A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Il termine "MADRE DI DIO"

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2010 11:37
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Sesso: Maschile
29/04/2010 11:34
 
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Da: Soprannome MSN°camerone° Inviato: 10/03/2005 8.14
Credo che il discorso con gli evangelici sul termine "madre di Dio" possa chiudersi con la triste considerazione del fatto che sono  talmente sclerotizzati nella convinzione che la Chiesa Cattolica non può aver ragione su nulla da non essere più nememno in grado di leggere la Bibbia da veri credenti.
 
Ammettono che Maria è madre del Verbo Incarnato, ammettono che il Verbo Incarnato è Dio ma non risescono ad ammettere quella logica conseguenza che dice che Maria è madre di Dio.
 
E non riescono neppure a capire la Bibbia, quella Bibbia che definisce Maria "madre del mio Signore" e non "madre del mio Signore incarnato."
 
Hanno addirittura aperto un forum che si intitola molto chiaramente "Gesù è Dio" e non vogliono riconoscere che Maria, madre di Gesù, è anche madre di Dio.
 
Se non ci fosse di mezzo la loro salvezza, sarebbe anche divertente leggere i loro dialoghi che più o meno suonano così:
 
1) "Gesù Cristo è Dio?"
2) "Sì, certo. Ecco i versetti biblici"
3) "Ma ne sei sicuro"
4) "Certo che ne sono sicuro. Ecco i versetti biblici..."
5) "E secondo te Maria è madre di Gesù?"
6) "Certo, ecoo i versetti biblici..."
7) "Allora Maria è madre di Dio"
8) "No assolutamente no. E' madre del Verbo Incarnato"
9) "Ma il Verbo Incarnato è Dio?
10) "Certamente. Ecco i versetti biblici..."
11) "E Maria è madre del Verbo Incarnato?"
12) "Quindi Maria è madre di Dio"
13) "No, è solo Madre del Verbo Incarnato"
14) "Ma il Verbo Incarnato è Dio?"
15) "Certamente. Ecco i versetti biblici..."
16) "E Maria è madre del Verbo Incarnato?"
17) "Naturalmente. Ecco i versetti biblici...."
18) "Allora Maria è madre di Dio"
19) "No, solo Madre del Verbo incarnato"
 
E a questo punto si ricomincia dal n.9
 
In questo modo, con la loro insistenza ( assurda sia dal punto di vista logico che biblico) su questo negazione, fanno chiaramente intendere che non credono veramente che il Verbo Incarnato sia pienamente Dio.
 
 
 
 

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Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 10/03/2005 10.59
Essere evangelici è molto difficile, un fratello che conosco è stato buttato fuori di casa dai genitori quando ha detto loro che non voleva più saperne di messe e preti ma voleva seguire solo Gesù e la Bibbia.
Temo che siate enormemente disinformati, sia della Bibbia, che del mondo evangelico di cui parlate per sentito dire o per visite saltuarie in alcune chiese.
 
 
Caro Agabo, penso che dovresti essere più obiettivo nelle tue conclusioni, capisco che può dare fastidio che qualcuno faccia (prove alla mano) delle affermazioni che non fanno onore alla chiesa che frequentiamo, ma bisogna avere il coraggio di amettere la verità, io non ho problemi a riconoscere gli eventuali errori della mia chiesa, che non ho mai creduto perfetta, quando un evangelico me li fa notare, perché camminare alla sequela di Cristo significa mettersi in gioco, cadere e rialzarsi, ricercare la Verità giorno per giorno, e questo vale per tutti, chiese comprese.
Cio che è importante è non demonizzare tutto ciò che non riusciamo a capire, e chiedere a Gesù di guidarci alla comprensione.
Nel caso dei dibattiti tra cattolici ed evangelici il punto non è quale delle due dottrine sia più perfetta nell'osservanza della legge, ma piuttosto quale sia la più credibile, alla luce delle prove storiche che si hanno a disposizione, e se permetti la Chiesa Cattolica è sicuramente quella che dà maggiori garanzie, se non altro per tutte le vicende che l'hanno accompagnata nel corso di 2000 anni di cristianesimo, dove è più volte emersa in modo incontestabile la mano di Dio che guidava, difendeva, rialzava e combatteva, alla maniera dell'antico testamento, e se il popolo Ebraico ha sbagliato non per questo Dio lo ha rinnegato, ma al contrario lo ha corretto paternamente non permettendo che andasse verso la rovina, ancora oggi Dio attende che il suo popolo creda in Gesù per poter realizzare il progetto di salvezza preparato per il genere umano.
In questo modo si realizzano le parole di Gesù "Le porte degli inferi non prevarranno...", se la Chiesa fosse perfetta tali parole non avrebbero senso.
In definitiva penso sia molto più difficile essere cattolico piuttosto che evangelico, perché ciò comporta un vero atto di fede: non dubitare della promessa di Gesù e credere con fede a quanto è stato scritto sulla Chiesa!
Inoltre un cattolico ha il comando da parte del Signore di amare i propri fratelli, il Catechismo ci dice che gli evangelici sono nostri fratelli in Cristo, quindi non possiamo neanche considerarli pagani e parlarne male, al contrario dobbiamo amarli e pregare per loro e con loro, anche e soprattutto se ci perseguitano.
Permetti che mi fidi di più a seguire l'insegnamento di tale chiesa piuttosto che di altre nate da poco più di un secolo che non si sa da dove vengano ne dove andranno a finire?
Per ultimo voglio anche sottolinearti che collaboro attivamente alle attività di una chiesa evangelica pentecostale, che la domenica, oltre alla messa cattolica seguo quasi sempre il culto evangelico, e che sono amico di parecchi fratelli, pastori e anziani, per cui penso che almeno per me il discorso sulla disinformazione che hai fatto sopra non valga.
 
Un abbraccio in Cristo
 
AlbY

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Da: Soprannome MSN°Angelo Inviato: 10/03/2005 11.08
Cari tutti,essendomi già espresso ed avendo fatto domande, non vedo di aggiungere altro anche perchè attendo che il caro Agabo dica le sue impressioni al post.44 di Camerone e aggiuntivo all'intervento di Alby, per evitare un'occlusione al dialogo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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Da: Soprannome MSNRoy-Bean1 Inviato: 10/03/2005 12.14
Essere evangelici è molto difficile, un fratello che conosco è stato buttato fuori di casa dai genitori quando ha detto loro che non voleva più saperne di messe e preti ma voleva seguire solo Gesù e la Bibbia.
Temo che siate enormemente disinformati, sia della Bibbia, che del mondo evangelico di cui parlate per sentito dire o per visite saltuarie in alcune chiese
 

Mi viene il sospetto che tutti gli evangelici siano in fotocopia. Ad eaempio, caro Agabo, tu ricordi molto da vicino un certo Antipa di Pergamo che a sua volta ricorda molto da vicino un certo StefanoS.

Tanto per essere franchi, caro Agabo, ti dico che non credo affatto a figli buttati fuori di casa perchè sono diventati evangelici così come non ti permetto di accusarci gratuitamente di essere disinformati della Bibbia.Sei entrato solo da un giorno e già hai capito tutto di noi? Ci hai davvero presi tutti per degli sciocchi che non sanno fare 2+2?

Quindi, secondo me, sei già partito col piede sbagliato.

 


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Da: Soprannome MSNAgabo_26 Inviato: 10/03/2005 13.52
Invito i moderatori ad esercitate correzione fraterna nei confronti di Pergamena e di Roybean.
 
Cito dal Regolamento:
 
a) Tutti gli aderenti al Gruppo devono evitare parole oscene, o di insulto verso gli altri. Insultare vuol dire anche scrivere messaggi dai toni insolenti, che contengano OLTRAGGIO, o che mirano a dare dei colpi con l'arroganza al dialogo in corso.

b) Tutti gli aderenti al Gruppo devono evitare di far scadere un argomento in corso in un fatto personale, evitare specialmente giudizi, inseriti come questioni personali o dimostranti antipatie varie.


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Consiglia Elimina    Messaggio 49 di 57 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 10/03/2005 14.04
 
StefanoS..............hai voglia di essere sbattuto fuori subito o vuoi provare a resistere qualche giorno?????????..........
 
Questo forum è stato aperto da Angelo il quale ha postato un argomento interessante e pieno di DOMANDE....chiedi a lui di far cancellare il mio intervento.........non ne sto facendo un fatto personale amico.....a meno che tu non abbia la coda di paglia.................te l'ho detto STEFANOS...procedi con toni sereni come sei entrato...e vedrai che diventeremo nuovamente amici............
Evita di attaccarmi i testi del Butindaro o della Chiesa di Padova.......e andremo d'accordo.....anche questo è contemplato nel Regolamento.........
 
Rimando caro Agabo il tuo interesse verso i messaggi 43 in poi.........
 
Fraternamente caterina (gestore) anche se fai finta di non saperlo.........

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Da: Soprannome MSNIoFrancesco21 Inviato: 11/03/2005 15.42
Pace a tutti.
 
Scrive il Feuerbach:
 
"" il protestantesimo "avrebbe dovuto essere così coerente e coraggioso da rinunciare con la madre, anche al Figlio e al Padre. Soltanto chi non ha genitori sulla terra, ha bisogno di genitori in cielo""
(cfr L'essenza del cristianesimo, ed. Feltrinelli, cap VII).
 
Come vediamo, prima con il Gavalotti di aerea atea-protestante, ed ora con il Feurbach, che proprio coloro che non sono cattolici finiscono per darci indicazioni molte sagge sul chi sta nella vera apostasia. Secondo il Feuerbach allora, i protestanti per essere coerenti avrebbero dovuto rinunciare alla Trinità nel mentre rinunciavano alla Madre.
Intereassante!
Qui ci inoltriamo nella destra e nella sinistra dei due fronti hegeliani che non vado oltre per la loro complessità.
 
Sia lodato Gesù Cristo

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Da: saledellaterra Inviato: 11/03/2005 21.57

LA THEOTOKOS SEGNO DELLA RETTA FEDE CRISTOLOGICA

di Antonino Grasso

Fonte : http://www.rocciadibelpasso.it/mariologia4.htm

1. Origine e sviluppo del dogma della Maternità divina

  Nel N.T. non si trova espressamente il titolo Theotokos (come non si trova il termine Trinità), ma vi si leggono espressioni che contengono in nuce tale verità. Infatti di Maria si dice che ha concepito e generato un figlio, il quale è il Figlio dell’Altissimo, santo e Figlio di Dio (Lc 1,31-32.35); Maria inoltre è chiamata "Madre di Gesù" (Gv 2,1.3; At 1,14), "Madre del Signore" (Lc 1,43) o semplicemente "madre", "sua madre" come più volte nel capitolo 2 di Matteo. Maria, quindi, non comincia ad essere "Madre di Dio" nel concilio di Efeso del 431, così come Gesù non comincia ad essere "Dio" nel concilio di Nicea del 325 che lo definì tale. Lo erano anche prima. Quello è stato il momento in cui la Chiesa, nello svilupparsi ed esplicitarsi della sua fede, sotto la spinta dell’eresia, prende piena coscienza di questa verità e prende posizione a suo riguardo.

In questo processo che porta alla proclamazione di Maria come Theotokos, si possono distinguere tre grandi tappe: Epoca agnostica: la maternità "fisica" di Maria; Epoca delle controversie cristologiche: la maternità "metafisica" di Maria; l’apporto dell’Occidente: la maternità "spirituale" di Maria.

1.1. Epoca agnostica: la maternità "fisica" di Maria

All’inizio e per tutto il periodo dominato dalla lotta contro l’eresia gnostica e docetista, la maternità di Maria viene vista quasi solo come maternità "fisica". Questi eretici, infatti, negavano che Gesù avesse un vero corpo umano e, se l’aveva, che fosse nato da una donna e, se era nato da una donna, che veramente fosse nato dalla carne e dal sangue di lei. Alcuni di loro affermavano che Gesù era nato attraverso la Vergine e non dalla Vergine: immesso dal cielo nel grembo di lei, ne era venuto fuori a modo di "passaggio" non da vera generazione umana. Contro di essi bisognava quindi affermare che Gesù era vero figlio di Maria e frutto del suo grembo e che Maria era quindi veramente la sua madre "fisica". Proclamare con forza che Maria era la madre "fisica" di Gesù, serviva a dimostrare la vera umanità di lui e che cioè egli era veramente Dio, ma anche veramente uomo. Questo è il periodo in cui viene formulato l’articolo del credo che afferma di Gesù: "nato da Spirito Santo e da Maria Vergine".

1.2. Epoca delle controversie cristologiche: la maternità "metafisica" di Maria

Alcuni autori sostengono che il titolo Theotokos fu attribuito alla Vergine per la prima volta da Ippolito, autore della Traditio apostolica. Più sicuramente esso fu usato dal Origene nel III secolo e da altri autori alessandrini prima e dopo il Concilio di Nicea. Particolare importanza avrà, al tempo della controversia nestoriana, la testimonianza di Alessandro di Alessandria che nel IV secolo ritiene il titolo di Theotokos come cosa pacifica e di uso comune e generalizzato. Sarà da ora in poi proprio l’uso di questo titolo a condurre la Chiesa alla scoperta di una maternità divina più profonda, in quanto viene definita in rapporto all’essere profondo di Cristo (maternità "metafisica"). Il titolo non nasce quindi da una riflessione teologica, ma la provoca per cui esso affonda le sue radici sulla pietà e sulla fede vissuta della Chiesa, come si deduce anche dalla più antica preghiera mariana del III secolo, il Sub tuum praesidium. Fu quindi l’esperienza della fede ad orientare la teologia, anche se sarà poi la teologia a guidare e incrementare, a sua volta, quella stessa esperienza di fede.

Il suo approccio chiamato maternità "metafisica" è quello che caratterizza l’epoca delle grandi controversie cristologiche del Vi secolo dove il problema centrale non è più quello della vera umanità di Cristo, ma dell’unità della sua persona. La maternità di Maria non viene più vista riferita alla natura umana di Cristo, ma all’unica persona del Verbo fatto uomo. E siccome questa persona che lei genera secondo la carne non è altro che la persona divina del Figlio di Dio, di conseguenza ella appare vera Madre di Dio perché divinità e umanità formano una sola persona. In questa luce la relazione di Maria con Cristo è anche di ordine "metafisico" creando un rapporto vertiginoso non solo con lui, ma anche con il Padre. Maria, infatti, è l’unica a poter dire a Gesù, quello che a lui dice da tutta l’eternità il Padre: "Tu sei mio figlio; io ti ho generato" (Sal 2,7; Eb 1,5). Con il concilio di Efeso del 431, questa posizione diventa una conquista per sempre della Chiesa. La proclamazione di Maria come Theotokos da parte del concilio, causò l’esultanza del popolo di Efeso che accompagnò con fiaccole e canti i padri alle loro dimore e determinò anche un’esplosione di venerazione verso la Madre di Dio che, in Oriente e in Occidente, si esplicitò in feste liturgiche, icone, inni, costruzioni di chiese e basiliche come quella di S. Maria Maggiore a Roma, fata edificare dal Sisto III proprio dopo il concilio di Efeso.

1.3. L’apporto dell’Occidente: la maternità "spirituale" di Maria

Il traguardo di Efeso non fu definitivo. Da questo titolo, valorizzato nelle controversie cristologiche più in funzione della persona di Cristo che di quella di Maria, si dovevano ancora trarre le conseguenze logiche riguardanti anche la persona stessa di lei, in particolare la sua santità unica. Merito di questo spetta ai grandi autori latini, in primo luogo a S. Agostino. Egli, infatti, legge la maternità di Maria come una maternità nella fede, una maternità anche "spirituale". Inizia così l’epopea della fede di Maria. Lo stesso Agostino afferma che Maria, facendo pienamente la volontà del Padre, per fede credette, per fede concepì e per fede si pose alla sequela di Cristo, per cui è più grande per essere stata sua discepola che sua madre fisica.

La maternità "fisica" e "metafisica" vengono ora coronate dalla maternità "spirituale" o "di fede" che fa di Maria la prima e più santa figlia di Dio, la prima e più docile discepola del Signore, la creatura della quale, per la sua totale adesione a Dio, non si può parlare mai di peccato. La maternità "fisica" e "metafisica" sono un privilegio ineguagliabile, proprio perché trova riscontro nella fede e nell’atteggiamento "spirituale" della Figlia di Sion.

1.4. Significato cristologico di Theotokos

Come abbiamo visto, il titolo Theotokos accompagna tutto lo sviluppo della cristologia antica e diventa come una tessera di riconoscimento dell’ortodossia cristologica. Il titolo servì, infatti, prima a dimostrare la vera umanità di Cristo, poi la sua vera divinità e infine la sua unità di persona. Questo titolo dunque attesta che:

- Gesù è vero uomo perché nato da Maria che è una vera creatura umana;

- Gesù è vero Dio perché se così non fosse, - afferma Agostino - non potremmo proclamare nella professione di fede il "nato da Spirito Santo e da Maria Vergine", se da lei fosse nato solo un figlio dell’uomo e non il Figlio di Dio;

- Gesù ha due nature distinte ma unite ipostaticamente nell’unica persona del Verbo: "colui che è stato generato dal Padre prima di tutti i secoli secondo la divinità – afferma il concilio di Efeso – negli ultimi tempi lo stesso fu generato da Maria Vergine, la Theotokos, secondo l’umanità". Proclamare Maria Theotokos è il modo più sicuro di proclamare l’unione ipostatica che tiene insieme tutti i dogmi cristologici, per cui questo titolo è come un baluardo che si oppone con sempre estrema attualità a tutti i tentativi di idealizzazione di Gesù, che fanno di lui un’idea o un personaggio più che una persona vera; a tutti i tentativi di separazione della sua umanità dalla sua divinità, tentativi che mettono in serio pericolo la realtà stessa della nostra salvezza.

2. Attualità del titolo Theotokos

Maria, con la sua maternità divina ha fatto di Dio l’Emanuele, il Dio con noi. Questo titolo comporta un arricchimento della stessa rivelazione di Dio. In questa linea esso si rivela straordinariamente significativo anche per l’uomo d’oggi.

2.1. Attualità teologica

Il titolo ci parla prima di tutto dell’umiltà di Dio che ha voluto avere una madre, proprio oggi quando siamo arrivati al punto in cui, alcuni rappresentanti dell’esistenzialismo trovano strano, offensivo e umiliante dover avere una madre, perché questo indica dipendere radicalmente da qualcuno, non essersi fatti da sé, non poter progettare interamente da soli la propria esistenza. L’uomo che guarda dunque in alto, in cerca del vertice di una piramide esistenziale su cui spesso non trova che il Nulla, non si accorge che Dio è sceso ed ha rovesciato questa piramide, mettendosi alla base, per prendere su di sé tutto e tutti, rinchiudendosi nel grembo di una donna. Risalta l’infinito contrasto tra il Dio dei filosofi e questo Dio che scende nella materia, nella concretezza e nella realtà: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo figlio nato da donna" (Gal 4,4). Egli che si fa carne nel grembo di Maria, si farà presente nel cuore stesso della materia del mondo, nel pane dell’Eucaristia, per vivificarla dall’interno. S. Ireneo afferma, a questo proposito, che chi non capisce la nascita di Dio da Maria, non può nemmeno capire l’Eucaristia (Adversus haer. V. 2,3, Sch 153, p. 345). Scegliendo la via materna per rivelarsi a noi, Dio ci ha ricordato che tutto è puro, ha proclamato la santità delle cose che ha creato, ha santificato e redento non solo la natura in astratto, ma anche la nascita umana e tutta la realtà dell’esistenza. Soprattutto Dio ha rivelato la dignità della donna in quanto tale. La dignità di Theotokos conferita a Maria, ci rivela che Dio, infinitamente prima delle lotte e della proclamazione della "promozione della donna", ha dato alla donna un tale onore e la circondata di tanta grandezza da farci restare senza parole.

2.2. Attualità cristologica

L’attualità di Theotokos si rivela più evidentemente se dalla teologia passiamo alla cristologia. Oggi tutti ammettono senza difficoltà che Cristo era un uomo come noi, anzi si fa a gara nello spingere questa affermazione fino al limite del blasfemo, riconoscendo in lui una presenza anche di peccato. Il problema oggi è inverso: riguarda la divinità di Cristo. Alcuni autori cattolici hanno elaborato le così dette "nuove cristologie" che si distaccano radicalmente da quella tradizionale e dove si afferma che Cristo è Dio, solo nel senso che "in lui agisce Dio". Quindi egli non sarebbe un vero Dio, ma la rivelazione del vero Dio, cosa infinitamente diversa. Schönenberg, ad esempio, sostiene che Gesù è in una persona, ma una persona umana non divina: alla dottrina delle due nature, l’umana e la divina, unite nell’unica persona di Cristo, egli sostituisce la dottrina della presenza della divinità nella persona umana di Cristo. All’essere si sostituisce l’esserci, cioè Cristo non è Dio, ma in Cristo c’è Dio! L’estrema conseguenza è che Gesù è il Verbo di Dio non in forma reale ma solo intenzionale nel senso che il Padre avrebbe previsto e amato nel suo pensiero eterno, l’esistenza dell’uomo Gesù che un giorno sarebbe nato da Maria, preesistente, quindi, come preesistiamo tutti dal momento che ogni uomo è stato prescelto e predestinato da Dio come suo figlio prima della creazione del mondo (Cf. Ef 1,4).

Contro questa dottrina che oltre a negare la divinità di Cristo, rinnega il mistero stesso della Trinità, la Chiesa, professando e proclamando Maria Theotokos, professa e proclama la sua fede nella vera identità di Gesù, Dio e uomo, vero Figlio di Dio fattosi in lei vero uomo per noi. Se Cristo, infatti, non fosse vero Dio o se lo diventasse dopo la sua nascita umana, Maria non potrebbe chiamarsi Theotokos. Le "nuove cristologie" più che tradurre in termini moderni le verità proclamate dai concili di Efeso e Calcedonia, hanno rispolverato le eresie che essi avevano condannato. Come allora, anche oggi, il titolo di Theotokos è come un baluardo della Chiesa contro le deviazioni della fede cristologica perché difende l’eterna e immutabile verità su Cristo, anche ai nostri tempi come lo fece nei tempi antichi.

2.3. Attualità ecumenica

Anche in campo ecumenico il titolo di Theotokos rivela la sua perenne vitalità e attualità. Esso, infatti, è oggi il punto d’incontro e la base comune a tutti i cristiani, dato che è l’unico titolo veramente ecumenico non solo di diritto, perché proclamato da un concilio ecumenico, ma anche di fatto, perché riconosciuto da tutte le Chiese. Theotokos è quindi il titolo a cui sempre si dovrebbe poter ritornare distinguendolo da tutta l’infinita quantità degli altri titoli, per creare una fondamentale unità intorno alla Madre del Signore, in modo che ella, più che essere il simbolo della divisione tra i cristiani, si trasformi piuttosto nel più importante fattore di unità ecumenica nella professione comune dell’unica fede nel Signore Gesù.

Questo sarà possibile solo nel rispetto di queste condizioni:

- non limitare la portata del titolo Theotokos solo al suo contenuto ontologico, esaltato dalla teologia dell’Oriente, ma tenendo anche presente l’arricchimento in senso morale che esso ebbe in Occidente, ad opera soprattutto di Agostino il quale affermò, come già visto, che Maria è grande per aver concepito Cristo nella fede più che nel corpo; per essere stata sua discepola, più che sua madre;

- rivedere e approfondire il sublime rapporto tra grazia e fede, caro ai Protestanti, leggendo la maternità divina non solo come un "privilegio", ma come l’esaltazione della grazia, un dono sublime ed esclusivo di Dio ricevuto con somma, libera e disponibile accoglienza;

- fare di Theotokos un ponte di collegamento verso l’unità, per amore e nel rispetto di Colei che, appunto come Madre del Signore, attese la venuta dello Spirito in preghiera in mezzo alla Chiesa nascente. Sarebbe assurdo parlare o voler realizzare l’unità, dimenticando chi ha dato Cristo al mondo: il Cristo che annunciamo non sarebbe più la Parola fatta carne, l’Emanuele, il Dio con noi, il Salvatore che ha voluto essere simile a noi nel nascere, prima ancora di esserlo nel vivere e nel morire.

 

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