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PRIMO MAGGIO 2011 BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2013 14:40
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A colloquio con il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

Celerità e rigore nella causa
di beatificazione di Giovanni Paolo II


di Nicola Gori


Accuratezza, scrupolosità, professionalità:  sono queste le modalità con le quali è stato condotto l'iter della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. Se da un lato, la sua beatificazione arriva a tempo di record, dall'altro non sono stati fatti sconti nelle procedure previste dalla normativa canonica. Si è trattato solo di una corsia preferenziale - concessa dallo stesso Benedetto xvi - che ha permesso di accelerare i tempi. Tra la morte di Giovanni Paolo II e la celebrazione di beatificazione del 1° maggio, infatti, passeranno sei anni e 29 giorni. Certamente, per il popolo di Dio la santità di Papa Wojtyla non è mai stata messa in discussione. E sono state proprio la fama di santità e la fama dei segni ad accompagnare e sostenere tutto l'iter processuale. È quanto spiega in questa intervista al nostro giornale il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Questa causa si è conclusa quasi a tempo di record. La rapidità non è andata a scapito del rigore e dell'accuratezza, non tanto procedurale, quanto nel possibile giudizio di un personaggio complesso?

È vero che la causa è stata molto veloce, però ha avuto due facilitazioni. La  prima  è  stata il fatto che Benedetto xvi ha subito concesso la dispensa dai cinque anni di attesa prescritti. Quindi la causa ha avuto inizio quasi immediatamente dopo la morte di Giovanni Paolo II. La seconda è stata una sorta di corsia preferenziale:  avendo avuto la deroga, la causa si è trovata senza una lista d'attesa davanti, per cui ha potuto procedere senza l'impedimento di altri procedimenti in corso. L'accuratezza, che è stata massima, si è sposata con una grande sollecitudine, una grande professionalità da parte della postulazione nel preparare la cosiddetta Positio sull'esercizio eroico delle virtù e sulla vita, e nel preparare anche le risposte a eventuali obiezioni. Tutto questo è stato eseguito con grande scrupolo dalla postulazione, per cui il 19 dicembre 2009 il Papa ha potuto firmare il decreto sulle virtù eroiche. Poi è iniziato l'esame del miracolo, che era già stato depositato in congregazione, anche se non si poteva procedere al suo esame senza aver prima assicurato il decreto sull'eroicità delle virtù. Il miracolo è stato studiato con grande attenzione, direi con pignoleria, anche perché su di esso c'era una grande pressione mediatica. I medici, sia francesi, sia italiani, non hanno in alcun modo affrettato i tempi e hanno sottoposto tutto a un attento approfondimento. Abbiamo lasciato la stessa libertà alla nostra consulta medica, affinché i periti potessero procedere secondo la loro coscienza e la loro scienza. Da parte sua, la postulazione ha sempre risposto tempestivamente alle nostre sollecitazioni. Non avendo davanti altre cause, abbiamo subito avuto  accesso  sia  alla  consulta  medica, sia a quella dei teologi e sia all'ordinaria dei vescovi e dei cardinali. La celerità della causa non è stata a scapito né dell'accuratezza dell'iter procedurale, né della professionalità nel presentare il personaggio. Del resto, la fama di santità era talmente diffusa e accertata che il nostro compito è stato agevolato.

Il riconoscimento del miracolo è avvenuto in modo lineare o è stato contrastato?

È avvenuto in modo lineare, secondo le tappe e la dinamica di questi procedimenti. Sui pareri degli specialisti e degli scienziati della consulta medica la Congregazione non interviene, ma li rispetta del tutto. Dopo il via libera della consulta medica si è passati all'esame dei consultori teologi e poi, infine, dell'ordinaria dei cardinali e dei vescovi.

Qual è stato il miracolo?

Nello specifico si tratta della guarigione dal morbo di Parkinson della suora francese Marie Simon Pierre Normand, religiosa dell'Institut des petites soeurs des maternités catholiques. La malattia le fu diagnosticata nel 2001 dal medico curante e successivamente da altri specialisti. La suora ricevette le cure relative, che ovviamente più che guarirla ne attenuavano solo in parte i dolori. Alla notizia della scomparsa di Papa Wojtyla, suor Marie e le consorelle iniziarono a invocare la sua intercessione per la guarigione. Il 2 giugno 2005, stanca e oppressa dai dolori, la religiosa manifestò alla superiora l'intenzione di essere esonerata dal lavoro professionale di infermiera. La stessa superiora la invitò a confidare nell'intercessione di Giovanni Paolo II e a pregare. La suora passò una notte tranquilla. Al risveglio si sentì guarita. Erano scomparsi i dolori e non avvertiva alcun irrigidimento nelle articolazioni. Era il 3 giugno 2005, solennità del Sacro Cuore di Gesù. Suor Marie interruppe subit
o le cure e si recò dal medico curante il quale ne constatò la guarigione.

La religiosa miracolata era malata di Parkinson, la stessa malattia di Giovanni Paolo II. Che lettura teologica possiamo dare di questa coincidenza?

Anche io ho notato la correlazione. E la stessa suora l'ha fatto. Quando scomparve Giovanni Paolo II, suor Marie rimase molto scossa vedendo che era morto della sua stessa malattia. E pensò che forse il Papa defunto avrebbe potuto aiutarla conoscendo la gravità del male.

Durante il processo tutti i testimoni interpellati sono stati concordi nell'evidenziare le virtù di Karol Wojtyla o ci sono state voci dissonanti?

Per diritto, per prassi e anche secondo la nostra normativa, il postulatore deve interrogare sia i testi a favore, sia i testi contro. Da questo punto di vista, la postulazione ha fatto un buon lavoro per dissipare tutte le ombre. Come ho detto nella mia prolusione all'apertura dello Studium, il lavoro dei postulatori è estremamente serio e deve essere fatto in maniera scrupolosa, perché svolgono una forma particolare di collaborazione con il Papa nel suo magistero ordinario.

È la prima volta che un Pontefice beatifica un suo predecessore negli ultimi dieci secoli:  che significato ha questa circostanza?

È un significato di continuità, non solo nel magistero, ma anche nella santificazione personale. Del resto, in questi ultimi due secoli abbiamo una serie di vescovi di Roma dei quali è stata riconosciuta la santità, sia pure in gradi diversi:  Pio x, Pio xii, Giovanni xxiii, Paolo VI, Giovanni Paolo i. Pontefici che si sono passati il testimone non solo del magistero e della guida della Chiesa, ma anche dell'esempio nella santificazione.

Il sensum fidelium del popolo di Dio già aveva decretato la santità di Giovanni Paolo II. L'iter canonico della causa ha risentito di questa pressione?

Io non direi pressione:  piuttosto, accompagnamento. Il sensum fidelium è quello che noi chiamiamo, in termine tecnico, la fama di santità e di segni, che è indispensabile per una causa. Un procedimento non può essere portato a termine se non c'è questo accompagnamento da parte dei fedeli, la fama di santità della figura del servo di Dio e la fama dei segni. In altre parole, il popolo ricorre al servo di Dio per avere delle grazie. E questo c'è stato. "Santo subito" è una cosa buona, ma deve essere "santo sicuro", perché la fretta non porta buoni frutti.

La beatificazione di Giovanni Paolo II mette fine alla ricerca storica sugli atti e sulla portata del suo pontificato?

No, assolutamente. Pensiamo a Gregorio VII, Pio V, Sisto V, Benedetto XIV. I loro pontificati sono sottoposti a una continua indagine e revisione storica. La storia non è mai conclusa. Gli atti di governo possono essere sempre studiati, arricchiti di altre interpretazioni. I teologi tengono conto di tutti i documenti, ma nel caso di Giovanni Paolo II non è stato trovato niente di problematico.

Cosa si può rispondere a quanti sollevano dubbi sull'opportunità di una beatificazione così rapida di un Pontefice?

Non si tratta di una beatificazione rapida. L'iter ha rispettato tutti i crismi del processo, così come vengono applicati anche alle altre cause. Le facilitazioni di cui parlavo prima hanno permesso questa accelerazione dell'iter. Credo che sia stato opportuno, perché l'ondata di commozione suscitata dentro e fuori la Chiesa per la morte di Giovanni Paolo II ha rivelato come il mondo guardasse a questo Papa con una simpatia e un amore straordinari. E sono convinto che egli meritasse questo sentimento.

C'è già un miracolo allo studio per la canonizzazione?

Ho raccomandato più volte al postulatore che per il nuovo miracolo non si verifichi la stessa sovraesposizione mediatica avvenuta per il miracolo della beatificazione. È necessario che tutto venga fatto con la riservatezza e la calma necessarie. Solo alla fine, quando l'accertamento è stato compiuto, è opportuno parlarne. Occorre evitare che i medici e i periti subiscano qualsiasi tipo di condizionamento.

Qual è l'esempio particolare di santità che Giovanni Paolo II ha lasciato alla Chiesa e alla società contemporanea?

Ha lasciato essenzialmente due atteggiamenti. Il primo è una grande fede nella presenza di Dio nella storia, perché l'incarnazione è efficace, vince il male:  la grazia della presenza eucaristica del Signore supera tutte le barriere e i regimi antiumani. Karol Wojtyla ha vissuto i regimi nazista e comunista, e ha visto l'implosione e la distruzione di entrambi. Il secondo atteggiamento è il suo grande spirito missionario. I viaggi del Papa erano attività missionaria vera e propria. Raggiungeva i confini della terra per annunciare il Vangelo di Cristo. Lo considero un grande Pontefice missionario. E la Redemptoris missio è una straordinaria enciclica, ancora attuale.

Ha un ricordo personale di Giovanni Paolo II?

Aveva un grande senso dell'amicizia, del rispetto. Mi ha scelto come segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Sono stato ordinato vescovo da lui il 6 gennaio 2003:  eravamo in dodici, gli ultimi a ricevere da Papa Wojtyla l'ordinazione episcopale. Lo incontravo ogni mese, da segretario della Dottrina della Fede, sollecitato dall'allora cardinale Ratzinger, che era il mio diretto superiore. E Giovanni Paolo II ascoltava a lungo, ascoltava sempre. L'ho conosciuto prima della mia nomina al dicastero, quando partecipavo alle consulte dei teologi su alcuni temi. Anche in queste riunioni la cosa che più mi colpiva era la sua capacità di ascolto. Noi parlavamo, lui ascoltava. E solo dopo, quando ci rivedevamo a pranzo, faceva le sue osservazioni. Era evidente la sua volontà di capire a fondo.

(©L'Osservatore Romano - 16 gennaio 2011)


                                        File photo of Pope Benedict XVI's holding a portrait of the late Pope John Paul II during a meeting with the faithful at Wadowice, Poland May 27, 2006. The late Pope John Paul moved a major step closer to Roman Catholic sainthood January 14, 2011, when his successor, Benedict, approved a decree attributing a miracle to him and announced that he will be beatified on May 1. The ceremony marks the last step before sainthood.


                                        Pope John Paul II lies in state in Saint Peter's Basilica in the Vatican in this April 6, 2005 file photo. The late Pope John Paul II moved a big step closer to Roman Catholic sainthood on January 14, 2011 when his successor approved a decree attributing a miracle to him and announced that he will be beatified on May 1.

ricordiamo anche:


Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: due VERI AMICI




 

[Modificato da Caterina63 17/01/2011 11:31]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Dedicati a Giovanni Paolo II gli Esercizi spirituali di Quaresima


Le meditazioni saranno guidate da padre François-Marie Léthel


ROMA, venerdì, 4 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Gli Esercizi spirituali del Papa e della Curia romana si svolgeranno dal 13 al 19 marzo e le meditazioni saranno guidate da padre François-Marie Léthel, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, Segretario della Pontificia Accademia di Teologia e docente di spiritualità della Pontificia Facoltà Teologica del Teresianum.

Il tema degli Esercizi è: “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa - Giovanni Paolo II e la teologia dei Santi”.

Padre François-Marie Léthel (Parigi 1948) è autore di numerose pubblicazioni, tra le quali spicca Connaître l’Amour du Christ qui surpasse toute connaisance. La théologie des saints (Venasque, 1989, ed. du Carmel).





***************

Una vita esemplare



La beatificazione di Giovanni Paolo II, che il suo successore presiederà nell'anniversario liturgico della sua morte, è un evento storico che non ha di fatto precedenti. Bisogna risalire al cuore del medioevo per ritrovare esempi analoghi, ma in contesti non paragonabili alla decisione di Benedetto XVI:  negli ultimi dieci secoli nessun Papa ha innalzato agli onori degli altari il suo immediato predecessore.

Pietro del Morrone (che era stato Celestino V) fu canonizzato nel 1313 - meno di un ventennio dopo la morte - dal suo terzo successore, e oltre due secoli prima era stata subito riconosciuta la santità di Leone IX e di Gregorio VII, scomparsi nel 1054 e nel 1085. Non a caso agli esordi di quel papato riformatore celebrato qualche decennio più tardi nell'oratorio lateranense di San Nicola attraverso la raffigurazione di alcuni Pontefici coevi, definiti ciascuno sanctus.

Sulla sobrietà agiografica della Chiesa romana - che venera come santi quasi soltanto i Papi dell'età più antica - sono poi intervenute le modifiche innovative della modernità, con le decisioni prese nell'ultimo trentennio dell'Ottocento e poi, soprattutto, con quelle di Pio XII e dello stesso Giovanni Paolo II. Fu così riconosciuto il culto di alcuni Pontefici medievali e vennero elevati agli onori degli altari Pio X, l'ultimo Papa santo, Innocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII.

Al centro di ogni causa di beatificazione e di canonizzazione sta esclusivamente l'esemplarità della vita di chi, con espressione scritturistica, viene definito al servizio di Dio. Per assicurare alla storia - come disse Paolo VI all'annuncio dell'introduzione delle cause dei suoi due predecessori immediati - "il patrimonio della loro eredità spirituale", al di là di "ogni altro motivo, che non sia il culto della vera santità e cioè la gloria di Dio e l'edificazione della sua Chiesa".

E autentico servitore di Dio è stato Karol Wojtyla, appassionato testimone di Cristo dalla gioventù fino all'ultimo respiro. Di questo moltissimi, anche non cattolici e non cristiani, si sono resi conto durante la sua vita esemplare; questo documenta il suo testamento spirituale, scritto a varie riprese negli anni del pontificato; per questo già il 28 aprile 2005, meno di un mese dopo la morte, il suo successore ha dispensato dai termini prescritti per l'inizio della causa; per questo ha deciso di presiedere la sua beatificazione:  per presentare al mondo il modello della santità personale di Giovanni Paolo II.

g.m.v.



(©L'Osservatore Romano 15 gennaio 2011) 

                                Benedetto XVI e Giovanni Paolo II beatificazione


"Il Vangelo non è una favola, né una leggenda, ma una storia vera. L'Autore è sempre Dio, agli uomini è chiesto di renderlo vivo e vero in ogni tempo." (Giovanni Paolo II ai giovani)

"Occorre difendere la vita umana fin dal suo concepimento" (Giovanni Paolo II Encicl. Evangelium Vitae)

"Dialogare significa, soprattutto, sapere ascoltare per creare la fiducia fra gli uomini, perchè senza la fiducia la Verità fatta Persona in nostro Signore Gesù Cristo, non può farsi strada e non può farsi riconoscere. Il primo atteggiamento che Gesù crea nelle sue predicazioni itineranti è la fiducia in chi lo ascoltava. " (Giovanni Paolo II)

"L'uomo conta come uomo per ciò che è, più che per ciò che ha" (Giovanni Paolo II, Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

"Esiste una verità sull'uomo che si impone al di là delle barriere di lingue e culture diverse" (Giovanni Paolo II, Parlamento Italiano,14 novembre 2002)

"La via che consente di mantenere e valorizzare le differenze è quella di una sincera e leale solidarietà" (Giovanni Paolo II, Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

"La comunità politica esiste in funzione di quel bene comune nel quale essa trova significato e piena giustificazione"(Giovanni Paolo II, Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

"Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia"(Giovanni Paolo II, Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)



LA VITA E' SACRA....... fin dal suo concepimento, fino al giorno SCELTO DA DIO e non dall'uomo.....

Per AMARE VERAMENTE GIOVANNI PAOLO II occorre approfondire il suo Magistero che spiega la Bibbia, la sottolinea nell'essenza, la testimonia con la sua vita fino all'ultimo giorno deciso da Dio.

"Il cedimento al desiderio, al sesso, al consumo: questo è l’europeismo che accreditano taluni sostenitori del nostro dovere d’entrare in Europa. Ma noi non dobbiamo diventare parte di questa Europa. L’Europa l’abbiamo creata noi, con molta più forza di quelli che pretendono l’esclusiva dell’europeismo. Qual è il loro criterio? La libertà. Ma quale libertà? Quella di togliere la vita al bambino non nato? Fratelli e sorelle, io protesto contro questa concezione dell’Europa che si sostiene in Occidente. E proprio in questa terra di martiri questo deve essere gridato forte. L’Europa attende una redenzione. Il mondo ha bisogno di un’Europa redenta".
(Giovanni Paolo II all'Omelia tenuta in Polonia)


***********************************************************

AVVISO: in attesa di seguire in questo spazio la diretta con testi e foto dell'evento, vi ricordiamo e vi invitiamo ad approfondire IL MAGISTERO di Giovanni Paolo II per evitare ogni forma di idolatria o culto della persona....

Per venerare degnamente Giovanni Paolo II impariamo a conoscerlo attraverso brevi riflessioni dal suo Magistero

e il sito ufficiale:

http://www.karol-wojtyla.org/It/Home%20Page.aspx


[Modificato da Caterina63 05/04/2011 15:58]
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Biglietti in vendita per un posto in piazza San Pietro per la beatificazione di Papa Wojtyla.
Il Vaticano: nessun ticket, l’accesso sarà libero a tutti (Galeazzi)

Questo articolo e' molto importante.
Bene ha fatto il Vaticano a precisare che l'accesso alla Piazza sara' libero perche' il mondo e' dei furbi e non si puo' escludere che qualcuno ne approfitti. Spesso capita di sentire di biglietti venduti a prezzi astronomici. Occorre vigilare in modo da prevenire, per quanto possibile, le truffe.

R.

L’assalto dei mercanti per Wojtyla beato

Biglietti in vendita per un posto in piazza San Pietro Il Vaticano: nessun ticket, l’accesso sarà libero a tutti

GIACOMO GALEAZZI CITTÀ DEL VATICANO

Biglietti «on line» per Wojtyla beato. Nonostante fin dall'annuncio della beatificazione, il mese scorso, la Santa Sede abbia chiarmente comunicato che la partecipazione all'attesissimo evento sarà aperta a tutti i fedeli, su Internet si raccolgono prenotazioni per la cerimonia del 1˚ maggio.

Sui siti di operatori turistici internazionali (per esempio www.vaticancitytours.com ) campeggiano i «papal beatification ticktes», malgrado il Vaticano abbia messo in chiaro ufficializzato che non ci sarà nessun biglietto di invito. E che quindi non sia necessaria alcuna prenotazione. A differenza, infatti, di quanto accade generalmente per le grandi cerimonie religiose, il 1˚ maggio piazza San Pietro sarà completamente libera a chiunque intenda partecipare alla cerimonia.

Lunedì prossimo il comitato misto Vicariato-Campidoglio, presieduto dal cardinale Vallini, si riunirà a San Giovanni in Laterano per fissare, con Prefettura e Questura, gli aspetti organizzativi dell'accoglienza dei due milioni e mezzo di pellegrini attesi a Roma.

Intanto però c'è chi sta allestendo una ricezione «alternativa» dei devoti di Giovanni Paolo II alla solenne messa nel corso della quale Benedetto XVI eleverà agli onori degli altari il suo predecessore. In risposta alla e-mail inviata alla sezione del sito «reservation only» di Vaticantours si riceve la comunicazione che «si forniranno precisazioni non appena la Santa Sede avrà deciso riguardo ai biglietti». In realtà, il Vaticano quella decisione l'ha già presa da un mese ed è appunto che il 1˚maggio non servirà alcun biglietto. Iniziative come questa suscitano indignazione tra le Sacre mura, dove si condannanoi tentativi di confondere i fedeli. «Cose del genere accadono perché i "mercanti del Tempio" sono sempre svegli,e colgono ogni occasione, ovunque e dovunque, per alzare l'idolo unico del denaro - commenta il teologo Gianni Gennari -.

Ha fatto benissimo la Santa Sede a dichiarare "Urbi et Orbi" che non ci sono biglietti per nessuno, salvo i concelebranti e gli ospiti di Stato. Così nessuno potrà fare il finto ingenuo del "villaggio globale", sia a Roma che nel mondo». Evidentemente, però, non è bastato. «Certo che 2 milioni e mezzo di pellegrini in arrivo fanno gola - osserva Gennari-. Se è vero che in giro per Internet certi pirati chiedono anche 200 euro solo per il posto in piazza, senza poter assicurare nulla e facendo finta di tutto, le cifre sono gigantesche, e la Finanza, in ogni paese, e anche qui, dovrebbe già poter intervenire con durezza, se pare siano noti anche i numeri telefonici dei "mercanti". E questo va ben al di là del primo maggio e del Beato Karol».

Gli esempi di sfruttamento «commerciale» della devozione non mancano, del resto.
Prosegue Gennari: «Ho tra le mani un depliant che mette insieme il “Bingo cantato” da “giocare insieme a Sorrento” e la “visita del Santuario di Pompei” a 59 euro, “La Madonna di Medugorje (sic!) cuore del misticismo” “a soli 248 euro” insieme con “shopping e relax individuale”, e poi “Lourdes, Barcellona” ecc. “a soli 580 euro”, ma anche “l Teatro Petrolini” a 15 euro».

Devozione popolare?
Devozione popolare? «Non discuto, ma è certo una devozione popolare messa nel mucchio con tante altre cose di gusto discutibile e che dal punto di vista ecclesiale da prendere con le molle, anzi con i guanti sanitari», protesta Gennari.
Che tutto diventi «preda» di spettacolo e businnes, «oggi e qui», è quasi inevitabile. «In qualche modo lo siamo tutti - evidenzia il teologo - si tratterebbe sempre di mantenere l'equilibrio tra fede e superstizione, tra devozione e idolatria, tra promozione religiosa e affari. Immagino lo sguardo, tra severo e ironico, pungente e penetrante, con cui Lui sarebbe capace di guardare i mercanti fuori, e qualche indegno agente dentro... Ciò non toglie che tanta gente che arriverà sarà mossa da affetto e venerazione, nella giornate di festa e speriamo di sole. Tutto passa, le cose vere restano».

© Copyright La Stampa, 11 febbraio 2011 consultabile online anche
qui.
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BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II
 
CITTA' DEL VATICANO, 18 FEB. 2011 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico nella tarda mattinata di oggi, il Comunicato che segue:
 
  "La Beatificazione del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo Il sarà un grande evento ecclesiale, articolato nei seguenti cinque momenti:
 
1. - La veglia di preparazione avrà luogo nella sera di sabato 30 aprile prossimo (ore 20.30-21.00: preparazione; ore 21.00-22.30: veglia), al Circo Massimo di Roma, e sarà organizzata dalla Diocesi di Roma, che ebbe il venerabile Servo di Dio come Vescovo. La veglia sarà guidata dal Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ed il Santo Padre Benedetto XVI si unirà spiritualmente tramite un collegamento video.
 
2. - La celebrazione della beatificazione, domenica 1° maggio in Piazza San Pietro, avrà inizio alle ore 10.00 e sarà presieduta dal Santo Padre.
  La partecipazione non è regolata da singoli biglietti, tuttavia l'accesso alla Piazza e zone adiacenti sarà sotto la tutela della Sicurezza Pubblica.
 
3. - La venerazione delle spoglie del nuovo Beato sarà possibile a tutti i fedeli la stessa domenica 1° maggio, subito dopo la cerimonia della beatificazione e proseguirà fino ad esaurimento del flusso dei fedeli. Le spoglie del nuovo Beato saranno esposte per la venerazione nella Basilica di San Pietro, davanti l'Altare della Confessione.
 
4. - La Messa di ringraziamento è programmata per lunedì 2 maggio, alle ore 10.30 in Piazza San Pietro, e sarà presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato.
 
5. - La tumulazione delle spoglie del nuovo Beato nella Basilica Vaticana, presso la Cappella di San Sebastiano, avverrà poi in forma privata.
I particolari dei vari momenti saranno resi noti successivamente dagli Uffici interessati".


 INVITIAMO TUTTI FRATERNAMENTE A CONTRIBUIRE ALLE SPESE DELLA SANTA SEDE VERSANDO UN CONTRIBUTO, ANCHE DI POCHI EURO (pensate, se verranno, come si dice, oltre un milione di fedeli e tutti dessero  anche un solo euro....) contattando direttamente per L'OBOLO AL PONTEFICE.... il contributo andrò direttamente nella gestione del Pontefice e...rammentiamo l'obolo della Vedova nel racconto del Vangelo, che tanto appassionò Gesù....

per saperne di più cliccate qui:

OBOLO DI SAN PIETRO, LA CARITA' AL PAPA PERCHE' POSSA SERVIRE I PIU' POVERI

Aiutiamo il Santo Padre

ad aiutare!

 Il tuo aiuto, per piccolo che sia, è importante.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Obolo di San Pietro
tel.:
06.6988.4851; fax.: 06.6988.3954
e-mail:
obolo.sp@segstat.va








[Modificato da Caterina63 18/02/2011 16:15]
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Beatificazione di Giovanni Paolo II.
Il maestro delle cerimonie pontificie, mons. Guido Marini: la venerazione dei fedeli avverrà davanti al feretro in San Pietro (R.V.)


La veglia di preparazione, la celebrazione della Beatificazione, l’esposizione del feretro del nuovo Beato, la Messa di ringraziamento e la tumulazione in privato della bara. Sono i principali momenti della Beatificazione di Giovanni Paolo II, che la Chiesa proclamerà Beato il prossimo primo maggio. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La Beatificazione di Giovanni Paolo II sarà “un grande evento ecclesiale”, articolato in cinque momenti. Il primo appuntamento è la veglia di preparazione che avrà luogo nella sera di sabato 30 aprile al Circo Massimo. Sarà organizzata dalla diocesi di Roma e sarà guidata dal cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma. Benedetto XVI si unirà spiritualmente tramite un collegamento video. Il secondo momento – ricorda la Sala Stampa Vaticana – è la celebrazione della beatificazione, domenica primo maggio in Piazza San Pietro. La celebrazione, che sarà presieduta dal Santo Padre, avrà inizio alle ore 10. Subito dopo la cerimonia nella Basilica di San Pietro, davanti l’Altare della Confessione, sarà esposta, fino all’esaurimento del flusso dei fedeli, la bara del nuovo Beato. Il giorno successivo, lunedì 2 maggio, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, presiederà alle ore 10.30, in Piazza San Pietro, la Messa di ringraziamento. Avverrà poi in forma privata nella Basilica Vaticana, presso la Cappella di San Sebastiano, la tumulazione della bara di Giovanni Paolo II.

La Prefettura della Casa Pontificia ricorda inoltre che per partecipare alla cerimonia di Beatificazione non occorrono biglietti e nessuna persona o ente può pretendere un qualsiasi pagamento, come invece diffuso soprattutto su Internet attraverso improprie offerte. Si ribadisce anche che in occasione di cerimonie pontificie e udienze generali, i biglietti sono sempre gratuiti. Il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, ha confermato infine che saranno oltre 2,5 milioni i pellegrini e i fedeli che accoreranno a Roma, da tutto il mondo, per la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II.

Sulla cerimonia di Beatificazione del primo maggio ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Guido Marini:

R. – La celebrazione di Beatificazione avrà le caratteristiche di ogni celebrazione di Beatificazione, per cui all’interno della Messa ci sarà il momento della proclamazione del nuovo Beato e sarà letta una breve sintesi della vita di Giovanni Paolo II. Il Papa solennemente proclamerà il nuovo Beato, ci sarà lo svelamento dell’immagine, che penderà davanti alla Basilica, dalla loggia centrale, e poi anche la venerazione di una reliquia che verrà portata al momento. Questi sono i momenti del rito di Beatificazione, inseriti all’interno della celebrazione eucaristica.

D. – Poi, subito dopo la cerimonia, nella Basilica di San Pietro, davanti all’altare della Confessione sarà esposto, fino all’esaurimento del flusso dei fedeli, il feretro del nuovo Beato...

R. – Sì, è stato deciso in questi termini: la bara contenente le spoglie di Giovanni Paolo II, opportunamente adornata – perché non si potrà vedere il corpo di Giovanni Paolo II – sarà disposta in Basilica, davanti all’altare della Confessione, e lì potranno accedere i pellegrini per una breve venerazione. E’ stato pensato di esporre il feretro del nuovo Beato in Basilica per favorire un clima di raccoglimento e di preghiera, in modo che i pellegrini possano fare questo atto proprio in un contesto autenticamente religioso.

D. – E poi, proprio in vista della cerimonia di Beatificazione, è opportuno ricordare che per partecipare alla cerimonia non è previsto alcun biglietto...

R. – Sì, la Prefettura ha comunicato a più riprese, in modo ufficiale, che non vi sarà alcun biglietto per accedere al luogo della celebrazione.

D. – Quindi, alcune offerte che troviamo su Internet sono assolutamente improprie e vere e proprie truffe?

R. – Sì, decisamente. Questo è importante metterlo bene in chiaro.(ap)

 Radio Vaticana


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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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05/04/2011 15:51
 
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Programma ufficiale per la Beatificazione di Giovanni Paolo II 
Il Santo Padre Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa
 
CITTA' DEL VATICANO, 5 APR. 2011 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo una Conferenza Stampa di presentazione dei preparativi e programmi per la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Alla Conferenza sono intervenuti il Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma; Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Radio Vaticana, del Centro Televisivo Vaticano e della Sala Stampa della Santa Sede; Don Caesar Atuire, Amministratore Delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi; Monsignor Marco Frisina, Direttore dell'Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma; e Don Walter Insero, Incaricato dell'Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma.
 
  Il Cardinale Vallini ha presentato il programma completo delle tre celebrazioni della Beatificazione "fortemente caratterizzata da alcuni elementi particolari che vogliono sottolineare la ricchezza della personalità del nuovo Beato e nel contempo il grande impatto che il suo pontificato ha avuto nella vita della Diocesi di Roma e nel mondo intero".
 
1. - La Veglia del 30 aprile. Circo Massimo, ore 20-22,30.  La celebrazione della Veglia sarà articolata in due parti. La prima parte sarà una Celebrazione della Memoria dedicata alle parole e ai gesti di Giovanni Paolo II.
Seguirà una solenne processione in cui verrà intronizzata l'immagine di Maria Salus Populi Romani, accompagnata dai rappresentanti di tutte le parrocchie e cappellanie diocesane. La celebrazione proseguirà con le preziose testimonianze di alcuni stretti collaboratori del Papa, il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Suo Segretario Particolare, il Dottor Joaquín Navarro-Valls, ex Direttore della Sala Stampa della Santa Sede e la testimonianza di Sr. Marie Simon-Pierre, la cui guarigione miracolosa ha aperto la via per la beatificazione. Al termine di questa prima parte seguirà il canto del "Totus tuus", composto per il 50° dell'ordinazione sacerdotale di Giovanni Paolo II e tante volte eseguito in sua presenza nelle celebrazioni diocesane.
 
  La seconda parte sarà tutta imperniata sulla Celebrazione dei Misteri Luminosi del Santo Rosario, introdotti proprio da Papa Giovanni Paolo II. Dopo il canto dell'Inno del Beato Giovanni Paolo II "Aprite le porte a Cristo" ci sarà una introduzione del Cardinale Vicario Agostino Vallini, che presenterà in sintesi la personalità spirituale e pastorale del Beato. Seguirà la recita del Rosario in collegamento diretto con cinque Santuari mariani. Ognuno dei Misteri del Rosario sarà legato ad una intenzione di preghiera, cara a Giovanni Paolo II.
 
MISTERI DELLA LUCE MEDITATI CON SANTA CATERINA DA SIENA:







  Nel Santuario di Łagniewniki in Cracovia (Polonia), l'Intenzione di preghiera saranno i Giovani; nel Santuario di Kawekamo - Bugando (Tanzania), l'Intenzione di preghiera sarà la Famiglia; nel Santuario di Notre Dame du Lebanon - Harissa in Libano, l'Intenzione di preghiera sarà l'Evangelizzazione; nella Basilica di Sancta Maria de Guadalupe, Città del Messico (Messico), l'Intenzione di preghiera sarà la speranza e la pace dei popoli ed infine nel Santuario di Fatima, l'Intenzione di preghiera sarà La Chiesa. Nella parte finale il Santo Padre Benedetto XVI, in collegamento dal Palazzo Apostolico, reciterà l'Orazione finale e impartirà la Benedizione Apostolica a tutti i partecipanti.
 
  Nella notte dal 30 aprile al 1° maggio le seguenti chiese rimarranno aperte per la preghiera: Santa Agnese in Agone in Piazza Navona; San Marco al Campidoglio; Santa Anastasia; Santissimo Nome di Gesù all'Argentina; Santa Maria in Vallicella; San Giovanni dei Fiorentini; Sant'Andrea della Valle; San Bartolomeo all'Isola.
 
2. - Messa di Beatificazione del 1° maggio, Domenica Ottava di Pasqua o della Divina Misericordia, in Piazza San Pietro. Alle ore 9:00: Ora di  preparazione, alle ore 10:00: Celebrazione presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. La solenne liturgia di Beatificazione sarà presieduta da un'ora di preparazione in cui si pregherà la Coroncina della Divina Misericordia, devozione introdotta da Santa Faustina Kowalska, tanto cara al Beato Giovanni Paolo II. La preparazione terminerà con una Invocazione della Misericordia sul mondo con il canto dello "Jezu ufam tobie". Seguirà la Santa Messa con i testi della Domenica dell'Ottava di Pasqua. Al termine della formula di beatificazione, quando si scoprirà l'Arazzo che raffigura il nuovo Beato, verrà cantato l'Inno del Beato in lingua latina.
 
3. - La Messa di Ringraziamento, lunedì 2 maggio, ore 10:30, in Piazza San Pietro, sarà presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Sarà la prima messa celebrata in onore del nuovo Beato. I testi saranno quelli della Messa di Beatificazione. La celebrazione sarà animata dal Coro della Diocesi di Roma con la partecipazione del Coro di Varsavia e dell'Orchestra Sinfonica di Wadowice (Polonia).
 
  Padre Lombardi ha spiegato che nel pomeriggio di venerdì 29 aprile avverrà la traslazione della tomba di Innocenzo XI - collocata nella Cappella di San Sebastiano nella Basilica Vaticana -, all'Altare della Trasfigurazione, in modo da poter collocare al suo posto la tomba di Giovanni Paolo II. La mattina dello stesso giorno il feretro di Giovanni Paolo II - che non sarà aperto - sarà collocato davanti alla tomba di San Pietro, nelle Grotte Vaticane e la mattina del 1° maggio, sarà portato in Basilica, davanti all'Altare della Confessione.
 
  Al termine della cerimonia di Beatificazione, il Papa e i Cardinali concelebranti si dirigeranno all'Altare della Confessione per raccogliersi in preghiera davanti al feretro che custodisce le spoglie di Giovanni Paolo II. A partire da questo momento, la venerazione delle spoglie del nuovo Beato sarà possibile a tutti i fedeli.
 
  Don Walter Insero ha presentato il nuovo progetto "Sentinelle digitali", in ricordo delle parole che il Pontefice polacco rivolse ai giovani radunati a Tor Vergata per la Giornata Mondiale della Gioventù 2000: "Cari amici, vedo in voi le 'sentinelle del mattino'".
 
  Sarà possibile inviare "cartoline digitali", utilizzando il portale digitale "Pope2You" del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, con frasi estratte dai discorsi di Giovanni Paolo II in diverse lingue. Queste cartoline diventeranno un biglietto d'invito che incoraggia i giovani a venire a Roma per non perdere questa meravigliosa esperienza da condividere con altri giovani. È inoltre possibile seguire da questo portale tutte le celebrazioni previste per la Beatificazione (Veglia, Messa di Beatificazione, Messa di Ringraziamento).
 
  Il progetto, realizzato in collaborazione con Radio Vaticana, Centro Televisivo Vaticano ed Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, è animato da un gruppo di giovani volontari di Roma, da alcuni seminaristi dei collegi presenti a Roma che assicurano la traduzione nelle diverse lingue e da amici di altri continenti".


                     Giovanni Paolo II Madre Teresa di Calcutta la Comunione alla bocca


 La salma di Giovanni Paolo II non sarà esposta ai fedeli, in occasione della beatificazione del primo maggio, perché è intercorso poco tempo dalla sua morte e non ci sono pertanto motivi di ispezione della reliquia.
E' la sostanza di quanto affermato oggi dal portavoce vaticano Federico Lombardi che, in conferenza stampa, ha spiegato ai giornalisti la differenza rispetto alla beatificazione di Giovanni XXIII, la cui salma fu invece esposta alla venerazione dei fedeli per la beatificazione.

"La bara non viene aperta, rimane chiusa, e quindi non si vedrà il corpo di Giovanni Paolo II", ha ribadito il gesuita illustrando ai giornalisti il percorso che compiranno le spoglie di Giovanni Paolo II nei giorni immediatamente precedenti alla beatificazione. Per Giovanni XXIII "era passato un tempo più lungo tra la morte e la beatificazione", ha spiegato Lombardi rispondendo alle domande dei giornalisti. Nel caso di Giovanni Paolo II "non si è posto il problema, è stata immediatamente fatta questa scelta, e ritengo che il motivo principale sia il tempo".

Ad ogni modo, venerdì 29 aprile, dopo le 19, a basilica chiusa avverrà la traslazione dell'urna del beato Innocenzo XI per far posto alla salma di Wojtyla. Le spoglie di Papa Odescalchi verranno trasferite dalla cappella di san Sebastiano all'altare della Trasfigurazione, mentre quest'ultima ospiterà la bara di Giovanni Paolo II. Le Grotte Vaticane saranno intanto chiuse al pubblico il 29 e 30 aprile. Sabato 29 sarà sollevata la pietra tombale della tomba di Giovanni Paolo II e la grande cassa verrà posta sul carrello, davanti alla tomba di S. Pietro, dove rimarrà fino alla mattina del primo maggio, sempre senza apertura al pubblico. Domenica mattina infine la bara di Giovanni Paolo II verrà portata nella basilica di S. Pietro, davanti all'altare della Confessione, dove rimarrà per tutto il tempo della beatificazione e dell'omaggio del pubblico. I fedeli potranno sfilare davanti alla salma di Giovanni Paolo II "per tutto il pomeriggio e, se necessario, anche durante la notte, salvo una breve interruzione di un'ora o due".






[Modificato da Caterina63 06/04/2011 12:05]
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15/04/2011 18:08
 
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22 OTTOBRE, MEMORIA
DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II

 
CITTA' DEL VATICANO, 12 APR. 2011 (VIS). La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha emanato un decreto con il quale si dispone che nel Calendario proprio della Diocesi di Roma e delle Diocesi della Polonia, la celebrazione del Beato Giovanni Paolo II, Papa, sia iscritta il 22 ottobre e celebrata ogni anno come memoria.
 
  Nel testo, a firma del Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione, e dell'Arcivescovo Giuseppe Agostino Di Noia, O.P., Segretario del medesimo Dicastero, si legge che:
"Nell'arco dell'anno successivo alla beatificazione di Giovanni Paolo II, ossia fino al 1° maggio 2012, sia possibile celebrare una santa Messa di ringraziamento a Dio in luoghi e giorni significativi.
La responsabilità di stabilire il giorno o i giorni, come anche il luogo o i luoghi del raduno del popolo di Dio, compete al Vescovo diocesano per la sua diocesi. Considerate le esigenze locali e le convenienze pastorali, si concede che si possa celebrare una santa Messa in onore del nuovo Beato in una domenica durante l'anno come, altresì, in un giorno compreso tra i nn. 10-13 della Tabella dei giorni liturgici".
 
  "Analogamente, per le famiglie religiose compete al Superiore Generale offrire indicazioni circa giorni e luoghi significativi per l'intera famiglia religiosa".
 
  "Quanto agli altri Calendari propri, la richiesta di iscrizione della memoria facoltativa del Beato Giovanni Paolo II potrà essere presentata a questa Congregazione dalle Conferenze dei Vescovi per il loro territorio, dal Vescovo diocesano per la sua diocesi, dal Superiore Generale per la sua famiglia religiosa".
 
  "La scelta del Beato Giovanni Paolo II come titolare di una chiesa prevede l'indulto della Sede Apostolica (cfr. Ordo dedicationis ecclesiae, Praenotanda n. 4), eccetto quando la sua celebrazione sia già iscritta nel Calendario particolare: in questo caso non è richiesto l'indulto e al Beato, nella chiesa in cui è titolare, è riservato il grado di festa (cfr. Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, Notificatio de cultu Beatorum, 21 maggio 1999, n. 9)".


Osservatore Romano: speciale in sette lingue per la beatificazione di Papa Wojtyla



Un numero speciale per la beatificazione del 1° maggio. È l’omaggio dedicato a Karol Wojtyła da parte dell’Osservatore Romano. La pubblicazione di cento pagine interamente a colori sarà disponibile in sette lingue (italiano, polacco, inglese, spagnolo, tedesco, francese, portoghese), la rivista viene inoltre stampata in sette Paesi di quattro continenti: Australia, Brasile, Canada, India, Italia, Regno Unito e Spagna, con una tiratura complessiva di circa quattrocentomila copie. In particolare, in Italia lo speciale sarà in edicola dal 27 aprile e viene stampato e diffuso anche da tre storiche testate del gruppo Quotidiano Nazionale: “Il Resto del Carlino” di Bologna, “La Nazione” di Firenze e “Il Giorno” di Milano. Oltre al testamento di Giovanni Paolo II e all’omelia funebre tenuta dal cardinale Joseph Ratzinger, la rivista raccoglie le omelie di Benedetto XVI in ricordo del suo predecessore, testi di Karol Wojtyła, articoli, interviste e una dettagliata cronologia. Pensato come tributo a un cristiano esemplare e a un grande vescovo di Roma protagonista di un pontificato che è già consegnato alla storia, lo speciale è un vero e proprio numero da collezione, illustrato da bellissime e rare fotografie. (M.G.)




 




[Modificato da Caterina63 23/04/2011 09:37]
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27/04/2011 16:26
 
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RELIQUIA DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II
 
 chiarimenti UFFICIALI

CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo i Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede a proposito della reliquia del Beato Giovanni Paolo II che sarà esposta nella cerimonia di Beatificazione, il 1° maggio prossimo.

  "La reliquia che verrà esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II è una piccola ampolla di sangue, inserita nel prezioso reliquiario fatto preparare appositamente dall'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. È opportuno spiegare brevemente, ma con precisione, l'origine di tale reliquia". 
 
  "Negli ultimi giorni della malattia del Santo Padre, il personale medico addetto compì prelievi di sangue, da mettere a disposizione del Centro Emotrasfusionale dell'Ospedale Bambino Gesù in vista di un'eventuale trasfusione. Tale Centro, diretto dal professor Isacchi, era infatti incaricato di questo servizio medico per il Papa".
 
  "Tuttavia non ebbe poi luogo alcuna trasfusione, e il sangue prelevato rimase conservato in quattro piccoli contenitori. Due di questi sono rimasti a disposizione del Segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II, il Cardinale Dziwisz; gli altri due sono rimasti presso l'Ospedale Bambino Gesù, devotamente custoditi dalle Suore dell'Ospedale. In occasione della Beatificazione questi due contenitori sono stati collocati in due reliquiari".
 
  "Il primo verrà presentato alla venerazione dei fedeli in occasione della cerimonia di Beatificazione del 1° maggio, e poi sarà conservato nel 'Sacrario' a cura dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, insieme ad altre importanti reliquie. Il secondo verrà riconsegnato all'Ospedale Bambino Gesù, le cui suore avevano già fedelmente custodito la preziosa reliquia negli anni trascorsi".
 
  "Il sangue si trova allo stato liquido, circostanza che si spiega per la presenza di una sostanza anticoagulante che era presente nelle provette al momento del prelievo".


La teca contentente il corpo di Papa Wojtyla estratta dalla tomba: immagini di Rome Reports

Clicca qui per vedere il servizio in spagnolo. Qui in inglese.

Il 1° maggio, seconda domenica di Pasqua, domenica della Divina misericordia, Benedetto XVI proclama beato il suo immediato predecessore

Festa della fede
per aprire le porte a Cristo




[Modificato da Caterina63 30/04/2011 22:08]
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30/04/2011 22:04
 
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Il cardinale Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, parla della beatificazione di Giovanni Paolo II

Un avvenimento straordinario e universale



di NICOLA GORI

Un evento straordinario e universale, che coinvolge non solo la Chiesa ma il mondo intero. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, parla così della beatificazione di Giovanni Paolo II. In questa intervista al nostro giornale il porporato sottolinea gli aspetti della santità di Papa Wojtyla e afferma che subito dopo la beatificazione si metteranno in moto le procedure per il processo di canonizzazione. Anche tenendo conto - aggiunge - del fatto che ogni giorno continuano ad arrivare notizie di grazie ottenute attraverso l'intercessione del Pontefice polacco.

Perché la beatificazione di Giovanni Paolo II si può definire un evento straordinario?

È un evento straordinario che interessa e commuove non solo la Chiesa ma il mondo intero. Si tratta della glorificazione di un Papa che ha riempito della sua figura la seconda metà del secolo scorso e gli inizi di questo millennio.

Il nuovo beato avrà un culto universale?

La beatificazione di per sé permetterebbe solo un culto locale. Per quanto riguarda Giovanni Paolo II c'è la possibilità, facendone richiesta, di poter celebrare la sua festa liturgica anche fuori di Roma. Questo perché la fama di santità e di miracoli di Papa Wojtyla è talmente diffusa nella Chiesa intera che non si poteva non concedere questa deroga alla regola generale.

Qual è il filo conduttore che, a suo giudizio, attraversa e caratterizza il pontificato di Karol Wojtyla?

È lo slancio, l'entusiasmo spirituale di testimoniare la presenza di Dio nella storia dell'umanità e di far conoscere Gesù Cristo a tutto il mondo. Si pensi all'attualissima, ancora oggi, enciclica Redemptoris missio, con la coraggiosa proclamazione di Cristo salvatore universale. I numerosissimi viaggi apostolici di Papa Wojtyla non erano altro che vere e proprie missioni ad gentes per annunciare Cristo e il suo Vangelo di verità e di bontà a tutte le genti, anche a quelle che ancora non lo conoscono.

Si può individuare un "centro" nel suo magistero pontificio?

Il centro è Gesù Cristo, Signore dell'universo e della storia. Attorno a questa salda realtà cristocentrica si annodano poi tutti gli altri elementi del suo magistero pontificio. Prima di tutto, la sua devozione mariana, che profluisce da questo grande entusiasmo per Cristo. Non a caso, nell'enciclica Redemptoris mater, la Madonna viene presentata come fedele ed efficace mediatrice e cooperatrice del Figlio, a favore dell'umanità. Ancora attorno a Cristo, come rami sul tronco, vengono innestate le altre realtà della fede cristiana, come la dottrina trinitaria, la teologia morale, la catechesi, la spiritualità, l'escatologia, il diritto, la liturgia.

Cosa dire ancora della nota mariana?

La nota mariana del magistero di Papa Wojtyla si accentuò dopo lo scampato pericolo dell'attentato del 13 maggio 1981, che costituì il punto di partenza di un pontificato maggiormente avvertito come sostenuto dalla vicinanza materna di Maria, protettrice da sempre della sua esistenza con il suo motto Totus tuus.

È stato anche il Papa della "Salvifici doloris".

Diciamo che, soprattutto con i suoi ultimi anni di malattia, Papa Wojtyla ci ha lasciato un'autentica catechesi vivente sul significato salvifico della sofferenza. Una catechesi non predicata, ma vissuta. Tutto il mondo l'ha capita. È nato anche da ciò il grande fascino che Giovanni Paolo II ha esercitato alla fine della sua vita. Negli ultimi mesi non aveva più voce, ma parlava in modo eloquente con il corpo umiliato dalla malattia e offerto come sacrificio al Signore. Questo è rimasto talmente impresso nel popolo di Dio che dalla sua morte ha avuto inizio quel pellegrinaggio ininterrotto alla sua tomba, che ancora adesso continua. Niente ha fermato la devozione dei fedeli. Perfino nelle giornate fredde e piovose, c'è sempre una lunga fila di persone che attendono pazientemente di andare a pregare sulla sua tomba nelle Grotte Vaticane.

Qual è la sua eredità principale?

Ne sottolineerei due: la prima missionaria, la seconda spirituale. Anzitutto, Papa Wojtyla ha educato i fedeli a essere coraggiosi nel vivere la fede, ma anche nel proclamare la loro identità, senza aver paura di testimoniare e annunciare Cristo a chi crede - anche di questo c'è oggi bisogno - e a chi non crede. Con i suoi viaggi anche in terre tradizionalmente cristiane Papa Wojtyla è stato soprattutto un missionario. Ma è stato anche - e questa è la seconda eredità - un grande mistico, un gigante della fede. Era un adoratore del Dio Trinità attraverso l'Eucaristia. I cristiani di oggi, che spesso sono distratti e superficiali, dovrebbero imparare da lui a pregare, ad adorare e a essere più ricchi interiormente.

Esiste la possibilità di arrivare in tempi brevi alla sua canonizzazione?

Credo di sì. Subito dopo la beatificazione, la postulazione attuerà una cernita e una valutazione delle grazie e dei favori, che fedeli di tutto il mondo ottengono per intercessione di Giovanni Paolo II. Si passerà, quindi a preparare la documentazione necessaria. Giunto in Congregazione, il dossier seguirà i passaggi obbligati della procedura canonica prevista. Anzitutto, ci sarà il controllo dei medici o dei tecnici, a seconda che si tratti di una guarigione o di uno scampato pericolo o altro. Poi c'è un secondo passaggio che riguarda i consultori teologi, che devono verificare la corrispondenza tra causa ed effetto, tra la preghiera di domanda di intercessione al beato e l'effetto di guarigione o di scampato pericolo. Si passa, quindi, alla seduta ordinaria dei membri cardinali e vescovi della Congregazione, per il loro voto definitivo sul miracolo. Infine, il prefetto viene ricevuto in udienza particolare dal Papa, il quale autorizzerà la pubblicazione del decreto sul miracolo. Una volta conclusa questa fase, in un concistoro pubblico il Pontefice annuncia anche la data della canonizzazione.

Ci sono già segnalazioni di altri presunti miracoli avvenuti grazie all'intercessione di Karol Wojtyla?

Devo dire che ogni giorno arrivano a noi notizie di grazie ottenute mediante la sua intercessione. Naturalmente le trasmettiamo alla postulazione, perché non siamo noi che raccogliamo questa documentazione. È la postulazione che fa la cernita. La gente molte volte ignora questi passaggi. Proprio in questi giorni leggevo di un libro in cui una scrittrice testimonia di un presunto miracolo ottenuto grazie a Papa Wojtyla per il suo figlio di nove anni. Nel libro vengono anche raccolti tutti gli altri miracoli avvenuti mediante l'intercessione dei santi e dei beati glorificati durante il suo pontificato. È importante questa riflessione "allargata", perché la missione di questo Papa è stata anche quella di valorizzare la santità presente in vario modo nella Chiesa cattolica. Ha infatti beatificato più di mille servi di Dio, compresi alcuni gruppi abbastanza consistenti di martiri, e canonizzato circa cinquecento santi. Tutto ciò implica una molteplicità di grazie e di miracoli, che hanno praticamente inondato la Chiesa di favori celesti. È una specie di effusione di grazie, che si espande sulla Chiesa e sul mondo - non solo sui cattolici - ottenuta attraverso l'opera di questa schiera di beati e di santi. Da questo punto di vista, si può vedere il Papa come una sorta di "fontana" di bene per tutti.

Lo stesso Giovanni Paolo II è intervenuto per semplificare le procedure dell'iter di canonizzazione della congregazione. Era necessario un aggiornamento?

La legislazione canonica cerca sempre di snellire le procedure. Dalle migliaia di cause in corso emerge l'esigenza di giungere con sollecitudine al loro buon esito. Sono le cosiddette raccomandazioni, che per noi sono importanti, perché mostrano che la causa è viva e gli attori sono interessati al buon fine della stessa. Questo non significa che l'iter vada avanti con fretta superficiale e senza i dovuti criteri di professionalità. Vuol dire, invece, che è viva la fama di santità e di miracoli di un servo di Dio, e che una causa viene tolta in un certo senso dal dimenticatoio e viene avviata al traguardo sperato. Per noi è importante che gli attori si facciano presenti e tengano viva la causa mediante il colloquio continuo con la Congregazione delle Cause dei Santi, direttamente o attraverso i postulatori. Sono molto contento quando i superiori generali o i vescovi vengono a sollecitare la loro causa, perché fanno capire che le congregazioni religiose o le diocesi sono coinvolte e interessate. Ripeto, le sollecitazioni per noi sono importanti, direi addirittura indispensabili, perché ci fanno capire che la causa interessa molto ai fedeli.

In concreto, quali sono le facilitazioni introdotte dalla legislazione di Giovanni Paolo II?

La facilitazione maggiore riguarda la necessità di approvare solo un miracolo per la beatificazione e un altro per la canonizzazione. Riflettendoci sopra, si ricava che due miracoli per la canonizzazione costituiscono una garanzia estremamente rigorosa e convincente del "sigillo divino" sulla santità di un servo di Dio o di un beato. Senza contare il fatto che l'esame di un "evento miracoloso" da parte degli esperti (medici o tecnici) è particolarmente rigoroso. Bisogna sapere che nel loro campo, gli scienziati, i medici e i tecnici sono lasciati completamente liberi di agire e di tirare le loro conclusioni secondo scienza e coscienza. Da questo punto di vista la congregazione, il prefetto, il segretario e gli altri collaboratori non entrano per niente nelle loro discussioni e conclusioni: le rispettano e basta. Giovanni Paolo II ha un po' snellito la procedura, anche perché talvolta le cause si prolungavano per secoli.

Ci sono stati altri documenti legislativi?

No, ma nel 2007 la Congregazione delle Cause dei Santi, per facilitare la procedura canonica, ha pubblicato l'istruzione Sanctorum Mater. In essa viene descritto passo passo l'iter da seguire nella fase diocesana, che è la tappa iniziale importante per la causa. Per rendere l'idea, si tratta di mettere in moto un treno, in modo che arrivi sicuro e puntuale alla destinazione. A questo fine, dunque, all'inizio di ogni causa occorrono discernimento e coraggio. Il vescovo, ad esempio, deve decidere sull'opportunità o meno di dare inizio a un processo e, in seguito, mettere in atto tutte le competenze che servono per raccogliere le testimonianze, per verificare gli scritti, per dare un giudizio sulla fama di santità e dei segni, e cioè su quei favori divini che mostrano come il servo di Dio viva la vita divina trinitaria da cui provengono le grazie. Questo processo viene descritto molto bene dall'Istruzione, che è un vademecum indispensabile per l'elaborazione corretta di una causa. La procedura del processo romano viene enormemente facilitata dall'accuratezza con cui l'inchiesta diocesana è stata elaborata.

Oltre ai medici, chi sono i tecnici a cui affidate l'esame dei presunti miracoli?

Per giungere alla beatificazione è necessaria o una guarigione miracolosa o uno scampato pericolo o qualche altro segno prodigioso. Faccio un esempio. Un operaio era alla guida di un camion che trasportava travi di ferro. Stava andando a forte velocità, quando si accorse che il freno non funzionava più. In una curva il camion si rovesciò con il suo carico nella profonda scarpata. In quell'istante, l'uomo invocò il servo di Dio Eustachio Kugler, beatificato poi a Regensburg. Le travi forarono la cabina e distrussero il camion, ma lui rimase illeso. È chiaro che qui si tratta di materia riservata soprattutto ai tecnici della strada, ai periti meccanici e a tutti quelli che sono coinvolti nella verifica e nella valutazione di questi incidenti. Un altro scampato pericolo è quello di un miracolo attribuito a don Carlo Gnocchi: un elettricista che lavorava a contatto con l'alta tensione rischiò di morire. Invocò don Gnocchi e rimase illeso. È chiaro che anche in questo caso abbiamo fatto riferimento al parere dei tecnici specializzati.

Dal momento della beatificazione di Giovanni Paolo II, nel caso in cui si valuti un suo presunto miracolo, quanto tempo può passare prima di giungere alla canonizzazione?

Non ci sono tempi tecnici precisi. L'iter dipende da vari fattori, tra i quali la sollecitudine del postulatore e quella dei tecnici o dei medici. D'altra parte, la congregazione non può intervenire nel merito dell'esame che stanno compiendo i singoli medici, ma neppure sollecitare per accelerarne i tempi. Questi specialisti devono avere a disposizione tutto il tempo necessario per la valutazione di un caso. Per Karol Wojtyla, poi, si tratta di una valutazione che esige ancora più rigore e attenzione, perché parliamo di un personaggio che ha una dimensione universale. Dobbiamo garantire il tempo giusto di maturazione dei giudizi, delle valutazioni e anche delle conclusioni. Parlando di tempistica, vorrei aggiungere una cosa riguardo al periodo che intercorre tra una beatificazione e una canonizzazione. Si tratti di mesi o di anni, non è comunque tempo perso o inutile.

Una canonizzazione è un evento spirituale che deve anche maturare
.

Per arrivarvi c'è un tempo provvidenziale, in cui bisognerebbe raggiungere due obiettivi. Il primo è quello di conoscere maggiormente la figura del beato, in questo caso di Papa Wojtyla. Mi riferisco alla conoscenza vera, quella della sua dottrina, dei suoi gesti, del suo comportamento, della sua apertura missionaria. Il secondo è quello dell'imitazione delle sue virtù. Un beato non è solo un esempio da contemplare, ma da imitare. Questo è il significato della santità. In questo tempo intermedio tra beatificazione e canonizzazione la figura e la testimonianza di Papa Wojtyla dovrebbero influire sull'esemplarità dei cristiani, chiamati a imitare le sue virtù e i suoi atteggiamenti. Penso, in concreto, all'impegno per contrastare l'ateismo ideologico e soprattutto l'ateismo pratico, che oggi riguarda intere nazioni e i singoli battezzati. Mi riferisco all'indifferenza e al relativismo etico, in cui trovano radici fenomeni come l'aborto, l'eutanasia, la manipolazione genetica incontrollata, la contraccezione. Papa Wojtyla ci ha continuamente suggerito l'atteggiamento di difesa e di accoglienza della vita nascente. La beatificazione del Papa deve produrre questi effetti.


A questo proposito, non bisogna dimenticare che Giovanni Paolo II, di fronte a certe questioni teologiche ed etiche, invitava a rivolgersi proprio al cardinale Joseph Ratzinger.

Il cardinale Ratzinger era una sicurezza per quanto riguarda la dottrina. Giovanni Paolo II - come abbiamo letto nel libro di ricordi appena pubblicato dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone Un cuore grande, e come io stesso posso confermare, essendo stato per quasi tre anni segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede - aveva una fiducia sconfinata in Ratzinger.
Tanto è vero che gli affidò un'opera fondamentale come quella della preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio. Sapeva, infatti, che il cardinale Ratzinger avrebbe garantito ai dati della fede una dignità e una completezza ammirabili. Ricordo anche che Ratzinger, come presidente della apposita commissione per la preparazione del Compendio, consegnò al Papa - a quel tempo ricoverato al policlinico Agostino Gemelli - il testo definitivo per la promulgazione. Giovanni Paolo II, in una bellissima lettera, gli assicurò che quando sarebbe stato dimesso lo avrebbe promulgato. Quando poi il cardinale Ratzinger venne eletto Papa, in una delle prime udienze mi permisi di chiedergli cosa fare del Compendio. La sua risposta fu che lo avrebbe promulgato lui stesso. E infatti uno dei primi atti del suo magistero fu proprio la promulgazione del Compendio, avvenuta il 28 giugno 2005, nella memoria di sant'Ireneo. In quell'occasione ci fu la consegna solenne del testo a un cardinale, a un arcivescovo (fui proprio io a riceverlo), a un vescovo, a un sacerdote, a un catechista, a due catechisti, a una suora, a una famiglia, a un giovane, a un bambino: un modo per far vedere come il Compendio rappresentava uno straordinario e universale strumento di autentica catechesi. Vorrei aggiungere e sottolineare che la grande armonia e consonanza di fede e di dottrina tra Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger - futuro Benedetto XVI - proprio in questo testo trova una sorta di sintesi. Il Compendio può essere chiamato il Catechismo dei due Papi.



(©L'Osservatore Romano 1° maggio 2011)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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01/05/2011 14:29
 
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Benedetto XVI nell'annunciare questa beatificazione ha parlato di "festa della Fede".... è importante per noi evitare ogni forma di idolatria e di culto della persona e non offendere Giovanni Paolo II soffermandoci solo sui suoi gesti o peggio, sulle antipatie o simpatie....

Per onorare e VENERARE degnamente questo nuovo Beato che la Chiesa ci propone come MODELLO di autentica Fede in Cristo, è indispensabile conoscere il suo ricco Magistero e metterlo in pratica...
Noi, molto umilmente, abbiamo raccolto in questo breve video alcuni suoi insegnamenti con l'invito a dire il Rosario ogni giorno, in famiglia, e a divulgarlo, diventare APOSTOLI DEL SANTO ROSARIO.... riteniamo infatti che questo sia il vero modo per venerare il nuovo Beato!

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


L'audio iniziale ci rammenta dalla viva voce di Giovanni Paolo II l'inizio della recita del Santo Rosario per poi ascoltare una sua poesia messa in musica dal tenore Placido Domingo: Risuona anima mia

www.gloria.tv/?media=151545



[SM=g1740750]

[Modificato da Caterina63 01/05/2011 14:31]
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CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DEL SERVO DI DIO GIOVANNI PAOLO II, 01.05.2011

Alle ore 10.00 di oggi, II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Celebrazione Eucaristica nel corso della quale ha proclamato Beato il Servo di Dio Giovanni Paolo II, Papa (1920-2005).

Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa ha pronunciato nel corso del solenne rito di beatificazione:

                                          This combination picture made up of four images shows the uncovering of the banner featuring Pope John Paul II, in a ceremony signifying the moment of his beatification in St. Peter's Square in the Vatican on May 1, 2011. Pope Benedict XVI hailed John Paul II's 'strength of a titan' in defending Christianity against 'a tide which appeared irreversible' in a homily in Saint Peter's Square.
                                    Pope Benedict XVI blesses pilgrims gathered in St. Peter's Square in the Vatican on May 1, 2011 ahead of the beatification of Pope John Paul II. Hundreds of thousands of pilgrims are expected to attend a Vatican ceremony in which Pope Benedict XVI will honour his late predecessor John Paul II with near-sainthood status.


OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Sei anni or sono ci trovavamo in questa Piazza per celebrare i funerali del Papa Giovanni Paolo II.

Profondo era il dolore per la perdita, ma più grande ancora era il senso di una immensa grazia che avvolgeva Roma e il mondo intero: la grazia che era come il frutto dell’intera vita del mio amato Predecessore, e specialmente della sua testimonianza nella sofferenza. Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità.

Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!

Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a tutti voi che, per questa felice circostanza, siete convenuti così numerosi a Roma da ogni parte del mondo, Signori Cardinali, Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, Confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, Delegazioni Ufficiali, Ambasciatori e Autorità, persone consacrate e fedeli laici, e lo estendo a quanti sono uniti a noi mediante la radio e la televisione. Questa Domenica è la Seconda di Pasqua, che il beato Giovanni Paolo II ha intitolato alla Divina Misericordia. Perciò è stata scelta questa data per l’odierna Celebrazione, perché, per un disegno provvidenziale, il mio Predecessore rese lo spirito a Dio proprio la sera della vigilia di questa ricorrenza.

 Oggi, inoltre, è il primo giorno del mese di maggio, il mese di Maria; ed è anche la memoria di san Giuseppe lavoratore.

Questi elementi concorrono ad arricchire la nostra preghiera, aiutano noi che siamo ancora pellegrini nel tempo e nello spazio; mentre in Cielo, ben diversa è la festa tra gli Angeli e i Santi! Eppure, uno solo è Dio, e uno è Cristo Signore, che come un ponte congiunge la terra e il Cielo, e noi in questo momento ci sentiamo più che mai vicini, quasi partecipi della Liturgia celeste.

«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Gv 20,29). Nel Vangelo di oggi Gesù pronuncia questa beatitudine: la beatitudine della fede. Essa ci colpisce in modo particolare, perché siamo riuniti proprio per celebrare una Beatificazione, e ancora di più perché oggi è stato proclamato Beato un Papa, un Successore di Pietro, chiamato a confermare i fratelli nella fede. Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e generosa, apostolica. E subito ricordiamo quell’altra beatitudine: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli» (Mt 16,17). Che cosa ha rivelato il Padre celeste a Simone? Che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Per questa fede Simone diventa “Pietro”, la roccia su cui Gesù può edificare la sua Chiesa.

La beatitudine eterna di Giovanni Paolo II, che oggi la Chiesa ha la gioia di proclamare, sta tutta dentro queste parole di Cristo: «Beato sei tu, Simone» e «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». La beatitudine della fede, che anche Giovanni Paolo II ha ricevuto in dono da Dio Padre, per l’edificazione della Chiesa di Cristo.

Ma il nostro pensiero va ad un’altra beatitudine, che nel Vangelo precede tutte le altre. E’ quella della Vergine Maria, la Madre del Redentore. A Lei, che ha appena concepito Gesù nel suo grembo, santa Elisabetta dice: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). La beatitudine della fede ha il suo modello in Maria, e tutti siamo lieti che la beatificazione di Giovanni Paolo II avvenga nel primo giorno del mese mariano, sotto lo sguardo materno di Colei che, con la sua fede, sostenne la fede degli Apostoli, e continuamente sostiene la fede dei loro successori, specialmente di quelli che sono chiamati a sedere sulla cattedra di Pietro. Maria non compare nei racconti della risurrezione di Cristo, ma la sua presenza è come nascosta ovunque: lei è la Madre, a cui Gesù ha affidato ciascuno dei discepoli e l’intera comunità. In particolare, notiamo che la presenza effettiva e materna di Maria viene registrata da san Giovanni e da san Luca nei contesti che precedono quelli del Vangelo odierno e della prima Lettura: nel racconto della morte di Gesù, dove Maria compare ai piedi della croce (cfr Gv 19,25); e all’inizio degli Atti degli Apostoli, che la presentano in mezzo ai discepoli riuniti in preghiera nel cenacolo (cfr At 1,14). Anche la seconda Lettura odierna ci parla della fede, ed è proprio san Pietro che scrive, pieno di entusiasmo spirituale, indicando ai neo-battezzati le ragioni della loro speranza e della loro gioia. Mi piace osservare che in questo passo, all’inizio della sua Prima Lettera, Pietro non si esprime in modo esortativo, ma indicativo; scrive, infatti: «Siete ricolmi di gioia» – e aggiunge: «Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede: la salvezza delle anime» (1Pt 1,6.8-9). Tutto è all’indicativo, perché c’è una nuova realtà, generata dalla risurrezione di Cristo, una realtà accessibile alla fede. «Questo è stato fatto dal Signore - dice il Salmo (118,23) - una meraviglia ai nostri occhi», gli occhi della fede.

Cari fratelli e sorelle, oggi risplende ai nostri occhi, nella piena luce spirituale del Cristo risorto, la figura amata e venerata di Giovanni Paolo II. Oggi il suo nome si aggiunge alla schiera di Santi e Beati che egli ha proclamato durante i quasi 27 anni di pontificato, ricordando con forza la vocazione universale alla misura alta della vita cristiana, alla santità, come afferma la Costituzione conciliare Lumen gentium sulla Chiesa. Tutti i membri del Popolo di Dio – Vescovi, sacerdoti, diaconi, fedeli laici, religiosi, religiose – siamo in cammino verso la patria celeste, dove ci ha preceduto la Vergine Maria, associata in modo singolare e perfetto al mistero di Cristo e della Chiesa. Karol Wojtyła, prima come Vescovo Ausiliare e poi come Arcivescovo di Cracovia, ha partecipato al Concilio Vaticano II e sapeva bene che dedicare a Maria l’ultimo capitolo del Documento sulla Chiesa significava porre la Madre del Redentore quale immagine e modello di santità per ogni cristiano e per la Chiesa intera. Questa visione teologica è quella che il beato Giovanni Paolo II ha scoperto da giovane e ha poi conservato e approfondito per tutta la vita. Una visione che si riassume nell’icona biblica di Cristo sulla croce con accanto Maria, sua madre.

Un’icona che si trova nel Vangelo di Giovanni (19,25-27) ed è riassunta nello stemma episcopale e poi papale di Karol Wojtyła: una croce d’oro, una “emme” in basso a destra, e il motto “Totus tuus”, che corrisponde alla celebre espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort, nella quale Karol Wojtyła ha trovato un principio fondamentale per la sua vita: “Totus tutus ego sum et omnia mea tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor tuum, Maria – Sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. Ti prendo per ogni mio bene. Dammi il tuo cuore, o Maria” (Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, n. 266).

Nel suo Testamento il nuovo Beato scrisse: "Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia card. Stefan Wyszyński mi disse: «Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio»”. E aggiungeva: “Desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l’intera Chiesa – e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito.

Come vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato”. E qual è questa “causa”? E’ la stessa che Giovanni Paolo II ha enunciato nella sua prima Messa solenne in Piazza San Pietro, con le memorabili parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile.

Swoim świadectwem wiary, miłości i odwagi apostolskiej, pełnym ludzkiej wrażliwości, ten znakomity syn Narodu polskiego pomógł chrześcijanom na całym świecie, by nie lękali się być chrześcijanami, należeć do Kościoła, głosić Ewangelię. Jednym słowem: pomógł nam nie lękać się prawdy, gdyż prawda jest gwarancją wolności.

[Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di libertà.]

Ancora più in sintesi: ci ha ridato la forza di credere in Cristo, perché Cristo è Redemptor hominis, Redentore dell’uomo: il tema della sua prima Enciclica e il filo conduttore di tutte le altre. Karol Wojtyła salì al soglio di Pietro portando con sé la sua profonda riflessione sul confronto tra il marxismo e il cristianesimo, incentrato sull’uomo. Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo “timoniere” il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio, che proprio grazie a Cristo egli ha potuto chiamare “soglia della speranza”.

Sì, attraverso il lungo cammino di preparazione al Grande Giubileo, egli ha dato al Cristianesimo un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio, trascendente rispetto alla storia, ma che pure incide sulla storia. Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di “avvento”, in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace.

Vorrei infine rendere grazie a Dio anche per la personale esperienza che mi ha concesso, di collaborare a lungo con il beato Papa Giovanni Paolo II. Già prima avevo avuto modo di conoscerlo e di stimarlo, ma dal 1982, quando mi chiamò a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona. Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero.
E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una "roccia", come Cristo lo ha voluto.
La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno. Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nell’Eucaristia.

Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio.

Amen.

Polish nun Tobiana (C), the nurse of late Pope John Paul II and French nun Marie Simon-Pierre (not pictured), whose unexplained healing was the miracle that qualified John Paul II for beatification look at Pope Benedict XVI kissing the casket containing the relics of late pope John Paul II during his beatification ceremony on May 1, 2011 at St Peter's square at The Vatican. Pope Benedict XVI bestowed the status of 'blessed' on the late John Paul II on Sunday in Saint Peter's Square, filled to overflowing as more than one million people took part in the solemn mass.A pigeon flies past the tapestry of John Paul II displayed on the facade of St. Peter's Basilica at the Vatican, Sunday, May 1, 2011. Pope Benedict XVI beatified Pope John Paul II before more than a million faithful in St. Peter's Square and surrounding streets Sunday, moving the beloved former pontiff one step closer to possible sainthood.

Pope Benedict XVI kisses the glass reliquary containing the blood of the late Pope John Paul II during his beatification mass in Saint Peter's Square at the Vatican May 1, 2011.

A Polish pilgrim is overcome with emotion during the ceremony of beatification for late pope John Paul II on May 1, 2011 as it is broadcast live at the ancient Circus Maximus arean in Rome on May 1, 2011. Pope Benedict XVI declared John Paul II 'blessed' at a mass in Saint Peter's Square in front of more than a million people on Sunday, putting his late predecessor on the path to sainthood.

Pope Benedict XVI waves as he arrives to celebrate a mass for the beatification of Pope John Paul II in Saint Peter's Square at the Vatican May 1, 2011. The late Pope John Paul moved a major step closer to sainthood on Sunday at a joyous ceremony that drew more than a million people, the largest crowd in Rome since his funeral six years ago.Pope Benedict XVI leads a mass for the beatification of Pope John Paul II in Saint Peter's Square at the Vatican May 1, 2011. The late Pope John Paul moved a major step closer to sainthood on Sunday at a joyous ceremony that drew more than a million people, the largest crowd in Rome since his funeral six years ago.
Pope Benedict XVI kisses the glass reliquary containing the blood of the late Pope John Paul II during his beatification mass in Saint Peter's Square at the Vatican May 1, 2011. The late Pope John Paul moved a major step closer to sainthood on Sunday at a joyous ceremony that drew more than a million people, the largest crowd in Rome since his funeral six years ago.A nun displays holds her rosary as she stands among other pilgrims gathered in St. Peter's Square in the Vatican on May 1, 2011 ahead of the beatification of Pope John Paul II. Pope Benedict XVI hailed John Paul II's 'strength of a titan' in defending Christianity against 'a tide which appeared irreversible' in a homily in Saint Peter's Square.

Priests gather in St. Peter's Square in the Vatican on May 1, 2011, for the beatification of Pope John Paul II. Hundreds of thousands of pilgrims are expected to attend a Vatican ceremony in which Pope Benedict XVI will honour his late predecessor John Paul II with near-sainthood status.
Hundred of thousands attend a solemn celebration led by Pope Benedict XVI where late Pope John Paul II was beatified in St. Peter's Square at the Vatican, Sunday, May 1, 2011, in the fastest beatification in modern times.This picture shows a general view of St Peter's square during John Paul II beatification ceremony on May 1, 2011 at The Vatican. Pope Benedict XVI bestowed the status of 'blessed' on the late John Paul II on Sunday in Saint Peter's Square, filled to overflowing as more than one million people took part in the solemn mass.
Pope benedict XVI (C) leadsthe ceremony of beatification for late pope John Paul II on May 1, 2011 at St Peter's square at The Vatican. Pope Benedict XVI declared John Paul II 'blessed' at a mass in Saint Peter's Square in front of more than a million people on Sunday, putting his late predecessor on the path to sainthood.
VATICAN CITY, VATICAN - MAY 01:  Pope Benedict XVI waves to the faithfuls as he arrives in St. Peter's Square to lead the John Paul II Beatification Ceremony on May 1, 2011 in Vatican City, Vatican. The ceremony marking the beatification and the last stages of the process to elevate Pope John Paul II to sainthood was led by his successor Pope Benedict XI and attended by tens of thousands of pilgrims alongside heads of state and dignitaries.

Pope Benedict XVI arrives for the ceremony of beatification for late pope John Paul II on May 1, 2011 at St Peter's square at The Vatican. Hundreds of thousands of pilgrims are expected to attend a Vatican ceremony on Sunday in which Pope Benedict XVI will honour his late predecessor John Paul II with near-sainthood status.Pope Benedict XVI arrives for the ceremony of beatification for late pope John Paul II on May 1, 2011 at St Peter's square at The Vatican. Hundreds of thousands of pilgrims are expected to attend a Vatican ceremony on Sunday in which Pope Benedict XVI will honour his late predecessor John Paul II with near-sainthood status.

A woman prays prior to a solemn celebration led by Pope Benedict XVI where late Pope John Paul II will be beatified in St. Peter's Square at the Vatican, Sunday, May 1, 2011, in the fastest beatification in modern times.Faithful pray very early morning as they wait for the ceremony of beatification of late Pope John Paul II on May 1, 2011 at St Peter's square at The Vatican. Hundreds of thousands of pilgrims are expected to attend a Vatican ceremony on Sunday in which Pope Benedict XVI will honour his late predecessor John Paul II with near-sainthood status.
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Riesumazione della Salma del Beato Giovanni Paolo II per la venerazione dei fedeli

VATICAN CITY, VATICAN - APRIL 29:  The coffin containing the body of Pope John Paul II is exhumed ahead of his beatification at Vatican Basilica on April 29, 2011 in Vatican City, Vatican. Pope John Paul II will be beatified by Benedict XVI in a ceremony at the Vatican on Sunday.VATICAN CITY, VATICAN - APRIL 29:  The coffin containing the body of Pope John Paul II is exhumed ahead of his beatification at Vatican Basilica on April 29, 2011 in Vatican City, Vatican. Pope John Paul II will be beatified by Benedict XVI in a ceremony at the Vatican on Sunday.
VATICAN CITY, VATICAN - APRIL 29:  The coffin containing the body of Pope John Paul II is exhumed ahead of his beatification at Vatican Basilica on April 29, 2011 in Vatican City, Vatican. Pope John Paul II will be beatified by Benedict XVI in a ceremony at the Vatican on Sunday.

Sister Beatrice from the Daughters of Charity shows the bloody undershirt worn by Pope John Paul during the assassination attempt on May, 13, 1981, in Rome, Friday, April 29, 2011. Nuns from the Daughters of Charity have been holding onto the blood-stained shirt for years. On Sunday, Pope Benedict XVI will beatify John Paul in St. Peter's Square at the Vatican. Beatification is the last major hurdle before being declared a saint, and John Paul is reaching the milestone in record time, a little over six years after his April 2, 2005 death. Benedict put him on the fast track for possible sainthood by waiving the typical five-year waiting period before beatification causes can begin.Pope Benedict XVI kneels in front of the coffin of the late Pope John Paul II inside St. Peter's Basilica at the Vatican May 1, 2011. The late Pope John Paul moved a major step closer to sainthood on Sunday at a joyous ceremony that drew more than a million people, the largest crowd in Rome since his funeral six years ago.
VATICAN CITY, VATICAN - MAY 01:  Pope Benedict XVI and cardinals pray in front of the coffin of John Paul II at St. Peter's Basilica at the end of John Paul II Beatification Ceremony held by Pope Benedict XVI on May 1, 2011 in Vatican City, Vatican. The ceremony marking the beatification and the last stages of the process to elevate Pope John Paul II to sainthood was led by his successor Pope Benedict XI and attended by tens of thousands of pilgrims alongside heads of state and dignitaries.

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La beatificazione di Giovanni Paolo II

E così, siamo arrivati al JP2 day. Torno a scrivere su questo blog, dopo un'assenza di quasi venti giorni, e subito confesso di aver seriamente pensato di procrastinare ancora il mio silenzio per poter ignorare l'avvenimento, non foss'altro che per reazione all'eccesso d'interesse mostrato dai media. Ma sorvolare come se si trattasse della beatificazione di un oscuro fraticello equadoregno sarebbe probabilmente più snob che elegante, e forse anche poco onesto: se c'è una cosa che m'infastidisce, come parecchi sanno, è la censura, e quindi - ancor più - l'autocensura.

Inizio osservando come non sia un segreto per nessuno che questa beatificazione provoca parecchi mal di pancia nel mondo tradizionale: Sandro Magister ne ha già riferito abbastanza, individuando in questa cerimonia una delle principali ragioni, insieme ad Assisi3, del sentimento di "delusione" verso Benedetto XVI.

Ora, è vero che la decisione affrettata di cedere alle sirene ecclesiali che invocavano il "santo subito" (leggi: quei 'nuovi movimenti' che in Papa Woityla avevano trovato il più intrepido difensore) lascia nettissima l'impressione di una forzatura. Forzatura procedurale, con tanto di miracolo prima semi-riconosciuto, poi ufficialmente posto in dubbio (la malattia sanata non era più considerata inguaribile, tanto che si cercò un altro miracolo tra le centinaia - sic! - segnalate); poi alfine riconfermato. Forzatura di "politica ecclesiale": come già si disse per Escrivà de Balaguer, chissà perché certi santi, specie quelli che muovon le folle e... i danari, hanno corsie verso gli altari accelerate. E ancora: un'istituzione che estolle il suo massimo rappresentante subito dopo la morte compie un atto che ha qualcosa d'inelegante e che ricorda il costume degl'imperatori romani di divinizzare il cesare appena morto (e in seguito, pure quello in vita). Come giustamente si chiedeva P. Scalese, tutti i papi son forse da canonizzare? In tre secoli e mezzo, tra S. Pio V e S. Pio X, abbiamo solo due pontefici beati, Pio IX e quel povero Innocenzo XI che, nonostante dobbiamo a lui se non leviamo in aria il deretano cinque volte al giorno per pregare uno scoglio alla Mecca (fu il papa della vittoria a Vienna contro i Turchi), è stato ieri sfrattato dal suo avello in San Pietro per fare tutto il dovuto spazio esclusivo al Beatosubito e Santopresto. Insomma: sempre queste decisioni erano state prese con parsimonia, e col ponderato giudizio dei secoli; ora invece non s'ha tempo da perdere, anche perché il fedele segretario cardinal Dziswicz (al centro di quella che i diplomatici americani han definito "mafia polacca", come riferisce Wikileaks) s'era già procurato in vita reliquie del beatificando, che ha fretta di poter allogare al centro di qualche redditizio santuario della sua diocesi.

A me, e lo dico candidamente, questa cerimonia di beatificazione non piace per vari motivi. Non tanto in sé e per sé, ma per il festival di melassa mediatica che l'accompagna: agiografia nel senso deteriore dell'accezione. Guardo i giornali (e ancor bene che seguo poco la TV "per una scelta di igiene mentale", come avrebbe detto Auguste Comte) e rinvengo conferme continue all'antico adagio che il papa migliore, è quello morto... Leggo il programma liturgico, e vi trovo l'ammucchiata concelebrante di cardinali, preceduta dalle solite letture, preghiere e proclamazioni in varie lingue, in quello stile babelico che è stato la cifra delle grandi celebrazioni woityliane, con in più l'accompagnamento e il parapazum del coro della diocesi di Roma diretto dal Maestro Frisina. Scorro la lista dei movimenti che organizzano le veglie del gran giorno in alcune chiese romane (comunità Shalom, Sant'Egidio, Focolarini, Rinnovamento nello Spirito, Neocatecumenali, Nuovi Orizzonti) e, forse per mero pregiudizio, un brivido mi assale. Ma soprattutto, è questa invasione di pellegrini a Roma che mi lascia particolarmente freddo, perché non posso fare a meno di pensare come sia stato caratteristico dell'era Giovanni Paolo II che queste effimere dimostrazioni di vitalità della Chiesa, questi grandi assembramenti, nascondessero la verità di un progressivo abbandono della fede e della pratica e di un'apostasia silenziosa, per usare le parole dello stesso Woityla; a ragione un certo Ratzinger si chiedeva: ma di tutti questi che partecipano alle grandi kermesses papali, quanti vanno poi regolarmente a messa la domenica?

Fin qui, poi, non ho parlato che di aspetti secondari. So bene che le vere riserve avanzate contro questa beatificazione son di ben diverso peso e spessore, e concernono atti e fatti che per noi tradizionalisti, ed oso dire per tutta la Chiesa, rappresentano piaghe sanguinanti: lo scandalo di Assisi, che quand'anche accompagnato dalle migliori intenzioni, ha insegnato al mondo "che tutte le religioni sono uguali" (come disse, in riferimento a quel che aveva imparato da Giovanni Paolo II, l'ormai famosa suorina citata dal card. Biffi); il bacio del Corano e la richiesta di recarsi alla Mecca, cui per fortuna i sauditi risposero picche; gli eccessi di mea culpa - per colpe altrui - che hanno radicato l'immagine di una nuova chiesa che ripudia l'antica, e al tempo stesso ha instillato la convinzione che anche la Chiesa attuale è da prendere in scarsa considerazione, visto che a breve tornerà magari a contraddirsi: a quando un solenne mea culpa per le vittime dell'aids, cagionate da un divieto, quello dei profilattici, che apparirà presto obsoleto grazie al progresso della scienza teologica? e le pubbliche scuse per la discriminazione contro gli omosessuali? Non sono boutades: i più pensano che presto o tardi la Chiesa cambierà idea su questi temi.

Eppure, nonostante queste mie perplessità, non voglio sottacere che sono sinceramente convinto che Giovanni Paolo II meriti pienamente la gloria degli altari. S'io fossi papa, per parafrasare Cecco Angiolieri, mi asterrei dal beatificare il pontefice polaccco. Ma non dubiterei, come non dubito, che fu un grande santo. Personalmente sono incline a ritenere che per quei gesti che gli rimproveriamo non abbia avuto una piena avvertenza delle conseguenze, per un semplice fatto: l'essere cresciuto in un paese e in un tempo in cui il cattolicesimo, quello solido e incrollabile d'una volta, si suggeva col latte materno; l'avere affrontato in nome della Fede le più impervie difficoltà di fronte ai peggiori totalitarismi della storia, nazista e comunista; la devozione mariana; hanno fatto sì che egli avesse una fede del tutto inattaccabile e questo - ma non è che la mia opinione - lo ha portato a sottovalutare il rischio che certi gesti potevano avere, ed hanno avuto, per la fede di tutti gli altri. In altri termini, quella sovrabbondanza di fede personale non gli ha permesso di cogliere che certi suoi gesti negavano nei fatti quello che andava riaffermando, anche coraggiosamente, nei documenti (pensiamo alla contraddizione tra il baciare un corano e la Dominus Iesus sull'unicità salvifica di Gesù Cristo: concetto che per inciso è bello sia ricordato nella colletta per il nuovo beato).

Lo stesso penso sia a dirsi per la deprecabile noncuranza liturgica del neobeato: chi, come lui, è cresciuto solidamente nella Santa Messa di Sempre e attraverso essa ha acquisito la Fede, può forse essere meno consapevole dei pericoli del nonsense liturgico per chi quella saldezza non ha.

 E infine, voglio ricordare come Giovanni Paolo II abbia preso in mano una Chiesa dove veramente il sensus Ecclesiae, e più in generale il buon senso, erano quasi spariti. Basti citare quanto ricorda Perepiscopus, ossia che nel primo viaggio in Francia nel 1982, il Papa fu accolto da canti come "Popolo affamato di giustizia, popolo oppresso, alzati in piedi, grida la tua fame..." e che in quegli anni un movimento cattolico accoglieva la visita del segretario del partito comunista al canto dell'Internazionale, presenti e plaudenti quarantaquattro vescovi francesi, in fila per sei col resto di due.

Le battaglie di Giovanni Paolo II contro la teologia della liberazione, contro l'Ordine dei Gesuiti, contro il comunismo, sono quindi indubbie medaglie al valore e attestano che, se il beato Karol Woityla non ha fatto tutto quanto avrebbe potuto e dovuto nel governo della Chiesa, certo tuttavia ha fatto molto e merita nonostante tutto il nostro rispetto e, da oggi, la nostra venerazione.


Enrico da Messainlatino


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Alcune mie riflessioni

Un grazie di cuore ad Enrico per il suo articolo che condivido al 101% e che ben spiega anche il mio sentore....  
Giovanni Paolo II non è stato il "MIO" Papa come va di moda dire oggi dalle tante voci intervistate... ma è stato il Vicario di Cristo che è stato presente da quando avevo 16 anni e per lungo il suo Pontificato è stato per me Colui che reggeva il Timone della Barca Petrina...  
Se ho fino ad oggi conservata la fede NON lo devo solo a lui, ma anche a tante altre vicissitudini della vita....  
se non ho deviato lo devo principalmente ad una grazia speciale della Provvidenza... a padre Raimondo Spiazzi O.P. a padre Tomas Tyn O.P. a tanti altri santi nascosti, perseguitati quando erano in vita ed anche un tantino offuscati da quella Chiesa guidata dall'oggi beato Giovanni Paolo II... così va il mondo, così va avanti la Provvidenza: anche per strade che non sempre riusciamo a comprendere o ci sono chiare...  
 
Ho in orrore due espressioni di questi giorni con il bombardamento mediatico:  
- UN PAPA LAICO E' DIVENTATO BEATO! Surprised  laico??? e resta il sorrisetto ironico di Ruini a Matrix che seppur ha tentato di MINIMIZZARE l'uso sbagliato del termine, non ha avuto il coraggio di dire davanti alle telecamere che è un ORRORE definire un Pontefice in questo modo...  
e l'altra espressione in voga udita in questi giorni più volte dalle bocche dei FEDELI:  
- NON ERA UN PAPA....ERA UNO DI NOI!! Undecided  non era un Papa? ma allora avrebbero ragione i sedevacantisti?  
 
Guardo al povero Benedetto XVI e mi chiedo: ma sei IL PAPA o sei uno di noi?  
allora tu non diventerai mai beato, perchè sei IL PONTEFICE!!  
Penso a san Pio X e mi chiedo con quali criteri sia stato fatto Santo se i parametri DEI FEDELI oggi sono questi!  
 
Poi mi riprendo, mi faccio coraggio, mi dico che anche questo terremoto passerà lasciando dietro di se rovine, speranze, gioia di RICOMINCIARE....delusi... e gioiosi coloro che non hanno subito rovine....  
 
Ringrazio, comunque sia, Benedetto XVI per aver centrato questa Omelia importante SU MARIA SANTISSIMA....e sulla devozione mariana del nuovo Beato... confidando nella promessa della Vergine stessa che chi propaga il Rosario si salva, mi convince maggiormente della beatitudine che ho sempre creduto concreta in Giovanni Paolo II.... e sono convinta che i danni maggiori glieli ha procurati una certa mediaticità modernista e progressista, egli in fondo era quello che era: un Uomo dalla fede incrollabile....  
 
E' proprio vero ciò che diceva un santo del quale ora non rammento il nome, ma ho conservato il suo insegnamento, e dice:  
- se vuoi che il silenzio e la pace del Redentore tornino a regnare dentro di te, smetti tu per primo di ascoltare i rumori e il chiasso, non alimentarli, non perseguirli, assicurati di vivere la tua fedeltà a Cristo e ricorri alla Madre, tutto il resto è vanità....

Stamani, dopo la Santa Messa a san Simonino, parlando con l'amica Miserere, facevamo queste riflessioni:  
 
- ieri sera al TG entrano in notizia con queste parole: ci colleghiamo con il Circo Massimo dove è INIZIATA LA VEGLIA DI PREGHIERA....  
e dal collegamento parte un WAKA-WAKA in diretta.... bè si, in fondo è lo stile che ha caratterizzato quel Pontificato: la preghiera ballata... non mi scandalizzo più di tanto, in fondo non è facile tirare tutta la notte in attesa dell'alba e dormire all'aperto, si può anche tollerare...  
ma ciò che mi ha lasciata perplessa sono state alcune dichiarazioni di alcuni fedeli che alla domanda: come sta vivendo questi momenti? Che cosa la fa stare qui? la risposta non è stata "GESU' CRISTO, LA SANTA MESSA" MA "SONO QUI PER GIOVANNI PAOLO II" Undecided  
Ora, quando Giovanni Paolo II raccolse in adunata i Giovani per il 2000, proprio per CORREGGERE certe deviazioni, disse:  
"CHI SIETE VENUTI A CERCARE?" non aveva terminato la domanda che gridarono "TE!!" il Papa allora sbattendo i fogli come era solito fare, incalzò, alzando la voce: "SIETE VENUTI PER TROVARE GESU' CRISTO!"  
appare evidente che molti non l'hanno ancora capito!!  
e la responsabilità non è di questi fedeli, ma di chi doveva EDUCARLI alla fede e ancora non l'ha fatto....  
la responsabilità non è di Giovanni Paolo II che in molte occasioni correggeva eccome.... ma di chi, DOPO, non ha saputo incanalare bene certi messaggi....  
 
Sentire una suora, stamani, dire: "NON POTEVO MANCARE, OGGI E' PIU' DI UNA MESSA!!" Surprised  mi ha davvero sconvolta!! cosa può esserci, PER UNA SUORA, di più di UNA MESSA?  
è questo l'insegnamento di Giovanni Paolo II? certo che no!  
 
Se i criteri son questi, Giovanni Paolo II potrebbe essere L'ULTIMO PAPA BEATO e poi canonizzato, perchè parametri che possano superare questo modo di procedere, non ce ne sono più, nessun Papa potrà mai essere, secondo questi parametri, beato quanto lo fu Giovanni Paolo II.... e non lo dico io, ma lo hanno detto molti fedeli intervistati: "questo Papa E' UNICO NELLA STORIA DELLA CHIESA",  
per molti di loro Benedetto XVI è IL SERVO del suo Predecessore....basti osservare la differenza di come sia stato accolto lo stesso Pontefice regnante per il Summorum Pontificum a confronto con questa beatificazione... criticato e IGNORATO DAI MOVIMENTI nel primo caso, osannato nel secondo caso.... 
 
Aveva ragione san Giovanni Bosco quando diceva che nel momento in cui si comincia a parlare di "il MIO Papa" - facendo il nome - non ne poteva venire nulla di buono perchè automaticamente si personalizzava la fede che da ecclesiale diventava settaria....  
Dio non voglia che si debba aggiungere alla SANTA CHIESA una ulteriore piaga, sforziamoci TUTTI per seminare elementi di ECCLESIALITA' sostenendo ed aiutando concretamente il Sommo Pontefice regnante....




[Modificato da Caterina63 01/05/2011 16:38]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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02/05/2011 17:45
 
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RIEPILOGO E CONCLUSIONE:

“Il popolo di Dio - continua il pontefice - ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Giovanni Paolo II”. E’ per questo che - puntualizza - “nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa”, la sua causa di beatificazione è proceduta “con discreta celerità”. Ora che il suo iter è terminato può finalmente dare l’annuncio: “Ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!”. Esplode incontenibile l’applauso dei pellegrini. Ratzinger ringrazia, come pure i capi di Stato e di governo e gli uomini di Chiesa che sono giunti a Roma da ogni parte del mondo per partecipare a questa beatificazione che - lo chiarisce - riguarda le virtù eroiche dell’uomo di Dio per la testimonianza di fede straordinaria offerta nella sua vita e nella sua malattia, ma anche il pontefice.

”Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e generosa, apostolica”. Ricorda la sua devozione e il suo affidamento a Maria, il suo “Totus Tuus”. Il suo essere stato uomo del Concilio Vaticano II e quindi il suo grande merito: l’aver traghettato la Chiesa verso il Terzo Millennio. E’ la sfida anche politica e culturale del Papa polacco, enunciata nella sua prima messa solenne in Piazza San Pietro, con le memorabili parole. Le ricorda: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.

Appaiono riproposte lungo il colonnato del Bernini. “Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti - aggiunge Ratzinger - , egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile”. E’ in polacco che Papa Benedetto spiega cosa sia stato. “Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di libertà”.

E’ la sfida non solo religiosa, ma culturale,sociale e politica condotta contro i regimi dell’Est comunista. “Karol Wojtyła salì al soglio di Pietro - spiega Ratzinger - portando con sé la sua profonda riflessione sul confronto tra il marxismo e il cristianesimo, incentrato sull’uomo. Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo “timoniere” il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio”. Il merito che Papa Ratzinger e la Chiesa riconoscono a Karol Wojtyla è quello di aver ridato alla Chiesa e al Cristianesimo “un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio, trascendente rispetto alla storia, ma che pure incide sulla storia”.

“Quella carica di speranza – aggiunge il pontefice - che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di “avvento”, in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace”.

E’ il programma del lungo “regno” di Giovanni Paolo II. L’ultima parte dell’omelia Papa Ratzinger l’ha dedicata al suo personale rapporto con il suo predecessore. “Per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona. Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero”. L’ultimo ringraziamento a Karol Wojtyla è stato per la testimonianza offerta nella sofferenza.

“Il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno”. E’ una conclusione che suona come una secca risposta a chi ha denunciato nella fase più grave della sua malattia un pericolo vuoto nel governo della Chiesa. Tanto più che Ratzinger aggiunge: “Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nell’Eucaristia”.

Alla fine, commosso, Benedetto XVI lo ha invocato. “Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. “Santo Padre ci benedica” ha aggiunto a braccio. Alla preghiera del Regina Coeli il Papa ha ringraziato i presenti, i capi di Stato a partire dal presidente Giorgio Napolitano che poi ha incontrato brevemente con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le autorità, i vescovi, i religiosi e le religiose, i pellegrini, i volontari e tutti coloro che hanno collaborato a questi giorni di festa che si sono conclusi oggi con la messa di ringraziamento presieduta dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.

Ora cominciamo a mettere in pratica il Magistero di Giovanni Paolo II soprattutto quello contro l'aborto, contro il divorzio, contro le provocazioni degli ambienti omosessualisti, contro ogni falsa etica e falsa morale... ricordando le parole di Benedetto XVI:

“Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di libertà”.






Circa la beatificazione di Giovanni Paolo II

da Cordialiter:

In questi giorni, in molti si stanno dichiarando super devoti di Papa Wojtyła. Benissimo, ma costoro dovrebbero cercare di condividere i suoi insegnamenti (almeno quelli moralmente vincolanti), altrimenti la loro “devozione” non si capisce su che cosa sia basata.

A che serve gridare “santo subito!”, se poi si calpestano i suoi insegnamenti? Ricordo che Giovanni Paolo II ha ribadito l'immoralità dell'aborto, del divorzio, degli anticoncezionali, dei rapporti sessuali tra fidanzati, dell'inseminazione artificiale, delle unioni omosessuali “more uxorio”, degli abusi liturgici, delle “ordinazioni sacerdotali” femminili e di tante altre cose.

Chi vuole onorare Giovanni Poalo II deve vivere in maniera veramente cristiana, anziché applaudire alla sua beatificazione ma vivendo come un “senza Dio”.



[Modificato da Caterina63 02/05/2011 17:56]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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02/05/2011 23:53
 
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A colloquio con il cardinale arciprete Angelo Comastri

Quella processione ininterrotta di fedeli nella basilica Vaticana

 

di NICOLA GORI

Un fiume di pellegrini ha interrottamente reso omaggio alle spoglie mortali di Giovanni Paolo II. La basilica di San Pietro è stata testimone silenziosa dei giorni della beatificazione: da quando i suoi resti mortali sono stati estratti dalla cappella nelle Grotte Vaticane, all'esposizione davanti all'altare della Confessione, fino alla tumulazione di stasera, lunedì 2 maggio, nella Cappella di San Sebastiano. A narrare lo straordinario avvenimento ecclesiale, in questa intervista al nostro giornale, è il cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica, presidente della Fabbrica di San Pietro e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.

Che cosa l'ha colpita nella celebrazione di beatificazione di Giovanni Paolo II?


Lo dico sinceramente, è stata l'umiltà di Benedetto XVI. Sembrava che si fosse fatto piccolo per additare alla Chiesa e al mondo la grandezza spirituale di Giovanni Paolo II che egli ha definito, con voce commossa, un gigante della fede. Questo non è un fatto secondario. Dobbiamo veramente benedire il Signore che ci dona uomini così come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

E nei giorni precedenti?


Quando la mattina di venerdì 29 aprile è stata asportata la grande pietra tombale bianca ed è riemersa la bara di rovere contente la teca di piombo e a sua volta la teca di cipresso con le spoglie mortali di Giovanni Paolo II sembrava che il tempo fosse tornato indietro. I sanpietrini erano gli stessi che hanno tumulato la salma sei anni fa, ed erano emozionatissimi. Li ho guardati e vedevo le lacrime scendere dagli occhi e anch'io ho provato un brivido d'emozione. Ho riveduto in quel momento l'8 aprile 2005. Io ero seduto sulla parte destra della cappella nelle Grotte Vaticane. Davanti a me era seduto l'allora cardinale Joseph Ratzinger, decano del Sacro Collegio. La cerimonia di tumulazione si allungava. Con la mano destra ho fatto cenno al cardinale Ratzinger se potevo recitare il rosario. Dall'altra parte, lui ha alzato delicatamente la mano e mi ha fatto cenno con le dita che potevo tranquillamente intonarlo. Lo abbiamo recitato con un'emozione che quasi si toccava con mano e mentre pregavamo Maria, la teca contenente le spoglie mortali di Giovanni Paolo II, che avevano nel corpo la ferita di un attentato, venivano tumulate. E io pensavo quello che Giovanni Paolo II disse: "Mentre una mano assassina sparava per uccidermi, una mano materna ha fermato il Papa sulla soglia della morte. Da quel giorno la mia vita è un dono ed è un dono ogni giorno. È un regalo di Dio. E io desidero spendere tutto per Lui tenendo la mia mano stretta alla mano di Maria". Ho ripensato proprio a questa frase di Giovanni Paolo II mentre le Ave Maria riempivano le Grotte Vaticane. In qualche modo abbracciavano questo figlio straordinario di Maria, che ha voluto mettere nel suo stemma episcopale e papale, come ha ricordato Benedetto XVI, una grande "M" sormontata da una croce. Maria che ci porta a Gesù, alla croce di Gesù e alla gloria di Gesù.

Cosa è accaduto dopo l'estrazione delle spoglie mortali di Papa Wojtyla?

Appena il feretro di Giovanni Paolo II è stato collocato davanti alla tomba di San Pietro c'è stato un fiume spontaneo di dipendenti dello Stato della Città del Vaticano. Non era prevista questa inondazione, ma non abbiamo voluto fermarla. Per l'ordine pubblico avevamo pensato di far tutto a porte chiuse, ma non si poteva fermare questo flusso spontaneo di devozione. Anche la Gendarmeria Pontificia con il comandante Giani ha capito questa esigenza del cuore e abbiamo lasciato che i sentimenti si potessero esprimere. Abbiamo visto i dipendenti di tutte le amministrazioni avvicinarsi al feretro di Giovanni Paolo II come se non fossero passati sei anni. Ognuno veniva lì in silenzio per rivivere un ricordo, per portare una preghiera. Per ringraziare il Signore che dona alla Chiesa santi pastori. Il primo che è venuto a portare l'affetto a Giovanni Paolo II è stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, seguito dal cardinale Stanis?aw Dziwisz. C'ero anch'io, l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segretaria di Stato, e tante persone che, spinte dal cuore hanno voluto unirsi a questo abbraccio di affetto e di gratitudine. Devo esprimere la mia gratitudine alla Gendarmeria Pontificia che ha tutelato l'ordine in questo omaggio spontaneo. Un grazie commosso va poi ai sanpietrini che hanno svolto un lavoro impeccabile e anche all'associazione Santi Pietro e Paolo, che si è messa a disposizione quasi al completo con i suoi volontari giorno e notte.

Quando è stato portato in basilica?


Al mattino presto del 1° maggio, in forma privata, dalle Grotte la bara è stata portata in basilica, ed è stata collocata davanti all'altare della Confessione, proprio di fronte a quell'altare dove tante volte Giovanni Paolo II aveva celebrato l'Eucaristia, dove tante volte ha parlato, dove ha fatto sentire prima la sua voce giovanile, poi la sua voce sempre più flebile, stanca, ma sempre più convinta e appassionata dell'annuncio del Vangelo. In quel momento sono subentrate le Guardie Svizzere Pontificie che hanno svolto la guardia di onore giorno e notte accanto al feretro di Giovanni Paolo II e anche quella presenza dava un tocco di delicatezza e di solennità che porta sempre la presenza della Guardia Svizzera accanto al Papa.

E dopo la beatificazione?


Abbiamo aperto a tutti la basilica affinché tutti potessero sostare un momento davanti al feretro che era esposto nella nuda bara, con il suo stemma pontificale, le date della sua vita e un'umile croce e sopra l'evangelario. È chiaro che quell'evangelario ha portato a tutti il ricordo di quello di sei anni fa quando il vento sembrava una mano invisibile che sfogliava le pagine e quasi ci diceva: se volete sapere chi era Giovanni Paolo II cercate il segreto in questo pagine. È stato un uomo che ha vissuto il Vangelo e ora tocca a voi. Sono passati davanti al feretro del Papa i capi di Stato, tutti con grande devozione, le varie delegazioni, gli ambasciatori e poi un fiume, veramente un fiume di gente al punto tale che anche durante la notte abbiamo dovuto lasciare aperta la basilica perché era incontenibile questa marea umana che come sei anni fa voleva abbracciare Giovanni Paolo II. Abbiamo proposto per tre volte la preghiera del rosario, tanto amata da Giovanni Paolo II. La beatificazione è avvenuta il 1° maggio, e come l'ha sottolineato anche il Papa, è il giorno d'inizio del mese di Maria. Anche questo è stato un segno molto bello. E ci sembrava che i fiori più belli che potevamo portare sul feretro di Giovanni Paolo II erano proprio le Ave Maria che hanno segnato tutta la sua esistenza, tutta la sua vita. Oggi, lunedì 2 maggio, è stata celebrata la messa di ringraziamento per il dono di questo beato, per il dono di questa santità eroica che ha segnato la chiusura del XX secolo e l'inizio del XXI secolo. Nel pomeriggio alle ore 16 viene proposto l'ultimo rosario e alle 18 viene chiusa la basilica e l'accesso ai pellegrini. Alle 19 e 15 in forma privata, il feretro viene portato in processione dai canonici del Capitolo Vaticano alla Cappella di San Sebastiano, dove avviene la tumulazione. Si colloca una lapide che chiude la visuale con una scritta umile, ma bella, sintetica "Beatus Joannes Paulus II". L'altare di San Sebastiano per una coincidenza non voluta, non cercata, è l'altare dove una pala in mosaico rappresenta il santo colpito dalle frecce, un martire della persecuzione di Diocleziano. Sotto c'è un martire dei tempi moderni, un uomo non attraversato dalle frecce, ma da un proiettile che a distanza di secoli ha reincarnato il mistero della Chiesa, perseguitata e vincitrice attraverso la persecuzione.



(©L'Osservatore Romano 2-3 maggio 2011)
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28/09/2013 14:40
 
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[SM=g1740758] DIARIO DI UN EVENTO STORICO.....

Giovanni Paolo II è stato proclamato “beato”. La sua memoria sarà celebrata il 22 ottobre. E’ il primo passo per la sua santificazione. Basterà riconoscergli un altro miracolo che si aggiunga alla guarigione per la scienza inspiegabile di suor Marie, Somon Pierre, la giovane religiosa francese guarita per i medici ”inspiegabilmente” dal morbo di Parkinson.

La proclamazione ufficiale c’è stata questa mattina durante il rito solenne presieduto da Papa Benedetto XVI sul sagrato della basilica di san Pietro davanti ad una folla sterminata e festosa di pellegrini. Oltre un milione e mezzo secondo le autorità. Giovani, famiglie, religiosi e religiose, non credenti affascinati da Giovanni Paolo II. Come sei anni fa, quando quell’8 aprile 2005 una vera marea umana, proveniente da tutto il mondo, in nome di Karol Wojtyla per l’ultimo saluto ha “occupato” non solo piazza san Pietro e tutte le vie adiacenti, ma il centro della capitale, sino al Circo Massimo.

Ma oggi, nel giorno del 1° maggio, festività laica del lavoro, per la Chiesa memoria di san Giuseppe lavoratore e quest’anno anche domenica della Divina Misericordia, la festività voluta da Giovanni Paolo II, è la festa a prevalere. Anche se la commozione è forte. Come ancora fortissimo e profondo è il rapporto che lega i fedeli a Giovanni Paolo II.

papaE’ commosso anche Papa Benedetto XVI, che veste i paramenti sacri del suo predecessore. Nella sua omelia gli rende omaggio. Spiega le ragioni di questa beatificazione con una premessa: non ci sono stati strappi sui tempi per questo riconoscimento. Già nel giorno del suo funerale – è esplicito Ratzinger -“aleggiava un profumo di santità” per la testimonianza di fede della sua vita e in particolare della sua sofferenza. Un riconoscimento alla persona, alla vita di Karol Wojtyla le cui tappe fondamentali sono state riproposte sia dal pontefice che dal cardinale vicario per la diocesi di Roma, Agostino Vallini, che ha formalmente avanzato la richiesta di beatificazione.

“Il popolo di Dio - continua il pontefice - ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Giovanni Paolo II”. E’ per questo che - puntualizza - “nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa”, la sua causa di beatificazione è proceduta “con discreta celerità”. Ora che il suo iter è terminato può finalmente dare l’annuncio: “Ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!”. Esplode incontenibile l’applauso dei pellegrini. Ratzinger ringrazia, come pure i capi di Stato e di governo e gli uomini di Chiesa che sono giunti a Roma da ogni parte del mondo per partecipare a questa beatificazione che - lo chiarisce - riguarda le virtù eroiche dell’uomo di Dio per la testimonianza di fede straordinaria offerta nella sua vita e nella sua malattia, ma anche il pontefice.

”Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e generosa, apostolica”. Ricorda la sua devozione e il suo affidamento a Maria, il suo “Totus Tuus”. Il suo essere stato uomo del Concilio Vaticano II e quindi il suo grande merito: l’aver traghettato la Chiesa verso il Terzo Millennio. E’ la sfida anche politica e culturale del Papa polacco, enunciata nella sua prima messa solenne in Piazza San Pietro, con le memorabili parole. Le ricorda: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.

Appaiono riproposte lungo il colonnato del Bernini. “Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti - aggiunge Ratzinger - , egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile”. E’ in polacco che Papa Benedetto spiega cosa sia stato. “Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di libertà”.

E’ la sfida non solo religiosa, ma culturale,sociale e politica condotta contro i regimi dell’Est comunista. “Karol Wojtyła salì al soglio di Pietro - spiega Ratzinger - portando con sé la sua profonda riflessione sul confronto tra il marxismo e il cristianesimo, incentrato sull’uomo. Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo “timoniere” il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio”. Il merito che Papa Ratzinger e la Chiesa riconoscono a Karol Wojtyla è quello di aver ridato alla Chiesa e al Cristianesimo “un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio, trascendente rispetto alla storia, ma che pure incide sulla storia”.

“Quella carica di speranza – aggiunge il pontefice - che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di “avvento”, in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace”.

papaE’ il programma del lungo “regno” di Giovanni Paolo II. L’ultima parte dell’omelia Papa Ratzinger l’ha dedicata al suo personale rapporto con il suo predecessore. “Per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona. Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero”. L’ultimo ringraziamento a Karol Wojtyla è stato per la testimonianza offerta nella sofferenza.

“Il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno”. E’ una conclusione che suona come una secca risposta a chi ha denunciato nella fase più grave della sua malattia un pericolo vuoto nel governo della Chiesa. Tanto più che Ratzinger aggiunge: “Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nell’Eucaristia”.

Alla fine, commosso, Benedetto XVI lo ha invocato. “Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. “Santo Padre ci benedica” ha aggiunto a braccio. Alla preghiera del Regina Coeli il Papa ha ringraziato i presenti, i capi di Stato a partire dal presidente Giorgio Napolitano che poi ha incontrato brevemente con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le autorità, i vescovi, i religiosi e le religiose, i pellegrini, i volontari e tutti coloro che hanno collaborato a questi giorni di festa che si concluderanno domani con la messa di ringraziamento presieduta dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.

Dopo la celebrazione è stato possibile rendere omaggio nella basilica di San Pietro al nuovo Beato. Prima il pontefice, poi le delegazioni ufficiali, i cardinali e vescovi, e infine i pellegrini hanno potuto accostarsi al feretro che sarà visitabile ininterrottamente sino a domani.                                                                                                      

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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