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CANTI LITURGICI SACRI DELLA CHIESA CATTOLICA E TRADIZIONALI di preghiera

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2011 14:13
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Lauda Sion, sequenza del Corpus Domini: una reliquia preziosa di liturgia medievale

Una delle pochissime sequenze sopravvissute alla riforma liturgica. E' vero che è facoltativa e se ne può cantare anche solo la "codina" finale (da Ecce panis angelorum), ma per manifestare la fede nel Santissimo Sacramento nessuno ci vieta di cantarla tutta e soprattutto di meditarla.
Anzi!
Godiamoci, dunque, questo prezioso brano di poesia religiosa regalatoci da San Tommaso D'Aquino ispirato dagli angeli, come ben dipingeva il Guercino in questa tela che raffigura, appunto, la composizione della Sequenza della Festa.

Buon Corpus Domini!

(Un grazie al sito: antoniodipadova.blogspot.com/ per questo ed altri testi e musiche che inserirò)

La sequenza in italiano e in grassetto in latino:

Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Lauda Sion Salvatorem,
lauda ducem et pastorem,
in hymnis et canticis.


Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudare sufficis,


Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
laudis thema specialis,
panis vivus et vitalis
hodie proponitur.


Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Quem in sacræ mensæ coenæ,
turbæ fractrum duodenæ
datum non ambigitur.


Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Sit laus plena, sit sonora,
sit jucunda, sit decora
mentis jubilatio.


Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
Dies enim solemnis agitur,
in qua mensæ prima recolitur
Hujus institutio.


E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis,
phase vetus terminat.


Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Vetustatem novitas,
umbram fugat veritas,
noctem lux eliminat.


Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,
Quod in coena Christus gessit,
faciendum hoc expressit
in sui memoriam.


Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
Docti sacris institutis,
panem, vinum in salutis
consecramus hostiam.


È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Dogma datur christianis,
Quod in carnem transit panis,
Et vinum in sanguinem.


Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
Quod non capis, quod non vides,
animosa firmat fides,
Præter rerum ordinem.


È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Sub diversis speciebus,
signis tantum, et non rebus,
latent res eximiæ.


Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
sub utraque specie.


Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
A sumente non concisus,
non confractus, non divisus:
integer accipitur.


Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
Nec sumptus consumitur.


Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Sumunt boni, sumunt mali:
sorte tamen inæquali,
vitæ vel interitus.


Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!
Mors est malis, vita bonis:
Vide paris sumptionis
quam sit dispar exitus.


Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.
Fracto demum sacramento,
ne vacille, sed memento
tantum esse sub fragmento,


È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.
Quantum tot tegitur.
Nulla rei fit scissura:
Signi tantum fit fractura,
qua nec status, nec statura
signati minuitur.


Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Ecce Panis Angelorum,
factus cibus viatorum:
vere panis flliorum,
non mittendus canibus.


Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
In figuris præsignatur,
cuni Isaac immolatur,
Agnus Paschæ deputatur,
datur manna patribus.


Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserere:
Tu nos pasce, nos tuere,
tu nos bona fac videre
in terra viventium.


Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Tu qui cuncta seis et vales,
qui nos pascis hic mortales:
Tuos ibi commensales,
coheredes et sodales
fac sanctorum civium.


Amen. (Alleluia).





[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Veni, Sancte Spíritus,

et emítte cǽlitus

lucis tuæ rádium.

Veni, pater páuperum,

veni, dator múnerum,

veni, lumen córdium.

Consolátor óptime,

dulcis hospes ánimæ,

dulce refrigérium.

In labóre réquies,

in æstu tempéries,

in fletu solácium.

O lux beatíssima,

reple cordis íntima

tuórum fidélium.

Sine tuo númine,

nihil est in hómine

nihil est innóxium.

Lava quod est sórdidum,

riga quod est áridum,

sana quod est sáucium.

Flecte quod est rígidum,

fove quod est frígidum,

rege quod est dévium.

Da tuis fidélibus,

in te confidéntibus,

sacrum septenárium.

Da virtútis méritum,

da salútis éxitum,

da perénne gáudium.

Amen.


Canti allo Spirito Santo: l'intramontabile Sequenza di Pentecoste

Conosciuto anche come la "Sequenza d'oro", questo canto è uno dei capolavori assoluti della poesia cristiana e del Gregoriano.
E' stata attribuita a tre differenti autori: il Re di Francia Roberto II il Pio, (970-1031), Papa Innocenzo III (1161-1216), e Stephen Langton (+ 1228), Arcivescovo di Canterbury, il quale, dei tre, è il più probabile responsabile dell'elaborazione di quest'opera.

[SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734]


www.ChantCd.com The Vespers hymn for the feast of Pentecost, Veni Creator Spiritus, sung by the seminarians at St. Thomas Aquinas Seminary. This Gregorian chant piece is the Latin version...

Veni, Creator Spiritus
mentes tuorum visita
Imple superna gratia
quae tu creasti pectora.

Qui diceris Paraclitus,
Altissimi donum Dei,
fons vivus, ignis, caritas,
et spiritalis unctio.

Tu septiformis munere,
digitus paternae dexterae;
tu rite promissum Patris,
sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis,
virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius,
pacemque dones protinus,
ductore sic te praevio,
vitemus omne noxium.

Per te sciamus da Patrem,
noscamus atque Filium,
teque utriusque Spiritum
credamus omni tempore.

Deo Patri sit gloria
et Filio, qui a mortuis
surrexit, ac Paraclito,
in saeculorum saecula.
Amen.






[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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sottofondo musicale "Sanctorum Meritis" il canto gregoriano deidicato ai Martiri, ai Santi e Beati...qui a seguire vi metto il testo in latino e in italiano e....PREGHIAMO....

Fraternamente CaterinaLD ^__^

SANCTORUM MERITIS

Sanctorum meritis inclita gaudia
pangamus socii gestaque fortia
nam gliscit animus promere cantibus
victorum genus optimum.

Hi sunt quo retines mundis inhorruit
Ipsum nam sterile flore per aridum
Sprevere penitus teque secuti sunt,
Rex, Christe, bone caelitum.

Hi pro te furias saevaque sustinent;
non murmur resonat, non querimonia,
sed corde tacito mens bene conscia
conservat patientiam.

Quae vox, quae poterit lingua retexere
Quae tu martyribus munera praeparas?
Rubri nam fluido sanguine laureis
Ditantur bene fulgidis.

Te, Trina Deitas unaque, poscimus,
ut culpas abluas, noxia quoque gloriam
per cuncta tibi saecula.
Amen!

Italiano

Per i meriti dei Santi cantiamo, partecipi,
il loro immenso gaudio e le loro coraggiose virtù:
infatti lanimo arde dal desiderio di celebrare con canti
la nobile e santa stirpe dei vincitori.

Essi sono coloro che il mondo soltanto detestò,
lo stesso mondo aride e sterile
che essi profondamente disprezzarono
per seguire Te, o Cristo, re buono del Cielo.

Essi per te subirono tormenti e crudeltà,
e non uscì un lamento dalla loro bocca,
ma con il cuore impavido
e la mente consapevole conservarono la pazienza.

Quale voce, quale lingua potrebbe riferire
Dei premi che Tu prepari ai martiri?
Essi infatti ancora arrossati di caldo sangue,
si adornano il capo di fulgidi diademi.

Ti preghiamo, o Trinità Beata,
che Tu ci liberi dal male e dalle colpe,
conceda la pace ai tuoi servi
e accolga anche noi nel tuo regno di gloria
per tutti i secoli. Amen!






Ave Verum:

Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine

Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cujus latus perforatum fluxit acqua et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Iesu dulcis, O Iesu pie, O Iesu, fili Mariae,
Amen!






Con il Papa adoriamo il Divino Sacramento....

T'ADORIAM, OSTIA DIVINA [SM=g1740734]

T'adoriam, Ostia divina,
t'adoriam, Ostia d'amor:
tu dell'angelo il sospiro,
tu dell'uomo sei l'onor:

T'adoriam, Ostia divina,
t'adoriam Ostia d'amor.

Tu dei forti la dolcezza,
tu dei deboli il vigor,
tu salute dei viventi,
tu speranza di chi muor.

Ti conosca il mondo e t'ami,
tu la gioia d'ogni cuor;
ave, o Dio nascosto e grande,
tu dei secoli il Signor.





[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

[SM=g1740750]
Fraternamente CaterinaLD

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Un grazie al blog:

antoniodipadova.blogspot.com/2009/09/non-solo-gregoriano-gli-inni-latini-...

Non solo gregoriano! Gli inni latini con musica corale moderna

Anima Christi è una preghiera medievale anonima, probabilmente composta da papa Giovanni XXII (+1334) e ben presto messa in musica. Piaceva moltissimo a Sant'Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, che la riportò all'inizio degli Esercizi spirituali, (ma non ne è l'autore).
Nonostante esista una versione gregoriana, questa preghiera è stata musicata e resa popolare dal Gesuita inglese William J. Maher, (+1877). L'amatissimo inno inglese Soul of my Saviour è una traduzione metrica dell'Anima Christi e condivide con il testo latino la stessa famosissima melodia.
Questa preghiera è molto adatta come canto durante la comunione dei fedeli. Recentemente anche mons. Frisina, direttore del Coro della Cattedrale di Roma, ha ripreso il testo latino proponendone una sua versione corale (che spopola tra i cori parrocchiali).


Il testo:


Anima Christi, sanctifica me.
Corpus Christi, salva me.
Sanguis Christi, inebria me.
Aqua lateris Christi, lava me.

Passio Christi, conforta me.
O bone Iesu, exaudi me.
Intra tua vulnera absconde me.
Ne permittas me separari a te.

Ab hoste maligno defende me.
In hora mortis meae voca me.
Et iube me venire ad te,
Ut cum Sanctis tuis laudem te
(in saecula saeculorum. Amen)


Traduzione conoscitiva:
Anima di Cristo, santificami,
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami,
acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, fortificami.
Oh buon Gesù, esaudiscimi.
Nelle tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io sia separato da Te.
Dal nemico difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami,
e comandami di venire a Te,
Perché con i tuoi Santi ti lodi,
nei secoli dei secoli.
Amen
.


[SM=g1740717] [SM=g1740720]



[SM=g1740738]

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24/09/2009 10:37
 
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Proprio ieri, ho suonato questo canto in una Messa per una giovane di 35 anni morta del mio paese, la strofa la cantava una solista con una voce meravigliosa a dir poco, di una corale vicino al mio paese, mentre il ritornello lo eseguivamo a 4 voci....

L'abbiamo fatto alla Comunione e credimi, Tea, mentre suonavo l'organo avevo i brividi continui addosso, è stata indimenticabile....

Alla fine mi sono complimentato con la corista e ho ringraziato Dio per averle donato una voce simile.

Comunque ci sono altre due strofe

ANIMA CHRISTI

RIT.    ANIMA CHRISTI, SANTIFICA ME
    CORPUS CHRISTI, SALVA ME.
    SANGUIS CHRISTI, INEBRIA ME
    AQUA LATERIS CHRISTI, LAVA ME.

Passio Christi, conforta me.
O bone Iesu, exaudi me.
Intra vulnera tua absconde me.

RIT.

Ne permittas a te me separari.
Ab hoste maligno defende me.
In hora mortis meæ voca me.

RIT.

Et iube me venire ad te,
ut cum sanctis tuis laudem te
per infinita sæcula sæculorum. Amen.

RIT.

Sia lodato Gesù Cristo
[Modificato da (Gino61) 24/09/2009 10:40]
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24/09/2009 15:38
 
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L'abbiamo fatto alla Comunione e credimi, Tea, mentre suonavo l'organo avevo i brividi continui addosso, è stata indimenticabile....

************************

[SM=g1740722] bravo Gino [SM=g1740721] hai capito si cosa si intende per Musica Sacra? il cuore ti scoppia senza scoppiare, i sensi trasudano senza scomporsi...


ASCOLTATE ORA QUESTA ALLELUJA....è del Settimo secolo d.C. fa parte della Tradizione Cattolica Romana, in latino, cantata dalle Chiese Particolari... [SM=g1740738]

Il testo è semplice:

Alleluia.
Dies sanctificatus illuxit nobis:
venite gentes, et adorate Dominum;
qui hodie descendit, lux magna super terram.
Alleluia
.






[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740738]



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02/10/2009 21:59
 
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Continuando sulla scia degli approfondimenti sulla Musica Sacra:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

vi propongo il Pater Noster in latino che sembra scontato il saperlo, ma in verità è come per l'inno italiano, molti si mangiano le parole... [SM=g1740733]


Cantare durante la Messa o cantare LA Messa? Sarebbe appropriata la seconda formula. E se i confratelli sacerdoti imparano la loro parte, il popolo imparerà la sua. Se il ministro canta, anche l'assemblea pregherà cantando. Non c'è niente di meglio che iniziare a re-imparare a cantare la Messa, a partire dalla preghiera regina di tutte le preghiere: il Padre Nostro.
Nel cuore della sinassi eucaristica di tutte le tradizioni troviamo la preghiera che Gesù ci ha insegnato. Cantarla ha diversi vantaggi, cantarla in latino altri ancora.

1) Cantando le preghiere, queste si rallentano e possono essere gustate più a lungo. In gregoriano, poi, il Padre Nostro si canta sul ritmo del respiro.

2) Cantare fa andare INSIEME: non c'è nulla di più cacofonico e triste che sentire un'assemblea che recita sciattamente la preghiera del Signore, con qualcuno che corre e altri che rallentano.

3) Cantare le preghiere della Messa ci ricollega alla primitiva tradizione ebraica, sicuramente conosciuta e praticata da Gesù e dagli apostoli. Le preghiere sinagogali e dell'assemblea israelita sono anche oggi cantillate, come quelle cristiane e quelle islamiche. Cantare le orazioni con semplici melodie è il miglior modo di renderle più belle e preziose per presentarle in modo più degno al Dio degli Dei.

4) Cantare implica più attenzione al testo e più cura, più consapevolezza, riduce la distrazione, impegnando di più il nostro corpo nella preghiera.

5) Cantare in latino il Padre Nostro ci fa sentire parte dell'unica Chiesa Romana. Non usiamo una lingua nostra, ma la lingua del nostro gruppo internazionale, quasi un simbolo di riconoscimento dei cristiani latini, che possono cantare sempre e dovunque la stessa preghiera in qualunque chiesa del loro rito.

6) La chiea ha usato questa melodia e questo testo da secoli e secoli. Pensate ai santi e alle sante che l'hanno cantato. E noi abbiamo la stessa opportunità. Pechè privarcene?

7) Il Pater in latino accomuna - come tante altre formule in realtà - la liturgia della forma ordinaria e quella della forma straordinaria. Se ci fosse più latino e più canto nell'ordinarietà della vita liturgica tante diatribe sarebbero superate senza problemi e tante polemiche neppure esisterebbero.... Chi vuol capire capisca!

Ecco qui un tutorial per imparare per bene a cantare il Pater Noster della tradizione romana:





[SM=g1740738]

Fonte: Cantuale Antonianum
antoniodipadova.blogspot.com/2009/09/cantare-il-padre-nostro-con-una-s...



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PER I NOSTRI DEFUNTI.....


Per molti secoli i testi del requiem venivano cantati su melodie gregoriane. La prima impostazione polifonica viene generalmente attribuita al compositore Johannes Ockeghem, intorno al 1460; si suppone che il suo requiem attingesse molto dal più anziano Guillaume Dufay, ma la partitura di Dufay è andata perduta. Molti dei primi requiem utilizzano dei testi diversi da quelli della liturgia ufficiale, probabilmente perché prima del Concilio di Trento diverse erano le impostazioni liturgiche in molti paesi europei. Il requiem di Antoine Brumel, datato intorno al 1500, è il primo che comprende il Dies iræ.

Oltre 2.000 requiem sono stati composti fino ad oggi. Molte delle versioni rinascimentali venivano eseguite senza strumenti musicali, di solito con il canto a cappella, mentre a partire dal XVII secolo i compositori preferirono sempre più spesso l'uso di strumenti per accompagnare il coro, includendo anche voci soliste. Si registrano sovente delle modifiche tra le varie composizioni su quali parti dei testi liturgici sono musicate: molti compositori omettono il Graduale; una scuola di compositori francesi (capeggiata dal Fauré) omette il Dies iræ per ragioni stilistiche, mentre lo stesso testo era spesso al centro di composizioni di artisti francesi nei secoli precedenti.

Alcuni compositori hanno aggiunto al Requiem parti che sono proprie dell'ufficio della sepoltura, non facendo parte del servizio liturgico vero e proprio, ma nel caso del funerale segue dopo la messa, altri ancora hanno aggiunto dei movimenti supplementari da cantarsi nel corso del requiem, come il mottetto devozionale Pie Iesu nel requiem di Fauré, Duruflé, e Lloyd Webber. I due testi aggiuntivi per il pio ufficio della sepoltura sono:

Libera Me
(LA)
« Libera me, Domine, de morte æterna, in die illa tremenda, quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris iudicare sæculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atque ventura ira. Dies iræ, dies illa, calamitatis et miseriæ, dies magna et amara valde. Requiem æternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. »

(IT)
« Liberami, o Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo quando la terra e il cielo si muoveranno, quando tu verrai a giudicare il mondo con il fuoco. Sono tremante pieno di timore, in considerazione del giudizio che verrà. Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria, un giorno molto triste. Dona loro l'eterno riposo, Signore: li illumini la luce perpetua. »


« In paradisum deducant te Angeli; in tuo adventu suscipiant te martyres, et perducant te in civitatem sanctam Ierusalem. Chorus angelorum te suscipiat, et cum Lazaro quondam paupere æternam habeas requiem. »


« In paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro, povero in terra, tu possa godere il riposo eterno nel cielo. »


Pie Iesu
(LA)
« Pie Iesu Domine, dona eis requiem. Dona eis requiem sempiternam. » (IT)
« O Gesù buono, dona loro il riposo; dona loro il riposo eterno. »


A partire dal XVIII secolo e per buona parte del secolo successivo, furono in molti tra i compositori coloro che scrissero dei veri e propri concerti da requiem, dal momento che l'organico richiesto era notevole, o la durata troppo estesa. Ciò non rendeva possibile l'esecuzione di tali opere in una cerimonia funebre; i requiem di Gossec, Berlioz, Verdi, e Dvořák sono in pratica dei concerti drammatici, resi in forma di oratori. Una controreazione a questa tendenza fu iniziata dal movimento ceciliano, che raccomandava di limitare il requiem ad un sobrio accompagnamento a musiche di carattere liturgico evitando l'utilizzo di voci soliste di tipo operistico.


[SM=g1740733] ora ascoltiamo In Paradisum aiutandovi con il video è facile da imparare.....




[SM=g1740717] [SM=g1740720]


[SM=g1740738]
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[SM=g1740733] ....qualcuno potrebbe pensare che i Canti della Tradizione Liturgica della Chiesa, siano solo in latino gregoriano...no amici non è così...
La musica gregoriana ha dato, se possiamo dire, lo stampo di come deve essere la musica all'interno del contesto liturgico e durante la Messa, la Divina Liturgia come dicono anche gli Ortodossi...e il gregoriano ne è la massima espressione, ci sono Messe specifiche così chiamate...
ma ci sono anche altri Canti che fanno parte integrante della Tradizione e non sono in gregoriano, nè in latino... [SM=g1740733]
questi sono specialmente usati durante LA COMUNIONE....così come durante le adorazioni Eucaristiche o le processioni...

Ecco un esempio che ho realizzato come un karaoke, quindi le parole le potrete seguire nel video cantato...
è uno dei tanti Inni dedicati al Sacro Cuore di Gesù che prima del Concilio era una Festa Liturgica molto importante...

Sopra è stato postato anche T'Adoriam Ostia Divina che non è un gregoriano, ma fa parte della nostra Tradizione Eucaristica....così come Inni e canti che seguirà questa del Sacro Cuore...:









[SM=g1740717] [SM=g1740720]
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Sulla scia di questa Comunione anglicana:
I TRADIZIONALISTI ANGLICANI FANNO PACE CON ROMA? SEMBRA DI SI


possiamo approfondire anche da qui la conoscenza DELLA MUSICA SACRA NELLA LITURGIA TRADIZIONALE ANGLICANA PERCHE' ALLA FINE E' LA STESSA....

appena troveremo qualche video lo metteremo, intanto vi lasciamo con questo testo ben curato
...

Inni anglicani e cattolici

È sempre la stessa musica



di Marcello Filotei

All'anglicano Clive Staples Lewis avevano detto di stare attento a filologi, poeti e cattolici. I primi meschini e troppo attenti ai particolari, i secondi poco affidabili, i terzi sempre pronti a tirarti dalla loro parte. Non c'è riuscito. Dopo essere convolato a nozze con una poetessa americana strinse amicizia con un esperto di lingue antiche come John Ronald Reuel Tolkien, campione letterario della fedeltà al vescovo di Roma. A lungo i due hanno discusso su questioni letterarie, ma senza litigare su temi teologici. Se l'arte serve a qualcosa è quella di riconoscere l'essenza delle cose. In letteratura Lewis e Tolkien hanno dimostrato come una comune tradizione si può declinare in diversi modi, ma non può essere ignorata. In musica, da Roma gli sviluppi che hanno seguito il distacco anglicano mostrano come i problemi e le soluzioni sono spesso paragonabili.
 
Puntando l'attenzione sulle funzioni, ad esempio, il problema è lo stesso a qualsiasi latitudine:  conciliare qualità e fruibilità. Facendo riferimento alla liturgia anglicana del XVI secolo Nicholas Temperley sottolinea che gli inni venivano considerati l'incarnazione del "conflitto fra i due obiettivi della musica parrocchiale:  realizzazioni artistiche e espressione popolare", perché cantati in maniera che i musicisti stimavano rozza e insopportabile. Una constatazione che vale per qualsiasi rito. Succede così che Chiesa cattolica e Comunione anglicana, sul fronte musicale e non solo, devono affrontare gli stessi problemi.


Oltre la Manica, in linea generale, è prevalsa nei secoli l'indicazione di favorire una liturgia sobria, sorretta dalla lingua inglese e chiamata a far partecipare il più possibile l'assemblea. In musica tutto questo significa poco, come la gran parte delle raccomandazioni teoriche. Era quindi abbastanza scontato che lì, che come in altri ambiti e in altre occasioni, ci fossero diverse interpretazioni. Alla fine, comunque, l'esperienza ha portato a convergere sulla necessità di una scrittura vocale austera capace di dare risalto al testo:  in questo, probabilmente, si può individuare uno "stile anglicano", che si è sviluppato prevalentemente nelle cattedrali e che per questo è spesso definito Cathedral music.

Ma se gli strumenti vennero a lungo messi da parte, l'atteggiamento strumentale fu recuperato parzialmente nella vocalità. Nel XVI secolo, infatti, i cori anglicani erano formati da non più di una trentina di elementi e le parti che avrebbero dovuto essere femminili, come quelle dei contralti, venivano in genere affidate a ragazzi educati a una particolare tecnica vocale che, evitando l'effetto del vibrato, richiama la sonorità strumentale.

Con il passare del tempo lo stile anglicano si è dotato di un repertorio proprio, all'interno del quale gli inni e soprattutto gli anthems (da antifona) rappresentano un elemento di originalità. Se i primi concretizzano la speranza di rendere più immediata la partecipazione dell'assemblea - esigenza sentita fortemente anche in ambito cattolico - l'anthem, strutturato sul grande mottetto polifonico, si presenta con una forma autonoma articolata in versus-anthem (che vede l'alternanza tra il tutti e i solisti) e full-anthem (che si limita a utilizzare il coro). Due risvolti della stessa medaglia che hanno saputo convivere a lungo e che gradualmente furono arricchiti dal sostegno strumentale.

Paradossalmente fu proprio la proibizione dell'uso del coro e degli strumenti in chiesa, sopraggiunta durante il puritanesimo, a favorire lo sviluppo della forma. Come spesso avviene nell'arte, vietare non fa altro che aumentare l'interesse verso ciò che è proibito. Così tutto quello che non si poteva fare durante le funzioni trovò sfogo in una produzione profana particolarmente ricca e avanzata, spesso opera degli stessi compositori che prima lavorano per la Chiesa. Fu così allora che con la nuova fioritura della produzione liturgica, iniziata con il regno di Carlo ii, le conquiste linguistiche raggiunte in campo profano si riversarono massicciamente nel linguaggio sacro.

Ma la forma e i procedimenti tecnici non fanno la musica, ne sono solo il presupposto, così come le parole diventano versi solo sulla bocca dei poeti. Per comporre partiture che reggano il peso dei secoli ci vogliono personalità eccezionali e a volte qualcuna di queste arriva al momento giusto, quando cioè ci sono tutti i presupposti per mettere a frutto il proprio talento.

È il caso di Händel che, come solo i grandi sanno fare, riuscì a trovare una sintesi tra le tendenze prevalenti nella sua epoca e le eredità di quelle precedenti, filtrando il tutto attraverso una rara sensibilità. Lo stile sacro tedesco e la tradizione operistica e cameristica italiana trovarono il modo di sposarsi a quanto fino ad allora era emerso dalla giovane tradizione anglicana. L'occasione furono le grandi solennità, che divennero il luogo per mettere a punto uno stile ricco, a tratti opulento.

Te Deum, Coronation anthems o Chandos anthems, che richiesti a un compositore qualsiasi avrebbero rischiato di trasformarsi in pezzi d'occasione dei quali si perde volentieri la memoria, nelle mani di Händel sono diventati momenti alti di uno stile che, seppur mantenendo stretti legami con la tradizione, si è garantito una sua originalità. Anche a questo servono i geni, e non importa per chi lavorano.


(©L'Osservatore Romano - 30 ottobre 2009)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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06/11/2009 12:40
 
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Santa Messa in suffragio dei Vescovi e Cardinali defunti nel corso dell'anno
Basilica Vaticana

LUX AETERNA


[SM=g1740733]



REQUIEM AETERNAM




[SM=g1740717] [SM=g1740720]


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[SM=g1740733]

Canto gregoriano per tutti

Forse non tutti sanno che (come dice la Settimana Enigmistica) è da anni on line un sito con le registrazioni dei canti gregoriani di quasi tutto l'anno liturgico. Sia del rito moderno (per quelle 10 celebrazioni in tutto il mondo in cui esista ancora introito, graduale, offertorio e communio...), sia - e ci interessa di più - tridentino. Un sito brasiliano, con registrazioni (di qualità media, ammettiamolo: ma per le ripetizioni e le prove va benissimo) effettuate dal vivo in un monastero benedettino di Rio de Janeiro.

Il sito è in più lingue (alla traduzione latina abbiam provveduto noi a suo tempo: a voi di scovare gli errori di morfologia e sintassi latine, e di segnalarcele) e questo è il link.

Trovate le varie Messe dell'anno a quest'altro
link.

Ora, il sito Cordialiter ha encomiabilmente raccolto in un file zippato (per evitare le lungaggini di un download pezzo per pezzo) l'intero kyriale. Cliccate qui per andare al post di Cordialiter, ove troverete il link per scaricare il file.

Quindi: Liber usualis in mano, e avanti con le ripetizioni.




[SM=g1740722] [SM=g1740721]

[SM=g1740717] [SM=g1740720]

[SM=g1740750]

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29/01/2010 00:59
 
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Segue ora:

Libera me, Domine

di cui abbiamo parlato sopra, un canto funebre, per accompagnare l'anima del Defunto la Chiesa non stava li a parlare del Defunto, ma PREGAVA PER LA SUA ANIMA, LA ACCOMPAGNAVA CON L'EUCARESTIA E IL CORO SOSTENEVA IL RITO....la gente ascoltava e comprendeva davvero a tal punto che si usciva dalla Chiesa e i grandi dicevano ai più piccoli: "ecco è tutto finito, ora riposa in Pace..."

« Libera me, Domine, de morte æterna, in die illa tremenda, quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris iudicare sæculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atque ventura ira. Dies iræ, dies illa, calamitatis et miseriæ, dies magna et amara valde. Requiem æternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. »

« Liberami, o Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo quando la terra e il cielo si muoveranno, quando tu verrai a giudicare il mondo con il fuoco. Sono tremante pieno di timore, in considerazione del giudizio che verrà. Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria, un giorno molto triste. Dona loro l'eterno riposo, Signore: li illumini la luce perpetua. »


Un grato ricordo al Padre Lorenzo Perosi grande nel genio ed umile nell'esporre tanta arte celestiale...e una Prece per tutte le Anime del Purgatorio specialmente i sacerdoti più abbandonati e dimenticati e che maggiormente soffrono...




[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740738]

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11/03/2010 21:41
 
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[SM=g1740733] Di Mozart il Requiem....

La messa di Requiem in re minore K 626 è l'ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart (5 dicembre 1791).

Mozart lasciò la partitura incompiuta: ebbe la possibilità di portare totalmente a termine solo il primo numero dell'opera (Introitus: Requiem aeternam); portò comunque come di consueto avanti la stesura dell'opera scrivendo solo le parti principali (le quattro voci del coro e dei soli - se presenti - e la linea del basso con la numerica per la realizzazione del continuo all'organo), ed indicando di tanto in tanto il motivo melodico dell'accompagnamento ove questo non fosse deducibile dalle altre parti.

In questo stadio primordiale sono pervenuti Kyrie, Sequentia (con il Lacrimosa che si ferma dopo le prime otto battute sulle parole "homo reus"), e l'Offertorium. Tutto ciò è verificabile dal manoscritto originale conservato presso la Biblioteca di Stato di Vienna, ricomposto verso la metà del XIX secolo o per donazioni o per acquisizioni dopo la morte dei proprietari.

Esiste tuttavia la possibilità che Sussmayr abbia avuto accesso ad appunti ed abbozzi mozartiani non pervenutici. Constanze ebbe a dire anni dopo che in mezzo al noto disordine in cui il marito lavorava Sussmayr trovo vari "foglietti" con degli appunti: a testimonianza della veridicità di tale asserzione è a nota l'esistenza di un inizio di fuga sull'amen alla fine del Lacrimosa, abbozzata su un foglio contenente anche appunti riferiti ad altri lavori.

L'orchestrazione di Sussmayr non è sempre di buona fattura, e a volte è infarcita di errori e cadute di gusto: rimane però il fatto che riducendo a voci e basso continuo anche i brani apparentemente composti interamente da lui, si può riconoscere una chiara impronta mozartiana. l'unica fuga presente è quella dell'Hosanna al termine del Sanctus, difficilmente attribuibile all'allievo di Mozart, evidentemente non all'altezza.

Ipotizzando una paternità mozartiana anche per i brani non di suo pugno si possono evidenziare varie ingenuità. Sussmayr non si rese ad esempio conto che nel Benedictus - in si bemolle maggiore - la coda strumentale aveva un andamento modulante, e doveva servire per tornare a re maggiore, la tonalità del Sanctus (un ponte modulante identico era usato da Mozart poco prima nel finale primo del Flauto magico); Sussmayr invece porta a termine l'interludio strumentale trasportando l'Hosanna finale in detta tonalità, cosa mai fatta da Mozart in nessuna delle sue messe precedenti.

In questa partitura si fondono momenti di straordinario senso teatrale melodrammatico ad altri brani rigorosamente classicheggianti. Fra i momenti di maggiore ispirazione drammatica spicca sicuramente il Lacrimosa. Il compositore riesce, attraverso l'utilizzo di brevi frasi di crome ascendenti e discendenti assegnate ai violini contornate da una scrittura corale di ampio respiro, a creare un effetto di pianto a stento trattenuto, di preghiera umile e devota con un Amen conclusivo in forte che esprime tutto il fervore religioso dell'autore. Il Lacrimosa è per questi motivi da sempre considerato un banco di prova importante per direttori d'orchestra. Per contrasto la rigorosissima fuga del Kyrie pone non pochi problemi di precisione ritmica e intonazione al coro, senza per altro cedere di un passo dalla drammaticità che impregna l'intera partitura mozartiana. Infine un pezzo ricorrente fra i repertori sacri di molti cantanti lirici solisti è lo splendido Tuba Mirum nel quale la teatralità del compositore si fonde in modo egregio con la sacralità del testo, descritto attraverso un sapientissimo utilizzo, prima separato poi unito, delle quattro voci soliste.

Nel 1997 la scoperta di un'inedita sinfonia di Pasquale Anfossi (nota oggi con il nome di Sinfonia Venezia, 1776), mostrò che la voce tenorile nel Confutatis maledictis nel Requiem mozartiano, ne aveva ripreso una cellula melodica dall'Andante: sono uguali gli intervalli (il brano è trasferito dalla tonalità in La minore a quella di Re minore), la struttura armonica e l'articolazione ritmica, con le uniche differenze della quarta nota del motivo e dell'aggiunta di una pausa ritmica finale.

La notizia fu ripresa dai giornali ed ebbe un certo clamore, ma va rilevato che la pratica di riprendere brani musicali già esistenti è frequente in tutta la storia della musica e che nello stesso Requiem di Mozart, vi sono altri pezzi che, senza dubbio, sono stati ispirati da composizioni già esistenti: è il caso dell'Introitus, che riprende la composizione di Haendel Funeral anthem for Her Most Sacred Majestry Queen Caroline HWV 264 e del Kyrie che, a sua volta è molto simile al coro And with his stripes we are healed dall'oratorio Messiah dello stesso Haendel (HVW56). Essendo Mozart un estimatore ed uno studioso della musica di Haendel (tanto da avere curato nel 1789 una nuova orchestrazione dello stesso Messiah per conto del barone Gottfried van Swieten), è difficile considerare queste similitudini come casuali.

Va inoltre ricordato che nell'Introitus, sulle parole te decet hymnus Mozart utilizza un cantus firmus, affidato prima al soprano solo e poi a tutta la sezione, basato sul cosiddetto "tono peregrino", proveniente dal repertorio gregoriano: un arcaismo che si rifà alla grande tradizione polifonica tramandata sin dal rinascimento, quello che padre Martini definiva "stile sodo".

Composizione dei brani:

I. Introitus

Requiem aeternam
II. Kyrie

III. Sequentia

Dies irae
Tuba mirum
Rex tremendae
Recordare
Confutatis
Lacrimosa


IV. Offertorium

Domine Jesu
Hostias


V. Sanctus

VI. Benedictus

VII. Agnus Dei

VIII. Communio

Lux aeterna




[SM=g1740717] [SM=g1740720] buona meditazione nell'ascolto








In questo video la musica segue dopo la prima Lettura [SM=g1740733]








LACRIMOSA..... [SM=g1740717]

[SM=g1740734]


L'Offertorio




Santus



Agnus Dei e Lux Aeterna [SM=g1740752]





[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740722] [SM=g1740721]

[SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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11/03/2010 22:06
 
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[SM=g1740733] Testi delle parole per i brani di Mozart sopra riportati della Messa da Requiem:

Introitus: Requiem aeternam
(LA)
« Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem.
Exaudi orationem meam;
ad te omnis caro veniet.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis. »

(IT)
« L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Si innalzi un inno a te, o Dio, in Sion,
a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
Esaudisci la mia preghiera,
a te venga ogni mortale.
L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua. »


Kyrie eleison
(LA)
« Kyrie eleison
Christe, eleison
Kyrie eleison. »

(IT)
« Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà »


Dies irae
(LA)
« Dies irae, dies illa solvet saeclum in favilla, teste David cum Sybilla! Quantus tremor est futurus, quando judex est venturus, cuncta stricte discussurus. »

(IT)
« Giorno d'ira, quel giorno il mondo si dissolverà in faville, come hanno preannunciato Davide e Sibilla! Che terrore vi sarà quando arriverà il giudice, che esaminerà tutto severamente. »


Tuba mirum
(LA)
« Tuba mirum spargens sonum per sepulchra regionum, coget omnes ante thronum. Mors stupebit et natura, cum resurget creatura, judicanti responsura. Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur, unde mundus judicetur. Judex ergo cum sedebit, quidquid latet apparebit, nil inultum remanebit. Quid sum miser tunc dicturus, quem patronum rogaturus, cum vix justus sit securus? »

(IT)
« Una tromba che diffonde un suono meraviglioso nei sepolcri di tutto il mondo, chiamerà tutti davanti al trono. La morte e la natura stupiranno, quando la creatura risorgerà, per rispondere al giudice. Verrà aperto il libro, nel quale tutto è contenuto, in base al quale il mondo sarà giudicato. Non appena il giudice sarà seduto, apparirà ciò che è nascosto, nulla resterà ingiudicato. E io che sono misero che dirò, chi chiamerò in mia difesa, se a mala pena il giusto è tranquillo? »


Rex tremendae
(LA)
« Rex tremendae maiestatis, qui salvandos salvas gratis, salva me, fons pietatis. »

(IT)
« Re di tremenda maestà, tu che salvi per tua grazia, salva me, o fonte di pietà. »


Recordare
(LA)
« Recordare Jesu pie, quod sum causa tuae viae, ne me perdas illa die. Quaerens me sedisti lassus, redemisti crucem passus; tantus labor non sit cassus. Juste judex ultionis, donum fac remissionis ante diem rationis. Ingemisco tamquam reus, culpa rubet vultus meus: supplicanti parce, Deus. Qui Mariam absolvisti, et latronem exaudisti, mihi quoque spem dedisti. Preces meae non sunt dignae, sed tu, bonus, fac benigne, ne perenni cremer igne. Inter oves locum praesta, et ab haedis me sequestra, statuens in parte dextra. »

(IT)
« Ricordati, o Gesù buono, che sono il motivo della tua via, non perdermi, in quel giorno. Cercandomi ti sedesti stanco, mi hai salvato morendo in croce; fa' che tanta fatica non sia inutile. O giudice che punisci giustamente, donami la remissione dei peccati prima del giorno del giudizio. Piango perché sono colpevole, il mio volto arrossisce per la colpa: risparmia chi ti supplica, o Dio. Tu che hai assolto Maria Maddalena, e hai esaudito il ladrone, hai dato speranza anche a me. Le mie preghiere non sono degne, ma tu, buono, fa benignamente, che io non bruci nel fuoco eterno. Dammi un posto tra gli agnelli, allontanami dai capri, ponendomi alla tua destra. »


Confutatis
(LA)
« Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis, gere curam mei finis. »

(IT)
« Messi a tacere i maledetti, gettati nelle vive fiamme, chiama me tra i benedetti. Prego supplice e prostrato, il cuore contrito come cenere, abbi cura della mia sorte. »


Lacrimosa
(LA)
« Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus. Huic ergo parce, Deus. Pie Jesu Domine, dona eis requiem! Amen! »

(IT)
« Giorno di lacrime, quel giorno, quando risorgerà dal fuoco l'uomo reo per essere giudicato. Ma tu risparmialo, o Dio. Signore Gesù buono, dona loro riposo! Amen! »


Domine Jesu
(LA)
« Domine, Iesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu. Libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum; sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam, quam olim Abrahae promisisti et semini eius. »

(IT)
« Signore Gesù Cristo! Re di gloria! Libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene dell'inferno e dalla fossa profonda! Liberale dalla bocca del leone, affinché non vengano inghiottite dal Tartaro, e non cadano nell'oscurità: ma l'alfiere san Michele le porti nella luce santa, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe. »


Hostias
(LA)
« Hostias et preces tibi, Domine, laudis offerimus; tu suscipe pro animabus illis, quarum hodie memoriam facimus. Fac eas, Domine, de morte transire ad vitam. Quam olim Abrahae promisisti et semini eius. »

(IT)
« O Signore, a Te offriamo sacrifici e preghiere di lode. Ricevile in favore di quelle anime, delle quali oggi facciamo memoria: falle, o Signore, passare dalla morte alla vita, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe. »


Sanctus
(LA)
« Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra gloria tua.
Hosanna in excelsis. »

(IT)
« Santo, Santo, Santo
Signore Dio degli eserciti.
Pieni sono i cieli e la terra della tua gloria.
Osanna nell'alto. »

Benedictus

(LA)
« Benedictus qui venit in nomine Domini.
Hosanna in excelsis. »
(IT)
« Benedetto chi viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto. »

Agnus Dei
(LA)
« Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem sempiternam. »

(IT)
« Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo
dona loro pace.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro pace.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro pace eterna. »


Communio: Lux aeterna
(LA)
« Lux aeterna luceat eis, Domine,
cum Sanctis tuis in aeternum,
quia pius es.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux aeterna luceat eis, Domine.
Cum Sanctis tuis in aeternum,
quia pius es. »

(IT)
« Luce eterna splenda per loro, Signore,
con i Santi tuoi in eterno,
poiché sei buono.
Pace eterna dona loro, Signore,
e luce eterna splenda per loro, Signore.
Con i Santi tuoi in eterno,
poiché sei buono. »



[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740738] [SM=g1740752]

[SM=g1740722]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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30/03/2010 13:52
 
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Antifona:
Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis!
Nulla talem silva profert flore, fronde, gérmine.
Dulce lignum, dulci clavo dulce pondus sústinens


- En acétum, fel, arúndo, sputa, clavi, láncea;
mite corpus perforátur, sanguis, unda prófluit;
terra, pontus, astra, mundus quo lavántur flúmine!

Ant.

Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis!
Nulla talem silva profert flore, fronde, gérmine.
Dulce lignum, dulci clavo dulce pondus sústinens!

- Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa víscera,
et rigor lentéscat ille quem dedit natívitas,
ut supérni membra regis miti tendas stípite.

Ant.

- Sola digna tu fuísti ferre sæcli prétium,
atque portum præparáre nauta mundo náufrago,
quem sacer cruor perúnxit fusus Agni córpore.

Ant.

Æqua Patri Filióque, ínclito Paráclito,
sempitérna sit beátæ Trinitáti glória,
cuius alma nos redémit atque servat grátia.

Amen.

[SM=g1740717] [SM=g1740720]

Traduzione:

Ant. Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti! Nessun bosco ne offre uno simile per fiore, fogliame, germoglio. Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.

1. Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodi, lancia; il corpo mansueto è perforato e ne scaturiscono sangue ed acqua; la cui corrente lava la terra, il mare, le stelle, il mondo!

2. Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti! Nessun bosco ne offre uno simile per fiore, fogliame, germoglio. Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.

3. Piega i rami, alto albero, rilascia le [tue] fibre distese e si pieghi quella rigidità, che avesti dalla natura, per concedere alle membra del re celeste un tronco clemente.

4. Tu sola fosti degna di portare il riscatto del mondo e di preparare un porto al mondo, navigante naufrago, che il sangue sacro, effuso dal corpo dell’Agnello, ha unto.

5. Al Padre e al Figlio e all’illustre Paraclito, sia un’eguale e sempiterna gloria, alla Trinità beata , la cui grazia vivificante ci ha redento e ci preserva. Amen.


[SM=g1740738]



[SM=g1740717] [SM=g1740720]


[SM=g1740738]

Pange Lingua (compresi Crux Fidelis)
Ci sono due Pange Lingua in uso, uno da S. Thomas Aquinas e poi questo, da Venantius Fortunatus (530-609 dC)
Troppo raramente ascoltato nella liturgia Novus Ordo, ma sempre ascoltato nella liturgia tradizionale
E ampiamente utilizzati nella preghiera pubblica della Chiesa e la liturgia
in particolare Santo settimana / Venerdì Santo
esaltando il trionfo della Santa Croce. Questa versione Monastica processione con una serie di intervallati.

FEDELI Croce! Sopra tutti gli altri,
uno solo e nobile albero!
Nessuno nel fogliame, nessuno in fiore,
nessuno in frutta tuo coetanei può essere;
dolce legno e ferro dolce!
Peso dolce è appeso su di te!
Canto, la mia lingua, la gloria del Salvatore;
raccontare il suo trionfo in lungo e in largo;
dire ad alta voce la famosa storia
del suo corpo crocifisso;
come la croce su di una vittima,
sconfiggere / conquistare la morte, Egli è morto
.
-etc. etc. ...


Proverò a postare il testo più integralmente che potrete seguire nel secondo video, considerate che in ogni Chiesa tale Inno è spesso abbreviato a seconda delle necessità come appunto è dimostrato con i due file postati dove, entrambi, riportano il medesimo Inno ma con strofe diverse, il secondo video è riportato più integralmente! [SM=g1740733]


Antifona:
Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis!
Nulla talem silva profert fronde, flore, gérmine.
Dulce lignum, dulci clavo dulce pondus sústinens!


(Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti! Nessun bosco ne offre uno simile per fiore, fogliame, germoglio. Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.)

- Pange lingua, gloriosi, proelium certaminis,
et super Crucis tropaeo dic triumphum nobilem,
qualiter Redemptor orbis immolatus vicerit.

(Esalti ogni lingua nel canto lo scontro e la grande vittoria,
e sopra il trofeo della Croce proclami il suo grande trionfo,
poichè il Redentore del mondo fu ucciso e fu poi vincitore.)

(si ripete l'Antifona)

- Quando venit ergo sacri plenitudo temporis,
missus est ab parce Patris, Natus orbis conditor,
atque ventre verginali, carne factus prodiit.

(E quando il momento fu giunto del tempo fissato da Dio,
ci venne qual dono del Padre il Figlio, creatore del mondo;
agli uomini venne incarnato nel grembo di Vergine Madre.)

* si ripete l'Antifona ma solo questo passo:

Dulce lignum, dulci clavo dulce pondus sústinens!
Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.

- Vagit infans inter arta conditus praesaepia,
membra pennis involuta, Virgo Mater alligat,
et manus pedesque et crura stricta cingit fascia.

(Vagisce il Bambino, adagiato in umile, misera stalla,
le piccole membra ravvolge e copre la Vergine Madre,
ne cinge le mani ed i piedi, legati con candida fascia.)

(si ripete l'Antifona integralmente: Crux Fidelis)
Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis!
Nulla talem silva profert fronde, flore, gérmine
.

- Lustra sex qui iam peregit tempus implens corporis,
se volente, natus ad hoc, passioni deditus,
Agnus in crucis levatur immolandus stipite.

Dulce lignum, dulci clavo dulce pondus sústinens!
Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.

- Aequa Patri Filioque, inclito Paraclito,
sempiterna sit beatae Trinitati gloria;
cuius alma nos redemit atque serva gratia.





[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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ATTENDE DOMINE
Canto di penitenza si esegue soprattutto in Quaresima:

Questo è il grido del peccatore che chiama verso il Signore per ricevere la sua misericordia. Un monumento della liturgia cattolica, provveniente dalla liturgia mozarabica.

Il corrispettivo del Rorate coeli durante il tempo di quaresima è l’Attende Domine, anch’esso una salmodia responsoriale ricca di pathos. Al ritornello Attende Domine et miserere quia peccavimus tibi (Ascolta Signore ed abbi pietà, poiché contro di te abbiamo peccato), si alternano le strofe che imprimono con il loro testo pieno di partecipazione commossa, la richiesta di perdono, al fine di poter degnamente giungere alla gioia pasquale.

Il video che segue contiene il Karaoke per imparare il canto [SM=g1740722]


[SM=g1740738]


[SM=g1740733]



Il Repertorio Gregoriano


Grande importanza riveste il canto gregoriano nel repertorio della nostra corale. Esso è il canto proprio della Liturgia Latina. “La Chiesa riconosce il canto Gregoriano come proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale.” (Costituzione Conciliare Sacrosantum Concilium, cap. VI – 116).

Consci dell’importanza data dal Concilio Ecumenico Vaticano II al Canto Gregoriano all’interno del grande e doveroso rinnovamento liturgico, ci siamo fatti partecipi, nella nostra umiltà, alla riscoperta di questo millenario repertorio, che dai primi secoli del Cristianesimo accompagna ancor oggi la preghiera della Chiesa di Dio. Pertanto, seguendo la tradizione musicale della nostra parrocchia, ci siamo fatti portatori del pensiero del parroco (dal 1952 al 1978) don Antonio Robello.

Grande uomo di cultura, oltre che di fede, incoraggiò il canto corale e gregoriano negli anni antecedenti il Concilio, consapevole del fatto che solo attraverso un repertorio musicale degno, l’assemblea dei fedeli potesse diventare una sola voce nel canto dei Divini Misteri. Di prima persona egli insegnò ai giovani ed ai meno giovani la musica, componendo egli stesso canti liturgici, trascrivendo i corali di J. S. Bach in italiano e dando ad essi nuova vita grazie a testi da lui stesso composti, veri capolavori di poesia, ancor oggi in uso nella nostra parrocchia. Ma soprattutto fece conoscere ai fedeli di Cogoleto il canto Gregoriano, sino ad allora messo nel dimenticatoio. Ancor oggi moltissimi parrocchiani ricordano a memoria messe gregoriane, anche molto complesse dal punto di vista musicale (come la Messa XII Pater Cuncta) proprio perché insegnate al tempo da questa grande figura di sacerdote. Sulla scia di questo grande rinnovamento culturale e spirituale, in cui gli stessi fedeli sono chiamati a prendere parte al canto di questo magnifico repertorio di brani, la corale S. Maria si è fatta partecipe della salvaguardia di questo tesoro nascosto della nostra comunità.

All’interno del nostro repertorio gregoriano trovano posto i brani qui sotto elencati, che vengono da noi eseguiti durante l’Anno Liturgico nella nostra Parrocchia:

Messe Gregoriane:

la Messa I (Lux et origo)

la Messa VIII (De Angelis)

la Messa XI (Orbis factor)

la Messa XII (Pater cuncta)

la Messa XVI, che con il Gloria XV, il Sanctus XIII ed l’Agnus Dei II “ad libitum” diventa la Missa brevis cantata ogni domenica (insieme all’antifona Asperges me all’aspersione dell’acqua benedetta).

La Messa XVIII (Deus Genitor alme) per l’Avvento e la Quaresima

Il Credo I e III

Il Kyrie III ad libitum con il Tropo Rector cosmi pie

Le risposte al celebrante in canto Gregoriano della Liturgia di Paolo VI

La Messa dei Defunti Gregoriana comprendente l’Introito Requiem Aeternam con relativo salmo, il Kyrie, il Graduale in tono 2° o il Salmo Responsoriale Apud Dominum Misericordiam, l’Offertorio Domine Jesu Chrisrte, il Communio Lux Aeterna, le antifone alle Esequie In Paradisum ed Ego sum ressurectio et vita.

Il Vespro della Domenica ed il Vespro della Santissima Trinità in Gregoriano e secondo i dettami del Concilio Vaticano II

La Compieta della Domenica, anch’esso in Gregoriano secondo l’attuale Liturgia Horarum

Per quanto riguarda il Proprio del Tempo:

Per il Giorno di Tutti i Santi l’Introito Gaudeamus omnes in Domino.

Per la Solennità della Immacolata Concezione di Maria Sempre Vergine l’Introito Gaudens Gaudebo el’Antifona al Cantico di Simeone Tota Pulchra es Maria dal Graduale Simplex.

Per il Santo Natale:

nella Missa in nocte l’Itroito Dominus dixit ad Me, il Communio In Splendoribus Sanctorum;

nella Missa in Die l’Introito Puer natus est nobis, l’Alleluia Dies Santificatus, il communio Viderunt Omnes.

Per l’Epifania del Signore l’Introito Ecce advenit e l’Alleluia Vidimus stellam.

Per la Domenica delle Palme l’Inno introitale Gloria laus, le due Antifone Pueri Hebraeorum ed il Responsorio Graduale Christus factus est.

Per la liturgia del Giovedì Santo in Coena Domini l’Introito Nos Autem, alla lavanda dei piedi le antifone Mandatum Novum e In hoc cognoscent omnes, per l’offertorio l’Antifona Ubi caritas, alla reposizione del Santissimo Sacramento l’Inno Pange lingua, da noi conosciuto anche nella forma ambrosiana.

Per la Liturgia del Venerdì Santo In Passione Domini, alla liturgia della parola il già sopra citato Responsorio Graduale Christus factus est, all’Adorazione della Santa Croce l’invitatorio Ecce Lignum Crucis e l’intera gamma dei canti da farsi durante l’adorazione della Croce: l’Antifona Crucem tuam, gli improperii Popule meus e l’Inno alla Croce di Venanzio Fortunato Crux fidelis.

Per la Vigilia Pasquale l’Alleluia Confitemini Domino, le Litanie dei Santi, l’antifona Vidi Aquam ed il conclusivo Ite Missa est, Alleluia, Alleluia.

Per la Messa del Giorno di Pasqua l’Introito Resurrexi, il Responsorio Graduale Haec dies, l’Alleluia Pascha nostrum e la sequenza Victimae Paschali Laudes.

Per il Giorno dell’Ascensione l’Introito Viri Galilei.

Per la Domenica di Pentecoste l’Introito Spiritus Domini, i due Alleluia nella sola forma senza versetto e la Sequenza Veni Sante Spiritus.

Per la Solennità di San Lorenzo martire, patrono di Cogoleto, l’Introito Confessio et pulchritudo e l’Alleluia Levita Laurentius.

Per la Natività della Beata Vergine Maria, cui è intitolata la nostra parrocchia l’Introito Salve Sancta Parens e dal comune delle feste della Vergine Maria l’Offertorio Ave Maria Gratia plena.

Altri brani Gregoriani

Altri brani gregoriani, seppur alieni al repertorio formato dai brani del Proprio e dell’Ordinario, sono stati da noi studiati e diverse volte eseguiti, in meditazioni, concerti o convegni. Un esempio è l’antico tropo Quem quaeritis Pastores che funge da introduzione all’introito del Giorno di Natale Puer natus est. I tropi sono delle aggiunte ai testi liturgici che, a partire dall’VIII secolo, ampliano ed esemplificano il significato di quella preghiera. Nati dapprima per arricchire i canti dell’Ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Santus ed Agnus Dei), hanno poi via, via interessato quasi tutto il repertorio della Messa e dell’Ufficio. Il Quem quaeritis Pastores ne è un tipico esempio.

Esso introduce il canto dell’Introito del Giorno di Natale, il Puer natus est, appunto, che, cantato nel modo VII gregoriano, esprime tutta la gioia del grande dono che il Signore ci ha fatto: “un bambino ci è nato, un figlio ci è stato donato”. L’introduzione, composta da un intenso dialogo tra le pie donne ed i pastori “Che cosa cercate nella mangiatoia, ditelo o pastori?Il Signore e Salvatore Gesù Cristo, un pargolo avvolto tra fasce secondo la parola dell’Angelo”, si trasforma in vera e propria rappresentazione teatrale quando, citando le parole del profeta Isaia (è infatti tratto dagli suoi scritti l’introito di Natale), è lo stesso profeta ad intervenire, sotto forma di voce solista: “. . . è qui il piccino con Maria, sua madre, a proposito del quale il profeta Isaia da tempo aveva predetto: (Isaia) Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio . . .” Il serrato dialogo continua sino alla grande presa di coscienza sottolineata dal duplice Alleluia, cantato da tutti con esultanza, che introduce il Puer natus est rappresentante l’apice della gioia di tutti i fedeli: “Alleluia, alleluia. Adesso sappiamo bene che Cristo è nato in terra pensando a lui cantate tutti e dite con il profeta Isaia: un bambino ci è nato . . . ecc.”

Nella nostra parrocchia è uso cantare, durante il tempo d’avvento, l’invocazione Rorate coeli. Essa è una salmodia responsoriale, un tempo usata per le Rogazioni. Il ritornello, ripetuto dopo ogni strofa, esprime con straordinaria semplicità e dolcezza, il desiderio di purificazione e di attesa: Rorate coeli dèsuper, et nubes pluant iustum – dall’alto cada, o cieli, la vostra rugiada e, come dalle nubi la pioggia, scenda il Giusto fra noi. Le prime tre strofe rappresentano in modo crudo l’afflizione del popolo di Dio …non adirarti, o Signore, non ricordare più le nostre colpe … abbiamo peccato e le colpe ci hanno reso immondi …e la trepidante attesa per l’arrivo del Salvatore … guarda l’afflizione de tuo popolo, e manda colui che stai per inviarci.

Non poteva mancare il misericordioso intervento dell’Altissimo, che con paterno amore, rassicura il proprio gregge disperso: Consolati, consolati, o popolo mio, presto verrà la tua salvezza: perché ti consumi nella tristezza? Ti salverò, non temere, perché io sono il Signore Dio tuo, il tuo redentore. Il corrispettivo del Rorate coeli durante il tempo di quaresima è l’Attende Domine, anch’esso una salmodia responsoriale ricca di pathos. Al ritornello Attende Domine et miserere quia peccavimus tibi (Ascolta Signore ed abbi pietà, poiché contro di te abbiamo peccato), si alternano le strofe che imprimono con il loro testo pieno di partecipazione commossa, la richiesta di perdono, al fine di poter degnamente giungere alla gioia pasquale.

Durante il tempo di Natale è cantato, con la partecipazione dei fedeli, il Puer natus in Bethleem, canto processionale del XIV secolo, che, anche se di fatto fuori dal repertorio Gregoriano, esprime con la gioia dei duplici alleluia scanditi dopo ogni frase delle varie strofe il sentimento di gaudio che pervade il mondo intero alla notizia della nascita del pargolo nella povera mangiatoia. Il ritornello In cordis Jubilo, Christum natum adoremus, cum novo cantico (Nel giubilo del cuore adoriamo Cristo bambino, con un nuovo cantico) sottolinea il senso di gioia che allieta i nostri cuori. Le strofe, lette una di seguito all’altra, descrivono in modo stupendo il mistero dell’incarnazione del Verbo, dall’Assunzione all’Epifania di Nostro Signore.

Fanno invece pare del repertorio del tempo di Pasqua i mottetti Alleluia, lapis revolutus est ed Alleluia, o filii et filiae.

Come invocazione alla pace è da noi intonata l’antifona Da Pacem Domine.

Le antifone mariane secondo i tempi dell’anno liturgico, le antifone Ave Maria e Sub tuum praesidium, insieme all’inno Ave Maris Stella, rappresentano il corpus delle preghiere, che i fedeli di Cogoleto cantano alla Vergine, alla cui Natività, ricordiamo, è intitolata la nostra parrocchia. La suddivisione delle prime quattro antifone, ricalca i tempi dell’anno liturgico: Alma redemptoris mater, dal sabato della prima Domenica d’Avvento alla Purificazione, Ave Regina caelorum dalla Purificazione alle Ceneri, il Regina Caeli, dal Sabato Santo alla Pentecoste, dai primi vespri della S.S. Trinità alla vigilia della prima Domenica d’Avvento. Queste quattro invocazioni riflettono, con dolcezza ed amore i tempi e le festività cui si riferiscono. L’antifona Sub tuun praesidium esemplifica con la dolcezza delle sue frasi musicali il conforto ed il rifugio che la Vergine rappresenta per noi cristiani. Nulla ci può accadere se ci affidiamo a lei.

Salve festa dies. Canto processionale pasquale di Venanzio Fortunato (+ 606), esprime con tutta la sua semplicità l’esplosione di gioia della Resurrezione. Salve o giorno di festa, … questo “giorno unico”, questo “Haec Dies” che sarà il leit-motiv di tutta la liturgia pasquale … (Dom Joseph Gajard).

Durante la Novena di San Lorenzo è uso cantare l’antico inno Dat Martyri Laurentio (forse del IV secolo), cantato sulla melodia del Jesu Dulcis Memoria.







[SM=g1740717] [SM=g1740720]

Absolve, Domine,
animas omnium fidelium defunctorum
ab omni vinculo delictorum.
Et gratia tua illis succurente,
mereantur evadere iudicium ultionis,
et lucis æternae beatitudine perfrui.

Assolvi, Signore, le anime di tutti i fedeli defunti da tutti i vincoli dei loro peccati, possano meritare di superare il giudizio finale per la tua grazia, e godano la beatitudine della luce eterna.

(Tractus della Missa pro Defunctis)


Testo presto da: www.cantualeantonianum.com/#ixzz14go4sx20



[SM=g1740738]

[SM=g1740750] [SM=g1740752]
[Modificato da Caterina63 08/11/2010 12:34]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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07/05/2010 21:13
 
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Domenica 18 aprile 2010 - Nella Chiesa Parrocchiale di Viguzzolo (AL) padre Vincenzo Nuara O.P. , ufficiale della pontificia commissione Ecclesia Dei , ha celebrato la S.Messa solenne per la domenica del Buon Pastore in rito romano tradizionale - In sottofondo , il Gloria della Missa Pontificalis Prima di L.Perosi



[SM=g1740717]


[SM=g1740738]



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Il Papa al termine del concerto dell'orchestra e del coro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia
La fede è una forza diversa

"L'opera d'arte più bella, il capolavoro dell'essere umano è ogni suo atto di amore autentico, dal più piccolo - nel martirio quotidiano - fino all'estremo sacrificio". Lo ha detto il Papa al termine del concerto eseguito nel pomeriggio di venerdì 1° ottobre, nell'Aula Paolo VI, dall'orchestra e dal coro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia.

Venerati Fratelli,
illustri Signori e Signore, cari fratelli e sorelle!
Desidero prima di tutto rivolgere il mio sentito ringraziamento all'Eni, nella persona del Presidente, Prof. Roberto Poli, che ha cortesemente introdotto questa serata. Già da tempo l'Eni aveva offerto di organizzare un concerto in concomitanza con i lavori di restauro dei prospetti laterali della Basilica di San Pietro. Dopo aver realizzato la memorabile pulitura della facciata, ammirata da milioni di pellegrini durante il Giubileo del 2000, questa ulteriore, grande opera è in pieno svolgimento: entrando in Vaticano dall'Arco delle Campane o dal Petriano, si rimane colpiti - guardando la parte già ultimata - dall'aspetto del travertino, che appare come mai l'abbiamo veduto, quasi morbido e vellutato. Anche questo è un grande lavoro "di orchestra", e meritano un applauso tutti coloro che lo dirigono e quanti lo eseguono, con maestria e con fatica!

E così l'Eni ha pensato ad un concerto - forse per compensare i rumori che inevitabilmente questi lavori producono! Per questo sono stati chiamati l'Orchestra e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, vale a dire due istituzioni che, per la loro storia, la qualità della loro arte e il suono tipicamente "italiano", rappresentano Roma e l'Italia nel panorama musicale mondiale.

A tutti gli Orchestrali e i Coristi vorrei porgere le mie congratulazioni, con l'augurio di potersi sempre rinnovare nello spirito, per dare vita - come questa sera - ad opere immortali. In particolare, esprimo vivo apprezzamento al Direttore Neeme Järvi, al pianista Andrea Lucchesini e al Maestro del Coro Ciro Visco. Un saluto speciale anche al gruppo di poveri, assistiti dalla Caritas diocesana, che ho voluto invitare per vivere con noi questo momento di gioia.

Ed ora una breve riflessione sulla musica che abbiamo ascoltato: una sinfonia di Haydn, del gruppo delle "Londinesi", detta "La sorpresa", o "mit dem Paukenschlag" per il caratteristico uso del timpano nel secondo tempo; la Fantasia corale di Beethoven, un brano abbastanza atipico come genere nel panorama beethoveniano, ma che mostra sinteticamente le possibilità espressive della musica solistica, orchestrale e corale; e, collocata in mezzo, la Cecilia, vergine romana di Arvo Pärt.

Le due opere di Haydn e di Beethoven hanno fatto risuonare tutta la ricchezza e la potenza della musica sinfonica del periodo classico e romantico: con essa il genio umano gareggia in creatività con la natura, dà vita ad armonie varie e multiformi, dove anche la voce umana partecipa di questo linguaggio, che è come un riflesso della grande sinfonia cosmica. Tale forma è caratteristica soprattutto del periodo romantico e tardo romantico, ma va oltre, rappresenta una dimensione universale dell'arte, un modo di concepire l'uomo e il suo posto nel mondo.

Invece l'opera di Pärt, pur avvalendosi anch'essa di uno strumento simile, un'orchestra sinfonica ed un coro, vuole dare voce ad un'altra realtà, che non appartiene al mondo naturale: dà voce alla testimonianza della fede in Cristo, che in una parola si dice "martirio". È interessante che questa testimonianza sia impersonata proprio da santa Cecilia: una martire che è anche la patrona della musica e del bel canto.

Bisogna dunque congratularsi anche con chi ha ideato il programma del concerto, perché l'accostamento di questo lavoro su santa Cecilia alle opere di Haydn e Beethoven offre un contrasto ricco di significato, che invita a riflettere. Il testo del martirio della Santa e il particolare stile che lo interpreta in chiave musicale, sembrano rappresentare il posto e il compito della fede nell'universo: in mezzo alle forze vitali della natura, che sono intorno all'uomo e anche dentro di lui, la fede è una forza diversa, che risponde a una parola profonda, "uscita dal silenzio", come direbbe sant'Ignazio di Antiochia. La parola della fede ha bisogno di un grande silenzio interiore, per ascoltare e obbedire ad una voce che è oltre il visibile e il tangibile.

Questa voce parla anche attraverso i fenomeni della natura, perché è la potenza che ha creato e governa l'universo; ma per riconoscerla ci vuole un cuore umile e obbediente - come ci insegna anche la Santa di cui oggi facciamo memoria: santa Teresa di Gesù Bambino. La fede segue questa voce profonda là dove l'arte stessa da sola non può arrivare: la segue nella via della testimonianza, dell'offerta di se stessi per amore, come ha fatto Cecilia.

Allora l'opera d'arte più bella, il capolavoro dell'essere umano è ogni suo atto di amore autentico, dal più piccolo - nel martirio quotidiano - fino all'estremo sacrificio. Qui la vita stessa si fa canto: un anticipo di quella sinfonia che canteremo insieme in Paradiso. Grazie di nuovo e buona serata.



[SM=g1740738]



(L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2010)

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Nuovo Direttore in Sistina.


Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Direttore della Cappella Sistina il Rev.do don Massimo Palombella, S.D.B.


Il Rev.do Don Massimo Palombella, S.D.B., è nato a Torino il 25 dicembre 1967. E’ stato ordinato Sacerdote per la Congregazione Salesiana il 7 settembre 1996.
Ha compiuto gli studi di filosofia e teologia, conseguendo il Dottorato di Ricerca in Teologia Dogmatica, e gli studi musicali con i Maestri Luigi Molfino, Valentín Miserachs Grau, Gabriele Arrigo e Alessandro Ruo Rui, diplomandosi in Musica Corale e Composizione.

Fondatore e Maestro Direttore del Coro Interuniversitario di Roma, lavora nella pastorale universitaria della Diocesi di Roma dal 1995.

E' docente alla Pontificia Università Salesiana in Urbe, presso la Facoltà di Teologia, di Escatologia e di Musica e Liturgia; ed al Conservatorio "Guido Cantelli" di Novara, nel biennio di specializzazione in Musica Sacra, di Composizione per la Liturgia, Polifonia Romana e Legislazione della Musica Sacra. Inoltre è stato docente di Linguaggi della Musica all'Università "La Sapienza" di Roma; al Conservatorio di Torino e al Pontificio Istituto di Musica Sacra in Urbe ha insegnato Liturgia. Dal 1998 dirige la Rivista di Musica per la Liturgia "Armonia di Voci", dell'Editrice LDC.
E' Membro, in qualità di esperto, della Consulta dell'Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana.
Dal 1995 è stato Maestro di musica di tutti gli incontri del Santo Padre con la Cultura Universitaria. Recentemente ha curato la veglia di chiusura dell'Anno Sacerdotale in Piazza San Pietro, in collaborazione con le Orchestre della Provincia e del Conservatorio di Bari. Con il Coro Interuniversitario di Roma ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo ed un'ampia serie di registrazioni in CD e DVD.


 Da Messainlatino: Queste le informazioni tratte dal sito della Santa Sede. Per il resto...chi (soprav)vivrà, sentirà....




Dedicato a mons. Palombella





Palombella alla Sistina  
e la notte s'avvicina,  
la musica reinstalla?  
forse il Papa disimballa!  
Il fedele orfanello  
fiducioso invoca l'Agnello:  
"Illumina Palombella,  
e buona musica rinnovella!  
Ma se di più non potrai fare,  
Gesù mio, non farlo strafare!  
Degli Angeli ascolti le melodie,  
affinchè ci doni buone salmodie!  
Di noi abbi pietà,  
siamo Tua proprietà!  
Con l'udir del Coro Angelico,  
saziar di melodia vogliam, il Cuore famelico;  
salvaci da musiche d'umilio,  
impostace in nome del Concilio!  
Noi ai miracoli ci crediamo,  
non permettere che ci affliggiamo!  
Salvaci da quest'ora funesta,  
e presto a noi manifesta,  
del talento di Palombella,  
la tua santa Colombella,  
che nel suo futuro coro  
risplenda il Tuo decoro!"  
 
Smile



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Per il fratello del Papa la musica si impara in chiesa

                                     

postato da Angela Ambrogetti

[26/10/2010 17:49]

La musica sacra è anche oggi una occasione per avvicinarsi al mondo della musica in assoluto.
Parola di monsignor Georg Ratzinger, fratello di papa Benedetto XVI, per decenni direttore del coro dei Passerotti del Duomo di Ratisbon. Il 25 ottobre è stato insignito di un particolare riconoscimento: il Premio "Fondazione pro musica ed arte sacra".

Il riconoscimento è legato al Festival internazionale di Musica ed Arte sacra che quest'anno è arrivato alla IX edizione ed è dedicato a papa Benedetto nel V anno di Pontificato.

Un appuntamento che non è solo musica e arte, ma soprattutto un luogo di incontro per riflettere sul senso e il valore della musica nella liturgia. I concerti- evento si svolgono nelle basiliche papali di Roma, con i Wiener Philharmoniker come ospiti fissi.
Molti gli ospiti illustri e in particolare papa Benedetto che già nel 2002 come cardinale, tenne a battesimo un concerto del primo Festival, nel 2008 insieme ai partecipanti alla XII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, il papa ha assistito ad uno dei concerti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Non meraviglia che il premio che dal 2004 viene assegnato in ogni edizione del Festival ad artisti e sostenitori, sia andato in questo 2010 a monsignor Georg Ratziger, fratello di papa Benedetto e appassionato musicista.
La consegna del premio è stato un vero e proprio evento. Nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra, i Fiati del Duomo di Magonza e il Coro da Camera Belcanto hanno creato la suggestione della consegna.

Quattro i premiati: Monsignor Ratzinger, Domenico Bartolucci direttore emerito della Cappella Sistina e futuro cardinale, Clemens Hellsberg presidente dei Wiener Philharmoniker, e Hans Urrigshrdt, mecenate del Festival.

Un premio che è anche un dono simbolico. Un cero artistico con creato da Heribert Schenk di Memmingen con il simbolo della Trinità, cori di angeli e i simboli della antica e nuova alleanza.
Quest'anno poi un cero speciale è stato creato proprio per papa Benedetto XVI. Un vero capolavoro di simboli, con Maria Pietro e Paolo, oltre, naturalmente San Benedetto.
Un grandissimo applauso ha accolto il fratello del papa al momento del conferimento del premio. Accompagnato dal segretario personale di Benedetto XVI Georg Gänswein.

Con monsignor Ratzinger si parla sempre di musica, e anche di educazione alla musica, e di come la musica sacra oggi abbia ancora un valore non solo artistico ma anche didattico.
"Sicuramente è ancora molto importante parlare di "musica sacra" anche oggi. E del resto è anche una occasione per coloro che vivono nei piccoli centri di avere il primo contatto con la musica in assoluto. Spesso la prima conoscenza musicale avviene attraverso la musica sacra." Ci spiega infatti il fratello del papa che "è importante per chi si occupa di musica sacra, far scoprire il senso stesso della musica. E la musica sacra rende la liturgia più comunicativa anche più gioiosa e quindi tanto più bella e per questo ha un enorme valore." Poi un esempio concreto: " Mi ricordo di un grandissimo basso Walter Berry la cui voce meravigliosa è stata scoperta perché cantava nel coro della sua parrocchia, e così ha iniziato la sua carriera."

Nonostante i suoi quasi 87 anni e gli occhi stanchi, Georg Ratzinger conserva il fresco entusiasmo di un ragazzo quando si parla di musica, e quando gli chiedo se il fratello oggi pontefice suona bene, risponde "Certo ha molto talento!"

E si dispiace di non poter più suonare insieme a lui.

http://www.angelambrogetti.org/

da leggere ancora:

La Musica Sacra nel Culto Cattolico (Il canto gregoriano, gli Inni)

IMPORTANTE INTERVISTA A MONS. BARTOLUCCI (da non perdere)



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I tre inciampi della musica liturgica in dialogo con le culture


di Aurelio Porfiri*

MACAO, martedì, 2 novembre 2010 (ZENIT.org).- Io credo, ponderando da anni la questione, che si tenda a fare tre errori o inciampi quando si parla di come la musica si debba inculturare nel mondo di oggi. Sono errori probabilmente fatti in buona fede e sono ovviamente aperti alla discussione. Ma doipo anni di osservazioni e letture mi sembra proprio che almeno per questi tre punti bisognerebbe riflettere più attentamente.

Un primo errore comune è: inculturazione significa ricominciare da capo, significa distruggere la cultura liturgica (e musicale) di provenienza. Ora, non possiamo tacere senza essere poi ingiusti, che il cristianesimo si è sviluppato in determinati contesti culturali che hanno apportato anche tante cose buone e ancora in parte valide per la fruizione del messaggio stesso, anche nella liturgia e nella musica. Perché distruggere tutto? In effetti alcuni esempi veramente buoni di inculturazione della musica liturgica sono proprio la prova che la distruzione non serve a niente, quello che serve è la nuova creazione generata da quello che viene prima e che diviene parte, oserei dire genetica, di questa nuova creazione. Questo passato non è un ingombro, è un’opportunità. Ora, canto gregoriano e polifonia sono stati per secoli il repertorio liturgico della Chiesa cattolica. Possiamo tentare di andare oltre ma non per questo bisogna disprezzarli o considerarli come nemici della “nuova musica liturgica”. Dovrebbero esserne i genitori da rispettare ed amare, non ha senso vergognarsi. Da parte di taluni c’è una furia che oserei dire quasi rivoluzionaria di cominciare sempre tutto da un punto zero, il che mi sembra quanto meno imprudente. Quello che serve non è una rivoluzione, ma una evoluzione. Sempre cercare di fare meglio ma con la consapevolezza di poter vedere più lontano perchè ci vogliamo sedere sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto. Ricordiamo che l’istruzione del 1994 sulla Inculturazione nella Liturgia Romana si chiamava Varietates Legitimae, legittime differenze, variazioni, non distruzioni.

Un secondo errore comune è di tipo più culturale: si identifica come cultura di certe nazioni un determinato repertorio che in realtà è più la cultura creata dai mass media. Quante volte ho sentito cantare anche ai giovani le solite canzoni echeggianti modelli musicali provenienti dalla musica di consumo (che non ha niente di male in se stessa, è il contesto che è sbagliato). Ora, come già avvertiva il Cardinal Ratzinger nel suo libro “Introduzione allo Spirito della Liturgia”, non si può propriamente dire che questa musica sia musica popolare (nel senso espresso dalla Sacrosanctum Concilium al punto 119, espressione del genio di un popolo), in quanto è chiaramente il prodotto di alcune determinate strategie di mercato. Non si può neanche negare che la grande musica del passato non era popolare in senso stretto, essendo il frutto di strategie ecclesiastiche e politiche. Ma quella che credo sia la differenza rilevante è che la musica liturgica del passato non ha mai preteso di essere “popolare”, ma senz’altro era per il popolo. Nasceva come grande arte per essere poi a disposizione di tutti. Bisogna anche fare una osservazione che proviene dalla storia: sappiamo come la causa del movimento ceciliano per la riforma della musica liturgica che influenzerà anche il famoso Motu Proprio di san Pio X sarà il tipo di musica che si sentiva nelle chiese nel XIX secolo, pesantemente influenzata dalla musica operistica. Ma, e questo non si dice spesso, quello era veramente un esempio riuscito di inculturazione. La musica operistica nel XIX secolo era la musica di tutti, poveri e ricchi, permeava il tessuto sociale e culturale. Quindi, prendendo la maniera in cui taluni oggi intendono l’inculturazione, essa doveva essere accettata con tutti gli onori. Ma, pur essendo a volte di fattura tecnica pregiata ed amata da larghi strati del popolo e del clero, non fu poi accettata perchè non si conformava ad alcuni canoni che la musica liturgica dovrebbe possedere e su cui si potrà tornare in seguito. Quindi, questo repertorio fu sostituito da un altro, poco a poco, che si riteneva più consono all’azione liturgica. Sempre in Varietates Legitimae, al punto 19, si chiede che le culture devono essere purificate e santificate nel momento di incontro con la liturgia. Non si prende tutto quello che capita. San Paolo diceva di vagliare tutto e trattenere ciò che è buono, non buttarsi nelle braccia delle mutevolezze umane.

Un terzo errore comune conseguente al secondo è che si fa intendere che tutto debba sempre partire da una supposta base. Ma così non è nel mondo reale. Se si pensa alla rivoluzione informatica, ci si accorge che c’è sempre una elite che in un certo senso orienta e ispira la base. Questa elite comprende i geni che hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo. Essi orientano la rivoluzione informatica anche aspettandosi possibili insuccessi e fallimenti. Ma la loro creatività e perizia permette l’avanzamento enorme che stiamo vivendo. Lo stesso è per la musica liturgica: l’“elite”, formata dai professionisti, lavorava per il bene di tutti, al servizio di tutti. Invece si è pensato che bisognava eliminare questo elemento intermedio, che una sana inculturazione significasse de-professionalizzare il musicista di chiesa. Doveva essere tutto frutto dello spontaneismo. Ma ricordiamo che queste elite, come del resto quelle informatiche, erano estremamente democratiche. Chiunque poteva farne parte, anche dagli strati più umili del popolo, se possedeva la volontà di applicarsi nello studio e nella pratica musicale. Anche oggi, quando si parla di inculturazione nel campo della liturgia e della musica, si tende a pensare che musica del popolo significa musica che il popolo ascolta. Ma i due concetti possono essere ben diversi. I miei studenti cinesi sono familarissimi con il pop e rap americano ma lo sono pochissimo con la loro cultura musicale di origine. Cosa si inculturerà?

Io fortemente credo che tutti e tre i punti esposti sopra siano stati un travisamento grossolano delle istanze del movimento liturgico. L’inculturazione si intendeva come momento nascente, non come apocalisse di ciò da cui proveniamo. L’inculturazione era impregnarsi nuovamente della tradizione per nuove primavere di fede, non uscire nella notte gelida dell’ignoto ad ogni costo. Quello che i padri ci hanno lasciato non dovrebbe essere vissuto come un peso, ma come una opportunità. Il passato è come il chicco di grano che momentaneamente sparisce per riapparire in nuove creazioni, mutato ma sempre se stesso.

------------

*Aurelio Porfiri vive a Macao ed è sposato, con un figlio. E' professore associato di musica liturgica e direzione di coro e coordinatore per l’intero programma musicale presso la University of Saint Joseph a Macao (Cina). Sempre a Macao collabora con il Polytechnic Institute, la Santa Rosa de Lima e il Fatima School; insegna inoltre allo Shanghai Conservatory of Music (Cina). Da anni scrive per varie riviste tra cui: L'Emanuele, la Nuova Alleanza, Liturgia, La Vita in Cristo e nella Chiesa. E' socio del Centro Azione Liturgica (CAL) e dell'Associazione Professori di Liturgia (APL). Sta completando un Dottorato in Storia. Come compositore ha al suo attivo Oratori, Messe, Mottetti e canti liturgici in latino, italiano ed inglese. Ha pubblicato al momento quattro libri, l'ultimo edito dalle edizioni san Paolo intitolato “Abisso di Luce”.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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02/11/2010 15:17
 
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[SM=g1740733] Il Canto "Lodate Maria" è tratto dal CD Canti Mariani della Tradizione Cattolica edito dalle paoline

Lodate Maria

1. Lodate Maria, o lingue fedeli.

Risuoni nei cieli la vostr'armonia.

Lodate, lodate, lodate Maria!

2. Maria sei giglio di puri candori:

che il cuore innamori del Verbo Tuo Figlio.

3. Di luce divina sei nobile Aurora,

il sole ti onora, la luna t'inchina.

4. Con piede potente il capo nemico

Tu premi all'antico Maligno serpente.

5. Già regni beata fra angelici Cori;

con canti sonori da tutti esaltata.

6. Il Cielo ti dona le grazie più belle;

e un giro di stelle Ti forma corona.

7. O Madre di Dio e mistica Rosa,

soccorri pietosa lo spirito mio.

it.gloria.tv/?media=105720





[SM=g1740717]


[SM=g1740733]Tutta la terra canti a Dio,
lodi la sua maestà !
Canti la gloria del suo nome :
grande, sublime santità !

Dicano tutte le nazioni :
non c’è nessuno uguale a Te !
Sono stupendi i tuoi prodigi,
nell’universo Tu sei Re !

Tu solo compi meraviglie
con l’infinita tua virtù.
Guidi il tuo popolo redento
dalla sua triste schiavitù.

Sì, Tu lo provi con il fuoco
e vagli la sua fedeltà ;
ma esso sa di respirare
nella tua immensa carità.

Sii benedetto, eterno Dio ;
non mi respingere da Te.
Tenti l’orecchio alla mia voce,
venga la grazia e resti in me.

Sempre ti voglio celebrare,
fin che respiro mi darai.
Nella dimora dei tuoi santi
spero che tu mi accoglierai.

it.gloria.tv/?media=107205



[SM=g1740717]


[SM=g1740733] Il canto che accompagna il video è Sacro Convivium con il Magnificat....

O sacrum convivium!
in quo Christus sumitur:
recolitur memoria passionis ejus:
mens impletur gratia:
et futurae gloriae nobis pignus datur.
Alleluia.

Magnificat
anima mea Dominum,

et exultavit spiritus meus *
in Deo salutari meo

quia respexit humilitatem ancillae suae, *
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes

quia fecit mihi magna, qui potens est: *
et Sanctus nomen eius

et misericordia eius a progenie in progenies *
timentibus eum.

Fecit potentiam in brachio suo, *
dispersit superbos mente cordis sui,

deposuit potentes de sede, *
et exaltavit humiles;

esurientes implevit bonis, *
et divites dimisit inanes

it.gloria.tv/?media=102716





[SM=g1740717]

[SM=g1740733] segue una bellissima Salve Regina....


it.gloria.tv/?media=98869




[SM=g1740738]



[SM=g1740733] Medieval chant from Codex Calixtinus. Title: "Offertorium: Congaudeant catholici"

Service: Missa Sancti Iacobi ~ Congaudeant catholici, letentur cives celici Clerus pulcris carminibus studeat atque cantibus.
(Refrain:) die ista Hec est dies laudabilis, divina luce nobilis. Vincens herodis gladium, accepit vite bravium.
(Refrain:) die ista Qua iacobus palatia, ascendit ad celestia. (Refrain:) die ista (Ergo carenti termino benedicamus domino.
Magno patri familias solvamus laudis gratias.)

it.gloria.tv/?media=106948





[SM=g1740717]

[SM=g1740722] Polyphonic chant of Aquitaine of the High Middle Ages (12th century AD).
Title: "Benedicamus Domino" Composer: Saint-Martin de Limoges

it.gloria.tv/?media=105716





[SM=g1740738]


[SM=g1740757]

[Modificato da Caterina63 02/11/2010 15:25]
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[SM=g1740733] Ringraziando il Blog:
sacrissolemniis.blogspot.com/2010/09/splendori-veneziani-gabrieli-e-la-me...

vi proponiamo

Splendori veneziani: Gabrieli e la Messa "d'Incoronazione" del Doge



Mentre il Palestrina componeva il meglio della sua musica sacra nella Roma "tridentina", nella fastosa Venezia trionfavano le composizioni di Giovanni Gabrieli: da una parte, la scuola romana con il grande successo della polifonia, sulle orme della Riforma, dall'altra la scuola veneziana, con l'esplodere delle più bizzarre formazioni strumentali e dello stile policorale.

Giovanni Gabrieli naque a Venezia verso la metà del '500, studiò con lo zio Andrea. La sua carriera d'organista ruotò tra la Scuola Grande di San Rocco e Basilica di San Marco dove ricoprì, sin dal 1586 il ruolo di primo compositore. Nella Basilica mariciana "cappella dogale" direttamente legata allo Stato Veneto, dove si continuava a Celebrare secondo l'antico Rito Patrirchino, fu musicalmente indipendente e libera dai nuovi rigidi regolamenti d'ambito liturgico concepiti in Trento, scatenando l'uso di svariati strumenti a fiato durante i Sacri Riti che finivano nel soverchiare parti dell'Ordinario, il Credo e l'Agnus Dei spesso venivano omessi, come nella Messa "d'Incoronazione" del Doge Marino Grimani, ricostruita nel 1990 da Paul McCreesh in un interessantissima incisione che restituisce in maniera filologica le musiche di Andrea e Giovanni Gabrieli eseguite nella Celebrazione del 1595, di cui vi proponiamo un assaggio, di seguito.

L'ascolto si apre con una sonata e fanfara di Cesare Bendinelli, segue poi il mottetto Deus, qui Beatum Marcum di Giovanni Gabrieli:

Deus, qui Beatum Marcum
Evangelistam tuum
Evangelicae praedicationis
gratia sublimasti: tribue, quaesumus;
ejus nos semper et eruditione proficere,
et oratione defendi: alleluja.



www.youtube.com/watch?v=KjE2yum7OA4&feature=player_embedded#!




[SM=g1740733]

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20/11/2010 00:50
 
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Un canto per Cristo Re dei Martiri


[SM=g1740717]

Come ci mostra l'introito della solennità di Cristo Re dell'Universo, la regalità di Gesù viene presentata secondo Ap 5,12 che recita:

Dignus est Agnus qui occísus est, accípere virtútem, et divinitátem et sapiéntiam, et fortitúdinen, et honórem. Ipsi glória et impériun in sæcula sæculórum.
V. (Ps. 71,1) Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis.


Degno è l'Agnello che è stato ucciso, di ricevere forza, e divinità e sapienza, e fortezza ed onore. A lui gloria e potere nei secoli dei secoli.
V. (sal 71,1) Dio dà al Re il tuo giudizio, al Figlio del Re la tua giustizia.


Il Signore dell'universo è un Agnello sacrificato. Ma a lui, per la sua risurrezione gloriosa, Dio ha concesso forza e potere su ogni principato e potestà, fino al termine dei secoli.
Gesù è il re crocifisso, e nella croce vediamo insieme il giudizio di Dio sul mondo e la giustizia donata a chi, per la fede, è chiamato a diventare figlio di Dio.
I martiri che accompagnano l'Agnello e hanno lavato nel suo sangue le loro vesti sono la scorta d'onore al Re rivestito d'un manto del colore del suo sangue.


Quest'introito della solennità di Cristo Re è stato splendidamente eseguito dal coro della cattedrale cattolica di Westminster in occasione della Messa votiva del Preziosissimo Sangue, celebrata dal Papa Benedetto XVI nella recente visita al Regno Unito. Ve ne propongo la registrazione e lo spartito.

RIVOLGIAMO UN PENSIERO AI CRISTIANI UCCISI IN IRAQ E IN TANTE ALTRE PARTI DEL MONDO, ANCHE IN PAKISTAN DOVE UNA DONNA CRISTIANA E' STATA CONDANNATA A MORTE PER NON AVER ABIURATO A CRISTO PER L'ISLAM....

Testo preso da: www.cantualeantonianum.com/#ixzz15m6pwphi



[SM=g1740738]

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23/11/2010 12:04
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] CHRISTUS VINCIT

" E MI SARETE TESTIMONI, FINO AI CONFINI DELLA TERRA "

Dalla Corea cattolica un bell'esempio di fusione tra la melodia tradizionale e internazionale con il testo locale del Christus vincit (그리스도 승리). Senza trascurare il latino che troverete dalla metà in poi del video: ascoltate tutto il video.


www.youtube.com/watch?v=507EGWT98bI&feature=player_embedded






[SM=g1740738]


Coral São Vicente de Paulo - Maestro Ferrari
PAX VOBIS - ESPECIAL 2005
Fortaleza, CE - Brasil

www.youtube.com/watch?v=O3xHpy60gxw&feature=related



[SM=g1740733]

[SM=g1740722] www.youtube.com/watch?v=yBoUHhkWeUE&feature=related

[SM=g1740717]

[SM=g1740733] e dal Giappone il Christus Vincit con una bellissima Ave Maria....

www.youtube.com/watch?v=0ZrEGBk-caw&feature=related

www.youtube.com/watch?v=yUFeGiJcv40&feature=related



[SM=g1740738]


[SM=g1740750]



[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Tutta bella sei, amica mia.


Tota pulchra es amica mea, et macula non est in te: favus distillans labia tua, mel et lac sub lingua tua: odor unguentorum tuorum super omnia aromata: jam enim hiems transiit, imber abiit et recessit: flores apparuerunt, vineae florentes odorem dederunt, et vox turturis audita est in terra nostra. Surge, propera, amica mea: veni de Libano, veni, coronaberis.


(Cantico dei Cantici 4,7.11.10; 2,11-13; 4,8)

www.youtube.com/watch?v=CztwG3WaiSg


Nel medievale Liber Tramitis si specifica che questa antifona Tota pulchra è utilizzata per accompagnare le processioni mariane. Essa è conservata anche nell'ufficio dei primi vespri dell'Assunta nel rito Domenicano, ed è l'unica antifona per i cinque salmi, da cantare all'inizio della salmodia e alla fine.


L'antifona celebra tutta la vita di Maria Vergine, attingendo da vari versetti del Cantico dei Cantici: ne esalta la bellezza di Immacolata, senza macchia di peccato, Sposa dolcissima come miele e profumata pronta per il suo sposo, richiamata dalla morte (hiems transiit, l'inverno è passato) alla vita (surge, propera, amica mea) per andare incontro a Cristo in cielo (veni de libano...), per essere incoronata regina del cielo (coronaberis).




Testo preso da: www.cantualeantonianum.com/#ixzz17KBb6x2G


[SM=g1740738]


[SM=g1740750] [SM=g1740752]
[Modificato da Caterina63 06/12/2010 11:14]
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[SM=g1740722] [SM=g1740722] [SM=g1740722]

Il gregoriano e i bambini: il Tantum ergo del piccolo Isaiah
Ascoltate cosa succede a portare spesso e volentieri un bambino di pochi anni all'adorazione e benedizione eucaristica. Nel giro di alcune settimane può imparare da solo il Tantum ergo! Isaiah Fletcher, giovanissimo cattolico americano, è un esempio di come il canto gregoriano non sia un problema per le nuove generazioni. E nemmeno il latino: la sua pronuncia, data l'età e la provenienza geografica, è sbalorditiva.
Quindi gli scettici si ravvedano, e inizino a non lasciare i piccoli lontano da Gesù (perchè disturbano....). I bambini sono delle spugne: basta esporli alla giusta e sacra "radiazione" musicale e miracolosamente iniziano a cantare:

www.youtube.com/watch?v=mvGLlyXTrZE&feature=player_embedd...

Testo preso da: Cantuale Antonianum www.cantualeantonianum.com/#ixzz1Fiy6wZFf
www.cantualeantonianum.com


[SM=g1740717]

[SM=g1740757]



Il video che segue vi offre i Nove Modi di Pregare di san Domenico, Fondatore dei frati Predicatori.

Fermando le immagini potrete meditare sul testo che è giunto a noi in originale da un manoscritto del Medioevo.

Per saperne di più e per completare l'opportunità di approfondire il santo Rosario, attraverso il quale san Domenico predicava, visita il sito del Movimento Domenicano del Rosario:
www.sulrosario.org oppure contattaci:
info@sulrosario.org

Il testo della canzone "Gesù lo sguardo amabile" Inno missionario della Tradizione, e la musica, provengono dal CD " Inni e Canti" edito dal Coro "S.Veronica" Parrocchia di s. Maria Nascente in Bonemerse
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

Gesù lo sguardo amabile

Gesù, lo sguardo amabile
volgi dà sommi cieli
vedi che ancor rigurgita
la terra d'infedeli.

Rit. Pietà Signor, dei miseri che ignoran l'Evangel:
manda color che insegnino la retta via del ciel!

Mandasti un dì gli Apostoli
a convertì le genti
e vinsero i tuoi Martiri
gl'imperator furenti.

Rit.. Pietà Signor.....

Nè cuor fecondi palpiti
deh! Tu, Signor, ridesta,
si che la man benefica
sia nel donar più lesta.

Rit. Pietà Signor...

Infranto alfin di Satana
il vergognoso regno,
sul ruinar degl'idoli
splenda il Tuo santo Segno!

Rit. Pietà Signor...



it.gloria.tv/?media=79766




[SM=g1740738]


[SM=g1740733]


Vi offro un karaoke da cantare con il CUORE, per lasciarsi conquistare letteralmente dal Cuore amabile di Gesù ^__^
Il canto è del Coro "S.Veronica" Parrocchia di S. Maria Nascente in Bonemerse (CR) hanno fatto un CD meraviglioso: "Inni e Canti" che vi suggerisco di acquistare.....

it.gloria.tv/?media=34987



[SM=g1740722]

[SM=g1740717] [SM=g1740720]

[Modificato da Caterina63 14/03/2011 23:42]
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[SM=g1740717] Auguri di buon Onomastico al santo Padre Benedetto XVI, Joseph

Movimento Domenicano del Rosario
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info@sulrosario.org

L'Inno, San Joseph è del Coro Don Bellani
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
dal CD Inni e Canti


www.gloria.tv/?media=138731

Te Joseph Celebrent

Te Joseph Celebrent agmina caelitum:
te cuncti resonent christiadum chori,
qui clarus meritis, iunctus est inclytae
casto foedere Virgini.

Almo cum tumidam germine coniugem
admirans, dubio tangeris anxius,
afflatu superi Flaminis Angelus
conceptum Puerum docet.

Tu natum Dominum stringis, ad esteras
Aegypti profugum tu sequeris plagas:
amissum Solymis quaeris et invenis,
miscens gaudia fletibus.

Post mortem reliquos sors pia consecrat,
palmamque emeritos gloria suscipt:
tu vivens, Superis par, frueris Deo,
mira sorte beatior.

Nobis, summa Trias, parce precantibus,
da Joseph meritis sidera scandere;
ut tandem liceat nos tibi perpetim
gratum promere canticum.

Amen





[SM=g1740738]



[SM=g1740733]



Filiae maestae Jerusalem,
en Rex universorum,
Rex vester vulneratus
et spinis coronatus;
ut maculas detergat peccatorum
factus est Rex dolorum.
Ecce moritur vita
in durissima cruce;
ecce videte et non eam
sed nos potius lugete;
at nequis reprobare vestros fletus,
immo lugeant vobiscum
omnia insensata, plorent,
plorent cuncta creata.
Sileant zephyri,
rigeant prata
unda amata,
frondes, flores non satientur.
Mortuo flumine,
proprio lumine
luna et sol etiam priventur.
Sed tenebris diffusis
obscurantus est sol,
scinditur quoque velum,
ipsa saxa franguntur
et cor nostrum non frangit vis doloris?
At dum satis non possumus dolere
tu nostri, bone Jesu, miserere.

Un grazie al blog Sacris Solemniis


www.youtube.com/watch?v=6e089mK05Ys&feature=player_embedde...


[SM=g1740717]

[SM=g1740738]




[SM=g1740738] Approfondiamo la Festa dell'Annunciazione attraverso la Catechesi del santo Padre Benedetto XVI

Il canto è tratto dallo Stabat Mater dal verso:

Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.


Vide il suo dolce Figlio
che moriva, abbandonato da tutti,
mentre esalava lo spirito.

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

it.gloria.tv/?media=139773



[SM=g1740717]


[SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


[SM=g1740717] Lasciamoci guidare da san Tommaso d'Aquino per trovare le parole più adatte per contemplare il Mistero dei Misteri....
Buona meditazione a tutti!

it.gloria.tv/?media=140870

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

I due Inni Eucaristici:
Tu sole Vivo per me e t'Adoriam Ostia Divina, sono
del Coro di Don Bellani
cliccare qui per saperne di più:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...




[SM=g1740738]


[SM=g1740722]
[Modificato da Caterina63 30/03/2011 16:38]
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Giunti a metà percorso della Santa Quaresima, vi offriamo alcuni spunti di meditazione per i Misteri del Santo Rosario attraverso le parole stesse di santa Caterina da Siena, nostra amata Patrona d'Italia e Compatrona d'Europa e della quale, quest'anno, ricorre il 550 anniversario della sua Canonizzazione.


Inoltre dal 20 aprile, se volete, inizia la Novena per chiedere la sua potente intercessione e per concludersi il 29 aprile, giorno della sua Memoria Liturgica, cliccate qui:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
infor@sulrosario.org

Il Canto di sottofondo è il seguente:

Lamentations 5,1-11 "Oratio Jeremiae"

1. Recordare, Domine, quid acciderit nobis: intuere,
et respice opprobrium nostrum.
2. Hereditas nostra versa est ad alienos:
domus nostrae ad extranaeos.
3. Pupilli facti sumus absque patre,
matres nostrae quasi viduae.
4. Aquam nostram pecunia bibimus:
ligna nostra pretio comparavimus.
5. Cervicibus nostris minabamur,
lassis non dabatur requies.
6. Aegypto dedimus manum,
et Assyriis, ut saturaremur pane.
7. Patres nostri peccaverunt, et non sunt:
et nos iniquitates eorum portavimus.
8. Servi dominati sunt nostri:
non fuit qui redimeret de manu eorum.
9.In animabus nostris afferebamus panem nobis,
a facie gladii in deserto.
10.Pellis nostra, quasi clibanus exusta est
a facie tempestatum famis.
11.Mulieres in Sion humiliaverunt,
et virgines in civitatibus Juda.

- Jesuralem, Jerusalem, convertere ad Dominum Deum tuum.

(in Italiano)

1] Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto,
guarda e considera il nostro obbrobrio.
[2] La nostra eredità è passata a stranieri,
le nostre case a estranei.
[3] Orfani siam diventati, senza padre;
le nostre madri come vedove.
[4] L'acqua nostra beviamo per denaro,
la nostra legna si acquista a pagamento.
[5] Con un giogo sul collo siamo perseguitati
siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
[6] All'Egitto abbiamo teso la mano,
all'Assiria per saziarci di pane.
[7] I nostri padri peccarono e non sono più,
noi portiamo la pena delle loro iniquità.
[8] Schiavi comandano su di noi,
non c'è chi ci liberi dalle loro mani.
[9] A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane
davanti alla spada nel deserto.
[10] La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno
a causa degli ardori della fame.
[11] Han disonorato le donne in Sion,
le vergini nelle città di Giuda.

- Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore Dio tuo!



AVVISO:

DAL GIORNO 7 APRILE AL GIORNO 15 APRILE, SARANNO SOSPESI GLI ALTRI LAVORI DI INSERIMENTO, RIPRENDEREMO, a Dio piacendo, DAL GIORNO 16 APRILE....

Ricordiamo di pregare il Rosario e di meditare in questo Tempo, la Passione di Nostro Signore
!

it.gloria.tv/?media=143153





[SM=g1740717]



[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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16/12/2011 14:13
 
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[SM=g1740733]Amici, visto il successo riscontrato da questo thread, l'interesse che ha superato le 14mila visite.... abbiamo aperto una nuova sezione dedicata ALLA MUSICA SACRA E DELLA TRADIZIONE CATTOLICA anche non prettamente liturgica, in formato karaoke e che troverete cliccando qui ....

questo specifico thread invece prosegui QUI cercando di offrirvi il meglio
che riusciremo a trovare...

[SM=g1740738]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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