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26/05/2010 00:26 | |
"Primo die, quo Trinitas" e "Nocte surgentes vigilemus omnes"
Ave Maria!
N.B. Avvertenze preliminari anche per le traduzioni future:
1) Questa traduzione non ha nessuna pretesa artistica e letteraria: è solo un aiuto per chi è alle prime armi con il latino.
2) Ci esimiamo da dibattere la questione se sia meglio usare gli inni più antichi come si trovavano nel breviario di San Pio V, oppure quelli corretti da Urbano VIII: qui offriamo un aiuto per la recita del Beviario così come è in vigore ora.
3) Tuttavia, quando le differenze sono consistenti, offriamo anche il testo più antico (quello del Breviario di San Pio V, senza pretendere di affermare che esso è sempre il testo autentico dell'autore)
4) Chi scrive è un parroco di campagna, per cui rigrazio per la segnalazione di possibil eventuali errori.
5) A Dio piacendo, pubblicheremo delle note introduttive sulle vari versioni dei salmi e degli inni.
Don A.M.
Inno
Primo die, quo Trinitas
di S. Gregorio Magno
Domenica a mattutino
(quando non indicato diversamente dal proprio del tempo)
Primo die, quo Trinitas
beata mundum condidit,
vel quo resurgens Conditor
nos, morte victa, liberat:
Nel primo giorno, in cui la Trinità
beata il mondo comiciò a creare
o nel quale risorgendo il Creatore
noi, vinta la morte, libera:
Pulsis procul torporibus,
surgamus omnes ocius,
et nocte quaeramus Deum,
propheta sicut praecipit:
cacciati via i torpori
leviamoci tutti più presto
e di notte ricerchiamo Dio,
come ci ordinò il profeta (=David)
Nostras preces ut audiat,
suamque dexteram porrigat,
et expiatos sordibus
reddat polorum sedibus:
affinché ascolti le nostre preghiere
e porga in aiuto la sua destra,
e resici mondi [lett. "gli espiati"] dalle sozzure
renda alla sedi dei cieli.
Ut quique sacratissimo
huius diei tempore
horis quietis psallimus,
donis beatis muneret.
In tal modo che quanti nel sacratissimo
tempo di questo giorno
tranquillamente nelle ore prescritte (lett.: "nelle ore quiete") salmeggiamo,
con doni beati munifichi
Iam nunc, Paterna claritas,
te postulamus affatim:
absint faces libidinis,
et omnis actus noxius.
Già ora, Padre della luce (lett. "splendore paterno")
Ti chiediamo in ogni modo:
stian lontano le vampate delle libidine
ed ogni atto colpevole
Ne foeda sit, vel lubrica
compago nostri corporis,
ob cuius ignes ignibus
avernus urat acrius.
Nè insozzato sia, o vacillante
l'oganismo del nostro corpo,
per le cui fiamme, di fiamme
l'inferno bruci più aspramente.
Mundi Redemptor, quaesumus,
Tu probra nostra diluas:
nobisque largus commoda
vitae perennis conferas.
O Redentore del Mondo, [Ti] preghiamo,
tu dissolvi le nostre azioni vergognose:
e a noi generoso i profitti
delle vita eterna conferisci.
Praesta, Pater piissime,
Patrique compar Unice,
cum Spiritu Paraclito
regnans per omne saeculum.
Concedi, Padre piissimo,
unico[Figlio] uguale al Padre,
con lo Spirito Paraclito
regnante per tutti i secoli
Da dopo l'ottava di Pentecoste all'ultima settimana di settembre
Nocte surgentes vigilemus omnes,
semper in psalmis meditemur atque
viribus totis Domino canamus
dulciter hymnos,
Sorgendo la notte siamo tutti vigilanti,
costantemente meditiamo sui salmi e
con tutte le forze al Signore cantiamo
soavemente inni;
Ut, pio regi pariter canentes,
cum suis sanctis mereamur aulam
ingredi caeli, simul et beatam
ducere vitam.
di modo che, al pietoso Re unitamente cantando,
con i suoi santi meritiamo
di entrare a far parte della corte celeste (lett. "nella corte di entrare del cielo"), e assieme ad essa (simul)
condurre la vita beata
Praestet hoc nobis Deitas beata
Patris ac Nati, pariterque Sancti
Spiritus, cuius resonat per omnem
gloria mundum. Amen.
Conceda questo a noi la Divinità beata
del Padre e del Figlio, ed egualemnte del Santo
Spirito, la cui gloria risuona per tutto il mondo. Amen
Testo più antico (vedi sopra nota 3)
Primo dierum omnium,
quo mundus exstat conditus
vel quo resurgens conditor
nos, morte victa, liberat.
Pulsis procul torporibus,
surgamus omnes ocius,
et nocte quaeramus pium,
sicut Prophetam novimus.
Nostras preces ut audiat
suamque dexteram porrigat,
et hic piatos sordibus
reddat polorum sedibus,
Ut quique sacratissimo
huius diei tempore
horis quietis psallimus,
donis beatis muneret.
Iam nunc, Paterna claritas,
te postulamus affatim:
absit libido sordidans,
omnisque actus noxius.
Ne foeda sit, vel lubrica
compago nostri corporis,
per quam averni ignibus
ipsi crememur acrius.
Ob hoc, Redemptor, quaesumus,
ut probra nostra diluas:
vitae perennis commoda
nobis benignus conferas.
Quo carnis actu exsules
effecti ipsi caelibes,
ut praestolamur cernui,
melos canamus gloriae.
Praesta, Pater, piissime,
Patrique compar Unice,
cum Spiritu Paraclito
regnans per omne saeculum.
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |