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Il Rito delle LITANIE (di Rinascimento Sacro - Daniele Di Sorco)

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2010 11:46
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Quaestio/18: Litanie maggiori e minori – 2

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By Daniele Di Sorco
Published: aprile 23, 2010
3°. Rito attuale delle Litanie.

Il rito, uniforme per entrambe le Litanie, si trova nel Rituale Romanum, tit. X, cap. 4 «De processione in Litaniis Maioribus in festo S. Marci Evangelistae et in Minoribus triduo Rogationum ante Ascensionem Domini».

a. Preparazione. ― 1) Il clero e il popolo si radunano in chiesa al mattino, all’ora stabilita, e con cuore contrito ed umiliato pregano Dio per qualche minuto, stando in ginocchio (n. 1). ― 2) Il sacerdote indossa amitto, camice, cingolo, stola e piviale viola o almeno cotta e stola viola; i sacri ministri, se presenti, si vestono in modo analogo (n. 1).

b. Inizio. ― 1) Gli altri sacerdoti e membri del clero, vestiti di cotta, cantano, stando in piedi, l’antifona «Exurge, Domine». ― 2) Poi tutti si inginocchiano e due chierici o cantori, genuflessi davanti all’altare maggiore, cominciano a cantare le Litanie dei Santi, secondo il testo contenuto nel Rituale; gli altri rispondono.

c. Processione penitenziale. ― 1) Una volta cantato «Sancta Maria, ora pro nobis», tutti si alzano ed escono ordinatamente di chiesa, continuando le Litanie (n. 3). L’ordine della processione è il seguente: stendardo o stendardi con l’immagine del Patrono e di altri Santi, confraternite, suddiacono o ministrante con la croce astile, cantori, chierici, celebrante con i sacri ministri o i ministranti, consiglieri parrocchiali, popolo (bambini, uomini, donne). ― 2) Se vige la consuetudine di recare in processione una reliquia, essa è portata dal celebrante che, in tal caso, sta a capo scoperto, tra i sacri ministri o i ministranti pure a capo scoperto. ― 3) Se la processione segue un percorso abbastanza lungo, alle Litanie si aggiungano i salmi penitenziali o graduali (n. 4).

d. Stazioni (fermate) intermedie facoltative. ― 1) Se si deve far sosta in una o più chiese lungo il percorso, tutti entrano in chiesa e, interrotte le Litanie o i salmi, fanno la debita riverenza all’altare; quindi si canta l’antifona, il versetto e l’orazione del Patrono della chiesa stessa (n. 5), prendendoli, come di consueto, dai II Vespri del suo Ufficio. I ministri o due cantori cantano il versetto, il celebrante, a mani giunte, l’orazione in tono feriale con la conclusione breve. ― 2) Uscendo dalla chiesa si riprendono le Litanie o i salmi e nello stesso ordine si procede fino alla chiesa in cui si conclude la processione. ― 3) Sia nella chiesa in cui si effettua la stazione facoltativa che nella chiesa di arrivo, il rettore della chiesa aspetta la processione a destra della porta di ingresso, vestito di cotta ma senza stola (S. Congr. dei Riti, decr. 3043, 4) e asperge coloro che entrano con l’acqua benedetta; il celebrate in piviale, invece, riceve l’acqua benedetta toccando l’aspersorio (S. Congreg. dei Riti, decr. 2035, 1). ― Nella stazione facoltativa è consentito cantare il tratto «Domine, non secundum peccata nostra» col versetto «Adiuva nos, Deus» e l’orazione «Deus, qui culpa» (S. Congreg. dei Riti, decr. 3451).

e. Nella chiesa di arrivo. ― 1) Giunta la processione alla chiesa in cui devono concludersi le Litanie, il celebrante sale subito all’altare e fa la debita riverenza sulla predella; se porta una reliquia, la colloca nel luogo opportuno, quindi scende ai piedi dell’altare; tutti, stando in ginocchio, terminano, se non è ancora finito, il canto delle Litanie. ― 2) Poi si dice il «Pater noster», il  salmo 69 «Deus, in adiutorium» e i versetti «Salvos fac servos tuos», sempre stando in ginocchio. ― 3) Il celebrante si alza e canta in tono feriale, a mani giunte, le dieci orazione prescritte dal Rituale; infine, dopo aver detto i versetti finali, conclude le Litanie con «Et fidelium animae». ― 4) Il celebrante va poi allo scanno e qui, deposto il piviale, assume il manipolo e la pianeta viola, si reca all’altare e celebra la Messa delle Rogazioni, sulla quale cfr. sotto § 6°.


4°. Norme rituali delle Litanie.

a. Occorrenza. Se le Litanie maggiori cadono nel giorno di Pasqua o nella sua ottava, la festa di S. Marco non si trasferisce (Novus Codex Rubricarum 1960 = NCR 95); tuttavia, poiché le Litanie maggiori sono assegnate al 25 aprile, se in questo giorno cade la Pasqua o il lunedì di Pasqua, le Litanie si trasferiscono al martedì seguente (NCR 80).

b. Un tempo le Litanie si dovevano sempre raddoppiare, ossia i versetti erano detti per intero dai cantori e ripetuti dal clero (S. Congreg. dei Riti, decr. 3135), ora però le Litanie non si raddoppiano più (NCR 82).

c. Delle Litanie maggiori non si dice nulla nell’Ufficio, ma soltanto nella Messa; la loro commemorazione, inoltre, non dev’essere considerata una commemorazione del Tempo (NCR 81).

d. Nei Breviari stampati prima del 1960 bisogna variare l’Ufficio del lunedì delle Litanie minori: si omettono le letture dell’omelia sul Vangelo della Messa delle Rogazioni e si sostituiscono con le nuove letture della Scrittura occorrente; le antifone a Benedictus e a Magnificat, invece, non subiscono variazioni (NCR Var. 28).

e. Nei giorni delle Litanie sia maggiori che minori (NCR 82 e 89) si svolge la processione. Molto importante è la prescrizione del nuovo codice delle rubriche, secondo cui la processione deve avvenire «secondo le consuetudini delle chiese e dei luoghi, delle quali è giudice l’Ordinario» (ibid. 82). La processione può essere sostituita da particolari suppliche, durante le quali vengono recitate le Litanie dei Santi e le altre preghiere che ordinariamente si dicono durante la processione (NCR 83). Si concede che la processione o la supplica possa essere  effettuata in lingua volgare (NCR 85).

f. Nel giorno delle Litanie maggiori, chi ha l’obbligo dell’Ufficio divino e non partecipa alla processione o alla supplica deve recitare privatamente le Litanie in lingua latina (NCR 84). Chi partecipa alla processione o alla supplica, anche se effettuata in lingua volgare, non è tenuto a ripetere le Litanie in latino (NCR 85). Nel giorno delle Litanie minori chi non partecipa alla processione o alla supplica non è tenuto a nessun obbligo (NCR 90).

g. Trasferimento delle Litanie minori. Già in passato alcuni (come P. Brunner SJ, Stim. d. Zeit, 1959-60, 151) avevano sostenuto l’opportunità che la Chiesa desse la possibilità di trasferire le Rogazioni ad altro periodo, poiché in molti luoghi, come il Brasile e l’Australia, si celebrano 2-4 mesi dopo la mietitura. Tale pio desiderio è stato soddisfatto: dal 1960, infatti, agli Ordinari dei luoghi è stata data la facoltà di trasferirle ad altri tre giorni più opportuni, secondo la consuetudine o la necessità della regione (NCR 87).

P. Radó, Enchiridion liturgicum, Romae-Friburgi Brisg.-Barcinone, 1961, pp. 1256-1258
Traduzione di Daniele Di Sorco
(segue)



INDICAZIONI PRATICHE PER DOMENICA 25 APRILE 2010

1) Quest’anno la festa di S. Marco e le Litanie maggiori cadono in domenica.
2) L’Ufficio divino è quello della III domenica dopo Pasqua, con commemorazione di S. Marco alle Lodi soltanto.
3) Dopo la processione delle Litanie maggiori che la sostituisce si celebra la Messa delle Rogazioni (votiva di II classe) in paramenti viola, nella quale si fa commemorazione della domenica, ma non di S. Marco; si omette il Gloria, ma si dice il Credo (in ragione della domenica) e il prefazio pasquale.
4) La processione può svolgersi anche all’interno della chiesa o essere sostituita da particolari suppliche, purché si recitino integralmente le Litanie dei Santi e le altre preghiere previste dal Rituale Romano.
5) La Messa delle Rogazioni può essere celebrata solo dopo la processione o le suppliche che la sostituiscono.
6) In tutti gli altri casi, si dice la Messa della III domenica dopo Pasqua, in paramenti bianchi, con commemorazione delle Rogazioni (dalla Messa votiva) ma non di S. Marco.
7) Dove S. Marco è il Patrono principale del luogo o il Titolare della chiesa, si dice l’Ufficio di S. Marco con commemorazione della domenica. La Messa è quella del Santo, in paramenti rossi, con commemorazione della domenica. Dopo la processione o le suppliche si dice pure la Messa del Santo, con commemorazione prima delle Rogazioni (sotto una sola conclusione con l’orazione della Messa) e poi della domenica (con conclusione distinta).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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