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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Il Rosario robetta inutile? Nient'affatto! è per i virtuosi!

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 10:13
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Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia.
(Benedetto XVI 3.5.2008)

Il Rosario culla l’anima

Il noto teolologo Card. JOSEPH RATZINGER - prefetto per la Congregazione per la dottrina della fede - intervistato sulle diverse realtà della nostra fede, racconta il suo rapporto personale con la preghiera del rosario sottolineando come quest’espressione della "pietà popolare" sia fondamentale per l’anima che da essa attinge serenità e pace.


Dice così il card. Ratzinger:

<< L’origine storica del rosario risale al Medio Evo. Era un tempo in cui i Salmi rappresentavano il punto di riferimento principale per chi pregava. Ma i Salmi biblici rappresentavano un ostacolo insuperabile per tutti coloro che all’epoca non sapevano leggere, che erano i più. Si è così cercato un Salterio adeguato alle loro esigenze e lo si è trovato nella preghiera mariana cui si aggiungevano i misteri della vita di Gesù Cristo, allineati uno dopo l’altro, come grani di una collana, o come un roseto, da qui il termine di Rosario per altro divulgato ai Frati Predicatori di san Domenico ai quali ben vi si associarono i santi ed anche i Francescani nelle loro predicazioni itineranti. In poche parole il Rosario ebbe un successo immediato per l'evangelizzazione di quel tempo, e chiunque usava questo strumento difficilmente cadeva nell'errore o di predicare cose sbagliate.

Queste preghiere toccano la corda della meditazione; il ritmo ripetitivo culla l’anima e le trasmette serenità, mentre il concentrarsi sulla parola di e in particolare sulla figura di Maria e sulle immagini di Cristo, suo Figlio, che si sgranano davanti ai nostri occhi, calmano l’anima e la liberano da preoccupazioni e le consentono di sollevare lo sguardo verso Dio.
In effetti il rosario ci restituisce quella sapienza originaria che sa bene come la ripetizione sia una componente importante della preghiera e della meditazione, sia un modo per cullarsi in un ritmo sempre uguale che ci trasmette la serenità. Non è così importante seguire con razionale concentrazione ogni singola parola, ma al contrario lasciarsi cullare dalla calma che induce la ripetizione, l’uniformità del ritmo. Tanto più che questa parola non è vuota di contenuto, propone ai nostri occhi e alla nostra anima grandi immagini e visioni, innanzitutto, la figura di Maria &emdash; e attraverso di lei anche la figura di Cristo.

Coloro che recitavano il rosario avevano duramente lavorato tutto il giorno. Non erano in grado, pregando, di compiere grandi percorsi intellettuali. Al contrario, avevano bisogno di una preghiera che restituisse loro la serenità, che li distraesse anche, che li liberasse dalle preoccupazioni e offrisse loro consolazione e ristoro.
L’esperienza della ripetizione, del ritmo, della parola ( e quale Parola, tutta evangelica!) collettiva e della coralità personalmente mi trascina e mi culla e riempie di sé lo spazio, che non mi tormenta, ma mi trasmette la calma, mi consola e mi libera. Questa esperienza arcaica è stata assunta pienamente dal cristianesimo e ispira la preghiera e l’interiorizzazione della preghiera nel contesto mariano e nella riproposizione della figura di Cristo agli uomini scavalcando l’intellettualismo a favore di una valorizzazione dell’effetto rasserenante che produce il cullarsi dell’anima nelle parole della preghiera. Il Rosario è la preghiera per eccellenza che dovrebbe essere riutilizzato come nel Medioevo per la nuova evangelizzazione che si vuole fare e sui parametri stessi del Concilio Vaticano II che non a caso ha dichiarato Maria: Mater Ecclesiae, Madre della Chiesa >>.


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....e così, appena diventato Papa con il nome di Benedetto XVI, il teologo Ratzinger si è premunito di raccomandare più volte il Rosario [SM=g7831]

Angelus del 2.10.2005 [SM=g7799]

Invochiamo la loro protezione sui lavori sinodali come pure quella degli Angeli custodi, che oggi ricordiamo. Preghiamo con fiducia soprattutto la Beata Vergine Maria, che il prossimo 7 ottobre venereremo con il titolo di Madonna del Rosario. Il mese di ottobre è dedicato al santo Rosario, singolare preghiera contemplativa con la quale, guidati dalla celeste Madre del Signore, fissiamo lo sguardo sul volto del Redentore, per essere conformati al suo mistero di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Questa antica preghiera sta conoscendo una provvidenziale rifioritura, grazie anche all’esempio e all’insegnamento dell’amato Papa Giovanni Paolo II. Vi invito a rileggere la sua Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae e a metterne in pratica le indicazioni a livello personale, familiare e comunitario. A Maria affidiamo i lavori del Sinodo: sia Lei a condurre la Chiesa intera ad una consapevolezza sempre più chiara della propria missione a servizio del Redentore realmente presente nel sacramento dell’Eucaristia.

Buona domenica e buona settimana a tutti voi! Grazie!

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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 1° ottobre 2006


Cari fratelli e sorelle,

oggi, primo giorno di ottobre, vorrei soffermarmi su due aspetti che, nella Comunità ecclesiale, caratterizzano questo mese: la preghiera del Rosario e l'impegno per le missioni. Il giorno 7, sabato prossimo, celebreremo la festa della Beata Vergine del Rosario, ed è come se, ogni anno, la Madonna ci invitasse a riscoprire la bellezza di questa preghiera, così semplice e tanto profonda. L'amato Giovanni Paolo II è stato grande apostolo del Rosario: lo ricordiamo in ginocchio con la corona tra le mani, immerso nella contemplazione di Cristo, come egli stesso ha invitato a fare con la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Il Rosario è preghiera contemplativa e cristocentrica, inseparabile dalla meditazione della Sacra Scrittura. È la preghiera del cristiano che avanza nel pellegrinaggio della fede, alla sequela di Gesù, preceduto da Maria. Vorrei invitarvi, cari fratelli e sorelle, a recitare il Rosario durante questo mese in famiglia, nelle comunità e nelle parrocchie per le intenzioni del Papa, per la missione della Chiesa e per la pace nel mondo.

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V Domenica di Pasqua, 6 maggio 2007



Cari fratelli e sorelle!

È iniziato da qualche giorno il mese di maggio, che per molte Comunità cristiane è il mese mariano per eccellenza. Come tale, esso è diventato nel corso dei secoli una delle devozioni più care al popolo ed è stato sempre più valorizzato dai Pastori come occasione propizia per la predicazione, la catechesi e la preghiera comunitaria. Dopo il Concilio Vaticano II, che ha sottolineato il ruolo di Maria Santissima nella Chiesa e nella storia della salvezza, il culto mariano ha conosciuto un profondo rinnovamento. E il mese di maggio, coincidendo almeno in parte con il tempo pasquale, è assai propizio per illustrare la figura di Maria quale Madre che accompagna la Comunità dei discepoli raccolti in unanime preghiera, in attesa dello Spirito Santo (cfr At 1, 12-14). Questo mese, pertanto, può essere occasione per ritornare alla fede della Chiesa delle origini e, in unione con Maria, comprendere che anche oggi la nostra missione è annunciare e testimoniare con coraggio e con gioia Cristo crocifisso e risorto, speranza dell'umanità.


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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 7 ottobre 2007




Cari fratelli e sorelle,

questa prima domenica di ottobre ci offre due motivi di preghiera e di riflessione: la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, che ricorre proprio oggi, e l'impegno missionario, a cui il mese è dedicato in modo speciale. L'immagine tradizionale della Madonna del Rosario raffigura Maria che con un braccio sostiene Gesù Bambino e con l'altro porge la corona a San Domenico. Questa significativa iconografia mostra che il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. È la consegna che la Madonna ha lasciato anche in diverse sue apparizioni. Penso, in particolare, a quella di Fatima avvenuta 90 anni fa. Ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, presentandosi come "la Madonna del Rosario", raccomandò con insistenza di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guerra. Anche noi vogliamo accogliere la materna richiesta della Vergine, impegnandoci a recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni e nel mondo intero.

Sappiamo, tuttavia, che la vera pace si diffonde là dove gli uomini e le istituzioni si aprono al Vangelo. Il mese di ottobre ci aiuta a ricordare questa fondamentale verità mediante una speciale animazione che tende a tener vivo l'anelito missionario in ogni comunità e a sostenere il lavoro di quanti - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - operano sulle frontiere della missione della Chiesa. Con speciale cura ci prepariamo a celebrare, il prossimo 21 ottobre, la Giornata Missionaria Mondiale, che avrà come tema: "Tutte le Chiese per tutto il mondo". L'annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all'umanità, per offrire la salvezza di Cristo all'uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo. Quest'anno un ulteriore motivo ci spinge ad un rinnovato impegno missionario: il 50° anniversario dell'Enciclica Fidei donum del Servo di Dio Pio XII, che promosse e incoraggiò la cooperazione tra le Chiese per la missione ad gentes. Mi piace ricordare anche che 150 anni or sono partirono per l'Africa, precisamente per l'attuale Sudan, cinque preti e un laico dell'Istituto di Don Mazza di Verona. Tra loro vi era San Daniele Comboni, futuro Vescovo dell'Africa centrale e patrono di quelle popolazioni, la cui memoria liturgica ricorre il prossimo 10 ottobre.

All'intercessione di questo pioniere del Vangelo e dei numerosi altri Santi e Beati missionari, particolarmente alla materna protezione della Regina del Santo Rosario affidiamo tutti i missionari e le missionarie. Ci aiuti Maria a ricordarci che ogni cristiano è chiamato ad essere annunciatore del Vangelo con la parola e con la vita.

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e ancora.......

PREGHIERA DEL ROSARIO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica di Santa Maria Maggiore
Sabato, 3 maggio 2008




Cari fratelli e sorelle,

al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo è, in Roma, il tempio mariano per eccellenza, in cui il popolo della Città venera con grande affetto l’icona di Maria Salus Populi Romani. Ho accolto volentieri l’invito che mi è stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio, a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione che ho vissuto fin dalla mia infanzia. Nell’esperienza della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi?

Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio. Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa sera un’ora così bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano, anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunità, sentiamoci ugualmente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci preparano alla solennità della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria Santissima aiuti i fedeli di ogni comunità cristiana a formare un cuore solo e un’anima sola. Vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui presente, rivolgo l’augurio di un proficuo servizio per il bene dell’intera comunità cittadina. A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.


(la foto di Benedetto XVI si riferisce proprio al momento in cui ha celebrato il Rosario a Santa Maria Maggiore il 3.5.2008
Attenzione anche ai fotomontaggi, essi non sono messi per caso in questa immagine Gesù sostiene il Calice con l'Eucarestia, ergo sono racchiusi tutti i Misteri del Rosario: dall'Annunciazione alla Gloria...)



[SM=g1740750] [SM=g7182]


L'Ave Maria in diverse lingue.......[SM=g1740717]
Latino
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum:
Benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui Jesu.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.
Portoghese 
Ave Maria, cheia de graça, o Senhor é convosco,
E bendita sois vós entre as mulheres e
bendito é o fruto  de vosso ventre, Jesus.
Santa Maria, mãe de Deus, rogai por nós pecadores, 
agora e na hora de nossa morte.
Amém.
Italiano 
Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta tra le donne e
benedetto è il frutto del tuo seno Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen
Spagnolo 
Dios te salve María llena eres de Gracia, el Señor es contigo.
Bendita eres entre todas las mujeres
y bendito es el fruto de tu vientre Jesús.
Santa María, Madre de Dios, ruega por nosotros los pecadores
ahora y en la hora de nuestra muerte.
Amén.
Francese 
Je vous salue, Marie pleine de grâce, le Seigneur est avec toi.
Tu es bénie entre toutes les femmes et Jésus, 
le fruit de tes entrailles, est béni.
Sainte Marie, Mère de Dieu, prie pour nous, pauvres pécheurs, 
maintenant et à  l'heure de notre mort.
Amen.

Inglese 
Hail Mary, full of grace, The Lord is with thee;
Blessed art thou among women and
blessed is the fruit of thy womb, Jesus.
Holy Mary, Mother of God, pray for us sinners now and
at the hour of our death.
Amen.
Tedesco 
Gegrüßet seist du, Maria, voll der Gnade, der Herr ist mit dir.
Du bist gebenedeit unter den Frauen,
und gebenedeit ist  die Frucht deines Leibes, Jesus.
Heilige Maria, Mutter Gottes, bitte  für uns Sünder jetz tund in der
Stunde unseres Todes.
Amen.

 


[Modificato da Caterina63 07/01/2009 08:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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E’ STATO UN POVERO SARTO, LAICO, A INSEGNARE

A KAROL WOJTYLA LA DEVOZIONE ALLA MADONNA




 

    Caro Tony, è diverso tempo che non ti scrivo. La ragione di questo mio silenzio sta nel fatto che sono stato molto impegnato nella stesura di un libro. Per fortuna ho finito di scriverlo proprio ieri e ora posso riposarmi un po’.

    E’ un libro particolare, che sarà pronto in libreria per la fine di aprile. Si intitola “Papa Wojtyla, pellegrino di Maria”. Riguarda proprio questa particolare caratterista della vita di questo  nostro grande Papa: la sua condizione di “pellegrino”.


E’ noto che egli, fin dall’inizio del suo pontificato, ha scelto di andare in giro per il mondo a portare la parola di Dio a tutti. Ha fatto questa scelta perché si sentiva “chiamato” a questa forma di apostolato. Lo ha rivelato lui stesso, scrivendo: <<Fin dal giorno della mia elezione a Pontefice mi sono sentito in dovere di imitare l’apostolo Pietro che “andava a far visita a tutti” per confermare e consolidare la vitalità della Chiesa nella fedeltà alla Parola>>. 

Per realizzare questa missione, Giovanni Paolo II ha compiuto 246 viaggi fuori del Vaticano (144 in Italia e 102 all’estero). Ha visitato complessivamente 1015 città, percorrendo un milione 242 mila chilometri e pronunciando 3.300 discorsi programmati.  E in ognuno di questi suoi viaggi, ha sempre inserito delle tappe mariane, delle visite a dei santuari dove fermarsi a pregare la Vergine e affidare a lei i problemi incontrati. Nessuna persona ha mai visitato tanti santuari mariani quanti ne ha visitati Karol Wojtyla.


 Mentre scrivevo questo libro, mi sono documentato anche sulla devozione mariana del Papa, che è una devozione grandissima. Ho cercato di capire come e quando è nata in lui, come si è sviluppata. Ed ho trovato dei dati che mi hanno molto colpito.

 La grande devozione mariana di Papa Wojtyla ha radici profonde nella sua infanzia, nell’esempio dei suoi genitori. E si è poi sviluppata ed è maturata non con l’aiuto di qualche sacerdote santo, di uno speciale confessore o direttore spirituale come in genere si legge nelle biografie dei santi. Ma Wojtyla ha sviluppato questa sua devozione mariana con l’aiuto di un povero laico, un personaggio curioso e strano, che di professione faceva il sarto, ma che possedeva una straordinaria ricchezza spirituale tanto da essere definito da Wojtyla “un vero santo”.

 Ecco, se permetti, vorrei mandarti qualche pagina di ciò ho scritto su questo aspetto della vita di Wojtyla, e sono certo che sarà gradita a te e anche alle persone che in genere si soffermano a curiosare in questo “Angolo” che tu mi hai dedicato.


Le persone che hanno conosciuto bene Giovanni Paolo II sono concordi nell'affermare che la sua devozione alla Madonna è grandissima. Anzi, è un qualche cosa di più di una  devozione. Per una serie particolari di circostanze che gli sono capitate nel corso dell'esistenza, Papa Wojtyla ha sviluppato con la Vergine un legame che è diventato parte essenziale della sua stessa personalità.


Cominciò ad amare la Madonna da bambino, guidato dalla propria madre, Elena, che, come tutta le donne polacche, sentiva in modo fortissimo questa devozione.




 

Lo stesso Giovanni Paolo II nel suo libro "Varcare la soglia della speranza" dice di essere molto legato ai santuari mariani fin della sua infanzia. Allora veniva portato in quei luoghi benedetti dalla madre. Ricorda la Madonna del Perpetuo Soccorso a Wadowice, il santuario di Kalwaria, quello di Jasna Gora con la statua della Madonna nera.

Nell’aprile del 1929, quando aveva nove anni, rimase orfano della madre. Fu cresciuto dal padre, Karol senior, che continuò a trasmettergli, soprattutto con l'esempio, i valori religiosi. Erano soli al mondo. Vivevano insieme, inseparabili, e dormivano anche insieme. E il Papa ha ricordato di aver visto, più volte, svegliandosi nel cuore della notte, suo padre inginocchiato ai piedi del letto assorto nella recita del rosario, e di non aver mai dimenticato quell'immagine di commovente devozione mariana.

Ha imparato quindi dal padre a recitare il rosario ogni giorno e in uno dei suoi libri ha scritto: <<II rosario è la mia preghiera preferita. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità>>.

Dopo la morte della madre, la devozione alla Madonna divenne nel suo cuore  più intensa. Secondo alcuni studiosi, Wojtyla avrebbe trasferito alla Madre celeste quell’affetto e quella tenerezza che non poteva più avere per la sua madre terrena.

A Wadowice, quando era studente liceale, si era iscritto al  “Sodalizio di Maria”, un’associazione maschile di giovani che si proponevano di diffondere la devozione alla Madonna. E durante il liceo, era stato eletto per due anni consecutivi presidente di quell’Associazione.

In occasione del suo ottantesimo compleanno, Giovanni Paolo II ha scritto un libro autobiografico che si intitola “Dono e Mistero”, e in quelle pagine indica la devozione alla Madonna quale fonte della propria vocazione sacerdotale e di tutto quello che poi ne è seguito.

<<Parlando delle origini della mia vocazione sacerdotale>>, ha scritto Wojtyla in quel libretto  <<non posso dimenticare il “filo mariano”. La venerazione alla Madre di Dio nella sua forma tradizionale  mi viene dalla famiglia e dalla parrocchia di Wadowice. Ricordo, nella chiesa parrocchiale, una cappella laterale dedicata alla Madre del Perpetuo Soccorso, dove di mattina, prima dell'inizio delle lezioni, si recavano gli studenti del ginnasio. Anche a lezioni concluse, nelle ore pomeridiane, vi andavano molti studenti per pregare la Vergine.

<<Inoltre, a Wadowice, c'era, sulla collina, un monastero carmelitano, la cui fondazione risaliva ai tempi di San Raffaele Kalinowski.

Gli abitanti diWadowice lo frequentavano in gran numero, e ciò non mancava di riflettersi in una diffusa devozione per lo scapolare della Madonna del Carmine. Anch'io lo ricevetti, credo all'età di dieci anni, e lo porto tuttora. Si andava dai Carmelitani anche per confessarsi.

<<Fu così che, tanto nella chiesa parrocchiale quanto in quella del Carmelo, si formò la mia devozione mariana durante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza fino al conseguimento della maturità classica>>.

Nel 1938 Karol Wojtyla, sempre assieme al suo papà,  lasciò Wadowice e si trasferì a Cracovia per seguire i corsi universitari. A Cracovia  in poco tempo divenne il giovane intellettuale più ammirato. Cominciò a frequentare i circoli letterari e teatrali, i salotti artistici, dove si tenevano concerti. Wojtyla, che già a Wadowice si era affermato come attore e come poeta, rivelò a Cracovia ancor più il suo talento. Divenne in quel periodo un attore ammirato, nei salotti recitava le sue composizioni poetiche, che erano ammirate e osannate. Tutti pensavano che sarebbe diventato un prestigioso esponente della letteratura polacca contemporanea.


 

Il cambiamento di luogo, la vita universitaria, il contatto con il mondo giovanile della grande città, i trionfi letterari avrebbero in un certo modo potuto raffreddare quella istintiva devozione mariana che il giovane Wojtyla aveva assimilato in famiglia.  Nel 1939, poi, arrivò anche la guerra. La Polonia venne invasa dai nazisti che imposero un regime di terribile oppressione. Seguirono anni di stenti, fame, sofferenze, mancanza di libertà, persecuzioni, uccisioni, condizioni di vita disumane. Wojtyla dovette interrompere gli studi,  perché i nazisti avevano chiuso l’università e dovette andare a fare l’operaio per mantenere se stesso e suo padre. Anche tutto questo poteva contribuire a cambiare la sua visione dell’esistenza e del mondo. E soprattutto poteva fargli mutare le convinzioni religiose.  Ma non accadde. Anzi, a Cracovia, proprio in quegli anni di sofferenze, Karol Wojtyla approfondì e maturò le proprie convinzioni religiose e soprattutto la propria devozione alla Madonna.

Appena giunto a Cracovia, Karol cominciò a frequentare  la parrocchia del quartiere dove era andato ad abitare. La chiesa era quella di San Stanislao Kostka, gestita dai salesiani.

Come era sua abitudine a Wadowice, ogni mattina Lolek faceva una visita in quella chiesa e  restava a lungo inginocchiato a pregare.

Quel giovane, così compito e dal fisico prestante, che pregava con tanta concentrazione, fu notato non solo dai sacerdoti, ma anche da un personaggio laico strano e misterioso, Jan Tyranowski.

Era un tipo  magro, goffo, curvo, con capelli grigiastri pettinati all’indietro. La sua voce aveva toni acuti, quasi come quella di una ragazza. Qualcuno lo considerava un po’ matto. Gli stessi sacerdoti della parrocchia non avevano una grande considerazione per lui. Invece, Jan Tyranowski  era uno spirito illuminato e il giovane Wojtyla lo intuì subito.

<< Tyranowski>>, scrisse in seguito Giovanni Paolo II <<era una persona che si distingueva da tutte le altre. Di professione era impiegato, anche se aveva scelto di lavorare nella sartoria di suo padre. Affermava che il lavoro di sarto gli rendeva più facile la vita interiore. Era un uomo di una spiritualità particolarmente profonda>>.

Jan Tyranowski avvicinò il giovane Wojtyla. Non si sa che cosa gli disse, ma tra i due nacque subito un’intesa.

Dopo l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, la chiesa polacca viveva in grandissime difficoltà. I nazisti avevano arrestato moltissimi sacerdoti. Anche gli otto salesiani che lavorano nella parrocchia di San Stanislao erano finiti in campo di concentramento, tranne uno. Questi, per cercare di tenere viva la fede nella parrocchia, soprattutto tra i giovani, chiese aiuto ai laici e si rivolse anche Jan Tyranowski.


 Lo strano sarto si dedicava già  a una sua piccola iniziativa spirituale tra i giovani, che aveva  chiamato  “Rosario vivente”. Anzi, in varie occasioni aveva anche parlato con i religiosi della  parrocchia di questo suo lavoro, ma senza essere preso in considerazione. Ora però quella sua attività diventava preziosissima e fu pregato di coltivarla con grande diligenza.

Il “Rosario Vivente” era una iniziativa mariana rivolta ai giovani perché potessero dare  concretezza alla propria fede. Gli iscritti si impegnavano soprattutto a mettere in pratica, nella vita di tutti i giorni, gli insegnamenti che venivano dalla preghiera, dalla lettura del Vangelo e di altri libri a carattere spirituale.


Durante l’invasione tedesca, il movimento divenne clandestino.
Come tutte le associazioni cattoliche, anche il “Rosario Vivente” fu proibito dai tedeschi. Essi consideravano i gruppi giovanili fertile terreno di complotti. Una volta la Gestapo fece irruzione nell'appartamento di Tyranowski durante una riunione. Nessuno sa che cosa il sarto disse per scongiurare l’arresto di tutti i presenti. Ci fu una lunga discussione, al termine della quale i poliziotti della Gestapo se ne andarono.

 Gli iscritti al “Rosario vivente” erano divisi in gruppi di quindici individui. Ogni gruppo era guidato da un capo, che rispondeva direttamente al fondatore, Jan Tyranowski.

Negli anni dell’invasione, il movimento contava circa una sessantina di aderenti, il più giovane dei quali aveva 14 anni, ed erano guidati da quattro capi: uno di essi era Karol Wojtyla. Jan Tyranowski incontrava il gruppo al completo una volta al mese,  ma era sempre disponibile a ricevere chiunque avesse avuto bisogno di parlare con lui.

Per quei giovani egli era un vero padre spirituale, una guida di grandissimo valore che amavano e seguivano con ardore.

I suoi insegnamenti erano elementari.


Diceva che bisognava avere idee chiare e concrete sulle verità della fede, e su come si deve agire per metterle in pratica con determinazione.

Suggeriva ai suoi giovani di fare l’esame di coscienza tutti i giorni e a tenere, su un quaderno, un controllo scritto quotidiano per verificare le proprie azioni e la fedeltà ai propositi fatti.


<<Le verità religiose>>, affermava <<non sono “limitazioni o interdizioni” bensì mezzi per dare forma a una vita che, tramite la grazia, diviene partecipazione alla vita di Dio>>.

Tyranowski era un tipo carismatico. Riusciva a trasmettere entusiasmo. Da lui, Karol Wojtyla apprese certe abitudini di controllo e di disciplina nella vita spirituale, che conservò poi per sempre.

<<Imparai così i metodi elementari di autoformazione che avrebbero poi trovato conferma e sviluppo nell'itinerario educativo del seminario>>, ha scritto Giovanni Paolo II. << Tyranowski, che era venuto formandosi sugli scritti di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa d'Avila, mi introdusse nella lettura, straordinaria per la mia età, delle loro opere>>.


Fu Tyranowski, infatti, a favorire, nel giovane Wojtyla, la conoscenza del misticismo spagnolo e in particolare, appunto, delle opere
di  san Giovanni della Croce e di Santa Teresa d’Avila. Opere che ebbero, poi,  sulla sua formazione spirituale e sul suo pensiero teologico una grande influenza. Ma Tyranowski contribuì molto anche  alla “maturazione” della devozione mariana di Karol Wojtyla. 


Fu lui a suggerire a Karol, in quegli anni di guerra, la lettura delle
opere del grande mariologo francese San Luigi Maria Grignion de Monfort, in particolare il famoso “Trattato”, opera che è ancora fondamentale nella storia della mariologia. Quelle letture aiutarono Wojtyla a passare da una devozione mariana istintiva, a quella  teologica, che lo accompagnerà per tutta la vita.


<<A Cracovia>>, scrisse il Papa <<nel periodo in cui andava configurandosi la mia vocazione sacerdotale, anche grazie all’influsso di Jan Tyranowski, il mio modo di comprendere il culto della Madre di Dio subì un certo cambiamento. Ero già convinto che Maria ci conduce a Cristo, ma in quel periodo cominciai a capire che anche Cristo ci conduce a sua Madre.


<<Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamen­te, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo. Mi venne allora in aiuto il libro di San Luigi Maria Grignion de Montfort che porta il titolo di  “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine”. In esso trovai la risposta alle mie perples­sità. Sì, Maria ci avvicina a Cristo, ci conduce a Lui, a condizione che si viva il suo mistero in Cristo.


<<
Il trattato di San Luigi Maria Grignion de Montfort può disturbare con il suo stile un po' en­fatico e barocco, ma l'essenza delle verità teologiche in esso contenute è incontestabile. L'autore è un teologo di classe. Il suo pensiero mariologico è radicato nel Mistero trinitario e nella verità dell'Incar­nazione del Verbo di Dio.

<<Compresi allora perché la Chiesa reciti l'Angelus tre volte al giorno. Capii quanto cruciali siano le parole di questa preghiera:

“L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo... Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola... E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi...”.   

Parole davvero decisive! Esprimono il nucleo dell'evento più grande che abbia avuto luogo nella storia dell'umanità.


<<Così, grazie a San Luigi, cominciai a scoprire tutti i tesori della devozione mariana da posizioni in un certo senso nuove: per esempio, da bambino ascoltavo “Le ore sull'Immacolata Concezione della Santissima Vergine Maria”, cantate nella chiesa par­rocchiale, ma soltanto dopo mi resi conto delle ric­chezze teologiche e bibliche in esse contenute. La stessa cosa avvenne per i canti popolari, ad esempio per i canti natalizi polacchi e le “Lamentazioni” sulla Passione di Gesù Cristo in Quaresima, tra le quali un posto particolare occupa il dialogo dell'anima con la Madre Dolorosa.


<<Fu sulla base di queste esperienze spirituali che venne delineandosi l'itinerario di preghiera e di contemplazione che avrebbe orientato i miei passi sulla strada verso il sacerdozio, e poi in tutte le vicende successive fino ad oggi>>.

Ma chi era veramente Jan Tyranowski?.  Come mai si è trovato sulla strada di Karol Wojtyla? Perché il futuro grande Papa fu educato e spiritualmente formato,  soprattutto nelle devozione mariana, da un laico?


Certamente Jan Tyranowski fu un docile strumento nelle mani di “chi sapeva” quale missione doveva un giorno svolgere quel giovane di nome Karol Wojtyla.


Al termine della guerra, quando Karol Wojtyla entrò in seminario, Jan Tyranowski si ammalò. Il suo compito era finito.
 Tra il 1945 e il 1946 rimase a letto quasi un anno. Probabilmente aveva un cancro diffuso. Gli venne anche amputato un braccio. Sopportò ogni sofferenza senza lamentarsi mai. Consolava coloro che andavano a trovarlo. Morì nel marzo 1947. Morì sorridendo agli amici e stringendo un crocefisso sul petto.

    Wojtyla non potè partecipare ai funerali. Era a Roma dove studiava i mistici spagnoli, alla cui conoscenza era stato introdotto proprio da Jan Tyranowski.  E, in una commemorazione scritta, affermò: <<Tyranowski era uno di quei santi sconosciuti, celati come una luce meravigliosa in fondo alla vita, a una profondità dove generalmente regna la notte>>.

Il sarto Jan Tyranowski fu, quindi, il vero maestro di Karol Wojtyla nella devozione alla Madonna. Lo aiutò a scoprire  i veri fondamenti teologici su cui poggia questa devozione, costruendo in lui delle convinzioni solide che non avrebbe mai più dimenticato.


La devozione mariana fu una delle componenti  principali dell’attività sacerdota­le di Wojtyla. Quando venne nominato vescovo, dovette scegliere, com’è consuetudine, un “motto” uno slogan da inserire nel proprio stemma vescovile. E anche in quella scelta Wojtyla  palesò quando grande fosse stata l’influenza di Jan Tyranowski nella sua formazione spirituale. 

 Lo stemma da lui scelto era costituito da una croce, una «M» (a significa­re Maria), e dalla scritta «Totus tuus», (tutto tuo), frase che racchiude proprio l’essenza delle devozione alla Madonna che aveva approfondito sotto la guida di Jan Tyranowski. Come abbiamo già detto, fu il  sarto, infatti, a fargli conoscere le opere di San Luigi Maria Grignion di Montfort, da cui quella frase proviene.
<<La frase “Tutus tuus”>>  ha scritto Wojtyla nel suo libretto autobiografico <<deriva da San Luigi Maria Grignion de Montfort. È l'abbreviazione della forma più completa dell'affidamento alla Madre di Dio, che suona così: Totus Tuus ego sum et omnia mea Tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria>>.


Quella formula il giovane Wojtyla l’aveva pronunciata nel 1939, quando, sotto la guida di Tyranowski, aveva compiuto il suo atto di “schiavitù amorosa” alla Madonna. E da allora, quella frase, “Tutus tuus”,fu la sua “parola magica”, la sua guida, il suo slogan, presente nei discorsi, nelle lettere, nelle esortazioni. Appena eletto Papa, la fece scrivere anche sui muri del Vaticano, accanto allo stemma del suo Pontificato.



 Un giorno, Vittorio Messori, il grande scrittore cattolico che ha avuto l’onore di scrivere un libro insieme a Karol Wojtyla, mi ha detto: <<Il nostro Papa non "crede" nella Madonna. Perchè, beato lui, ha raggiunto lo stadio dell'evidenza, della certezza. Lui “vive” la realtà spirituale come fosse una realtà fisica. Per lui la Madonna è una persona concreta, reale, e pensa a lei come si pensa a un componente del­la propria famiglia. Karol Wojtyla non è "devoto" della Madonna, è "innamorato" di Maria, nel senso letterale del termine e vive questo sentimento con la massima intensità>>.



Ren
zo Allegri

 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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L'invocazione dell'Ave Maria nel mese dei Defunti

di BRUNO SIMONETTO

"Prega per noi,
adesso e nell'ora della nostra morte" [SM=g1740720]

Questa invocazione è la più vera delle preghiere rivolte a Maria, "segno di sicura speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio". - La Vergine Maria, donna dell'ultima ora.

L'immagine che è come un'ouverture mariana del Vangelo è quella dell'Annunciazione; e la Vergine dell'Ave Maria da tutti - Padri e mariologi, uomini di fede ed artisti, semplici fedeli - è vista in preghiera. Anche nei successivi episodi dove Maria è presente: dal Magnificat della Visitazione alla supplica al Figlio alle Nozze di Cana, essa è in atteggiamento di orante. Al Tempio va ad offrire Gesù, al Calvario la preghiera si fa tragica partecipazione di offerta al Padre. È davvero impossibile pensare la Vergine Maria senza questa sua intima unione con Dio.



Il racconto degli Atti ci dice di Maria all'interno della prima Comunità di credenti (At 1,14) uniti nell'attesa dello Spirito e nella preghiera assidua.

Già nell'iconografia cristiana dei primi secoli, per esempio nelle Catacombe di Priscilla o anche nel coemeterium maius sulla Via Nomentana, Maria è raffigurata in preghiera; e la Chiesa in difficoltà - come leggiamo in un antico graffito del IV secolo - ha imparato ben presto a invocarla: "Sancta Maria adiuba nos, ora pro nobis".

Fin dal più remoto Medioevo, in tutte le preghiere liturgiche rivolte alla Vergine c'è sempre l'invocazione prega per noi.

È quindi ovvio che nell' Ave Maria chiediamo alla Madre di Dio di presentare le nostre suppliche al Signore, insieme con le sue, esprimendo così la fiducia nella preghiera di Maria, la madre di Gesù che intercede presso di lui, come a Cana: prega con noi, prega per noi peccatori.

Gesù, in verità, è "Colui che si fa carico, che porta su di sé (è il significato del "tollĕre" latino) i peccati del mondo": ora, da chi essere meglio presentati a lui che dalla "madre di misericordia", "rifugio dei peccatori"?



Davvero, nell'Ave Maria incontriamo il volto della madre dell'umanità che "prega per noi"; e il volto sofferente dell'uomo segnato dalla sua umana fragilità, itinerante nel tempo, dalla nascita alla morte. E così pregando sperimentiamo che nella fatica del vivere c'è una Madre che ci tiene per mano, soprattutto nei momenti di più grande necessità. E impariamo che la preghiera per la nostra ultima ora è la più vera. Ché se molte ore ha la nostra vita sulla terra, nessuna è così decisiva come l'ora della morte: l'ora che dà il limite della mortalità alla vita terrena e che segnerebbe inesorabilmente la nostra fine, se non avessimo la fede in Cristo.

L'epigrafe pagana posta sotto le meridiane diceva: "Vulnerant omnes, ultima necat": tutte le ore ci feriscono un poco, a una a una, nel loro fluire rapide e lente; l'ultima ora è quella che uccide. Ma la fede ci dice, al contrario, che l'ultima ora è quella in cui Maria prega per la nostra salvezza: perciò è davvero l'ora decisiva e nessun'altra ora della nostra vita è così preziosa.

"Prega per noi, adesso": l'avverbio di tempo sembra sollecitare Maria a farlo subito, adesso, mentre presentiamo alla Vergine lo scorrere del tempo di tutta la famiglia umana. In tal modo quel nunc, l'adesso, è sempre nuovo e sempre diverso; e la fraternità che esprime chi così prega ha in Maria la risposta della maternità perpetua e universale.



"Prega per noi nell'ora della nostra morte": quasi in un crescendo di intensità, l'ultima parola dell' Ave Maria è riferita all'ora della morte. Perciò Maria è invocata per vivere accanto a noi quest'ora: perché l'angoscia non vinca la fede e la speranza renda meno drammatica l' "agonia", cioè il "combattimento" supremo, e più cosciente l'offerta della nostra vita.

Potremmo anche intendere quel "prega per noi, adesso e nell'ora della nostra morte" come un "prega per noi adesso, per l'ora della morte": perché ogni ora della vita ci prepara alla morte.

Ma nell'Ave Maria non è solo per la mia morte che prego; bensì per la nostra morte, per la morte di ogni uomo. Perché ogni giorno, ad ogni ora ("adesso") c'è chi nasce e chi muore; e noi, così pregando, accogliamo chi viene al mondo e affidiamo alla misericordia del Signore chi se ne parte.

Il silenzio sulla morte

In una Nota pastorale del 23 aprile 2000, giorno di Pasqua, la Conferenza episcopale dell'Emilia-Romagna lamentava che "il silenzio dei credenti sulla morte, sulla vita dopo la morte, sul mistero dell'aldilà è tanto più ingiustificato e inopportuno quanto più si incontrano persone che si interrogano sulla morte, su ciò che ci attende dopo, sulla possibilità di vedere davvero il volto di Dio e di rivedere il volto dei propri cari. Tale richiesta - aggiungeva la Nota - è particolarmente diffusa oggi nelle famiglie provate dalla morte violenta di un proprio congiunto".



A partire da questo silenzio, afferma l'Episcopato emiliano, si può comprendere come mai "si vanno moltiplicando comportamenti e movimenti di pensiero che prospettano la possibilità di un contatto con i propri defunti e che trovano accoglienza anche fra i Cristiani: un fenomeno molto diffuso in Italia". Il riferimento è ai vari medium che presumono di mettere i vivi in comunicazione con i defunti, quando non si tratta addirittura di riti affatto ortodossi; o quando non si finisce in credenze apertamente contrarie alla nostra fede, come è certa visione orientale delle cose, con la dottrina della reincarnazione. "La Chiesa - conclude la Nota - deve ritornare nella predicazione alle verità riguardanti la speranza cristiana e la visione cristiana dell'aldilà, che un tempo bastavano a sostenere la fede e a dare ragione della speranza".

La liturgia della Chiesa, il 2 Novembre, mese loro dedicato, fa speciale "commemorazione di tutti i fedeli defunti"; perciò è opportuno ricordare nell'Ave Maria la realtà della nostra morte e il senso di eternità che questa preghiera esprime.

L'Ave Maria, infatti, insieme a tante altre invocazioni e canti alla Vergine, richiama l'importanza decisiva dell'ora della nostra morte.



Ci sono ancora familiari le invocazioni come quelle che seguono?
La Salve Regina ("…mostraci, dopo questo esilio, Gesù");
lo Stabat Mater che cantiamo nella Via Crucis ("Christe, cum sim hinc exire, / da per Matrem me venire / ad palmam victoriae. / Quando corpus morietur, / fac ut animae donetur / Paradisi gloria").

Poi, quegli stupendi canti popolari, troppo spesso abbandonati:
in Vergin Santa ("Ci conforti o Maria la tua grazia / ch'è rifugio d'ogni anima errante, / ci dia pace nell'ultimo istante, / ci dia gloria immortale nel ciel");
in Lodate Maria, di Sant'Alfonso de' Liguori ("O Santa Maria, / l'aiuto tuo forte / dà in punto di morte / all'anima mia");
in Maria, che dolce nome ("Nel più crudel cimento / sarà il mio cuor contento / se avrò Maria sul labbro, / se avrò Maria nel cuor");
in Dolce e cara ("O Maria, nell'ultima ora / la pia mano ancor distendi, / la nostr'alma allor tu prendi / e la posa accanto a te");
in Maria, che dolci affetti ("Quando affannoso, ansante / sarò nell'ultim'ora, / Madre, deh! possa allora, / possa chiamarti e poi morir…/ Maria! E poi morir. / Maria! E poi morir");
in Odo suonar la squilla della sera ("Non tremerò in quei supremi istanti / se moverai le labbra mie tremanti / a mormorar nell'ultima agonia: / Ave Maria, Ave Maria!").

Parole, accenti e musiche che hanno riempito il cuore e ravvivato la pietà mariana di devoti per tanti secoli….

Bruno Simonetto


Maria, donna dell'ultima ora

Scriveva il Vescovo Tonino Bello, nel volumetto Maria donna dei nostri giorni, che l'Ave Maria in latino suona meglio, soprattutto quando viene cantata: "Ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae". E aggiungeva che "sembra allora che la corrente melodica dilaghi in un estuario di tenerezza, e concentri nelle ultime quattro parole le più sanguinanti implorazioni dell'uomo".

"Adesso e nell'ora della nostra morte". Anche in italiano è molto espressiva; soprattutto quando, interrompendo le ombre della sera, l'Ave Maria viene recitata dal popolo dei poveri, nei banchi di una chiesa o nelle case di campagna, con le cadenze del Rosario.

"Sembra - diceva Tonino Bello - che alla Madonna non si sappia chiedere altro: "Prega per noi peccatori". Forse perché, in fondo, l'essenza sta lì. Tutto il resto è corollario di quell'unica domanda. Ed ecco allora, nella recita del Rosario, la stessa supplica struggente, per cinquanta volte: "Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte".

E il vescovo-poeta della Vergine, come lo chiamava Luigi Santucci, ha scritto a commento di questa preghiera una umanissima pagina di riflessione e di fede che merita essere riproposta: "Santa Maria, donna dell'ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È una esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra.

Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell'ora delle tenebre. Liberaci dallo sgomento del baratro. Pur nell'eclisse, donaci trasalimenti di speranza. Infondici nell'anima affaticata la dolcezza del sonno. Che la morte, comunque, ci trovi vivi! Se tu ci darai una mano, non avremo più paura di lei. Anzi, l'ultimo istante della nostra vita, lo sperimenteremo come l'ingresso in una Cattedrale sfolgorante di luce, al termine di un lungo pellegrinaggio con la fiaccola accesa. Giunti sul sagrato, dopo averla spenta, deporremo la fiaccola. Non avremo più bisogno della luce della fede che ha illuminato il nostro cammino. Ormai saranno gli splendori del tempio ad allargare di felicità le pupille dei nostri occhi…

Santa Maria, donna dell'ultima ora, il Vangelo ci dice che Gesù, quando sulla Croce emise lo spirito, reclinò il capo. Probabilmente, come molti artisti hanno intuito, il suo capo egli lo reclinò sul tuo: nello stesso atteggiamento di abbandono di quando, ancora bambino, lo coglieva il sonno. Ritta sotto il patibolo, diventasti così il suo cuscino di morte.

Ti preghiamo: quando pure per noi giungerà il momento di consegnarci al Padre, e nessuno dei presenti sarà in grado di rispondere ormai ai nostri richiami, e sprofonderemo in quella solitudine che neppure le persone più care potranno riempire, offrici il tuo capo come ultimo guanciale…

Santa Maria, donna dell'ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo visto, non avremo più nulla da temere alla frontiera…".

Sentita così, l'Ave Maria è davvero una finestra aperta attraverso la quale si rievoca nel cuore e nella casa di ogni uomo e di ogni donna un passato ricco di esperienze di fede, di avvenimenti, di storia che continua; ma anche una finestra da cui si scorge il panorama del presente, dell'ora, con problemi e aspirazioni, gioie e dolori, sconfitte e stanchezze. Quante cose cela quell'adesso! Ed è anche la finestra che fa intravedere l'avvenire, l'orizzonte della nostra terra e dell'eternità, il coraggio di riprendere ogni giorno il cammino fino a quando giungeremo al termine dei nostri giorni…Nel passato c'è Maria che ci ha dato Gesù, "il frutto benedetto del suo seno", nel presente c'è Maria che "prega per noi", nel futuro c'è Maria, "porta del Cielo", che ci introduce nell'eternità beata.


[SM=g1740733]
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Un sacerdote risponde

Mio marito non era neanche battezzato e ora le chiedo un consiglio per pregare anche col Rosario

Quesito

Caro Padre Angelo
è la prima volta che mi trovo a visitare il vostro sito.
Ho letto molte email e tra le tante ho trovato quella di quel ragazzo che chiedeva riguardo al matrimonio tra un credente e un ateo. Mi ha colpita. Sette mesi fa il 1 ottobre mi sono sposata.
Mio marito non era neanche battezzato quando ci siamo incontrati.
Ci siamo avvicinati parlando proprio del suo battesimo. Io non ho avuto paura di questo, mi sono fidata di Gesù, anch'io come diceva quel ragazzo ho trovato in lui una persona sincera, limpida ovviamente con le debolezze che abbiamo tutti, poi lui si è voluto avvicinare ai Sacramenti, noi andiamo a Messa tutte le Domeniche insieme, ci ha preparato al Matrimonio un frate con delle bellissime catechesi.
Ogni momento di preghiera non si tira mai indietro e molte volte in lui io vedo Gesù. Noi diciamo la preghiera prima della cena e delle volte se metto il boccone prima di farla è lui che me lo ricorda, non come un rimprovero ma con dolcezza.
Io quando ho iniziato il mio cammino vedevo solo Gesù dopo tre anni ho avuto per Grazia di sentire quanto è bello avere una Mamma come Maria, mi piacerebbe tanto dire il rosario in famiglia ma su questo non sono cosi coerente anch'io. Ha un consiglio da darmi.
Grazie D.


Risposta del sacerdote

Carissima,

1. la tua testimonianza è molto bella.
Di primo acchito mi è venuto un pensiero per te, tratto dagli ultimi due versetti della lettera di san Giacomo: “Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5,19-20).
Il Signore ti ha fatto incontrare con uno che aveva bisogno di te e di Lui.
E ora tra voi due c’è vera sintonia, anche nelle realtà più profonde e personali della vita di ognuno, quali sono le realtà della fede.

2. Anche la scoperta di Maria, nel suo ruolo importantissimo nella vita di una persona e di una famiglia, è un’altra grazia singolare che il Signore ti ha fatto.
Sarebbe bello che diceste il santo Rosario insieme. Potresti cominciare con una novena alla Madonna in occasione delle prossime grandi feste mariane (il 16 luglio si celebra la festa della Madonna del Carmine; il 15 agosto quella dell’Assunta, l’8 settembre la Natività di Maria)
Potreste poi continuare con il mese di ottobre, che per eccellenza è il mese del Rosario, e proseguire poi con il mese di maggio.
Vedrai quante cose cambieranno in meglio nella tua famiglia con la preghiera comunitaria del santo Rosario.
Fatti un punto di onore davanti a Maria: che non passi giorno senza che tu l’abbia onorato con la preghiera del Rosario.

3. Per invogliarti a pregare con il Rosario potresti leggerti la bella esortazione apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II.
Oppure potresti leggere anche le riflessioni sul Rosario pubblicate nel nostro sito.

Ti riporto quanto è stato scritto sulle tre grazie legate a chi porta con sé la corona benedetta del S. Rosario e molto di più per chi la recita:

“Le tre grazie sono queste:
primo, una devozione o trasporto verso Dio sempre crescente;
secondo, la difesa dai nemici visibili e invisibili;
terzo, si merita di essere presentati davanti al tribunale di Dio dalla Beata Vergine stessa.

Queste tre grazie sono menzionate esplicitamente nella preghiera propria dell’Ordine dei Predicatori per la benedizione delle corone del Santo Rosario.
Nel testo si legge che il Sacerdote le benedice chiedendo a Dio di “infondere in esse una forza così grande dello Spirito Santo affinché chiunque le porta con sé, o le tenga devotamente in casa, e preghi con esse contemplando i divini misteri cresca sempre più in un salutare e perseverante trasporto o devozione;
 sia liberato  sempre e dovunque nella vita presente da ogni nemico visibile e invisibile,
e uscendo da questo mondo meriti di essere presentato a Dio pieno di buone opere dalla stessa beatissima Vergine Maria, sua Madre”.

Auguro anche voi due di sperimentare tutta questa grazia divina.
Vi ricordo nella preghiera del Rosario e vi benedico.

Padre Angelo


Pubblicato 19.10.2007



Fraternamente CaterinaLD

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PIO XII, IL PAPA DELL’ASSUNTA
PRECURSORE DEL CONCILIO


«Cari fratelli e sorelle, mentre preghiamo perché prosegua felicemente la causa di beatificazione del servo di Dio Pio XII (foto), è bello ricordare che la santità fu il suo ideale, un ideale che non mancò di proporre a tutti». Così si esprimeva Benedetto XVI per il 50° della morte del grande Papa. «Per questo dette impulso alle cause di beatificazione e canonizzazione di persone appartenenti a popoli diversi, rappresentanti di tutti gli stati di vita, funzioni e professioni, riservando ampio spazio alle donne.

Pio XII
Foto International News Photos
.

Proprio Maria, la Donna della salvezza, egli additò all’umanità quale segno di sicura speranza proclamando il dogma dellAssunzione durante l’Anno santo del 1950. In questo nostro mondo che, come allora, è assillato da preoccupazioni e angosce per il suo avvenire; in questo mondo, dove, forse più di allora, l’allontanamento di molti dalla verità e dalla virtù lascia intravedere scenari privi di speranza, Pio XII ci invita a volgere lo sguardo verso Maria assunta nella gloria celeste. Ci invita ad invocarla fiduciosi, perché ci faccia apprezzare sempre più il valore della vita sulla terra e ci aiuti a volgere lo sguardo verso la meta vera a cui siamo tutti destinati: quella vita eterna che, come assicura Gesù, possiede già chi ascolta e segue la sua parola. Il dibattito storico sulla figura del servo di Dio Pio XII, non sempre sereno, ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo poliedrico pontificato. Tantissimi furono i discorsi, le allocuzioni e i messaggi che tenne a scienziati, medici, esponenti delle categorie lavorative più diverse, alcuni dei quali conservano ancora oggi una straordinaria attualità e continuano ad essere punto di riferimento sicuro. Paolo VI, che fu suo fedele collaboratore per molti anni, lo descrisse come un erudito, un attento studioso, aperto alle moderne vie della ricerca e della cultura, con sempre ferma e coerente fedeltà sia ai principi della razionalità umana, sia all’intangibile deposito delle verità della fede. Lo considerava come un precursore del Concilio vaticano II».
  


   

SANT’ANSELMO D’AOSTA A MARIA

  
N
el nono centenario (1034-1109) del primo grande teologo e filosofo del secondo millennio, Anselmo d’Aosta, proponiamo alcuni versi dell’Orazione a Maria:

«Maria, regina degli angeli,
madre di Colui che purifica il mondo,
così impuro è il mio cuore che può
solo arrossire nel rivolgersi
a te immacolata.

Dal profondo del mio essere
ti pregherò come sono capace.
Lava l anima macchiata dal peccato,
illumina le tenebre che mi avvolgono,
rinfocola il mio tepore,
scuoti il mio torpore e risvegliami.

Anselmo
Sant Anselmo. Rilievo in avorio.

E come per opera del tuo figlio
glorioso fosti innalzata
sopra ogni cosa dopo il Signore
e Dio mio, tuo figlio,
ti veneri e ami il mio cuore
non d’amore imperfetto,
ma di quello dovuto da chi
da tuo figlio fu creato e salvato,
redento e risuscitato.
Mancano le parole,
perché la mente non basta a capire.
Nel battesimo che mi rigenerò,
benedetta fra le donne, tutto mi ha
donato il frutto benedetto
del tuo seno di quanto ho già
e di quanto spero avere.

Ma a stento conservo la speranza,
dopo avere, peccando,
perduto quanto possedevo.
Ti supplico, dunque, Signora,
porta della vita, strada
della redenzione:
ottienimi il perdono dei peccati
e la grazia di vivere bene,
sotto l’ala della tua protezione,
fino al termine dei miei giorni.
Tu, mirabilmente vergine,
con la tua salvifica fecondità
hai reso visibile al mondo il Dio
che non conosceva,
il Riconciliatore che l’ha riportato
in patria dall'esilio.
Rischiarato dal Sole da te nato,
il mondo sfugge ai lacci
dei demòni ingannatori».
   


   

PIO XI E I PATTI LATERANENSI:
PERCHÈ PROPRIO L’11 FEBBRAIO?

  
La storia del rapporto tra i papi e i santuari mariani pensiamo solo a Bonaria: Pio X, Paolo VI, Benedetto XVI è ricca di sorprese. Per esempio Pio XI e Lourdes.

«Giovane sacerdote, all’età di trentasei anni Achille Ratti si era recato a Lourdes nel 1893 ed il suo cuore ne era stato profondamente toccato.

"Lourdes è l’oggetto di tutti i miei desideri", aveva detto alcuni anni più tardi. Diventato cardinale, aveva presieduto il pellegrinaggio nazionale italiano, dal 29 agosto al 5 settembre 1921, con molta emozione e gioia. Meno di sei mesi dopo, venne chiamato a succedere a Benedetto XV con il nome di Pio XI sul trono di san Pietro.

Con grande gioia proclamò il decreto di beatificazione di Bernardetta, il 14 giugno 1925, riassumendo la sua vita in tre concetti: "Bernardetta fu fedele alla propria missione; fu umile nella sua gloria; fu forte nella prova".


PioXI
Il pontefice Pio XI.

Il 24 settembre 1926, elevò al rango di Basilica minore la chiesa dedicata a Nostra Signora del rosario a Lourdes: così, due chiese vicine una all’altra, entrambe dedicate alla Madonna, diventarono Basiliche minori, fatto unico al mondo. Un’altra prova della sua attenzione per Lourdes fu che la Confraternita dell’Hospitalité di Notre Dame di Lourdes venne elevata al rango di Arciconfraternita.

Il Santo Padre aveva un appuntamento con Mussolini, nel 1929, per porre fine alla disputa tra lo Stato italiano e la Chiesa, che risaliva al 1870: con gli accordi lateranensi, il Papa veniva dunque riconosciuto come sovrano dello Stato del Vaticano. Per questo incontro, Pio XI aveva scelto la data dell’11 febbraio, ricorrenza della prima apparizione di Nostra Signora di Lourdes, aprendo "una delle più luminose pagine della storia della Chiesa".

L’8 dicembre 1933, infine, nell’anno della celebrazione del 19 centenario della redenzione, il Santo Padre canonizzò Bernardetta, nel corso di una splendida cerimonia nella quale lasciò esplodere l’entusiasmo del suo cuore: "Lourdes! Ammirate a Lourdes l’onore e la gloria dell’immacolata Vergine Maria. Ma osservate, al tempo stesso, un monumento singolare della santità autentica di Marie Bernard Soubirous. Quanti uomini, smarrito il cammino della vita cristiana, lo hanno ritrovato grazie a Lourdes nel grembo della loro Madre, la Chiesa! Quanti altri imbrattati dal fango dei vizi sono stati riportati, grazie a Lourdes, ad una vita migliore! Quanti altri ancora hanno sentito l’invito divino e sono entrati risolutamente nelle vie della perfezione! Infine quanti invalidi e malati hanno ritrovato la pienezza della forza e della salute!".

Per celebrare la chiusura del Giubileo della redenzione papa Pio XI non scelse una grande basilica romana come san Pietro o san Giovanni in Laterano, ma il Santuario di Lourdes, per un favore assolutamente eccezionale. È così che tra il 25 ed il 28 aprile 1935, alla Grotta di Lourdes vengono, ininterrottamente, celebrate delle Messe di giorno e di notte. L’ultima è riservata al legato del Papa, l’eminente cardinale Eugenio Pacelli, segretario di Stato che, quattro anni dopo, salirà al soglio pontificio» (cf Lourdes, 3/2009). E René Laurentin conferma che l’ultimo desiderio di papa Eugenio Pacelli (Pio XII) sarà di tornare a Lourdes nel 1958 per il centenario delle apparizioni. Ma la salute non glielo permise.

   


   

Brevi
   

La prima Giornata islamo-cristiana del 2009 si è celebrata in Libano nel nome di Maria il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. Maria nel Corano Maria nel Vangelo diviene "segno" di dialogo tra le religioni. Con apposita dichiarazione l’ha sancito il Consiglio dei ministri libanese su proposta, approvata dal presidente della Repubblica, il cristiano Fouad Siniora, e avanzata dallo sceicco Muhammad Nokkari. Come segno dell’intensificarsi del dialogo islamo-cristiano verrà eretta anche una statua alla Vergine nella centralissima piazza del Museo nazionale. Poggerà sulla luna crescente, simbolo islamico (e, diciamo noi, dell’Apocalisse 12,1).

Per l’inizio dell’Anno sacerdotale, indetto da Benedetto XVI (il 19 giugno), i vescovi della Sicilia, con una vasta rappresentanza del clero, hanno celebrato a Caltagirone una giornata sacerdotale mariana. E al Santuario di Maria del Ponte (luogo di un’apparizione del 15 agosto 1572) è stata ricordata la devozione mariana del Curato d Ars, patrono dei parroci. Maria e il sacerdozio: si spera che l’esempio sia accolto da altre regioni.

Nella Chiesa-Santuario di Santa Maria delle Grazie in Brescia il vescovo Luciano Monari ha stabilito la sede diocesana della causa di beatificazione di Giovanni Battista Montini. Paolo VI tornava al Padre il 6 agosto di trentun anni fa (1978). Nel Santuario bresciano, elevato a Basilica minore da Giovanni XXIII, il futuro Paolo VI celebrò la sua prima Messa (30 maggio 1920). Con un po’ di nostalgia il grande Papa ricordava, nel ‘73: «In quel pio domicilio, casa e chiesa, di culto mariano, maturò la nostra giovanile vocazione sacerdotale».

I Cavalieri di Colombo (Knights of Columbus), prestigiosa associazione di laici cattolici americani, terranno a Phoenix (Usa) dal 6 all’8 agosto il primo Congresso mariano internazionale su Nostra Signora di Guadalupe. La Madonna apparve in periferia dell’attuale Città del Messico nel 1531 all’indio Juan Diego. L’occasione per il Congresso è data dalla riapertura al pubblico (dopo ben 24 anni di restauri) della prima chiesetta costruita sul luogo dell’apparizione trecento anni fa. Dopo la grande paura dell’influenza suina, che ebbe l’epicentro proprio in Messico, il segnale della "riapertura" delle chiese nella città è stato dato il 7 maggio al Santuario e il 30 maggio qui si sono avute le ordinazioni sacerdotali della capitale.

Le dieci Diocesi lombarde hanno celebrato al Santuario di Caravaggio (30 e 31 maggio) il terzo momento del cammino triennale dell’Agorà dei giovani. Il primo è stato a Loreto, dedicato all’ascolto; il secondo, con la Giornata mondiale a Sydney (vi partecipò il Papa) nel 2008; ora in ogni regione e diocesi della penisola. A Caravaggio, dove la Madonna apparve nel 1432 facendo scaturire una fonte, sono state accese 7 grandi fontane di luce, «simbolo ha detto il card. Dionigi Tettamanzi dei doni dello Spirito Santo, che invochiamo con Maria per rinnovare oggi l’annuncio del Vangelo».

Annunciazioni a confronto. Nientemeno che Tintoretto, Perugino e Bronzino. Il Museo della Cattedrale di Cagliari inizia con questi tre grandi del ‘500. Poi da settembre saranno esposte opere classiche sul tema della Visitazione e, da novembre sino a Natale, opere riguardanti la Natività. La mostra in successione è data per "celebrare" i primi 5 anni del Museo della Cattedrale. Segnaliamo il fatto perché un po’ in tutt’Italia si sono costituiti i musei diocesani. E la cosa migliore per renderli "visibili" al pubblico (considerato che spesso i musei diocesani sono più ricchi degli statali) come ha affermato l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani, è di puntare su mostre a tema e, soprattutto, pubblicizzarle.

Chi era don Baget Bozzo e del suo discusso impegno politico lo sanno tutti. Questo personaggio genovese - morto il 7 maggio a 84 anni -, autore di molte opere di carattere apologetico e giornalista di fama, ha sempre detto che suo desiderio era di fare il cappellano in un santuario mariano, ma che una "voce" lo chiamava altrove. Grande devoto di Maria, considerava la proclamazione del dogma dell’Assunta (1950) come «un tempo nuovo di consapevolezza - in Maria l’uomo salvato anima e corpo - e di certezza per il cristiano».

La Vergine apparve nel 1798 in Vietnam, ove ora sorge il Santuario nazionale di La Vang. Il terreno circostante 35 ettari è stato restituito in via definitiva dal regime comunista che lo aveva confiscato (1975) al termine della guerra contro l America. Qui la Madonna era apparsa a un gruppo di cattolici perseguitati che si erano rifugiati nella foresta. Oltre a spiazzi per le centinaia di migliaia di pellegrini (ogni anno oltre 1 milione e mezzo per l Assunta), sorgerà un centro congressi e un seminario, come a Fatima.

Barletta ha ospitato il 25° Colloquio internazionale di mariologia. Presso Santa Maria al Carmine si è voluto unire «lo studio, la spiritualità e la devozione» davanti all’icona della Vergine dello Sterpeto, patrona di Barletta. Presiedeva il Colloquio il noto mariologo monfortano Stefano De Fiores. Dalla chiesa del Carmine a Santa Maria Maggiore processionalmente la città è convenuta presso il Palazzo comunale, dove l’arcivescovo di Trani-Barletta, Nicola Maffei, alla presenza delle autorità civili e militari, ha proclamato Barletta "Città di Maria".

Dietro le "scorze dure" dei militari ci sono valori che sono cardine della vita e della moralità. Lo ha ricordato l’ordinario militare per l’Italia, monsignor Vincenzo Pegli, accompagnando i 4 mila italiani - dei 13 mila - partecipanti dal 15 al 17 maggio al 51° pellegrinaggio militare internazionale a Lourdes. Il cardinal Tarcisio Bertone, inviando il saluto di Benedetto XVI, ha affermato che «il pellegrinaggio è dimostrazione concreta di riconciliazione e di pace». Erano rappresentate 32 nazioni e l’Italia con la Scuola allievi marescialli della Polizia di Viterbo ha posto davanti alla Grotta un enorme cero bordato del tricolore.

Molti con le vesciche ai piedi ma pregando e cantando sono giunti a Loreto alle 6 di mattina. Erano quest’anno oltre 80mila e hanno compiuto il pellegrinaggio di 28 km da Macerata a Loreto (è il 31°) nella notte tra il 13 e il 14 giugno. Con il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli (in foto), partecipava l’arcivescovo dei terremotati dell’Aquila, Giuseppe Molinari, e, come sempre, l’ideatore di questo che è divenuto il più importante pellegrinaggio italiano, mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica. Tra i pellegrinaggi nazionali europei di questi mesi ricordiamo quello della Conferenza episcopale svizzera a Einsiedeln (1 giugno); a Csiksomlyo in Romania (30 maggio) dove romeni e ungheresi hanno ricordato i "Mille anni con Cristo": la conversione di quei popoli; e il pellegrinaggio nazionale polacco (oltre 100 mila fedeli) alla Madonna di Piekary Slaskie.

http://www.stpauls.it/madre/fatti.htm



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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25/09/2009 17:23
 
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Il Rosario secondo i Papi

di SALVATORE M. PERRELLA, osm

Per ottenere l’aiuto materno della Vergine



Anche i Pontefici dopo Leone XIII, il "Papa del rosario", non hanno mancato in diverse occasioni di dire la loro parola sul «salterio della Vergine», mettendone in evidenza i diversi benefici.


L'attenzione al rosario attraversa tutto il magistero pontificio del XX secolo: dopo Leone XIII, il "Papa del rosario", saranno Pio X, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII a parlarne, rilevandone di volta in volta aspetti e sfumature differenti in contesti diversi.



Per dare concretezza al suo motto pontificale «Instaurare omnia in Christo», Pio X (che fu Papa dal 1903 al 1914) si impegnò fortemente nell’alfabetizzazione catechistica del popolo cristiano; nell’affrontare con vigore il fenomeno modernista; nell’incentivare lo zelo missionario. Lanciò, inutilmente purtroppo, il 2 agosto 1914, un accorato appello per la pace ed espresse dolore e orrore dinanzi alla guerra mondiale che stava cominciando.

Dal punto di vista mariano il suo magistero fu parco ma – almeno per il tempo – significativo: basti pensare all’enciclica Ad diem illum, del 2 febbraio 1904, per il cinquantesimo anniversario del dogma dell’Immacolata sancito da Pio IX, in cui approfondisce il dogma e la dottrina della mediazione.

Sul rosario, a quanto ci risulta, forse tenendo presente il cospicuo magistero del suo predecessore, egli si è soffermato in documenti "minori", come nella lettera apostolica Summa Deus, del 27 novembre 1907, scritta in occasione del cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Lourdes, sottolineando come tale «fatto meraviglioso» ha accresciuto il culto verso l’Immacolata e verso il «suo santissimo rosario».


Pio X.

«Far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù»

Benedetto XV (1914-1922) è ricordato come "Papa della pace" per i suoi sforzi e i suoi appelli contro «l’inutile strage», rimasti purtroppo inascoltati. Promulgò il Codice di Diritto Canonico; agì per la risoluzione della "questione romana"; si adoperò per far cessare un clima di sospetto e di intimidazioni a motivo della crisi modernista; mostrò interesse intorno all’esegesi biblica, curando nel contempo il perfezionamento degli studi nei seminari; diede grande attenzione alla causa ecumenica, specie con l’Oriente cristiano; promosse l’opera missionaria; scrisse accorate preghiere per impetrare da Dio pace, prosperità, unità tra i popoli.

A tale scopo ordinò l’inserimento nelle litanie lauretane dell’invocazione «Regina pacis, ora pro nobis». Il rosario, nel documento dedicato al VII centenario della morte di san Domenico (Fausto appetente), è presentato quale rimedio e conforto nei duri momenti della prova, essendo una preghiera «meravigliosamente idonea a nutrire e a far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù». La Vergine, che «ha così grande potere presso il suo divin Figlio, che, di tutte le grazie accordate agli uomini [...] è sempre l’intermediaria e l’arbitra», si è sempre rivelata tale soprattutto quando si è ricorsi al santo rosario e perciò «i Papi non tralasciarono nessuna occasione di esaltare con grandissimi elogi il rosario [...] e di arricchirlo con i tesori dell’indulgenza apostolica». Per cui esso è un pio esercizio da rendere abituale ovunque e che da Benedetto XV viene raccomandato caldamente, specialmente «in quest’epoca così perturbata».




Un «breviario dell’Evangelo e della vita cristiana»

Pio XI (1922-1939) fu un Pontefice dal grande carattere, che nella temperie del secolo XX affermò la congruità e verità del regno di Cristo, per cui spese totalmente se stesso e la sua azione pastorale. Dal punto di vista mariano ricordiamo l’enciclica Lux veritatis, del 25 dicembre 1931, per il quindicesimo centenario del dogma sancito al concilio di Efeso del 431 sulla Theotokos (Madre di Dio).

Nel 1937, riavutosi da una grave infermità, papa Ratti nella Ingravescentibus malis ricorda come dinanzi agli errori e gravi mali del tempo presente, la Chiesa e lo stesso Pontefice trovano conforto e sprone nella filiale fiducia nella Madre del Redentore e nella recita quotidiana del rosario. Esso, vero «salterio della Vergine, breviario dell’Evangelo e della vita cristiana», è un «mistico serto», una «mistica corona» amata dai cattolici a qualunque condizione appartengano; pio esercizio che, mediante la contemplazione dei misteri di Cristo e della Madre, è uno sprone alla pratica delle virtù evangeliche e ravviva la speranza dei beni eterni. Il rosario è una preghiera che, mentre inculca l’amore a Dio, insinua anche la carità verso il prossimo, che negli ultimi tempi appare illanguidita e raffreddata nel cuore di molti uomini; per cui i sacerdoti devono incentivarla tra i giovani e nelle famiglie, tra gli adulti e nell’Azione cattolica.



«Non dimenticate coloro che languiscono miseramente»

Vescovo di Roma acclamato come Pastor Angelicus e vituperato come "Papa di Hitler"; pontefice dalla soda dottrina e dal cospicuo magistero posti fra tradizione e profezia, Pio XII (1939-1958) sarà sempre ricordato come il "Papa dell’Assunta", della consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore immacolato di Maria e dell’istituzione della memoria liturgica di Maria Regina. Sono da ricordare, inoltre, le lettere mariane inviate durante il periodo bellico (1939-1944) al cardinale Luigi Maglione, segretario di Stato, perché si indìca una crociata di preghiere alla Vergine per impetrare il dono della pace e della giustizia fra i popoli.

Al rosario papa Pacelli dedica i discorsi del 16 ottobre 1940 e dell’8 ottobre 1941, con i quali invita le famiglie cristiane a conservargli un posto di rilievo e di onore tra le preghiere. Nell’enciclica Ingruentium malorum, del 15 settembre 1951, il Papa rivolge l’invito a confidare nel patrocinio di Maria, da Dio costituita causa di salvezza per tutto il genere umano, affinché dissipi i gravi dissidi fra le nazioni, le persecuzioni della Chiesa in vari Stati, allontani dalle insidie la gioventù. Per perseguire questi nobili scopi, Pio XII invita alla preghiera del rosario, consapevole della «sua potente efficacia per ottenere l’aiuto materno della Vergine».



I misteri della redenzione, contemplati e pregati dal credente, specie dalle famiglie, mostrando i fulgidi esempi di Gesù e di Maria, aumentano lo zelo cristiano dei buoni, riaccendono la speranza della Chiesa contro i nemici della religione perché rammentano agli smarriti che il Signore non salva con la spada, ma col suo solo nome. La preghiera cara alla Vergine ispira la compassione verso il dolore del mondo: «Non dimenticate [...], mentre fate scorrere la corona del rosario fra le vostre mani, non dimenticate, ripetiamo, coloro che languiscono miseramente in prigionia, nelle carceri, nei campi di concentramento. Tra di essi si trovano [...] anche vescovi [...]; si trovano figli, padri e madri di famiglia [...]. Come noi prediligiamo e circondiamo di un affetto paterno tutti costoro, così anche voi, animati da quella carità fraterna che la religione cristiana alimenta e accresce, insieme con le Nostre unite le vostre preghiere [...], e raccomandateli al suo cuore materno».

Salvatore M. Perrella


[SM=g1740734] [SM=g1740750]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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15/10/2009 21:38
 
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Omelia sul Rosario tenuta in una cappella della Fraternità San Pio X


CLICCARE QUI

www.gloria.tv/?media=35309




[SM=g1740722] Bellissima, Omelia! Finalmente si sente una omelia Cattolica senza banalizzazioni.... senza bonismi, senza perdersi in chiacchiere.......filo diretto fra il tema e lo svolgimento...
Grazie!


[SM=g1740717] [SM=g1740720]


[Modificato da Caterina63 15/10/2009 21:43]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Brevi presentazioni  per i video in ordine di pubblicazione con collegamenti, inseriti dal
Movimento Domenicano del Rosario per le Catechesi sul Rosario, da utilizzare per se stessi ed eventualmente anche per incontri, facilmente scaricabili sia il video quanto solo l'audio....
Grazie per l'attenzione
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org 

 
Video su Benedetto XVI spiega Maria ai bambini:
http://it.gloria.tv/?media=70608  
 

E' triste dover constatare quanto, oggi, sia difficile per dei genitori parlare di Maria in modo semplice ai propri figli. Senza dubbio la dottrina della nostra fede ha bisogno di preparazione, di conoscenza, di studio e preghiera, ebbene il Papa Benedetto XVI ci insegna quanto ciò sia possibile e meno complicato di quel che appare, ci vuole solo pazienza e impegno.

Video su Come meditare il Rosario
:
http://it.gloria.tv/?media=72059 
 

Dire il Rosario non è difficile, mantenere invece, quel "silenzio" che è  Parola di Dio nel nostro cuore attraverso il mistero enunciato, si, sembra davvero difficile e per nulla scontato. Dobbiamo rieducare la nostra mente a gestire il santo "silenzio" per poter davvero ascoltare cosa Maria ci dice su Gesù proprio durante questa preghiera meravigliosa.
 

Video su Nel Cuore di Maria il volto di Cristo, di Benedetto XVI alla Sindone
:
http://it.gloria.tv/?media=72775 
 

Durante la visita alla Sindone, il Papa Benedetto XVI ha fatto una breve catechesi su Maria che sarebbe davvero un peccato dimenticare o non conoscere. In poche parole il Papa ha riassunto, magistralmente, l'identità di quel Cuore Immacolato che tanto amiamo perchè in esso vi è impresso e scolpito il volto di Cristo Gesù, suo Figlio e nostro Signore.
 

Video su La Via di Maria di Giovanni Paolo II dalla Rosarium Virginis Mariae
:
http://it.gloria.tv/?media=74025 
 

"La via di Maria" non è altro che il vero "segreto" per fare del santo Rosario lo strumento che davvero converte portandoci a Gesù. Giovanni Paolo II non era semplicemente "mariano" ma era con Maria, sulla via di Maria, attraverso la contemplazione dei misteri del Rosario. E' vero che le vie del Signore "sono infinite", ma questa eccelle fra tutte perchè siamo con Maria.
 

Video su san Domenico e la diffusione del Rosario
:
http://it.gloria.tv/?media=74823 
 

Come in ogni generazione che si rispetti, la Chiesa, ha vissuto i suoi tempi travagliati, ogni tempo ha i suoi problemi e nel 1200 l'eresia si era diffusa. La storia di san Domenico di Guzman non è semplice biografia di un santo, ma la storia stessa del Rosario e della sua diffusione per combattere l'eresia. Uno strumento che si rivelò efficace, valido in ogni tempo.
 

Video su Benedetto XVI a Fatima e il suo messaggio
:
http://it.gloria.tv/?media=77559 
 

Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio a Fatima, e con la sua autorità di Pastore della Chiesa Universale, ci ha richiamati a tre punti fondamentali: 1- imitare Maria alla sequela del suo Figlio; 2- a non vergognarci di professare la nostra fede anche nei gesti e nei segni; 3- a non accontentarci di un dio generico, ma di ricercare quel Dio impresso nel volto della Madre.
 

Video su san Domenico
:
http://it.gloria.tv/?media=79766 
 

Da qualche anno molta gente sta riscoprendo la preghiera nel "linguaggio del corpo", una felice intuizione che sboccia nel Medioevo, dalla sensibilità e dal cuore di san Domenico di Guzman. Tuttavia non molti lo sanno, per questo vi invitiamo a conoscere i "Nove modi di pregare" di san Domenico.
 

Video su Il Rosario dono dei genitori ai figli di Benedetto XVI
:
http://it.gloria.tv/?media=79875 
 

In una intervista al cardinale Ratzinger, prima che diventasse Pontefice, gli fu chiesto qualcosa sul Rosario e l'esperienza familiare. E' davvero commovente scoprire come l'attuale Pontefice ci abbia condiviso i ricordi più belli dei suoi genitori fra i quali, l'aver tramandato ai figli la pia pratica del Rosario soprattutto con la sua contemplazione.
 

Video su brani tratti dal Trattato della Vera devozione a Maria, di san Montfort
:
http://it.gloria.tv/?media=80273 
 

Il Trattato della Vera devozione a Maria è un capolavoro di catechesi magisteriale che tutti dovrebbero conoscere. Riscopriamolo anche noi, e facciamolo conoscere al prossimo, perchè anche questo è amare gli altri, nel servizio alla carità della verità.
 

Video su la Marialis Cultus di Paolo VI
:
http://it.gloria.tv/?media=80732  
 

I Pontefici che si sono occupati della diffusione del santo Rosario sono davvero tanti, tuttavia Paolo VI ha il giusto merito di aver dato al Rosario una nuova spinta ed una nuova diffusione nella sua corretta impostazione, valorizzandone perfino l'aspetto liturgico e della "lectio divina", attraverso la contemplazione dei misteri contenuti.
 

Video su Il Rosario è il cuore di Maria, di Giovanni XXIII
:
http://it.gloria.tv/?media=81162 
 

Giovanni XXIII, che diceva e meditava il Rosario intero ogni giorno, esprimeva il desiderio che in ogni Famiglia, questa Preghiera, venisse usata come "medicina", balsamo ricostituente dopo una giornata di duro lavoro, da dirsi in Famiglia in modo da unire i genitori fra loro e loro  ai figli attraverso il Cuore di Maria.
 

Video su Catechesi sulla Beata Vergine Maria, Pillole mariane
:
http://it.gloria.tv/?media=81365 

 "Ti basta ciò che sai, o vuoi saperne di più?" fr. Roberto M. Coggi o.p. ha riportato sul giornalino Rosarium, le Catechesi su Maria del cardinale Charles Journet, forse varrebbe la pena di riscoprirle perchè è saggio riconoscere di "non saperne mai abbastanza"... Per esempio? quando è stata introdotta l'Ave Maria? quando hanno avuto inizio le prime preghiere a Maria? questo e quant'altro... 

Video su Alla Scuola di Maria Ave Maris Stella
:
http://it.gloria.tv/?media=81796 
 

Quando parliamo di "scuola" è quasi naturale, soprattutto per i giovani, avere un senso refrattario, quasi una simbiosi con il concetto di noia... ma non così è nei riguardi di questa Scuola speciale, parliamo infatti di una Maestra d'eccezione, la Beata Vergine, Madre di Dio. Alla sua Scuola non ci si può annoiare, perchè parla di noi e del nostro futuro...
 

Video su il Rosario regina delle devozioni
:
http://it.gloria.tv/?media=82518 
 

Le devozioni di cui è ricca la Chiesa nella sua Tradizione, sono veramente tante, e tante sono le Anime che si sono santificate per loro mezzo. Tuttavia la devozione che eccelle fra tutte è il santo Rosario. Non si tratta di fare una classifica, ma di comprendere come il Rosario è la devozione più completa e più evangelica fra tutte.
 

Video su Lettera sul Rosario del Maestro dell'Ordine dei Predicatori
:
http://it.gloria.tv/?media=83264 
 

L'Ordine di san Domenico, per commemorare i suoi 800 anni di vita (1216-2016), sta vivendo momenti forti in preparazione per questo grande Giubileo. E per farlo bene, il nostro Maestro Generale, fra le molte tracce di cammino, ha indicato il Rosario e la sua riscoperta, quale via fondamentale per un nuovo e santo rinnovamento.
 

Video su Atto di Consacrazione dei Sacerdoti a Maria
:
http://it.gloria.tv/?media=83522 
 

Il Santo Padre Benedetto XVI, nel suo Pellegrinaggio a Fatima, ha affidato tutti i Sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria, nell'Anno Sacerdotale (2009-2010) da lui indetto. Questa Supplica non riguarda solo i Sacerdoti Ordinati, anche noi Laici siamo sacerdoti mediante il Battesimo, anche noi siamo chiamati ad impegnarci e ad affidarci al Cuore materno di Maria.
 

Video su Il Rosario è come il respirare
:
http://it.gloria.tv/?media=83596 
 

Sembra scontato "aprire la bocca e...parlare", aprire la bocca e pregare, o cantare, tuttavia non è più così scontato se in questo normale procedimento ci inseriamo l'esercizio per imparare ciò che diremo... o come per cantare occorre imparare a respirare adeguatamente fra una nota ed un altra. Così è per il Rosario, la sua "recitazione" sembra scontata, ma se scaviamo a fondo, è meno semplice.
 

Video su Auxilium Christianorum Aiuto dei Cristiani
:
http://it.gloria.tv/?media=83716 
 

I titoli attraverso i quali la Chiesa, nei secoli, venera la Madre di Dio, sono davvero tanti! Tuttavia spesse volte la gente non sa e non conosce l'origine di un tale titolo e così si rischia di perdere un grande patrimonio culturale, storico e di vera devozione, e rischia di perdere anche il senso profondo della Preghiera a Lei rivolto. Impegniamo noi stessi a scoprire la storia di questi titoli onorifici e a farne dono agli altri. 
 

Video su san Tommaso
:
http://it.gloria.tv/?media=83771 
 

San Tommaso d'Aquino è forse più conosciuto quale ideatore degli "Inni Eucaristici", oppure come "Dottore angelico", o comunque sia tanti altri lo trovano distante, difficile da comprendere, ma forse pochi conoscono la sua profonda sensibilità mariana attraverso la quale ci sembra davvero una via più facile per conoscere questo grande santo. Ci aiuterà anche il Papa, Benedetto XVI, che di recente ha dedicato a Tommaso diverse catechesi.
 

Video su Maria Figlia di Sion:
http://it.gloria.tv/?media=83887 
 

Per comprendere pienamente l'identità e il ruolo di Maria, è indispensabile non dissociare mai la Vergine Maria dalle sue radici preannunziate in tutto l'Antico Testamento. Sembra scontato dire "Maria Figlia di Sion", ma quanti cattolici sono in grado di spiegarlo in modo semplice e corretto?
 

Video su Benedetto XVI e la Summa Theologiae
:
http://it.gloria.tv/?media=84064 
 

Il Santo Padre, Benedetto XVI, ha terminato la sua terza catechesi su san Tommaso d'Aquino. Questo grande Dottore della Chiesa può risultare "difficile" solo a chi, con pigrizia, rimane sulla superficie del suo insegnamento evitando di approfondire gli argomenti perchè, troppo spesso, si preferisce difendere le proprie opinioni. Il Papa invece, stupendamente spiega come san Tommaso e il Catechismo siano associati fra loro.
 

Video su Corona del Rosario costruita nella prigionia
:
http://it.gloria.tv/?media=84162 
 

La storia degli Uomini è costellata da tanti eventi, personali e sociali, attraverso i quali l'opera di Dio è palesemente manifesta. Maria Santissima è spesso testimoniata quale presenza viva dell'opera di Dio fra gli uomini. In questo racconto, un soldato, si costruisce una Corona del Rosario... 

Video su Maria Consolatrice degli afflitti
:
http://it.gloria.tv/?media=84489 
 

La misericordia di Dio verso gli Uomini, riversata sempre abbondantemente su quanti ne fanno ricorso, vede la sua più eccelsa espressione in Cristo-Dio, con l'Incarnazione del Verbo, la sua vita, morte e risurrezione. In questo progetto la beata Vergine Maria non solo viene rivestita di questa Misericordia, ma ne viene riempita totalmente da divenire Ella stessa fonte di Consolazione a quanti a Lei ricorreranno.
 

Video su Madre Teresa di Calcutta e il Rosario
:
http://it.gloria.tv/?media=84687 
 

La vera ed autentica venerazione dei Santi è nella profonda Comunione con loro su quanto ci hanno testimoniato. Non dobbiamo scimmiottarli, ma fare nostre le loro raccomandazioni e mettere in pratica i loro insegnamenti. Madre Teresa di Calcutta ci insegna come si parte dalla Preghiera per poter compiere autentiche opere di carità.
 

Video su san padre Pio e il Rosario
http://it.gloria.tv/?media=84899 
 

Diceva padre Pio che se la Beata Vergine Maria insiste, in ogni apparizione, con il raccomandare il santo Rosario, è evidente, spiega il frate, che deve esserci una importante ragione! 

Video su san Giovanni Bosco e Maria
http://it.gloria.tv/?media=85080 
 

San Giovanni Bosco ebbe il dono, prima ancora della sua stessa missione, di avere una Mamma che gli insegnò la devozione a Maria in modo semplice ma fedele. Questa filiale devozione accompagnò don Bosco per tutta la vita fino a farlo diventare il santo che abbiamo imparato a conoscere. 
 

Video su san Giovanni Bosco e il sogno delle due Colonne
http://it.gloria.tv/?media=85287 
 

Quello delle due Colonne è il sogno più famoso di don Bosco perchè parla delle persecuzioni alla Chiesa, tuttavia è importante non restare in superficie del sogno, ma penetrarvi dentro per cogliere il messaggio autentico che porta a noi oggi: l'Eucarestia e la devozione a Maria sono i mezzi indispensabili per salvarsi!
 

Video su La Corona del santo Rosario
http://it.gloria.tv/?media=85710 
 

Quante volte abbiamo usato, o lo abbiamo visto usare, o usiamo la Corona del Rosario come oggetto, magari anche familiare e devozionale, anzichè quale strumento opportuno per pregare? Tenere la Corona senza usarla, è una santa opportunità perduta, rischiamo la superstizione dell'oggetto e ne perdiamo i benefici che si ottengono con l'uso quotidiano!
 

Video su Il Santo Rosario e i Santi
http://it.gloria.tv/?media=86244 
 

Il Rosario è definito "santo" proprio perchè ci conduce alla santità, se naturalmente lo useremo per ciò che ci è stato donato. Le testimonianze di coloro che usando anche il Rosario nel modo giusto, sono diventate santi, sono davvero tante, sta a te accendere la voglia e la curiosità di sapere cosa questi Santi ci dicono, ancora oggi, sul Rosario...
 

Video su Il Rosario è detto anche Salterio
http://it.gloria.tv/?media=86832 
 

Lo sapevi che la Fraternita del Rosario (anticamente si diceva Confraternita) è la più antica e diffusa comunità spirituale di riflessione e di preghiera sull'esempio di Maria? E che il Rosario, nella meditazione dei Misteri, contiene nella sua radice la forma più antica di catechesi sulla vita di Gesù? Vuoi provare a conoscere una di queste Fraternite e magari entrare anche tu a farne parte con il tuo prezioso contributo?


Video sulla Devozione mariana in santa Caterina da Siena
http://it.gloria.tv/?media=94424  

La riservatezza e la sobrietà devozianale, una delle tante virtù che aveva santa Caterina da Siena, l'hanno forse penalizzata offuscandone la popolarità, eppure l'insegnamento che Caterina ci offre è ancora oggi di una attualità strabiliante. Vale davvero la pena di conoscere le sue raccomandazioni al Salterio di Maria e al Sabato a Lei dedicato!



  
 ATTENZIONE.......


NUOVA SERIE DI VIDEO DEDICATI ALLA MEDITAZIONE DEI MISTERI DEL ROSARIO ATTRAVERSO IL MAGISTERO DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI 

(quando il Rosario in video sarà completato, sposteremo questi due Gloriosi nel giusto indice) 

Video quinto Mistero Glorioso: Maria Regina
http://it.gloria.tv/?media=94745   

Se avremo meditato veramente tutti i Misteri del Rosario che contemplano la vita di Gesù e di Maria, allora non sarà difficile comprendere come la Chiesa stessa sia giunta a riconoscere la regalità di Maria Vergine, quale coronamento della vittoria stessa del Figlio di Dio, Gesù Cristo, che dona alla Madre questa Corona quale testimonianza della propria vittoria. 

Video quarto Mistero Glorioso: Maria Assunta in Cielo
http://it.gloria.tv/?media=95551   

Se vogliamo davvero progredire nella fede, non basta più "credere", non è sufficiente "dire il Rosario" occorre meditarlo, contemplarlo nel Mistero che recitiamo. La gente del nostro tempo vuole sapere i tanti "perchè" che circondano quei punti che chiamiamo "Misteri". Maria non è solo l'esempio, ma la guida, la Maestra che ci insegna cosa rispondere.... 

Video primo Mistero Gaudioso: L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine

http://it.gloria.tv/?media=96066 
 

Quando "recitiamo" questo primo Mistero Gaudioso, non stiamo solo ripetendo delle formule vuote o tradizionali, ma ci stiamo impegnando per il nostro personale "ECCOMI"... Un Rosario privato dell'impegno che esso ci fa assumere, non porta frutti!


Video Secondo Mistero Gaudioso: la Visita di Maria a santa Elisabetta
http://it.gloria.tv/?media=96601  

 La "Visitazione" che meditiamo in questo Mistero, non appartiene ad un ricordo del passato, piuttosto ci rammenta che ogni giorno Maria santissima, soprattutto quando prendiamo la sua Corona, viene a visitarci portandoci Gesù, il Frutto benedetto del suo seno!

  Video Terzo Mistero Gaudioso: la nascita di Gesù
http://it.gloria.tv/?media=97408 
 
 Che cosa è il Natale per noi? Dedichiamo davvero il nostro tempo a questo Dio che per noi si è fatto Bambino? Le belle immagini che raffigurano le scene del Natale, non devono rimanere semplicemente "appese" ai muri, piuttosto devono prendere vita dentro il nostro cuore con la stessa premura che ebbe la Madre nel prendersi cura di quel Bambino!

 Video Quarto Mistero Gaudioso: la Presentazione di Gesù al Tempio
http://it.gloria.tv/?media=98225 
 
 Gesù viene Presentato al Tempio, offerto a Dio come prescriveva la Legge, ed ecco che al tempo stesso ci viene svelata la sua identità infatti, Simeone ed Anna, persone "giuste" e dedite al Tempio, illuminate dallo Spirito Santo e docili al suo ascolto, riconoscono in quel Bambino il Messia.

 Video Quinto Mistero Gaudioso: il Ritrovamento
http://it.gloria.tv/?media=98869 
 
 Maria e Giuseppe si sentono responsabili del cammino di Gesù... e sono proprio loro, in qualità di genitori, ad educare il Figlio alla fede. Gesù rivelando la sua missione, fa comprendere anche la sua sottomissione ai genitori, in un medesimo cammino verso la realizzazione del progetto del Padre: Maria, infatti, "serbava tutte queste cose nel suo cuore"...










In questo thread: VIDEO
troverete direttamente i video da visualizzare...



 
[Modificato da Caterina63 04/10/2010 08:44]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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18/10/2010 12:52
 
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[SM=g1740733] "Il Rosario è Dono di Maria"

Il Vescovo di Trieste S.E.R. mons. Gianpaolo Crepaldi, ha scritto una bellissima Lettera Pastorale sul Rosario che vi invitiamo a meditare e a fare vostra.

Nel sito ufficiale troverete il testo integrale:
www.trieste.chiesacattolica.it/

Il video è a cura del
Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


it.gloria.tv/?media=104094

o se preferite da youtube

www.youtube.com/watch?v=cWXFyCAl8HA





[SM=g1740717]

[SM=g1740717]



Pregare fa bene alla salute



di padre Piero Gheddo*



ROMA, lunedì, 3 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pregare fa bene alla salute. Non è un dogma, ma semplicemente un’esperienza mia e credo di molti altri. Da pochi giorni è iniziato il mese di maggio, nella tradizione cattolica dedicato alla Madonna. Fin dai nostri primi anni tutti noi credenti siamo imbevuti della devozione a Maria, la nostra fede in Cristo è strettamente congiunta alla devozione mariana, Cristo richiama Maria e Maria ci rimanda a Cristo.

Uno dei più bei ricordi che ho conservato dei cinque anni trascorsi nel Seminario diocesano di Moncrivello (Vercelli) per il ginnasio (1940-1945) è l’appuntamento serale alla Grotta di Lourdes al fondo del grande orto e cortile. Dopo la cena e la ricreazione, si andava tutti assieme alla Grotta dove dicevamo “le preghiere della buona notte” a Maria. Con breve fervorino mariano e canto finale nell’ora del tramonto e nel silenzio e pace della campagna, col frinire dei grilli in sottofondo, che invitava alla riflessione e alla commozione pregando e pensando alla Mamma del Cielo.

Erano anni di guerra e il seminario sorgeva a poche decine di chilometri da Torino: a volte di sera e di notte andavamo in terrazza a vedere i lampi e tuoni dei bombardamenti e a pregare per quei poveri torinesi che morivano sotto le bombe; e poi eravamo in zona di guerriglia partigiana fra le risaie vercellesi e le colline del Canavese. Sentivamo racconti di violenze, vendette, fucilazioni, torture, agguati, perquisizioni notturne, di giorno e di notte passavano in seminario gruppetti di partigiani o di militi fascisti che suscitavano in noi ragazzini un senso di paura e di pietà. Anni di scarso e a volte disgustoso cibo (le amarissime rape bianche bollite coltivate nell’orto, che dovevamo mangiare!). E poi, alla sera, il rifugio della preghiera fra le braccia della Mamma, che ci mandava a letto sereni e pacificati con la vita.

Dobbiamo riprendere le devozioni del mese di maggio: il Rosario e il “fioretto” quotidiani, cioè la mortificazione che ci si impone per controllare la nostra volontà e sensibilità e orientarle a Dio. “Bisogna mortificarsi nelle cose lecite – diceva mio padre Giovanni – per poter resistere alle cose illecite”. L’amore e la devozione a Maria devono crescere perché, come diceva Paolo VI in un discorso del 1971, “occorre introdurre il ricordo di Maria, il suo pensiero, la sua immagine, il suo sguardo profondo nella cella della religiosità personale, della pietà segreta e intima dello spirito”.

In altre parole, non basta una devozione formale, il mese di maggio può portare ciascuno di noi ad amare Maria con cuore sincero e filiale, in modo che diventi davvero il nostro rifugio nell’ora della tentazione, della stanchezza, della depressione, della sofferenza e sostenga la nostra volontà nella scelta del meglio, nella costanza dell’impegno, nella capacità del sacrificio. E’ un’esperienza molto concreta che ciascuno può fare, impegnandosi nel mese di maggio a dare un po’ del nostro tempo e della nostra preghiera a Maria.

Perché il Rosario? Per tanti motivi, ma per me è la preghiera più facile e immediata, più meditativa e affettiva, che mi permette in ogni momento della mia giornata di elevarmi a Maria e a Cristo e praticare quella “preghiera continua” che è indispensabile per giungere a sentire vivamente la presenza di Dio in noi. Questo sentimento fa bene alla salute, perché relativizza le cose materiali, ci fa vivere, pur immersi nel mondo e nelle fatiche quotidiane, in una dolce unione con Dio che ci mantiene sereni in tutte le vicende della vita.

Ogni tanto, qua o là, si legge di un ritorno al devozionalismo, si critica il Papa perché, così dicono alcuni, vuole tornare al passato e far risorgere pratiche tradizionali considerate alienanti. Così il Rosario è spesso bollato per devozionalismo o conservatorismo. Ma nessun santo ha praticato un cristianesimo senza devozioni, né la Chiesa ha mai insegnato questo. Il Rosario non è certo essenziale alla fede, ma si manifesta ancor oggi come uno strumento importante per portare i fedeli a vivere la fede. Diceva Giovanni XXIII, che del Rosario era devotissimo: “Il Rosario è un esercizio avvincente, insostituibile di preghiera”.





------

*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l'Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.



[SM=g1740757]

[Modificato da Caterina63 19/10/2010 23:48]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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07/12/2010 10:46
 
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[SM=g1740733] Amici,
vi offriamo una Catechesi MERAVIGLIOSA di Pio XII sul Rosario detto nelle Famiglie, i suoi benefici, i suoi effetti....
Una catechesi davvero attuale a fronte della grave crisi che le Famiglie oggi vivono.

cliccate qui

it.gloria.tv/?media=115422

Chi volesse il testo integrale ci contatti:
Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org





[SM=g1740717]


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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08/01/2011 22:47
 
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Il Rosario: Tesoro da riscoprire 

   

1. Durante il recente viaggio in Polonia, mi sono così rivolto alla Madonna: «Madre santissima, (…) ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito, affinché possa compiere fino alla fine la missione affidatami dal Risorto. A te rimetto tutti i frutti della mia vita e del mio ministero; a te affido le sorti della Chiesa; (…) in te confido e a te ancora una volta dichiaro: Totus tuus, Maria! Totus tuus! Amen!» (19.8.2002).

Queste parole ripeto oggi, rendendo grazie a Dio per i ventiquattro anni del mio servizio alla Chiesa nella sede di Pietro.

In questo particolare giorno, affido nuovamente alle mani della Madre di Dio la vita della Chiesa e quella tanto travagliata dell’umanità. A lei affido anche il mio futuro. Depongo tutto nelle sue mani, affinché con amore di madre lo presenti al suo Figlio, «a lode della sua gloria» (Ef 1,12).

2. Il centro della nostra fede è Cristo, redentore dell’uomo. Maria non l’offusca, né offusca la sua opera salvifica. Assunta in cielo in corpo e anima, la Vergine, la prima a gustare i frutti della passione e della risurrezione del proprio Figlio, è colei che nel modo più sicuro ci conduce a Cristo, il fine ultimo del nostro agire e di tutta la nostra esistenza.

Per questo, rivolgendo alla Chiesa intera, nella lettera apostolica Novo millennio ineunte, l’esortazione di Cristo a «prendere il largo», ho aggiunto che «ci accompagna in questo cammino la Vergine santissima, alla quale (…), insieme a tanti vescovi (…), ho affidato il terzo millennio». E invitando i credenti a contemplare incessantemente il volto di Cristo, ho desiderato tanto che di tale contemplazione fosse per tutti maestra Maria, sua madre.

3. Oggi intendo esprimere questo desiderio con maggiore chiarezza mediante due gesti simbolici.

Firmerò tra poco la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Inoltre, insieme a questo documento, dedicato alla preghiera del rosario, proclamo l’anno che va dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 Anno del rosario. Lo faccio non soltanto perché quest’anno è il venticinquesimo del mio pontificato, ma anche perché ricorre il centoventesimo anniversario dell’enciclica Supremi apostolatus officio, con la quale, il 1° settembre 1883, il mio venerato predecessore, Leone XIII, dette inizio alla pubblicazione di una serie di documenti dedicati proprio al rosario.

C’è poi un’altra ragione: nella storia dei grandi Giubilei vigeva la buona usanza che, dopo l’Anno giubilare dedicato a Cristo e all’opera della redenzione, ne venisse indetto uno in onore di Maria, quasi implorando da lei l’aiuto per far fruttificare le grazie ricevute.

4. Per l’esigente, ma straordinariamente ricco compito di contemplare il volto di Cristo insieme con Maria, vi è forse strumento migliore della preghiera del rosario?

Dobbiamo però riscoprire la profondità mistica racchiusa nella semplicità di questa preghiera, cara alla tradizione popolare.

Questa preghiera mariana nella sua struttura è in effetti soprattutto meditazione dei misteri della vita e dell’opera di Cristo. Ripetendo l’invocazione dell’Ave Maria, possiamo approfondire gli eventi essenziali della missione del Figlio di Dio sulla terra, che ci sono stati trasmessi dal Vangelo e dalla Tradizione. Perché tale sintesi del Vangelo sia più completa e offra una maggiore ispirazione, nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ho proposto di aggiungere altri cinque misteri a quelli attualmente contemplati nel rosario, e li ho chiamati Misteri della luce.

Essi comprendono la vita pubblica del Salvatore, dal Battesimo nel Giordano fino all’inizio della passione. Questo suggerimento ha lo scopo di ampliare l’orizzonte del rosario, affinché sia possibile a chi lo recita con devozione e non meccanicamente penetrare ancor più a fondo nel contenuto della Buona Novella e conformare sempre più la propria esistenza a quella di Cristo (Giovanni Paolo II, udienza generale del 16.10.2002).

Un'immagine di Giovanni Paolo II in preghiera.
Un’immagine di Giovanni Paolo II in preghiera (foto Mari).

Dalla lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae.
1.
Il rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi santi e incoraggiata dal Magistero.

Il rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore.

3. Recitare il rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.

6. A dare maggiore attualità al rilancio del rosario si aggiungono alcune circostanze storiche.

Prima fra esse, l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società.

12. Il rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Per sua natura la recita del rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso.

19. Affinché il rosario possa dirsi in modo più pieno "Compendio del Vangelo", è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (Misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (Misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (Misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (Misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana.

21. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – Misteri luminosi – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: nel suo Battesimo al Giordano, nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione, nella sua Trasfigurazione e, infine, nell’istituzione dell’Eucaristia.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù.

30. Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente.

33. Le dieci Ave Maria. È questo l’elemento più corposo del rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza.

Ma proprio alla luce dell’Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma lo sottolinea e lo esalta.
   

«Potrei convertire il mondo, se avessi un esercito che recitasse il rosario».

Pio XI



http://www.stpauls.it/madre/1005md/1005md00.htm
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27/09/2011 12:03
 
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Cari Amici,
in preparazione al Mese di Ottobre ricco, per noi, a riguardo del Rosario, dell'Evangelizzazione essendo, appunto, un mese rosariano e missionario, vogliamo proseguire su quelle meditazioni che possano arricchire la nostra Preghiera, il modo di Pregare e di Contemplare...
Oggi vi offriamo un approfondimento sulla Corona del Rosario spiegata "agli umili"... e non diamo per scontato di conoscerla bene!

www.gloria.tv/?media=199180

Il canto in sottofondo è davvero molto bello ed ho trascritto anche per voi le parole

Canto: Questo è il mio ciel
Monache di Clausura Clarisse dell'Immacolata


- Per sopportar l'esilio in questa valle in pianto,
a me lo sguardo corre nel Salvator Divino,
lo sguardo Suo d'Amor che svela le delizie, m'ha fatto presentir la gioia ch'è nel Ciel.
Il mio Gesù sorride; verso Lui sospir, allor non sento più la prova della fede.
Lo sguardo ed il sorriso, incantevole di Dio: è questo il mio Ciel, è questo il mio Ciel.

- Il Cielo mio con te, sull'ali mi attirò e sulla Madre Chiesa su tutte le Sorelle,
le grazie di Gesù, le Sue divine fiamme, che possano bruciar, ed allietare il cuor.
Ed io ottengo tutto quando nel Mistero, discorro Cuore a cuore, col mio Divino Re.
Quest'orazione dolce, nel Suo luogo santo: è questo il mio Ciel, è questo il mio Ciel.

- Il Cielo mio si vela nell'Ostia piccolina in cui Gesù mio Sposo si cela per Amor.
A questo focolar divino a Te, impunita, mio dolce Salvator ripeto notte e dì:
o che beato istante quando, mio Diletto, con tenerezza vieni a trasformarmi in Te,
è questa union d'Amor.
Mirabile allegrezza: è questo il mio Ciel, è questo il mio Ciel.

- Il Cielo mio a sentir in me la somiglianza, col Dio che mi fece col soffio Suo potente,
Il Cielo mio restò per sempre in Sua Presenza, chiamarlo "Padre mio" ed essere sua Figlia. Tra le Divine braccia non temo la tempesta, la sola mia legge "totale abbandono".
Sul Cuore Suo assopirmi, vicino al Volto Suo: è questo il mio Ciel, è questo il mio Ciel.

- Il Cielo mio lo trovo nella Trinità, che nel mio cuore vive d'amore, prigioniera. Contemplo qui il mio Dio, seppure Gli ripeto: che voglio senza sosta, servirLo ed amarLo.
Il Cielo mi sorride del Dio che adoro, se vuole a me celarSi provando la mia fede,
soffrire nell'attesa, ancora Lui mi guardi: è questo il mio Ciel, è questo il mio Ciel.

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org



[SM=g1740717]

[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

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24/11/2011 11:51
 
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[SM=g1740738] Immagine stupenda quella del Papa che, all'incontro con i bambini del Benin, ha tirato fuori la sua Corona del Rosario invitando tutti non solo a portarlo con se, ma soprattutto a non vergognarsi di dirlo, recitarlo, anche insieme ai genitori....
Vi offriamo in video le parole espresse da Benedetto XVI, facciamole nostre e facciamole conoscere.
it.gloria.tv/?media=219157

Movimento Domenicano del Rosario
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[SM=g1740717]

[SM=g1740750] [SM=g1740752]


Predica di Padre Konrad sul significato della parola AVE
Cari Amici, dopo aver meditato sul senso dell'Ave Maria: www.gloria.tv/?media=251341 e dopo aver meditato con il beato Giovanni Paolo II il significato del termine "piena di grazia": www.gloria.tv/?media=252532 vogliamo ora chiudere questo breve ciclo con la profonda spiegazione del termine "Ave" che tutta la Chiesa utilizza da sempre per rivolgersi alla Piena di Grazia e per salutarLa come si conviene. Che queste brevi Catechesi ci aiutino a dire meglio l'Ave Maria, a pensare ciò che diciamo, e a vivere il Rosario ogni giorno.
it.gloria.tv/?media=254661

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Vi ricordiamo di padre Konrad, la precedente predica anche sul Santissimo Nome di Gesù:
www.gloria.tv/?media=245882


[SM=g1740750]


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
[Modificato da Caterina63 08/02/2012 10:13]
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