ATTENZIONE Convegno "Passione della Chiesa, Amerio e altre vigili sentinelle"

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Caterina63
00lunedì 24 maggio 2010 10:27
....vi invito a fare vostro questo comunicato...
il pdf di cui ho l'allegato LO POTRETE SCARICARE DA QUI... Sorriso



Caro Amici, Vi trasmetto l'invito a partecipare a un convegno teologico che si terrà a San Marino il 12 giugno.
   P.Giovanni Cavalcoli, OP
 
Centro Culturale Vera Lux - Bologna

Fin dalle origini la Chiesa ha sempre vissuto sofferenze e ostilità  provenienti sia dal suo interno che dall’esterno, ma ha potuto contare sulla presenza di “sentinelle” che, per grazia di Dio, hanno saputo illuminarla su pericoli e rischi.  Anche oggi non mancano le difficoltà e la barca di Pietro può contare innanzitutto sul suo timoniere, il Santo Padre  Benedetto XVI, che con grande lungimiranza e profondità di insegnamento, la guida tra le tempeste che vorrebbero farla naufragare.
 “Grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia.” (Benedetto XVI, Udienza del 10/3/2010).
 
Alla luce di questa “ermeneutica della continuità” è stato organizzato un incontro di studio sul tema “Passione della Chiesa. Amerio e altre vigili sentinelle”.
 
L’opera del teologo Romano Amerio (1905-1997) - “Iota Unum. Studio sulle variazioni della Chiesa Cattolica nel secolo XX” - propone una articolata indagine sul tormentato periodo post-conciliare e non a caso si chiude con queste parole: «Custos quid de nocte?» («Sentinella, che notizie porti della notte?») (Isaia 21, 11).
 
A partire da una analisi condotta da Don Nicola Bux sull’attuale situazione dottrinaria, il convegno si propone di ascoltare la voce di alcune “sentinelle” tra cui appunto lo stesso Amerio, il Servo di Dio Padre Tomas Tyn O.P. e, infine, Joseph Ratzinger Benedetto XVI.
Le riflessioni su Romano Amerio e P.Tyn saranno condotte rispettivamente dal Prof. Matteo D’Amico e da P. Giovanni Cavalcoli O.P., postulatore della Causa di beatificazione del frate cecoslovacco morto nel 1990.
La giornata di studi sarà presieduta da S.E. Mons. Luigi Negri Vescovo di S.Marino-Montefeltro che condurrà la riflessione finale sulla figura di Joseph Ratzinger Benedetto XVI.
 
In allegato l'invito a partecipare.
 
Cordiali saluti                                                                                   
                                                                                     
Centro Culturale Vera Lux         



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Padre Giovanni Cavalcoli, OP
Convento di San Domenico,
Piazza San Domenico 13,
40124 Bologna
Tel. 051.6400418 - 051.6400411
Cell. 334.7803456
email:
padrecavalcoli@gmail.com
www.studiodomenicano.com
www.arpato.org
http://arpatoblog.wordpress.com/






Caterina63
00giovedì 27 maggio 2010 12:09

Negri: basta contrapporre le ermeneutiche

                      Negri: basta contrapporre le ermeneutiche thumbnail
By Redazione
Published: maggio 26, 2010

Sono passati circa 45 anni dalla fine del Concilio Vaticano II, e mai come adesso, da più parti sta emergendo un intenso e profondo dibattito sugli insegnamenti e le implicazioni di questo avvenimento ecclesiale.

Tra le diverse interpretazioni, i Pontefici che ne hanno personalmente preso parte, quali Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sostenuto una lettura secondo la cosiddetta ‘ermeneutica della continuità’, secondo la quale il Concilio non si pone in contrasto con il millenario “depositum Fidei” proprio della tradizione cattolica.

Come ha spiegato il Pontefice Bendetto XVI durante la sua visita a Fatima, secondo questo tipo di lettura non c’è rottura tra modernità e tradizione.

Per comprendere quella che il Papa ha ribadito come “ermeneutica della continuità” l’associazione Vera Lux (http://www.centroveralux.it/) ha organizzato a San Marino un incontro di studio sul tema “Passione della Chiesa. Amerio e altre vigili sentinelle”.

Il convegno parte dall’opera del teologo Romano Amerio (1905-1997) “Iota Unum. Studio sulle variazioni della Chiesa Cattolica nel secolo XX” per proporre una articolata indagine sul periodo post-conciliare.

Al convegno interverranno tra gli altri don Nicola Bux, il prof. Matteo D’Amico e padre Giovanni Cavalcoli O.P.

La giornata di studi sarà presieduta e conclusa con una riflessione sulla figura di Benedetto XVI, da monsignor Luigi Negri Vescovo di S.Marino-Montefeltro.

Considerando il grande interesse che sta nascendo intorno al Convegno, ZENIT ha rivolto alcune domande a monsignor Negri.

Lei ha conosciuto personalmente Amerio?

Monsignor Negri: Ho conosciuto personalmente Romano Amerio perché è da lui che avevo ricevuto un suggerimento molto preciso per orientare i miei studi di filosofia sulla personalità di Tommaso Campanella a cui egli aveva dedicato una consistente parte della sua attività di studio e di insegnamento. Debbo a lui la riscoperta di questo grande autore che normalmente la storiografia laicista fa passare come uno degli antesignani della rivolta moderna contro la tradizione cattolica e che, invece, è un singolare testimone di un cattolicesimo che certamente riconquista a partire da più di un cedimento nei confronti di una mentalità laicista. Questo è il motivo di grande gratitudine che ho verso Amerio il quale per altro è stato per decenni insegnante al Liceo Cantonale di Zurigo, uno dei punti di maggiore impatto culturale non soltanto per il Canton Ticino, ma anche per buona parte dell’Italia.

E’ di grande attualità la discussione circa l’ermeneutica del Concilio Vaticano II, su cui Amerio ha molto riflettuto e scritto. Nel famoso volume – “Iota unum” – tradotto in varie lingue, Romano Amerio racconta di cosa accadde al Concilio Vaticano II e della crisi postconciliare, indicando quelle incrinature nella solidità della fede che ancora oggi feriscono la Chiesa. Potrebbe illustrarci il senso e la ragione di questa analisi critica?

Monsignor Negri: La lettura spassionata, a tanti anni di distanza, del libro “Iota unum” è la dimostrazione che Amerio aveva intuito come si stesse operando una frattura fra la tradizione e un certo modo di interpretare il Concilio Vaticano II. La sua quindi rappresenta una testimonianza intelligente e vissuta fino in fondo, espressa non senza sofferenza di questa frattura che si andava delineando e in cui l’interpretazione “modernista” o, come amava dire lui, “neoterica” del Concilio rischiava di mettere in crisi tutto un dato della tradizione dalla quale non si poteva prescindere. Nel suo volume emerge chiara la situazione così come l’ha delineata Benedetto XVI dicendo che ormai bisogna chiudere la vicenda della contrapposizione fra le ermeneutiche e imboccare la strada della continuità ermeneutica. Che poi in questa ri-lettura del Concilio – o meglio di tutto ciò che si è provocato dentro e fuori il Concilio – operata da Amerio qualche volta ci sia un po’ di accanimento risulta perfettamente comprensibile.

Qual è il principale contributo che questa giornata di studi potrà fornire?

Monsignor Negri: Io parteciperò a questo convegno come relatore parlando di Benedetto XVI e sono stato lieto di accogliere questa giornata di studi a S. Marino perché mi pare che nella linea del magistero di Benedetto XVI possa rappresentare un contributo su alcuni nodi molto importanti della storia recente della teologia che, una volta recuperati in modo critico, potrebbero favorire il dialogo e lo sviluppo della cosiddetta ermeneutica della continuità.

* * *

Sulle motivazioni che hanno condotto all’organizzazione della giornata abbiamo rivolto alcune domande a uno dei promotori, Lorenzo Bertocchi, studioso di Storia del Cristianesimo e appartenente al Centro Culturale “Vera Lux” di Bologna.

Perché avete deciso di dedicare un Convegno a Romano Amerio?

Bertocchi: Fin dalle origini la Chiesa ha sempre vissuto sofferenze e ostilità provenienti sia dal suo interno che dall’esterno, ma ha potuto contare sulla presenza di “sentinelle” che, per grazia di Dio, hanno saputo illuminarla su pericoli e rischi. Tra i pericoli va annoverato anche il tema della corretta interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, infatti, a partire dal famoso discorso alla Curia Romana del 2005 più volte Benedetto XVI è tornato sul tema della cosiddetta ermeneutica della continuità. La confusa interpretazione del Concilio, infatti, non è priva di conseguenze per la vita della Chiesa. In questo contesto Romano Amerio con la sua opera “Iota unum” ha proposto un’ articolata indagine sul tormentato periodo post-conciliare, non a caso il libro si chiude con queste parole: «Custos quid de nocte?» («Sentinella, che notizie porti della notte?») (Isaia 21, 11). Ecco perché il Convegno pone una particolare attenzione su Amerio, ma va ben oltre sottolineando anche l’opera di altre “sentinelle” come il Servo di Dio P. Tomas Tyn O.P. e soprattutto il Card. Joseph Ratzinger oggi Benedetto XVI.

Quali sono i fini che vi proponete di raggiungere con il Convegno?

Bertocchi: Per rispondere vorrei citare un passaggio di Benedetto XVI nell’udienza generale dello scorso 10 marzo: “Grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia.” La giornata di studi promossa dal Centro Culturale Vera Lux quindi vuole animare il dibattito teso a sviluppare “l’unicità e la continuità della Chiesa” nel solco del Magistero e nella consapevolezza che la chiarezza dottrinaria non è solo un fatto elitario o intellettualistico, ma ha conseguenze importanti per tutto il popolo di Dio che facilmente può essere confuso da errori o interpretazioni eterodosse. Antonio Gaspari © ZENIT.org

Caterina63
00martedì 15 giugno 2010 20:52

Il Concilio Vaticano II: rinnovamento secondo tradizione


di Lorenzo Bertocchi

ROMA, martedì, 15 giugno 2010 (ZENIT.org).- Sabato 12 giugno si è tenuto a San Marino il convegno “Passione della Chiesa, Amerio e altre vigili sentinelle” organizzato dal Centro Culturale Vera Lux di Bologna.

L’incontro ha visto la partecipazione di monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino- Montefeltro, di don Nicola Bux, di padre Giovanni Cavalcoli O.P e del prof. Matteo D’Amico.

Il tema prendeva le mosse dalla passione della Chiesa che, come ha scritto Johann A. Mohler, in quanto “perdurante incarnazione di Cristo” vive quella stessa “passio” che visse il Cristo fisico.

Il convegno intendeva chiarire che tra le molte sofferenze che oggi vive la Chiesa non è secondario ciò che riguarda una diffusa confusione circa la verità, un caos interpretativo che produce veri e propri danni di natura spirituale che rischiano di incatenare i fedeli in una libertà vuota di senso.

Don Nicola Bux ha aperto i lavori e ha indicato come “ormai in molti condividono il giudizio che all’inizio del Conclave l’attuale Pontefice ha dato circa il relativismo. Un relativismo che purtroppo è entrato nella dottrina”.

“Proprio in occasione dell’omelia di chiusura dell’Anno Sacerdotale – ha precisato don Bux - il Santo Padre ha parlato di ‘eresie’. Negli ultimi decenni questo era un termine non molto usato perché si temeva di evocare fantasmi, però di fatto le eresie nella Chiesa ci sono e la confusione dottrinaria origina proprio dalla difficoltà di distinguere ciò che è dottrina pura, sana, sicura da tutto ciò che, invece, non è tale”.

In questo contesto le “vigili sentinelle” indicate nel Convegno – Romano Amerio, padre Tomas Tyn e Benedetto XVI – sono accomunate da un interesse per l’ortodossia che il Cardinale Joseph Ratzinger definiva “opera sociale a favore di tutti i credenti”.

Concludendo il suo intervento don Bux ha sintetizzato molto bene cosa si intende per dottrina sicura, sana e pura: “Dottrina sicura perché fondata su Gesù Cristo e il primato petrino. Dottrina sana perché immune da pensieri fuorvianti. Dottrina pura perché proveniente dal cielo, custodita nella sacra liturgia, scevra da inquinamenti delle opinioni mondane”.

Anche se non presente al tavolo dei relatori ha voluto dare un contributo alla giornata anche monsignor Brunero Gherardini che, con una scritto inviato agli organizzatori, ha ricordato come per Romano Amerio “la crisi fu scatenata quando forze latenti, ma aggressive, polemiche, centrifughe e soprattutto potenti, aprirono le porte del santuario allo spirito del secolo, sostituendo l’uomo a Dio”.

“Nasceva e in breve furoreggiò – continua Gherardini - un Cristianesimo umanitario, quello del 'buonismo acritico' e superficiale, senza preoccupazioni dogmatiche, etiche, disciplinari”.

Con grande acutezza la relazione del prof. D’Amico ha analizzato l’opera di Romano Amerio come interprete della crisi della teologia post-conciliare: “Per Amerio la crisi è un fatto, e i fatti si mostrano, non si dimostrano. Iota Unum, in questo senso, è soprattutto una lunga e meticolosa messa in luce e chiarificazione del fatto della crisi”.

La causa di quella che Amerio definisce “crisi” della Chiesa viene indicata dal professore nella “crisi del pensiero”: “In Iota Unum si trova, infatti, un capitolo fondamentale (Teologia e filosofia nel postconcilio) nel quale Amerio denuncia il pratico abbandono dello studio di San Tommaso nei seminari, l’abbandono della Scolastica e, quindi, della philosophia perennis”.

Secondo Amerio “l’abbandono del tomismo significa la rinuncia a una prospettiva realista in metafisica e si sviluppa un inevitabile dubbio scettico sulle capacità conoscitive dell’uomo. Tale pirronismo però rende impossibile la vita di fede, o la sfibra totalmente, in quanto l’assioma secondo il quale l’uomo non può conoscere nulla con certezza si estende ai dogmi e all’insegnamento della Chiesa in genere. E’ questa, nella visione ameriana, la radice ultima della crisi”.

Padre Giovanni Cavalcoli si è inserito nel dibattito sottolineando in particolare la figura di Tomas Tyn e la sua interpretazione della libertà in rapporto a quella data da Karl Rahner, mostrando come “il rinnovamento teologico apportato da Rahner contrasta con quello autentico promosso dal Magistero in questi ultimi quarant’anni, mentre per converso il ‘tradizionalismo’ tyniano si sta sempre più rivelando in piena consonanza col Concilio, per il quale egli ebbe grande ammirazione, fiutandone peraltro l’interpretazione modernista che purtroppo ne sarebbe venuta e ne stava venendo già fuori ai suoi tempi”.

Per Padre Cavalcoli “padre Tomas Tyn, di cui è aperta la causa di beatificazione, rappresenta davvero una testimonianza viva di quell’ermeneutica della continuità più volte richiamata da Benedetto XVI, egli, infatti, è stato ed è una vigilante sentinella che ‘con la sanità della dottrina e la confutazione dell’errore, ma soprattutto con la sua messa in pratica nella purezza e santità dei costumi morali, dà un esempio a tutta la Chiesa”.

Monsignor Luigi Negri ha concluso i lavori con un intervento profondo e carico di quella passione che contraddistingue il Vescovo di San Marino-Montefeltro.

“Benedetto XVI – ha detto monsignor Negri – ha dato un apporto determinante e definitivo al cosiddetto problema dell’ermeneutica del Concilio Vaticano II, contributo che consente di chiudere certe vicende ancora aperte e di riprendere il cammino”.

“E’ giusto guardare il Concilio - ha aggiunto - e quindi interpretarlo affrontando coraggiosamente quei punti per cui è necessario ulteriore approfondimento, ma certamente senza cedere alla tentazione ideologica: tradizionalismo e progressismo sono due degradi ideologici di segno uguale e contrario”.

Per quanto riguarda la caratteristica essenziale del Magistero di Benedetto XVI, monsignor Luigi Negri ha tracciato un riferimento preciso: “Il Papa più volte in questi anni ci ha chiarito che occorre una ragione più larga, un insegnamento valido per i cristiani, ma anche per chi non è cristiano e non accetta di mettersi nel giro delle ideologie che eliminano la grandezza e la dignità dell’uomo”.

“Questo è il grande compito - ha concluso - che Benedetto XVI si è assunto: dare agli uomini la possibilità di un’esperienza ampia della loro umanità, ossia quell’inesorabile andare verso il mistero che caratterizza la ragione umana in ogni momento della sua vita”.

[Grazie alla collaborazione con le Edizioni “Il Cerchio” di Rimini gli organizzatori hanno preannunciato la pubblicazione degli atti del convegno che, compatibilmente con i tempi di redazione, dovrebbe essere presentata il prossimo settembre]





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