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Primi passi decisivi per la beatificazione di Francesca Lancellotti di Oppido Lucano

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2015 18:22
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13/07/2010 13:40
 
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Primo passo per la
canonizzazione della
"guaritrice" di Oppido



OPPIDO LUCANO 31.1.2010 - "Beata Francesca" da Oppido. Un sogno lontano, cui però i suoi «fedeli» hanno già cominciato a lavorare. Serve un miracolo, nel vero senso della parola, e cinque anni d'attesa dalla data del suo passaggio a miglior vita, avvenuto lo scorso 4 settembre.

Ieri, a Roma, è cominciato il percorso verso la causa di canonizzazione di Francesca Lancellotti Zotta, la donna originaria di Oppido Lucano, cui numerose persone attribuiscono i meriti di guarigioni prodigiose. Nella chiesa di Sant'Antonio in via Merulana è stata celebrata la prima messa dalla fondazione dell'associazione «Figli spirituali di Francesca Lancellotti», costituita tre settimane prima con atto notarile.

Alla celebrazione è stata concelebrata da don Ernesto Piacentini, il sacerdote postulatore incaricato dall'associazione - l'unica ufficiale e autorizzata dagli eredi universali, senza scopo di lucro - per reperire materiale utile alla futura causa di canonizzazione. L'associazione ha l'obiettivo di riunire tutti i fedeli d'Italia e del mondo, il cosiddetto "Popolo di Francesca", avvicinati da lei alla fede e spesso beneficiari, grazie alla sua intercessione, di guarigioni sia fisiche, sia spirituali.

Per avviare una causa di canonizzazione servono cinque anni dalla «salita in Paradiso», salvo specifica decisione del Papa. Un criterio di cautela che serve a evitare entusiasmi temporanei e aiuta a valutare con criterio i fatti relativi ai candidati. Il 4 settembre 2014 Francesca diventerà «Serva di Dio». Successivamente bisognerà certificare almeno un miracolo in questo lustro per far sì che diventi «beata», anche se spesso è fondamentale soprattutto la «fama di santità» fra quanti hanno conosciuto un servo o serva di Dio. Per verificarla, si procederà a interviste, documenti e testimonianze di quanti si dicono toccati dalla grazia del Padreterno grazie all'intercessione di Francesca.

La storia di questa donna tanto amata dai suoi fedeli e tanto discussa dagli scettici comincia il 7 luglio 1956, data dell'apparizione di San Michele nella sua casa di Oppido Lucano. Cambia a metà degli anni Settanta, quando su consiglio dell'Arcangelo si trasferisce a Roma a fare opera di apostolato. Diventa culto dalla seconda metà degli anni Novanta, grazie a una serie di eventi che l'hanno fatta diventare la «santa dei militari», ma non solo. «Io non sono niente, sono un verme di terra, un granello di sabbia. Le grazie le fa solo Dio e non un corpo umano». Sono le sue parole più famose. Le parole di una donna che molti, in vita, hanno già cominciato a chiamare santa.
 
di ANTONINO PALUMBO
 

                                                                              




La Roma della fede La testimonianza di un docente universitario romano a due settimane dal pellegrinaggio in Lucania per San Michele Arcangelo

Io guarito con le preghiere della «santa» dei militari

«Nel 1994 un noto otorinolaringoiatra romano mi diagnosticò un carcinoma maligno nel cavo rinofaringeo. Dopo una biopsia, ritenendo questo tumore inoperabile, questo mi aveva diagnosticato che io avessi venti giorni di vita».

Comincia così, con queste parole drammatiche, la testimonianza di una guarigione ritenuta «prodigiosa» da un architetto romano di 61 anni, Rodolfo Violo, docente universitario, una delle migliaia di persone, a Roma e in Italia, convinte di essere emerse dal tunnel senza via d'uscita della malattia, grazie alle preghiere di un'anziana donna lucana, Francesca Lancellotti Zotta, che ha vissuto per più di trent'anni chiusa in casa a Roma, dove ha trascorso l'esistenza pregando e ricevendo le visite di centinaia di persone, che le sono state devote come una santa in vita, fino all'anno scorso, quando, prossima ai 90 anni, è spirata nella sua casa in via Cavour.

Nel suo ricordo si affidano ancor oggi con la preghiera, per superare le difficoltà della vita. A inviarci la testimoniana del prof. Violo è stato il cognato, Ernesto Tafuri, medico chirurgo romano e dentista dei vip, uno delle migliaia di devoti a San Michele Arcangelo, che ogni anno si recano in pellegrinaggio a Oppido Lucano nell'oratorio privato dove più di 50 anni fa, il 7 luglio 1956, alla ancor giovane Francesca Lancellotti Zotta, sarebbe apparsa la visione dell'Arcangelo San Michele che le inviava un messaggio: andare a Roma e vivere pregando.

Tra i suoi devoti, che si recano in pellegrinaggio nel paesino vicino Potenza che diede i natali alla Zotta, ci sono anche molti appartenenti delle forze dell'ordine, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia, dopo la prodigiosa guarigione del tenente della Finanza Fabio Cerquetani, che durante un'operazione antidroga fu colpito alla testa da un colpo di pistola ed entrò in coma.

Anche quest'anno, il 12 luglio, i pullmann militari andranno in Lucania: la partenza la notte precedente il 12, tra mezzanotte e l'una, da piazza Cavour, piazza Bologna e piazza San Giovanni Bosco, sulla Tuscolana. Il responso dei medici per Violo fu come una sentenza senza appello.
 Ma il docente non si scoraggia. «In quella occasione, avendo sentito parlare di Francesca Lancellotti Zotta - prosegue la testimonianza - andai a trovarla in via Cavour nella sua abitazione in compagnia di mio cognato Ernesto Tafuri e di un suo amico, che ce l'aveva presentata. Questa donna sorridendomi mi disse che ero sotto la protezione della Madonna, che dovevo stare tranquillo perché sarei certamente guarito dal mio male. Mi chiese anche di andare in pellegrinaggio ad Oppido Lucano nell'oratorio privato dedicato a San Michele arcangelo in via Cervellino 70, cosa che feci approfittando dall'occasione di un pellegrinaggio organizzato dalla Guardia di Finanza».

Violo prega. E nonostante non gli fosse stata data alcuna speranza, inizia le cure. I risultati arrivano. «Di fatto dopo circa nove mesi - continua il racconto -, attraverso cinque cicli di chemio e poi altri quattro di radioterapia, eseguite sotto la guida di medici francesi nell'ospedale regionale de la Source a Orleans, ho recuperato la mia salute».

La convinzione di Violo è che senza la fede non si sarebbe salvato. «Da allora mi sento restituito alla vita - dice -, sicuramente perché Dio è stato misericordioso nei miei confronti tramite l'intercessione di Maria e certamente anche di quella donna, Francesca Lancellotti Zotta».

(IlTempo giugno 2010)




C’ERANO anche i parenti del maggiore dell’Aeronautica Militare Marco Zedda, uscito dal coma irreversibile dopo aver respirato gas per una notte intera.
E il padre di un diciottenne romano che, prossimo alla cecità per una rara malattia genetica, è improvvisamente migliorato, nell’inverno scorso, ed è tornato agli studi e a condurre una vita pressocché normale, come i suoi coetanei.

E c’era pure il maresciallo capo della Guardia di Finanza, Angelo Ruggiero, la cui madre paralizzata su una sedia a rotelle è tornata inspiegabilmente a camminare.

Tanti militari e civili, da Roma e da tante altre parti d’Italia, sono tornati a pregare nell’oratorio privato di Oppido Lucano (Potenza), meta di migliaia di devoti due volte l’anno, a luglio e a settembre, in occasione della festa di San Michele Arcangelo.

Ma quello che si è celebrato il 9 luglio scorso, nella cappellina privata in via Cervellino 70, è stato un pellegrinaggio speciale. Perché mezzo secolo fa, il 7 luglio 1956, nel luogo oggi diventato un oratorio privato dedicato a San Michele Arcangelo, una nobildonna lucana allora poco più che trentenne, Francesca Lancellotti Zotta, ebbe nella sua casa l’apparizione dell’Arcangelo che le ordinò di lasciare la sua casa natale e di recarsi nella Capitale, dove avrebbe convertito molte anime a Dio vivendo in segregazione e in preghiera.

La donna ubbidì e da allora molti militari, ma anche comuni cittadini si sono rivolte a lei, per chiedere l’intercessione di una grazia a Dio. Una lunga serie di guarigioni inspiegabili, la più clamorosa negli anni ’90 con il risveglio dal coma del tenente della Guardia di Finanza, Fabio Cerquetani, colpito da un proiettile alla testa, durante un’operazione antidroga, che gli aveva procurata la copiosa e prolungata fuoriuscita di materiale cerebrale.

Cerquetani oggi vive senza nemmeno menomazioni intellettive, nonostante i medici lo avessero dato per spacciato. Tra le migliaia di fedeli, c’erano come sempre anche i militari della Guardia di Finanza. E i soci dell’Associazione nazionale Finanzieri d’Italia, il cui organo ufficiale, Fiamme Gialle, diretto dal generale di corpo d’armata, Pietro Di Marco, ha dato ampio spazio alle prodigiose guarigioni.
Quest’anno da Bari è arrivata anche la Fanfara dei bersaglieri, che ha preceduto il corteo suonando l’inno di Mameli. E l’ingresso dell’oratorio è stato onorato dal picchetto della Guardia di Finanza. G. M. C.

(da forzearmate.eu )


[Modificato da Caterina63 16/04/2015 17:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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