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La Chiesa e la pena di morte

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2011 12:40
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05/03/2011 12:27
 
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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 53 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 30/06/2005 20.55
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Consiglia Elimina    Messaggio 54 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 30/06/2005 20.58
Tu invece interpreti un po' quando lasci intendere che la Chiesa reputi la pena di morte sbagliata per principio! ti ripeto io non vado oltre ciò che è scritto, Cesare avrebbe legittimamente il potere di condannare a morte i rei, ma poichè oggi come oggi non ha grandi motivi per usarla è meglio che si attenga ad altre pene, questo dice la Chiesa, e io concordo. Punto e stop.
 
Rispondo a quanto scritto sopra perché suppongo che quel "tu interpreti" sia rivolto a me...
Innanzitutto non ho mai scritto che la Chiesa reputi la pena di morte sbagliata per principio, anzi ho sottolineato il contrario, cioè che per principio la si può ammettere nel caso in cui non ci siano altre strade per garantire la sicurezza, resta il fatto però che se le strade ci sono e un reo viene condannato a morte ci si trova davanti ad un vero e proprio omicidio legalizzato e su questo la Chiesa non penso sia molto d'accordo.
Riguardo poi alla questione di quei movimenti politici che pretendono la soppressione della pena per chi commette un reato, posso affermare con sicurezza che mai mi è passato per la mente di appoggiarli, perché penso di avere abbastanza sale in zucca per capire quando si sta scambiando il bene con il male e viceversa... la pena è un qualcosa di dovuto a chi commette un abuso o un sopruso, perché ha uno scopo rieducativo, io stesso chiederei di essere rieducato se mi rendessi conto di non riuscire a rispettare le regole civili nuocendo al prossimo.
In sintesi ho scritto nei messaggi precedenti che la Chiesa fa rientrare la pena di morte (sempre sottolineando l'impossibilità di fare altrimenti) in quei casi particolari che vengono definiti moralmente "mali minori", ciò significa che chi applica tale pena, commette comunque un omicidio, la malignità dell'atto (e quindi la colpa) varia però a seconda di quanto realmente ci si trovi nell'impossibilità di fare altrimenti.
Non si può comunque ignorare che questo argomento è oggetto di particolare osservazione da parte della Chiesa, nella quale ci sono molte parti tendenti all'abolizione della pena di morte in qualsiasi caso (come specificato da Giovanni Paolo II nella seconda citazione del mess. n° 30) e che in un futuro abbastanza prossimo potremmo trovarci davanti a qualche cambiamento.
Per concludere ti segnalo che in Italia la pena di morte esiste ancora, rientra nella legge penale militare di guerra che può, in casi eccezionali, essere applicato anche in tempo di pace, leggi quà:
 

Art. 5.
Applicazione della legge penale militare di guerra in caso di urgente
e assoluta necessità.

Nei casi straordinari, in cui ragioni di urgente e assoluta necessità lo richiedano, può, con decreto del Presidente della Repubblica, ordinarsi l'applicazione, anche in tempo di pace, della legge penale militare di guerra, in tutto il territorio dello Stato o in una o più parti di esso.

Nel caso prevenuto dal comma precedente, il territorio, relativamente al quale è disposta l'applicazione della legge penale militare di guerra, è equiparato, agli effetti dell'applicazione stessa al territorio in stato di guerra.

La disposizione del comma precedente si osserva anche in ogni altro caso, in cui, a norma di questo codice, è disposta l'applicazione della legge penale militare di guerra in relazione a luoghi che non sono in stato di guerra.

 
Questo può essere l'unico esempio pratico di quella situazione descritta dal Catechismo, e così ci siamo tolti pure la curiosità di sapere cosa intendesse la Chiesa con quei "casi di estrema necessità"
 
AlbY

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Consiglia Elimina    Messaggio 55 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNGil_Brethil2 Inviato: 30/06/2005 22.20
Per la Chiesa il male minore non esiste. O meglio esistono vari tipi di mali, ma tutti vanno evitati, non se ne accetta nessuno. Non si sceglie tra due mali morali. C'è un motivo per cui la Chiesa ritiene un peccato l'aborto in tutti i casi e la pena di morte invece no... anche se la vita della madre è in pericolo. Se la madre ricorre all'aborto "terapeutico" inc asi disperati commetterà cmq un qualcosa di grave, per cui deve chiedere la Riconciliazione con Dio. Invece se lo stato decide di condannare a morte un colpevole, non commette un male morale, se lo fa con giustizia (cioè se non c'è altra scelta etc...). la differenza è che la pena è innanzitutto il ripagare un male causato, ancor prima del motivo rieducativo e un motivo di giustizia. Il reo si è messo lui, compiendo un grave atto in quella situazione, è colpevole. Un bimbo no. Un bimbo è del tutto innocente, non deve pagare nessun male, perciò la sua uccisione è sempre ingiusta. Un reo invece ha commesso cmq del male, che ripagherà, in questa vita o nell'altra.
Mentre noi (mi ci metto anche io) tendiamo ad essere più indulgenti con la madre che abortisce e ci scandalizziamo per la pena di morte... dovremmo fare il contrario. Ovviamente ripeto che oggi come oggi, i casi di applicazione della pena di morte sono quasi inesistenti, tuttavia non ci si può opporre in linea di principio e considerarla un male in tutti i casi... questo dice la Chiesa.
 
Questo che tu scrivi:
ciò significa che chi applica tale pena, commette comunque un omicidio, la malignità dell'atto (e quindi la colpa) varia però a seconda di quanto realmente ci si trovi nell'impossibilità di fare altrimenti.
 
Non corrisponde propriamente al magistero. La pena di morte, fermo restando le circostanze descritte, non illegittima, ma legittima, e non è un qualcosa per cui il boia si debba confessare per intenderci (fermo sempre restando le condizioni di cui sopra).
 
pat

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Consiglia Elimina    Messaggio 56 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNGil_Brethil2 Inviato: 30/06/2005 22.23
è l'uomo in sè che affronta.....HO SCRITTO AFFRONTA...un omicidio........per tutelare purtroppo un bene maggiore......
 
la vita della madre vale quanto quella del figlio... Santa Gianna B.M. insegna...
 
cmq ho capito... scusa caterì... faaa caaaldo!:)

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Consiglia Elimina    Messaggio 57 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 30/06/2005 22.53
Non corrisponde propriamente al magistero. La pena di morte, fermo restando le circostanze descritte, non illegittima, ma legittima, e non è un qualcosa per cui il boia si debba confessare per intenderci (fermo sempre restando le condizioni di cui sopra).
 
 
Diciamo che se commesso in quelle particolari condizioni espresse dal catechismo la colpa può essere anche nulla, per cui il boia non si trova in condizione di peccato grave, ma sempre di omicidio si tratta e l'omicidio non è di certo un bene...
Per il resto sei d'accordo con me?
 
AlbY

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Consiglia Elimina    Messaggio 58 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNGil_Brethil2 Inviato: 30/06/2005 23.23
Per il resto si... però la pena di morte in quelle condizioni non è un omicidio, se lo fosse anche in minima parte, allora il boia e gli artefici della condanna dovrebbero confessarsi per dire... invece in questi casi no... come dire il falso in certi casi è proprio la cosa giusta (es. le suore che mentivano ai nazisti negando di avere nascosto in cantina degli ebrei...). Non è un bene la pena di morte? certo che non lo è,  è una cosa di questo mondo, in cui noi commettiamo ingiustizie.

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Consiglia Elimina    Messaggio 59 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 30/06/2005 23.59
Per il resto si...
 
Deo gratias!!!
Quanto te vojo bene...
 
però la pena di morte in quelle condizioni non è un omicidio, se lo fosse anche in minima parte, allora il boia e gli artefici della condanna dovrebbero confessarsi per dire...
 
Vabbè... se vuoi lo chiamiamo "passaggio a miglior vita", sta di fatto comunque che un uomo viene soppresso da un'altro uomo.
 
AlbY

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Consiglia Elimina    Messaggio 60 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 02/07/2005 16.10
a questo punto quello che mi risulta difficoltoso è capire cosa intende di preciso il catechismo con "pena di morte"..

Caro Iron,
cerco di fare qualche esempio per tentare anch'io una risposta.
 
Poniamo il caso che uno Stato non intenda mantenere a vita un uomo  pericoloso, il quale se fosse libero potrebbe mettere in serio pericolo la vita di chiunque; e che tale Stato  non intenda sobbarcarsi le conseguenti spese che tale mantenimento comporterebbe: in tal caso, o il recluso viene rimesso in libertà o purtroppo quello stato procederà a "difendersi legittimamente" dal  possibile ripetersi dei crimini già commessi in precedenza. Si tratterebbe insomma di legittima difesa preventiva sulla base di fatti già avvenuti.
La Chiesa non può obbligare gli Stati a mantenere perennemente persone pericolose. Può solo auspicare ed adoperarsi che gli Stati lo tengano in vita e che lo trattino nel modo più umano possibile. Ma se questo non accade, non può dire che il fine per cui tali Stati procedono alla pena di morte, non sia legittimo.
Sta di fatto che se in molti stati la pena di morte è stata abolita è perchè la Chiesa è riuscita a far valere pienamente la sua alta considerazione della vita umana, e partendo da una umanizzazione dell'amministrazione della giustizia talora implacabile dei tribunali civili è arrivata fino al punto di far ridurre al massimo le pene,  adoperandosi efficacemente per far abolire la pena di morte.
Credo che laddove la pena di morte è stata abolita, è avvenuto grazie soprattutto all'opera sociale ed umanizzatrice della Chiesa.
Vorrei ricordare come nei confronti dell'attentatore della vita di Papa G.Paolo II, non solo non si è arrivati alla pena di morte ma neppure a gravissime pene, anzi il Papa stesso è andato a trovarlo nella sua stessa prigione,  parlandogli e trattandolo come  un fratello.
Quello della Chiesa è stato un cammino verso il pieno riconoscimento del valore della vita umana anche in questo settore che altrimenti sarebbe rimasto nell'assoluto imbarbarimento e quindi ecco che se gli Stati si sobbarcassero l'onere del mantenimento delle persone pericolose, non ci sarebbe bisogno di nessuna pena di morte, come il Catechismo sostiene.
 
 
 
Con affetto

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Consiglia Elimina    Messaggio 61 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 02/07/2005 19.21
La Chiesa non può obbligare gli Stati a mantenere perennemente persone pericolose. Può solo auspicare ed adoperarsi che gli Stati lo tengano in vita e che lo trattino nel modo più umano possibile. Ma se questo non accade, non può dire che il fine per cui tali Stati procedono alla pena di morte, non sia legittimo.
 
Caro Teofilo,
 
lo Stato può adottare tutte le misure che vuole e nessuno glielo può impedire. Sarà legittimo dal punto di vista dello Stato, ma non potrà MAI essere legittimo di fronte a Dio.
Uccidere perchè non si ritene di MANTENERE delle persone pericolose non mi sembra molto morale.
Lo Stato è in grado di renderle inoffensive, certo questo comporta un costo, ma non credo che si possa nè si debba barattare la vita con una questione di denaro.
 
Che la Chiesa non possa obbligare uno Stato ad abolire la pena di morte è un fatto, ma a mio avviso credo che l'insegnamento evangelico dovrebbe escluderla per principio, dato che non esiste il caso in cui essa possa ritenersi
assolutamente indispensabile.
Non credo che il ricorso al boia rientri nell'insegnamento di Cristo, e neppure può far parte di un paese che si ritiene evoluto.
E' solo ed esclusivamente un fatto punitivo che oltretutto non serve a nulla, se non ad evitare appunto il mantenimento del condannato. 
 
A parte l'aspetto morale, che senso ha il non escludere la pena di morte e poi adoperarsi per la sua abolizione?
C'è una contraddizione abbastanza evidente.
 
Pace
iyvan
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