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19 Aprile: Anniversario di un Pontificato nel segno dei tempi! Grazie Benedetto!

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2017 22:21
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17/04/2012 19:56
 
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[SM=g1740733]Dopo aver ricordato e festeggiato l'augusto genetliaco:

passiamo ora a ringraziare ancora la Divina Provvidenza per l'elezione al Soglio Petrino dell'amato Benedetto XVI

 

 

Nove anni fa l'allora cardinale Ratzinger si dimenticò di citare il ministero petrino e dovette correggersi (Izzo)

PAPA: ALLA RADIO SI DIMENTICO' DI CITARE PAPATO E DOVETTE CORREGGERSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr.

"Ah! Avevo dimenticato il ministero petrino, questo e' grave per uno che sta al servizio del Papa! Ovviamente, al sacramento dell'Ordine va aggiunto il ministero di Pietro, e poi tutto il resto".
Sono parole pronunciate nove anni fa dal cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, durante un'intervista a Radio Rai, per il programma "Oggi duemila".
Le riporta padre Vito Magno, storico collaboratore Radio Uno, nel libro "Anche loro" nel quale (per le edizioni del Messaggero di Sant'Antonio) ha raccolto alcune delle interviste da lui realizzate con personaggi celebri: da Massimo Cacciari che si interroga sulla alterita' del cristiano rispetto al mondo, a Ornella Vanoni, che considera la preghiera piu' efficace degli psicofarmaci, da Alda Merini che disse "io stessa sono Dio, in fondo, perche' sono parte di lui" a Raul Bova che racconta di aver avuto "in certi momenti la certezza tangibile dell'esistenza di Dio".
Per il prete giornalista, l'intervista con il celebre capo dell'ex Sant'Uffizio era ovviamente la piu' delicata della serie, e dunque fece un salto sulla sedia quando tra le cose essenziali della fede cristiana che nel futuro sarebbero rimaste immutate, il cardinale Ratzinger dimentico' di elencare proprio il Papato.
"Resteranno certamente - era stata la sua prima risposta - i grandi elementi datici dal Signore, cioe' le strutture sacramentali, i sette sacramenti, e quanto alla struttura della Chiesa il sacramento dell'Ordine con i suoi tre gradi, diaconato, presbiterato ed episcopato. Questa - disse il futuro Papa ai microfoni di Radio Rai - la struttura fondamentale che e' molto semplice e che permette diverse applicazioni.
Naturalmente l'applicazione del sacramento dell'Ordine comporta la necessaria e intima collaborazione con i laici perche' l'Ordine non esiste per se', ma come servizio nella costruzione della Chiesa nella quale tutti siamo responsabili, ciascuno a suo modo. Rimarra' anche sempre la vita consacrata come un segno di radicalita' della sequela di Cristo".

Su Papato e Santa Sede nemmeno un cenno, e allora padre Magno gli chiese di integrare la risposta ottenendo l'ammissione della dimenticanza. Ma nemmeno questo bastava a riequilibrare l'intervista e dunque ecco un'altra domanda su possibili future evoluzioni anche a Roma. Al che l'intervistato replico': "negli ultimi cento anni molti cambiamenti si sono avuti, tanti anche negli ultimi venti anni.
Il Santo Padre avra' sempre bisogno di collaboratori, ma la storia insegna come le forme di collaborazione possono cambiare".

L'intervista divenne poi piu' personale, quando al cardinale Ratzinger fu chiesto cosa piu' lo gratificava e cosa piu' dispiaceva del difficile mestiere di custode dell'ortodossia cattolica. "La grande consolazione - fu la risposta - e' che uscendo dal palazzo dove lavoro, dall'appartamento dove abito verso piazza San Pietro o anche in altre parti come in patria, incontro persone che si mostrano grate per il lavoro che svolgiamo; persone che sembra di conoscere, anche se mai incontrate prima. Mi consola realmente riscontrare gratitudine per il servizio che compiamo per la Chiesa, per la sua unita' e la pace.
Il dispiacere è invece provocato dal costatare anche molta diffidenza e opposizione. Certamente, essendo uomini, compiamo anche errori, perche' tutto cio' che e' umano e' imperfetto. Ma bisognerebbe evitare i pregiudizi che possono portare fino all'odio. Questo fa male".
 
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Lunedì, 16 Aprile 2012

Vaticano, 16 aprile 2005. Sono da poco passate le 13 e nell’aula del sinodo è appena terminata la congregazione generale che i cardinali tengono ogni giorno durante il periodo della Sede Vacante. Mancano solo 48 ore all’inizio del conclave che eleggerà il successore di Giovanni Paolo II. Quel giorno è anche il 78esimo compleanno di Joseph Ratzinger.

Terminata la congregazione generale, il cardinale bavarese lascia l’edificio per raggiungere il palazzo dell’ex Sant’Uffizio dove ha sede la Congregazione per la Dottrina della Fede da lui guidata dal 1981. Lo aspetta una colazione con i suoi più stretti collaboratori che lo attendono per festeggiarlo. Ma sul suo breve cammino Ratzinger incontra un confratello e amico di lunga data. Ed è lui a rivolgergli una domanda importante: «Eminenza, ma lei mica ci farà qualche scherzo?».

A cosa si riferiva quel cardinale? «Nelle congregazioni generali - spiega il porporato - erano state sondate numerose candidature: i papabili erano tanti e tutti di altissimo profilo. Ma alla fine una solida maggioranza era nata spontaneamente attorno alla figura del cardinale Ratzinger. Lui, schivo e con il suo tratto delicato, faceva di tutto per non essere al centro dell’attenzione».

Ma cosa rispose il cardinale bavarese al confratello? «Ratzinger si fece scuro in volto e mi sembrò molto turbato e poi disse: Eminenza, non pensate a me. Vi prego, non pensate a me».

Il confratello tenne nel suo cuore questa risposta e non la comunicò agli altri cardinali che avevano già scelto di votare per Ratzinger. Due giorni dopo, nella Basilica di san Pietro, fu proprio il cardinale bavarese, in qualità di decano del Sacro Collegio, a presiedere la Messa "pro eligendo Romano Pontifice". È in quella occasione che Ratzinger tenne la famosa omelia sul relativismo. «Quanti venti di dottrina - affermò il porporato - abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo a un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno - sostenne Ratzinger - nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo - concluse Ratzinger - una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».

Per gli osservatori vaticani questo passaggio dell’omelia sarebbe stato determinante per la non elezione di Ratzinger alla cattedra di Pietro. Ma così non fu. L’indomani, il 19 aprile 2005, alla quarta votazione, il 78enne porporato bavarese fu eletto Papa. «Quando il cardinale Angelo Sodano, in qualità di vice decano del Sacro Collegio, si avvicinò a Ratzinger, subito dopo il quarto scrutinio e ovviamente prima che bruciassimo le schede, per chiedergli con la formula latina prevista se avesse accettato l’elezione ebbi molta paura», confida il porporato che appena tre giorni prima aveva chiesto al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede se avesse accettato il suffragio dei porporati elettori. «Temevo - prosegue il cardinale - che avrebbe rifiutato. E invece rimasi sorpreso: non perché accettò, ma per la serenità con la quale si espresse, annunciandoci e subito dopo spiegandoci la scelta del nome Benedetto. Appena lo vidi uscire vestito di bianco dalla stanza della lacrime, che si trova sul lato sinistro guardando l’altare della Cappella Sistina, rimasi stupito: sembrava fosse stato Papa da sempre. Prima che ognuno di noi si avvicinasse a lui per baciargli la mano e così fargli atto di obbedienza, volle rivolgerci alcune parole e affidarsi alle nostre preghiere».

Successivamente, fu lo stesso Benedetto XVI a raccontare quei momenti: «Quando, lentamente, l’andamento delle votazioni mi ha fatto capire che, per così dire, la scure sarebbe caduta su di me la mia testa ha incominciato a girare. Ero convinto - prosegue il Papa - di aver svolto l’opera di tutta una vita e di poter sperare di finire i miei giorni in tranquillità. Con profonda convinzione ho detto al Signore: non farmi questo! Disponi di persone più giovani e migliori, che possono affrontare questo grande compito con tutt’altro slancio e tutt’altra forza. Allora sono rimasto molto toccato da una breve lettera scrittami da un confratello del collegio cardinalizio. Mi ha ricordato che in occasione della Messa per Giovanni Paolo II avevo incentrato l’omelia, partendo dal Vangelo, sulla parola che il Signore disse a Pietro presso il lago di Genesaret: seguimi! Avevo spiegato - ricorda ancora Benedetto XVI - come Karol Wojtyla aveva sempre ricevuto di nuovo questa chiamata dal Signore, e come sempre di nuovo aveva dovuto rinunciare a molto e dire semplicemente: sì, ti seguo, anche se mi conduci dove non avrei voluto. Il confratello mi ha scritto: Se il Signore ora dovesse dire a te "seguimi", allora ricorda ciò che hai predicato. Non rifiutarti! Sii obbediente come hai descritto il grande Papa, tornato alla casa del Padre. Questo mi ha colpito nel profondo. Le vie del Signore non sono comode, ma noi non siamo creati per la comodità, bensì per le cose grandi, per il bene. Così - conclude il Papa - alla fine non ho potuto fare altro che dire sì».


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Il Papa all’udienza generale: la Chiesa confida in Dio e non teme le persecuzioni. "Grazie per gli auguri, pregate per me"

Vedi anche:

Omaggio a Papa Benedetto XVI dono grande alla Chiesa e al mondo: il video di Caterina

Papa Benedetto non è solo (Vian)

Al Conclave del 2005 Joseph Ratzinger votò per il cardinale Biffi (Izzo)

I Lefebvriani verso l'accordo con il Vaticano (Vecchi)

In conclave Ratzinger votò per Biffi che...avrebbe voluto prendere a schiaffi il suo unico elettore (Grana)

Il cardinale Koch presenta il suo libro sul pensiero teologico di Benedetto XVI

Benedetto XVI, il sovrano che non fugge, l'insegnante che non annoia (Contreras)

La nuova risposta della Fraternità San Pio X presto all’esame del Papa (R.V.)

Oltre 40mila persone accolgono il Papa in Piazza San Pietro. Benedetto XVI: la preghiera dei fedeli è aiuto a perseverare nel mio Ministero (Izzo)

Il Papa: La Chiesa non deve temere le persecuzioni che nella sua storia è costretta a subire, ma confidare sempre nella presenza, nell'aiuto e nella forza di Dio

Il primo prodigio. L'unità dei cristiani di fronte alle persecuzioni nella catechesi del Papa (Sir)

Il Papa: "Di fronte alle persecuzioni subite a causa di Gesù, la comunità non solo non si spaventa e non si divide, ma è profondamente unita nella preghiera, come una sola persona, per invocare il Signore. Questo, direi, è il primo prodigio che si realizza quando i credenti sono messi alla prova a causa della loro fede: l’unità si consolida, invece di essere compromessa, perché è sostenuta da una preghiera incrollabile. La Chiesa non deve temere le persecuzioni che nella sua storia è costretta a subire, ma confidare sempre, come Gesù al Getsemani, nella presenza, nell’aiuto e nella forza di Dio, invocato nella preghiera" (Catechesi)

Lefebvriani, il Vaticano annuncia: è arrivata la risposta. Padre Lombardi: tra qualche settimana possibile accordo. Forse pubblicato solo testo definitivo (Izzo)

Padre Lombardi: da Lefebvriani risposta incoraggiante (Asca)
 
[SM=g1740771]
 

VII del Vostro pontificato: ad Multos Annos, Santità!

19 aprile 2005 - 19 aprile 2012

VII anno di Pontificato




"Annuntio vobis gaudium magnum:
habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum,
dominum Josephum,
Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Ratzinger,
qui sibi nomen imposuit Benedicti XVI!"

 
[SM=g1740757]
 
[Modificato da Caterina63 19/04/2012 16:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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