e dopo due giorni i medici sono tornati alla carica: stacchiamo la spina? Ma John, ancora una volta, ha detto no. E aveva ragione lui. Dopo una decina di giorni la sua Jenny ha dato segni di ripresa: i medici avevano sbagliato, non era morta. Tutto questo accadeva nel marzo dello scorso anno. Dopo due mesi di cure Jenny è tornata a casa, ha ripreso a lavorare come geometra e recentemente ha partecipato a una corsa 5 km di beneficenza.

Jenny era stata colpita da una rara malattia nervosa, nota come sindrome di Guillain-Barre, che la portò alla paralisi. L'incubo cominciò nel marzo dello scorso anno, quando si ritrovò all'improvviso seduta in terra senza riuscire a rialzarsi, con dei formicoli che salivano dai piedi fino alle ginocchia. Il suo medico la mandò immediatamente al Luton e Dunstable Hospital, dove la situazione precipitò. Solo dopo aver evitato per un pelo, e solo grazie al marito, che le staccassero la spina, le fu diagnosticata la sindrome di Guillain-Barre. Questo significava che il suo corpo era insensibile e non rispondeva ai test del dolore e dei riflessi, né a quelli cerebrali. Anche se Jenny sembrava incosciente, poteva però sentire e capire tutto ciò che accadeva intorno a lei, ma non poteva reagire in alcun modo. «Sono stata molto sorpresa che mio marito abbia detto ai medici di non spegnere la macchina di supporto vitale, visto quello che gli avevo sempre detto. E' andato contro la mia volontà, ma ovviamente sono felice che lo abbia fatto».

John, che è consigliere comunale, ha raccontato: «E' stato un fulmine a ciel sereno sentirmi chiedere se volevo spegnere il supporto vitale. Per me era troppo presto per prendere in considerazione una cosa del genere. Un paio di giorni dopo mi hanno ripetuto la domanda mentre ero seduto al capezzale di Jenny tenendole la mano. Non avrebbero dovuto parlarne davanti a lei: quando in seguito ho saputo che lei aveva sentito tutto, per me è stato semplicemente agghiacciante. Lei ricordava tutto, parola per parola».

Jenny, di Leighton Buzzard, a nord di Londra, è stata messa in coma farmacologico e ha impiegato una decina di giorni a venirne fuori. «Ogni nervo del mio corpo stava morendo - racconta - E' stato incredibilmente doloroso. Non avevo riflessi e i miei occhi erano fissi e dilatati. Non potevo rispondere agli stimoli del dolore perché ero paralizzata».
Una volta tornata a casa ha cominciato il lungo percorso di recupero, anche se all'inizio aveva bisogno di un deambulatore per portare a scuola David, il figlio di cinque anni. Ora, un anno dopo la sua caduta, è tornata al lavoro a tempo pieno e ha completato, con l'aiuto di un bastone, una corsa di 5 km di beneficenza. Ha ancora dei dolori, soprattutto ai piedi, ha perdite di memoria a breve termine e, a volte, inciampa nelle parole mentre parla. Ma quel che conta è che è viva e battagliera.

Jenny ha presentato una denuncia ufficiale al Luton e Dunstable Hospital (L & D) con accuse relative anche al fatto che la lettera con cui il suo medico attestava la sua malattia era stata persa. Un portavoce dell'ospedale ha detto: «Siamo lieti che la signora Bone si stia riprendendo dalla sua malattia, tuttavia, siamo molto spiacenti per il fatto che non abbia avuto un'esperienza positiva come paziente. Stiamo attualmente indagando sulla questione e abbiamo concordato con la signora Bone che condivideremo l'esito delle indagini con lei».

Quella di Guillain-Barre è una grave sindrome in cui il sistema immunitario attacca parte del sistema nervoso. Solitamente inizia con una piccola infezione, come un banale raffreddore: viene attaccato il sistema nervoso periferico, che include i nervi motori usati dal cervello per controllare i muscoli, e in molti casi il malato diventa del tutto incapace di muovere le proprie membra. In casi gravi i muscoli pettorali possono essere così colpiti da rendere il paziente incapace di respirare senza un ventilatore e di alimentarsi senza l'aiuto di un tubo.

Mercoledì 18 Marzo 2015







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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