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Discorsi del Papa ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA E PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2014 13:52
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12/08/2011 19:22
 
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Iniziato ad Ávila il Congresso mondiale delle università cattoliche

Al servizio della Chiesa e della società


 

di ZENON GROCHOLEWSKI

Si svolge ad Ávila, dal 12 al 14 agosto alla Universidad Católica Santa Teresa de Jesús, il Congresso mondiale delle università cattoliche. I lavori sono stati aperti dal saluto del cardinale prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica (che pubblichiamo quasi per intero) e potranno essere seguiti in diretta anche in rete (www.wccu.es). Qui a fianco anticipiamo uno stralcio della relazione che l'arcivescovo presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione tiene sabato 13 agosto.

La nostra presenza, qui e adesso, potrebbe essere intesa dal punto di vista di una doppia prospettiva metaforica. Da una parte, come Giovanni Battista, siamo venuti a preparare il cammino alle migliaia e migliaia di giovani che nei prossimi giorni celebreranno a Madrid, insieme a Benedetto XVI, una nuova Giornata della Gioventù. In essa - come ha scritto il Papa nel Messaggio per questo incontro - i nostri giovani vivranno "l'esperienza del Signore Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi".

Dall'altra parte, facendo nostre le parole che l'amato Papa, beato Giovanni Paolo II, ha pronunciato in questa città, nel novembre 1982, "[siamo] venuti oggi ad Ávila per adorare la Sapienza di Dio". In quell'occasione il Papa disse: "Ad Ávila divampò quel fuoco di amore ecclesiale che illuminava e infervorava teologi e missionari. Qui iniziò l'originale servizio di Teresa alla Chiesa del suo tempo; in un momento lacerato da riforme e controriforme, scelse la via radicale di seguire Cristo, per edificare la Chiesa con pietre vive di santità; levò lo stendardo degli ideali cristiani per incitare i capitani della Chiesa".

Siamo venuti dunque, come precursori e adoratori, per rafforzare la missione che Dio e la Chiesa ci hanno affidato: evangelizzare, educando, ed educare, evangelizzando. In questo modo, citando le parole di Benedetto XVI, "le nostre istituzioni offrono un vitale contributo alla missione della Chiesa e servono efficacemente la società. Esse diventano luoghi in cui l'attiva presenza di Dio negli affari umani è riconosciuta e ogni giovane persona scopre la gioia di entrare nell'"essere per gli altri" di Cristo (cfr. Spe salvi, 28)". Analizziamo in tre parti quest'ultima affermazione del Papa.

Prima di tutto, ci parla di "vitale contributo". Dunque, perché il nostro contributo sia trascendente, energico, fattivo - in una parola "vitale" - è necessario andare a fondo nella realtà che stiamo vivendo, che senza dubbio alcuno cambia a passi da gigante. Ciò richiede, seguendo le direttrici sempre attuali della Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, che le università cattoliche, "sia perché università, sia perché cattoliche", vivano in una costante ricerca del significato, vale a dire si sforzino di scoprire "la dimensione morale, spirituale e religiosa e di valutare le conquiste della scienza e della tecnica nella prospettiva della totalità della persona umana (...). Infatti, è in gioco il significato della ricerca scientifica e della tecnologia, della convivenza sociale, della cultura, ma, più in profondità ancora, è in gioco il significato stesso dell'uomo" (Discorso del 25 aprile 1989, n. 3).

Per questo, il contributo delle università cattoliche sarà veramente vitale, secondo la Dichiarazione Gravissimum educationis, soltanto quando queste ottengano "come una presenza pubblica, costante ed universale del pensiero cristiano in tutto lo sforzo dedicato a promuovere la cultura superiore; inoltre questi istituti devono formare in tal guisa tutti i loro studenti, che essi diventino uomini veramente insigni per sapere, pronti a svolgere compiti impegnativi nella società e a testimoniare la loro fede di fronte al mondo". Continuando con il commento all'affermazione di Benedetto XVI, in essa si dice che le università cattoliche sono chiamate a riconoscere "l'attiva presenza di Dio negli affari umani". Tuttavia, per nessuno è un segreto, come ha notato chiaramente il Papa nella Lettera Apostolica Ubicumque et semper, con la quale si istituisce il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che "si è verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili, come la fede in un Dio creatore e provvidente, la rivelazione di Gesù Cristo unico salvatore, e la comune comprensione delle esperienze fondamentali dell'uomo".

È per questo che il compito della nuova evangelizzazione comprende, senza ombra di dubbio, le università cattoliche. Esse devono, citando il Papa: "fare scienza nell'orizzonte di una razionalità diversa da quella oggi ampiamente dominante, secondo una ragione aperta al trascendente, a Dio". Sebbene, come dichiarò Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona, "ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza. In questo senso la teologia, non soltanto come disciplina storica e umano-scientifica, ma come teologia vera e propria, cioè come interrogativo sulla ragione della fede, deve avere il suo posto nell'università e nel vasto dialogo delle scienze".

Infine, è importante che i giovani usciti dalle università cattoliche vivano l'allegria di entrare nell'"essere per gli altri di Cristo". Si tratta di una "vitale testimonianza di ordine istituzionale da rendere a Cristo e al suo messaggio, così necessario nelle culture contrassegnate dal secolarismo, o là dove Cristo e il suo messaggio di fatto non sono ancora conosciuti" (Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, n° 49).
Per questo, invocando nuovamente le parole di Benedetto XVI, si richiede che i docenti ancorino i propri insegnamenti alla "carità intellettuale", riconoscendo che portare i giovani alla verità è un atto responsabile di amore. "Una volta che la passione per la pienezza e l'unità della verità è stata risvegliata, i giovani sicuramente gusteranno la scoperta che la questione su ciò che essi possono conoscere li apre alla vasta avventura di ciò che essi dovrebbero fare. Qui essi sperimenteranno "in chi" e "in che cosa" è possibile sperare e saranno ispirati a recare il loro contributo alla società in un modo che genera speranza negli altri".

Concludendo, vorrei sottolineare che "la missione che con grande speranza la Chiesa affida alle università cattoliche riveste un significato culturale e religioso di vitale importanza, perché concerne l'avvenire stesso dell'umanità" (Ex corde Ecclesiae, conclusione). In questo senso, la Federazione internazionale delle università cattoliche, fondata dalla Santa Sede poco più di sessant'anni fa, trasformandosi nell'organismo competente, nelle parole di Benedetto XVI, per "promuovere una "nuova sintesi umanistica" (Caritas in veritate, 21), un sapere che sia "sapienza capace di orientare l'uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi" (ibidem, 30), un sapere illuminato dalla fede".



(©L'Osservatore Romano 13 agosto 2011)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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