A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Come si può seguire la Messa antica ? e con lo stesso Spirito anche quella moderna...Seguite queste brevi istruzioni.....

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2014 12:57
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10/10/2010 16:33
 
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Amici..... stamani alla Messa Antica mi è capitato di assistere ad una scena che era tra il comico e il drammatico:
due turisti uno anziano e uno giovane, l'anziano si siede vicino a me e prende il libretto messo a disposizione dalla Chiesa per seguire la Messa e chiede conferma se si tratta di una Messa "in latino"... già definirla "in latino" non è corretto, per esempio il Papa stamani ha celebrato la Messa per l'apertura del Sinodo della Chiesa in Medio Oriente e non era nella forma antica, ma tuttavia era in latino....
Comunque sia cominciata la Messa si vedeva che l'anziano riviveva qualcosa che apparteneva al suo passato mentre il giovane sembrava piuttosto indifferente ai fatti....era come se tra una passeggiata fra le Calle ed altro, l'anziano deve averlo convinto ad entrare e provare....
Li vedo un pò distratti, non riescono a seguire, chiacchierano e disturbano e più volte gli viene chiesto di "abbassare la voce"....alla fine si alzano e se ne vanno....
Da qui mi è venuta l'idea di aprire questo thread per dare un aiuto a quanti pensano o ritengono che la Messa antica sia così difficile da seguire....

Sfatiamo anche il luogo comune  che questa Messa sia "incomprensibile" perchè anche quella "riformata" lo è... non esiste una Messa "comprensibile" il Mistero che avviene e si compie NON è possibile disvelare ed esso viene accolto solo dal SESTO SENSO come amava dire san Tommaso D'aquino, ossia il senso FIDEI il senso della fede....
Ciò che noi possiamo COMPRENDERE è il genere di partecipazione....il perchè stiamo lì alla Messa, il perchè andiamo a ricevere l'Eucarestia, il perchè Gesù si offre a noi...
Se qualcuno di voi avesse l'opportunità di farlo, faccia una ricerca dei MESSALINI O BREVIARI di un tempo, di prima del Concilio e si accorgerà che in essi vi sono contenuti i testi per la Messa sempre tradotti nella lingua del luogo con accanto la forma in latino....ergo, chiunque in passato e al presente può davvero capire cosa si dice nella Messa...

Ma per facilitare ora il tutto, metterò qui nella forma più semplice possibile e a grandi linee il come si segue la Messa antica e le parti, pochissime, in cui il fedele risponde...il resto della Messa NON è un escludere il Fedele, al contrario è ATTIRARLO NEL MISTERO ATTRAVERSO IL SILENZIO (spesso parla il Canto....o l'organo) mentre il Sacerdote compie il suo Ministero che gli è proprio...

Cominciamo dalla BENEDIZIONE, ASPERSIONE: Asperges me, Domine, hyssopo et mundabor

Mi aspergerai, o Signore, con issopo e sarò mondato

 il RITO DELL'ASPERSIONE avviene sia nella Messa antica quanto in quella riformata, peccato che nelle Parrocchie si usa talmente poco da averlo fatto dimenticare e i giovani non lo conoscono....
anche il Papa stamani alla Messa in San Pietro ha ripetuto questo Rito dell'Aspersione....in latino...
prima di darvi le indicazioni sul cosa si dice, vi lascio una breve spiegazione su cosa è l'ACQUA SANTA E PERCHE' SI BENEDICE....



Istruzione sull' Acqua Santa

tratto dal manuale di Filotea di Giuseppe Riva.

L'uso dell'Acqua Santa è antichissimo. S.Giustino infatti ci fa sapere nella sua II apologetica che fin dai suoi tempi, cioè al principio del II secolo, ogni domenica si poneva gran cura perchè, dovunque si adunavano i fedeli, non mancasse l'acqua benedetta, colla quale il sacerdote li aspergeva perchè fossero sempre meglio purificati.
E prima ancora di san Giustino il papa s.Alessandro comandò ai sacerdoti di benedir tutto il popolo con l'Acqua Santa: e dalle parole del suo decreto rilevasi che questa pratica era già in uso fin dai tempi apostolici. Il primo autore di questa istituzione si crede essere l'apostolo s.Matteo.

L'acqua Santa si fa dai Sacerdoti in cotta e stola, mischiando il sale coll'acqua, recitando sopra do essa le orazioni prescritte dalla Chiesa. Si mischia il sale coll'acqua affinchè, essendo il sale simbolo di purezza e dell'incorruzione, e l'acqua simbolo di semplicità e purità, tutti coloro che di essa si aspergono restino purificati da ogni immondezza, e premuniti contro le insidie diaboliche; e coll'aiuto divino divengano prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Questo mescolamento rappresenta inoltre:
  1. la incarnazione del Verbo: perocchè se nell'acqua che scorre sopra la terra si rappresenta la natura umana, nel sale che tutto condisce e rende incorruttibile, si rappresenta la natura divina che in unità di persona si trova in Gesù Cristo;
  2. l'unione del popolo con Gesù Cristo, perocchè, come del'acqua che è tutta semplicità e del sale che è tutto sapore, si fa una cosa sola, così del popolo fedele si fa un solo corpo mistico con Gesù Cristo per mezzo della sapienza evangelica che ce lo fa conoscere ed amare, e quindi strettissimamente ci unisce a lui per mezzo della Grazia in questa vita e per mezzo della gloria nell'altra.

L'acqua benedetta si pone all'ingresso della chiesa, affinchè il popolo che vi entra, mondato delle colpe veniali, preghi con maggiore purità di coscienza, e più facilmente impetri ciò che chiede. Il che tanto più conviene ai cristiani al primo metter piede entro le chiese, in quanto che gli Ebrei erano soliti purificarsi prima di entrare nel tempio; ed è perciò che al suo ingresso si trovano capacissime vasche espressamente ordinate a questo scopo.

Si costuma inoltre di portarla alle proprie abitazioni, ed ivi conservarla con decenza presso il letto onde usarla per farsi il segno della Santa Croce nel coricarsi, nel levarsi, in tempo di gravi tentazioni, di procelle, di malattie, non che di qualunque altro bisogno, e così chiamare sopra di se la benedizione del Cielo, e sempre più rinvigorirsi contro gli assalti dei propri nemici. Si aspergono ancora:

  1. le case, le stalle, le mandrie, onde tener lontane le infestazioni degli spiriti maligni;
  2. Le suppellettili, le vesti, i cibi, affinchè il loro uso riesca profittevole sia all'anima che al corpo;
  3. il cimitero e i cadaveri dei fedeli, onde rendere sempre più efficaci i suffragi che si fanno alle anime dei defunti;
  4. finalmente tutti i luoghi Sacri e gli oggetti di culto, affinchè santificati con questa aspersione riesca di maggiore gradimento al Signore l'uso che se ne fa, e ispirino i fedeli la venerazione che si meritano.

Per godere poi tutti i vantaggi a cui è ordinata l'Acqua Santa, bisogna usarla con sentimenti di fede, di umiltà e di contrizione, giacchè quest'Acqua non opera se non per via di impetrazione, e sempre a misura delle disposizioni di chi se ne serve. E' dunque interesse di ogni cristiano d'adoperarla frequentemente, ma sempre con grande rispetto, e di tenerne sempre provveduta la propria casa.






Per la Santa Messa, quando il Sacerdote asperge i Fedeli, questa è la preghiera e la sequenza che si dice (utile anche per far benedire gli oggetti dal sacerdote):




                          Pope Benedict XVI blesses the altar as he celebrates a mass for the opening of a crisis summit  of Middle East bishops to discuss the future of embattled Christians in the region, in St. Peter's Basilica at the Vatican, Sunday, Oct. 10, 2010. Benedict told the region's bishops during a homily that despite their difficulties, Christians must work for peace and justice in the region and foster dialogue with Jews and Muslims.


Asperges me, Domine, hyssopo et mundabor,
Lavabis me, et super nivem dealbabor.
Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam
.

Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto
Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen.

- Asperges me, Domine, hyssopo et mundabor,
Lavabis me, et super nivem dealbabor.

- Ostende nobis, Domine, misericordiam tuam;
- et salutare tuum da nobis.

- Domine, exaudi orationem meam;
- et clamor meus ad te veniat.

- Dominus vobiscum.
- Et cum spiritu tuo.

Oremus:

Exaudi nos, Domine sancte, Pater omnipotens, aeterne Deus: et mittere digneris sanctum Angelum tumm de coelis, qui custodiat, foveat, protegat, visitet, atque defendat omnes habitantes in hoc habitaculo.
Per Christum Dominum nostrum.

Amen!


  in italiano


Mi aspergerai, o Signore, con issopo e sarò mondato
Mi laverai, e sarò più bianco della neve.
Abbi pietà di me, o Dio,
secondo la Tua grande misericordia
.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
come era nel principio, e ora e sempre,
e nei secoli dei secoli.
Amen.

Mi aspergerai, o Signore, con issopo e sarò mondato
Mi laverai e sarò più bianco della neve.

- Manifestaci, o Signore, la tua misericordia;
- e donaci la tua salvezza.

- Signore, esaudisci la mia preghiera;
- e il mio grido giunga fino a Te.

- Il Signore sia con voi,
- e con il tuo spirito.

Preghiamo:

Esaudisci, Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio: degnati di mandare dal Cielo il tuo santo Angelo, che custodisca, sostenga, protegga, visiti e difenda tutti gli abitanti di questo luogo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
[Modificato da Caterina63 10/10/2010 18:25]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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10/10/2010 17:06
 
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Prima di entrare nel Rito della Messa vi ricordiamo che qui:
http://www.messainlatino.it/pag9_sito.htm
potrete scaricare l'Ordinario della Santa Messa, nella forma antica detta Straordinaria, e comodamente stamparlo e averlo sempre con voi ad ogni Messa.....
inoltre qui:
La Santa Messa spiegata ai Fanciulli, ai Bambini.... un grazie alla FSSP di Venezia
potrete aiutare i più giovani, ma anche al Catechismo, a comprendere davvero cosa è la Messa....


Dunque, dopo il Rito dell'Asperisione che il sacerdote fa indossando il piviale, entriamo nella Messa e il sacerdote indossa la pianeta....si avvia all'altare e noi, spiritualmente, idealmente lo accompagnamo.... cosa possiamo fare in questi momento in cui sembra che il Sacerdote ci volti le spalle e parli per conto suo?
 in verità il Sacerdote non solo NON ci sta voltando le spalle ma non sta parlando neppure da solo.... Egli sta rivolto verso Dio e CON NOI e PER NOI sta introducendo le necessità sue e del popolo di Dio, con le necessità della Chiesa, deponendo il tutto AI PIEDI DELL'ALTARE....

In Nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen

Noi vediamo il Sacerdote che si segna e lo facciamo anche noi.....

Da qui ciò che fa il Sacerdote si dice "PREGHIERE AI PIEDI DELL'ALTARE" seguite dal CONFITEOR, la richiesta di "perdono dei peccati"

LEGGENDA:

Sac.= Sacerdote

Min.= Ministri o accoliti all'Altare

Tutti = i fedeli. Siamo tutti invitati a rispondere e a partecipare, anche e

soprattutto con il canto. Questa è la Santa Messa, non un concerto,




Sac. - Introíbo ad altáre Dei.

Min. - Ad Deum qui laetíficat iuventútem meam.

Sac. – IUDICA ME, Deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab hómine iniquo, et dolóso érue me.

Min. - Quia tu es, Deus, fortitúdo mea: quare me repulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?

Sac. – Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt et adduxérunt in montem sanctum tuum, et in

tabernácula tua.

Min. - Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum qui laetíficat iuventútem meam.

Sac. - Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus; quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?

Min. - Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutare vúltus mei, et Deus meus.

Sac. - Glória Patri et Fílio et Spirítui Sancto.

Min. - Sicut erat in princípio et nunc et semper, et in saecula saeculórum. Amen.

Sac. - Introíbo ad altáre Dei. (qui inizia la parte ad alta voce)

Tutti - Ad Deum qui lætíficat iuventútem mèam

Sac. - Adiutórium nostrum  in nómine Dómini.

Tutti - Qui fécit cælum et tèrram

Sacerdote dice prima da solo:
- Confíteor Deo omnipoténti, Beátae Maríae semper Virgini, beáto

Michaëli Archángelo, beáto Joánni Baptístae, sanctis Apóstolis

Petro et Paulo, ómnibus Sánctis et vobis, fratres: quia peccávi nimis

cogitatíone, verbo et ópere: mea culpa, mea culpa, mea máxima

culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum,

Michaëlem Archángelum beátum Joánnem Baptistám, Sanctos

Apóstolos Petrum et Paulum, ómnes Sanctos, et vos, fratres, oráre

pro me ad Dóminum Deum nostrum.


Min. - Misereátur tui Omnípotens Deus, et dimíssis peccátis tuis, perdúcat

te ad vitam aetérnam.

Sac. - Amen.


Tutti - Confíteor Deo Omnipoténti, Beátæ Maríæ semper Vírgini,

beáto Michaëli Archángelo, beáto Joánni Baptístae, sanctis

Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sánctis et tibi, pater: quia

peccávi nimis cogitatíone, verbo et ópere:
(percuotendosi per tre
volte il petto) mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo

prècor Beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaëlem

Archángelum, beátum Joánnem Baptistám, Sanctos Apóstolos

Pètrum et Pàulum, ómnes Sanctos, et te, pater, oráre pro me

ad Dóminum Deum nostrum.


Sac. - Misereátur vestri omnípotens Deus, et dimíssis peccátis vestris

perdúcat vos ad vitam aetérnam.

Tutti - Amen.

Sac. - Indulgéntiam,  absolutiónem, et remissiónem peccatórum

nostrórum, tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.

Tutti - Amen

Sac. - Deus, tu convérsus vivificábis nos.

Tutti - Et plebs tua lætábitur in te.

Sac. - Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.

Tutti - Et salutáre tùum da nobis

Sac. - Dómine, exáudi oratiónem meam.

Tutti - Et clámor meus ad te véniat


Sac. - Dóminus vobiscum.

Tutti - Et cum spíritu tuo

Sac. - Orémus


INTROITO

(SEDUTI)

Il Sacerdote ascende all’altare.

Sac. - Aufer a nobis, quaésumus, Dómine, iniquitátes nostras: ut ad sancta sanctórum puris mereámur méntibus

introíre. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.

Il Sacerdote bacia la pietra sacra dell’altare dicendo:

Orámus te, Dómine, per mérita Sanctórum tuórum quórum relíquiae hic sunt, et omnium Sanctórum: ut

indulgére dignéris ómnia peccata mea. Amen.

Nella Messa solenne, si incensa il tabernacolo, la croce e l’altare.

CANTO DEL KYRIE

Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Christe, eléison.

Christe, eléison.

Christe, eléison.

Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.


CANTO DEL GLORIA

(IN PIEDI)

(si omette in tempo di Avvento e di Quaresima)

Si canta  a voci alternate con il

coro: i fedeli cantano le parti sottolineate e in neretto

Sac. - GLÓRIA IN EXCÉLSIS DEO

Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te.

Benedícimus te.

Adorámus te.

Glorificámus te.

Grátias ágimus tibi pròpter magnam glóriam tuam.

Dómine Deus, Rex cæléstis, Deus Pàter Omnípotens.

Dómine, Fili unigénite Iesu Christe.

Dómine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.

Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.

Qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.

Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.

Quóniam tu solus Sanctus.

Tu solus Dóminus.

Tu solus Altíssimus, Iesu Christe.

Cum Sancto Spiritu in glória Dei Patris.

Amen.

Sac. - Dóminus vobíscum.

Tutti - Et cum spíritu tuo

Il Sacerdote recita l'orazione detta COLLETTA, che è parte variabile della

S. Messa e così termina:

Sac - …per omnia saécula sæculórum

Tutti - Amen.

[Modificato da Caterina63 10/10/2010 17:08]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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[SM=g1740733] Deo gratias,
Canto gregoriano, Quaresima e Tempo per Anno,
Studio del Canto Gregoriano, INTROIBO AD ALTARE DEI,
Giovanni Vianini, Milano, Italia www.cantogregoriano.it

it.gloria.tv/?media=101410




[SM=g1740717]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Un grazie al Blog: Sacris Solemniis

L'uso del campanello d'Altare nelle Forme del R.R.


Da sempre nei riti Cristiani si usa suonare un campanello per sottolineare i momenti di maggiore importanza durante la Messa. In molte parrocchie, con il diradarsi dei chierichetti, si sta perdendo l'uso di questo semplice strumento, che irrompe nel silenzio e richiama il fedele, partecipe al Sacrificio.

Vediamo secondo le due forme del Rito Romano, come si regola l'uso del campanello...

nella Forma Ordinaria del Rito Romano il suo uso è limitato al momento della Consacrazione,

infatti leggiamo nel Messale Romano:

150. Poco prima della consacrazione, il ministro, se è opportuno, avverte i fedeli con un segno di campanello. Così pure suona il campanello alla presentazione al popolo dell' ostia consacrata e del calice secondo le consuetudini locali.


Da ciò si deduce che il campanello serva per avvertire i fedeli dell'imminenza della consacrazione. In questo caso, il modo più corretto di agire è dare un segnale con il campanello una volta appena finito il "Santo" e quindi subito prima della preghiera di Consacrazione, in modo che i fedeli sentendolo abbiano modo di inginocchiarsi. Successivamente si suonerà tre volte all'elevazione dell'Ostia e tre volte all'elevazione del Calice. Anche se non esplicitamente previsto, è buona norma dare un ultimo segnale con il campanello al "Mistero della Fede" o dove sia la lodevole consuetudine di rimanere inginocchiati fino alla fine del Canone, alla fine del "Per Cristo".

Nella Forma Extraordinaria del Rito Romano invece, il campanello ha un uso molto più articolato, volto a sottolineare i momenti salienti dela Celebrazione:

  • innanzitutto vengono dati tre segnali di campanello al Sanctus, uno per ogni volta che viene recitata la suddetta parola, ed è segnale perchè i fedeli si inginocchino.
  • durante il Canone viene dato un segnale all'inizio delle formule di Consacrazione, quando il Sacerdote stende le mani sul Calice alla preghiera dell'Hanc Igitur
  • alla consacrazione si da un segnale quando il Sacerdote si inginocchia prima e dopo le elevazioni, oltre ai tre segnali durante le elevazioni stesse.
  • un altro segnale si da alla piccola elevazione delle Specie Eucaristiche, subito dopo il Per Ipsum
  • infine si danno tre segnali prima della Comunione del Celebrante, ogni volta che questi dice: Domine non sum Dignus...


 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Maniera pratica per ascoltare con frutto la S. Messa.

Consigli pratici e suggerimenti di san Giovanni Bosco
tratto da: La Chiave del Paradiso in mano al Cattolico, 1856 [SM=g1740733]



La messa è l'offerta ed il sacrifìcio del corpo e del sangue di Nostro Signor Gesù Cristo che viene offerto e distribuito sotto le specie del pane e del vino. Capite bene, o cristiani, che l'assistere alla Santa Messa fa lo stesso come se voi vedeste il Divin Salvatore uscir di Gerusalemme e portare la croce sul monte Calvario, dove giunto viene fra più barbari tormenti crocifisso, spargendo fino all’ultima goccia il proprio sangue. Questo medesimo sacrifizio rinnova il Sacerdote mentre celebra la Santa Messa, con questa sola distinzione, che il sacrifizio del Calvario Gesù Cristo lo fece collo spargimento del sangue, quello della Messa è incruento, cioè senza spargimento del sangue.

Siccome non si può immaginare cosa più santa, più preziosa quanto il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Gesù Cristo, così voglio che, quando andate alla S. Messa, siate persuasi di fare una azione la più grande, la più santa, la più gloriosa a Dio e la più utile all'anima vostra. Gesù Cristo viene egli stesso in persona ad applicare a ciascuno in particolare i meriti di quel sangue adorabilissimo, che sparse per noi sul Calvario in Croce. Ciò deve inspirarci una grande idea della Santa Messa e farci desiderare di assistervi bene.

Ma rattrista il vedere tanti cristiani a fare poco o nissun conto della santa Messa, andarvi di rado, o starvi di mala voglia, ascoltarla volontariamente distratti senza modestia, senza attenzione, senza rispetto, rimanendosi in piedi, guardando qua e là. Ah! sappiano costoro che rinnovano più volte i patimenti del Calvario con grave scandalo degli altri e disonore della Religione.

Per evitare un male così grande entrate con disposizioni di vero cristiano nello spirito di Gesù Cristo, e supponete di vederlo cominciare la sua dolorosa passione, esposto ai più barbari trattamenti per nostra salvezza. Durante la Messa state con modestia e raccoglimento tale che alcuna cosa non sia per disturbarvi. Il vostro spirito, il cuore, i sentimenti vostri non siano ad altro intenti che ad onorare Iddio.

Io vorrei qui potervi parlare del gran bene della santa Messa, e delle grandi benedizioni che si possono ottenere dal Signore per mezzo di essa. Ascoltate solo quello che dice il Beato Leonardo da Porto Maurizio.

Egli chiama la S. Messa arco celeste che placa le tempeste della Divina Giustizia, quindi continua così: Io credo che, se non fosse la Messa, il mondo a quest'ora sarebbe già sprofondato, per non poter più reggere al peso di tante iniquità. La Messa è quel potente sostegno che lo sostiene in piedi.

E per animare tutti ad essere solleciti per ascoltare la santa Messa, il medesimo beato Leonardo soleva predicare: Lasciate che io salga sulle cime dei più alti monti e quivi a gran voce esclami: Popoli ingannati: popoli ingannati, che fate voi? Perchè non correte alla chiesa per ascoltare santamente quante messe potete?

Vi raccomando pertanto di avere grande premura per andare alla Santa Messa, e di tollerare a tal fine anche qualche incommodo. S. Isidoro, che era servo di campagna, si levava di buon mattino per andare alla santa Messa, e trovavasi a tempo debito a fare quelle cose che dal suo padrone gli venivano comandate. Con questo si tirò dai Signore ogni sorta di benedizioni; i suoi lavori, ed ogni cosa gli riusciva bene.



[SM=g1740717] [SM=g1740720] In principio della Messa.



Signor mio Gesù Cristo, io vi offerisco questo santo sacrifizio a vostra maggior gloria ed a bonte spirituale dell'anima mia, fatemi la grazia che il mio cuore e la mia mente ad altro più non pensino che a voi. Anima mia, scaccia ogni altro pensiero e preparati ad assistere a questa santa Messa col massimo raccoglimento.



Al Confiteor.

Io confesso a Dio onnipotente, alla Beata sempre Vergine Maria, al Beato Michele Arcangelo, al Beato Giovanni Battista, a' santi apostoli Pietro e Paolo e a tutti i Santi, che molto peccai con pensieri, parole ed opere per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Perciò prego la Beata Vergine Maria, il Beato Michele Arcangelo, il B. Giovanni Battista, i Ss. Apostoli Pietro e Paolo e tutti i santi ad intercedere per me appresso il Signor nostro Iddio.



Il Sacerdote ascende all'altare.

Tutta la terra vi adori, o Signore, e canti lode al vostro santo nome. Sia gloria al Padre, al Figliuolo ed allo Spirito Santo. Così sia.



Al Kyrie eleison.

Signor mio G. C, abbiate misericordia di questa povera anima mia.

Al Gloria.

Sia gloria a Dio nel più alto de' cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà, perchè solo Iddio è degno di essere lodato e glorificato per tutti i secoli.


All'Oremus.

Ricevete, o Signore, le preghiere che da questo sacerdote vi sono indirizzate per me. Concedetemi la grazia di vivere.e morire da buon cristiano nel grembo della santa Madre Chiesa.


All'Epistola.

Infiammate, o Signore, il cuor mio del vostro santo amore, acciocchè io vi ami e vi serva tutti i giorni della mia vita.


Al Vangelo.

Io sono pronto, o Signore, a confessare la fede del Vangelo a costo della mia vita, professando le grandi verità, che ivi sono contenute.

Datemi grazia e fortezza per fare la vostra Divina volontà, e fuggire tutte le occasioni di peccare.


Al Credo.


Io credo fermamente tutte le verità che voi, mio Dio, rivelaste alla vostra Chiesa, perchè siete verità infallibile. Accrescete perciò in me lo spirito di viva fede, di ferma speranza, e d'infiammata carità
.



All'Offertorio.

Vi offerisco, o mio Dio, per le mani del Sacerdote quel pane e quel vino che debbono essere cangiati nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo
.

Vi offro nel medesimo tempo il mio cuore, la lingua mia, affinchè per l'avvenire altro non desideri nè di altra cosa io parli, se non di quello che riguarda al vostro santo servizio.



All'Orate Fratres.


Ricevete, Signore, questo sagrifizio per onore e gloria del vostro santo nome, per mio vantaggio, e per quello di tutta la vostra Santa Chiesa.



Al Praefatio.


Mio cuore, alzati a Dio e pensa alla passione di G. C., che egli rinnova pe' tuoi peccati.



Al Sanctus.

Anima mia, unisci ogni tuo affetto al coro degli Angeli, e canta con essi un inno di gloria dicendo: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio degli eserciti. Sia glorificato e benedetto per tutti i secoli.



Al Memento dei vivi.

Vi prego, o Gesù mio, di ricordarvi de' miei genitori, degli altri parenti, de' miei benefattori, degli amici miei, ed anche de' miei nemici: ricordatevi altresì del Sommo Pontefice e di tutta la Chiesa, e di ogni autorità spirituale e temporale, a cui tutti sia pace, concordia e benedizione.



All’elevazione dell'Ostia.

Con tutta umiltà prostrato vi adoro, o Signore, e credo fermamente che voi esistete in questa Ostia sacra. Oh gran mistero, un Dio viene dal cielo in terra per la mia salute! Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo sacramento.



(100 giorni d'indulgenza ogni volta).




All’Elevazione del calice.

Signor mio Gesù Cristo, io adoro quel sangue che voi spargeste per salvare l'anima mia. Io ve l'offerisco in memoria della vostra passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo; ricevetelo in isconto de' miei peccati, e pei bisogni di santa Chiesa
.



Al memento dei morti.

Ricordatevi, Signore, delle anime del Purgatorio e specialmente di quelle de' miei parenti, benefattori spirituali e temporali. Liberatele da quelle pene e date a tutte la gloria del paradiso.



Al Pater noster.

Vi ringrazio, Gesù mio, di questo eccellente modello di preghiera che mi deste: fatemi la grazia che io la possa recitare colla divozione e coll'attenzione che si merita. Concedetemi quanto in essa vi domanda per me quel sacerdote, e soprattutto che io non cada in mortale peccato, unico e sommo male che può farmi perdere eternamente. Dite il Pater noster, etc.



All'Agnus Dei.

Gesù, agnello immacolato, vi supplico ad usare misericordia a me e a tutti gli uomini del mondo affinchè tutti si convertano a voi, per godere quella vera pace che provano coloro che sono in grazia vostra.



Al Domine non sum dignus.

O Signore, per la moltitudine de' miei peccati io non son degno che voi veniate ad abitare nell'anima mia, ma dite solamente una parola, e mi sarà rimesso ogni peccato. Oh quanto mi spiace di avervi offeso, fatemi la grazia, che non vi offenda mai più per l'avvenire.



Alla Comunione.

Se non potete comunicarvi sacramentalmente fate almeno la comunione spirituale, che consiste in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore, dicendo:

Mio caro e buon Gesù, poichè questa mattina io non posso ricevere l'Ostia santa, venite nondimeno a prendere possesso di me colla vostra grazia, onde io viva sempre nel vostro santo amore. La grazia che singolarmente vi domando è di potere star lontano dalle cattive compagnie, che pur troppo sono stato occasione delle mie cadute nel peccato
.



Alle ultime orazioni.

Vi ringrazio, o mio Dio, di esservi sacrificato per me. Fate che sin da questo momento tutto io mi possa sacrificare a Voi. Dispiaceri, fatiche, caldo, freddo, fame, sete ed anche la morte tutto accetterò volentieri dalle vostre mani, pronto ad offerire tutto e perdere tutto, purchè io possa adempiere quello che prescrive la vostra santa legge.



Alla Benedizione.

Benedite, Signore, queste sante risoluzioni, beneditemi per la mano del vostro ministro, e fate che gli effetti di questa benedizione siano eternamente sopra di me. Nel nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo. Così sia.



All’ultimo Vangelo.

Verbo eterno, fatto carne per salvare l'anima mia, io vi adoro col più profondo rispetto, e vi ringrazio di quanto patiste per me. Concedetemi la grazia di conservare i frutti di questa santa Messa; perdonatemi, se non vi ho assistito colla debita attenzione, e fate che uscendo io di questa chiesa abbiano gli occhi, la lingua e tutti i sensi miei in sommo orrore ogni cosa che si opponga alle verità del vostro santo Vangelo.



Dite una Salve alla B. V. Immacolata ed un Pater a S. Giuseppe, affinchè vi aiutino a mantenere i proponimenti fatti, e soprattutto ad evitare lo occasioni del peccato.


[SM=g1740733]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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[SM=g1740722] Santa Messa nel Rito Antico, celebrata da Don Reto Nay nella chiesa parrocchiale di Sogn Vigeli, Sedrun / Tujetsch nel cantone svizzero dei Grigioni.

seguite ora così i testi che abbiamo riportati e che vengono riportati nel video come una specie di karaoke....da non poter più dire: NON CONOSCO, NON COMPRENDO! [SM=g1740733]

it.gloria.tv/?media=109690



[SM=g1740717]


[SM=g1740722]
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Dal lavoro all’Eucaristia



di mons. Angelo Casile*




ROMA, venerdì, 11 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La riflessione sul rapporto che esiste tra l’Eucaristia e il lavoro non può non partire dalla benedizione per la presentazione dei doni nella celebrazione eucaristica: «Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane (questo vino), frutto della terra (della vite) e del lavoro dell’uomo. Lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna».[1]


                            

Al vino si unisce un po’ d’acqua per esprimere «la nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana».[2] Il pane e il vino, e l’acqua, sono presentati come frutti della terra, della vite e del lavoro dell’uomo, perché attraverso la sua attività l’uomo prepara ciò che è indispensabile per celebrare l’Eucaristia: potremmo dire che se non ci fosse l’uomo che lavora non ci sarebbe l’Eucarestia. La Chiesa accoglie il lavoro come offerta, come collaborazione con Dio creatore e redentore, e lo “trasforma” nel Corpo del Signore perché ridia a ciascuno di noi vita e speranza certa.

Benedetto XVI ci ricorda che la presentazione dei doni non è una «sorta di “intervallo” tra la liturgia della Parola e quella eucaristica. Ciò farebbe venir meno, tra l’altro, il senso dell’unico rito composto di due parti connesse. In questo gesto umile e semplice si manifesta, in realtà, un significato molto grande: nel pane e nel vino che portiamo all’altare tutta la creazione è assunta da Cristo Redentore per essere trasformata e presentata al Padre».[3]

Il lavoro nell’Eucaristia e nella preghiera della Chiesa

La liturgia canta la bellezza del lavoro umano, individuale e sociale, come partecipazione all’opera creativa e redentiva di Dio e prega per la santificazione del lavoro con parole stupende: «O Padre, che chiami gli uomini a cooperare, mediante il lavoro quotidiano, al disegno immenso della tua creazione, fa’ che nello sforzo comune di costruire un mondo più giusto e fraterno ogni uomo trovi un posto conveniente alla sua dignità, per attuare la propria vocazione e contribuire al progresso di tutti».[4]

In questa preghiera possiamo trovare gli elementi fondamentali del lavoro umano: cooperazione all’opera di Dio, fedeltà quotidiana, partecipazione comune, impegno di giustizia e fraternità fondato sulla dignità della persona umana, compimento della propria vocazione, contributo allo sviluppo di ogni uomo e di tutto l’uomo. In tutta questa ricchezza di significati, il lavoro è assunto da Cristo uomo-Dio per essere consegnato al Padre, perchè Dio sia tutto in tutti (cfr 1Cor 15,28).

Si prega per il lavoro nel 1° maggio, memoria di san Giuseppe lavoratore, perché l’uomo sia fedele alle sue responsabilità, mangi del lavoro delle sue mani, sia felice e goda di ogni bene.[5] Si evidenzia il mistero di Cristo nel tempo e la santificazione del lavoro attraverso la celebrazione delle Quattro tempora [6] strutturata seguendo l’alternarsi delle stagioni (chrònos) e il loro riferimento al tempo liturgico (kairòs). Si prega ancora per il lavoro (nel senso più ampio di attenzione alla politica, alla giustizia e alla pace, alla custodia del creato, al bene comune) quando la Chiesa invoca la protezione di Dio: nel tempo della semina e del raccolto,[7] per quanti migrano per lavoro lungo le vie del mondo, [8] per la giustizia e la pace e per tutta la società civile. [9]

A questi testi vanno aggiunti i non pochi riferimenti presenti nella celebrazione della Giornata mondiale per la pace (1° gennaio), nella Giornata per salvaguardia del creato (1° settembre), nella Giornata per il ringraziamento (II domenica novembre), nella Liturgia delle Ore, soprattutto nelle invocazioni delle Lodi e nelle intercessione dei Vespri, e nel Benedizionale, strumento pastorale da valorizzare sempre più.

Eucaristia e lavoro: la fatica di ogni giorno

Nell’Eucaristia, oltre alle gioie della preghiera e del nostro essere fratelli, portiamo all’altare «fatiche di ogni giorno» e «ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente».[10]

I problemi che colpiscono il mondo del lavoro mi sembra siano generati da un semplice fatto: la società attuale non considera la persona umana che sta dietro ogni professione. «Il rapporto con il tempo, in cui si esplica l’attività del lavoro dell’uomo e il suo riposo, pone forti provocazioni al credente, condizionato dai vorticosi cambiamenti sociali e tentato da nuove forme di idolatria. Occorre pertanto chiedere che l’organizzazione del lavoro sia attenta ai tempi della famiglia per accompagnare le persone nelle fatiche quotidiane, consapevoli delle sfide che derivano dalla precarietà del lavoro, soprattutto giovanile, dalla disoccupazione, dalla difficoltà del reinserimento lavorativo in età adulta, dallo sfruttamento della manodopera dei minori, delle donne, degli immigrati. Anche se cambiano le modalità in cui si esprime il lavoro, non deve venir meno rispetto dei diritti inalienabili del lavoratore: quanto più profondi sono i cambiamenti, tanto più deciso deve essere l’impegno dell’intelligenza e della volontà per tutelare la dignità del lavoro».[11]

Benedetto XVI invita ad agire per consentire a tutti l’accesso e il mantenimento del lavoro. Lo impongono: la dignità della persona, ogni uomo deve lavorare per essere se stesso; le esigenze del giustizia, per non aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze ricchezza; la ragione economica, ciascuno può e deve contribuire allo sviluppo del proprio Paese.[12]

L’impresa (cooperativa, azienda) è un patto per la crescita del territorio. La disoccupazione può essere sconfitta solo se si creano posti di lavoro, solo se esistono cooperatori, imprenditori, che scommettono sulla dignità della persona umana e sul territorio per la riuscita della loro impresa come si sforza di mostrare la Chiesa italiana attraverso il Progetto Policoro (evangelizzare, educare,esprimere impresa).

Nello storico incontro per il Giubileo mondiale dei lavoratori, Giovanni Paolo II – che ha conosciuto la fatica del lavoro operaio e che sarà beatificato proprio il 1° maggio – ci ha esortati a governare con saggezza la globalizzazione globalizzando la solidarietà «a favore del lavoro  dignitoso».[13]

Benedetto XVI, facendo proprio tale auspicio, afferma che il lavoro dev’essere decente, cioè «un lavoro che, in ogni società, sia l’espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna…».[14]

Dall’Eucaristia al lavoro: il culto gradito a Dio

È importante che a partire dalla liturgia, soprattutto nella celebrazione eucaristica, si viva l’impegno sociale come frutto del Mistero salvifico, curando la formazione e l’accompagnamento spirituale quanti sono impegnati nella vita sociale e politica, nelle varie associazioni con l’insegnamento del dottrina sociale.[15] Così facendo si manifesta «Cristo agli altri prima di tutto con la testimonianza della propria vita»,[16] rifuggendo «sia lo spiritualismo intimista sia l’attivismo sociale».[17] Accogliamo Gesù nell’Eucaristia per «imprimere la sua inesauribile efficacia su tutti i giorni della nostra vita mortale».[18]

«La nostra vera forza è dunque nutrirci della sua parola e del suo corpo, unirci alla sua offerta per noi, adorarlo presente nell’Eucaristia: prima di ogni attività e di ogni nostro programma, infatti, deve esserci l’adorazione, che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire»[19]. La spiritualità cristiana «è lasciare che il Signore operi nella nostra vita quotidiana e la trasformi con la forza travolgente del suo amore».[20]

I nuovi Orientamenti pastorali ci ricordano: «Nel gesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci è condensata la vita intera di Gesù che si dona per amore, per dare pienezza di vita. Neppure il suo corpo ha tenuto per sé: “prendete”, “mangiate”. L’insegnamento del Maestro trova compimento nel dono della sua esistenza: Gesù è la parola che illumina e il pane che nutre, è l’amore che educa e forma al dono della propria vita: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mc 6,37)».[21] L’Eucaristia diviene così scuola di vita, perché «il cristiano cerca di fare della sua vita un dono, un sacrificio spirituale gradito a Dio, a imitazione di colui che nel suo sacrificio ha fatto della propria vita un dono al Padre e ai fratelli».[22]

Occorre quindi ritornare ad annunciare il Vangelo, vivere in profondità il proprio rapporto con Gesù Eucaristia, come singoli e come comunità, e offrire «un’esemplare testimonianza di vita, radicata in Cristo e vissuta nelle realtà temporali: famiglia; impegno professionale nell’ambito del lavoro, della cultura, della scienza e della ricerca; esercizio delle responsabilità sociali, economiche, politiche. Tutte le realtà umane secolari, personali e sociali, ambienti e situazioni storiche, strutture e istituzioni, sono il luogo proprio del vivere e dell’operare dei cristiani laici. Queste realtà sono destinatarie dell’amore di Dio».[23]

NOTE

1) CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Messale Romano, Libreria Editrice Vaticana, 1983, pp. 308-309.

2) Messale Romano, p. 308.

3) Sacramentum caritatis, n. 47.

4) Messale Romano, pp. 812-813.

5) Cfr Messale Romano, p. 501.

6) Cfr Messale Romano, pp. 1043-1045.

7) Messale Romano, pp. 814-816.

8) Messale Romano, p. 817.

9) Messale Romano, pp. 804-810.

10) Messale Romano, p. 310.

11) Rigenerati per una speranza viva, n. 12.

12) Cfr BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, n. 32.

13) Discorso all’incontro con il mondo del lavoro, Tor Vergata, 1° maggio 2000.

14) Caritas in veritate, n. 63.

15) Cfr PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, 25 ottobre 2004, n. 539.

16) CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 21 novembre 1964, n. 31.

17) Compendio, n. 545.

18) PAOLO VI, Udienza generale, 24 maggio 1967.

19) BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006.

20) Rigenerati per una speranza viva, n. 5.

21) Educare alla vita buona del Vangelo, n. 18.

22) Il Giorno del Signore, n. 12.

23) Compendio, n. 543.

----------

*Mons. Angelo Casile è Direttore dell'Ufficio Nazionale per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana.


[Modificato da Caterina63 12/02/2011 18:39]
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Patene, veli omerali e suddiaconi


Nella forma extra-ordinaria del rito romano, uno degli usi meno comprensibili - almeno a prima vista - è quello del suddiacono che regge la patena vuota.
Nella Messa solenne, dove il celebrante è assistito da diacono e suddiacono, quest'ultimo, all'Offertorio (dopo la preghiera dell'Offerimus tibi, Domine), riceve dal diacono la patena vuota; il suddiacono stesso, ricoperto col velo omerale, la regge vuota sino alla fine del Pater noster, quando la riconsegna al diacono. Lo stesso accade nella Messa pontificale.
Quest'uso deriva da un'antica pratica della Messa papale (almeno sino al VII secolo), ancora non del tutto chiara.
Le linee proposte possono essere due:
1) un passo dell'Ordo Romanus Primus (VII sec.) (cfr. PL 78, 945), alquanto oscuro, ha fatto propendere alcuni a sostenere l'idea per cui il Papa, svolgendo il rito della commixtio (cioè del mettere un pezzettino di ostia consacrata nel calice del vino consacrato), avrebbe inserito nel calice non un frammento del pane appena consacrato, bensì un frammento del Santissimo Sacramento rimasto da precedenti celebrazioni, a significare la perpetuità del Sacrificio. Sarebbe forse da ricollegarsi al rito, descritto dal medesimo Ordo (cfr. PL 78, 941), che avveniva durante il canto dell'Introito. Mentre la Schola cantava, infatti, il Pontefice procedeva processionalmente verso l'altare; prima di giungere a quest'ultimo, però, due accoliti gli presentavano una custodia "cum Sanctis", cioè con un frammento dell'Eucarestia, evidentemente consacrata in precedenti celebrazioni.
L'uso di tenere una patena avrebbe dunque avuto un senso: su di essa sarebbe stato presente il frammento di ostia consacrata che il Papa avrebbe successivamente immesso nel calice, prima della Comunione.
2) Un'altra possibilità è da ricollegarsi all'uso del fermentum. Almeno dal II sec., è infatti stato uso invalso nella cristianità che il vescovo, dopo aver consacrato pane e vino, inviasse un frammento dell'Eucarestia ad un altro vescovo oppure a sacerdoti della sua stessa diocesi: era questo un modo per rendere visibile la comunione esistente tra i successori degli Apostoli, oppure tra un vescovo e i suoi sacerdoti. Nel caso del Papa, questo frammento veniva inviato ai vescovi suburbicari e ai presbiteri titolari delle chiese di Roma (quest'uso è descritto da papa sant'Innocenzo I [+ 417]).


Se in Oriente la pratica del fermentum andò sparendo già verso il IV secolo, in Occidente pare invece essere rimasta in uso sin quasi al termine del I millenio.
In questo caso, il reggere la patena vuota avrebbe significato l'attesa di ricevere un frammento dell'Eucarestia appena svolta, il quale poi sarebbe stato inviato ai soggetti sopra descritti. Chi riceveva il fermentum, poi, l'avrebbe utilizzato per il rito della commixtio.
L'uso del velo omerale, invece, pare piuttosto evidente: si trattava di non toccare direttamente con le mani oggetti sacri. Si tratta comunque di un uso che ha conosciuto diverse codificazioni e varianti (talvolta non si usava alcun panno, talvolta non si usava il velo omerale in sé), venendo alla fine definito, così come lo conosciamo, verso la fine del Medioevo.



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Nuova ristampa del Messale Romano

Ricevo da Marco Bongi, che ringrazio:

Il Distretto Italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X è lieto di annunciare una nuova ristampa del Messale Romano quotidiano del 1962. Si tratta dell'edizione pubblicata da Marietti, con testo a fronte tradotto in lingua italiana.

Davvero un'ottimo sussidio per i sacerdoti, religiosi, seminaristi e semplici fedeli che intendano conoscere e seguire meglio la Liturgia tradizionale della Chiesa Cattolica.

Il volume viene offerto, in questi primi mesi, ad un prezzo speciale di 40 euro, comprese le spese di spedizione.

Per maggiori informazioni ed ordinazioni ci si può rivolgere ai tre Priorati italiani della FSSPX ed ai seguenti indirizzi di posta elettronica:
albano@sanpiox.it
montalenghe@sanpiox.it
rimini@sanpiox.it



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30/09/2012 22:16
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] Dal Catechismo san Pio X

II  Per il santo Sacrificio della Messa

AL PRINCIPIO

S In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. Introibo ad altarem Dei.

C  Ad Deum, qui laetificat iuventutem meam.

S In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia. Mi accosterò all'altare dei Dio
C  A Dio il quale dà letizia alla mia giovinezza.

 

  

SALMO 42
[Si omette nelle messe dei morti].

S. ludica me, Deus, et discerne causam meam de gente non sancta, ab homine iniquo et doloso erue me.

C. Quia tu es, Deus, fortitúdo mea; quare me repulisti ? et quare tristis incedo, dum afflígit me inimícus ?
S. Emitte lucem tuam et veritatem tuam: ipsa me deduxerunt et adduxerunt in montem sanctum tuum et in tabernacula tua.
C. Et introibo ad altare Dei; ad Deum, qui laetíficat iuventútem meam.
S. Confitebor tibi in cithara, Deus, Deus meus; quare tristis es anima mea ? et quare conturbas me?
C. Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi, salutàre vultus mei et Deus meus.

S. Gloria Patri et Filio et Spiritui  Sancto.

C. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saécula saeculórum. Amen.
S. Introibo ad altare Dei.
C. Ad Deum, qui laetíficat iuventútem meam.

 

S. Fammi ragione, o Dio, e prendi in mano la causa mia; liberami da una nazione non santa, dall'uomo iniquo e ingannatore.
C. Perocchè tu sei, o Dio, la mia fortezza; perchè m'hai tu respinto ? e perchè son io triste, mentre mi affigge il nemico?
S. Fa' spuntare la tua luce e la tua verità: esse m'istradino e mi conducano al tuo monte santo e a' tuoi tabernacoli.
C. E mi accosterò all'altare di Dio; a Dio il quale dà letizia alla mia giovinezza.
S. Te io loderò sulla cetra, Dio, Dio mio; e perchè, o anima mia, sei tu nella tristezza? é perchè mi conturbi?
C. Spera in Dio, imperocchè ancora canterò le lodi di Lui, salute della mia faccia e Dio mio.
S. Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.
C. Come era nel principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.

S. Mi accosterò all'altare di Dio.
C. A Dio il quale dà letizia alla mia giovinezza.

 

Al Confiteor

S. Adiutorium nostrum in nomine Domini.

C. Qui fecit caelum et terram.
S. Confiteor... ad Dominum Deum nostrum.
C. Misereàtur tui omnípótens Deus, et, dimíssis peccátis tuis, perdúcat te ad vitam aetérnam.
S. Amen.

C. Confiteor Deo omnipotenti, beatae Maríae semper  Vírgini, beàto Michaéli Archángelo, beàto Ioánni Baptistae, sanctis Apóstolis Petro et Páulo, omnibus Sanctis et tibi, pater, quia peccàvi nimis cogitatióne, verbo et ópere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. 
Ideo precor beatam Maríam semper Virginem, beàtum Michaélem Archàngelum, beátum Ioánnem Baptistam, sanctos Apóstolos Petrum et Pàulum, omnes Sanctos et te, pater, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum

S. Misereatur vestri omnipotens Deus, et, dimissis peccatis vestris, perducat vos ad vitam aeternam.

C. Amen.

S. Indulgentiam, absolutionem, et remissionem peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens et misericors Dominus.

C. Amen.

S. Deus, tu conversus vivificabis nos.

C. Et plebs tua laetbitur in te.

S. Ostende  nobis, Domine, mise- ricordiam tuam.

C. Et salutare  tuum da nobis.

S Domine,  exaudi orationem meam 

C. Et clamor  meus ad te véniat. 

S  Dominus  vobiscum.

C. Et cum spiritu  tuo.

S. Oremus

S. Il nostro soccorso é nel nome del Signore.

C. Che ha fatto il cielo e la terra.
S. Confesso... il Signore Dio nostro.

C. Dio onnipotente abbia misericordia di te, e, rimessi i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.
S. Così sia.

C. Confesso a Dio onnipotente, alla beata Vergine Maria, a san Michele Arcangelo, a san Giovanni Battista, ai santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, che ho molto peccato in pensieri, in parole e in opere, per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa: Perciò supplico la beata Vergine Maria, san Michele Arcangelo, san Giovanni Battista, i santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.


S. Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, rimessi i vostri peccati, vi conduca alla vita eterna.

C. Così sia.

S. L'onnipotente e misericordioso Signore ci conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.

C. Così sia.

S. O Dio, rivolgendoti a noi, tu ci renderai la vita.
C. E il tuo popolo in te si rallegrerà.

S. Fa' vedere a noi, o Signore, la tua misericordia.

C. E dà a noi la tua salute.

S. Signore, esaudisci la mia preghiera.

C. E a te giunga il mio grido.

S. Il Signore sia con voi.

C. E anche col tuo spirito.

S. Preghiamo.

 

S. Toglici, o Signore, le nostre iniquità , affinchè con anima pura meritiamo d'entrare nel Santo dei Santi (all'Altare). Per Cristo Nostro Signore. Così sia.
Signore, per i meriti dei Santi dei quali son qui le reliquie, e di tutti i tuoi Santi, degnati, te ne preghiamo, di perdonarmi tutti i peccati.
Così sia.

KYRIE

S. Kyrie, eleison.

C. Kyrie, eléison.

S. Kyrie, eleison.

C. Christe, eléison.

S. Christe, eleison.

C. Christe, eléison.

S. Kyrie, eleison.

C. Kyrie, eléison.

S. Kyrie, eleison.

 

S. Signore, abbi pietà di noi.

C. Signore, abbi pietà di noi.

S. Signore, abbi pietà di noi.

C. Cristo, abbi pietà di noi.

S. Cristo, abbi pietà di noi.

C. Cristo, abbi pietà di noi.

S. Signore, abbi pietà di noi.

C. Signore, abbi pietà di noi.

S. Signore, abbi pietà di noi.

 

GLORIA IN EXCELSIS DEO

Glória in excélsis Deo. Et in terra pax hominibus bonae voluntàtis. 

Laudamus te. Benedicimus te. Adoramus te. Glorificàmus te. 
Gràtias agimus tibi propter magnam glóriam tuam. 
Dómine Deus, Rex caelestis, Deus Poter omnípotens. 
Domine Fili unigénite Iesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Filius Patrís. Qui tollis pecccata mundi, miserére nobis. Qui tollis peccata mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.

Quóniam tu solus sanctus. Tu solus Dóminus. Tu solus Altissimus, Iesu Christe. 
Cum Sancto Spiritu  in glória Dei Patris. Amen.

S. Dominus vobiscum.

C. Et cum spirito tuo.

 

S. Sia gloria a Dio nel più alto de' cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà. 
Noi ti lodiamo; ti benediciamo; ti adoriamo; ti glorifichiamo; 
ti rendiamo grazie a cagione della tua gloria infinita, 
o Signore Iddio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente;
o Signore Gesù Cristo, Figliuolo unigenito. Signore Dio, Agnello di Dio, Figliuolo del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra preghiera. Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perchè tu solo, o Gesù Cristo, sei il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, 
insieme con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Così sia. 

S. 11 Signore sia con voi.

C. E anche col tuo spirito.

 

ALLA FINE DEGLI «OREMUS»
C. AmenC. Così sia.

FINITA L'EPISTOLA

C. Deo grátias. C. Siano grazie a Dio.

 

PRIMA DEL VANGELO.

S. Mondami il cuore e le labbra, o Dio onnipotente, che mondasti con acceso carbone le labbra del profeta Isaia: con la tua benigna misericordia degnati di mondarmi in modo che io possa annunziare degnamente il tuo santo Vangelo. Per Cristo Nostro Signore. Così sia.
1l Signore mi sia nel cuore e sulle labbra, affinchè io in modo degno e conveniente annunzi il suo Vangelo. Così sia.

 

S. Dominus vobiscum. 
C.
Et cum spíritu tuo.

S. Initium o Sequentia sancti Evangelii secundum N.
C.
Glória tibi, Dómine.

 

S. Il Signore sia con voi.
C.
E anche col tuo spirito.
S. Principio o Seguito del santo Vangelo secondo N.
C.
Gloria a te, o Signore.

 

FINITO IL VANGELO

C. Laus tibi, Christe.

C. Lode a te, o Cristo.

 

CREDO O SIMBOLO NICENO-COSTANTINOPOLITANO.

S. Credo in unum Deum, Patrem omnipoténtem, factórem caeli et terrae, visibílium ómnium, et invisibilium. 

Et in unum Dóminum lesum Christum, Fílium Dei unigénitum. 
Et ex Patre,  natum ante ómnia saécula. Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum verum de Deo vero. 
Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómniaa facta sunt. 

Qui propter nos hómines, et propter nostram salútem descendit  de caelis. 
Et incarnatus est de  Spiritu Sancto ex Maria Virgine:  et homo factus est. Crucifixus étiam pro nobis: sub Póntio Piláto passus, et sepúltus est. 
Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras. Et ascéndit in caelum: sedet ad déxteram Patris. 
Et iterum ventúrus est cum glória iudicáre vivos et mórtuos: cuius regni non erit finis. 
Et in Spíritum Sanctum, Dóminum, et vivificàntem: qui ex Patre Filióque procédit. 
Qui cum Patre, et Filio simul adorátur, et conglorificátur: qui locútus est per Prophétas. 
Et unam, sanctam, cathólicam et apostólicam Ecclésiam. 
Confiteor unum baptisma in remissiónem peccatórum. 
Et exspécto resurrectiónem mortuórum. Et vitam ventúri saéculi. Amen. 

S. Dominus vobiscum.

C. Et cum spíritu tuo.

 

S. Io credo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e delle invisibili; 
e in un solo Signore Gesù Cristo, Figliuolo unigenito di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, lume da lume, vero Dio dal vero Dio,

 che fu generato e non fatto, ed è consostanziale al Padre; per mezzo del quale tutte le cose furono fatte. 
Il quale per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli
(genuflessione), e s'incarnò da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, e si fece uomo; 
per noi fu anche crocifisso, patì sotto Ponzio Pilato e fu seppellito; 
e risuscitò il terzo giorno conforme alle Scritture, e salì al cielo, siede alla destra del Padre, 
e tornerà di nuovo con gloria a giudicare i vivi e i morti, il regno del quale non avrà fine. 
E nello Spirito Santo, Signore e vivificante, che procede dal Padre e dal Figliuolo;
 che è adorato e glorificato insieme col Padre e col Figliuolo; che parlò per mezzo dei Profeti. 
E la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. 
Confesso un solo battesimo per la remissione dei peccati. 
E aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del secolo avvenire. Così è.

S. Il  Signore sia con voi.

C. E anche col tuo spirito.

 

OFFERTORIO

S. Accetta, o Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, questa Ostia immacolata che io indegno tuo servo offro a te, Dio mio vivo e vero, per le innumerevoli colpe, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiana vivi e defunti, affinchè a me e ad essi giovi a salvezza nella vita eterna. Così sia.
Dio, che in modo meraviglioso creasti la nobile natura dell'uomo, e più maravigliosamente ancora l'hai riformata, concedici di diventare, mediante il mistero di quest'acqua e di questo vino, consorti della divinità di Colui che si degnò farsi partecipe della nostra umanità, Gesù Cristo tuo Figliuolo, Nostro Signore, il quale vive e regna Dio con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Così sia. 
Ti offriamo, o Signore, questo Calice di salute, e scongiuriamo la tua clemenza perchè esso salga con odore soavissimo al cospetto della tua maestà divina per salvezza nostra e del mondo intero. Così sia.
E noi con lo spirito umile e con l'anima contrita, deh, siamo accolti da te, o Signore, e il nostro sacrificio si compia oggi alla tua presenza in modo tale che esso ti piaccia, o Signore Dio. Vieni, Dio eterno, onnipotente, santificatore, e benedici questo sacrificio preparato al nome tuo santo.

[Qui il sacerdote si lava le mani recitando il salmo « Lavabo»].

Accetta, o santissima Trinità, questa offèrta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione del Nostro Signor Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria; di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo  e di tutti i Santi; affinchè ad essi sia d'onore e a noi di salvezza, e si degnino d'intercedere per noi in cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo Nostro Signore.

S. Orate, fratres, [poi segretamente] ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem.

C. Súscipiat Dóminus sacrificium de mánibus tuis ad láudem et glóriam nóminis sui, ad utilitatem quoque nostram, totiúsqueEcclésiae suae sanctae.

 

S. Pregate, o fratelli, che questo  sacrificio mio e vostro torni accetto a Dio Padre onnipotente.


C. Il Signore accetti dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, e anche a vantaggio nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

 

SEGRETA

S. Signore,questo sacrificio d'espiazione e di lode ci renda degni della tua protezione. Per il Nostro Signor Gesù Cristo tuo Figliuolo, il quale vive e regna Dio con te nell'unita dello Spirito Santo.

 

PREFAZIO

S. Per omnia saecula saeculorum.
C. Amen.
S. Dominus vobiscum.
C. Et cum spiritu tuo.
S. Sursum corda.
C. Habémus ad Dóminum.
S. Gratias agamus Domino Deo nostro. 

C. Dignum et iustum est.
S. Per tutti i secoli dei secoli.
C. Così sia.
S. Il Signore sia con voi.
C. E anche col tuo spirito.
S. In alto i cuori.
C. Li abbiamo al Signore.
S. Rendiamo grazie al Signore Dio nostro. 
C.E' cosa degna e giusta.
S. Veramente degna, giusta, equa e salutevole cosa è che noi sempre e da per tutto rendiamo grazie a te, o Signore santo, Padre onnipotente, Dio eterno, per mezzo di  Cristo Nostro Signore, per il quale gli Angeli lodano la tua maestà, le Dominazioni  l'adorano, ne tremano le Potestà, i Cieli e le Virtù dei Cieli e i beati Serafini la celebrano in comune esultanza. Con le loro voci, te ne preghiamo, fa' che siano ammesse anche le nostre, mentre con umile professione diciamo:

SANCTUS

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sabaoth. 
Pleni sunt caeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. 
Benedictus qui venit in nómine Dómini. 

Hosanna in excelsis
Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti. 
Della tua gloria sono pieni cieli e terra.
Osanna nel più alto dè cieli. 
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nel più alto dè cieli.

CANONE

Te dunque, o Padre clementissimo, noi supplichevoli preghiamo per Gesù Cristo tuo Figliuolo Nostro Signore, e ti domandiamo di avere per accetti e di benedire questi doni, questi presenti, questi santi ed illibati sacrifici, i quali noi ti offriamo primieramente per la tua santa Chiesa cattolica, acciocchè ti degni di pacificarla, custodirla, adunarla e governarla in tutto il mondo, insieme col tuo servo N., nostro Papa, e col nostro Veseovo N., e con tutti i [tuoi] adoratori ortodossi e di fede cattolica e  apostolica.

"MEMENTO"  DEI VIVI

Ricordati, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. N., e di tutti i circostanti di cui conosci la fede e la devozione, pei quali noi ti offriamo, e ti offrono anch'essi questo sacrificio di lode per sè e per tutti i loro, a redenzione delle anime proprie, con la speranza della propria salute e  incolumità, e rendono i loro voti a te eterno Dio vivo e vero, in comunione, celebrando la memoria  primieramente della gloriosa sempre Vergine Maria , Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo, e anche de' tuoi santi Apostoli e Martiri Pietro, Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo; l.ino,  Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano e di tutti i tuoi Sanati;  per i meriti e per le preghiere dei quali tu concedine che siamo in tutte le cose muniti dell'aiuto della tua protezione, per il medesimo Cristo Nostro Signore. Così  sia. 
Laonde ti prrghiamo, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di  tutta la tua famiglio, e di disporre i nostri giorni nella tua pace, e di comandare che noi veniamo liberati dall'eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti, per Cristo Nostro signore. Così sia.

 

ALLA CONSACRAZIONE

E tu, o Dio, dègnati, te ne supplichiamo, di rendere questa offerta in tutto e per tutto benedetta, ascritta alle cose celesti , grata, ragionevole ed accettevole, affinchè ella diventi per noi il Corpo e il Sangue del  Nostro Signor Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figliuolo.
Il quale, il giorno prima di patire, prese il pane nelle sue sante e venerabili mani, e sollevati gli occhi in cielo a te Dio, suo Padre onnípotente, rendendoti grazie, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiatene tutta: Chè 
QUESTO E'  IL CORPO MIO». [Si eleva l'Ostia consacrata e si adora].

E in simigliante maniera, dopo aver cenato, prendendo nelle sue sante e venerabili mani anche questo Calice glorioso, di nuovo rendendoti grazie, lo benedisse e lo diede ai suoi discepoli dicendo: « Prendete e bevetene tutti: chè QUESTO E' IL CALICE DEL SANGUE MIO  del nuovo ed eterno Testamento (mistero di-fede!),  il quale per voi e per molti sarà sparso a remissione dei peccati. Ogni qual volta farete questo, lo farete in memoria di me ». [Si eleva il Calice e si adora].

 

DOPO LA CONSACRAZIONE

Laonde, o Signore, anche noi tuoi servi, come altresì il tuo popolo santo, ricordando la beata passione del medesimo Cristo tuo Figliuolo, nostro Signore, la sua risurrezione dagli inferi, e la sua gloriosa ascensione in cielo, offriamo all'eccelsa tua maestà, delle cose che ci hai donate e date, l'Ostia pura, l'Ostia santa, l'Ostia immacolata, il Pane santo della vita eterna e il Calice della perpetua salute.
Sopra di essi, o Signore, dègnati di riguardare con volto propizio e sereno, e di averli accetti, come ti sei degnato accettare i doni del tuo servo Abele il giusto, e il sacrificio di Abramo nostro patriarca, e quello che, ti offrì  il tuo sommo sacerdoti Melchisedecco, in sacrificio santo ed ostia immacolata (che pur non erano se non figure del sacrificio e dell'Ostia del tuo divin Figliuolo).
Comanda, o Dio onnipotente, supplichevoli te ne preghiamo, che essi vengano, per mano dell'Angelo tuo santo, portati sul tuo sublime altare, al cospetto della tua divina maestà, affinchè quanti, partecipando di questo altare, riceveremo il sacrosanto Corpo e Sangue del tuo Figliuolo, veniamo ricolmi di ogni celeste benedizione e grazia, per il medesimo Cristo Nostro Signore. Così sia.

 

"MEMENTO" DEI MORTI

Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve che ci hanno preceduto col segno della Fede e dormono il sonno di pace [qui si raccomandano in particolare i defunti]. Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di voler per tua misericordia concedere il luogo del refrigerio, della luce e della pace, per il medesimo Cristo Nostro Signore. Così sia. 
E a noi pure tuoi  servi peccatori, che speriamo nella moltitudine delle tue misericordie, dègnati di dar qualche parte e società coi tuoi santi Apostoli e Martiri, Giovanni, Stefano, Mattia, Barnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino, Pietro, Felicita, Perpetua, Agata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia e con tutti i tuoi Santi; nel consorzio dei quali tu ci colloca non riguardando al merito, ma facendoci grazia, te ne preghiamo, per Cristo Nostro Signore; per il quale, o Signore, sempre tu le crei buone tutte queste  cose, le santifichi, le, vivifichi, le benedici e a noi le somministri. 
Per lui e con lui e in  lui viene a te Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria.

 

AL "PATER NOSTER"

S. Per omnia saecula saecudorúm. 
C Amen
S. Oremus.
Praeceptis salutaribus moniti et divina institutione formati audemus dicere: Pater noster... Et ne nos inducas in tentationem. 
C. Sed libera nos a malo. 
S. Amen.
S. Per tutti i secoli dei secoli.
C. Amen.
S. Preghiamo. 
Esortati da un comando salutare e ammaestrati da un'istruzione divina, osiamo dire: Padre nostro... E non c'indurre in tentazione.
C. Ma liberaci dal male.
S. Così sia.

Da tutti i mali passati, presenti e futuri liberaci, te ne preghiamo, o Signore, e per l'intercessione della beata e gloriosa sempre Verme Maria, Madre di Dio, insieme con i tuoi beati Apostoli Pietro, Paolo e Andrea e con tutti i Santi, donaci propizio la pace nei nostri giorni, sicchè, aiutati  dal soccorso della tua misericordia, sempre siamo liberi dal peccato e  sicuri da ogni turbamento, per il medesimo Nostro Signor Gesù Cristo, tuo Figliuolo, il quale teco vive e regna Dio nell'unità dello Spirito Santo.

S. Per omnia saecula saeculorum. 
C. Amen. 
S. Pax Domini sit semper vobiscum.


C  Et cum spiritu tuo.
S. Per tutti i secoli dei secoli.
C. Così sia.

S. La pace del Signore sia sempre con voi
C. E anche col tuo spirito.
S. Questa mescolanza e consacrazione del Corpo e del Sangue del Nostro Signor Gesù Cristo giovi per la vita eterna a noi che di riceviamo. Così sia.

AGNUS DEI

Agnus Dei, qui tollis peccàta mundi, miserére nobis 
[
due volte. Per i morti: dona eis réquiem].

Agnus Dei, qui tollîs pecccata mundi, dona nobis pacem 
[per i . morti: dona eis réquiem sempitérnam].

 

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi 
(
due volte. Per i morti: dona loro il riposo].
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, donaci da pace 
(
per i morti: dona loro il riposo eterno).

 

ALLA COMUNIONE

Signore Gesù Cristo, che hai detto a' tuoi Apostoli: « Vi lascio la pace, vi dò la mia pace», non riguardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e degnati di pacificarla e riunirla secondo la tua volontà, o tu che vivi e regni Dio per tutti i secoli dei secoli. Così sia. 
[Quest'orazione si omette nelle messe dei morti].
Signore Gesù Cristo, Figliuolo di Dio  vivo, che per volere del Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo, hai ravvivato il mondo con la tua morte, liberami, per questo tuo Corpo e Sangue, da tutte le mie iniquità e da tutti i mali; e fà ch'io sia sempre fedele a' tuoi comandamenti, e non permettere che io mi separi giammai da te che col medesimo Dio Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni Dio nei secoli dei secoli. Così sia.
La comunione del tuo Corpo, che io indegno ardisco ricevere, non mi si volga a delitto e a condanna, ma per la tua misericordia mi giovi a rimedio e a difesa dell'anima e del corpo, o Signore Gesù Cristo, il quale con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo vivi e regni Dio per tutti i secoli dei secoli. Cosa sia.

Riceverò  il pane del cielo e invocherò il nome del Signore.
Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' solamente una parola e l'anima mia sarà  guarita
[tre volte. - Comunione con la S. Ostia].

Che renderò io al Signore per tutte le cose che Egli ha date a me ? Prenderò il Calice di salute e invocherò il nome del Signore. Loderò e invocherò il Signore, e sarò  liberato da' miei nemici [Comunione col Calice].

 

DOPO LA COMUNIONE

Ciò che abbiamo ricevuto con la bocca, o Signore, accogliamo con anima pura, e, di  temporaneo dono ci diventi rimedio sempiterno.
O Signore, il tuo Corpo che ho preso e il tuo Sangue che ho bevuto aderiscano all'intimo dell'anima mia, e fa' che non rimanga macchia alcuna di peccato in me, che questi puri e santi sacramenti hanno rinnovato, o tu che vivi e regni nei secolo dei secoli. Così sia.

 

S. Dominus vobiscum 
C. Et cum spiritu tuo. 

 

S. Il Signore sia con voi.
C. E anche col tuo spirito.

ALLA FINE DEGLI "OREMUS"

S. Per omnia saecula saeculorum. 
C. Amen. 
S. Dominus vobiscum.
C. Et cum spiritu tuo. 
S. Ite, messa est. 
C. Déo gratias. 

Nelle messe dei morti:

S. Requiescant in pace. 
C. Amen. 

 

S. Per tutti i secoli dei secoli.
C. Così sia.

 S. Il Signore sia con voi.
C. E anche col tuo spirito.

S. Andate, la Messa è compita.
C. Siano grazie a Dio.

Nelle messe dei morti:

S. Riposino in pace.
C. Così sia.

S. O santa Trinità, ti piaccia  l'omaggio della mia servitù, e concedi che questo sacrificio, offerto da me indegno agli occhi della tua maestà, a te sia accetto, ed a me e a quelli per i quali l'ho offerto, torni, per tua misericordia, giovevole. Per Cristo Nostro Signore. Così sia.

BENEDIZIONE

S. Benedicat vos amnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus  Sanctus.
C. Amen.

 

S. Tre benedica l'onnipotente Dio, Padre e Figliuolo e Spirito Santo.
C. Così sia.

ALL'ULTIMO VANGELO

S. Dominus vobiscum. 
C. Et cum spiritu tuo. 
S. Initium o Sequentia sancti Evangelii secundum
N. 
C.
Gloria  tibi, Dómine. 

 

S. Il Signore sia con voi.
C. E anche col tuo spirito.
S. Principio o Seguito del santo Vangelo secondo
N.

C. Gloria a te, o Signore.

FINITO IL VANGELO

C.  Deo gratias

C. Siano grazie a Dio.

DOPO LA MESSA

Ave Maria [tre volte], Salve Regina. 
S. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
C. Ut digni efficiàmur promissiónibus Christi. 
S. Oremus... Per Christum Daminum nostrum.

C. Amen. (1)
S: Sancte Michaél Archangele... in infernum detrude. 
C. Arnen 
S. Cor Iesu sacratissimum. [tre volte].
C. Miserére nobis (2).

 

(1) Indulgenza di 300 giorni
(2) Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene

 

 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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30/09/2012 22:45
 
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Appendice IV

Catechismo san Pio X


Modo di servire la santa Messa

 

Il ministro, ossia colui che si presenta per servire al S. Sacrificio della Messa, dev'essere decentemente vestito ed essersi lavate le mani.

In Sacrestia: aiuta il Celebrante a vestirsi, prende il Messale, fa inchino al Croceifisso, va all'Altare e fa tutte le cose con gravità, attenzione e divozione.

Giunto all'Altare: se vi è il SS. Sacramento nel Tabernacolo fa genuflessione semplice col Celebrante; se non vi è il SS., fa pure genuflessione semplice mentre il Celebrante fa inchino. - Ricevendo la berretta  bacia prima la mano dei Celebrante e poi la berretta. Riceve questa colla mano destra e non sul Messale. -  Va a deporre il. Messale sul leggio e la berretta sulla credenza. Quindi va ad inginocchiarsi in piano dal lato del Vangelo (se è solo) facendo la genuflessione sul gradino inferiore, mentre passa in mezzo. (Tutte le volte che passerà  in mezzo farà genuflessione). - Fattosi il segno della Croce col Sacerdote, giunge le mani e risponde adagio e distintamente come segue: 

Sacerdote. In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. Introibo ad altare Dei.

R. Ad Deum, qui laetificat iuventutem meam.

Sac. Iudica me, Deus, et discerne causam meam de gente non sancta: ab homine iniquo et doloso erue me.

R. Quia tu es, Deus, fortitudo mea: quare me repulisti? et quare tristis incedo dum affligit me inimicus?

Sac. Emitte lucem tuam et veritatem tuam: ipsa me deduxerunt et adduxerunt  in montem sanctum tuum, et in tabernacula tua.

R. Et íntroibo ad altare Dei; ad Deum, qui laetificat iuventutem mea.

Sac. Confitebor tibi in cithara, Deus, Deus meus: quare tristis es, anima mea, et quare conturbas me?

R. Spera in Deo, quoniam, adhuc confitebor illi, salutare vultus nei et Deus meus.

Sac. Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto.

R. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.

Sac. Introibo ad altare Dei.

R. Ad Deum, qui laetificat inventutem meam.

Sac. Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R. Qui fecit caelum et terram.  

Sac. Dice il Confiteor.

 

R. Alquanto inclinato e rivolto verso il Sacerdote: Misereatur tui onnipotens Deus, et, dimissis peccatis tuis, perducat te ad vitam aeternam.

Sac. Amen.

 

Profondamente inchinato fino all'Indulgentiam; a tibi, Pater e a te, Pater, si volge un poco verso il Sacerdote e si batte tre volte il petto a mea culpa, ecc.

 

R. Confiteor Deo onnipotenti, beatae Mariae semper Virgini, beato Michaeli Archangelo, beato Ioanni Baptistae, sanctis apostolis Petro et Paulo, omnibus Sanctis, et tibi, pater, quia peccavi nimis cogitatione, verbo et opere: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Ideo precor beatam Mariam semper Virginem, beatum Michaélem Archangelum, beatum Ioannem Baptistam, sanctos apostolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos et te, pater, orare pro me ad Dominum Deum nostrtun.

Sac. Misereatur vestri omnipotens Deus, et dimissis peccatis vestris, perducat vos ad vitam aeternam.

R. Amen.

Sac. Indulgentiam, absolutionem et remissionem peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens et misericors Dominus.

R. Amen.

 

S'inchina di nuovo un poco sino al Dominus vobiscum.

 

Sac. Deus, tu conversus vivificabis nos.

R. Et plebs tua laetabitur in te.

Sac. Ostende nobis, Domine, misericordiam tuam

R. Et salutare tuum da nobis.

Sac. Domine, exaudi orationem meam.

R. Et clamor meus ad te veniat.

Sac. Dominus vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.

 

Si alza, solleva un pochetto il camice del Sacerdote mentre ascende i gradini, poi s'inginocchia sul gradino inferiore e fa  il segno di cince al principio dell'introito. .

Sac. Kyrie, eleison.      R.  Kyrie, eleison

Sac. Kyrie, eleison.      R. Christe, eleison

Sac. Christe, eleison.   R. Christe, eleison

Sac. Kyrie, eleison.     R. Kyrie, eleison

Sac. Kyrie, eleison.

Alla fine delle Orazioni
Sac. Per omnia secula saeculorum.

R. Amen.

Terminata l'Epistola.

R. Deo gratias.  

Risposto Deo gratias, si alza, ascende, trasporta il Messale senza chiuderlo, senza voltar le spalle all'Altare e facendo genuflessione nel passare in mezzo.
- Depone il Messale sull'Altare dalla parte del Vangelo. Scende lateralmente sul secondo gradino e si ferma ivi. Risponde e si fa le tre piccole croci col pollice destro sulla fronte, sulla bocca e sul petto. Scende in mezzo, genuflette, va dalla parte dell'Epistola e sta in piedi fino alla fine del Vangelo. Risposto Laus tibi, Christe, si inginocchia.  

Al Vangelo.

Sac. Dominus vobiscum.

R. Et cum spirito tuo.

Sac. Sequentia Sancti Evangeli, etc.

R. Gloria tibi, Domine.

Dopo il Vangelo.

R. Laus tibi, Christe.  

Se si dice il Credo, s'inchina profondamente  alle parole Et incarnatus, est  etc ... factus est. AI fine si fa il segno di croce come anche alla fine  del Gloria in excelsis.

 

Sac. Dominus vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.

Sac. Oremus.

 

Quando il Celebrante scopre il calice, il serviente si alza e senza alcuna genuflessione, va alla credenza, prende il piattello colle ampolline, tenendo ferme,queste col pollice ed indice delle due mani. Ascende e presenta prima l'ampollina del vino, poi quella dell'acqua, baciandole mentre le dà e mentre le riceve.

Porta poi quella del vino alla credenza e ritorna col tovagliolo fra le dita della mano, destra pel Lavabo. Se sono due, quello che trasportò il Messale sta alla destra col tovagliolo e l'altro alla sinistra coll'acqua.  

Dopo il Lavabo.

Sac. Orate, fratres.  

Dopo che il Sacerdote è rivolto all'altare, il ministro stando in ginocchio, senza inchinarsi dice:

Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram, totiusque Ecclesiae sule sanctae.

Sac. Amen.

Al Prefazio.

Sac. Per omnia saecula saeculorum.

R. Amen.

Sac. Dominus vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.

Sac. Sursum corda.

R. Habemus ad Dominum.

Sac. Gratias agamus Domino Deo nostro

R. Dignum et iustum est.

Sac. Vere dignum et iustum est, etc.  (Recita il Prefazio.)

Al Sanctus si dànno tre colpi doppi di campanello e si fa il segno di croce.
Alle due Elevazioni anche tre tocchi, sollevando alquanto il lembo della pianeta, nel tempo che il Sacerdote alza le braccia; ed alle 4  genuflessioni del medesimo si fan dal ministro 4 inchini; dopo, senza far genuflessioni, si ritorna a posto senza segnarsi.

Si batte tre volte il petto all'Agnus Dei; al Domine non sum dignus sta alquanto inclinato.

 

Alla fine del a Pater

R. Sed libera nos a malo.

Sac. Pax Domini sit semper vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.  

Dopo che il Sacerdote ha fatto la Santa Comunione colla Santa Ostia e scopre il calice, il ministro si alza, fa genuflessione sul gradino al posto ove si trova (mentre la fa pure il Celebrante. Va a prendere le ampolline col piattello e le porta all'Altare facendo genuflessione lateralmente sul gradino inferiore prima di salire (perchè c'è ancora il Preziosissimo Sangue sull'altare). - Mesce nel calice un po' di vino, poi vino ed acqua. -Discende e senza più genuflettere  porta piattello e ampolline alla credenza. - Va subito a prendere il Messale e  lo trasporta di  nuovo dalla parte dell'Epistola, senza chiuderlo e facendole debite genuflessioni nel passare  in mezzo.

 

Allafine  della messa.

Sac. Ite, missa est, ovvero Benedicamus Dominus.

R. Deo gratias.

Nella Messa da  morto:  Sac. Requiescant in pace. R. Amen).  

Nell'ottava di Pasqua si dice: Deo gratias, alleluia, alleluia.

Se il Sacerdote lascia il Messale aperto, si trasporta dall'altra parte dell'Altare.

Alla benedizione s'inchina profondamente, e segnatosi, va a  prendere la berretta: e fatta la genuflessione in piano al Verbum caro, ascende, prende il Messale, discende, genuflette col Sacerdote (o mentre questi fa l'inchino). Consegna la berretta baciando prima questa e poi la mano del Celebrante, e,ritorna in Sacrestia, ove ripete la riverenza al Crocifisso.

Sac. Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R. Amen.

All'ultimo Vangelo.

Sac. Initium o Sequentia Sancti Evangelii, etc.

R. Gloria tibi, Domine.

Finito il Vangelo.

R. Deo gratias.  

Se vi sono persone da comunicare, dopo che il Sacerdote avrà recitate ai piedi dell'Altare le preghiere prescritte (tre Ave Maria, Salve Regina, ecc.) il ministro recita il Confiteor profondamente inchinato e colla torcia accesa in mano risponde Amen al Misereatur ed all'Indulgentiam; accompagna il SS. Sacramento stando alla sinistra del Sacerdote e tenendo la torcia colla sinistra.

Sac. Panem de caélo pràestitisti eis (in tempo pasquale: Alleluia);

R. Omne delectamentum in se habentem (in tempo pasquale: Alleluia).

Sac. Domine, exaudi orationem meam.

R. Et clamor meus ad te veniat.

Sac. Dominus vobiscum.

R. Et cum spiritu tuo.

Sac. Oremus... Per omnia saecula saeculorum.

R. Amen.

Sac. Benedictio Dei omnipotentis, Patris, etc., descendat super vos et maneat semper.

R. Amen.

 

Chiuso di nuovo il tabernacolo si smorza la  torcia; si prende la berretta del Sacerdote, si fa il segno della Croce, inchinandosi alla benedizione; quindi si prende il Messale come si dice sopra.
Se la Comunione si desse durante la Messa. si direbbe il Confiteor quando il Sacerdote assume il preziosissimo Sangue e dopo la Comunione si porterebbero subito le ampolline sulla Mensa per l'abluzione.

 

OSSERVAZIONI

1. Alle Messe da morto si tralascia il Salmo Iudica me, Deus, il segno di croce all'Introito; non ai bacia la mano nè la berretta al Sacerdote, non si  batte il petto all'Agnus Dei, non si dà la benedizione in fine.

2. Se la Messa si celebra all'Altare ove è esposto il SS. Sacramento: si fanno doppie la prima e l'ultima genuflessione; tutte le altre semplici ma in piano. - Si fa la genuflessione non solo in mezzo, ma anche lateralmente (in piano)  ogni qualvolta si deve salire all'Altare o discenderne, allontanarsene per andare alla credenza o ritornare dalla medesima all' infimo gradino. - Non si bacia la mano al Celebrante. -Non si suona  il campanello nè al Sanctus nè all'Elevazione.

3. Se nell' andare dalla Sacrestia all'Altare o viceversa si passa dinanzi ad un altro Altare dove:

a) si conserva il SS. Sacramento nel Tabernacolo, si fa genuflessione semplice;

b) sta esposto il SS., oppure in quel tempo ti distribuisce la S. Comunione, si fa genuflessione doppia;

c) si fa l'Elevazione, si genuflette, si adora e si aspetta ad alzarsi che l'Elevazione sia compiuta.



Benedetto XVI e Catechismo san Pio X



* F I N E *


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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08/10/2012 19:47
 
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Una immagine che spiega i 4 Fini della Santa Messa.

 

 

Immagine segnalata da Don Alessandro Loi

 

I canoni del Concilio di Trento sul santissimo sacrificio della Messa sintetizzano, in poche linee, la dottrina perenne della Chiesa:

Can. 1. Se qualcuno dirà che nella Messa non si offre a Dio un vero e proprio sacrificio, o che essere offerto significa semplicemente che Cristo ci viene dato in cibo: sia anatema.      

Can. 2. Se qualcuno dirà che con le parole: “Fate questo in memoria di me” [Lc 22,19; I Cor 11,24] Cristo non ha costituito i suoi apostoli sacerdoti o non li ha ordinati perché essi e gli altri sacerdoti offrano il suo corpo e il suo sangue: sia anatema [cf * 1740].

Can. 3. Se qualcuno dirà che il sacrificio della Messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o una semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, e non un sacrificio propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non deve essere offerto per i vivi e per i morti, per i peccati, le pene, le soddisfazioni e altre necessità: sia anatema [cf *1743].

Can. 4.Se qualcuno dirà che col sacrificio della Messa si bestemmia o si attenta al sacrificio di Cristo consumato sulla croce: sia anatema [cf. *1743].

Can. 5. Chi dirà che celebrare le messe in onore dei santi e per ottenere la loro intercessione presso Dio, come la chiesa intende, è un’impostura: sia anatema [cf. *1744].

Can. 6. Se qualcuno dirà che il canone della Messa contiene degli errori, e che, quindi, bisogna abolirlo: sia anatema [cf *1745].

Can. 7. Se qualcuno dirà che le cerimonie, i paramenti e gli altri segni esterni di cui si serve la chiesa cattolica nella celebrazione della Messa, sono piuttosto provocazioni dell’empietà, che manifestazioni di pietà: sia anatema [cf *1746].

Can. 8. Se qualcuno dirà che le Messe nelle quali solo il sacerdote si comunica sacramentalmente sono illecite e, quindi, da sopprimere: sia anatema [cf 1747].

Can. 9. Se qualcuno dirà che il rito della chiesa romana, secondo il quale parte del canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da condannarsi; o che la Messa deve essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell’offrire il calice l’acqua non deve essere mischiata col vino, perché ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo: sia anatema [cf *1746; *1748s].



[SM=g1740733] ricordiamo che il Documento del Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium.... ha citato più volte il Concilio di Trento come esempio e testimone di riforma, e non ha mai rigettato quanto da questo riportato....



Fraternamente CaterinaLD

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21/03/2014 12:54
 
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    Messa in latino: ecco il messale di San Pio V



Dopo il “Motu Proprio” del 2007 di Benedetto XVI riguardante la Messa Tridentina, l’interesse per questa antica liturgia si è accresciuto, come dimostrano le numerose iniziative, in Italia e all’estero, per poter celebrare in tante chiese la Messa in lingua latina. In questo post vogliamo offrire dei brevi spunti su tale liturgia, per poi presentarla direttamente. Ecco quindi il Messale di san Pio V, il quale, per agevolare la lettura, è stato qui ridotto alle formule essenziali, dando chiarimenti delle parti mancanti con una breve sintesi.
Vi offriamo dunque un testo e delle formule di un rito che per cinque secoli ha caratterizzato la Chiesa. Ci rivolgiamo a tutti: ai non più giovani e a tutte quelle persone, specialmente i ragazzi, che sanno poco o nulla di questa liturgia; a coloro che la apprezzano e a quelli che la apprezzano meno.

 

Piccola introduzione alla Messa Tridentina

(In proposito consulta anche il nostro precedente post:http://raivaticano.blog.rai.it/2009/06/19/riflessioni-a-due-anni-dal-motu-proprio/ )

Nel XVI secolo, dopo la crisi dovuta alla Riforma Luterana e la contestazione della liturgia cattolica, la Chiesa di Roma avviò una nuova versione del Missale Romanum per il quale “furono utilizzati i più antichi manoscritti e messali a disposizione – così si scrisse allora nella bolla Quo Primum – al fine di eliminare errori e falsità e giungere a una redazione secondo la norma dei Padri della Chiesa e rispettosa dei portati dei più rilevanti teologi pre-riformatori”.
Il Messale, conosciuto anche come tridentino, fu voluto da san Pio V ed entrò in vigore nel 1570 a conclusione del Concilio di Trento. In seguito alcuni pontefici apportarono piccoli cambiamenti, senza mai però sconvolgere l’impianto liturgico, procedendo, quasi sempre, a modifiche sulla classificazione delle messe o ad aggiungere nel calendario nuovi santi. (L’ultima modifica avvenne nel 1962 sotto il pontificato di Giovanni XIII con il cambiamento, tra l’altro, della famosa preghiera del Venerdì Santo rivolta al popolo ebreo, da cui venne tolta la frase: “Oremus et pro perfidis Judaeis…”). Ma nel 1964, durante i lavori del Concilio Vaticano II, fu istituito il Consilium per l’applicazione della costituzione liturgica (Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia), per adattare i testi liturgici ai principi conciliari. Questo lavoro pose le basi per la stesura del nuovo Messale in lingua volgare, dichiarato obbligatorio da papa Paolo VI con la costituzione apostolica “Missale Romanum” del 3 aprile 1969. Il vecchio messale che qui presentiamo, salvo rare eccezioni ad personam, veniva così derubricato dalle consuetudini liturgiche quotidiane della Chiesa.

La struttura della Messa tridentina

La liturgia è divisa come in un cardo decumano romano in quattro parti:
• Preparazione, le preghiere ai piedi dell’altare,
• Didattica, dall’antifona al Credo,
• Il Sacrificio, Offertorio, Canone e Comunione
• Ed infine il Congedo e lettura del Vangelo, 1,1-14 di san Giovanni e le preghiere, recitate insieme ai fedeli, composte da Leone XIII.

È importante ricordare, al di là di alcune recenti polemiche, che ”il sacerdote non si pone “contro” i fedeli, chiudendosi in un cerchio (cfr. Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”), ma sta a capo del “popolo di Dio”, quale condottiero, e con esso si rivolge a Dio, verso l’oriente, verso l’ altare…” che conserva nella sua pietra le reliquie dei santi, nostri intercessori presso Dio.
L’altare ha un arredo particolare: il crocefisso, simbolo del rinnovo del sacrificio della croce; il tabernacolo posto al centro, sede di Cristo, presente realmente sotto le specie eucaristiche, i candelieri per significare la presenza di Cristo, “luce del mondo”  (Gv 8,12; Lc 2,32; 1,78), oltre le parti mobili come: il calice, la pisside, la patena, il corporale, la palla e il purificatorio,
Infine, un elemento che oggi può sembrare non essenziale, sono le fasi di preparazione e di ringraziamento per la Messa che il sacerdote può fare  in sagrestia o in Chiesa anche come esempio per i fedeli.

(Post a cura di Antonello Cannarozzo)

 

 

 

- Sintesi dell’ORDINARIO DELLA S. MESSA -

 

PREGHIERE AI PIEDI DELL’ALTARE

Un colpo di campana annuncia l’ingresso dei Ministri e del Sacerdote, che fanno la riverenza e si inginocchiano davanti all’altare.

In ginocchio

S. In nòmine Patris et Fìlii + et Spìritus Sancti.
M. Amen.
S. Introìbo ad altàre Dei.
M. Ad Deum qui laetìficat iuventùtem meam.
Segue il salmo “Iudica me” che esprime il desiderio di salire all’altare
S. Adiutòrium nostrum + in nòmine Dòmini.
M. Qui fecit caelum et terram. 

S. Nel Nome del Padre, del Figlio, + e dello Spirito Santo.
M. Amen.
S. Mi accosterò all’altare di Dio.
M. A Dio, che rende lieta la mia giovinezza.

S. Il nostro aiuto è nel Nome del Signore.
M. Che ha fatto il cielo e la terra.

Confiteor del celebrante
Il Sacerdote, a mani giunte, fa l’inchino profondo e dice accusandosi davanti a Dio di aver peccato
:

S. Confìteor Deo Omnipotènti,
Beàtae Marìae semper Vìrgini,
Beàto Michaéli Archàngelo,
Beàto Ioànni Baptìsta,
Sanctis Apòstolis Petro et Paulo,
òmnibus Sanctis et vobis, fratres,
quia peccàvi nimis cogitatiòne, verbo et òpere
(Percutit sibi pectus ter, dicens:)
Mea culpa, mea culpa, mea màxima culpa;
Ideo precor beàtam Marìam semper Vìrginem,
Beàtum Michaèlem Archàngelum,
Beàtum Ioànnem Baptìstam,
Sanctos Apostòlos Petrum et Paulum,
omnes Sanctos, et vos fratres,
oràre pro me ad Dòminum Deum Nostrum.

M. Misereàtur tui Omnìpotens Deus, et dimìssis peccàtis tuis, perdùcat te ad vitam aetèrnam.
S. Amen. 

S. Confesso a Dio Onnipotente,
alla Beata sempre Vergine Maria,
a San Michele Arcangelo,
a San Giovanni Battista,
ai Santi Apostoli Pietro e Paolo,
a tutti i Santi e a voi, fratelli,
che ho troppo peccato con il pensiero, la parola e l’azione,
(si percuote il petto tre volte, dicendo:)
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
Perciò prego la Beata sempre Vergine Maria,
San Michele Arcangelo,
i Santi Apostoli Pietro e Paolo,
tutti i Santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
M. Dio Onnipotente abbia misericordia di te e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.
S. Amen.

Confiteor dei fedeli

Assoluzione
Rimette soltanto i peccati veniali; perciò, non esime dal dovere di confessarsi, se si è commesso un peccato mortale, per non ricevere indegnamente il Corpo di Cristo
.

S. Indulgèntiam, + absolutiònem et remissiònem peccatòrum nostròrum trìbuat nobis Omnìpotens et Misèricors Dòminus.
M. Amen.
S. Deus, tu convèrsus vivificàbis nos.

M. Et plebs tua laetàbitur in te.
S. Ostènde nobis, Dòmine, misericòrdiam tuam.
M. Et salutàre tuum da nobis.
S. Dòmine, exàudi oratiònem meam.
M. Et clamor meus ad te vèniat.
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Orèmus.

S. O Dio, tu, volgendoti verso di noi, ci donerai la vita.
M. E il tuo popolo gioirà in te.
S. Mostraci, Signore, la tua misericordia.

M. E donaci la tua salvezza.
S. Signore, ascolta la mia preghiera.
M. E il mio grido giunga fino a te.
S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Preghiamo.

Il celebrante sale all’altare recitando altre preghiere per poi baciare l’altare dove sono custodite le reliquie dei santi.  S. Dio, Onnipotente e Misericordioso, ci conceda il perdono, l’assoluzione e la rimessione dei nostri peccati.

Nelle messe solenni si incensa l’altare, simbolo di Cristo, poi il celebrante si porta davanti al messale a destra dell’altare e legge l’antifona all’Introito della Messa del giorno 

In piedi

KYRIE

Si cantano tre invocazioni a ciascuna Persona della Trinità.

S. Kyrie, eléison.
M. Kyrie, eléison.
S. Kyrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kyrie, eléison.
M. Kyrie, eléison.
S. Kyrie, eléison. 

S. Signore, pietà.
M. Signore, pietà.
S. Signore, pietà.
M. Cristo, pietà.
S. Cristo, pietà.
M. Cristo, pietà.
S. Signore, pietà.
M. Signore, pietà.
S. Signore, pietà.

GLORIA (se il Proprio non indica altrimenti)
Si canta a strofe alterne, come indicato
.

Glòria in excèlsis Deo.
Et in terra pax homìnibus bonae voluntàtis.
Laudàmus te.
Benedìcimus te.
Adoràmus te.
Glorificàmus te.
Gràtias àgimus tibi propter magnam glòriam tuam.
Dòmine Deus, Rex caelèstis, Deus
Pater Omnìpotens.
Dòmine Fili Unigènite, Iesu Christe.
Domine Deus, Agnus Dei, Fìlius Patris.
Qui tollis peccàta mundi, miserère nobis.
Qui tollis peccàta mundi, sùscipe
deprecatiònem nostram.
Qui sedes ad dèxteram Patris, miserère nobis.
Quòniam Tu solus Sanctus.
Tu solus Dòminus.
Tu solus Altìssimus, Iesu Christe, cum Sancto Spìritu, in glòria + Dei Patris. Amen. 

Gloria a Dio nell’alto dei Cieli.
E pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo.
Ti benediciamo.
Ti adoriamo.
Ti glorifichiamo.
Ti ringraziamo, perché grande è la tuia gloria.
O Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre Onnipotente.
O Signore, unico Figlio, Gesù Cristo.
O Signore, tu sei Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre.
Tu che porti i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Tu che porti i peccati del mondo, accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché Tu solo sei Santo.
Tu solo sei il Signore.
Tu solo, o Gesù Cristo, sei l’Altissimo, con lo Spirito Santo, nella gloria + di Dio Padre. Amen.

S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Orèmus. 

S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Preghiamo.

Orazione o colletta (dal proprio del giorno)
Epistola (dal proprio del giorno) seduti
Graduale, tratto, sequenza (dal proprio del giorno)

Segue:
In piedi
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Sequentia (aut Inìtium) sancti + Evangèlii secundum N.
M. Gloria Tibi, Dòmine  S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Seguito (o Inizio) del Santo + Vangelo secondo N.
M. Gloria a Te, o Signore.

VANGELO (dal Proprio del giorno)

CREDO
Può essere recitato da Sacerdote e fedeli ad una voce sola. È la solenne professione di fede

S. Credo in unum Deum
Patrem Omnipotèntem, factòrem caeli et terrae, visibìlium òmnium et invisibìlium.
Et in unum Dòminum, Iesum Christum, Fìlium Dei Unigènitum.
Et ex Patre natum ante òmnia saècula.
Deum de Deo, Lumen de Lùmine, Deum verum de Deo vero.
Gènitum, non factum, consubstantiàlem Patri; per Quem òmnia facta sunt.
Qui propter nos hòmines et propter nostram salùtem descèndit de caelis.
(Hic genuflèctunt omnes) Et incarnàtus est de Spìritu Sancto ex Marìa Vìrgine; et homo factus est.
(Surgunt) Crucifìxus ètiam pro nobis; sub Pòntio Pilàto passus et sepùltus est.
Et resurrèxit tèrtia die, secùndum Scriptùras.

Et ascèndit in caelum, sedet ad dèxteram Patris.
Et ìterum ventùrus est cum glòria iudicàre vivos et mòrtuos; cuius Regni non erit finis.
Et in Spìritum Sanctum, Dòminum et vivificàntem, qui ex Patre Filiòque procèdit.

Qui cum Patre et Fìlio simul adoràtur et conglorificàtur; qui locùtus est per Prophètas.
Et Unam, Sanctam, Cathòlicam et Apostòlicam Ecclèsiam.
Confìteor unum Baptìsma in remissiònem peccatòrum.
Et expecto resurrectiònem mortuòrum.
Et vitam + ventùri saèculi. Amen.

S. Credo in un solo Dio.
Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
E in un solo Signore: Gesù Cristo, l’unico Figlio di Dio.
Nato dal Padre prima che il tempo esistesse.
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero.
Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo Suo è stata creata ogni cosa.
A causa di noi uomini e della nostra salvezza Egli è disceso dal Cielo.
(In ginocchio) E si è incarnato, per opera dello Spirito Santo, nel grembo della Vergine Maria, e si è fatto Uomo.
(In piedi) Per noi è stato addirittura crocifisso; è morto ed è stato sepolto sotto Ponzio Pilato.
Ed è risorto nel terzo giorno, secondo le Scritture.
Ed è salito al Cielo, siede alla destra del Padre.

E di nuovo verrà, in gloria, per giudicare i vivi e i morti; il Suo Regno non avrà fine.
E credo nello Spirito Santo, che è il Signore e dà la Vita; Questi procede dal Padre e dal Figlio.
E’ adorato con il Padre e il Figlio e riceve lo stesso onore; ha parlato per bocca dei Profeti.
Credo la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica.
Riconosco un solo Battesimo per la remissione dei peccati.
E attendo la resurrezione dei morti.
E la vita + del mondo che verrà. Amen.




  continua..........
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    OFFERTORIO
Si entra nella celebrazione del sacrificio

S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Orèmus. 

S. Il Signore sia con voi.
M. e con il tuo spirito.
S. Preghiamo.

ANTIFONA ALL’OFFERTORIO (dal Proprio del giorno)
Al termine dell’Antifona: il Sacerdote offre il pane e il vino, poi si purifica con la lavanda delle mani, recitando sottovoce le preghiere di preparazione al Sacrificio. Infine il celebrante si volta verso i fedeli e li invita a pregare con lui
Seduti

S. Orate fratres, ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem.
M. Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis, ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram, totiusque Ecclesiae suae sanctae.
S. Amen. 

S. Pregate, fratelli, perché il Sacrificio mio e vostro riesca gradito presso Dio, Padre Onnipotente.
M. Il Signore riceva questo Sacrificio dalle tue mani, per la lode e la gloria del >Suo Nome, nonché per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.
S. Amen.

SECRETA (dal Proprio del giorno)
E’ essenzialmente una preghiera sulle offerte in cui si fa oblazione stessa del Sacrificio

PREFAZIO DELLA SS.MA TRINITÀ (se il Proprio non indica altrimenti)
In piedi
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Sursum corda.
M. Habèmus ad Dòminum.
S. Gràtias agàmus Dòmino Deo nostro.
M. Dignum et iustum est.

prefazio
S. Vere dignum et justum est, aequum et salutàre, nos tibi semper et ubìque gràtias àgere: Dòmine sancte, Pater omnìpotens, aetèrne Deus: Qui cum Unigènito Fìlio tuo et Spìritu Sancto, unus es Deus, unus es Dòminus; non in unìus singularitàte persònae, sed in unìus Trinitàte substàntiae. Quod enim de tua glòria, revelànte te, crèdimus, hoc de Fìlio tuo, hoc de Spìritu Sancto, sine differèntia discretiònis sentìmus; ut in confessiòne verae sempiternaèque Deitàtis, et in persònis proprìetas et in essèntia ùnitas et in maiestàte adorètur aequàlitas. Quam laudant Angeli atque Archangeli, Chèrubim quoque ac Sèraphim, qui non cessant clamare cotìdie, una voce dicèntes: 

S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. In alto i cuori.
M. Sono rivolti al Signore.
S. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
M. E’ cosa buona e giusta.
S. E’ veramente cosa buona e giusta, doverosa e salvifica, che noi ti rendiamo grazie sempre e in ogni luogo, o Signore santo, Padre Onnipotente, Dio eterno: con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo, Tu sei un solo Dio, un solo Signore; non nell’unità di una singola persona, ma nella Trinità di una singola sostanza. Infatti ciò che, per tua rivelazione, crediamo della tua gloria, lo crediamo anche del Figlio e dello Spirito, senza distinzioni di sorta; così, riconoscendo la Divinità vera ed eterna, adoriamo le tre Persone distinte, la loro unica Natura, la loro uguale Maestà. Essa lodano Angeli e Arcangeli, Cherubini e Serafini, che non cessano di proclamarla ogni giorno, dicendo all’unisono:

SANCTUS

All’inizio dell’inno, il campanello esorta al raccoglimento.

Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dòminus Deus Sàbaoth. Pleni sunt caeli et terra glòria tua. Hosànna in excèlsis.
Benedìctus qui venit + in nòmine Dòmini. Hosànna in excèlsis. 

Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli Eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene + nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

CANONE ROMANO
In ginocchio.

La grande preghiera eucaristica, insieme con la formula della consacrazione, è recitata quasi tutta sottovoce, il sacro silenzio serve ad unire meglio l’offerta di noi stessi a quella del Pane e del Vino, che si compie per mezzo del Sacerdote.

Preghiera per la Chiesa e  i presenti – Intercessione dei Santi

Il celebrante offre il Sacrificio della Messa per il tramite di Gesù Cristo, unico Sacerdote; quindi ricorda le necessità della Chiesa, del Papa e dei Vescovi; poi i fedeli presenti. Infine invoca per sé e per loro l’intercessione potente dei santi Apostoli e dei Martiri, perché il Sacrificio possa «disporre i nostri giorni» nella Pace di Cristo.

I Ministri salgono a inginocchiarsi sulla predella dell’altare.
Impersonando Cristo stesso, di cui ripete religiosamente tutti i gesti, il celebrante pronuncia lentamente sul pane e sul vino poi, le parole che Gesù pronunciò istituendo l’eucarestia, lavigilia della sua passione.
Il Sacerdote, appena consacrata l’Ostia, si genuflette e poi La eleva; il campanello risuona come invito all’adorazione.

Consacrazione

suono della campanella

 

Qui pridie quam paterétur accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas et elevátis óculis in coélum, ad te Deum Patrem Suum omnipoténtem, tibi grátias ágens, bene+díxit, fregit, dedítque discípulis suis, dicens:

«ACCÍPITE, ET MANDUCÁTE EX HOC ÓMNES:

HOC EST ENIM CORPUS MEUM»

Genuflessione ed ostensione dell’Ostia consacrata. La campanella suona tre volte

Símili modo póstquam cenátum est accípiens et hunc præclárum cálicem in sanctas ac venerábiles manus suas: item, tibi grátias ágens bene+díxit , dedítque discípulis suis, dicens:

«ACCÍPITE ET BIBÍTE EX EO ÓMNES:

HIC EST ENIM CALIX SÁNGUINIS MEI,

NOVI ET AETÉRNI TESTAMÉNTI:

MYSTÉRIUM FÍDEI:

QUI PRO VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDÉTUR

IN REMISSIÓNEM PECCATÓRUM.

HAEC QUOTIESCÚMQUE FECÉRITIS, IN MEI MEMÓRIAM FACIÉTIS»

 

Genuflessione ed ostensione del Calice col Vino consacrato. La campanella suona

tre volte

Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiúsdem Christi Fílii tui, Dómini nostri, tam beátae passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in coélos gloriósae ascensiónis: offérimus praeclárae maiestáti tuae, de tuis donis, ac datis hóstiam + puram, hóstiam + sanctam, hóstiam + immaculátam, Panem + sanctum vitae aetérnae et cálicem + salútis perpétuae.

Supra quæ propítio ac seréno vultu respícere dignéris: et accépta habére, sícuti accépta habére dignátus es múnera púeri tui iusti Abel, et sacrifícium Patriárchae nostri Abrahae: et quod tibi óbtulit summus sacérdos tuus Melchísedech, sanctum sacrifícium, immaculátam hóstiam.

Supplices te rogámus, omnípotens Deus: iube haec perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divinae maiestátis tuae: ut quotquot ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Cór+pus et Sán+guinem sumpsérimus ómni benedictióne coelésti et grátia repleámur. Per eúmdem Christum Dóminum nostrum. Amen.

Suono della campanella

Il Quale nella vigilia della Passione, preso il pane nelle Sue sante e venerabili mani, levati gli occhi al cielo, rendendo grazie a Te, Dio Padre onnipotente, lo +benedisse, lo spezzò e lo diede ai Suoi discepoli, dicendo:

«PRENDETE E MANGIATENE TUTTI:

QUESTO È IL MIO CORPO.»

Genuflessione ed ostensione dell’Ostia consacrata. La campanella suona tre volte

Allo stesso modo, dopo la cena, prese nelle Sue sante e venerabili mani anche questo glorioso calice: di nuovo rendendoTi grazie, lo +benedisse, e lo diede ai Suoi discepoli, dicendo:

 

«PRENDETE E BEVETENE TUTTI:

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE,

PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA:

MISTERO DELLA FEDE:

CHE PER VOI E PER MOLTI SARÀ VERSATO

IN REMISSIONE DEI PECCATI.

OGNI VOLTA FARETE QUESTO, LO FARETE IN MEMORIA DI ME.»

 

Genuflessione ed ostensione del Calice col vino consacrato. La campanella suona tre volte

ONDE anche noi Tuoi servi, o Signore, come pure il Tuo santo popolo, ricordando la beata Passione del medesimo Cristo Tuo Figlio, nostro Signore, e certo anche la sua Risurrezione dagli inferi e la sua gloriosa Ascensione in cielo: offriamo all’eccelsa Tua maestà, tra le cose che ci hai donate e date, l’Ostia +pura, l’Ostia +santa, l’Ostia +immacolata, il Pane +santo della vita eterna e il Calice + della perpetua salvezza. Sopra questi doni, con propizio e sereno volto, dégnati di volgere lo sguardo e di gradirli, come degnasti gradire i doni del Tuo giusto servo Abele e il sacrificio del nostro Patriarca Abramo e quello che ti offrí il Tuo sommo sacerdote Melchisedech; santo sacrificio, immacolata ostia.

SUPPLICI Ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell’Angelo Tuo santo, vengano portati sul Tuo sublime altare, al cospetto della Tua divina maestà, affinché quanti, partecipando a questo altare, riceveremo il sacrosanto +Corpo e +Sangue del Tuo Figlio, veniamo ricolmi d’ogni celeste benedizione e grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Memoria della Passione– Supplica al Padre – Preghiera per i Defunti
Il Sacerdote ricorda la Morte e la Resurrezione di Gesù e prega Dio Padre di accettare l’Offerta del Suo Figlio, ripresentata sull’altare, e di elargire «la pienezza di ogni grazia e benedizione celeste» a quanti si accosteranno al Sacramento. Quindi intercede per le anime dei Defunti e, in particolare, per quella che si vuol ricordare.
E, infine, per sé stesso e per tutti i presenti chiede misericordia, invocando l’intercessione dei Martiri e dello stesso Gesù, Autore del Sacramento:

Per sé stesso e per i presenti
S. (Percutit sibi pectus semel, dicens:)Nobis quoque peccatòribus fàmulis tuis, de multitùdine miseratiònum tuàrum speràntibus,… 

S. (Si batte una volta il petto, dicendo:) Anche a noi, peccatori, Tuoi ministri, che speriamo nella Tua infinita Misericordia…

Piccola elevazione
Si può dare un colpo di campanello. La grande preghiera finisce.
S. Per ip + sum, et cum ip + so, et in ip + so, est tibi Deo Patri + omnipotènti, in unitàte Spìritus + Sancti, omnis honor et glòria, per òmnia saècula saeculòrum.
M. Amen. 

S. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te, Dio, Padre Onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, va ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.
M. Amen.

PATER NOSTER
In piedi:
Preparazione alla Comunione recitando la preghiera di Gesù.
S. Praecèptis salutàribus mòniti et divina institutiòne formàti, audèmus dìcere:
Pater noster, qui es in caelis: sanctificètur nomen tuum: advèniat regnum tuum: fiat volùntas tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidiànum da nobis hòdie, et dimìtte nobis dèbita nostra, sicut et nos dimìttimus debitòribus nostris. Et ne nos indùcas in tentatiònem.

M. Sed lìbera nos a malo. 

S. Ammoniti dagli ordini che salvano e formati dall’insegnamento di Dio, osiamo dire:
Padre nostro, che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome; vanga il Tuo regno; sia fatta la Tua Volontà, come in Cielo, così in Terra; dacci oggi il nostro Pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, così come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non ci indurre in tentazione.

M. Ma liberaci dal male.

Il Sacerdote prosegue sottovoce:
S. Libera nos, quaèsumus, Dòmine, ab omnibus malis, praetèritis, praesèntibus et futùris; et intercedènte beàta et gloriòsa semper Virgìne Dei Genitrìce Marìa, cum beàtis Apòstolis Tuis Petro et Paulo, atque Andrèa et omnibus Sanctis, da propìtius pacem in dièbus nostris: ut ope misericòrdiae tua adiùti, et a peccato simus sempre liberi et ab omni perturbatiòne secùri. Per eùndem Dòminum nostrum Iesum Christum, Fìlium Tuum, Qui tecum vivit et regnat in unitàte Spìritus Sancti, Deus, per òmnia saècula saeculòrum.
M. Amen. 

S. Ti preghiamo, o Signore: liberaci da tutti i mali, passati, presenti e futuri; per l’intercessione della Santa e gloriosa Maria, sempre Vergine e Madre di Dio, dei Tuoi Santi Apostoli Pietro, Paolo e Andrea, e di tutti i Santi, concedi, benevolo, la pace ai nostri giorni, in modo che, soccorsi dalla Tua Misericordia, restiamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tentazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
M. Amen.

AGNUS DEI
S. Pax Domini sit semper vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. (secreto) Haec commìxtio et consecràtio Còrporis et Sànguinis Dòmini nostri Iesu Christi fiat accipièntibus nobis in vitam aetèrnam. Amen.
S. e M.: Agnus Dei, qui tollis peccàta mundi, miserère nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccàta mundi, miserère nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccàta mundi, dona nobis pacem. 

S. La Pace del Signore sia sempre con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. (sottovoce) Questa santa unione del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, nostro Signore, sia fonte di vita eterna per noi che la riceviamo. Amen.
S. e M.: Agnello di Dio, che porti i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che porti i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che porti i peccati del mondo, donaci la pace.

COMUNIONE DEL CELEBRANTE
Il Sacerdote si prepara alla Comunione recitando, sottovoce, alcune preghiere; a voce più alta:

S. Dòmine, non sum dignus (et sequitur secreto) ut intres sub tectum meum; sed tantum dic verbo set sanàbitur ànima mea. (ter)
S. Signore, io non sono degno (e prosegue sottovoce) che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e la mia anima sarà guarita. (tre volte)

Ogni Domine, non sum dignus è sottolineato da un colpo di campanello.

Quindi il sacerdote assume il Corpo – e poi il  Sangue – di Cristo.

SECONDO CONFITEOR DEI FEDELI E ASSOLUZIONE
Circa l’assoluzione, vale quanto si è detto sopra.

COMUNIONE DEI FEDELI
In ginocchio.
Il Sacerdote mostra l’Ostia e dice:
S. Ecce Agnus Dei: ecce Qui tollit peccata mundi.

M. Dòmine, non sum dignus ut intres sub tectum meum; sed tantum dic verbo et sanàbitur ànima mea. (ter) 

S. Ecco l’Agnello di Dio: ecco Colui che porta i peccati del mondo.
M. Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e la mia anima sarà guarita. (tre volte)

La Comunione si distribuisce presso l’altare, alla balaustra; i fedeli si inginocchiano e ricevono il Corpo di Cristo in bocca. Ad ogni comunicando, il sacerdote dice:

S. Corpus Dòmini nostri Iesu Christi custòdiat ànimam tuam in vitam aetèrnam. Amen.

S. Il Corpo di Gesù Cristo, nostro Signore, custodisca la tua anima per la vita eterna. Amen.

Quindi non è necessario che il fedele risponda Amen a sua volta.

COMMUNIO (dal Proprio del giorno)
Può essere cantata durante la Comunione dei fedeli, oppure letta dal celebrante, una volta che questi, distribuite le Sacre Specie, si è purificate le dita.
E’ seguita da:
In piedi
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Orèmus. 

S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Preghiamo.

POSTCOMMUNIO (dal Proprio del giorno)

CONGEDO
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Ite, Missa est.
M. Deo gràtias. 

S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Andate, la Messa è finita.
M. Rendiamo grazie a Dio.

Il Sacerdote bacia l’altare e impartisce la benedizione
In ginocchio

S. Benedìcat vos Omnìpotens Deus, Pater et Fìlius + et Spìritus Sanctus.
M. Amen. 

S. Vi benedica Dio Onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo.
M. Amen.

ULTIMO VANGELO
In piedi
S. Dòminus vobìscum.
M. Et cum spìritu tuo.
S. Initium + sancti Evangelii secundum Ioannem.
M. Glòria tibi, Dòmine.
S. In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in principio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt, et sine ipso factum est nihil quod factum est; in ipso vita erat, et vita erat lux hominum; et lux in tenebris lucet, et tenebrae eam non comprehenderunt. Fuit homo missus a Deo cui nomen erat Joannes. Hic venit in testimonium, ut testimonium perhiberet de lumine, ut omnes crederent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimonium perhiberet de lumine. Erat lux vera quae illuminat omnem hominem venientem in hunc mundum. In mundo erat, et mundus per ipsum factus est et mundus eum non cognovit. In propria venit, et sui eum non receperunt. Quotquot autem receperunt eum, dedit eis potestatem filios Dei fieri; his qui credunt in nomine eius, qui non ex sanguinibus, neque ex voluntate carnis, neque ex voluntate viri, sed ex Deo nati sunt. (Omnes genuflectunt cum dicitur:) ET VERBUM CARO FACTUM EST, (Et surgunt) et habitavit in nobis: et vidimus gloriam ejus, gloriam quasi Unigenti a Patre, plenum gratiae et veritatis.
M. Deo gràtias.

S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
S. Prologo del Vangelo secondo Giovanni.
M. Gloria a Te, o Signore.
S. In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Questi era in principio press Dio. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato creato di ciò che è stato creato; in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; e la luce risplende nelle tenebre, ma gli uomini non l’hanno compresa. Ci fu un uomo, mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone, per rendere testimo¬nianza alla luce, affinché tutti credessero per suo tramite. Non era egli la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. C’era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Egli era nel mondo e il mondo è stato creato per mezzo di Lui, ma il mondo non L’ha riconosciuto. E’ venuto in casa Sua e i Suoi non L’hanno accolto. Ma, a quanti L’hanno accolto, Egli ha concesso il potere di diventare figli di Dio; a questi, che credono nel Suo Nome, che non sono nati dal sangue, né da volere di carne o di uomo, ma da Dio. (Tutti si inginocchiano) E IL VERBO SI E’ FATTO CARNE (Si alzano) ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di Unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
M. Rendiamo grazie a Dio.

PREGHIERE DI LEONE XIII
S. Ave, Maria,…
M. Sancta Maria,… (ter)
S. e M. Salve Regina (aut alia Antìphona, secundum Proprium tèmporis).
S. Ora pro nobis, Sancta Dei Gènitrix.
M. Ut digni efficiàmur promissiònibus Christi.

S. Orèmus.
Deus, refùgium nostrum et virtus, pòpulum ad te clamàntem propìtius rèspice; et intercedènte gloriosa et immaculàta Vergine Dei Genitrice Marìa, cum beàto Iòseph eius sponso ac beàtis Apòstolis tuis Petro et Paulo, et omnibus Sanctis, quas pro conversiòne peccatòrum, pro libertàte et exaltatiòne Sanctae Matris Ecclèsiae, preces effùndimus, misèricors et benìgnus exàudi. Per eùndem Christum, Dòminum nostrum.
M. Amen.
S. Sancte Mìchael Archàngele, defènde nos in proèlio; contra nequìtiam et insìdias Diàboli esto praesìdium. Imperet illi Deus, sùpplices deprecàmur; tuque, Princeps milìtiae caelèstis, Sàtanam aliòsque spìritus malìgnus, qui ad perditiònem animàrum pervagàntur in mundo, divìna virtùte in infèrnum detrùde.

M. Amen.
S. Cor Iesu sacratìssimum.
M. Miserère nobis. (ter) 

S. Ave, Maria,…
M. Santa Maria,…
S. e M. Salve Regina (o un’altra Antifona, secondo il tempo liturgico).
S. Prega per noi, santa Madre di Dio.
M. Affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo.
S. Preghiamo.
O Dio, nostro rifugio, nostra forza, guarda con benevolenza il popolo che ti invoca e, per intercessione della gloriosa Maria Immacolata, Vergine e Madre di Dio, di S. Giuseppe suo sposo, dei tuoi santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, esaudisci, Tu che sei buono e misericordioso, le preghiere che ti rivolgiamo per la conversione dei peccatori, la libertà e il trionfo della Santa Madre Chiesa. Per Cristo, nostro Signore.
M. Amen.
S. San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; proteggici dalle insidie malvagie del Diavolo. Supplichevoli preghiamo che Dio lo sottometta; e tu, Capo dell’esercito celeste, con la forza che da Dio ti viene, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano nel mondo per trascinare le anime alla rovina.
M. Amen.
S. Santissimo Cuor di Gesù.
M. Abbi pietà di noi.






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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