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Castelgandolfo e le vacanze dei Pontefici

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2016 15:34
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18/07/2010 07:41
 
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Il presagio di Pio XI

16/07/2010


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Pio XI alla scrivania


I Patti Lateranensi segnano una nuova epoca per la residenza estiva dei Papi
. Ma durante le discussioni con il governo fascista si era affacciata anche l’ipotesi di dare ai Pontefici Villa Farnese a Caprarola oppure Villa Doria Pamphlij che sta accanto al Vaticano dietro il colle del Gianicolo nel centro di Roma, che oggi è una delle sedi di rappresentanza della Presidenza del Consiglio, quella dove si accampò Gheddafi con la sua tenda beduina durante il soggiorno a Roma.

Ma il principio di mantenere alla Santa Sede la sua villa tradizionale alla fine prevalse. Pio XI comperò alcuni orti verso Albano dove sorse una piccola azienda agricola. Nel 1934 fu trasferito l’Osservatorio Astronomico, la Specola Vaticana, che è affidato ai gesuiti, poiché a Roma c’erano troppe luci notturne che ostacolavano l’osservazione delle stelle.

     Oggi la Villa, o meglio le Ville pontificie del complesso di Castelgandolfo si estendono per 55 ettari, e godono di extraterritorialità, come il Vaticano. Papa Ratti, cioè Pio XI, eletto nel 1922 e morto nel 1939, che aveva speso molti soldi per la Villa, ne era talmente innamorato che arrivò a passarci sei mesi all’anno tra il 1934 e il 1938.

Nell’appartamento pontificio fece costruire una cappella privata e vi portò una statua della Madonna nera di Czestochowa, quasi un presagio per quando anni più tardi qui si sarebbe inginocchiato il primo Papa polacco della storia. Nel 1933 Pio XI andò due volte in segreto a Castelgandolfo ad ispezionare personalmente i lavori. E’ da Castelgandolfo che Pio XI  alzò la voce contro il nazismo e le leggi razziali italiane e la guerra imminente.


Gli sfollati del '44

16/07/2010


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Il bombardamento del 1944


Sui muri esterni della Villa Pontificia ci sono ancora i segni delle schegge
, sopra Porta Romana, la volta che immette sulla piazza di Castelgandolfo. Ad ogni restauro vengono protetti, affinchè resti come monito.


Era il 1944, quando il fronte si attestò sotto Roma. Il 23 settembre 1944 gli abitanti di Anzio e di Nettuno erano stati costretti a lasciare le loro per via di un’ordinanza tedesca. Ma i primi profughi bussarono alla Villa Pontificia già il 9 settembre quando un reparto di paracadutisti tedeschi attaccò i soldati italiani della divisione Piacenza accampati  ad Albano a Villa Doria.

Il Papa, Pio XII, diede ordine di aprile le Ville e inviò a Castelgandolfo il sostituto alla segreteria di Stato Giovanni Battista Montini e il direttore delle Ville Emilio Bonomelli. La Segreteria di Stato Vaticana aveva provveduto già a luglio a fornire agli Alleati le carte con l’esatta ubicazioni delle Ville Pontificie, per evitare errori nei bombardamenti, e nei mesi successivi aveva informato Londra che  all’interno delle Ville c’erano centinaia e centinaia di sfollati.

     La Villa era stipata di gente, accampate anche nei giardini sotto tende di fortuna, dormiva nel criptoportico, sulle scale con i materassi a terra. Il Papa aveva dato disposizione di aprire le stanze dei dignitari, il salone degli svizzeri, le sale dell’anticamera, del Concistoro e addirittura il suo appartamento.

Nella camera da letto papale in quei mesi nacquero ben 34 bambini, tra cui due gemelli
, a cui i genitori diedero i nomi di Eugenio Pio e Pio Eugenio in onore del Papa, Eugenio Pacelli, Pio XII. Bonomelli aveva organizzato un comitato di autogoverno composto da alcuni sfollati di cui lui era presidente.


I contatti con il Vaticano erano assicurati da una radio che funzionava con un generatore regalato al Papa dalla Marina Militare italiana dopo l’8 settembre. Nella Villa c’erano anche alcuni sacerdoti, un salesiano don Dino Stella e don China, che erano in contatto con  la resistenza. Due di loro un giorno uscirono nei boschi perché avevano avuto notizia che due prigionieri di guerra inglesi erano riusciti a sfuggire ai tedeschi. Li trovarono, li vestirono con la talare e la domenica in albis del 1944 li battezzarono nella chiesa parrocchiale di Castelgandolfo, mentre un ufficiale tedesco ignaro della vicenda, suonava l’organo.

     Ma nonostante gli avvisi del Vaticano gli Alleati il 10 febbraio del 1944 bombardarono la residenza di Propaganda Fide a poche centinaia di metri dalla Villa dove si trovano altri rifugiati. Fu una strage: 500 morti. La Villa pontificia si trasformò in ospedale precario per curare i feriti. Nel bombardamento vennero colpiti anche i conventi delle Clarisse e delle suore brasiliane. Dodici suore morirono. I primi due carri armati americani arrivarono a Castegandolfo il 4 giugno 1944. Due soldati con una jeep bussarono al portone della Villa ed entrarono nel cortile, quello dove oggi i fedeli assistono all’Angelus di Benedetto XVI.

 

Montini: "Quest'aria buona"

16/07/2010


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La salma di Papa Montini A Castelgandolfo


Paolo Vi morì a Castelgandolfo il 6 agosto 1978
. La salma dei Pontefice venne composta nella sala degli Svizzeri e rimase lì fino al 9 agosto quando venne portata in Vaticano in forma privata. Giovanni Paolo I, eletto il 26 agosto, non andò mai a Castengandolfo durante il suo breve pontificato. L’ottobre il cardinale Karol Wojtyla a Roma per il conclave salì a Castelgandolfo per qualche ora di riposo. Appena eletto Papa il 25 ottobre tornò a Castello tra gli abitanti in festa. Dopo la Seconda Guerra mondiale le vacanze dei Papi nella Villa ricominciarono nel 1946.


      Si calcola che Pacelli, Pio XII, trascorse a Castelgandolfo quasi un terzo del suo pontificato. Amava molto la Villa. E anche lui morì lì il 9 ottobre 1958. Era il primo pontificato che si chiudeva a Castelgandolfo. Anche Roncalli pochi giorni dopo la sua elezione volle andare nella Villa. Si affacciò alla finestra sulla piazza e liberò alcune colombe. Giovanni XXIII fu il primo Papa a recitare l’Angelus alla domenica per fedeli e iniziò la tradizione di celebrare la messa il 15 agosto nella chiesa parrocchiale per la Madonna Assunta.

Montini ogni anno tornò a Castelgandolfo per due mesi ogni anno dalla metà di luglio alla metà di settembre. Il 13 agosto 1972 durante l’Angelus parlò della vacanza: “Respiriamo quest’aria buona, ammiriamo la bellezza di questo quadro naturale, gustiamo l’incanto della sua luce e del suo silenzio”. Con l’Anno santo del 1975 il Papa decise di tornare a Roma ogni mercoledì perché l’affluenza dei pellegrini era molta e l’udienza non si poteva tenere alla Villa. E si decise per la prima volta di usare l’elicottero. A Giovanni Paolo II Castelgandolfo stava un po’ stretto, non è un mistero. Karol Wojtyla fece costruire, dicono, nel giardino della Villa una piscina che, a quanto pare, non è mai stata fotagrafata.






[Modificato da Caterina63 14/07/2013 16:32]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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