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Benedetto XVI dal libro intervista "Luce del mondo": alcune domande e risposte assai interessanti!

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2013 12:18
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03/12/2010 15:38
 
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Scambio d'opinioni sui profilattici.

Il nostro articolo sulle affermazioni del Papa in merito all'utilizzo del profilattico ha provocato un vivace dibattito. Un sacerdote ci ha scritto una mail per confutare le nostre osservazioni; ne è nato un breve carteggio, che ci pare interessante pubblicare (dopo averne informato l'interlocutore), poiché vi sono sintetizzate le due opinioni: quella (la nostra) di chi ritiene le parole del Papa perfettamente in linea col magistero anteriore, e quella invece che vi ravvisa una novità in qualche misura contraria alla retta dottrina. Nel tornare ad affrontare questo tema, vi vogliamo inoltre segnalare il bell'apologo che il sito Libero Arbitrio ha dedicato alla questione.



Gentile Redazione,
mi permetto di segnalarvi un grave abbaglio preso da Enrico nel suo articolo dal titolo "Perché il Papa ha ragione sul profilattico", dove cerca di giustificare le parole del Pontefice. Prima di tutto il Papa parla esplicitamente di "singoli casi giustificati", quindi moralmente leciti dell'uso del contraccettivo in questione, e questa terminologia è inaccettabile poiché mai un'azione intrinsecamente cattiva può essere "giustificata". La citazione poi di S. Alfonso: "E' lecito persuadere per il minor male se l’altra persona è già determinata a commetterne uno maggiore; la ragione è che chi persuade non cerca il male, bensì il bene, ossia la scelta del male minore", non è correttamente spiegata poiché si può persuadere per il male minore soltanto se questo è gia compreso e deciso nell'azione malvagia che la persona voleva fare. Per esempio a qualcuno che ha deciso di uccidere il vicino per derubarlo gli si può dire di limitarsi a derubarlo. Così spiega ogni buon manuale di Teologia Morale e in particolare il Dizionario di Teologia Morale di Palazzini, il cui testo vi allego [è consultabile online a questo link].
Porgendovi i miei migliori saluti, vi auguro ogni bene nel Signore.
Don ***

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Gentile Reverendo,
ho letto con attenzione la sua mail e l'allegato estratto e La ringrazio sentitamente.
Tuttavia devo rispondere che non condivido le Sue osservazioni. In primo luogo la Sua esegesi delle parole del Papa: vero che il termine 'giustificati' potrebbe far pensare ch'essi siano in qualche modo leciti, ma il contesto di tutto il discorso, ossia quanto precede e pure il riferimento ad un mero "avvio" di moralizzazione, rende inequivocabile che egli non considera affatto, come invece lei mi scrive, "meramente leciti" gli atti considerati (e come potrebbe: parla di casi davvero abietti), o anche solo l'uso del profilattico a prescindere dal sottostante peccato di fornicazione Ed è per questo che ho considerato le citazioni dalla Casti connubii e dall'Humanae vitae, pubblicate in alcuni siti, non conferenti al tema, visto che mai il Papa ha posto in dubbio l'illiceità di quello strumento (io, personalmente, riterrei moralmente neutro - ossia non aggravante dell'atto impuro sottostante, già di per sé gravissimo - l'uso del condom in un rapporto contro natura, in cui il problema contraccettivo non si pone; ma questo è il mio pensiero, il Papa non esplicita ciò).

E con questo, usciamo dall'ipotesi di cui al punto 1) del Palazzini.

Siamo dunque nel punto 2), che è appunto lo stesso trattato da S. Alfonso. Qui il Palazzini introduce una distinzione invero sottile, e a mio avviso piuttosto speciosa: persuadere a rubare chi sia determinato invece a rapinare è lecito (perché nella rapina è incluso il furto), mentre persuadere ad ubriacarsi anziché andare a rapinare è illecito. Ora, questa distinzione è di tipo molto legalistico (e glielo dice un avvocato: le ipotesi si chiamano reato complesso e concorso -formale o materiale - di reati) ma appare ictu oculi priva di fondamento, specie se applicata al caso. Per almeno quattro motivi:
1) E' evidente che esiste una gerarchia nella gravità dei peccati e che un peccato sensibilmente meno serio sarà sempre e comunque una scelta migliore (nel senso di: meno grave), anche se non esiste un rapporto di continenza tra le due ipotizzate infrazioni.
2) I casi concreti si ribellano a facili inquadramenti del genere. Nell'esempio del Palazzini (furto o rapina con omicidio), immaginiamo che il rapinatore si sia determinato ad uccidere il padrone per poter entrare in casa e rubare. Il confessore che lo invitasse almeno a non uccidere e, per convincerlo, gli chiedesse di allontanare il padrone con uno stratagemma, farebbe cosa illecita sol perché induce a dire una menzogna, peccato non compreso nell'originaria, e più spiccia, intenzione? La risposta è autoevidente.
3) S. Alfonso nel suo discorso riportato nel mio post non restringe il discorso a peccati in rapporto di continenza, ma parla genericamente; Sant'Agostino, poi, effettua tale comparazione tra il meretricio e le libidines (atti omosessuali) in cui quella continenza è del tutto inesistente. E mentre Alfonso e Agostino sono santi e dottori della Chiesa, non possiamo dir lo stesso, per ora, del Palazzini.
4) Nel caso del profilattico, infine, è possibile ravvisare un contegno davvero ulteriore e diverso rispetto a quello originariamente divisato? Vi è bensì un'aggiunta (il profilattico), ma nel quadro di atti di fornicazione già considerabili, lato sensu, come onanistici.

Discorso del tutto diverso è quello dell'opportunità di quelle affermazioni e del modo di farle. Qui entriamo nella sfera dell'opinabile. Personalmente, vedo sia vantaggi sia rischi. Speriamo che i primi sopravanzino. Del pari opinabile, in secondo luogo, è anche il giudizio se abbia senso per il mondo della Tradizione far guerra al Papa sul profilattico, visto che le sue affermazioni non solo non hanno valore magisteriale ma, come detto sopra, il Magistero anteriore non contraddicono.
Con molta stima
Enrico


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Gentile Signor Enrico,
la ringrazio molto per la sua risposta e ben volentieri aggiungo qualche riga di spiegazione alle mie affermazioni.

Prima di tutto mi permetto di citare il testo del Pontefice, come l’agenzia Zenit lo ha riportato, in modo che si possa discutere su qualcosa di concreto:

Presentiamo le parole del Papa raccolte nel libro sulla sessualità. (ROMA, sabato, 20 novembre 2010 (ZENIT.org).
“Concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità. Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. È veramente necessaria una umanizzazione della sessualità”.

Ho riletto più volte il testo e non riesco proprio a vedere come lo si possa interpretare diversamente dal senso ovvio delle parole: “Vi possono essere singoli casi giustificati” (quindi moralmente leciti) dell’uso del profilattico, e questo sarebbe “il primo passo verso una moralizzazione”. Così il testo è stato capito in maniera generale (Giustificato: participio passato di giustificare: che è fatto giustamente (Dizionario Palazzi) cioè in conformità alla legge morale in questo caso.)

Prima di tutto vorrei ricordarle che il Cardinal Pietro Palazzini, autore del Dizionario che le ho citato, non è l’ultimo arrivato in campo di teologia Morale ma rappresenta uno degli ultimi personaggi di spicco della scuola romana tradizionale in questa materia. Nel caso in questione poi non esprime un’idea personale ma veramente un grande principio di morale: non posso fare un male e quindi neppure consigliarlo positivamente, neanche per ottenere un bene. Non posso proporre ad un assassino che vuole andare ad uccidere un’intera famiglia, di sfogare la sua ira omicida soltanto sul primo passante che incontra per strada; non posso consigliare di prendere un contraccettivo neppure ad una persona che è decisa ad abortire in caso di concezione, mi renderei così responsabile del male che ho proposto positivamente e che la persona non aveva intenzione di compiere.

Se invece qualcuno ha gia deciso di fare un male, gli si può proporre di limitarsi; di non compierlo totalmente. Così va interpretata la stressa citazione di Sant’Alfonso. Così la interpretano i grandi moralisti tomisti come Prummer; Mekelbach ecc., di cui il Cardinal Palazzini si fa eco. Non credo che possa citarmi alcun manuale di teologia morale che affermi il contrario.

Il caso poi che evoca Sant’Agostino dei lupanari, da lei citato, rientra perfettamente nel male minore, poiché si vuole regolarizzare, canalizzare un male che esiste già, senza approvarlo (la tolleranza per definizione non significa approvare il male ma sopportarlo per un bene più grande o evitare un male maggiore).

Viziare l’atto sessuale, distogliendolo dalla sua fine naturale è un peccato che si aggiunge alla fornicazione e che è necessario accusare per l’integrità della confessione, anche se lo si fa per non trasmettere malattie. Moralmente nessuno lo può consigliare, senza rendersi corresponsabile.

Penso che per riparare lo scandalo mondiale che è stato dato con queste affermazioni e allo stesso tempo difendere l’autorità del Pontefice, in quanto capo della Chiesa universale, sia necessario proclamare fortemente che non si tratta di un atto di magistero, ma di opinioni personali e in quanto tali, discutibili.

In Jesu et Maria
Don ****


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Caro Reverendo,
riconosco volentieri con Lei che il Suo discorso non farebbe una grinza... se sol fosse vera la premessa, ossia l'interpretazione delle parole del Papa nel senso di aver definito come lecito, morale, l'uso del profilattico nel caso indicato.

Ma ecco perché tale interpretazione non regge:

1) La frase che precede quella incriminata, critica il preservativo ("la fissazione assoluta sul preservativo implica una banalizzazione della sessualità, che, dopo tutto, è proprio la fonte pericolosa di quell'atteggiamento che non fa più vedere la sessualità come espressione di amore, ma solo come una sorta di droga da somministrare a se stessi . Per questo motivo la lotta contro la banalizzazione della sessualità è anche parte della lotta per garantire che la sessualità sia considerata come un valore positivo e consentirle di avere un effetto positivo su tutto l'essere dell'uomo").

2) L'espressione "avvio di moralizzazione" è chiarissima. Avvio significa semplice incamminamento, quindi non ancora raggiungimento. Nell'originale tedesco è ancor più chiaro: einerster Akt, primo gesto, primo passo. Anche 'moralizzazione' (Moralisierung) ha un significato incoativo, a differenza ad esempio del termine "moralità".

3) Infine e soprattutto: Lei si concentra sull'espressione "singoli casi giustificati". 'Giustificato', Le concedo, è termine ambiguo e, se il pensiero del Papa non fosse rivelato da quanto ho scritto ai punti precedenti, si presterebbe agevolmente a quanto Lei ritiene. La radice di giustificato contiene il termine iustus, donde la Sua conclusione.
Se però andiamo a vedere che cosa ha detto davvero il Papa, ossia l'originale tedesco, troviamo la locuzione begründete Einzelfälle. Begründete contiene la radice grund, fondamento. Possiamo tradurlo più correttamente, quindi, come "casi individuali fondati". E sicuramente, posto che il sieropositivo sia comunque determinato al rapporto sessuale illecito, in quel caso il fondamento, il motivo, la causa per proteggere l'altro dal contagio sussiste. Senza che il riconoscimento di tale 'fondamento' neghi l'immoralità di quella protezione, pur riconoscendo ovviamente che è scelta migliore rispetto alla ben più grave immoralità dell'omicidio.

Mi permetta infine di aggiungere, alla sua frase "così il testo è stato capito in maniera generale" (ossia nel senso che il Papa avrebbe definito lecito l'uso del profilattico in quei casi), l'osservazione che così è stato interpretato dai media laicisti. Il che può essere un buon motivo per interrogarsi sull'opportunità di quelle dichiarazioni, ma faccio presente che in ambito cattolico l'idea che il Papa parli di gradi diversi di illiceità è pressoché unanime, perfino tra i progressisti.

Quindi: una volta ammesso che per il Papa l'uso del profilattico in quei casi particolari è un peccato meno grave rispetto al contagiare, il resto consegue. Non comprendo perché non si applichi qui lo stesso principio dettato da S. Agostino in merito ai postriboli. Né intendevo denigrare il Palazzini; ma constato che la sua distinzione molto legalistica fondata sulla continenza di un peccato rispetto all'altra, è contraria non solo al buon senso, ma soprattutto alla Tradizione, come attestano anche queste ulteriori citazioni (trovate qui):

S. Alfonso: "Appoggiati sull'autorità di S. Agostino, diciamo che è probabilmente permesso consigliare un male minore per evitarne uno maggiora al quale va a gettarsi senz'ombra di dubbio il prossimo, perché allora chi consiglia non provoca il male, ma il bene, consigliando di scegliere il male minore, quand'anche fosse di natura differente"

E sempre S. Alfonso, basandosi su un articolo dell'Aquinate sull'usura (per brevità, lo lascio nel francese in cui l'ho trovato): "Jamais il ne sera permis d'engager quelqu'un à prêter en exigeant des intérêts; mais quand un homme est disposé à faire des prêts de cette nature et ainsi pratique l'usure, il est permis de lui emprunter à intérêt; ceci en vue d'un bien, qui est de subvenir à sa propre nécessité ou à celle d'autrui. C'est ainsi encore qu'il est permis à celui qui tombe au pouvoir des bandits de leur montrer ce qu'il possède, pour éviter d'être tué, bien que les bandits pèchent en le dépouillant. C'est ce que nous enseigne l'exemple des dix hommes tombés au pouvoir d'Ismaël et qui lui dirent: « Ne nous fais pas mourir, car nous avons des provisions cachées dans ce champ » (Jr 41,8) ." (IIa IIae, q. 78, a. 4)

Aggiungo, infine, un'ultima considerazione. Nel valutare il caso, non ci dobbiamo mettere nella prospettiva (come invece fa il Palazzini, ma anche S. Alfonso) del confessore, per decidere che cosa è lecito che questi possa consigliare; bensì del prostituto (o prostituta). Un conto è quindi dire (col Palazzini): il confessore non deve consigliare un male, foss'anche minore. Altro è dire (ed è il discorso del Papa): colui che, determinato al peccato, sceglie il preservativo per non contagiare opera una scelta migliore (fondata, motivata, Begründete) di quella di contagiare.

Che, infine, non si tratti di opinioni magisteriali, traspare dal libro stesso.
Cordiali saluti
Enrico





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Caro Enrico e caro Don, mi riferisco allo scambio d'email.... quanto dite è ciò che voleva suscitare il Pontefice stesso: il dibattito, il contraddittorio.... Wink  
senza alcun dubbio il cattolico deve ragionare da cattolico, il non cattolico dovrebbe sforzarsi, attraverso queste espressioni del Papa NON a trovare una giustificazione del male - maggiore o minore che sia - ma accostarsi alla comprensione della autentica morale sessuale...  
 
Il Papa NON sta giustificando l'uso del profilattico, ma delle situazioni che sono già giustificate dalla società: la prostituzione... non dimentichiamo che si sta diffondendo una larga cultura ad una prostituzione quasi legalizzata, pensiamo ai viados, pensiamo alla loro MENTALITA', non sono obbligati, ma GLI PIACE FARLO....  
 
dice dunque il Papa: non giustificati nel senso "moralmente leciti", ma giustificati dalla cultura, dalla società, DALLA LIBERA SCELTA DELLE PERSONE.... io è così che leggo quelle parole fin dall'inizio.... Embarassed  c'è una certa prostituzione che è per molti una NORMALITA'....  
senza dubbio per un cattolico ciò è moralmente illecito, ma come farlo intendere a chi cattolico non è?  
Come far comprendere che in questi "casi giustificati" c'è da evitare almeno il male maggiore che è il contagio dell'AIDS?  
 
Ciò in cui ha azzardato il Papa e che intendo definire IMPRUDENTE e il non aver parlato di PECCATO E DI PECCATO MORTALE....  
magari si poteva terminare la frase che in entrambi i casi resta IL PECCATO, L'IMMORALITA' L'ILLECITA'...  
ma sembra che il Papa di proposito abbia voluto lasciare aperto il dibattito, il confronto, il contraddittorio forse perchè, appunto, NON SI TEME LA VERITA' E LA VERITA' NON TEME IL CONFRONTARSI.... Wink  
 
Oggi non è affatto semplice parlare di DIVIETI!  
 
Vi segnalo un caso assurdo di questi giorni:  
una coppia normale, uomo e donna, si sono sposati in Chiesa...tutto normale fino a quando il marito DECIDE DI DIVENTARE DONNA....  
vivono a Bologna.... lui è andato all'estero ed ora dopo l'intervento è "donna" la moglie resta donna...  
quel matrimonio è ancora valido?  
alcuni sacerdoti hanno detto di "si" altri hanno detto di "no".... i due coniugi NON vogliono ricorrere alla Sacra Rota e ritengono questa unione LEGITTIMA.... Undecided  
 
Ora, noi sappiamo che queste due persone stanno vivendo in un gravissimo stato di peccato mortale....  
cosa deve fare la Chiesa? annullare quel matrimonio? ma i due non lo chiedono e non vogliono....  
la Chiesa non è matrigna, ma è Madre....e si è già espressa in materia, ma sono alcuni sacerdoti che hanno le idee confuse....  
 
Voi che ne pensate?




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Cara Caterina, quel marito, nonostante 'le apparenze' è e resta un uomo. Il suo codice genetico è sempre xy, mica è possibile cambiarlo...  
Questo significa che i due, di fronte alla Chiesa, continuano ad essere sposati e non c'è nessuna nullità del matrimonio (tra l'altro, la nullità è un vizio genetico, ossia originario, del matrimonio, non può dipendere da cause sopravvenute).  
Un matrimonio rato, ossia validamente contratto tra due battezzati, non può essere sciolto che in un caso (l'unico 'divorzio' ammesso per il matrimonio tra battezzati), ossia in caso di non consumazione.  
Ma se il marito, prima di... insomma, della mutilazione, ha avuto modo e tempo di consumare il matrimonio, i due resteranno sposi finché morte non li separi.  
 
Per quanto riguarda la legge civile, invece, è possibile ottenere con sentenza l'accertamento del mutamento del sesso. Ma questo non implica lo scioglimento automatico del matrimonio: è solo presupposto affinché uno dei due coniugi possa chiederlo (art. 3 n. 2 lett. g L. 1.12.1970 n. 898, mod. dall'art. 7 L. 6.3.1987 n. 74). Nessuno o quasi lo sa, ma esiste già una sorta di matrimonio omosessuale nel diritto civile: finché nessuno dei due coniugi chiede il divorzio, il matrimonio resta in piedi anche se uno dei due è diventato (a tutti gli effetti di legge) dello stesso sesso dell'altro.  
Enrico


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Grazie Enrico,  
è infatti la stessa cosa che pensavo anch'io.....  
per la Chiesa non esiste il "cambiamento" del sesso....  
Ora, e il punto è questo, c'è chi STRUMENTALIZZERA' (e sta già strumentalizzando) il fatto per dire, magari, che la Chiesa ACCETTA il matrimonio fra persone dello stesso sesso NON annullando quel Matrimonio... comprendi? Wink  
Con il problema dell'ignoranza dilagante sulla RADICE di una Dottrina, si fa dire alla Chiesa ciò che non dice, o si fa cambiare la dottrina su OPINIONI PERSONALI....  
 
Così, per ritornare al tema brillante del vostro scambio di email:  
noi sappiamo cosa insegna la Chiesa in materia morale, ergo, ogni frase del Papa anche se detta fuori dal Magistero, deve essere interpretata alla luce della dottrina....  
 
L'eco suscitato dalle sue parole non sono "le sue parole" MA L'INTERPRETAZIONE che ne viene data e volutamente, per taluni, dissociata dall'insegnamento dalla Chiesa....  
 
La società si sta evolvendo e nel modo peggiore.... e la sana Dottrina subirà sempre di più INCOMPRENSIONI anche perchè, a partire dalle Famiglie, certe cose semplici NON si insegnano più....  
 
ho sentito con le mie orecchie, nonchè ho dovuto scontrarmi.... CATECHISTI CONSIGLIARE L'USO del profilattico PER EVITARE DI ABORTIRE a ragazze e ragazzi di 16 anni....alle ragazze per non rimanere incinte e ai maschi per EVITARE IMBARAZZI....  
un bambino è visto come UN IMBARAZZO anzichè una eventualità, che seppur accidentale, può recare uno sviluppo della propria responsabilità e percepire l'evento COME UN DONO...e non come UNA DISGRAZIA!!  
 
A fronte dell'aborto eventuale, si consiglia già da tempo il profilattico ed altri concezionali.....il problema è aperto da tempo e non certo dalle parole del Papa.....







[Modificato da Caterina63 03/12/2010 15:39]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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