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19 Aprile: Anniversario di un Pontificato nel segno dei tempi! Grazie Benedetto!

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2017 22:21
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18/04/2015 10:59
 
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BENEDETTO DA DIECI ANNI




Don Aldo Buonaiuto 
 
 

benedetto XVI

Benedetto XVI ha appena compiuto 88 anni e celebra oggi il suo decennale dall’elezione al Soglio Petrino vivendo da papa emerito all’interno delle mura vaticane. Nel congedarsi dal mondo aveva annunciato di voler trascorrere una vita molto ritirata nel silenzio e nella solitudine. Di fatto la sua presenza all’interno di quelle mura si fa sentire ed ogni suo passo riverbera fortemente, riaccendendo addirittura in alcuni il desiderio di vederlo tornare a governare la Chiesa, contrapponendolo a Papa Francesco. Fantasie che spesso diventano leggende nel tentativo di voler trascinare Ratzinger nel solito vortice delle polemiche ecclesiastiche.

 
Ma il grande Papa teologo sarà principalmente ricordato per due grandi passaggi del suo pontificato; il primo fu proprio all’inizio quando diede battaglia pubblica alla “dittatura del relativismo”, termine che irritò fortemente tutto il sistema del sincretismo religioso proteso alla globalizzazione e cioè alla distruzione del cattolicesimo. Quella presa di posizione così forte contro i poteri forti divenne l’inizio di un ministero da abbattere in tutti i sensi. E così è accaduto con un attacco senza precedenti che proprio l’ex prefetto della Congregazione della fede ha dovuto affrontare.

 

Fu proprio durante l’omelia della Missa pro eligendo Romano Pontifice, il mattino del 18 aprile 2005 per il rito d’apertura dei lavori del Conclave, che pronunciò un discorso divenuto celebre come il suo “programma di pontificato”. In esso denunciò appunto il pericolo della “dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le proprie voglie. La storia dimostra con grande chiarezza – affermò – che le maggioranze possono sbagliare. La vera razionalità non è garantita dal consenso di un gran numero, ma solo dalla trasparenza della ragione umana alla ragione creatrice e dall’ascolto comune di questa fonte della nostra razionalità”. Il mondo e la cultura contemporanea non si pongono più come obiettivo “la ricerca del bene, ma quella del potere, o piuttosto dell’equilibrio dei poteri. Alla radice di questa tendenza vi è il relativismo etico, in cui alcuni vedono addirittura una delle condizioni principali della democrazia, perché il relativismo garantirebbe la tolleranza e il rispetto reciproco delle persone. Ma se fosse così, la maggioranza di un momento diventerebbe l’ultima fonte del diritto”. “E’ necessario – specificò Ratzinger – riscoprire l’esistenza di valori umani e morali essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell’essere umano ed esprimono e tutelano la dignità della persona: valori che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere, rispettare e promuovere”.

La spiritualità di Benedetto XVI è stata influenzata dall’originario movimento liturgico tedesco, favorito in gran parte dai Benedettini verso i quali egli ha sempre avuto una grande devozione. La vera lotta per la liturgia è stata fatta nel tentativo di superare la contrapposizione ideologica fra antico e nuovo, che ha dominato e ostacolato la ricezione e l’applicazione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Un grande tema teologico caro a Ratzinger concerne la convinzione che “l’Eucaristia è più di un convito fraterno”. Primariamente è il sacrificio della Chiesa in cui il Signore prega con il suo popolo e si dona a lui. Pertanto, non è mai inutile parteciparvi, anche chi non può ricevere la comunione, come i divorziati e i cattolici risposati.

Papa Ratzinger è il più grande teologo vivente e con la sua trilogia su Gesù ha cercato di riscoprire la fede cominciando dalle radici, dai fondamentali; spiegando che nella prospettiva cristiana prima viene la fede e poi la morale, anche se la prassi pastorale a volte sembra suggerire il contrario. Il fondamento del cristianesimo è l’annuncio della resurrezione di Cristo.

Ha inoltre manifestato particolare impegno e determinazione nel dialogo interreligioso. Più volte ha ripreso la dichiarazione “Nostra Aetate”, precisando “l’atteggiamento della Comunità ecclesiale nei confronti delle religioni non cristiane”, riaffermando il rapporto speciale che i cristiani hanno con gli ebrei, la stima verso i musulmani e i membri delle altre religioni, confermando, infine, “lo spirito di fraternità universale che bandisce qualsiasi discriminazione o persecuzione religiosa”.

Promotore del rapporto tra fede e ragione, il quale può funzionare solo a doppio senso, ha sostenuto che le “distorsioni della religione – come il settarismo e il fondamentalismo – emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all’interno della religione”. D’altra parte “senza il correttivo fornito dalla religione anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall’ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana”.

Nel messaggio per la Giornata della pace del 2012, ha scritto che “la pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. I nostri occhi devono vedere più in profondità, sotto la superficie delle apparenze e dei fenomeni, per scorgere una realtà positiva che esiste nei cuori, perché ogni uomo è creato ad immagine di Dio”. Ribadendo inoltre i principi della difesa della vita e della famiglia fondata sul matrimonio, affermò: “Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.

Uno degli snodi fondamentali del pontificato di Benedetto XVI è stato anche il dialogo ecumenico, in particolare con il Patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa ortodossa tutta. Oltre a numerose visite apostoliche in Italia Sua Santità ha compiuto viaggi in 21 paesi di tutti i continenti: è stato tre volte in Germania e in Spagna. Sono seguite Polonia, Turchia, Austria, Francia, Repubblica Ceca, a Malta, in Portogallo, a Cipro, nel Regno Unito, in Croazia e a San Marino. Cui si aggiungono le tappe intercontinentali Brasile, Stati Uniti, Messico, Cuba, Australia, Africa, Libano e Terra Santa.

Nel concistoro ordinario dell’11 febbraio 2013 il Papa mite ha sconvolto il mondo rinunciando “al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro”. Ritirandosi nel silenzio con un grande gesto rivoluzionario, di umiltà e coraggio, ha aperto la strada alla novità di Papa Francesco. Uno schiaffo a chi, superficialmente, lo aveva dipinto come un conservatore. E’ stato l’8º pontefice della storia della Chiesa a rinunciare al ministero petrino, se si considerano unicamente i casi dei papi Clemente, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII, di cui si hanno fonti storiche certe. Pochi giorni fa il suo segretario particolare monsignor, George Gaenswein, in un’intervista a Retequattro, ha detto che Ratzinger è molto lucido, conta su una forte memoria ed è ancora dedito ai suoi amati studi. Di fatto tanti lo cercano e molti ecclesiastici vanno a chiedergli consiglio. Il papa emerito non si ritrae ma con la propria gentile accoglienza si concede. La sua profonda intelligenza e grande umiltà continuano a sorprenderci.






19 aprile 2015









10.mo elezione Benedetto XVI. Ouellet: crescono frutti del suo Pontificato

Benedetto XVI

19/04/2015

“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”. Il 19 aprile di 10 anni fa il cardinale Joseph Ratzinger veniva eletto Pontefice. Per una riflessione sui frutti del Pontificato di Benedetto XVI in questo 10.mo anniversario,Alessandro Gisotti ha intervistato uno dei più stretti collaboratori del Papa emerito, il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi:

R. – Io vedo soprattutto dei frutti a lunga scadenza e, come primo frutto, mi sembra che il Pontificato di Benedetto XVI sia stato una chance per l’Europa. Il Papa, col suo nome e col suo pensiero, ha ricordato le radici cristiane dell’Europa e la stima dovuta al suo patrimonio spirituale e culturale. I suoi viaggi e discorsi – per esempio a Parigi, Londra e Berlino – rimarranno dei punti fermi per il futuro dell’Europa. Un altro frutto importante è il contributo specifico di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, sui rapporti tra la fede e la ragione, nelle sue grandi encicliche. Inoltre, il Papa Benedetto ha – direi – avvicinato l’esegesi e la teologia nella teoria e nella pratica, con l’Esortazione apostolica “Verbum Domini” e soprattutto col suo libro su Gesù di Nazaret. Un terzo frutto è il tesoro delle sue omelie mistagogiche, che ci ha lasciato in eredità, una scuola di predicazione. Molte di queste omelie saranno lette nei secoli.

D. – Papa Benedetto ha affrontato con fermezza questioni dolorose come la pedofilia nella Chiesa e la trasparenza nella gestione dei beni. Si può dire che su questi fronti Francesco raccolga i frutti di un grande lavoro iniziato con coraggio dal suo predecessore?

R. – Certamente. Io vedo una grande continuità tra i due Pontefici. La più bella continuità tra i due Papi è la loro differenza di stile e di carisma. C’è grande continuità sulla riforma della Chiesa, sulla lotta alla pedofilia, sulla trasparenza finanziaria, anche sulle questioni della famiglia, che sono state molto care a Benedetto, e si va avanti con grande continuità nella riflessione sulla nuova evangelizzazione e anche sull’interpretazione del Concilio.

D. – Da due anni, dopo la rinuncia al ministero petrino, Papa Benedetto si è ritirato in preghiera lontano dal mondo. Il suo contributo alla Chiesa, però, continua in modo diverso…

R. – Benedetto XVI si è ritirato nel silenzio con un grande gesto di umiltà e coraggio, un gesto rivoluzionario, che ha aperto anche la strada alla novità di Papa Francesco. Credo che l’autorità morale di Papa Benedetto ne risulti ancora più grande e sono convinto che la sua preghiera sia un potente aiuto per il suo successore.

D. – Lei è stato uno dei più stretti collaboratori di Benedetto XVI, personalmente qual è il dono più grande che ha ricevuto dall’essere vicino ad un uomo e un pastore così grande come Joseph Ratzinger?

R. – Conservo molti ricordi personali degli incontri di lavoro con lui, soprattutto sulle nomine dei vescovi, e ho ammirato la sua prudenza, la sua saggezza. Ma forse ciò che più mi ha colpito, nei momenti difficili e critici che lui ha dovuto vivere, è stata la sua umiltà e la sua pazienza: con i collaboratori, con i traditori, con tutte le difficoltà, anche le critiche dei media. Credo abbia saputo prendere la sua croce e seguire nostro Signore. Benedetto rimane per me un maestro di vita - non solo un dottore della Chiesa, ma un maestro di vita - un uomo buono, colto, che ha guadagnato l’affetto profondo e durevole di tanti fedeli. 




 
















Un libro e una biblioteca per il 10.mo
elezione Benedetto XVI

Benedetto XVI con mons. Gaenswein - ANSA

21/04/2015

Amici, collaboratori e allievi di Benedetto XVI si sono riuniti per ricordare in un libro i dieci anni dall’elezione al soglio pontificio del cardinale Joseph Ratzinger. Il volume, “Benedetto XVI. Servo di Dio e degli uomini”, è stato pubblicato dalla Lev in collaborazione con la casa editrice tedesca Schnell & Steiner ed è stato presentato ieri in Vaticano, presso il Campo Santo Teutonico. Per l’occasione è stata anche annunciata l’istituzione di una biblioteca dedicata agli scritti del Papa emerito. Il servizio di Michele Raviart:

Il 19 aprile 2005 Joseph Ratzinger venne eletto Papa. Da quel momento un Pontificato durato otto anni e terminato qualche settimana dopo la storica rinuncia dell’11 febbraio 2013. Il volume “Benedetto XVI. Servo di Dio e degli uomini” ne ripercorre le tappe principali, affidandosi ai contributi di chi ha l’ha conosciuto da vicino e ha lavorato con lui, e alle foto che ne ritraggono i momenti più significativi, dal funerale di San Giovanni Paolo II allo storico primo incontro con Francesco. Proprio la continuità tra questi pontefici è stata sottolineata dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede e autore di un testo sul rapporto tra Benedetto XVI e il sacerdozio:

“Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, ciascuno di questi Papa esprime con la propria personalità, con il proprio carisma il Primato di Pietro, che è importante e assolutamente fondamentale per l’unità della Chiesa nella fede rivelata e nella comunione delle chiese locali. Tutti e tre sono un grande regalo per la Chiesa di oggi”.

L’introduzione del volume è affidata a mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e collaboratore di Ratzinger dal 1996. “Le persone volevano, sì, vedere Benedetto XVI, ma lo volevano soprattutto ascoltare”, scrive Gaenswein, “perché capace di trasmettere attraverso parole semplici e comprensibili, profonde verità e cognizioni sulla fede acquisite durante la sua lunga attività di sacerdote e studioso”. Mons. Gaenswein, che rimane ancora segretario particolare del Papa emerito, lo racconta così:

“Papa Benedetto sta bene; la mente è splendida, con le gambe ci sono un po’ di problemi…. Una mia impressione: quando all’inizio del Pontificato ha detto di essere 'un semplice lavoratore', io vorrei dire che è stato un seminatore, che ha seminato molto e lentamente si vedrà cosa ha seminato, crescerà e porterà molti frutti”.

Il cardinale Kurt Koch, presidente del pontificio consiglio per l’Unità dei Cristiani, spiega invece quali sono state, secondo lui, le linee guida teologiche del Pontificato di Ratzinger

“Questo Pontificato è soprattutto un Pontificato evangelico, perché tutte le omelie e le prediche sono incentrate sulla Sacra Scrittura. Il secondo punto, il riferimento sempre presente con il Concilio Vaticano II. Il Santo Padre è stato consultore del Concilio, ha poi lavorato molto per la trasmissione dei messaggi del Concilio Vaticano II e come Santo Padre ha fatto molto per una buona ermeneutica di questo Concilio”.

Durante la presentazione del libro è stata annunciata anche la creazione della “Biblioteca romana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”. Aprirà a settembre nel Collegio Teutonico in Vaticano e metterà a disposizione degli studiosi interessati tutte le opere di e su Benedetto XVI, in tutte le lingue in cui sono state pubblicate. La biblioteca sarà realizzata dalla Fondazione Ratzinger e ha come obiettivo quello di conservare e diffondere la teologia del Papa emerito.



[Modificato da Caterina63 21/04/2015 17:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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