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L'Asino....il nobile destriero nei racconti biblici e...non...

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2011 23:12
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02/10/2009 23:21
 
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Quale animale meraviglioso, l'asino !

   L'asino, nato a quanto pare nelle steppe che circondano il mar Caspio e d'Aral, è sempre stato tenuto in gran conto nell'antichità a motivo della sua velocità e della straordinaria resistenza alla fatica. Parecchi popoli, come gli Egizi, i Greci, ma anche gli Ebrei, riconoscevano una certa sacralità all'asino.

   Aristofane lo considerava un portatore di misteri.

   L'asino nella Bibbia : l'asino compare in numerose pagine della Bibbia. Vengono ricordati, ad esempio, per documentare la consistenza del patrimonio di alcuni personaggi famosi, compresi i Patriarchi.

   Debora nel suo Cantico dirà : Voi che cavalcate asine bianche, seduti su gualdrappe...( Gdc 5,10 ).

   L'asina che bloccandosi ferma Balaam che , istigato dal re di Moab, stava recandosi a far danni agli Ebrei,divenne intermediario di Dio, in difesa del popolo eletto. Il commento di San Pietro, davanti all'incredulità di alcuni studiosi della scuola razionalista dice : Un muto giumento parlando con voce umana, impedì la demenza del profeta ( 2^ Pt 2,16 ). La verità per essere proclamata, non ha bisogno delle nostre intelligenze, poichè possiede una sua luce in se stessa, non in colui che la dice.

   Il ruolo dell'asina che porta Gesù nel suo ingresso messianico in Gerusalemme è fondamentale. Esulta grandemente figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme ! Ecco viene a te il tuo Re. Egli e giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina (Zc 9,9-10).

Gesù sceglie l'asino come cavalcatura, rifiutando il cavallo di cui non potevano fare a meno  condottieri altezzosi e principi guerrieri. Ha preteso l'asino, una cavalcatura modesta, e da parte di Gesù questa scelta assume un significato preciso, un orientamento di fondo : l'adozione di uno stile  di umiltà e semplicità, il ripudio di ogni forma di esibizionismo, mania di grandezza, sfoggio di potenza. Gesù non ha nessuna pretesa di imporsi, sbalordire, fare sfoggio di potenza, apparire come un dominatore, nè tantomeno intimorire.

L'asino invece ci suggerisce che per il Signore, nulla è troppo poco
... La causa della fede non progredisce con il troppo  , ma con il  poco . Lo sfoggio di mezzi umani rappresenta un impedimento più che una possibilità. Gesù avanza, guadagna terreno nel mondo, silenziosamente, lentamente, discretamente. Egli vuole dominare senza forzatura, nessuna impresa clamorosa, nessuna battaglia ( nemmeno pubblicitaria ). Il ritmo lento dell'asino Gli va bene. Gli uomini non si raggiungono con la fretta. Le distanze non si superano con gli aerei capaci di velocità supersonica.



                                         asino

   La vittoria di Cristo esige il prezzo della tenacia, della dedizione quotidiana, del sacrificio, del lavoro oscuro. Il suo dominio è reale quando non è appariscente, il suo potere si stabilisce senza ricorrere al potere. Lui è il più forte perchè non ricorre alla forza.

   Lo zoccolare sommesso del ciuco sulla soffice terra può essere, in quest'epoca di frastuono e di rimbombi sgangherati, una bellissima musica, capace magari di aprire qualche cuore.
   San Francesco aveva due asini. Ambedue li chiamava col nome di fratello .

   Uno gli serviva, specie quando era infermo, per i viaggi. L'altro era il suo corpo.

   San Francesco chiamava asino il suo corpo , quasi per distaccarsene senza respingerlo, poichè è con questo compagno che bisogna andare in cielo. Non esiste altra via  d'accesso alle sommità eterne che questa strada ripida, sassosa, una vera mulattiera.

   L'asino rappresenta tutti i bastonati della terra, bastonati e umiliati, sfruttati ignobilmente, maltrattati dalla vita e dai propri simili.

   Shakespeare, ne “ La commedia degli errori” interpreta così i sentimenti del somaro : Sono proprio un asino... Ho servito l'uomo dal momento della nascita fino a questo istante e dalle sue mani, per il mio servizio, non ho ricevuto che bastonate .

   Non so granchè mio Signore, ma so di portarTi sul mio dorso: e ne sono molto fiero...sono io che Lo porto, ma è Lui che mi guida, tiro avanti a passettini e quando inciampo il mio Signore traballa, ma non mi rimprovera mai niente. La sua pazienza e gentilezza con me sono meravigliose ed io sereno tiro avanti in silenzio. Tanto noi due ci capiamo anche senza parlare.

 ( da Gli animali del Vangelo raccontano... ) 
( di Alessandro Pronzato-Ed. Gribaudi )



[Modificato da Caterina63 02/10/2009 23:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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LE COSE DI DON BOSCO

JOSÉ J. GÓMEZ PALACIOS

http://www.webgif.org/gif_animate/animali/asini/immagini/03.gifL’asino della Generala

Sono forte e resistente. Ho imparato a non mostrarmi troppo caparbio o cocciuto. Non sono mica un mulo. Anche perché in caso contrario mi riempiono di botte. Il mio pelo grigio è il riflesso della mia vita triste.

Quando ero solo un puledrino fui comprato dall’amministratore della “Generala”, il carcere per giovani delinquenti di Torino. Servo a trasportare gli arnesi più pesanti che i carcerati devono usare durante i lavori forzati. Quando le guardie li prendono a bastonate, questi giovani orribili si rifanno su di me, a calci e pugni, come se anch’io fossi un carceriere. Sono tristi, cattivi, sporchi e puzzolenti.

Ma in mezzo a tante sofferenze, conservo un segreto che è stato un lampo di luce nella mia povera vita. C’era una persona speciale che veniva di tanto in tanto a visitare i giovani carcerati e li riempiva di dolci e soprattutto di amicizia e parole buone. Era un giovane prete e tutti lo chiamavano don Bosco.

Un giorno, il giovane prete si presentò arditamente dal direttore del carcere e propose: «Questi giovani hanno bisogno di aria aperta. Vorrei farli uscire tutti per un giorno. Una bella passeggiata farà loro del bene all’anima e al corpo».

Il Direttore sbalordito fece un salto sulla sedia: «Lei scherza, vero?» «Per nulla! Mi impegno

a riportarli tutti alla sera» ribatté don Bosco. Ma per avere il permesso dovette ricorrere al Ministro del Re, che acconsentì: «Va bene, ma dei carabinieri in incognito vi seguiranno». Il giovane prete aveva sorriso: «Vorrei essere da solo, se non le dispiace»

Il Ministro, sbalordito, brontolò: «Alla sera non ne porterà nemmeno uno».

Il giorno dopo un’allegra e variopinta carovana prese la strada di Stupinigi, una delle più belle ville del re. Io trottavo davanti a tutti, con un gran carico di salami, pagnotte e fiaschi di vino. Ero così felice che non mi accorgevo del peso.

Ad un certo punto, temendo che don Bosco si stancasse, mi liberarono dalle provviste e mi misero don Bosco sulla groppa. Mi sentivo più fiero del cavallo del re.

A Stupinigi don Bosco li condusse in chiesa, celebrò la Messa, li trattò allegramente a pranzo e a merenda e durante tutta la giornata li occupò in diversi divertimenti. Descrivere la felicità che rifioriva su tutti quei volti è impossibile. Godettero un mondo di delizie, nei viali del castello reale, all’ombra delle piante, sulle sponde delle acque, in quei prati vestiti di erbe e smaltati di fiori.

La sera, rientrarono tutti nella loro triste dimora.

Il Ministro aspettava con impazienza il risultato della spedizione e ne fu contento. Anzi, siccome aveva un giovane nipote assai dissipato, decise di affidarlo a don Bosco, dichiarando: «Solo lui può cambiargli il cuore!».

 


Nel 1855, don Bosco ottenne il permesso di portare in gita a Stupinigi tutti i giovani del carcere minorile “La Generala” di Torino. Le vettovaglie erano portate da un asino su cui i giovani fecero salire don Bosco. Alla sera, tutti i giovani tornarono in carcere. (Memorie Biografiche V, 220 e ss.)

 

http://www.webgif.org/gif_animate/animali/asini/immagini/03.gif

 

 

Fraternamente CaterinaLD

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