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FEDE E CONOSCENZA=Sapienza, NON sono la stessa cosa!

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2011 11:26
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30/09/2010 16:22
 
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Il lavoro che segue è una mia ricostruzione, riflessione che vuole essere fedele alla Dottrina della Chiesa, pertanto se fosse individuato qualche errore, questo è solo mio e rimetto esclusivamente alla Dottrina della santa Chiesa Cattolica, l'interpretazione corretta di questo breve lavoro!
Questo testo può essere riprodotto ma con questo mio avviso e senza alcuna estrapolazione, ma integralmente con riferimento a questo originale attraverso un link!

Grazie!



AVERE FEDE..... spesse volte, cari Amici, ci sentiamo interpellati da qualcuno che ci chiede "si, ma come AVERE FEDE?" e spesse volte ci sentiamo paragonare la fede alla CONOSCENZA, ALLA SAPIENZA.... e poichè fede e conoscenza non sono sinonimi, cerchiamo brevemente di chiarire la questione....

La Fede è un DONO, lo abbiamo imparato a Catechismo (si spera) e lo abbiamo imparato anche a nostre spese.... la Fede esige L'UMILTA' di chi vuole riceverla proprio perchè essa è un DONO, inoltre questa Fede è già inserita nel nostro DNA dal Creatore, il DONATORE, perchè a TUTTI Dio ha donato e dona questo prezioso SUPPORTO che consente all'Uomo non soltanto di mettersi in cammino VERSO LA CONOSCENZA, ma dona all'Uomo anche il supporto per affrontare le situazioni della vita!

Ecco che abbiamo già un primo elemento: la Fede ci permette di incamminarci verso LA CONOSCENZA, ergo la Fede NON è conoscenza!

E questo è verificabile dal fatto che milioni di persone CREDONO, hanno fede in qualcosa o in qualcuno, ma che spesso NON è il Dio vivo vero, anche se lo cercano...
così come abbiamo le mode del momento che CREDONO in sé stesse per esempio in uno Stato come fosse un dio... o nell'ideologia politica trasformata in una divinità, oppure fanno di sé stessi un dio....
lo stesso ATEO che dice di NON credere in Dio, lo può affermare proprio in virtù del fatto che fa una scelta, ossia quella di NON credere in Dio vivo e vero, ma al tempo stesso pone nelle sue opinioni o nella scienza il fulcro della sua fede....
l'AGNOSTICO, altro esempio, CREDE senza dubbio, ma solo attraverso un determinato percorso speculativo....
e così via, gli esempi sono tanti!

Tanto per cominciare, dunque, NON esistono ricette preconfezionate che possano garantire l'apprendimento della fede cristiana-cattolica...ciò che chiamiamo METODI non sono appunto delle ricette e non è detto che essi riescano poichè molto dipende DAI SINGOLI, da come si percepisce L'ANNUNCIO, da come lo si accoglie, da un CAMMINO INTERIORE.... e non siamo ancora alla CONOSCENZA! infatti, LA FEDE, avere fede, NON SIGNIFICA AFFATTO "SAPERE"!....
La Verità di cui è custode LA TRADIZIONE DELLA CHIESA non è un "metodo" che si può dare o preconfezionare attraverso un esercito di catechisti...
la Verità di cui parliamo e parla il CCC è PERSONA=GESU' CRISTO!
per questo è impossibile che Essa può essere data attraverso la FEDE...
la Fede è una sorta di MOTORE CHE HA UN "CAPO-MECCANICO"=DIO AL QUALE CHIEDERE IL SUO FUNZIONAMENTO! e dunque RICEVERLO IN DONO.

La fede, questo motore MUOVE LE MONTAGNE, dice Gesù... ma la CONOSCENZA, IL SAPERE E' ADESIONE A QUALCUNO che sta al di sopra di noi....

La fede smuove le montagne MA NON DA CERTEZZE!!
la certezza giunge quando l'incontro PERSONALE CON IL RISORTO(=questo QUALCUNO) è vissuto nel quotidiano, NELLA SEMPLICITA'... ma per giungere a questo è necessaria L'UMILTA', LA VERA MODESTIA!

 Il beato cardinale Newman diceva: L'EGOTISMO E' LA VERA MODESTIA!


 EGOTISMO....un termine davvero nuovo per molti, un termine poco usato eppure interessante per comprendere il vero valore, la vera virtù dell'autentica MODESTIA che ci consente, in questo contesto, di comprendere come dalla Fede possiamo giungere alla vera CONOSCENZA DI COLUI CHE DONA LA FEDE....

l'egotismo che nell'etimologia inglese, da dove nasce il termine, significherebbe "parlare di sé", viene completamente dispiegato dal cardinale Newman nella sua opra "Grammatica" nella quale Newman intende far comprendere di come NESSUNO ESISTE PER Sé stesso.....non viviamo per "procura di", ma ognuno di noi ha una coscienza LIBERA, e di conseguenza è del tutto NATURALE che il primo impegno della ragione scaturisce da un personale interessamento verso sè stessi, verso la propria coscienza...
l'egotismo è, a prima istanza, un termine che designa UN ATTEGGIAMENTO MENTALE PROPRIO del modo di procedere di chiunque fondi solo su sse stesso la sicurezza delle proprie idee....

Senza dubbio appare un discorso contraddittorio.... da una parte cerchiamo di spiegare l'inganno di una ragione ripiegata su se stessa e dall'altra eleviamo l'egotismo all'applicazione della vera modestia.... cerchiamo allora di capire meglio!

Fede e conoscenza sono, così, due aspetti ben distinti...ma inseparabili se poi non si vuol crollare al primo vento di tempesta!
LA FEDE SI IMPARA!!! ed è in questo "imparare" (egotismo=vera modestia del voler imparare davvero) che si giunge alla conoscenza....a Dio piacendo perchè attenzione, non è detto che Dio voglia rivelarsi a chi lo cerca!!! ecco il valore dell'umiltà e della modestia...
e tale fede la si impara vivendo IN COMUNIONE CON LA TRADIZION E DELLA CHIESA, diversamente, quasta fede, resta mediocre, superficiale e privata del DEPOSITO DELLA FEDE infatti il DEPOSITO di cui parla san Paolo è la CONOSCENZA, LA TRADIZIONE che vivifica questa fede rendendola appunto CATTOLICA=ORTODOSSA...

Un vecchio adagio patristico recita “Unus christianus nullus christianus”, un cristiano isolato non è un cristiano, essere di Cristo vuol dire far parte del gruppo dei suoi discepoli che egli ha costituito come Chiesa. Il cristiano ha nel suo DNA la capacità di aprirsi ai fratelli....QUESTA è LA CHIESA: una Comunità di credenti e che in questa fede si incammina nella vera conoscenza......
non a caso dice l'Aposotolo Giovanni nella sua Prima Lettera cap.2

 20 Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. 21 Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22 Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23 Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.

Dunque abbiamo la scienza... e conosciamo la Verità... come renderla palese e associarla alla fede?
PREGANDO..... e affrontando una sorta di APOLOGETICA CATTOLICA nell'umiltà e con la modestia!

L'egoismo è il difetto insopportabile che conduce poi all'egocentrismo....e questo egoismo che è una grave deviazione MORALE RIDUCE L'INTERESSE ALL'UNICO SERVIZIO DEL NOSTRO AUTENTICO "IO" IL QUALE E' INVECE APERTO ALLA CONOSCENZA...
attenzione dunque, perchè chi è egoista non è detto affatto che non abbia fede in qualcosa o in qualcuno.... tuttavia la fede che nutre è RISTRETTA e preclude sé stesso alla vera conoscenza....
All'egoismo sopraggiunge poi l'egocentrismo il quale, pur manifestando di avere una certa fede, mette in moto i propri interessi esclusivamente in funzione alle sue attese ed alle bramosie del suo "ego"....
In definitiva questo quadro lo possiamo riassumere con quel detto oggi in voga: "L'IO AL POSTO DI DIO"....i miei progetti al posto di quelli di Dio.... la mia morale al posto della morale di Dio(=i Dieci Comandamenti disattesi), ecc... fino a volere imporre una CHIESA COME LA VOGLIO "IO" ANZICHE' VIVERE NELLA CHIESA CHE GESU' HA FONDATO E VOLUTO....
Ognuno può continuare queste riflessioni all'infinito e approfondirle....

L'egoismo dunque, riduce la conoscenza esclusivamente ripiegandola nel proprio io.... e di conseguenza si spinge non ad afferrare la Verità RIVELATA, ma bensì a dispiegare una verità personale, "la sua verità" per quanto essa possa essere impregnata perfino lodevolmente DI FEDE....
al contrario, l'egotismo, la vera modestia, fa partire da una considerazione che non parte dal proprio "io", ossia la Verità che mi accingo a conoscere, a vivere totalmente, a difendere e a divulgare NON E' LA "MIA" VERITA', ma l'ho ricevuta(=Tradizione) ed avendola ricevuta, non ho alcun diritto di tenerla per me, devo renderla fruttuosa e devo a mia volta DONARLA....ed ecco la trasmissione del Deposito della Fede di cui parla san Paolo appunto!

Diceva così il cardinale Newman: Ciascuno è il centro di sé!
e ciò è vero SOLO in virtù e in funzione della VERITA' RICEVUTA.... perchè questa Verità agisce principalmente dentro il nostro essere, qui "ognuno", senza dubbio, è artefice del proprio destino in funzione  a ciò che vuole credere....lo dice il libro del Siracide: Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. ........

 La fondamentale carta d'identità, o cartina tornasole se preferite, della MODESTIA è la SINCERITA' VERSO SE STESSI! Cosa scegliamo la vita o la morte?

 
senza questa sincerità, ogni via verso la vera conoscenza, a prescindere dal dono della fede, viene preclusa e non per "colpa di Dio", ma per colpa del nostro egoismo....
Gesù dice infatti di amare il prossimo come amiamo NOI STESSI.... e quale tipo di amore potremmo mai divulgare se alla base INGANNIAMO NOI STESSI, mancando di sincerità nell'uso della ragione e della conoscenza?
Può essere un vero amare noi stessi se inganniamo la nostra coscienza privandola della sincerità sulla VERITA'?
Santa Caterina da Siena parla del CONOSCIMENTO DI Sé....parla ed insegna della CELLA INTERIORE dentro la quale scorgere la Verità=Cristo e su questa formare la propria coscienza... questa è la vera MODESTIA, l'autentico egotismo che fa parlare di sè, senza dubbio,ma mai in funzione di se stessi quanto in funzione DELLA VERITA'...

La sincerità verso noi stessi è il pegno di una coscienza che pur riconoscendo i propri limiti, pur affidandosi alla fede, non nutre altra ambizione che testimoniare LA VERITA'....la quale, per altro, essendo PERSONA=GESU' CRISTO e non lettera morta... ARRICCHISCE colui che la nutre, la difende, la vive e la divulga..IO SONO LA VITA, dice Gesù..IO SONO LA VIA,  IO SONO LA VERITA' e non dice "io dico, la verità, ma IO SONO LA VERITA'"....ed è questa VERITA' che dà alla fede il coronamento del suo cammino attraverso il raggiungimento della vera e piena conoscenza....

Per questo nella fede e nella prassi, nell'apologetica Cattolica, nell'autentico confronto tra FEDE E RAGIONE(=CONOSCENZA=VERITA') ogni pretesa del proprio "io" viene esclusa, ed esclusa ogni qualsivoglia alienazione rivolta a discorsi CHIUSI ed ottenebrati dalle proprie opinioni personali spacciati come verità....

Se è vero come diciamo spesso che la VERITA' NON SI IMPONE, MA SI PROPONE(=evangelizzazione, annuncio, buona novella, ecc...) è altrettanto vero che è necessario sgombrare il campo anche da quelle IMPOSIZIONI irragionevoli che con la scusa di voler relegare la FEDE nella sfera personale, di fatto impongono agli Uomini L'IGNORANZA SULLA VERITA'.... è ciò che chiamiamo oggi "dittatura del relativismo"; del nichilismo, del liberalismo....del progressismo, del modernismo, dell'idonismo....
nelle quali e attraverso le quali, con il falso pretesto di difendere la coscienza delle persone, di fatto si impedisce loro di venire a conoscenza della Verità soppiantandola con le proprie verità.... e dove si accusa la Chiesa di pretendere una infallibilità dottrinale, di fatto la si finisce per rivendicarla alle proprie opinioni....di conseguenza il Dio di Gesù Cristo, Gesù Cristo Dio vivo e vero, Incarnato, Morto e Risorto, diventa una opinione mentre la sua negazione diventa la verità incontestabile!

La fede non può  mai essere sottomessa alla ragione, così come la ragione non può pretendere di esserle superiore.... poichè la ragione E' UN CAMMINO che serve la Fede per renderla più intelligibile ED EDUCARE la pratica del credente.... la Fede, dal canto suo, essendo DONO gratuito di Dio può esistere anche senza una ragione...
Per fare un esempio concreto pensiamo a quanti analfabeti e persone semplici la Chiesa ha elevato agli onori degli Altari portandoli come ESEMPI di grande CONOSCENZA....
pensiamo a santa Caterina da Siena, illetterata, a santa Teresina del Bambin Gesù, due Donne vissute in epoche diverse: una nel 1300, l'altra nel secolo scorso... una 33 anni, l'altra 24.... ebbene entrambe non solo canonizzate ma dichiarate DOTTORI DELLA CHIESA...


Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d'udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.(san Paolo 2Timoteo 4:3-4)

« Cristo … ha attratto e invitato pazientemente i discepoli. (Mt 11, 28-30; Gv 6, 67-68)»

Mt 11, 28-30 : «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.»
Gv  6, 67-68: «Disse allora Gesú ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;…”»

.... l’attrazione esercitata da Cristo, il suo invito e la sua pazienza non hanno certo un qualsivoglia rapporto con la “libertà” dei discepoli: si tratta piuttosto di una condizione di inevitabilità, dello stato di necessità in cui si trovano questi stessi discepoli e noi oggi come loro, come ogni cristiano in ogni sua generazione vissuta....
oggi TOCCA A NOI...

- quale fede vogliamo vivere?
- quale ragione vogliamo conoscere?
- quale coscienza vogliamo ascoltare?
- quanta sincerità poniamo nei nostri ragionamenti?
- quale VERITA' vogliamo abbracciare?



Preghiera di S. Tommaso d'Aquino prima dello studio

O Creatore ineffabile,

Tu che sei fonte vera e supremo principio di luce e sapienza,

degnati d’infondere nel mio intelletto

un raggio della tua luce.

 

Dammi profondità di penetrazione,

esattezza d’interpretazione,

facilità di apprendere,

capacità di ritenere.

 

Tu, che rendi eloquente la lingua dei fanciulli,

istruiscimi

e infondi sulle mie labbra

la grazia e la forza della tua parola.

 

Prepara

l’inizio del mio studio,

dirigine la continuazione,

completane il termine.

 

Concedimi

di amare ardentemente,

d’investigare prudentemente,

di conoscere veracemente ciò che a te piace

e di adempierlo perfettamente

a lode e gloria del tuo nome.

Amen.







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Il testo che segue, pubblicato da unafides, rende ben l'idea di quanto sopra dispiegato....


Un problema semantico: tolleranza e relativismo

Un problema semantico: tolleranza e relativismo

L’ecumenismo e il dialogo interreligioso postconciliari hanno prodotto, come tutti sappiamo, dei frutti molto amari. Oggi prevale, in quasi tutti gli ambienti, l’idea che tutte le religioni siano più o meno buone e vere. L’unica cosa che conta è la sincerità con cui l’uomo le pratica.

Di fronte a questo cedimento, nessuna autorità ecclesiastica con maggiore senso di responsabilità reagisce e chiede un rimedio. Il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna, confessò preoccupato di aver sentito dire ad una suora, molto soddisfatta, “Signor Cardinale, la grande eredità di Papa Giovanni Paolo II è stata quella di dimostrare che tutte le religioni sono buone!”

Come si sa, il Papa Benedetto XVI, fin da quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha criticato in varie occasioni il relativismo, ed è ormai celebre la sua espressione “dittatura del relativismo”, che usò nel corso del conclave che lo elesse.
Tuttavia, mi sembra che il Santo Padre abbia in mente soprattutto il relativismo etico. Egli non ammette lo scetticismo o il cinismo che negano i valori morali perenni.

Ma sul piano teologico noto che vi è un problema, forse derivato dalla mentalità umanistica e ottimistica prevalsa durante e dopo il Concilio Vaticano II: una Chiesa aperta e dialogante col mondo, con le “altre religioni”, aiuterebbe l’umanità a progredire moralmente, per evitare una terza guerra mondiale e raggiungere la pace!

Ora, una tale attitudine umanistica e filantropica porta sicuramente a vedere “aspetti positivi” dovunque, o quantomeno in tutte le religioni. In questa prospettiva, la Chiesa di Cristo finisce col sussistere in qualsiasi gruppo di uomini di buona volontà.
Io penso che nessuno può negare che sia questa la mentalità religiosa oggi prevalente e che questa sia la “politica” adottata dalle Autorità.

Ebbene, quando si vedono aspetti positivi ovunque, quando si dice, come è stato detto in un documento, che l’umanità ha bisogno delle “religioni” per il suo sviluppo, quando si afferma che la forza di persuasione dei sostenitori delle “altre religioni” (come è stato affermato ufficialmente pochi anni fa) è opera dello Spirito Santo che agisce al di fuori dei confini visibili della Chiesa, quando si dice che col dialogo ecumenico e interreligioso si ottiene un arricchimento reciproco delle “comunità ecclesiali” e delle religioni, quando si dice che il ministero petrino deve essere oggetto di una revisione per trovare una nuova modalità per il suo esercizio, quando il Papa finisce con l’esser visto come il grande promotore del movimento ecumenico e del dialogo interreligioso e non propriamente come il successore di Pietro, capo della Chiesa cattolica, quando si ammette tutto questo, mi chiedo: siamo di fronte ad un atteggiamento di tolleranza religiosa o di relativismo teologico?

Non giudico le intenzioni di nessuno. Ma penso che vi sia un serio problema. E vedo molta codardia negli uomini che hanno l’obbligo di agire e reagire in modo adeguato di fronte a tale calamità. Una volta un prelato mi disse di essere rimasto indignato a sentire Boff affermare che la Umbanda, la Candomblé, la Macumba e non so che altro, corrispondessero ad una azione dello Spirito Santo. Perché indignarsi semplicemente quando invece si trattava di un peccato ben più grave?

Quando il teologo gesuita belga Dupuis, corifeo della teologia delle religioni, venne citato davanti al tribunale dell’ex Sant’Uffizio, rifiutò di ritrattare, dicendo che era giunto alle sue conclusioni sulla base della realtà ecclesiale. Tanto bastava per ritenerlo un infelice eretico! Perché condannarlo? È stato come punire un moscerino che s’è ingoiato un cammello!

L’indimenticabile giornalista Lenildo Tabosa Pessoa ha detto che molte persone sono di sinistra e socialiste senza saperlo. Anche oggi vi sono tanti relativisti inconsapevoli. Si pensa di essere tolleranti, mentre si è relativisti. La tolleranza è l’atteggiamento che si assume di fronte ad un male che non può essere impedito, e si subisce il male per carità o per prudenza al fine di evitare un male maggiore. Oggi noi non consideriamo le “altre religioni” un male, al contrario formuliamo giudizi positivi su di esse.

Pertanto, siamo di fronte ad un problema di semantica. Il termine tolleranza non significa più la stessa cosa. Esso esprime o nasconde un atteggiamento realmente relativistico, se non teorico almeno pratico. E siccome non esiste una pratica senza la teoria, si dovrebbe riconoscere che dietro tale pratica c’è una nuova teologia eterodossa o una gravissima mancanza di prudenza nei rapporti fra la Chiesa e il mondo.

Tolleranti per carità e prudenza furono i papi di prima del Concilio Vaticano II. Pur chiamando le cose col loro vero nome (le false religioni sono false religioni), sopportarono con pazienza ed eroismo le conseguenze degli errori moderni, che non potevano impedire, ma che non cessavano di condannare apertamente.

Oggi i veri tolleranti sono chiamati intolleranti, settari, integralisti, fondamentalisti, mentre i relativisti e i liberali sono chiamati tolleranti.

Padre João Batista de Almeida Prado Ferraz Costa

Anápolis (Brasile), 23 settembre 2010
Festa di San Lino, Papa e Martire

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 27.02.2011

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Nella Liturgia odierna riecheggia una delle parole più toccanti della Sacra Scrittura. Lo Spirito Santo ce l’ha donata mediante la penna del cosiddetto "secondo Isaia", il quale, per consolare Gerusalemme abbattuta dalle sventure, così si esprime: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai" (Is 49,15).
Questo invito alla fiducia nell’indefettibile amore di Dio viene accostato alla pagina, altrettanto suggestiva, del Vangelo di Matteo, in cui Gesù esorta i suoi discepoli a confidare nella provvidenza del Padre celeste, il quale nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo, e conosce ogni nostra necessità (cfr 6,24-34). Così si esprime il Maestro: "Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno".

Di fronte alla situazione di tante persone, vicine e lontane, che vivono in miseria, questo discorso di Gesù potrebbe apparire poco realistico, se non evasivo. In realtà, il Signore vuole far capire con chiarezza che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza. Chi crede in Dio, Padre pieno d’amore per i suoi figli, mette al primo posto la ricerca del suo Regno, della sua volontà. E ciò è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo. La fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani.

E’ chiaro che questo insegnamento di Gesù, pur rimanendo sempre vero e valido per tutti, viene praticato in modi diversi a seconda delle diverse vocazioni: un frate francescano potrà seguirlo in maniera più radicale, mentre un padre di famiglia dovrà tener conto dei propri doveri verso la moglie e i figli. In ogni caso, però, il cristiano si distingue per l’assoluta fiducia nel Padre celeste, come è stato per Gesù. E’ proprio la relazione con Dio Padre che dà senso a tutta la vita di Cristo, alle sue parole, ai suoi gesti di salvezza, fino alla sua passione, morte e risurrezione. Gesù ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in Cielo, immerso nella misericordia di Dio.

Cari amici, alla luce della Parola di Dio di questa domenica, vi invito ad invocare la Vergine Maria con il titolo di Madre della divina Provvidenza. A lei affidiamo la nostra vita, il cammino della Chiesa, le vicende della storia. In particolare, invochiamo la sua intercessione perché tutti impariamo a vivere secondo uno stile più semplice e sobrio, nella quotidiana operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia.

DOPO L’ANGELUS


Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare la rappresentanza venuta in occasione della "Giornata per le malattie rare", con una preghiera speciale e un augurio per la ricerca in questo campo. Saluto i fedeli provenienti da Moncalvo e Ivrea, da Giussano, Cologno al Serio, Modena, Rimini e Cervia, Incisa Valdarno, Foligno e Spello, dalla diocesi di Concordia-Pordenone e dalla parrocchia romana di Santa Francesca Cabrini; i Salesiani Cooperatori di Latina, l’associazione culturale "L’Ottimista", il gruppo "Arcobaleno" di Modena, i ragazzi di Lodi e gli alunni della scuola "Don Carlo Costamagna" di Busto Arsizio. A tutti auguro una buona domenica.

                        Pope Benedict XVI salutes the faithful gathered in St. Peter's square at the Vatican during his Angelus prayer on February 27, 2011.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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