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Castelgandolfo e le vacanze dei Pontefici

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2016 15:34
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Da domani diventa museo l'Appartamento Papale di Castel Gandolfo

Un interno del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo - RV

Un interno del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo - RV

21/10/2016 

Diventano ancora più accessibili e visitabili le Ville Pontificie di Castel Gandolfo estese su antichi siti romani per 55 ettari di terreno. Infatti dopo l'apertura al pubblico, due anni fa, dei Giardini e dopo l'inaugurazione nel 2015, del museo della Galleria dei Ritratti nel Palazzo Apostolico, da domani si spalancano anche le porte più private della residenza estiva dei Papi. E le sorprese non mancano. Oggi all'anteprima per la stampa, c'era Gabriella Ceraso

Non  un giorno storico ma senz’altro simbolico, questo dell’apertura degli appartamenti del Papa al pubblico. Lo dicono tutti a Castel Gandolfo, il parroco, il sindaco e il direttore dei  Musei vaticani Antonio Paolucci, che dando il via alle visite ha ribadito: ”da oggi questa isola sigillata per pochi diventa, con un biglietto da 10 euro, un luogo di condivisione”. Papa Francesco lo vuole così e ne siamo felici.

Ed è veramente straordinario salire al secondo piano del Palazzo che nel ‘600 volle Urbano VIII e attraversare, dopo 4 secoli, la casa dei Papi, almeno dei 15 che qui sono stati. Segnate da marmi policromi, opere pittoriche e busti imponenti, ci sono le sale dell’accoglienza per gli ospiti, il Salone delle fedeli Guardie svizzere, la sala del Trono, dei  Palafrenieri, o gli ambienti più intimi del pranzo come la sala dell’Orologio, il salottino verde. La vista splendida va dai castelli romani ad Anzio, luogo di quello sbarco che nella seconda guerra mondiale portò circa 12mila persone a rifugiarsi qui. Tante donne, all’epoca, partorirono proprio nella camera del Papa. Tutto è rimasto come allora: anche quel letto semplice, cuore del Palazzo, dove si spensero Papa Pacelli e poi Paolo VI e dove passò la convalescenza Giovanni Paolo II dopo l‘attentato. E’ emozionante vedere lo studio privato dove sono nate tante pagine del magistero e soffermarsi davanti al Santissimo nella cappella privata, come hanno fatto Benedetto XVI e Francesco appena eletto e poter vedere dove la preghiera di chi ha guidato la Chiesa per secoli si è levata a Dio.

L’arte avvicina a Dio e agli uomini: è questo lo spirito di questa condivisione per Papa Francesco e anche quello che ha guidato il concerto di musiche popolari cinesi offerto al pubblico al termine della visita. In repertorio anche l’opera Anima mundi, scritta dal maestro Cui Zimo dopo l’incontro con Papa Francesco  a Santa Marta. Incontro di mani, ha detto, che c’è stato tra noi e incontro di cuori: e se il vincolo è l’amore misericordioso, ha concluso, può coinvolgere  tutte le nazioni e tutta la Terra.

Centinaia di migliaia di turisti sono attratti dalla bellezza della natura e delle atmosfere della residenza papale di Castel Gandolfo e ognuno "porta via un ricordo e una emozione particolare". Così al microfono di Gabriella Cerasoparla del nuovo progetto museale, il direttore delle Ville Pontificie, Osvaldo Gianòli


R. – Questo è un progetto che è partito da lontano: è partito nel 2014. Alla fine Papa Francesco ci ha fatto un grande dono decidendo di riaprire anche l’appartamento privato, permettendoci così di poter anche immaginare quella che poteva essere o che è stata la vita dei Pontefici qui dentro, con una condivisione che per noi è un dono. Come già in altri momenti: penso – per esempio – nel ’44, quando durante la guerra il Santo Padre accolse tutti coloro che chiedevano rifugio presso le Ville Pontificie.

D. – Direttore, qual è più o meno il flusso che voi avete calcolato da quando – praticamente sono già un paio di anni – tanti spazi sono stati aperti, dai Giardini alla Galleria dei Ritratti ed ora queste nuove stanze…

R. – L’affluenza è una affluenza che ci riempiedi orgoglio! Nel 2014 ci sono stati circa 10 mila turisti; nel 2015, sono stati circa 26 mila; e nel 2016 arriveremo a quasi 50 mila.

D. – Da cosa sono maggiormente attratti? E quali sono le loro emozioni e commenti?

R. – In generale i Giardini sono molto ben visti dal turista, che ne ammira l’ampiezza, la gestione e l’impianto che è stato realizzato negli anni Trenta da parte dell’architetto Momo, con tutti i giardini all’italiana. Ma non solo, anche la parte agreste, la parte della fattoria, la parte dell’uliveto… Naturalmente anche il Palazzo farà la sua parte, perché è molto apprezzato poter cominciare a vedere dove viveva il Pontefice e dove passava le sue vacanze, dove – diciamo così – esprimeva la sua parte privata. L’attenzione di ogni turista che viene è riportata a quell’immaginario che è un bene unico. E queste sono le impressioni maggiori che rileviamo all’uscita dal percorso.

D. – C’è qualche curiosità che queste mura, che questi spazi raccontano?

R. – Tanti aneddoti e anche tante curiosità. Per esempio, Giovanni XXIII amava molto venire a Castello, perché ritrovava una sua dimensione un po’ – diciamo – privata e qualche volta riusciva anche ad uscire inosservato attraverso il Cancello di Sant’Antonio, riuscendo così a conquistare qualche spazio di libertà, inteso come momento privato; a Papa Benedetto, che amava e che ama molto Castel Gandolfo, piaceva molto soggiornare vicino alla Fontana della Madonnina e dare da mangiare ai pesci… Questo lo ricordiamo con piacere e con affetto. Ma ce ne sono anche tanti altri…

D. – Se dovesse – anche se non ce n’è bisogno – invitare e invogliare, in qualche modo, i nostri ascoltatori a venire a vedere e a curiosare, cosa direbbe?

R. – Ognuno di noi si porterà via un ricordo che rimarrà comunque nel cuore.














Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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