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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Preghiamo per i Sacerdoti VIVI e Defunti, non dimentichiamoli MAI!

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2012 22:49
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....NON DIMENTICHIAMOCI DEI SACERDOTI molti dei quali potrebbero essere nel Purgatorio e avere bisogno del nostro Suffragio...
Santa Caterina da Genova insisteva per la preghiera ai Sacerdoti in Purgatorio perchè essendo stati appunto "Ministri ed amministratori dei misteri di Dio" (1Cor.4) ed avendo agito in vita contrariamente al loro mandato, soffrono di più le pene del Purgatorio e spesso sono dimenticati perchè li si reputano già santificati....[SM=g1740744]

CORONCINA
PER LE ANIME DEI SACERDOTI
CHE SOFFRONO NEL PURGATORIO


                                      

STORIA DI UN'ANTICA DEVOZIONE

L'antica devozione delle "trentatrè offerte del Sangue di Gesù" viene ora trasformata in una apposita Coroncina per facilitarne la pratica e la diffusione. Questa pia pratica, oltre che portare sollievo immediato ai sacerdoti purganti, ottiene per chi prega grazie singolari ed opera meravigliose conversioni fra i peccatori, strappa dalla tiepidezza i cristiani poco fervorosi. Rende i sacerdoti apostoli zelanti, spesso risana le infermità del corpo, addolcisce la sofferenza con una gioiosa rassegnazione alla Volontà Divina ed infine fa desiderare all'anima una perfezione più alta. Le persone, le quali cominciano a recitare con fiducia, umiltà e fervore, sopratutto con perseveranza questa preghiera, possono sperimentare in breve la verità di queste affermazioni.

Attesta un' anima santa del Purgatorio. "Voi viventi potete tutto per noi e noi possiamo tutto per Voi; è uno scambio di preghiere ".

Scrive S. Teresa d'Avila: "Tutto ciò che non ho potuto ottenere dai Santi, infallibilmente l'ho ottenuto sempre per intercessione delle Anime Sante del Purgatorio. Nessuno ha idea di come si soffre in Purgatorio. Tra queste anime però, condannate nel carcere della Giustizia Divina, Dio ha una speciale predilezione per le anime dei sacerdoti, che riguarda come la "pupilla dei suoi occhi".

Se per un bicchiere di acqua dato in Suo nome, Dio promette una ricompensa, come non concederà tutte le grazie a coloro che porgono il calice con il Sangue di Gesù per estinguere la "sete di Dio'; provata dal sacerdote che soffre maggiormente in Purgatorio ed è il più abbandonato?

Se consideriamo la gloria che il sacerdote occupa in Paradiso per la sua altissima dignità, comprendiamo con quale ardente desiderio Dio voglia la liberazione di queste anime a Lui consacrate che sulla terra furono rivestite dei poteri del suo Divin Figlio e sulla cui fronte brilla: "Tu es sacerdos in aeternum". Con la nostra preghiera avremo, quindi, dei potenti mediatori che apriranno i tesori infiniti del Cuore misericordioso di Dio per tutti i viventi. "Siate misericordiosi ed otterrete misericordia" ha detto Gesù. Chi compatisce e dona sollievo alle acutissime pene di queste anime sofferenti, a sua volta, quando sarà tra le fiamme divoratrici del Purgatorio e la preghiera dei propri parenti sarà scarsa, avrà sulla terra cuori generosi che accelereranno la sua liberazione ed i Sacerdoti suffragati si prostreranno dinanzi al Trono di Dio per supplicare in suo favore.

I FRUTTI MERAVIGLIOSI DI QUESTA PREGHIERA

I. Una signora di Bolzano, da lunghi anni offriva il Sangue di Gesù per i sacerdoti defunti, ma poi sopraffatta dalle faccende domestiche e dall'impegno per il marito ammalato, tralasciò questa pia pratica. Un pomeriggio mentre essa era assopita in un leggero sonno vide affollarsi la stanza di innumerevoli sacerdoti e le sembrò che quel luogo non fosse più capace di contenerli tutti. Erano di ogni età e di ogni nazione e rimanevano in angosciosa attesa. Ella stupita volle chiedere che cosa aspettassero: ma ad un tratto vide venire verso di lei un giovanissimo sacerdote che le disse: "Aspettiamo le trentatrè offerte del Sangue di Gesù per sollevarci dalle nostre pene". Comprese allora la signora la grande efficacia di questa devozione che aveva trascurato e che d'allora non tralasciò più.

II. Un gruppetto di anime ferventi con rammarico vedevano il loro parroco sempre più allontanarsi dagli ideali più elevati ed incamminarsi verso la perdizione. Con grande fiducia e fervore esse offrirono il Sangue di Cristo per Lui. In breve tempo, con loro grande consolazione, videro il sacerdote mutare vita e diventare modello di ogni virtù, riamato e stimato da tutti i suoi fedeli.

LA VISIONE DI S. GERTUDE

Gesù, apparendo un giorno a S. Geltrude, disse: "Tutte le volte che liberi una anima dal Purgatorio fai un atto a Me sì gradito, che più non lo sarebbe se riscattassi Me stesso dalla sofferenza. A tempo debito, ricompenserò i miei liberatori, secondo l'abbondanza delle mie ricchezze. I fedeli libereranno un'anima più o meno presto a secondo che pregheranno con più, o meno fervore, e anche a secondo dei meriti che ciascuno avrà acquistato durante la vita". (Rivelazioni di S. Geltrude, Libro V, Cap. 18) "Le persone che hanno dimenticato le anime purganti vengono a loro volta dimenticate". [SM=g1740733]

CORONCINA PER LE ANIME DEI SACERDOTI PIÙ ABBANDONATI

                   [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]


Nel none del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto.
 
Gloria al Padre

San Michele Arcangelo difendici nella lotta per essere salvati nell'estremo giudizio.

De profundis
Dal profondo a Te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella tua parola. L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

L'Eterno riposo, dona loro, o Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.

Si usi una normale coroncina del Santo Rosario.

Sui grani grossi si reciti
:

Nostra Signora del Sacro Cuore, prega per questa Anima Consacrata.

Sui grani piccoli:

Eterno Padre, Vi offro il Sangue Preziosissimo di Gesù, per l'anima di quel sacerdote che nel Purgatorio maggiormente soffre ed è più abbandonata.

Alla fine della coroncina si pregano queste orazioni:
 
I. O Signore Gesù Cristo, Sacerdote Eterno, che nella Tua vita terrena con generosa sollecitudine hai soccorso ogni povero afflitto e abbandonato, Ti supplico di rivolgere il Tuo sguardo compassionevole verso l'anima del sacerdote che nel Purgatorio soffre più atrocemente ed è da tutti dimenticata ed abbandonata. Guarda come quest'Anima Santa tormentata dalla voracità delle fiamme e con voce straziante chiede pietà e soccorso.

II. O Cuore Misericordioso di Gesù, che nell'Orto degli Ulivi, nell'amara solitudine, in preda ai più crudeli tormenti spirituali e sanguinosi spasimi, pregasti: "Padre, se è possibile allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà,", per questa Tua rassegnazione e dolorosa passione ed agonia, Ti prego d'aver pietà dell'Anima Santa per cui Ti supplico e degnati di sollevare le sue sofferenze e consolarla nel suo abbandono come Ti ha consolato il Tuo Padre Celeste per mezzo del Suo Angelo.

Amen.

L'Eterno riposo

ALLA MADONNA DEL SACRO CUORE PER LE ANIME SACERDOTALI

Madre della Misericordia e Madre dell'Eterno Sacerdote, Regina degli Apostoli, volgi il tuo sguardo di pietà verso l'anima sacerdotale cui ti prego. O dolce Regina del Sacro Cuore, mostra la Tua potenza e libera l'Anima di questo sacerdote dalle pene del Purgatorio per i meriti del Preziosissimo Sangue di Gesù. Ricordati, o Madre Ammirabile, dei sacerdoti che sono oggi in agonia e salva quelli che stanno forse, in questo momento gettando la loro corona sacerdotale sotto i piedi del demonio per la loro dannazione eterna. San Giuseppe, San Michele Arcangelo, Santi Apostoli, Vescovi, Sacerdoti e Anime beate del Paradiso, intercedete per queste Anime sacerdotali e religiose che soffrono. Consolatele, sostenetele, affrettate la loro liberazione e il loro ingresso glorioso in Paradiso. E voi, Anime Sante, intercedete per noi, e otteneteci la grazia... (la si chieda), se essa serve alla gloria di Dio e per la salvezza della nostra anima, affinché possiamo far conoscere a tutti la vostra potente intercessione e questa devozione per la gloria di Dio e per la nostra felicità eterna.

Amen.

****************

il resto delle Preghiere lo trovate qui:
http://www.haerentanimo.net/modules.php?name=News&file=article&sid=29


[SM=g1740734]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Attraverso il canto Samuel, di don Giosy Cento, dedico a TUTTI i Sacerdoti, ai Seminaristi, ai Religiosi e ai giovani l'apertura di questo Anno Sacerdotale perchè sia davvero un Anno Giubilare SANTO.

Cari Sacerdoti, non scoraggiatevi, tantissime persone nel mondo pregano per voi e con voi.
Ritornate ad adorare Gesù Eucarestia nei Tabernacoli...date testimonianza di questa peculiarità che ci appartiene ed è la nostra identità cattolica!

Ritornate a dare la Santa Comunione sulla bocca, riscoprite per noi e con noi la sacralità dell'Eucarestia e del Sacrificio Eucaristico, date l'opportunità a chi vuole di tornare a prendere la Comunione IN GINOCCHIO...!

La Messa NON è semplicemente un banchetto, esso passa prima attraverso IL CALVARIO, imitate il Santo Padre nella celebrazione della Santa Messa!

Non avanzate con una fede "fai da te", abbiamo bisogno dell'ortodossia, abbiamo fame e sete DI SACRO!
Che la Vergine, Madre di Dio, Madre dei Sacerdoti, e il Santo Curato d'Ars con san Pio X, vi proteggano e vi sostengano.
Con affetto filiale, CaterinaLD




[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

[SM=g1740722]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Preghiere (dal libro: “Il Sacro Cuore e il Sacerdozio”)

O Gesù, Pontefice eterno, divino Sacrificatore, tu che in uno slancio in­comparabile d'amore per gli uomini tuoi fratelli, hai fatto sgorgare dal tuo Sacro Cuore il sacerdozio cristiano, degnati di continuare a versare nei tuoi sacerdoti le onde vivificanti dell'Amore Infinito.

Vivi in essi, trasformali in te, rendili per mezzo delle tue grazie gli strumenti delle tue misericordie; opera in essi e per essi, e fa' che, dopo di essersi rivestiti di te, per mezzo della fedele imitazione delle tue ado­rabili virtù, essi facciano in tuo nome e per la forza del tuo Spirito, le opere che hai compiuto tu stesso per la salvezza del mondo.

O divin Redentore delle anime, vedi quanto grande è la moltitudine di quelli che dormono ancora nelle tenebre dell'errore; conta il numero di quelle pecorelle infedeli che camminano sull'orlo del precipizio; considera la folla dei poveri, degli affamati, degli ignoranti e dei deboli che gemono nell'abbandono.

Ritorna a noi per mezzo dei tuoi sacerdoti; vivi, o buon Gesù, in essi, opera per essi, e passa di nuovo in mezzo al mondo insegnando, perdo­nando, consolando, sacrificando, riannodando i sacri vincoli dell'amore fra il cuore di Dio e il cuore dell'uomo.

Amen.

                                                                          
 
* * *


Cristo, luce ineffabile, focolare divino della verità increata, vieni a il­luminare le anime.

Tu che sei il Verbo del Padre, splendore della sua gloria e luce del mondo, vieni e allontana le ombre che si stendono sul nostro orizzonte. Ogni giorno parli e insegni nel tuo sacerdozio. La tua luce ci giunga attraverso i tuoi preti, e come dalle loro mani noi riceviamo il tuo Corpo, così dalla loro bocca possiamo ricevere la tua verità. Confermali nel pos­sesso della giustizia e della verità, in modo che non si allontanino mai dalla tua via.

Uniscili intimamente a te; pensino solo ciò che tu pensi, non insegnino che la tua sapienza. Uniscili così strettamente fra loro che siano forti contro lo spirito dell'errore e invincibili all'assalto dei peccato. Riempi il loro spirito della tua luce e il loro cuore del tuo amore casto, perché illu­minino a loro volta le anime che tu hai loro affidato.

Amen.


* * *

Signore, Amore Infinito, misericordiosa bontà, che sei venuto fra noi a cercare quello che era perduto, a purificare ciò che era macchiato, a risollevare chi era caduto, dona ai tuoi sacerdoti l'amore e la tenerezza di cui è ripieno il tuo cuore. Fa' che coloro che ti imitano, i preti, si mettano, con coraggio instancabile, alla ricerca delle pecore smarrite e che, colmi di pietà e di amore, dopo aver fasciato le loro ferite, le riportino nel tuo ovile. Dona ai tuoi preti la grazia di raggiungere la profondità del cuore degli uomini. Da' loro la consolazione di guadagnare molti al tuo amore, perché un giorno possano sentirsi dire da te: - Venite, servitori buoni e fedeli, entrate nella gioia del vostro Signore ».


Amen.

    

* * *

Spirito Santo, divino consolatore, inviato da Cristo alla nostra deso­lazione, riempi il cuore della tua Chiesa, il sacerdozio, del fuoco della tua carità. Gli uomini gemono sotto il peso delle sofferenze; hanno bisogno, per continuare il cammino verso l'eternità attraverso le ombre del dolore, di essere guidati, sostenuti, consolati.

Spirito, Amore sostanziale del Padre e del Figlio, effondi sui sacerdoti l'abbondanza dei tuoi doni. Versa nei loro cuori i sentimenti della compas­sione, della tenerezza che riempiva il cuore di Gesù, perché, illuminati da te, penetrati dalla carità del Cristo, possano offrire al mondo, attra­verso un rinnovamento di fede e di amore, la consolazione a ogni soffe­renza, e calmare ogni dolore.

Amen.

                                                               

* * *

Eterno Padre, Dio onnipotente, tu che ci hai amato fino ad offrire il tuo unico Figlio per essere insieme nostro sacerdote e nostra vittima, nostro mediatore sempre ascoltato e nostro riscatto sovrabbondante, guar­da, ti supplichiamo, con il tuo sguardo d'amore i nostri altari.

Riconosci nei preti che ti offrono il sacrificio le immagini vive del tuo Figlio. Come lui, passano facendo del bene, diffondendo la luce, spargen­do il perdono, consolando chi soffre, bevono allo stesso calice, lo seguono al Calvario e diventano insieme a lui sacrificio di soave odore. Uniti con lo stesso sacerdozio al tuo Figlio, sono con lui dispensatori della tua ca­rità infinita e dei tuo amore misericordioso.

Fa', Padre dei cielo, che i preti di Cristo siano resi, per mezzo della tua grazia onnipotente, così conformi a Colui che è loro esempio che tu possa dire vedendoli: Ecco i miei figli amatissimi, in cui mi sono com­piaciuto; ascoltateli.

Amen.

Redatto da Federico Pellettieri 




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PREGHIERA PER L'ANNO SACERDOTALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
recitata all'inizio del Vespri Solenni per l'Apertura dell'Anno Sacerdotale, davanti alla reliquia del Santo Curato d'Ars


PREGHIERA PER L’ANNO SACERDOTALE

Signore Gesù, che in san Giovanni Maria Vianney hai voluto donare
alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa' che,
in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza
quest'Anno Sacerdotale.

Fa' che, sostando come lui davanti all'Eucaristia, possiamo imparare
quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra;
tenero l'amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante
l'abbandono confidente alla tua Madre Immacolata.

Fa', o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d'Ars, le
famiglie cristiane divengano « piccole chiese », in cui tutte le vocazioni
e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere
accolti e valorizzati. Concedici, Signore Gesù, di poter ripetere con
lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva
rivolgersi a Te:
« Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio
è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.

Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente.
Mio Dio, se la mia lingua
non può dirti ad ogni istante che ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta
tante volte quante volte respiro.

Ti amo, o mio Divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con Te.
Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo».

Amen
.




[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

[SM=g1740738]
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....ci sono riuscita....ecco un assaggio......


Avendo girato per qualche libreria cattolica cercando la Preghiera composta dal Pontefice per l'Anno Sacerdotale in formato immaginetta e NON avendola trovata (sic!)... senza perdermi d'animo ne ho realizzate alcune... Sorriso

Non hanno il copyright: gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente dono...ergo chiunque può copiarle altrove...tuttavia la citazione a questo sito (non tanto all'autrice) dal quale partono questi lavori, sarebbe onestamente gradita....e naturalmente una Preghiera reciproca... Occhiolino

Fraternamente CaterinaLD














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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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10/02/2010 12:34
 
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Ecce sacerdos magnus
qui in diebus
suis placuit Deo et incentus est
iustus et inventus est iustus,
Ecce sacerdos magnus
qui in diebus suis placuit Deo
et inventus est iustus.


Tratto dal fascicolo del CD "The Priests"
che spiega così il brano:

"Si tratta di un pezzo musicale di Edward Elgar che può andare a testa alta sia nella parte ecclesiastica che nella controparte orchestrale laica...
Una traduzione approssimativa del testo sarebbe: - Contemplate il Grande Sacerdote, che nei suoi giorni ha servito il Signore, e che è stato appena trovato".
Il testo proviene dalla Liturgia delle Ore, che è recitato ad intervalli regolari ogni giorno dal Clero e dalle Comunità religiose di tutto il mondo.
Di solito la si canta all'ordinazione di un Vescovo nella sua Cattedrale
".

Quando la bella musica si fonde con le immagini per dire un Grazie a TUTTI i Sacerdoti del mondo per la loro Vocazione e per il loro "Fiat" al nostro servizio....e supplicare il Padrone della Messe perchè mandi Operai, e ci doni sempre santi sacerdoti dai quali proviene anche la nostra santità di laici...

Un Grazie al Santo Padre Benedetto XVI per questo Anno Sacerdotale, una vera perla di Grazia!



[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[SM=g1740738]



Sulle note del "Sciogliamo un lieto cantico" del Coro "S.Veronica" Parrocchia S. Maria Nascente in Bonemerse (CR), dedico questo video ai Sacerdoti affinchè in questo Anno giubilare tornino a celebrare la Santa Messa con dignità e rispetto, decoro e rispettosa osservanza delle Norme Ecclesiali perchè noi fedeli....abbiamo bisogno che voi per primi ci diate testimonianza della Presenza Reale di Gesù nella Santa Messa, il Santo Sacrificio e non un banchetto da pizzeria...
Applicate le richieste del Santo Padre, ridateci gli inginocchiatoi per comunicarci a Gesù come si addice a noi Cattolici, vogliamo rivedere il Crocefisso trionfare sull'Altare...





[SM=g1740738]

[Modificato da Caterina63 10/02/2010 12:52]
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17/03/2010 21:06
 
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Tre giorni di preghiera sulla passione di Cristo e della Chiesa sotto la protezione di san Giuseppe


Dal 19 al 21 marzo presso la Pontificia Università Lateranense


ROMA, mercoledì, 17 marzo 2010 (ZENIT.org).- Inizierà questo venerdì, 19 marzo, alle 10.30 presso la Pontificia Università Lateranense (PUL) di Roma la seconda edizione di "In Memoriam Martyrum", iniziativa di tre giorni dedicata alla passione di Cristo e della Chiesa promossa dall'Opera di diritto pontificio "Aiuto alla Chiesa che Soffre" (ACS).

Visto che ci si trova nell'Anno Sacerdotale, l'edizione di quest'anno è dedicata in modo particolare alla memoria dei sacerdoti martiri.

"Quella per il ministero sacerdotale è un'attenzione che ACS ha da sempre, fin dalla fondazione dell'Opera avvenuta nel 1947", ha affermato il direttore del Segretariato Italiano, Massimo Ilardo.

"Focalizzando su questo la tre giorni 2010, vogliamo sostenere, incoraggiare, consolare i sacerdoti che tuttora, nelle molte zone del mondo dove la Chiesa è perseguitata, rimangono fedeli al Vangelo, senza sottrarsi a rischi che potrebbero richiedere loro anche il sacrificio della vita per Cristo", ha sottolineato.

A questo tema sarà dedicata la Mostra-filmato sulla figura di 12 sacerdoti martiri che verrà proiettato alla PUL nelle mattinate del 19 e del 20 marzo.

Il programma include anche la Via Crucis, che si terrà nella basilica di San Crisogono venerdì 19, e una Veglia di preghiera per i missionari martiri, organizzata dalla Diocesi di Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura la sera di domenica 21 marzo.

Alla Veglia parteciperà anche ACS, rappresentata da monsignor Joseph Coutts, Vescovo di Faisalabad (Pakistan).

Il presule pakistano sarà tra gli ospiti della Conferenza "Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani", che si svolgerà alla PUL alle 16.00 di sabato.

L'incontro sarà aperto da monsignor Rino Fisichella, rettore dell'Università, e vi parteciparanno monsignor Philip Najim, Procuratore per la Chiesa caldea presso la Santa Sede, e Jesús Colina, direttore dell'Agenzia ZENIT. Modererà monsignor Sante Babolin, presidente della Sezione italiana di "Aiuto alla Chiesa che Soffre".

Alle 16.00 di domenica verrà invece proiettato nell'Aula Paolo VI dell'Università il film "Jerzy Popieluszko", dedicato a questo sacerdote polacco.

Verrà introdotto dall'intervento del professor don Tone Presern, assistente ecclesiastico della Sezione italiana di ACS e docente della facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell'Università Pontificia Salesiana.

Don Popieluszko venne ucciso nel 1984 dai Servizi segreti dopo essere stato rapito vicino la città di Toruń alla fine di un servizio pastorale nel quale aveva ribadito la propria opposizione al regime che allora governava la Polonia.

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Atto affidamento a Maria di B16
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Il sacerdote amato dagli scout che parlava di Dio con Ratzinger

di Andrea Tornielli

«Don Francesco era semplicemente un prete, un prete vero…». A Longarone, dove esercitava la sua missione di arciprete e parroco, come pure in tutta la diocesi di Belluno, dov’era conosciutissimo, lo descrivono così. I suoi amici, con le lacrime agli occhi, non si capacitano ancora per la sua morte assurda, per quel proiettile che la trapassato e ucciso mentre dormiva rannicchiato nel suo sacco a pelo. «Non c’è bisogno di ricordare come tutti noi amassimo don Francesco e quanto lui amasse tutti noi. È stato una persona la cui esistenza ci ha profondamente segnato e ispirato», si legge sul sito Web dei «raid Goum», l’esperienza spirituale del deserto, che don Cassol da cinque anni guidava lungo i percorsi più aridi delle Murge, camminando in silenzio per una settimana alla testa di gruppi di giovani e di adulti alla ricerca dell’Assoluto. Pedule, zaino in spalla, una stuoia per dormire sotto le stelle, un cappuccio per proteggersi dal sole o dalla pioggia.


Francesco Cassol,Sacerdote trovato ucciso forse è stato un bracconiere classe 1958, era nato a Belluno ed era stato ordinato nel 1983. Una vocazione, la sua, cresciuta nell’ambito dello scoutismo. Dopo due anni da vicario parrocchiale a Limana, era stato inviato al Centro di Spiritualità Papa Luciani di Santa Giustina, prima come vicedirettore e quindi come direttore. Il vescovo Vincenzo Savio lo nomina vicario per la pastorale, responsabile della missione per il Giubileo del 2000. Ma è l’incarico di segretario del Sinodo diocesano (2005-2006), che lo fa conoscere e apprezzare in tutta la diocesi.
 
Cinque anni, don Francesco era stato nominato dal nuovo vescovo, Giuseppe Andrich, arciprete a Longarone nel paese devastato dalla tragedia del Vajont nel 1963. «In una comunità ancora profondamente segnata da quel disastro – spiega al Giornale don Angelo Balcon, il parroco di Danta di Cadore, amico del sacerdote ucciso ad Altamura – don Francesco è diventato un punto di riferimento, come peraltro accadeva dovunque andasse. La gente gli voleva bene…».

«Era un uomo di profonda spiritualità – ci confida un amico bellunese – aperto e gioviale, capace di parlare ai giovani e di entusiasmarli, non aveva mai dimenticato la sua passione per lo scautismo. Era anche molto impegnato nel sociale come pure nella salvaguardia del creato. A Sedico seguiva una fondazione per l’aiuto ai ragazzi problematici. Uno dei suoi crucci nell’ultimo periodo erano le ricadute della crisi economica nelle famiglie». «Un uomo che sapeva parlare con tutti, con i bambini così come con i vecchi – aggiunge Marco Perale, consigliere comunale a Belluno, suo amico dai tempi del liceo – Sono sicuro che se Francesco avesse potuto parlare con gli ha sparato... si sarebbero capiti, avrebbero trovato un accordo». «Un prete alla mano, ma di grande cultura, con capacità di confronto – afferma l’ex presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon – Con lui e con il vescovo avevamo lavorato proficuamente sui temi del territorio, delle acque, dell’ambiente».

Il 24 luglio 2007, ad Auronzo, don Cassol era stato uno dei sacerdoti bellunesi che avevano avuto il privilegio di «intervistare» Benedetto XVI, durante le vacanze che il Papa trascorreva in Cadore e gli aveva chiesto come «portare Dio all’umanità di oggi». Era uscito entusiasta per la risposta del Papa. «Benedetto XVI si è confermato un Papa che ascolta, che va molto in profondità – aveva commentato a caldo – Ha colpito tutti il suo invito a vivere gioiosamente la propria cattolicità», con i piedi per terra e gli occhi rivolti al cielo.

Ratzinger, concludeva don Francesco, «si è confermato, una volta di più, il papa del Concilio». Ieri mattina il vescovo di Belluno, prima di far visita agli anziani genitori del sacerdote, ai due fratelli e alle tre sorelle, ha dato la notizia della tragedia agli ottanta partecipanti agli «Esercizi spirituali itineranti» sul Cammino delle Dolomiti. Iniziativa che avrebbe dovuto guidare don Cassol, se non avesse avuto in agenda il Goum sulle Murge e quell’appuntamento con il destino. 

Il Giornale, 23 agosto 2010

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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14/09/2011 00:13
 
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Don Luigi Parrone. In ricordo di un martire del nostro tempo.

Il 9 settembre, alle ore 18, ricorrendo il trigesimo della morte di Don Luigi, sarà celebrata una S. Messa di suffragio usus antiquior, presso la Basilica di S. Nicola in Carcere in via del Teatro di Marcello, 76.
__________________________
Tu es Sacérdos in aetérnum


http://lucazacchi1963.files.wordpress.com/2011/08/290652_195751503823526_100001660329676_515532_53201_o.jpg


[SM=g1740720]



Don Luigi PARRONE
nato a Roma, il 16 agosto 1960


ordinato Presbitero dal Beato Giovanni Paolo II il 13 maggio 2001
in San Pietro in Vaticano - ROMA
per la Diocesi di ROMA

La sua ordinazione fu tardiva e faticosamente raggiunta, ostandovi il suo attaccamento alla Tradizione.

Nel 2007 era ancora Vicario Parrocchiale in Santa Maria del Carmine e San Giuseppe al Casaletto, a Roma. Poi trasferito nella Parrocchia di S. Romano (Tiburtino) dove svolge il maniera esemplare il suo Apostolato sacerdotale aiutando i poveri, avvicinando le persone più lontane al Santo Altare, destando la riprovazione e subendo angherie e calunnie di ogni specie da parte di "uomini di chiesa" cosiddetti benpensanti.

Ma il card. vicario Agostino Vallini, -appellato dallo stesso clero romano card. sicario- lo manda a Collevalenza con la minaccia di sospenderlo a divinis se non avesse obbedito e con obbligo di essere sottoposto a psicoanalisi, ritenendo patologico il suo attaccamento alle "cose vecchie" della Tradizione.

Ha sempre invitato tutti gli amici conoscenti e fedeli a pregare per il cardinale, perché -diceva- "il Signore ammorbidisce i cuori più duri" e sperava in un atto di misericordia, che non accennava a prodursi, anzi... Conosciamo nei dettagli l'intera vicenda e possiamo confermare il comportamento decisamente discriminatorio nei suoi confronti, fortemente lesivo della sua dignità sacerdotale, protratto nel tempo e talmente pesante da rivelarsi, alla fine, insostenibile.

Muore di crepacuore il 9 agosto 2011, vigilia di S. Lorenzo
Riposa nella Cappella del Preziosissimo Sangue al Campo Verano, Roma
Un memento per lui e una preghiera per la nostra povera Chiesa.



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[SM=g1740717]ADOTTIAMO UN SACERDOTE.......

A Cuba il Papa ha incontrato suor Teresa Querquetta, la religiosa che prega per lui da vent'anni

L'INCONTRO CON LA SUORA CHE DA VENT'ANNI PREGA PER LUI

Non solo i faccia a faccia con i fratelli Castro o i bagni di folla nelle piazze "de la Revolucion" a Santiago de Cuba e L'Avana.
Nei suoi tre giorni sull'isola caraibica, Benedetto XVI ha avuto anche un incontro che lo ha commosso profondamente.

Nella mattina di martedì, prima di visitare il santuario della Virgen de la Caridad del Cobre e di partire poi in volo per L'Avana, Benedetto XVI ha celebrato in privato una messa nella cappella del Seminario San Basilio Magno a Santiago de Cuba.

Alla messa erano presenti una decina di suore Contemplative dell'Ordine delle Missionarie della Carità, fondato da Madre Teresa di Calcutta.
 Tra queste, una religiosa indiana, suor Teresa Querquetta, che quando venti anni fa entrò nelle Missionarie della Carità ebbe l'incarico, come accade per le contemplative di quest'Ordine, di pregare ogni giorno per uno specifico sacerdote: e il sacerdote che le venne assegnato era il cardinale Joseph Ratzinger. [SM=g1740752]

Da allora, questa suora prega tutti i giorni, come suo preciso incarico, per colui che poi è diventato papa Benedetto XVI. L'arcivescovo di Santiago de Cuba, mons. Dionisio Garcia Ibanez, lo sapeva bene e ha fatto in modo di creare l'occasione per presentare la suora al Pontefice.

Al momento dell'incontro, suor Teresa, nella tipica veste bianca e blu delle religiose di Madre Teresa, ha messo al collo del Papa una corona di fiori.

Benedetto XVI è apparso toccato nel profondo, particolarmente commosso, nel trovarsi davanti la suora che da vent'anni, ogni giorno e senza interruzioni, prega per lui.

[SM=g1740738]


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31/05/2012 18:24
 
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Sacerdótes Dómini incénsum et panes ófferunt Deo: et ídeo sancti erunt Deo suo, et non pólluent nomen eius

( su Il Messaggero del 29 maggio 2012 ) MODENA - Don Ivan Martini è morto nel crollo della chiesa della Stazione di Novi, a Rovereto, nel Modenese, perché tentava di mettere in salvo una piccola statua della Madonna durante il sisma che ha distrutto la sua chiesa.
Un prete di campagna ha solo la sua chiesa.

Poco importa se non fa parte della storia dell'architettura, se non ospita grandi capolavori. Ogni statua, ogni arredo, è come se fosse un pezzo del paese.
Don Ivan Martini, 65 anni, da nove parroco di Rovereto, uno dei paesi della Bassa modenese maggiormente colpita dal sisma, è morto in mattinata nella sua chiesa crollata.
Proprio come i due frati di Assisi (padre Angelo Api e il seminarista polacco Borowec Zdzislaw), morti il 26 settembre 1997 insieme a due funzionari della soprintendenza delle belle arti (Claudio Bugiantella e Bruno Brunacci) sepolti dagli affreschi di una delle chiese più belle del mondo, crollati durante un sopralluogo all'altare maggiore.

La chiesa. Don Ivan voleva bene alla sua chiesa e a ciò che c'era dentro.
La parrocchia di Santa Caterina era stata danneggiata e resa inagibile dal precedente sisma, ma si doveva fare un sopralluogo per salvare un pò di arredi che c'erano dentro.
Così stamattina, accompagnato da due vigili del fuoco, è entrato nella chiesa per cercare di salvare alcune statue fra cui, in particolare, una statua della Madonna alla quale molti dei suoi parrocchiani erano particolarmente devoti.
 La scossa.
È lì che il forte terremoto lo ha sorpreso.
 Don Ivan è stato colpito dal crollo, di una pietra o di una trave, che non gli ha lasciato scampo.
Illesi, invece, i due vigili del fuoco che erano con lui e che sono riusciti a mettersi in salvo.
Rovereto così, in mezzo a tanti danni riportati dalle strutture, piange la sua unica vittima, il suo parroco, al quale il paese voleva bene.
Non è per niente facile fare il prete fra comunisti e immigrati che chiamano Dio con un altro nome. «Don Ivan era uno veramente in gamba», racconta un suo parrocchiano, accompagnando l'elogio ad un gesto esplicito, ma non certo irrispettoso, che descrive il coraggio col quale esercitava la sua missione.
 È rimasto ferito, invece, un altro parroco che è stato coinvolto da un crollo nel duomo di Carpi.
In un primo momento si era temuto per la sua vita, si era addirittura diffusa la notizia della sua morte.
In realtà ha riportato solamente qualche lieve danno fisico e una grandissima paura, come il resto dei suoi parrocchiani. 
 
POGGIO RENATICO (Ferrara) –
 Vive per strada, dorme dal macellaio del paese e di tanto in tanto entra in chiesa, la sua chiesa, quella di San Michele Arcangelo, patrono di Poggio Renatico.
Don Simone Zanardi è il parroco sfollato di questo terremoto dell’Emilia.
Quella notte ha perso in un colpo solo la casa e la chiesa ma lui non vuole saperne di abbandonarla e allora rimane lì, seduto sulle panchine di questa grande piazza dell’abbazia dove la gente si ritrova ancora nonostante le macerie.
«Non so dove altro andare, francamente, e comunque mi fa piacere stare con loro».
Non ha nemmeno quarant’anni ma è già un abate-parroco perché quella di San Michele Arcangelo è anche un’abbazia.
Domenica mattina, dopo che la chiesa era stata bloccata e nessuno poteva più entrare, lui se n’è infischiato e saltellando fra le rovine è arrivato al Tabernacolo per prendere il Santissimo: «Ho voluto salvarlo.
L’ho portato a San Pietro in Casale dove la struttura è solida».
Tutti lo salutano, tutti gli sorridono. «Forza don Simone». «Grande don».
Ancora un’oretta di piazza e poi a letto. Lo aspetta il macellaio. A.P


Anch'io vorrei morire in Chiesa... magari mentre sto prendendo la Comunione, o magari mentre sto dicendo un Rosario....  
E' vero, si perde un'amico quando muore qualcuno che magari conosciamo pure, ma pensiamo poco al modo in cui si muore e credo che per un sacerdote questa sia una delle dipartite più belle.... come richiamato da una Voce interiore Don Ivan non se la sentiva di lasciare lì quella Santa Statua della Vergine che tante volte aveva tenuto compagnia a lui e ai fedeli..  
Non so perchè ma mi è venuta in mente la storia di san Giacinto, domenicano, seppur ha un finale diverso:  
quando si trattò di lasciare disperatamente Kijev, assalita dai Tartari, egli prese la pisside con le Ostie consacrate dal Tabernacolo della chiesa ormai destinata alla devastazione e si avviò verso l’uscita. Ma una voce soave lo fermò: «Giacinto, figlio mio, mi abbandoni nelle mani dei Tartari?».  
Subito fra Giacinto tornò indietro a prendere la statua della Vergine che, divenuta leggera, poté essere facilmente trasportata. Con quei due tesori tra le braccia, si immerse nelle acque del fiume Diepr, sulle cui rive erano accampati i nemici assedianti, e condusse tutto il gruppo dei suoi seguaci in salvo....  
Credo che questa volta la Vergine Santa abbia voluto mettere in salvo Don Ivan, per la beatitudine eterna....  
Noi cattolici la pensiamo così....  
Embarassed


Fraternamente CaterinaLD

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29/07/2012 11:18
 
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Dom João Braz de Aviz [© Associated Press/LaPresse]

Dom João Braz de Aviz [© Associated Press/LaPresse]

 

Almeno un primato, a monsignor Braz de Aviz, non glielo toglie nessuno. L’attuale prefetto del dicastero vaticano per i religiosi è l’unico vescovo che vive da quasi trent’anni portandosi dietro 130 pallini di piombo disseminati nel corpo.
João a quel tempo era un giovane prete di 36 anni, e quel giorno stava viaggiando dalla sua parrocchia a quella di un villaggio vicino per aiutare il parroco che celebrava i suoi venticinque anni di sacerdozio. A metà strada, su un ponticello, vede un’auto ferma. Si avvicina per vedere se serve una mano. E si accorge che non si tratta di campesinos rimasti con la macchina in panne. Nel vecchio maggiolino ci sono due ragazzi che gli spianano contro le loro armi pesanti, gli tolgono le chiavi della macchina e lo costringono a seguirli dall’altra parte del torrente, senza dire una parola. Dopo mezz’ora, sbuca dalla curva il furgone blindato della banca. Era venerdì pomeriggio, loro stavano aspettando il furgone con la raccolta degli incassi, e João capisce allora di essersi trovato nel posto sbagliato all’ora sbagliata.
Poi la situazione precipita. I rapinatori sparano subito alle gomme del blindato. Ma anche quelli del carro della banca sono armati, e rispondono al fuoco. Ricorda oggi monsignor Braz de Aviz: «A un certo punto, visto che la situazione era bloccata, i due ragazzi mi hanno puntato di nuovo le armi in faccia: vai tu a parlare con i poliziotti, o ti ammazziamo. Che potevo fare? Ho mosso solo qualche passo e subito dal blindato i poliziotti mi hanno sparato addosso». João sente bruciare per tutto il corpo i pallini partiti dal fucile a canne mozze. Ha pure un occhio perforato, sente il sangue che gli cola a fiotti sul viso. Sta disteso a terra. Non riesce ad alzarsi. Un’immobilità impotente che gli salverà la vita: «Dopo mi hanno confermato che se mi fossi mosso mi avrebbero finito». Intanto i due banditi sono scappati. João sente il respiro farsi affannoso, sente il sangue che gli sale dai polmoni nella bocca. «Dicevo dentro me stesso: Gesù, ma perché devo morire a trentasei anni, avevo tanto da fare. La risposta mi è sgorgata dentro così: “Io sono morto a 33 anni. Tu hai avuto già tre anni più di me…”». João intuisce allora che anche la sua generosità, il suo slancio a fare cose buone può cadere nel vuoto, se non è un abbandonarsi nelle braccia di Gesù. «Allora mi sono sentito in pace. Ho detto le mie ultime preghiere, ho fatto le mie offerte, ho chiesto perdono, ma poi ho anche aggiunto: Signore, dammi dieci anni in più. Non so perché ho chiesto proprio dieci anni».
In effetti, dom João quella volta l’ha scampata. I piombini sono rimasti anche nei polmoni e nell’intestino, senza provocare infezioni. Perfino l’occhio si è salvato e i medici si chiedono come sia stato possibile.
Dopo quell’esperienza, oggi monsignor Braz de Aviz ricorda di essere anche entrato in un periodo di depressione. «Non riuscivo più nemmeno a uscire di casa. Ne sono uscito solo dopo un anno, piano piano, cominciando col fare piccole cose, ad esempio piccole passeggiate, fin dove mi era possibile. Anche questa specie di paralisi della volontà è stata per me un’esperienza importante, per abbracciare il mio limite e la mia fragilità». Quando stavano scadendo i dieci anni di “proroga” richiesti, è arrivata la nomina a vescovo. «È come se il Signore mi avesse voluto dire: fin qui tu mi hai chiesto la vita, d’ora in poi quello che viene io ti chiedo di donarlo a me…». Dom João lo dice ridendo. Ma intanto, il soprassalto dei ricordi gli inumidisce gli occhi.

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" Cronaca-vera" in una provincia qualsiasi dell'Italia post-cristiana : 9-9-2012 il diario di un giovane Sacerdote.

 

 

Con il permesso dell'autore, giovane prete, pubblichiamo questo toccante racconto di ieri 9 settembre 2012.

“ Stasera ho preso parte ad una festa di compleanno.All'uscita mi fermo davanti al ristorante per attendere l'ultimo amico da salutare.
E' già l'una. Soltanto una cinquantina di metri mi separano dalla macchina. Li percorro senza timore, andando dritto. Attorno soltanto prostitute. Una città nella città, e nemmeno una luce che provenga dai palazzi. Devo attraversare una piazzetta scarsamente illuminata. A sinistra una prostituta chiacchiera con alcuni uomini. Sento che dice:"ehi, c'è un padre...".
Mi sovviene un episodio di stamattina, che forse avevo già rimosso.Dopo la messa, sulla via principale di … ( importante Città del Sud N d R ), un uomo inveisce verso di me: "Un prete! Dicono che mio figlio sia finocchio. Meglio finocchio che prete...".

Ho pensato a come stiamo diventando sempre più dei bersagli. Mi conforta che bersaglio nel linguaggio del Vangelo si renda con "segno di contraddizione". Mi addolora il sapere che quell'uomo con molta difficoltà avrebbe potuto distinguere un prete per le vie della città. Ha incrociato uno di quelli che porta regolarmente una camicia da prete.Ha potuto riconoscermi ed ha gridato tutta la sua rabbia... Avrebbe potuto aggredirmi, farmi del male, ma non lo ha fatto. D'altronde ho messo nel conto anche questo.
La prostituta lascia il gruppo e grida, anch'essa.Però il suo grido sa di implorazione: "padre, padre...". E' a due passi da me. Si ferma e dice soltanto, a voce bassa: "padre, per favore, prega per me!". E torna indietro. "Lo farò", rispondo.
Un prete passa, all'una di notte. Ed una donna gli chiede di pregare per lei!
Sono stato per alcuni anni in un paese, e alcuni di coloro che stazionavano nella parrocchia come nella loro fortezza, non lesinavano parole sprezzanti e sarcastiche: "ma chi ti credi di essere? Non devi dirci tu cosa dobbiamo fare...".

Gesù ha detto che le prostitute precederanno alcuni nel regno dei cieli.
Penso che sia proprio così.
Ho promesso la mia preghiera a quella donna. Segno di contraddizione, senza neppure esserne minimamente degno.
Uno mi ha disprezzato, un'altra mi ha considerato per quello che sono.
Quant'è saggia la Chiesa, che impone ai suoi ministri di essere riconoscibili.
Quant'è buono il Signore, che sa ricompensare anche con queste carezze le mortificazioni subite per amore suo”.


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[SM=g1740720] La morte di Mons. Angelo Amodeo, Canonico del Duomo di Milano. “Signore manda tanti sacerdoti alla Tua Chiesa come Mons. Amodeo : zelanti e innamorati dei Tuoi Altari e dei Santi Misteri!”






Ci hanno appena informato telefonicamente che poco fa si è addormentato nel Signore, all'età di 80 anni, dopo un periodo di malattia, Mons. Angelo Amodeo, Canonico minore del Capitolo del Duomo di Milano, grande cultore della Tradizione Liturgia Ambrosiana e Romana.
Ordinato nel 1957 dal Cardinal Montini di Milano, è stato sacerdote di grande umiltà e disponibilità. 

Ha sempre voluto generosamente correre in aiuto a tutti quanti avevano bisogno di lui, in diverse parti d'Italia (da Roma a Imperia, da Venezia a Meda ma anche Loreto, Campocavallo ,  Camerino e Civitanova Marche), per celebrare la Santa Messa nell'antico rito della Chiesa o per svolgere il ruolo di prete assistente. 
Ricorderemo sempre con gratitudine immensa Mons. Amodeo che proprio il 14 settembre 2007, giorno in cui entrava in vigore l'atteso Motu Proprio "Summorum Pontificum" del regnante Papa, volle affrontare un lungo viaggio fino a Loreto per svolgere il ruolo di Presbitero assistente al Pontificale celebrato dal Cardinale Dario Castrillon Hoyos nella Basilica (inferiore) della Santa Casa.
Uniamoci tutti nella preghiera di suffragio supplicando il Signore che susciti nuovi operai nella sua messe  per continuare la devota opera intrapresa, con sacrificio e con generosità, da Mons.Amodeo.

Addio Monsignore. Ad Deum.
Riposi in pace.
E grazie. 


In paradisum deducant te angeli; in tuo adventu suscipiant te martyres et perducant te in civitatem sanctam Jerusalem.  
A.C.

Preghiamo perchè il Padre lo accolga nel Suo abbraccio luminoso e conforti i suoi cari e quanti lo hanno amato e apprezzato in questi lunghi mesi di sofferenza.
Ii funerali di Mons.Angelo Amodeo saranno celebrati nel Duomo di Milano lunedì 17 settembre alle ore 8,45.


[SM=g1740717] [SM=g1740720]


[Modificato da Caterina63 15/09/2012 19:46]
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10/12/2012 22:49
 
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Ravviva il nostro animo»
   

«Ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio»
(sant’Ambrogio).
  

«L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide il cui nome era Giuseppe».

Nel recitare questo esordio (Lc 1,27) noi, uomini di oggi, insieme a tutte le generazioni degli uomini e insieme ai Santi del Paradiso, risvegliamo gli echi di quella voce che più di 2000 anni fa è stata la voce dell’Arcangelo e, in una sorta di meditativa risonanza, diventiamo "angeli" che lodano e acclamano beata Colei che è vanto della Chiesa e che ravviva con profonda letizia l’animo di ogni uomo.

La breve struttura di Tu sei vanto della Chiesa prevede un’alternanza tra solista, coretto e coro, alternanza che evita la monotonia e valorizza le diverse articolazioni sia da un punto di vista musicale che testuale.

Il primo inciso, affidato al solista, è lineare e recitativo e va eseguito con l’atteggiamento di chi ascolta, ma è contemporaneamente partecipe al messaggio comunicativo. Si ponga attenzione al finale che va sempre leggero e in diminuendo.

L'Annunciazione, miniatura armena dei secc. XIII-XIV, Museo di Yerevan, capitale dell'Armenia.
L’Annunciazione, miniatura armena dei secc. XIII-XIV, Museo di Yerevan, capitale dell’Armenia (foto Lores Riva).

Il secondo inciso inizia all’unisono per poi aprirsi alle tre voci del coretto femminile sulle parole «O Santa Madre di Dio» quasi a voler sottolineare come la lode che ogni uomo rivolge a Maria è legata da una perfetta e gioiosa armonia. L’esecuzione di questa parte richiede una sillabazione scorrevole, con un movimento sciolto, ma insieme calmo, in cui emergono solo gli accenti tonici delle parole con una piccola apertura su "lodiam" e su "Dio".

Il terzo inciso, a 4 voci ed eseguibile quindi da tutto il coro, è prima l’esaltazione di una "Donna speciale", vanto e letizia dell’umanità, e poi la supplica orante degli uomini rivolta al Signore attraverso Maria. La meditazione sui contenuti espressi in questa parte di testo e l’organizzazione musicale ci portano verso un’esecuzione delicata, raccolta, in cui sono inopportuni accenti troppo marcati. Il tutto si svolge rispettando la linearità del canto che si apre verso l’acuto solo nel finale, là dove la richiesta di aiuto e la certezza della profonda intesa spalanca per noi uomini l’orizzonte della salvezza.

Il canto può essere utilizzato come antifona o come forma litanica nei momenti celebrativi mariani.

L’autore, don Luigi Mazza, è nato a Cortemilia, paese dell’Alta Langa in Provincia di Cuneo, nel 1925. Ha studiato nel Seminario diocesano di Alba e, durante gli anni di preparazione al sacerdozio, ha dedicato tempo allo studio della musica frequentando il Pontificio Istituto di musica sacra e cogliendo i magistrali insegnamenti del maestro Lorenzo Perosi. Durante la sua vita si è dedicato, oltre al ministero sacerdotale in diverse parrocchie della Diocesi di Alba, all’insegnamento della musica e del canto nel Seminario fungendo pure da direttore dell’Istituto diocesano di musica sacra. Ancora in piena attività, don Mazza morì nel 1994 lasciando una cospicua eredità di musica corale sacra.

Luisa Tarabra
     

Per i collegati URM lo spartito è reperibile presso la Direzione di Madre di Dio (piazza san Paolo 12, Alba, CN. Tel. 0173-2961).
  

TU SEI VANTO DELLA CHIESA

Con l’arcangelo Gabriele
e il coro degli Angeli,
noi ti lodiamo o Santa Madre di Dio.

Tu sei vanto della Chiesa,
tu letizia ai nostri cuor.
Prega per noi presso il Signor.

Con le generazioni
che ti chiameranno beata,
noi ti lodiamo o Santa Madre di Dio.

Con tutti i Santi del Paradiso,
noi ti lodiamo o Santa Madre di Dio.







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