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Benedetto XVI a Santiago di Compostela 6/7 novembre 2010

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2010 12:54
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08/11/2010 18:21
 
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La visita all'istituto Obra Nen Déu a Barcellona

I progressi della medicina
rispettino la dignità umana


Nel pomeriggio di domenica 7 novembre il Papa ha visitato l'istituto Obra Nen Déu per l'assistenza sanitaria e psicologica di minori e giovani a Barcellona. Dopo i saluti rivoltigli dal cardinale Lluís Martínez Sistach, dalla superiora suor María Rosario Delgado e da due piccoli ospiti della residenza, il Papa ha pronunciato il seguente discorso.

Di seguito una nostra traduzione italiana del discorso del Papa.

Signor Cardinale Arcivescovo di Barcellona,
Venerati Fratelli nell'Episcopato,
Cari sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi,
Distinte Autorità,
Cari amici,

Provo grande gioia nel poter essere qui con tutti voi, che formate questa più che centenaria Opera Benefico-Sociale del Nen Déu (Divino Infante). Ringrazio, per il cordiale benvenuto che mi hanno offerto, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona, Suor Rosario, Superiora della Comunità, i bambini Antonio e Maria del Mar, che hanno preso la parola e tutti quelli che hanno così meravigliosamente cantato.

Esprimo la mia gratitudine anche ai presenti, in particolare ai membri del Patronato dell'Opera, alla Madre Generale e alle Religiose Francescane dei Sacri Cuori, ai bambini, giovani e adulti accolti in questa istituzione, ai loro genitori e agli altri famigliari, così come al personale e ai volontari che qui esercitano il loro benemerito lavoro.

Vorrei, allo stesso tempo, manifestare la mia riconoscenza alle Autorità, invitandole a prodigarsi perché i più svantaggiati siano sempre raggiunti dai servizi sociali, e a coloro che sostengono con il loro generoso aiuto entità assistenziali di iniziativa privata, come questa Scuola di Educazione Speciale del Nen Déu. In questi momenti, in cui molte famiglie sperimentano serie difficoltà economiche, dobbiamo moltiplicare, come discepoli di Cristo, i gesti concreti di solidarietà, tangibile e continua, mostrando così che la carità è il distintivo del nostro essere cristiani.


Con la dedicazione della Basilica della Sacra Famiglia, si è posto in rilievo questa mattina che l'edificio sacro è segno del vero santuario di Dio tra gli uomini. Ora voglio sottolineare come, con lo sforzo di questa e altre analoghe istituzioni ecclesiali - a cui si aggiungerà la nuova Residenza che avete desiderato portasse il nome del Papa - si mostra chiaramente che, per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno.

La Chiesa vuole così realizzare le parole del Signore nel Vangelo:  "In verità io vi dico:  tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40). In questa terra, queste parole di Cristo hanno spinto molti figli della Chiesa a dedicare la propria vita all'insegnamento, alla beneficienza o alla cura dei malati e dei diversamente abili. Ispirati dal loro esempio, vi chiedo di continuare a soccorrere i più piccoli e bisognosi, dando loro il meglio di voi stessi.

Nella cura dei più deboli, molto hanno contribuito i formidabili progressi della sanità negli ultimi decenni, che sono stati accompagnati dalla crescente convinzione dell'importanza che ha, per il buon risultato del processo terapeutico, un rapporto umano attento. Perciò, è esigenza dell'essere umano che i nuovi sviluppi tecnologici nel campo medico non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana, in modo che coloro che soffrono malattie o disabilità psichiche o fisiche possano ricevere sempre quell'amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete.

Cari bambini e giovani, mi congedo da voi rendendo grazie a Dio per le vostre vite, così preziose ai suoi occhi, e assicurandovi che occupate un posto molto importante nel cuore del Papa. Prego per voi tutti i giorni e vi chiedo di aiutarmi con la vostra preghiera a compiere con fedeltà la missione che Cristo mi ha affidato. Non tralascio inoltre di pregare per coloro che sono al servizio di chi soffre, lavorando instancabilmente perché le persone con disabilità possano occupare il loro giusto posto nella società e non siano emarginate a causa delle loro limitazioni.

A questo proposito, vorrei riconoscere, in modo speciale, la testimonianza fedele dei sacerdoti e di coloro che visitano i malati nelle loro case, negli ospedali e in altre istituzioni specializzate. Essi incarnano l'importante ministero della consolazione di fronte alle fragilità della nostra condizione, che la Chiesa cerca di compiere con gli stessi sentimenti del Buon Samaritano (cfr. Lc 10, 29-37).

Per intercessione di Nostra Signora della Mercede e della Beata Madre Carmen di Gesù Bambino, Dio benedica tutti voi che formate la grande famiglia di questa splendida Opera, come anche i vostri cari e coloro che cooperano con questa o con simili istituzioni. Di ciò sia pegno la Benedizione Apostolica, che cordialmente imparto a tutti voi.


(©L'Osservatore Romano - 8-9 novembre 2010)

                                       
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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