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DOCUMENTO: Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2011 10:33
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Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione


"Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam"


CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 4 marzo 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito i Lineamenta della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema «Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam - La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».




* * *


SINODO DEI VESCOVI

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
PER LA TRASMISSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

LINEAMENTA


Indice

Prefazione

Introduzione

1. L’urgenza di una nuova evangelizzazione
2.
Il dovere di evangelizzare
3.
Evangelizzazione e discernimento
4. Evangelizzare dentro il mondo di oggi, a partire dalle sue sfide

Domande
 

Primo capitolo

Tempo di “nuova evangelizzazione”

5. “Nuova evangelizzazione”. Il significato di una definizione
6.
Gli scenari della nuova evangelizzazione
7.
Da cristiani di fronte a questi nuovi scenari
8.
“Nuova evangelizzazione” e domanda di spiritualità
9.
Nuovi modi di essere Chiesa
10. Prima evangelizzazione, cura pastorale, nuova evangelizzazione

Domande
 

Secondo capitolo

Proclamare il Vangelo di Gesù Cristo

11. L’incontro e la comunione con Cristo, fine della trasmissione della fede
12.
La Chiesa trasmette la fede che essa stessa vive
13.
Parola di Dio e trasmissione della fede
14.
La pedagogia della fede
15.
Le Chiese locali soggetti della trasmissione
16.
Rendere ragione: lo stile della proclamazione
17.
I frutti della trasmissione della fede
Domande

Terzo capitolo

Iniziare all’esperienza cristiana

18. L’iniziazione cristiana, processo evangelizzatore
19.
Primo annuncio come esigenza di forme nuove del discorso su Dio
20.
Iniziare alla fede, educare alla verità
21.
L’obiettivo di una “ecologia della persona umana”
22.
Evangelizzatori ed educatori perché testimoni
Domande
 

Conclusione

23. Il fondamento della “nuova evangelizzazione” nella Pentecoste
24.
La “nuova evangelizzazione”, visione per la Chiesa di oggi e di domani
25. La gioia di evangelizzare

  

Prefazione

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19-20). Con queste parole, Gesù Cristo, prima di salire al cielo e sedersi alla destra di Dio Padre (cf. Ef 1, 20), ha inviato i suoi discepoli a proclamare la Buona Notizia al mondo intero. Essi rappresentavano un piccolo gruppo di testimoni di Gesù di Nazaret, della sua vita terrena, del suo insegnamento, della sua morte e soprattutto della sua resurrezione (cf. At 1, 22). Il compito era immane, al di sopra delle loro possibilità. Per incoraggiarli il Signore Gesù promette la venuta del Paraclito, che il Padre invierà nel suo nome (cf. Gv 14, 26) e che li «guiderà a tutta la verità» (Gv 16, 13). Inoltre assicura la sua presenza costante: «ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).

Dopo l’evento di Pentecoste, quando il fuoco dell’amore di Dio si è posato sugli apostoli (cf. At 2, 3) uniti nella preghiera «insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù» (At 1, 14), il mandato del Signore Gesù ha cominciato a realizzarsi. Lo Spirito Santo che Gesù Cristo dona in abbondanza (cf. Gv 3, 34) è all’origine della Chiesa, che è per sua natura missionaria. Infatti, appena ricevuta l’unzione dello Spirito, san Pietro Apostolo «si alzò in piedi e a voce alta parlò» (At 2, 14) proclamando la salvezza nel nome di Gesù, «che Dio ha costituito Signore e Cristo» (At 2, 36). Trasformati dal dono dello Spirito, i discepoli si sono sparsi per il mondo allora conosciuto ed hanno diffuso il «vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1, 1). Il loro annuncio ha raggiunto le regioni del bacino Mediterraneo, dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. Guidati dallo Spirito, dono del Padre e del Figlio, i loro successori hanno continuato tale missione che rimane attuale fino alla fine dei secoli. Finché esiste, la Chiesa deve annunciare il Vangelo della venuta del Regno di Dio, l’insegnamento del suo Maestro e Signore e, soprattutto, la persona di Gesù Cristo.

La parola “il Vangelo”, τò εύ αγγέλιον, è adoperata già dai tempi della Chiesa nascente. Essa è spesso usata da san Paolo per indicare la predicazione del Vangelo, che Dio gli ha affidato (cf. 1 Tes 2, 4) «in mezzo a molte lotte» (1 Tes 2, 2), e tutta la nuova economia della salvezza (cf. 1 Tess 1, 5ss; Gal 1, 6-9ss). Oltre a Marco (cf. Mc 1, 14. 15; 8, 35; 10, 29; 13, 10; 14, 9; 16, 15), il termine Vangelo è adoperato anche dall’evangelista Matteo, spesso nella combinazione specifica «il Vangelo del Regno» (Mt 9, 35; 24, 14; cf. 26, 13). San Paolo adopera anche il termine evangelizzare (εύ αγγελίσασθαι, cf. 2 Cor 10, 16), che si trova pure negli Atti degli Apostoli (cf. in particolare At 8, 4. 12. 25. 35. 40), e il cui uso ha avuto un notevole sviluppo nella storia della Chiesa.

In tempi recenti con il termine evangelizzazione ci si riferisce all’attività ecclesiale nel suo complesso. L’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, pubblicata l’8 dicembre 1975, entro tale categoria comprende la predicazione, la catechesi, la liturgia, la vita sacramentale, la pietà popolare, la testimonianza della vita dei cristiani (cf. EN 17, 21, 48ss). In tale Esortazione il Servo di Dio Papa Paolo VI ha raccolto i risultati della Terza Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutasi dal 27 settembre al 26 ottobre 1974 sul tema L’evangelizzazione nel mondo moderno. Il Documento ha dato notevole dinamismo all’azione evangelizzatrice della Chiesa nei decenni successivi, che è stata accompagnata da un’autentica promozione umana (cf. EN 29, 38, 70).

Nell’ampio contesto dell’evangelizzazione, un’attenzione particolare è riservata all’annuncio della Buona Notizia alle persone e ai popoli che tuttora non conoscono il Vangelo di Gesù Cristo. Ad essi è rivolta la missio ad gentes. Essa ha caratterizzato l’attività costante della Chiesa, anche se ha avuto momenti privilegiati in alcuni periodi storici. Basti pensare all’epopea missionaria nel continente americano, o, in seguito, alle missioni in Africa, Asia e Oceania. Con il Decreto Ad gentes, il Concilio Vaticano II ha sottolineato la natura missionaria di tutta la Chiesa. Secondo il mandato del suo fondatore Gesù Cristo, i cristiani non solamente devono sostenere, con la preghiera e il supporto materiale, i missionari, ossia le persone dedicate all’annuncio ai non cristiani, bensì sono chiamati essi stessi a contribuire alla diffusione del Regno di Dio nel mondo, secondo i modi e la vocazione propri. Tale incarico diventa particolarmente urgente nell’attuale fase di globalizzazione nella quale, per varie ragioni, non poche persone che non conoscono Gesù Cristo immigrano nei Paesi di antica tradizione cristiana e, dunque, vengono in contatto con i cristiani, testimoni del Signore risorto, presente nella sua Chiesa, in modo speciale nella sua Parola e nei sacramenti.

Nel corso dei suoi 45 anni, il Sinodo dei Vescovi ha trattato il tema della missio ad gentes in varie Assemblee. Da una parte ha tenuto presente la natura missionaria di tutta la Chiesa e, dall’altra, le indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II che nel Decreto conciliare Ad gentes ha ribadito la sollecitudine missionaria quale importante scopo alla stessa attività del Sinodo dei Vescovi: «Poiché il compito di annunciare dappertutto nel mondo il Vangelo riguarda primariamente il collegio episcopale il Sinodo dei Vescovi, cioè “la commissione permanente dei vescovi per la Chiesa universale”, tra gli affari di importanza generale deve seguire con particolare sollecitudine l’attività missionaria, che è il dovere più alto e più sacro della Chiesa» (AG 29).

Negli ultimi decenni si è parlato anche dell’urgenza della nuova evangelizzazione. Tenendo conto dell’evangelizzazione come orizzonte ordinario dell’attività della Chiesa, come pure dell’azione di annuncio del Vangelo ad gentes, che richiede la formazione di comunità locali, le Chiese particolari, nei Paesi missionari di prima evangelizzazione, la nuova evangelizzazione è piuttosto indirizzata a quanti si sono allontanati dalla Chiesa nei Paesi di antica cristianità. Tale fenomeno, purtroppo, esiste in varia misura, anche nei Paesi ove la Buona Notizia è stata annunciata nei secoli recenti, ma tuttora non è stata sufficientemente accolta fino a trasformare la vita personale, familiare e sociale dei cristiani. Lo hanno messo in risalto pure le Assemblee Speciali del Sinodo dei Vescovi, a carattere continentale, celebrate in preparazione dell’Anno Giubilare del 2000. Si tratta di una grande sfida per la Chiesa universale. Per tale ragione Sua Santità Benedetto XVI, dopo aver sentito il parere dei confratelli nell’episcopato, ha deciso di convocare la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012. Riprendendo la riflessione finora svolta sull’argomento, l’Assise sinodale avrà per finalità di esaminare la situazione attuale nelle Chiese particolari, per tracciare, in comunione con il Santo Padre Benedetto XVI, Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa, nuovi modi ed espressioni della Buona Notizia da trasmettere all’uomo contemporaneo con rinnovato entusiasmo, proprio dei santi, testimoni gioiosi del Signore Gesù Cristo «Colui che era, che è e che viene!» (Ap 4, 8). Si tratta di una sfida a trarre, come lo scriba diventato discepolo del Regno dei cieli, cose nuove e cose antiche dal prezioso tesoro della Tradizione (cf. Mt 13, 52).

I Lineamenta che ora presentiamo, redatti con l’aiuto del Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, rappresentano un’importante tappa della preparazione dell’Assise sinodale. Al termine di ogni capitolo si trovano alcune domande che hanno lo scopo di facilitare la discussione a livello della Chiesa universale. Infatti, i Lineamenta sono inviati ai Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, alle Conferenze Episcopali, ai Dicasteri della Curia Romana e all’Unione dei Superiori Generali, organismi con i quali la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi mantiene rapporti ufficiali. Essi intendono favorire la riflessione su tale documento nelle rispettive strutture: diocesi, zone pastorali, parrocchie, congregazioni, associazioni, movimenti ecc. Le risposte di tali organismi dovrebbero essere riassunte dai responsabili delle Conferenze Episcopali, dei Sinodi dei Vescovi, come pure degli altri organismi menzionati, e inviate alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi entro il 1° novembre 2011, solennità di Tutti i Santi. Con il concorso del Consiglio Ordinario, tali risposte saranno attentamente analizzate e integrate nell’Instrumentum laboris, documento di lavoro della prossima Assise sinodale.

Ringraziando in anticipo per la premurosa collaborazione, che rappresenta un prezioso scambio di doni, di preoccupazioni e di sollecitudini pastorali, affidiamo l’iter della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi alla materna protezione della Beata Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione. La sua intercessione ottenga alla Chiesa la grazia di rinnovarsi nello Spirito Santo affinché nel nostro tempo possa mettere in pratica, con rinnovato slancio, il comandamento del Signore risorto: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15).

Città del Vaticano, 2 febbraio 2011
Festa della Presentazione del Signore 

Mons. Nikola Eterović
Arcivescovo titolare di Cibale
Segretario Generale


SI LEGGA ANCHE QUI PER IL MOTU PROPRIO

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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