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Il successo della riscoperta della Messa Antica (4)

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 12:40
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15/06/2011 20:50
 
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mercoledì 15 giugno 2011

Modena: la Messa tridentina del Card. Burke ha attirato tantissimi fedeli

La domenica di Pentecoste (12.06.2011) Si è celebrata a Modena la S. Messa pontificale del Card. Burke presso la chiesa parrocchiale dello Spirito Santo (di cui avevamo dato annuncio anche noi qui). I nostri rinnovati complimenti al parroco don Bellei, ai suoi collaboratori: Duc in altum! Di seguito un resoconto tratto dal quotidiano locale, a firma di Marco Amendola. (da segnalare le ultime righe, con l'intervento di un giovane studente! il sottolineato è nostro).

La messa in latino fa il pienone
Rito d’altri tempi in Santo Spirito con il cardinale americano Burke
di Marco Amendola, La Gazzetta di Modena, 13.06.2011



Forte l'emozione per i fedeli della parrocchia dello Spirito Santo, in via Fratelli Rosselli. Ieri mattina, per chiudere il periodo di Pentecoste, il cardinale Raymond Burke ha celebrato la messa secondo l'antico rito romano, la forma liturgica straordinaria reintrodotta da Papa Benedetto XVI.
[...] In molti ieri hanno potuto assistere alle celebrazioni del cardinale, arcivescovo anche di Saint Louis in America e membro del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che è stato accolto come una star da tutti i fedeli, con tanto di tappeto rosso all'ingresso e alla presenza delle autorità cittadine.
[...] «[...] A Modena nella nostra città questa forma di celebrazione non si svolgeva dal 1996 e per la nostra parrocchia è un grande orgoglio farla oggi qui» ha detto don Giorgio Bellei durante l'omelia davanti ai suoi parrocchiani.
Sono le parole di Luciano Gariselli, storico volontario della parrocchia a descrivere la sensazione di tutti: «Per la nostra comunità è una cosa molto importante e siamo molto contenti che sia venuto il cardinale. Il merito è stato anche di don Giorgio che ritiene importante il rito rito romano per l'educazione della vita cristiana. Noi tutte le domeniche alle 18 lo celebriamo».
Soddisfazione anche negli occhi di Marco, che si è sposato qui nel 2004 ed oggi papà della piccola Alice: «È un grande onore avere qui con noi il cardinale Burke. Soprattutto è molto bella la ricchezza dei paramenti e dei vestiti. La chiesa poi è veramente piena». A
ntico e moderno dunque, ma anche alcune voci discordi all'uscita.
Come quella della signora Rocca: «Sono venuta per curiosità. Pensando all'antico andava bene, ma riproposta oggi è troppo difficile da seguire. Io sono abituata per il rinnovamento dello Spirito Santo con delle messe gioiose e festose. Per una volta va bene ma non in modo continuativo» conclude.
«Anche io non la condivido. Mi piace la nostra solita liturgia con la partecipazione vera di tutti» aggiunge Angela, casalinga e parrocchiana.
Tra i fedeli riuniti c’è Giacomo, un giovane studente: «Questa celebrazione solenne è diversa dal solito. È molto profonda e ti senti più vicino alle funzioni. Per me, che non vengo mai questo genere di messa, rappresenta una bella occasione. Non capita tutti i giorni».




fonte: La Gazzetta di Modena
13 giugno 2011
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Un mesto anniversario.

Un nostro collega argentino, ci fa sapere un doloroso anniversario.

Il 6 giugno 2011 è passato un anno da quanto è stata chiusa la Cappella del Sacro Cuore a Buenos Aires. Quale il motivo? facile da intuire. Leggete di seguito (una nostra traduzione) e ne avrete sconsolante conferma.

Roberto



Il 6 giugno dell'anno scorso, terminata la solennità del Corpus Domini, un diabolico furore si è scatenato sulla parrocchia del Sacro Cuore Cappella di Buenos Aires.
Un uomo, che difficilmente sarebbe potuto essere distinto come un prete cattolico, è apparso all'improvviso e ha interrotto il canto alla Vergine e cominciato a rimproverare i fedeli che non capivano cosa stesse succedendo.
Ma quali potevano mai essere le colpe di quelle persone? Molte, secondo la mente e il cuore del progressismo che governa la Chiesa a Buenos Aires. Ma tutto può essere riassunto in poche parole: il loro impegno verso le vera liturgia cattolica, che così difficilmente sta cercando di ripristinare il Santo Padre Benedetto XVI.
Quel prete non poteva tollerare che una fonte di "infezione" inquinasse il quartiere con la sua strana pratica della Comunione in ginocchio, col canto gregoriano, col Canone Romano detto in latino, ecc.
Non poteva tollerare il gran numero di giovani che, Domenica dopo Domenica, riempivano la piccola chiesa, attratti dalla tradizionale pietà religiosa.
Non poteva tollerare il Santissimo Sacramento solennemente portato in processione (sotto un baldacchino, che terribile!), due volte all'anno a benedire con la Sua amorevole presenza nelle strade di quartiere, che sono stati privati ​​di Lui per molti anni.
Non poteva tollerare la predicazione chiara, vibrante, apertamente e rigidamente cattolica del Dott. Alfredo Sáenz, SJ, di fama internazionale, che ha dato il suo pio apporto a questa cappella umile nel quartiere.
[...]
E, soprattutto, non riusciva a perdonare che questa comunità avesse ottenuto col suo precedente parroco, ora in esilio, l'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum
Comunità che non potrà mai dimenticare il cardinale Bergoglio, che ha praticato un piano per boicottare la volontà del Papa espressa in tale documento.
Per tutto questo, questa Messa solenne del Corpus Domini è stata l'ultima.
Oggi, la Cappella del Sacro Cuore è chiusa. Mentre le sette protestanti fortemente suonano le campane delle case.
[...]Da qui, chiediamo ai nostri lettori di pregare per l'apertura anticipata della Cappella del Sacro Cuore di Gesù (che sarebbe una meraviglia), ricordando che noi onoriamo il momento in cui, dopo molti anni, brillavano brevemente la solenne rito tridentino tra le sue antiche mura.
appena pubblicato un mese!


Quel prete, era il Cardinale.


Fonte: pagina Catolica

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Macerata : la consacrazione dei "Figli del Sacro Cuore"



Sabato 18 giugno alle ore 18 nella Cattedrale San Giuliano di Macerata ci sarà la Consacrazione dei "Figli del Sacro Cuore di Gesù" officiata da Sua Eccellenza Rev.ma Claudio Giuliodori che nella Solennità dell’Immacolata Concezione 2010, in forza dei canoni 312 – 320 del Codice di Diritto Canonico, aveva eretto l'Associazione Pubblica di Fedeli denominata "Regina dell'Amore" ed approvato il Direttorio dei Consacrati "Figli del Sacro Cuore di Gesù"... i quali hanno scelto di vivere la vita consacrata all'interno dell' Associazione stessa nella perfezione evangelica con la professione dei consigli di obbedienza, povertà, castità, … considerato il tempo trascorso e che annualmente i membri della comunità hanno l'innovato la loroprofessione; visto che nel tempo si è andato chiarendo il carisma della nuova Comunità; preso atto della celebrazione eucaristica avvenuta a Paray Le Monial, il 19 agosto 2010, dove i membri hanno ulteriormente consacrato la loro vita rinnovando la professione dei consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità confermando la volontà di viverli in modo perpetuo;valutata la vita umana, di fede, di preghiera e pastorale realizzata dai membri stessi e dalla Comunità nel suo insieme; …con il presente Decreto stabilisco che il giorno 18 giugno 20 Il, nei primi Vespri della Solennità della Santissima Trinità, venga celebrata una solenne liturgia eucaristica dove si consacreranno i membri della Comunità dei "Figli del Sacro Cuore di Gesù" secondo le disposizioni di diritto e di fatto approvate all'interno del Direttorio, Invoco l' intercessione dei Santi della nostra Diocesi su questa Comunità perché i Consacrati sappiano vivere i consigli evangelici con la necessaria e dovuta testimonianza di vita.
Affido fin d'ora la Comunità dei "Figli del Sacro Cuore di Gesù" all'intercessione della Vergine Maria, Madre della Misericordia, principale patrona della Diocesi, perché sia Lei a custodirla e a portarla ogni giorno di più all'incontro con il Signore Gesù.
Invoco la benedizione della Santissima Trinità perché, sull'esempio di questi Consacrati, il Padre chiami, attraverso la forza dello Spirito Santo, tanti operai nella Sua messe a donare tutta la propria vita al Sacro Cuore di Gesù, per la gloria di Dio, l'annuncio del Vangelo e la salvezza delle anime
” . ( Dal Decreto Vescovile di Consacrazione ) www.figlidelsacrocuore.it/chi-siamo/decreto-di-consacrazione-figli-del-sacro-cuore...
Una particolare preghiera di ringraziamento alla Madonna della Misericordia per l’opera impareggiabile che il giovane Sacerdote Don Gianluca Merlini, Segretario Generale della Curia e Cerimoniere Vescovile, sta facendo con lo scopo di incrementare le vocazioni .


I Consacrati, accompagnati dal Vescovo, si recheranno in pellegrinaggio alla Tomba dell'Apostolo Pietro.








Andrea Carradori
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Italia Cattolica.


Cantuale Antonianum ha, come del resto imponeva il suo nome, pubblicato una relazione della processione a Padova in onore di Sant'Antonio, tenutasi due giorni fa in occasione della festa del santo.

Riportiamo qui il filmato della processione, cui ha assistito un'enorme folla di circa centomila persone. Il video è molto asciutto e non indulge a folklorismi da film americano degli anni Cinquanta (in cui, se il film è ambientato in Italia, appare sempre una processione o un gruppo di preti col saturno in testa). Nondimeno non manca nulla: confraternite, associazioni, bande, paggetti, madri cristiane, figlie di Maria, carabinieri col pennacchio (ah! la loro vista mi fa quasi ricredere su quanto si diceva ieri, circa l'importanza di uno Stato confessionale). Ma non v'è nulla di meramente coreografico: è la Fede che si esprime pubblicamente e ha il sacrosanto coraggio di rendersi, con orgoglio, visibile a tutti. Come i nostri avi hanno fatto per secoli e secoli nelle vie di paesi e di città.

Quando confrontiamo lo stato deliquescente del cattolicesimo nordeuropeo con quello, certo malato ma non ancor moribondo, della nostra Italia, non abbiamo da cercare strane teorie sociologiche per comprenderne la ragione: è l'aver conservato qualche scampolo di Tradizione e di devozioni popolari, a fare tutta la differenza. Come diceva quel savio vescovo, dopo l'ennesimo convegno parolaio o la solita assemblea della CEI: si facessero meno chiacchiere, e più processioni...

Enrico
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Promosso un vescovo africano pro motu proprio

Mons. Pascal N'Koué




Mons. Pascal N'Koué, vescovo di Natitingou nel Benin, è stato nominato dal Santo Padre arcivescovo della sede metropolitana di Parakou, sempre nel Benin. La notizia ci fa particolarmente piacere perché il vescovo N'Koué non ci è sconosciuto: non solo aveva accolto generosamente l'abbé le Pivain, proveniente dalla Fraternità San Pietro, ma è anche uno dei pochissimi (anzi, forse l'unico a nostra conoscenza) che abbia reso pubblica la sua relazione per il triennio di applicazione del motu proprio; e leggete che cosa ha scritto (fonte: SPO):

Enrico
**********************

Natitingou, 15 giugno 2010

Eminenza Reverendissima,

È con gioia che, su sollecitazione della Nunziatura Apostolica in Benin, La informo della nostra esperienza con il Motu Proprio di Papa Benedetto XVI "Summorum pontificum".

Innanzitutto, vorrei dire che la forma straordinaria del rito romano è stata introdotta nella mia diocesi nell'ottobre 2003, quindi prima del Motu Proprio. La mia convinzione che queste due forme possano coesistere pacificamente e per arricchirsi la vicenda è fuori discussione e da lunga data. A mio modesto parere, le due forme non pongono alcun problema. I conflitti provengono dai nostri cuori malati e intossicati o dalle nostre ideologie provocate dalla ristrettezza della nostra mente e dalla nostra formazione troppo quadrata.

Come leggerete nel rendiconto allegato, redatto da padre Denis Le PIVAIN, parroco di San Giovanni Battista, non ci sono state tempeste a Natitingou, ma nondimeno un po' di turbulenza… Il sacerdote non intraprende nulla senza consultare il vescovo. Questo è uno dei suoi grandi meriti. L'unità della Chiesa oblige. In conseguenza, c'è una notevole simpatia e armonia tra tutti i sacerdoti a questo proposito.

Personalmente, devo confessare che la celebrazione nell’antica forma è una fortuna per il mio giovane clero e per  tutta la diocesi. Permette di valorizzare ulteriormente l'altare (preghiere ai piedi dell'altare), il sacro silenzio, le secrete, la molteplicità dei segni di croce e genuflessioni e anche il fatto che sia tutto rivolto verso la croce (posizione ad orientem). In breve, il rito tridentino ci dà la possibilità di meglio comprendere e apprezzare il rito detto di Paolo VI.

Molti dei miei sacerdoti, senza alcuna pressione da parte mia, spontaneamente hanno iniziato ad imparare a celebrare la messa di San Pio V, o più precisamente la messa di Papa Giovanni XXIII. Ovviamente, più si insiste sulla "ars celebrandi", più le due forme si influenzano positivamente. Quando le rubriche sono interiorizzate, la liturgia tocca i fedeli per la sua bellezza e la sua profondità; e non c'è più bisogno di litigare sul mistero, il sacro, l’adorazione, la maestà di Dio e la partecipazione attiva. Tutto va da sé. Inoltre, il canone romano e i gesti liturgici dell’antico rito sono più vicini alla nostra religiosità e sensibilità africana. Parlo solo per mia diocesi.

Il mio desiderio è che un giorno ogni sacerdote sappia celebrare nelle due forme. Non è impossibile, soprattutto se se lo si introduce nei nostri seminari. Ma qui a Natitingou, noi non possiamo applicare il rito antico puramente e semplicemente, senza tenere conto della luce di "Sacrosanctum concilium". C’è tutto. La forma straordinaria non può ignorare il Concilio Vaticano II, proprio come la forma ordinaria non può ignorare il rito antico senza impoverirsi. C'è un equilibrio da mantenere. La Commissione "Ecclesia Dei" sembra incoraggiarci a proseguire in questo senso.

Finisco invocando i sacri Cuori di Gesù e di Maria su tutti i sacerdoti. È l'amore di Dio che salverà il mondo e non i  riti come tali. Lavoriamo per stimolare questa passione per il Crocifisso, che ci ha amati e si è dato per noi.

Nella speranza di aver risposto per poco che sia alla Sua domanda, La assicuro, Eminenza Reverendissima, della mia fedele collaborazione nella Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Mons. Pascal N’KOUE


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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