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Il Magistero Pontificio ecclesiale sulla questione politca e sull'omosessualità

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2017 10:26
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Sesso: Femminile
20/08/2012 17:39
 
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[SM=g1740733] Riflessioni serie sull'omosessualità


 


Un recente articolo di Messori del 13.8.2012 ha dato origine ad una serie di discussioni in rete che è bene non sottovalutare. (1)


Cominciamo col dire che l'articolo del Messori parte da un aspetto mediatico, egli riprende l'atteggiamento duro, giornalisticamente duro di alcuni colleghi nel mentre si discuteva di questo avanzamento omosessualista, e rivangando le sue esperienze giornalistiche, dice legittimamente la sua esperienza, ponendosi delle domande ma, ahimè, facendo anche delle affermazioni ingiuste.


Infatti dove sbaglia è nel dire che la Chiesa "taceva", questo non è giusto!


La Chiesa non ha mai taciuto sull'argomento, solo che accettare o solo ascoltare ciò che Essa diceva, e dice, non è mai tollerato o accolto ragionevolmente integralmente.


Inoltre c'è da dire che in quegli anni la Chiesa aveva mille fronti aperti sui quali rispondere e stava cercando di valutare fino a che punto fosse o potesse essere tollerabile un nuovo movimento che avanzava con il suo "orgoglio gay".


Una durissima risposta giunge diretta e senza zuccheri, dal beato Giovanni Paolo II quando, il 9 luglio del 2000, il GAY-PRIDE sfonda a Roma in pieno Anno Giubilare come provocazione e come risposta al "no" della Chiesa sugli atti omosessuali tanto che, riportarono le cronache, su di un carro del corteo si simulava l'atto sessuale portando in testa una mitria vescovile.


Giovanni Paolo II affacciandosi alla finestra per l'Angelus, disse senza mezzi termini:  «A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato [...] e per l'offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la Verità [...] perché non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male».


L'articolo del Messori è del 13 agosto 2012, come può aver dimenticato il grido, la denuncia e la risposta,  di Giovanni Paolo II?


E' ovvio, non era questo il nocciolo dell'articolo, Messori denuncia un atteggiamento poco virile di alcuni giornali negli anni '70, e di alcuni suoi colleghi sul come trattarono l'astro nascente dell'orgoglio gay e sul come si ironizzava su "questi diversi" senza affrontare l'argomento con la serietà che meritava.


A torto o a ragione di quanto dice Messori, per non sbagliare è meglio associarsi alle parole di Giovanni Paolo II in quel triste Angelus: esprimiamo amarezza, vediamo l'affronto e lo subiamo, subiamo l'offesa ai valori Cristiani, ma come cattolici non possiamo tacere la verità perché è nostro dovere, a costo della nostra vita, discernere ciò che bene da ciò che è male e condannarlo, combatterlo, non ci sono vie di mezzo!


 


Fatta questa premessa, cerchiamo di dare delle risposte ad alcune affermazioni di Messori, dove dice: " se l' omosessualità, in ogni tempo e in ogni luogo, marca e marcherà sempre una percentuale (che sembra fissa), dell' umanità, può forse trattarsi di un «errore» del Creatore? Che sono, questi nostri fratelli in umanità? Sono forse «scarti di lavorazione»? Perché Dio e la sua Provvidenza non siano offesi, occorre riconoscere che anche questo fa parte, enigmaticamente, del piano da Lui voluto e da Lui attuato. La teologia, qui, ha ancora molta strada da fare.   "


 


Messori sbaglia a porre la domanda e fa delle affermazioni molto ambigue.


Innanzi tutto ciò che è "male" non è voluto da Dio ma semmai è permesso, tollerato e spesso "generato dai nostri comportamenti".


Spesse volte "sono punizioni" che Dio manda ma la causa siamo noi e non è corretto che si rifili sempre a Dio o al Suo progetto ciò che non comprendiamo.


Dio è perfetto e non sbaglia mai, ha creato l'uomo, maschio e femmina li creò, non ha creato "gli omosessuali" come se l'omosessualità fosse un terzo sesso o come fosse un "regno" a parte da integrare nel tempo.


Ciò che è avvenuto "dopo" lo sappiamo bene e si chiama Peccato Originale dal quale ha avuto origine ogni disordine e ogni atto che chiamiamo anche, in certi casi "contro-natura". Lo stesso concetto di "peccato" che significa appunto mancare, fallire, errare, ci sottolinea quell'andare contro  natura, ossia, contro quella natura perfetta che Dio aveva creato in noi e che il peccato ha spezzato, contaminato, e che per mezzo di Gesù Cristo ci è ridato di riconquistare questa natura incorrotta, "ritornare a Dio", ma per fare questo ritorno dobbiamo "convertirci" e vivere secondo i Comandamenti di Dio che sono inseriti in ciò che chiamiamo "legge naturale".


Quindi Dio non ha creato nessuna creatura con delle imperfezioni, queste sono subentrate dopo la creazione, ed hanno altre cause mai riscontrabili in Dio, fonte e sorgente di perfezione.


Nel 90% dei casi omosessuali si diventa a causa di mille ragioni spesso a noi sconosciute... sono parametri spesso psicologici di sistemi delicati e sofisticati per i quali le società "senza Dio" alimentano a dismisura. Basti pensare alle società pagane e alla mitica Grecia, all'avanguardia per la cultura e democrazia eppure corrotta fin dentro le midolla nei peccati contro natura, san Paolo li conosceva bene tanto da elencarli in quei mali che le comunità cristiane dovevano combattere ed evitare: "per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina" (1Tm.1,10)


Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, (1Cor. 6, 9/ Ef 5,3-8 / Colos. 3,5-10 / Tt 3:3-7)


 


Dio non ha creato nulla di imperfetto men che meno ha creato il terzo sesso, o un regno di uomini sodomiti. Senza dimenticare la donna "contro natura", detta volgarmente lesbica per la quale poco si parla e il cui termine deriva dall'isola di Lesbo, dove visse la poetessa Saffo nel VII secolo a.C., che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell'eros tra donne. Con l'esplosione del femminismo e l'emancipazione femminile, gruppi di donne si appropriarono di questo termine usandolo come rivendicazione del proprio orgoglio sessuale... Inoltre la donna "lesbica" rivendica a sé un ruolo sociale del tutto anomalo ed inaccettabile: non ama e non accetta l'unione eterosessuale, ma ricorre alla fecondazione artificiale perché vuole quel figlio ma lo vuole avere senza rapporto con l'uomo, e potendolo partorire ne rivendica la possessione. E' infatti sbagliato parlare di "omosessualità", esse non si ritengono né maschi né femmine, effettivamente non commettono l'atto sodomita, ma la loro "unione" è ugualmente perversa, innaturale e persino scientificamente inesistente. Per quanto il lesbismo sia sempre esistito, come tutte le forme di perversione, esso ha avuto sfogo dal 1900 e dagli anni '60 si è incanalato in quegli slogan femministi di triste memoria contro l'uomo "donna è bello! l'utero è mio e lo gestisco io", ecc... dando origine così ad una propria cultura lesbica del nostro tempo e vivendo di vita propria sfruttando i "successi" mediatici del campo omosessualista dell'orgoglio gay. E' da sottolineare che fra i due gruppi non corre affatto buon sangue! Entrambi si sopportano solo per portare avanti la propria battaglia.


Nel momento del concepimento un essere umano, persino animale, è creato perfetto all'interno del Progetto Divino, ma appena comincia, subentra la vita, subentra anche la corruzione, per questo siamo tutti soggetti a "malformazioni" più o meno visibili, da qui si comincia a lottare per sopravvivere e con Cristo non sopravviviamo più ma viviamo "rigenerati" perché in Lui ci è data la forza per combattere ciò che è contro natura, per questo ci ha offerto tante virtù fra le quali il celibato e la continenza.


Per questo nel Catechismo è insegnato che anche gli sposi sono soggetti "alla castità", come è possibile dire agli sposi di essere "casti" se sono sposati? perché si è casti quando l'amore non si riduce ad un atto sessuale, e quando il sesso viene usato per lo scopo con il quale è stato creato: procreare....


Infatti l'atto omosessuale compiuto fra gli sposi, è ugualmente condannabile e definito "peccato mortale", perciò come possiamo constatare non è un problema esclusivo solo degli omosessuali, e continuare a chiamarli così si sta facendo di loro "un popolo, una cultura, una nazione", riflettiamoci seriamente!


 


Un'altro aspetto carente nelle affermazioni di Messori è la corretta distinzione che dobbiamo avere dall'omosessuale in quanto persona, dagli "atti" omosessuali: i primi non sono affatto mai condannati dalla Chiesa come "diversi", i secondi si, sono condannati  senza se e senza ma, anche se commessi da coppie etero. Appare quindi anomalo che Messori non lo sappia e non lo sottolinei nel suo articolo generando invece ambiguità di pensiero in ciò che scrive.


Vi è da dire  che, soprattutto nella Chiesa, da circa 30 anni non è in discussione il rispetto per l'omosessuale in quanto persona , ma il problema dell'omosessualità degenerata in "orgoglio gay", degenerata a tal punto da volersi imporre come "stato naturale - voluto da Dio",  e talmente legittimo da pretendere un riconoscimento a livello di famiglia con la superbia di avere i figli dagli altri, da quelle donne che non amano affatto!


E sì, perché qui va chiarito anche un aspetto importante: gli omosessuali sia uomini che donne, non amano affatto chi è diverso da loro....


"Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, « precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati »" (2).


 


Il problema è che quando un cattolico si attiene alla dottrina va tutto bene, ma quando comincia ad esprimere le proprie opinioni rischia di non essere più tanto cattolico, ma solo se stesso, e da soli, si sa, perdiamo!


 


Del resto è chiarissima la voce della Chiesa a chi pensa che Dio "ha creato l'omosessuale" e di conseguenza dobbiamo accettarne anche l'atto disordinato, leggiamo insieme questo passo:


" Alcuni sostengono che la tendenza omosessuale, in certi casi, non è il risultato di una scelta deliberata e che la persona omosessuale non ha alternative, ma è costretta a comportarsi in modo omosessuale. Di conseguenza si afferma che essa agirebbe in questi casi senza colpa, non essendo veramente libera.


A questo proposito è necessario rifarsi alla saggia tradizione morale della Chiesa, la quale mette in guardia dalle generalizzazioni nel giudizio dei casi singoli. Di fatto in un caso determinato possono essere esistite nel passato e possono tuttora sussistere circostanze tali da ridurre o addirittura da togliere la colpevolezza del singolo; altre circostanze al contrario possono accrescerla. Dev'essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev'essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità. Come in ogni conversione dal male, grazie a questa libertà, lo sforzo umano, illuminato e sostenuto dalla grazia di Dio, potrà consentire ad esse di evitare l'attività omosessuale.


12. Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale, che cerca di seguire il Signore?


Sostanzialmente, queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, unendo ogni sofferenza e difficoltà che possano sperimentare a motivo della loro condizione, al sacrificio della croce del Signore. Per il credente, la croce è un sacrificio fruttuoso, poiché da quella morte provengono la vita e la redenzione. Anche se ogni invito a portare la croce o a intendere in tal modo la sofferenza del cristiano sarà prevedibilmente deriso da qualcuno, si dovrebbe ricordare che questa è la via della salvezza per tutti coloro che sono seguaci di Cristo.


In realtà questo non è altro che l'insegnamento rivolto dall'apostolo Paolo ai Galati, quando egli dice che lo Spirito produce nella vita del fedele: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé" e più oltre: "Non potete appartenere a Cristo senza crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Gal 5, 22.24).


Tuttavia facilmente questo invito viene male interpretato, se è considerato solo come un inutile sforzo di autorinnegamento. La croce è sì un rinnegamento di sé, ma nell'abbandono alla volontà di quel Dio che dalla morte trae fuori la vita e abilita coloro, che pongono in lui la loro fiducia, a praticare la virtù invece del vizio. " (3)


 


Come possiamo ben valutare di risposte teologiche quanto validamente etiche e morale, il Messori le aveva, tutti le abbiamo sotto mano, ma non ci bastano mai, vogliamo e pretendiamo sempre qualcosa che punti a soddisfare ciò che vogliamo sentirci dire o che appaghi in qualche modo i nostri pareri personali...


Ma sempre dal medesimo Documento la Chiesa stessa metteva in guardia proprio da certi Cattolici che predicano, dicono o seminano idee erronee, leggiamo questo passo:


" Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all'interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all'interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un'ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.


I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all'insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.


9. Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.


È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona.


Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.


La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l'opinione, secondo la quale l'attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l'espressione sessuale dell'amore coniugale, ha un'incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo". (4)


 


Sfugge la conclusione dell'articolo del Messori e di dove voglia parare, o come vorrebbe rimediare a quel silenzio mediatico dei "suoi tempi", di chiaro c'è che la Chiesa non ha mai taciuto sull'argomento ed anche se oggi cerca di mitigare il soccorso alla persona che si senta omosessuale, non tace  assolutamente sulla ripetuta condanna dell'atto contenuto in sé, senza mitigare e senza sconti.


 


Come possiamo aiutare concretamente queste persone?


Innanzi tutto amandole e rispettandole nella loro dignità di persone amate da Dio, ma amare non significa tacere il male che è intorno a noi e intorno a loro, non viviamo su "isole felici", e si ama il prossimo dicendogli la verità che è una sola:


"Le persone omosessuali sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità. Se si dedicano con assiduità a comprendere la natura della chiamata personale di Dio nei loro confronti, esse saranno in grado di celebrare più fedelmente il sacramento della Penitenza, e di ricevere la grazia del Signore, in esso così generosamente offerta, per potersi convertire più pienamente alla sua sequela....


(...) questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così. Un attento studio delle dichiarazioni pubbliche in essi contenute e delle attività che promuovono rivela una calcolata ambiguità, attraverso cui cercano di fuorviare i pastori e i fedeli. Per esempio, essi presentano talvolta l'insegnamento del Magistero, ma solo come una fonte facoltativa in ordine alla formazione della coscienza. La sua autorità peculiare non è riconosciuta. Alcuni gruppi usano perfino qualificare come "cattoliche" le loro organizzazioni o le persone a cui intendono rivolgersi, ma in realtà essi non difendono e non promuovono l'insegnamento del Magistero, anzi talvolta lo attaccano apertamente. Per quanto i loro membri rivendichino di voler conformare la loro vita all'insegnamento di Gesù, di fatto essi abbandonano l'insegnamento della sua Chiesa. Questo comportamento contraddittorio non può avere in nessun modo l'appoggio dei Vescovi.


(...) La persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, non può essere definita in modo adeguato con un riduttivo riferimento solo al suo orientamento sessuale.


Qualsiasi persona che vive sulla faccia della terra ha problemi e difficoltà personali, ma anche opportunità di crescita, risorse, talenti e doni propri. La Chiesa offre quel contesto del quale oggi si sente una estrema esigenza per la cura della persona umana, proprio quando rifiuta di considerare la persona puramente come un "eterosessuale" o un "omosessuale" e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna." (5) 


E dunque, come deve agire un vero cattolico?


"... sarà conveniente promuovere appropriati programmi di catechesi, fondati sulla verità riguardante la sessualità umana, nella sua relazione con la vita della famiglia, così come è insegnata dalla Chiesa. Tali programmi forniscono infatti un ottimo contesto, all'interno del quale può essere trattata anche la questione dell'omosessualità.


Questa catechesi potrà aiutare anche quelle famiglie, in cui si trovano persone omosessuali, nell'affrontare un problema che le tocca così profondamente.


Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l'insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l'apparenza di esso può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all'uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi, compresa la possibilità di disporre delle scuole e degli istituti cattolici di studi superiori. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di scandalo.


(...)


Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione. " (6)


 


***


La giustizia e la pace definitive appartengono solo alla Città Celeste, sostiene Agostino nel De civitate Dei, di essa non si dà compiuta attuazione nella storia non è quindi possibile identificare il Regno di Dio con alcuna forma storica di convivenza umana. Questo non significa rassegnazione al male, ma impegno, da parte di ciascuno, a realizzare il massimo di giustizia e di pace possibile in un determinato momento storico.


Pace e giustizia sono continuamente insidiate, dal momento che l'ordine non è dato una volta per tutte ma è rimesso continuamente in discussione dai singoli esseri umani con i loro vizi e virtù. Solo il rigore morale dei cittadini può migliorare la vita sociale; la crisi degli stati dipende da un processo interno di disgregazione, "perché le leggi, che sono espressione di ciò che i consociati amano, si svuotano di contenuto e non esprimono più i desideri e i sentimenti - virtuosi - dei cittadini" (De civitate Dei, xiv, 10). Senza un ordine giuridico, le cui fondamenta sono stabili nella legge naturale, non è possibile conseguire quel bene comune che è al fondamento della civitas.


Sia lodato Gesù Cristo!


  [SM=g1740771]


NOTE (i testi ufficiali li troverete nei primi post di questo thread)


 


(1)


http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/13/cattolico_conformismo_sui_gay_cattolico_co_8_120813010.shtml


Quando gli attuali paladini delle cause vinte non osavano neanche parlare di omosessuali


Io cattolico e il conformismo sui gay  - Io cattolico, i media, gli anni Settanta. E quel conformismo sugli omosessuali


Qualche tempo fa - pare per uno sgradevole incidente o per colpevole pigrizia - il redattore di non so quale documento pubblico ha proceduto a un rovinoso copia-incolla. Trattando di omosessuali, ha attinto di peso da un Manuale per le Forze dell' Ordine degli anni Cinquanta, dove si parla di «ambienti ambigui», «giri torbidi», «passioni oscure», «amori inconfessabili».


E via imprecando e deprecando. La cosa è stata subito notata e, come doveroso, si è provveduto a cestinare quell' imprevisto reperto di una prospettiva da tempo improponibile. Ma chi, come me, era già nei giornali in anni lontani, ha letto con un sorriso un po' amaro le reazioni sdegnate, se non furibonde, di certi colleghi, molti dei quali non più giovani. Le loro rampogne senza appello per l' episodio, le loro richieste di licenziamenti con infamia dei colpevoli, dimenticano che essi stessi, o i loro giornali, hanno usato quei toni e quegli epiteti e non solo per conformismo al «politicamente corretto» dell' epoca ma, probabilmente, per autentica convinzione. Ebbene, il disteso clima estivo, favorevole anche agli esami di coscienza, mi suggerisce di rievocare un ricordo, forse non irrilevante. Era l' autunno del 1971, terminavo il mio praticantato giornalistico in un quotidiano torinese. Passando per la centralissima piazza Solferino (la sorpresa fu grande, dunque la memoria è vivida) fui colpito da un manifesto con la scritta F.U.O.R.I, seguita da un punto esclamativo. Mi avvicinai e scopersi che l' acrostico stava per «Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani». Il testo che seguiva era firmato da Angelo Pezzana, un libraio giovane ma già noto e stimato: io stesso ne ero saltuario cliente, senza nulla sospettare.


Non ricordo se altri si fossero esposti, firmando l' appello pubblico. Quel manifesto era davvero storico: per la prima volta - ma proprio la prima, almeno in Italia, e giusto a Torino - usciva allo scoperto, rivendicando non solo il diritto a manifestarsi ma, tout court, ai diritti umani, un mondo da sempre esistente eppure sconosciuto, celato, indicato solo con termini di offesa o di condanna.


Lessi incredulo e, da buon cronista di «bianca», raggiunsi in fretta il giornale. Raccontai d' un fiato la novità al capocronista, proponendo subito un articolo, un' intervista a Pezzana. Intendiamoci, non mi sentivo il reporter coraggioso dei film americani, non mi muovevano nobili sentimenti come la ricerca di giustizia per chi doveva nascondere la sua vita privata, sempre timoroso che venisse violata. Ci ho pensato spesso, negli anni seguenti, interrogandomi soprattutto - essendone coinvolto - sul silenzio e l' indifferenza anche da parte cattolica. Eppure, per il credente dovrebbe esserci qui un motivo di profonda riflessione: se l' omosessualità, in ogni tempo e in ogni luogo, marca e marcherà sempre una percentuale (che sembra fissa), dell' umanità, può forse trattarsi di un «errore» del Creatore? Che sono, questi nostri fratelli in umanità? Sono forse «scarti di lavorazione»? Perché Dio e la sua Provvidenza non siano offesi, occorre riconoscere che anche questo fa parte, enigmaticamente, del piano da Lui voluto e da Lui attuato. La teologia, qui, ha ancora molta strada da fare. In ogni caso, quel giorno, in cronaca, ciò che mi preoccupava era soltanto l' istinto del mestiere. Se il nostro, di mestiere, era dare delle notizie, quale notizia maggiore dell' uscita dalle catacombe, per giunta con toni battaglieri e rivendicativi, di un popolo da sempre nascosto?


Bisognava muoversi al più presto, soprattutto per precedere l' altro quotidiano locale. Il capo mi ascoltò in silenzio, con aria ironica, commentando alla fine: «Mi dispiace proprio, non sapevo che anche tu fossi uno di quelli!». Gli replicai che proprio perché non lo ero né temevo di diventarlo, non avevo complessi o paura di ricatti: dunque, se mi dava il via, andavo con un fotografo in libreria a incontrare «l' omosessuale rivoluzionario» che aveva infranto la legge millenaria del silenzio. A questo punto, il capo chiamò a testimoni, ad alta voce, gli altri cronisti presenti nello stanzone: «Ehi, ragazzi, ' sto pivello di praticante vuol andar dietro ai "cupi". Adesso si sono fatti un loro sindacato, una specie di partitino, roba da matti! E secondo questo qui, noi dovremmo anche intervistarli, manco fossero prime donne». Per intenderci: «cupio», in torinese, è l' equivalente del «frocio» romanesco. All' allarme beffardo del capocronista vennero dai colleghi battutacce, pernacchie, scuotimenti ironici di teste: «Pure lui, chi l' avrebbe detto!». La reputazione fu salva solo perché era evidente il mio assiduo interesse per l' altro sesso. Comunque, nessuna notizia andò in pagina, né il giorno dopo né quelli seguenti, ma non ci fu alcun problema di concorrenza: neanche gli altri quotidiani pubblicarono alcunché. Tacque rigorosamente anche la redazione torinese de l' Unità: il perbenismo comunista superava quello clericale e per «i diversi», nell' Urss, c' era il Gulag, in Cina il colpo alla nuca, a Cuba i lavori forzati, nell' Africa allineata ai russi il «capestro».


 Ma passò qualche tempo, il F.U.O.R.I.! pubblicò un mensile che in edicola ebbe un buon successo, organizzò qualche manifestazione clamorosa, insomma divenne impossibile ignorarlo, anche perché dall' estero giungevano notizie di movimenti analoghi, ancor più agguerriti. Parlarne, ma come? Stando a quanto ha scritto lo stesso Angelo Pezzana, risulterebbe da un' inchiesta che, prima degli anni Settanta, sui giornali italiani non apparve mai la parola «omosessuale», usando - se proprio era necessario - «invertito» o, nei casi più benevoli, «diverso». Quando, alla fine, anche il mio quotidiano, dovette occuparsene, ero passato ad altri settori, non mi occupavo più di cronaca, dunque neanche di «quelli là», come li chiamavano. Ma fu significativo assistere alla ricerca di cronisti «volontari», di temerari che accettassero di firmare un articolo sui «cupi». Tutti si schermivano, dicevano con chiarezza che avevano paura di essere scambiati per uno che difendeva una parte che era anche la sua. Ora: una buona dose di conformismo contrassegna sempre chi lavora nei media. Ma proprio per questa obbedienza di tanti giornali alle mode culturali del tempo, è sgradevole lo sdegno di chi, oggi, vede ovunque «omofobia», sale in cattedra e invoca punizioni esemplari per chi ne sarebbe colpevole: per quanto conta sono testimone che, nella categoria, tante conversioni furono assai tardive, spesso obbligate. E ho visto di persona tanti conformisti attuali, paladini oggi di cause ormai stravinte, nascondersi un tempo sotto le scrivanie, pur di non dover firmare pezzi su quelli che definivano «invertiti».


 


****


La storia Primi passi Le prime associazioni gay italiane nascono negli anni 70 con Massimo Consoli promuovendo varie iniziative tra cui il TIPCCO (Tribunale internazionale permanente per i crimini contro l' omosessualità). Nel ' 79 nasce il Movimento identità transessuale e nell' 83 il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli (in foto) che si occupa di problemi di Aids e organizza i primi Gay pride. L' Arcigay In seguito vede la luce Arcigay e da allora si moltiplicano gruppi promotori di attività legate al mondo omosessuale


Messori Vittorio


Pagina 001.019 - (13 agosto 2012) - Corriere della Sera


(2) - Congregazione per la Dottrina della Fede - Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali - 3 giugno 2003 - Prefetto Joseph Card. Ratzinger


(3) - Congregazione per la Dottrina della Fede, 1° ottobre 1986. Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali Joseph Card. Ratzinger Prefetto


(4) - ibd (3)


(5) - ibd (3)


(6)-  ibd (3)


 




[Modificato da Caterina63 12/02/2015 08:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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