| | | OFFLINE | | Post: 15 | Età: 68 | Sesso: Maschile | |
|
07/10/2011 13:29 | |
Gentilissima Caterina,
lei è già fin troppo precisa e dettagliata nelle sue spiegazioni; tutto quello che volevo capire è se, nel suo quadro, l'anima vada considerata come l'effettivo veicolo dell'individualità, intesa questa come tutto ciò che caratterizza una persona, rendendola unica.
In altre parole, mi può confermare che è l'anima a contenere il nucleo dell'individualità personale?
Da quanto è stato delineato sopra, si evince che l'intelligenza è fondamentalmente una proprietà dell'anima, mentre la coscienza è proprietà del corpo e ha la funzione principale di guidare l'anima verso la fede, lei dice infatti che la "coscienza retta" eprime il "sesto senso" della fede.
In questo quadro l'intelligenza dell'anima si palesa attraverso la coscienza, ma non ne dipende. Questo non è in contraddizione con quanto sappiamo riguardo all'intelligenza, infatti ci sono applicazioni dell'informatica che realizzano sistemi dotati di intelligenza artificiale, e queste macchine, benché capaci di prestazioni anche superiori a quelle umane (si pensi a "Deep Blue", il computer dell'IBM che nel 1997 ha battuto il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov), non sono evidentemente dotate di coscienza.
Dunque l'anima disincarnata ha l'intelligenza ma non la coscienza, come Deep Blue?
Le chiedo solo un'altra piccola precisazione.
Lei dice che l'anima entra nel corpo al momento del concepimento. È un'anima che viene creata da Dio al momento, o esisteva già, parcheggiata in un "serbatoio" di anime da cui queste possono essere attinte man mano secondo la necessità? In questo secondo caso, le anime possiedono già l'individualità personale, o viene formata successivamente?
Grazie ancora della sua pazienza,
Moreno |