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Cos'è per voi la fede?

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2011 13:58
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07/10/2011 22:36
 
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Gentilissima Caterina,
sì, grazie, ha risposto molto esaurientemente.

La questione se ci sia in Cielo una “provvista” di anime pronte a nascere sembrerebbe irrilevante, e in effetti a prima vista non fa alcuna differenza che l'anima venga creata al momento del concepimento, o venga attinta da una “riserva” di anime già disponibili.

Però è un dettaglio che fa differenza rispetto a questa obiezione, che riprende e sviluppa un punto che avevo argomentato sopra.

Consideriamo una persona che abbia una vita del tutto normale, dal principio alla fine. Viene concepita, nasce, cresce nella disponibilità di tutte le risorse materiali e morali, e giunge al termine della propria vita. Se ha messo a frutto i propri talenti, e ha camminato sulla retta via della Fede, la sua anima dovrebbe essersi guadagnata il Paradiso. Fin qui, mi sembra che non ci siano dubbi. Ah, dimenticavo: naturalmente deve anche essere stata battezzata, per liberarla dal Peccato Originale.

Consideriamo invece una persona che abbia una vita prematuramente troncata, già prima della nascita: abortita precocemente, addirittura, come ipotizzavo sopra, ancora ad uno stadio di sviluppo iniziale, per cui il prodotto del concepimento viene eliminato dall'organismo della madre senza che questa neppure se ne accorga.

Nel primo caso, la persona ha avuto tutte le possibilità di esercitare il proprio libero arbitrio, di operare per il proprio bene, di scegliere secondo coscienza da che parte stare e, persino, se avesse pure trascorso quasi tutta la vita nel peccato e nella dissolutezza, avrebbe ancora avuto l'opportunità di pentirsi sinceramente in punto di morte, e così recuperare la Grazia e salvarsi.

Nel secondo caso, la persona non ha avuto nessuna possibilità, nessuna scelta, nessuna speranza. Anche se questo bambino fosse nato, ma non battezzato, per quanto ricordo io, la dottrina prevede che la sua anima finisca nel “limbo”.

Questa è una tremenda ingiustizia. La persona non ha fatto nulla di male, eppure le viene negato per sempre il Paradiso.

Ora, se potessimo ipotizzare che le anime sono già pronte in una “riserva”, da cui vengono prelevate per essere immesse nell'embrione appena formato, ecco che si potrebbe trovare una soluzione per questo torto. Se la “riserva” fosse appunto il limbo, si potrebbe dire che le anime sfortunate, che non hanno avuto l'opportunità neppure di “provarci”, possono venire “ripescate” per una seconda occasione.
Ma questo presuppone una forma di “reincarnazione”, perché, per quanto brevemente e imperfettamente, l'anima si era già trovata in un corpo! Cosa che la dottrina esclude, come lei giustamente osserva, avendo respinto la teoria della metempsicosi.

Tutto ciò causa uno stallo ontologico invalicabile. O Dio è ingiusto e arbitrario nel distribuire le anime, perché ad alcune non offre neppure la remota possibilità di ottenere il Paradiso; ma questo non è possibile perché Dio per definizione è Giustizia ed Equità. Oppure Dio, prevedendo che una certa vita non andrà a buon fine, evita di “sprecare” un'anima per quell'embrione sventurato, e non vi fa entrare nessuna anima. Allora, tutti gli aborti, comunque causati, sarebbero privi di anima! Ma dilatando questo concetto, anche i bambini destinati ad una morte precoce dovrebbero essere privi di anima. Infatti, come si può pretendere che un bambino piccolo abbia contezza del bene e del male? I bambini sono innocenti per definizione. O tutti in Paradiso, indifferentemente se siano battezzati o no, oppure niente anima. Allargando ancora questa ipotesi, forse anche tutte le persone destinate ad una vita scellerata e quindi all'Inferno, sono prive di anima. Del resto, nel dire popolare, di un individuo particolarmente malvagio si insinua che sia “senz'anima”.

Come si può risolvere questo dilemma?

Grazie e a presto,
Moreno
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