QUELLO CHE NON DICIAMO SUL VATICANO II
Che il Concilio fosse illegittimo sin dall’inizio e viziato in tutto
Così come non abbiamo mai detto che il Vaticano II fosse la causa unica ed esclusiva della crisi, così non abbiamo mai affermato che il Concilio fosse illegittimo sin dall’inizio, o che al suo concludersi fosse interamente viziato ed inaccettabile. In breve, non abbiamo mai sostenuto che il Vaticano II si fosse sbagliato su ogni punto. E’ falso, e perfino ridicolo, poiché in molti testi, per esempio, quel concilio ha semplicemente richiamato la dottrina già infallibilmente insegnata dalla Chiesa.
L’azione di forza del 13 ottobre 1962
Il Vaticano II è stato un concilio della Chiesa cattolica convocato regolarmente, che ha riunito i vescovi del mondo intero sotto l’autorità del Sommo Pontefice. Mons. Lefebvre non ha mai rimesso in causa a priori quel concilio: al contrario, è stato membro della Commissione centrale preparatoria. Certo, Mons. Lefebvre ha sempre puntato l’indice contro l’ “ azione di forza ” del 13 ottobre 1962 del cardinale Liénart, che ha comportato il rigetto di quasi tutti gli schemi preparati, a vantaggio delle tesi della “ nuova teologia ”e del cattolicesimo liberale sostenute dall’Alleanza europea. Eppure, nessun concilio nella storia aveva goduto di una preparazione “ così vasta, condotta con tale diligenza, e così profonda ” come è stato giustamente detto all’epoca, e Giovanni XXIIII, che aveva seguito quei lavori, ha testimoniato che questi ultimi erano stati eseguiti “ con precisione e cura ”. Mons. Lefebvre ha ritenuto che quell’azione di forza e le sue conseguenze fossero state un disastro per l’orientamento del Concilio, la sue debolezza dottrinale, il suo spirito. Questa situazione ha comportato che i difensori della Tradizione si siano trovati in una situazione inestricabile, di fronte a dei testi impregnati di uno spirito nuovo, poco in armonia con la dottrina tradizionale, spirito nuovo che era difficilissimo, se non impossibile, da cambiare o far scomparire a forza di emendamenti.
L’influenza dei gruppi di pressione
D’altra parte, quando ha parlato del Vaticano II, Mons. Lefebvre ha sottolineato il ruolo importantissimo dei vari “ gruppi di pressione ”, tra i quali citava specialmente i media. Il Vaticano II è stato senz’altro il primo concilio della storia a svolgersi sotto l’occhio di giornali potentissimi, che intimidivano i Padri conciliari, facevano delle campagne per tale tesi, orientavano i voti. Allo stesso modo, Mons. Lefebvre ha ricordato che alcune conferenze episcopali (quelle delle rive del Reno, dall’orientamento nettamente progressista), organizzate assai prima del Concilio, beneficiavano di mezzi umani e finanziari considerevoli (alla fine della terza sessione, una delle loro officine, l’IDOC, si vantava di aver distribuito ai Padri più di quattro milioni di fogli). Infine, Mons. Lefebvre ha deplorato l’influenza di altri gruppi di pressione estremamente attivi su certi soggetti: la massoneria per la libertà religiosa; i protestanti per l’ecumenismo; le organizzazioni israelite per le relazioni con il giudaismo; l’Unione Sovietica per la non condanna del comunismo, ecc.
Una critica sulla base di testi precisi
Tuttavia, Mons. Lefebvre non ha mai condannato in blocco il Vaticano II come un concilio intrinsecamente illegittimo. Anche se ha spesso ricordato i fatti spiacevoli se non scandalosi che hanno viziato il suo svolgimento, conosceva troppo bene la storia della Chiesa per non sapere che altri concili, in passato, avevano conosciuto anch’essi gravi vicissitudini umane. Come diceva dom Guéranger: “ Si dimentica troppo che la storia ecclesiastica è bella in prospettiva, ma che i dettagli visti da molto vicino non sono sempre attraenti ”. Dunque quando ha criticato, o “ accusato ”il Concilio, Mons. Lefebvre non l’ha fatto per un’illegittimità di principio, a priori, ma sulla base di testi precisi, in chiara opposizione con la Tradizione e l’insegnamento costante della Chiesa.
- continua -
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)