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Ultimo Aggiornamento: 30/09/2011 12:40
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30/09/2011 12:40
 
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I parroci di Roma contro il Cardinal Vicario, Vallini

Lettera dei parroci romani contro Vallini. «Autoritarismo impressionante»
di Franca Giansoldati, de Il Messaggero

ROMA - Il corvo in Vaticano è tornato a colpire, solo che stavolta la missiva arrivata quattro giorni fa a tutti i capi dicastero d’Oltretevere non è anonima ma siglata: «I sacerdoti di Roma». Anche Papa Ratzinger l’ha ricevuta sulla sua scrivania essendo lui stesso il primo destinatario («Santità, questa è una lettera aperta e non di quelle che circolano in curia in queste settimane»).
La sua copia rispetto a quella arrivata a cardinali e arcivescovi sembra avere a corredo le firme di chi contesta l’operato svolto sino ad oggi dal cardinale Agostino Vallini, vicario della diocesi capitolina. Si tratta di due pagine scritte al computer, suddivise in otto paragrafi in cui traspare insofferenza, delusione e per certi versi esasperazione per un clima venato da «autoritarismo impressionante».
Il porporato - già prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica, scelto dal pontefice a sostituire Camillo Ruini nel 2008 - è accusato di manifestare «comportamenti degni di un maresciallo dei carabinieri, non di un vescovo» [non si offendano i sottoufficiali dell'Arma, n.d.r.].
Lo scontento serpeggia all’interno del clero diocesano e forse, vista l’iniziativa, non da ieri. In curia non si parla d’altro. Gli autori della lettera si rammaricano di non poter avere colloqui sereni col proprio superiore per colpa di un «clima di sospetto su tutto e su tutti» che col tempo si è venuto a creare. Morale: il palazzo del Laterano viene dipinto non come un luogo di dialogo ma un «luogo infelice dove non ci si fida più di nessuno e si è costretti al silenzio».
Affermazioni pesanti come macigni tenendo conto che un pastore d’anime dovrebbe avere come tratto distintivo l’umanità, la comprensione, l’affetto paterno. Stando alle testimonianze condensate nel j’accuse, il carattere sanguigno del cardinale davanti ai problemi che via via si presentano spesso lo trasformano. Scoppi d’ira e urla (come sarebbe accaduto anche due domeniche fa in una parrocchia romana periferica, davanti ai fedeli). A farne le spese anche i collaboratori diocesani: «Un altro capitolo doloroso è il rapporto con noi sacerdoti. Ci eravamo illusi - si legge - di avere un giorno della settimana a nostra disposizione per essere ricevuti senza appuntamento. Oggi abbiamo persino paura di avvicinarci a quell’ufficio. Siamo visti con sospetto, giudicati e rimproverati senza poterci difendere e ricattati con la minaccia di lasciarci senza stipendio».
Ma perché tra i parroci romani si è accumulata tanta ostilità nei confronti del cardinale vicario, uomo di fiducia di Papa Ratzinger, tanto da prendere carta e penna per scrivere una lettera aperta al Vescovo di Roma? A Vallini viene attribuita una fermezza eccessiva nel portare avanti una azione di pulizia interna, per espellere dalla diocesi le mele marce, i sacerdoti gay. La durezza con la quale si è mosso senza guardare in faccia nessuno avrebbe esacerbato molti animi? Ci sarebbero stati parroci spostati in modo repentino e senza troppe spiegazioni, senza motivi reali. «E’ ossessionato dal sospetto di omosessualità, come se i casi rari accaduti in diocesi debbano compromettere la rettitudine dell’intero presbiterio».
A fronte di un clima poco sereno alcuni sacerdoti avrebbero scelto «la via dell’esilio volontario, per sfuggire alle intemperanze, andandosi a incardinare altrove; altri pensano di farlo in un prossimo futuro». Al cardinale Vallini viene poi contestata la scelta di alcuni collaboratori poco preparati, scarsamente attenti al rigore liturgico. Tutto da dimostrare ma il bilancio descritto nella missiva che non ha precedenti non è di certo dei più favorevoli.
«Dopo tre anni la diocesi non sa ancora dove andare. Potevamo capire che il primo anno era dedicato alla revisione ma adesso manca completamente un progetto pastorale di largo respiro per orientare il lavoro delle parrocchie e il nostro impegno di sacerdoti». La lettera di questi parroci che si nascondono dietro la firma «i sacerdoti di Roma» ha fatto subito il giro dei Sacri Palazzi, agitando ulteriormente le acque dopo la brutta lettera (anonima) di minacce rivolte al cardinale Bertone per il modo in cui avrebbe affrontato un complicato garbuglio gestionale al Governatorato, un centro nevralgico di potere e interessi economici teatro di scontri tra due diversi modi di vedere le cose, compresa una sana ventata di pulizia che, evidentemente, a tutti non è risultata gradita.

fonte: il Messaggero, Giovedì 29 Settembre 2011

A
questo malcontento noi aggiungiamo un altro motivo: le frequentazioni (troppe!!) del Cardinal Vicario del Seminario NC, dove le mettiamo???

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Embarassed  faccio un pò di distinguo perchè immagino che pure il giornale che ha riportato la notizia abbia ESTRAPOLATO alcune voci dalla Lettera, omettendone magari altre forse più interessanti di queste....  
 
Io, cari Sacerdoti, non mi preoccuperei affatto della SEVERITA'.... Totò insegna ironicamente, e manco tanto, che nella vita di ognuno c'è un CAPORALE.... qui ci si immagina la severità come un "maresciallo", il punto non è la severità di un superiore, guai se non lo fosse, ma su che cosa è severo, che cosa impone? che cosa manipola? L'articolo NON lo dice, prende solo quale spunto qua e la, carica la dose sull'alone dei sospetti di pedofilia, ma.... ciò che manca qui è il CUORE DEL CONTENUTO della lettera.... Wink  
 
Mi preoccupa quella frase:  
A fronte di un clima poco sereno alcuni sacerdoti avrebbero scelto «la via dell’esilio volontario, per sfuggire alle intemperanze, andandosi a incardinare altrove; altri pensano di farlo in un prossimo futuro». Al cardinale Vallini viene poi contestata la scelta di alcuni collaboratori poco preparati, scarsamente attenti al rigore liturgico. Tutto da dimostrare ma il bilancio descritto nella missiva che non ha precedenti non è di certo dei più favorevoli.  
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Embarassed Eminenza cardinale Vallini.... circolano voci, e Dio non voglia che siano vere, che fin dai tempi di Ruini ed oggi con lei, si voglia IMPORRE ALLE PARROCCHIE IL MODELLO NEOCATECUMENALE (mi perdoni la Redazione, ma questo riferimento è indispensabile se volete raccontare la VERITA'...) e che a fronte di ciò si sta IMPONENDO AL CLERO DI ROMA un rigore, mascherato dal dovere dell'obbedienza, senza precedenti affinchè il modello catechetico kikiano prenda il sopravvento... se ciò corrispondesse al vero, e Dio non voglia, si comprenderebbero anche diversi punti della Lettera di protesta.... ma a NOI comuni mortali, e fedeli di un piccolo gregge sempre più schiacciato, umiliato, esiliato ai margini delle parrocchie perchè non aderenti a Kiko, restano tante domande senza risposte, gliene rammento qualcuna:  
 
1) è vero o no che si continua a parlare dei Redemptoris Mater come MODELLI DISTACCATI dal Seminario Romano PONTIFICIO, a tal punto che le ORDINAZIONI, a parte quelle che fate fare al Papa e che sono COMUNI a tutti i presbiteri, avvengono in modo SEPARATO E CON IL RITO KIKIANO? non dica di no, ci sono le prove....  
 
2) è vero o no che si IMPONE NELLE PARROCCHIE UNA PASTORALE che, disattesa dai catechisti kikiani, finisce per DIVIDERE LE COMUNITA' e di conseguenza Lei stesso manifesta continuamente una partigianeria di preferenza verso il modello kikiano?  
 
3) è vero o no che nelle SUE LETTERE PASTORALI non vi è alcuna promozione AL COMPENDIO DEL CATECHISMO CATTOLICO AUSPICATO, SUPPLICATO DAL PONTEFICE quale STRUMENTO DI EVANGELIZZAZIONE E DI CATECHESI UGUALE PER TUTTI? non dica di no, ci sono le prove....  
 
e potremmo continuare....  
ma stiamo sempre lì, se il Papa TACE chiunque si sente in dovere di attribuire al Pontefice ciò che non ha detto e ciò che non vuole... salvo poi ignorare e tacere su ciò che il Papa invece dice e chiede venga fatto....  
 
Se i termini sono anche questi, ma che l'articolo non dispiega, non posso che essere solidale con questi Sacerdoti firmatari l'appello.... perchè il problema, ripeto, non è nella severità del superiore, ma l'argomento sul quale egli è severo, sul cosa si vuole imporre, e sui progetti futuri che si vogliono applicare, IMPONENDOLI, con una partigianeria verso un modello extracattolico senza precedenti nella storia della Chiesa di Roma.... IGNORANDO IL FATTO CHE IL PAPA NEL VOLERE E CREARE UNA PARROCCHIA ROMANA DEDITA ALL'APPLICAZIONE CATECHETICA CON IL RITO ANTICO, non ha fatto altro che spingere la nostra attenzione verso l'autentica e sana TRADIZIONE VIVA DELLA CHIESA, invitando a più interventi "DI GUARDARE A ROMA QUALE MODELLO DA SEGUIRE" indicando nell'espressione "Roma" non in quanto Vallini e Curia, ma ROMA IN QUANTO PIETRO....  
 
[SM=g1740733] Santità, ci rammenta santa Caterina da Siena: NON PIU' TACERE!!! LA CHIESA SI AVVILISCE PER IL TROPPO TACERE!....



[SM=g1740738]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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