A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Nuovi dogmi mariani ?

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2011 22:11
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
25/06/2011 22:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 3 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 01/03/2003 19.10
ATTUALITA' E SIGNIFICATO DEI DOGMI MARIANI
LO SVILUPPO DEL DOGMA MARIANO

I dogmi mariani

Sin dall’antichità la parola greca “dogma” ha indicato, fra l’altro, “decisione”, “decreto”.

Se si pensa che l'uso del Dogma è una invenzione della Chiesa dopo morti gli Apostoli, allora non conosce il N.T.

Quando Paolo e Sila giunsero a Salonicco e annunciarono la messianicità di Gesù nella sinagoga della città, alcuni facinorosi li accusarono davanti ai magistrati di aver contravvenuto ai “dogmi” (e cioè ai “decreti”) dell’imperatore romano “affermando che c’è un altro re, Gesù” (At 17,7).

Nella Chiesa antica, a partire dai Concili in difesa delle Verità portate avanti dalla Tradizione, e nel medioevo, la parola dogma veniva usata indifferentemente come sinonimo di esposizione, dottrina, confessione di fede, articolo di fede. Soprattutto a partire dal Concilio Vaticano I (1870), nel linguaggio sia del magistero sia della teologia, il termine “dogma” ha acquistato un significato forte e univoco e che prese vigore proprio a causa del dilagare del protestantesimo che soprattutto nelle sue prime divisioni, cominciava a seminare errori fondamentali della dottrina già rivelata come i Sacramenti specie la Confessione e l'Eucarestia.

Esso indica una dottrina che la chiesa propone di credere come divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia nel suo magistero ordinario e universale. Si tratta quindi di una indicazione importante su una verità di fede, che esige il nostro incondizionato assenso e la nostra obbedienza cordiale.

I primi “dogmi”, e cioè i primi importanti pronunciamenti magisteriali su questioni di fede, riguardano la verità su Dio Trinità e su Gesù Cristo, insieme alla Theotokos "Madre di Dio". Furono solennemente enunciati nei primi sette Concili Ecumenici, dal Nicea I (325 d.C.) al Nicea II (787 d.C.). Si tratta di dogmi “antiereticali”, perché sono pronunciamenti che rigettano le eresie del tempo. Ad esempio, nel primo Concilio Ecumenico di Nicea si proclama il dogma della divinità di Gesù Cristo, Figlio incarnato “consustanziale” al Padre. Tale verità divina rivelata viene riaffermata solennemente contro il presbitero alessandrino Ario, che la negava.
In questo contesto antiereticale dei primi Concili Ecumenici, si hanno i primi due “dogmi” mariani, che riguardano la divina maternità di Maria, proclamata solennemente ad Efeso nel 431, e la sua perpetua verginità, riaffermata al Concilio di Costantinopoli II nel 553. Se questi dogmi antichi furono provocati dalle eresie, gli altri due dogmi mariani, più recenti, hanno, invece, carattere “dossologico”.

Essi esaltano alcune peculiarità esemplari della straordinaria figura di Maria, la madre di Gesù, la quale è “Immacolata” (1854: Pio IX) e “Assunta” (1950: Pio XII). Vengono anche chiamati “papali”, perché proclamati non da un Concilio, ma dal Papa.


Aggiungiamo subito tre precisazioni.

La prima riguarda l’esistenza di altre verità dottrinali mariane, altrettanto importanti e altrettanto riconosciute dal magistero ordinario della Chiesa e celebrate nella preghiera liturgica, che non sono state proclamate solennemente. Si veda, ad esempio, il titolo di Maria “mediatrice” e, come aggiunge il Concilio, “avvocata, socia, ausiliatrice” (cf. Lumen Gentium n. 62).
La seconda precisazione riguarda i contenuti dei dogmi mariani antichi e recenti, che non sono “invenzioni” tardive della Chiesa, ma verità esistenti esplicitamente o implicitamente nella Sacra Scrittura e nella tradizione viva della Chiesa sia orientale sia occidentale. Esse vengono “dogmatizzate”, e cioè solennemente riaffermate in un determinato momento storico, sia per contrastare qualche eresia, sia per magnificare le “grandi cose” che l’Onnipotente ha operato in Maria (cf. Lc 1,49). Si tratta insomma di qualcosa di simile a quanto capita nella scienza. In astronomia, ad esempio, si scoprono continuamente astri nuovi, che ovviamente esistevano già prima di essere individuati da noi. Lo sviluppo scientifico, attraverso potenti telescopi, permette ora di vederli. Così, per i dogmi mariani. Essi esistono già nella coscienza di fede della Chiesa. Tuttavia, in un determinato momento della storia, urge un loro pronunciamento solenne e autoritativo, perché la comunità ecclesiale è chiamata o a rifiutare una interpretazione errata o a prendere maggiormente coscienza di un particolare aspetto del mistero di Maria, come in fondo accadde per la Trinità per la quale non vi fu adorazione specifica per i primi secoli, eppure nessun buon cristiano dubiterebbe della Trinità!
Un terzo e ultimo chiarimento riguarda i due dogmi mariani papali – Immacolata e Assunta – che hanno richiesto una triplice condizione: un diffuso movimento di opinione nella Chiesa; l’impulso del magistero pontificio; l’apporto qualificato dei teologi. Insomma, un Papa non si sveglia una mattina per mettere in giro una voce senza trovare appiglio nella Scrittura, sarebbe solo un folle e la storia specie di quest'ultimo secolo, non ha ancora saputo ribaltare tale riconoscimento anzi, si è rafforzato trovando in questi ultimi anni ampi consensi anche fra i Protestanti grazie alle tante iniziative Ecumeniche.

continua........


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 4 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 01/03/2003 19.19

La vita cristiana, come comunione con Gesù

Essendo verità di fede, i dogmi mariani non perdono mai di attualità. La divina maternità di Maria, ad esempio, fondata sulla Sacra Scrittura e proclamata solennemente ad Efeso, non solo è una dottrina, ma anche una preghiera.

La solennità annuale di Maria, Madre di Dio, che si celebra all’inizio dell’anno solare (1° gennaio), indica nelle preghiere iniziali (le due “collette” a scelta) il significato perenne per noi di questa sua straordinaria vocazione.
Nella prima colletta, si chiede al Padre di sperimentare l’intercessione di Maria, dal momento che per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita:

"O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’Autore della vita."


Nella seconda colletta, si prega il Padre che, come Maria fu dimora del Verbo incarnato, così anche la nostra vita sia disponibile ad accogliere i doni celesti:

"Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione, si renda disponibile ad accogliere il tuo dono."


In concreto, la pedagogia liturgica ci insegna che, anche noi, come Maria e accompagnati dalla sua materna ed efficace intercessione, possiamo essere dimora di Gesù, Parola divina e Pane di vita eterna. Il “sì” dell’annunciazione, mediante il quale Maria accolse la Parola di Dio nel suo seno diventando Madre di Gesù, diventa anche il “sì” del battezzato, il quale, accogliendo Gesù, diventa come Maria dimora di Gesù, ostensorio della sua grazia, tabernacolo della sua carità. È la realizzazione della parola stessa di Gesù, che dice: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,48-50; cf. Mc 3,35).
Gesù, come ha trasformato l’acqua in vino e il pane nel suo corpo benedetto, così per l’intercessione materna di Maria, madre sua e della Chiesa, trasforma le nostre esistenze terrene in esistenze “trinitarie”, in dimora di Dio Trinità.

Accogliendo infatti Gesù nel nostro cuore, noi accogliamo Dio Trinità: “Chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40 e paralleli).
Il dogma della maternità divina di Maria ha quindi un carattere di fondazione della spiritualità cristiana con la conseguente catechesi alla scuola di Maria. La spiritualità cristiana è vita di grazia in comunione con Gesù nella carità dello Spirito Santo in obbedienza al Padre, e Maria è stata la prima a vivere questa esperienza diventando per noi maestra di spiritualità. Conseguentemente, vivere integralmente la vita di grazia implica anche essere guidati e sostenuti dall’intercessione materna di Maria. Del resto siamo così propensi ad accogliere quanto i pastori ci predicano che diventa veramente incosciente dubitare che la Madre di Colui che è il Maestro per eccellenza non sia capace di istruire tutti i figli Redenti dal suo Figlio. Se pensiamo poi a quanti giovani cadono nelle sètte soltanto perchè si affidano a sedicenti pastori, diventa allora più urgente riscoprire il corretto ruolo di Maria e di affidarsi a Lei per non lasciarsi portare su strade contorte: chi segue Maria è impossibile che non giungere al Figlio!

Angelo Amato SDB


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 5 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN-_-stella-_- Inviato: 01/03/2003 20.46
UDIENZA GENERALE DI GIOVANNI PAOLO II
"MARIA SINGOLARE COOPERATRICE DELLA REDENZIONE"

Mercoledì 9 aprile 1997

1. Nel corso dei secoli la Chiesa ha riflettuto sulla cooperazione di Maria all'opera della salvezza, approfondendo l'analisi della sua associazione al sacrificio redentore di Cristo. Già Sant'Agostino attribuisce alla Vergine la qualifica di "cooperatrice" della Redenzione (cfr De Sancta Virginitate, 6; PL 40, 399), titolo che sottolinea l'azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo Redentore.

In questo senso s'è sviluppata la riflessione, soprattutto a partire dal XV secolo. Qualcuno ha temuto che si volesse porre Maria sullo stesso piano di Cristo. In realtà l'insegnamento della Chiesa sottolinea con chiarezza la differenza tra la Madre e il Figlio nell'opera della salvezza, illustrando la subordinazione della Vergine, in quanto cooperatrice, all'unico Redentore.
Del resto, l'apostolo Paolo, quando afferma: "Siamo collaboratori di Dio" (1 Cor 3,9), sostiene l'effettiva possibilità per l'uomo di cooperare con Dio. La collaborazione dei credenti, che, ovviamente, esclude ogni uguaglianza con Lui, s'esprime nell'annuncio del Vangelo e nell'apporto personale al suo radicamento nel cuore degli esseri umani.
2. Applicato a Maria, il termine "cooperatrice" assume, però, un significato specifico. La collaborazione dei cristiani alla salvezza si attua dopo l'evento del Calvario, del quale essi si impegnano a diffondere i frutti mediante la preghiera e il sacrificio. Il concorso di Maria, invece, si è attuato durante l'evento stesso e a titolo di madre; si estende quindi alla totalità dell'opera salvifica di Cristo. Solamente Lei è stata associata in questo modo all'offerta redentrice che ha meritato la salvezza di tutti gli uomini. In unione con Cristo e sottomessa a Lui, Ella ha collaborato per ottenere la grazia della salvezza all'intera umanità.

Il particolare ruolo di cooperatrice svolto dalla Vergine ha come fondamento la sua divina maternità. Partorendo Colui che era destinato a realizzare la redenzione dell'uomo, nutrendolo, presentandolo al tempio, soffrendo con Lui morente in Croce "cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore" (LG, 61). Anche se la chiamata di Dio a collaborare all'opera della salvezza riguarda ogni essere umano, la partecipazione della Madre del Salvatore alla Redenzione dell'umanità rappresenta un fatto unico e irrepetibile.
Nonostante la singolarità di tale condizione, Maria è destinataria anch'essa della salvezza. Ella è la prima redenta, riscattata da Cristo "nella maniera più sublime" nel suo immacolato concepimento (cfr Bolla "Ineffabilis Deus", in Pio IX, Acta 1, 605) e colmata della grazia dello Spirito Santo.
3. Questa affermazione ci conduce ora a domandarci: qual è il significato di questa singolare cooperazione di Maria al piano della salvezza? Esso va cercato in una particolare intenzione di Dio nei confronti della Madre del Redentore, che in due occasioni solenni, cioè a Cana e sotto la Croce, Gesù chiama col titolo di "Donna" (cfr Gv 2,4; 19,26). Maria è associata in quanto donna all'opera salvifica. Avendo creato l'uomo "maschio e femmina" (cfr Gn 1,27), il Signore vuole affiancare, anche nella Redenzione, al Nuovo Adamo la Nuova Eva. La coppia dei progenitori aveva intrapreso la via del peccato; una nuova coppia, il Figlio di Dio con la collaborazione della Madre, avrebbe ristabilito il genere umano nella sua dignità originaria.

Maria, Nuova Eva, diviene così icona perfetta della Chiesa. Essa, nel disegno divino, rappresenta sotto la Croce l'umanità redenta che, bisognosa di salvezza, è resa capace di offrire un contributo allo sviluppo dell'opera salvifica.
4. Il Concilio ha ben presente questa dottrina e la fa propria, sottolineando il contributo della Vergine Santissima non soltanto alla nascita del Redentore, ma anche alla vita del suo Corpo mistico lungo il corso dei secoli e fino all'"eschaton": nella Chiesa Maria "ha cooperato" (cfr LG, 53) e "coopera" (cfr LG, 63) all'opera della salvezza. Nell'illustrare il mistero dell'Annunciazione, il Concilio dichiara che la Vergine di Nazaret, "abbracciando la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (LG, 56).

Il Vaticano II, inoltre, presenta Maria non soltanto come la "madre del Redentore", ma quale "compagna generosa del tutto eccezionale", che coopera "in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità". Ricorda, altresì, che frutto sublime di questa cooperazione è la maternità universale: "Per questo diventò per noi madre nell'ordine della grazia" (LG, 61).
Alla Vergine Santa possiamo dunque rivolgerci con fiducia, implorandone l'aiuto nella consapevolezza del ruolo singolare a Lei affidato da Dio, il ruolo di cooperatrice della Redenzione, da Lei esercitato in tutta la vita e, in particolar modo, ai piedi della Croce.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 6 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN-_-stella-_- Inviato: 01/03/2003 20.47
UDIENZA GENERALE DI GIOVANNI PAOLO II
"MARIA SINGOLARE COOPERATRICE DELLA REDENZIONE"

Mercoledì 9 aprile 1997

1. Nel corso dei secoli la Chiesa ha riflettuto sulla cooperazione di Maria all'opera della salvezza, approfondendo l'analisi della sua associazione al sacrificio redentore di Cristo. Già Sant'Agostino attribuisce alla Vergine la qualifica di "cooperatrice" della Redenzione (cfr De Sancta Virginitate, 6; PL 40, 399), titolo che sottolinea l'azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo Redentore.

In questo senso s'è sviluppata la riflessione, soprattutto a partire dal XV secolo. Qualcuno ha temuto che si volesse porre Maria sullo stesso piano di Cristo. In realtà l'insegnamento della Chiesa sottolinea con chiarezza la differenza tra la Madre e il Figlio nell'opera della salvezza, illustrando la subordinazione della Vergine, in quanto cooperatrice, all'unico Redentore.
Del resto, l'apostolo Paolo, quando afferma: "Siamo collaboratori di Dio" (1 Cor 3,9), sostiene l'effettiva possibilità per l'uomo di cooperare con Dio. La collaborazione dei credenti, che, ovviamente, esclude ogni uguaglianza con Lui, s'esprime nell'annuncio del Vangelo e nell'apporto personale al suo radicamento nel cuore degli esseri umani.
2. Applicato a Maria, il termine "cooperatrice" assume, però, un significato specifico. La collaborazione dei cristiani alla salvezza si attua dopo l'evento del Calvario, del quale essi si impegnano a diffondere i frutti mediante la preghiera e il sacrificio. Il concorso di Maria, invece, si è attuato durante l'evento stesso e a titolo di madre; si estende quindi alla totalità dell'opera salvifica di Cristo. Solamente Lei è stata associata in questo modo all'offerta redentrice che ha meritato la salvezza di tutti gli uomini. In unione con Cristo e sottomessa a Lui, Ella ha collaborato per ottenere la grazia della salvezza all'intera umanità.

Il particolare ruolo di cooperatrice svolto dalla Vergine ha come fondamento la sua divina maternità. Partorendo Colui che era destinato a realizzare la redenzione dell'uomo, nutrendolo, presentandolo al tempio, soffrendo con Lui morente in Croce "cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore" (LG, 61). Anche se la chiamata di Dio a collaborare all'opera della salvezza riguarda ogni essere umano, la partecipazione della Madre del Salvatore alla Redenzione dell'umanità rappresenta un fatto unico e irrepetibile.
Nonostante la singolarità di tale condizione, Maria è destinataria anch'essa della salvezza. Ella è la prima redenta, riscattata da Cristo "nella maniera più sublime" nel suo immacolato concepimento (cfr Bolla "Ineffabilis Deus", in Pio IX, Acta 1, 605) e colmata della grazia dello Spirito Santo.
3. Questa affermazione ci conduce ora a domandarci: qual è il significato di questa singolare cooperazione di Maria al piano della salvezza? Esso va cercato in una particolare intenzione di Dio nei confronti della Madre del Redentore, che in due occasioni solenni, cioè a Cana e sotto la Croce, Gesù chiama col titolo di "Donna" (cfr Gv 2,4; 19,26). Maria è associata in quanto donna all'opera salvifica. Avendo creato l'uomo "maschio e femmina" (cfr Gn 1,27), il Signore vuole affiancare, anche nella Redenzione, al Nuovo Adamo la Nuova Eva. La coppia dei progenitori aveva intrapreso la via del peccato; una nuova coppia, il Figlio di Dio con la collaborazione della Madre, avrebbe ristabilito il genere umano nella sua dignità originaria.

Maria, Nuova Eva, diviene così icona perfetta della Chiesa. Essa, nel disegno divino, rappresenta sotto la Croce l'umanità redenta che, bisognosa di salvezza, è resa capace di offrire un contributo allo sviluppo dell'opera salvifica.
4. Il Concilio ha ben presente questa dottrina e la fa propria, sottolineando il contributo della Vergine Santissima non soltanto alla nascita del Redentore, ma anche alla vita del suo Corpo mistico lungo il corso dei secoli e fino all'"eschaton": nella Chiesa Maria "ha cooperato" (cfr LG, 53) e "coopera" (cfr LG, 63) all'opera della salvezza. Nell'illustrare il mistero dell'Annunciazione, il Concilio dichiara che la Vergine di Nazaret, "abbracciando la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (LG, 56).

Il Vaticano II, inoltre, presenta Maria non soltanto come la "madre del Redentore", ma quale "compagna generosa del tutto eccezionale", che coopera "in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità". Ricorda, altresì, che frutto sublime di questa cooperazione è la maternità universale: "Per questo diventò per noi madre nell'ordine della grazia" (LG, 61).
Alla Vergine Santa possiamo dunque rivolgerci con fiducia, implorandone l'aiuto nella consapevolezza del ruolo singolare a Lei affidato da Dio, il ruolo di cooperatrice della Redenzione, da Lei esercitato in tutta la vita e, in particolar modo, ai piedi della Croce.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com