Celebrata dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I dopo 88 anni di chiusura Prima messa al monastero
della Madonna di Sümela
Trabzon, 17. "Preghiamo perché la Madonna di Sümela diventi garante della pacifica coesistenza dei due popoli, cristiani e musulmani i quali oggi si incontrano su questo luogo sacro. Un luogo meta di pellegrinaggio di cristiani e turchi. E questo nostro pellegrinaggio diventi un ponte tra i due popoli.
Oggi davvero si può dire che il Mar Nero è ridiventato Mar Buono". Lo ha sottolineato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, durante la celebrazione della prima messa, dopo 88 anni di chiusura, nell'antico monastero della Madonna di Sümela, a 50 chilometri dalla città di Trabzon (l'antica Trebisonda, sul Mar Nero).
Il Patriarca è stato coadiuvato durante la messa ecumenica - vi hanno preso parte circa 15.000 persone - dal metropolita Tychon, in rappresentanza di Cirillo, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. La celebrazione è avvenuta nel giorno della Dormizione della Madonna (la festa orientale dell'Assunzione) e in pieno Ramadan, aprendo spazi di dialogo anche con l'islam. Nella sua omelia Bartolomeo I ha detto che "oggi fanno festa i credenti in Dio.
Chi crede in Cristo, chi adora la Madonna come la Theotokos, oggi è in festa. Perché benché oggi si festeggi la Dormizione della Madonna, essa non ha mai abbandonato il mondo, ma come Signora di questo mondo, intercede presso il nostro Signore a favore di tutto il mondo". "Carissimi - ha continuato - oggi è un grande momento per la chiesa di Costantinopoli (Chiesa madre di quel mondo a cui ha fatto conoscere la fede cristiana). Grazie anche alla gentile concessione del governo turco, a cui siamo grati, dopo 88 anni di letargo è possibile celebrare tutti insieme, accorsi dalla Russia, Ucraina, Georgia, Romania, Bulgaria, Grecia e dal resto del mondo, la Dormizione della nostra Signora".
Anzitutto, grazie a vari riferimenti storici, Bartolomeo I ha evidenziato il rispetto della figura della Madonna, che nutrono i musulmani, a significare che la religione non è e non deve essere terreno di scontro tra i popoli.
(©L'Osservatore Romano - 17-18 agosto 2010)
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)