Bandiera della Pace (quella arcobaleno)? NO, è della FALSA PACE!

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Caterina63
00lunedì 26 ottobre 2009 13:46
BASTA CON LE BANDIERE DELLA PACE NELLE NOSTRE CHIESE....
Errare è umano, perdonare è divino, ma perseverare è diabolico!


                            arcobaleno
(Arcobaleno autentico spuntato proprio quando il Papa Benedetto XVI si mise in Preghiera ad Auschwitz)

“Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra ». Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arcobaleno pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l’arcobaleno sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L’arcobaleno sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra». Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».

Genesi 9:8-17

Corrispondenza Romana, n. 802

PACIFISMO: il significato profondo della bandiera arcobaleno

(Corrispondenza romana) In un lucido articolo apparso sul "Corriere della Sera" del 27 marzo, Ernesto Galli della Loggia osserva come la bandiera dell'arcobaleno che sventola da settimane su tutti i cortei che percorrono le città italiane rappresenti molto più di una semplice bandiera della pace: essa, almeno in Italia è la bandiera della nuova sinistra, il vessillo che sta soppiantando la bandiera rossa di un tempo.

Ma qual'è il significato profondo del nuovo simbolo pacifista? Si tratta, come è noto, di una bandiera a colori orizzontali che dovrebbe rappresentare l'arcobaleno, segno biblico di pace tra Dio e l'uomo (ma dopo il punitivo diluvio universale!). Tuttavia, poiché i promotori del pacifismo sono, per dire il meno, del tutto aconfessionali, e poiché in quella bandiera i colori dell' arcobaleno sono stranamente raffigurati alla rovescia, viene il sospetto che il significato del simbolo sia ben diverso.

In ogni caso, la scelta di quel simbolo non deriva certo dalla Bibbia. L'origine prossima pare risalire alla Società Teosofica, setta gnostica e orientaleggiante fondata nel 1875 da Helena Petrovna Blavatski, una medium russa che si diceva portavoce delle "potenze superiori occulte", si considerava alfiere del socialismo internazionale e pretendeva instaurare una super-religione della pace universale.

Molto più tardi l'arcobaleno rovesciato divenne il simbolo dellla galassia settaria detta New Age, che annuncia la fine dell'era cristiana dei Pesci e l'avvento dell' "era dell'Acquario", nella quale la pace sarà prodotta dall' universale fratellanza anarchica ed "ecumenica".

Nel 1978, il solito arcobaleno fu disegnato dall'artista Gilbert Baker come simbolo del movimento omosessualista statunitense; da allora questa bandiera garrisce nello "storico" enclave gay in un quartiere di San Francisco.

"La bandiera - ha recentemente confermato il segretario del Partito Radicale Daniele Capezzone - esprime la liberazione del movimento omosessuale" (cfr. "Libero", 27 marzo 2003).

Ben diverso dal falso arcobaleno pacifista era il vero arcobaleno biblico, che già allora prefigurava il ruolo di Maria come mediatrice di pace tra Dio e l'uomo, come insegnava il Sommo Pontefice san Pio X: "In mezzo a questo diluvio di mali ci si presenta dinanzi agli occhi, simile all'arcobaleno, la Vergine clementissima, quasi arbitra di pace tra Dio e gli uomini: Pongo il mio arcobaleno nelle nubi, affinché sia il segno del patto che ho stipulato con la terra (Gn. 9, 13). Imperversi pure la tempesta e s'infoschi il cielo, ma nessuno se ne sgomenti. Alla vista di Maria, Dio si placherà e perdonerà: Quando l'arcobaleno svetterà sulle nubi, io, guardandolo, mi ricorderò del patto sempiterno "(Gn. 9, 16). (San Pio X, enciclica Ad diem illum laetissimum, del 2-2-1904).

Il dono della pace è al centro della profezia di Fatima, in cui la Madonna afferma che il mondo è di fronte a un bivio cruciale: vi sarà pace solo se gli uomini si convertiranno e saranno esaudite le richieste del Cielo, comprendenti la consacrazione della Russia al Cuore di Maria e la comunione riparatrice nei primi cinque sabati del mese. Altrimenti, "la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa, i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate, infine il mio Cuore Immacolato trionferà! Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace".

La Russia si è auto-dissolta ma i suoi errori si sono propagati nel mondo intero e oggi hanno un loro simbolo nell'arcobaleno pacifista che proclama una pace senza giustizia e senza libertà. L'arcobaleno cristiano, il Regno di Maria profetizzato a Fatima, nasce invece, come ogni vera pace, dalla preghiera, dalla lotta e dal sacrificio.
(CR 802/01 del 29/03/03)

Facciamo notare che diverso è stato il simbolo dell'arcobaleno proposto dalla Chiesa in questo periodo: esso è in verticale, con i colori in posizione corretta e su di esso sorvola una colomba con l'ulivo nel becco!
Vi è stato invece un grande inganno verso tutti i fedeli cristiani, cattolici in modo speciale, che involontariamente attraverso i francescani hanno in buona fede divulgato la bandiera sbagliata.

"Errare è umano; perdonare è divino; perseverare nell'errore è diabolico"

J.C.N.S.



Ezechiele, 3
16 Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele.
17 Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
18 Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.
19 Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
20 Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. 21 Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».

 
Caterina63
00lunedì 26 ottobre 2009 14:00
ABBIAMO VINTO!!!!!
...se puoi dai ristalto a questa notizia da qualche parte, DIFFONDILA!!!!

Questo scrivevamo sul Difendere in MSN nel giugno del 2008
FINALMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
sono anni che ci battevamo contro questa bandiera spiegandone i motivi....finalmente qualcuno se ne è accorto...
la diocesi di Brindisi aveva messo tale bandiera SULL'ALTARE domenica 18 alla Messa del Papa, è probabile che questo annuncio della'Agenzia Fides abbia trovato il coraggio di parlare proprio per questo.....

TE DEUM LAUDAMUS!!!

dal sito Petrus
http://www.papanews.it/news.asp?IdNews=8200#a



Il richiamo di Fides ai sacerdoti 'no global': “La bandiera arcobaleno è new age, non va usata

CITTA’ DEL VATICANO - La bandiera arcobaleno piu' che simbolo della pace lo e' della New age e del sincretismo. Lo afferma l'agenzia Fides, in barba a chi vuole l'origine della bandiera nel racconto biblico del dopo-diluvio universale. Fides si chiede poi ''come mai uomini di Chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace''.

''Questi uomini e donne di chiesa - si polemizza Fides dopo aver criticato chi ritiene che nel corso della storia la croce sia stata 'brandita come simbolo di sopraffazione' - sanno qual e' l'origine della bandiera della pace? Molti probabilmente no. Altri, pur sapendo non se ne preoccupano piu' di tanto. Altri ancora hanno trovato in questo simbolo la rievocazione dell'episodio biblico del diluvio universale''.

Secondo Fides ''le origini della bandiera della pace vanno ricercate nelle teorie teosofiche nate alla fine dell'800'', in quel ''sistema di pensiero che tende alla conoscenza intuitiva del divino''. Alla teosofia si ricollega la New Age. L'agenzia asserisce vaticana poi che la bandiera arcobaleno si presenta come il ''simbolo piu' adatto a rappresentare una idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verita' assoluta: tutte le opinioni hanno la medesima dignita'''.

''Secondo questo tipo di idea - prosegue Fides - per esempio e' possibile mettere sullo stesso piano partiti politici o gruppi culturali che rivendicano, legittimamente, la difesa della dignita' della donna, e gruppi, come e' accaduto recentemente in Europa, che rivendicano la depenalizzazione dei reati di pedofilia.

Si tratta ovviamente di aberrazioni possibili, solo all'interno di una mentalita' relativistica come quella che caratterizza le nostre societa' occidentali; la bandiera arcobaleno - deduce Fides - e' una valida sintesi per rappresentare questo sincretismo; infatti l'arcobaleno nel New Age rappresenta il passaggio dall'umano verso il super-uomo divino''.

Contro Aldo Capitini, - il fondatore del Movimento nonviolento che per primo isso' in Italia il vessillo arcobaleno nella prima marcia per la pace Perugia-Assisi del 1961 - e contro la prassi delle associazioni non violente, dagli anni Cinquanta ad oggi, Fides sentenzia che la bandiera e' ''una valida sintesi per rappresentare il sincretismo'', lontano anni luce dal messaggio cristiano.

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meglio tardi che mai.....

                                                    bandiera vera della Pace
(questa immagine riproduce la vera "bandiera della Pace"..... e siamo lieti di potervela offrire e se volete da mettere nei vostri siti.... un grazie dallo Staff Difendere La Vera Fede)



 
Caterina63
00lunedì 26 ottobre 2009 14:26
Dal Blog Amico Fides et Forma di Francesco, ecco un aggiornamento da meditare....

BASTA CON LE BANDIERE DELLA PACE IN CHIESA!


di Francesco Colafemmina

La potenza evocativa dei simboli è tale da renderne difficile la cancellazione dopo la loro introduzione nella quotidianità. Un esempio su tutti possiamo riscontrarlo nel caso della cosiddetta bandiera della "pace". Ancora ieri mi è capitato di vederla esposta in una splendida cattedrale del cinquecento.

Questa mefitica bandiera introdotta in Italia in occasione dello scoppio della guerra in Irak, dopo esser stata ritirata dalla maggior parte dei balconi italiani continua ad attecchire all'interno delle chiese cattoliche.

Cominciamo col dire che questa fantomatica bandiera è stata ufficialmente smascherata da un articolo molto dettagliato pubblicato nell'estate 2008 dall'Agenzia Fides (che - sia detto per inciso - ha subito dei devastanti cambi al vertice qualche settimana fa). Cosa si dice in quell'articolo? Anzitutto che la bandiera cosiddetta "della pace" è la bandiera ufficiale dell'orgoglio gay. Fu disegnata dall'artista gay Gilbert Baker nel 1978. Come ha recentemente affermato lo stesso Baker, la bandiera fu disegnata come simbolo di "liberazione" da "coloro che fanno i legislatori della morale". Questa bandiera fu realizzata in occasione dell'assassinio dell'attivista gay Harvey Milk il 27 novembre 1978. Da allora cominciò ad andare a ruba tanto da diventare un vero e proprio vessillo della lotta gay alla conquista della libertà dalla morale "omofobica".

Lo stesso Baker spiegò che i colori della bandiera andavano letti in questo modo: il rosa indica la sessualità, l'indaco l'armonia, il rosso indica la vita, l'arancio è la salute, il giallo ricorda il sole, il verde rappresenta la natura, il blu è l'arte e il viola lo spirito.

Ciò detto è altresì evidente che il tentativo di ricondurre la creazione di questa bandiera al fondatore gandhiano della marcia "per la fratellanza dei popoli" Perugia-Assisi, Aldo Capitini, è piuttosto fallimentare. Sia perché questa è una evidente manipolazione storica, sia perché il rainbow flag è una specifica "proprietà" della comunità gay internazionale.

Chi l'ha dunque introdotta in chiesa? Lo ha fatto padre Alex Zanotelli, l'attivista comboniano che nel 2002, alla vigilia della guerra in Irak, si fece promotore della diffusione di questa pseudo bandiera della pace. Dico pseudo perché non si tratta della bandiera della pace di Capitini, bensì molto più chiaramente della bandiera dell'orgoglio homosex.

Senza paura di essere definiti omofobi, ma nutrendo il più profondo rispetto per chi vive anche con difficoltà la condizione omosessuale, non possiamo negare che proprio a partire dal 2002-2003 in Italia la lobby omosessuale ha cominciato a bombardarci mediaticamente. Non c'era fiction o serial televisivo che non vedesse la partecipazione di un personaggio "diverso", la pressione sul governo perché fossero adottati provvedimenti in materia di "matrimonio gay" cresceva sempre più, fino a giungere nel 2004 alla redazione della proposta di legge sui cosiddetti PACS (un acronimo contenente un riferimento anche troppo esplicito alla "pace" delle fantomatiche bandiere). Proprio come fino a qualche settimana fa, quando per autorizzare "moralmente" la legge sull'omofobia, i giornali e soprattutto le televisioni ci bombardavano con notizie di agguati anti gay ed atti omofobici di varia natura (tutti fatti spiacevoli ed infami, ma sui quali mai si era vista una tale concentrazione di attenzione mediatica - dato che purtroppo non si tratta di casi sporadici). E' altamente probabile che la diffusione di quelle bandiere facesse parte di un preciso atto di indottrinamento simbolico. Rendere certi vessilli accettabili e positivi agli occhi del "popolo" significa disinnescare potenziali opposizioni e scavalcare i pregiudizi morali.

Quel progetto dei "PACS" naufragò nei "DICO". Da allora molte bandiere sono scomparse dai balconi italiani, ma i Comboniani non hanno arretrato di un passo. Le bandiere dell'orgoglio gay in chiave pacifista continuano ad insidiare le nostre chiese e a costituire un vero e proprio "arredo sacro" della Casa del Signore. Quousque tandem?

In conclusione vorrei parlarvi di un film. Un film che molto probabilmente è costato caro al suo creatore, Stanley Kubrick. Parlo del famosissimo "Eyes Wide Shut" (occhi spalancati chiusi).
Kubrick morì (pare per attacco cardiaco) guardacaso pochi giorni prima di terminare il montaggio dell'opera.
Ad ogni modo, credo che quel film rappresenti la summa poetica ma anche ideale di un uomo dotato di una intelligenza fuori dal comune. Non è un film interessato al sesso o alla sessualità, come hanno spesso voluto farci credere. Si tratta invece di una acuta lezione sull'esistenza e l'attività di talune sette. Nel film ricorre la parola "rainbow" (arcobaleno) per designare l'ingresso in un'altra dimensione "over the rainbow"...
A questa accezione profondamente esoterica ed anticristiana accennava anche l'articolo dettagliatissimo di Fides, legando la nascita della bandiera alle dottrine teosofiche di Mme Blavatsky.

Alla luce di tutto ciò non sarà dunque opportuno eliminare ogni residua bandiera della pace dalle nostre chiese, magari spiegando ai propri parroci le ragioni evidenti dell'incompatibilità di questo simbolo con il Segno di Cristo che è la Croce?

Caterina63
00giovedì 1 aprile 2010 11:56

EUROPA/ITALIA - L'Arcobaleno: sincretismo o pace ?

Città del Vaticano (Agenzia Fides)

- Che il cuore dell’uomo aspiri alla pace è una delle constatazione che chiunque osservi la propria esperienza elementare può fare. Tuttavia lo spettacolo tragico a cui assistiamo giornalmente sembra smentire categoricamente tale assunto. È altrettanto evidente infatti che il conflitto è sempre in agguato per i più svariati motivi: un pezzo di terra da condividere, degli affetti comuni, risorse primarie da utilizzare. Le cause seconde dei conflitti sono molteplici e talvolta non individuabili. Alla base di tali cause tuttavia, ve n’è una: l’autosufficienza. La Chiesa cattolica per descrivere tale situazione ha formulato il dogma del peccato originale. La pace o la guerra dipendono dal cuore dell’uomo.

Sin dall’Antico Testamento, gli ebrei avevano individuato una serie di norme, sintetizzate in modo grandioso nel decalogo, che tenessero conto della complessità della natura umana: sia nella sua dimensione verticale, nel rapporto con il Trascendente, che in quella orizzontale, nel rapporto con il prossimo. Una serie di pesi e contrappesi garantivano un certo equilibrio. Tuttavia, la sostanziale novità fu apportata da Gesù Cristo, il quale pur attingendo a pieno dalla tradizione antico-testamentaria, rinnovò nella sostanza il decalogo, spostando l’attenzione sull’aspetto centrale della vita dell’uomo: il bisogno di sentirsi amato e di amare. Gesù arrivò a concepire addirittura, cosa assolutamente assente nelle altre tradizioni religiose, l’amore per i nemici.

Infatti questa affermazione rivoluzionaria viene considerata l’anima “della nonviolenza cristiana, che non consiste nell’arrendersi al male – secondo una falsa interpretazione del "porgere l’altra guancia" (cfr Lc 6,29) – ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia. Si comprende allora che la nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità” (Benedetto XVI, Angelus del 18 febbraio 2007).

Tutto ciò comporta il pagamento di un prezzo: il sacrificio di sé. È la dinamica che ha portato il Signore Gesù alla morte in croce; il suo sacrificio, offerto una volta per tutte, riassume in sé i sacrifici, piccoli o grandi che siano, degli uomini di ogni tempo. Simbolo evocativo di una umanità pacificata è quindi la croce, non qualsiasi croce, ma quella di Cristo.

La teosofia

Quanto premesso ci serve per postulare una domanda: come mai uomini di Chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace? Sarebbe interessante interrogare uno per uno coloro che, forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno. Tuttavia qualche risposta, per loro conto, potremmo ipotizzarla, richiamando alla memoria la lunga litania degli eventi in cui la chiesa avrebbe brandito la croce come simbolo di sopraffazione, e chiesto successivamente in modo inequivocabile perdono per le manchevolezze dei suoi figli: crociate, caccia alle streghe, roghi di eretici, la lista si potrebbe allungare all’inverosimile. Qui però, taluni dimenticano che la storiografia più aggiornata ha ridimensionato quanto la propaganda anticlericale, soprattutto ottocentesca aveva orchestrato ad arte. Tuttavia per non sottrarsi ad eventuali obiezioni, resta il fatto incontrovertibile che non è il simbolo della croce in sé stesso ad aver bisogno di essere emendato quanto piuttosto gli atteggiamenti degli uomini che, guardando a tale segno possono ritrovare motivo di conversione.

A questo punto diventa necessaria un'altra domanda: questi uomini e donne di chiesa sanno qual è l’origine della bandiera della pace? Molti probabilmente no. Altri, pur sapendo non se ne preoccupano più di tanto. Altri ancora hanno trovato in questo simbolo la rievocazione dell’episodio biblico del diluvio universale.
In realtà, le origini della bandiera della pace vanno ricercate, nelle teorie teosofiche nate alla fine dell’800. La teosofia (letteralmente “Conoscenza di Dio”) è quel sistema di pensiero che tende alla conoscenza intuitiva del divino. Essa è sempre stata presente nella cultura indiana, mentre nell'Occidente è rintracciabile negli scritti di Platone (427-347 a.C.), dei neo-platonici, come Plotino (204-270). La moderna versione ha preso forma dalla Società Teosofica, un movimento mistico, esoterico, spirituale e gnostico fondato nel 1875 da Helena Petrovna Blavatsky, più nota come Madame Blavatsky.

La dottrina

Il programma della Società, ispirato alle dottrine orientali dell'induismo e del buddismo, era riassunto nei seguenti tre scopi:
Formare un nucleo di fratellanza universale dell'Umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore;
Incoraggiare lo studio comparato di religioni, filosofie e scienze;
Investigare le leggi inesplicabili della natura e dei poteri latenti nell'uomo.

La teosofia ha rappresentato un vero momento di rottura con le tradizioni religiose che dominavano precedentemente in Occidente, e ha permesso a molte filosofie e religioni indiane di divenire negli anni popolari in Europa e Stati Uniti.
Tali principi di fondo si sono combinate con alcune pratiche come il vegetarianismo e lo sviluppo delle facoltà paranormali. la dottrina della Società Teosofica è contenuta nei due principali libri della Blavatsky, Iside svelata e La dottrina segreta.

Il suo pensiero potrebbe essere riassunto nei seguenti punti:
Coscienza universale ed individuale: gli eventi accadono per leggi che soggiacciono ad un Paradigma Universale (paragonabile al concetto di Dio, o di Logos, detto del Sole o cosmico), che impregna tutto di coscienza.
Gnosticismo dualista (coscienza e materia): gli esseri umani hanno un proprio “se stesso più elevato” divino ed immortale, cui possono rivolgersi con la preghiera, ma essi devono operare per collegare la propria natura con quella divina, altrimenti periranno (principio della negazione dell'immortalità personale).
Reincarnazione e trasmigrazione dell'anima: concetto preso dall'esoterismo buddista con la variante che i teosofici non credono nella regressione: l'uomo non può reincarnarsi in un animale o in una pianta. Egli dovrà invece reincarnarsi almeno ottocento volte, secondo un disegno determinato dal Karma, il ciclo del destino.

Concezione settenaria dell'universo, dell'uomo e della civiltà umana: gli elementi essenziali sono monadi che discendono attraverso sette piani di progressiva materializzazione, durante i quali si è formata l'umanità, ritornando poi, in ascesa attraverso sette fasi di evoluzione: sthula-sarira (il corpo fisico), linga-sarira (il corpo astrale), prana (il respiro della vita o corpo mentale), kama (il desiderio o corpo intuitivo), manas (la reincarnazione), buddhi (lo spirito universale), e atman (il sé cosmico e divino)
Esistenza dei Maestri segreti (mahatma), esseri perfetti dotati di grande saggezza e di potere mistici, che hanno completato il ciclo delle reincarnazioni, e che possono aiutare a raggiungere il massimo livello di evoluzione.

Il New Age

Le analisi culturalmente più sofisticate riconducono il New Age alla categoria del revival, "movimento di risveglio", ben nota agli storici delle religioni soprattutto in ambito anglo-americano. Benché, fra i gruppi cristiani, siano spesso proprio i pentecostali ad attaccare nel modo più virulento il New Age, considerandolo un fenomeno diabolico, non mancano studiosi che propongono un’analogia fra il New Age e il pentecostalismo. A partire dai primi anni del secolo XX il pentecostalismo si presenta come movimento di risveglio di un mondo protestante ampiamente inaridito e sclerotizzato, così il New Age si pone come movimento di risveglio, nell’area culturale di lingua inglese, non più del mondo cristiano ma del mondo laico se non laicista. Anche questo ambiente - la cui organizzazione culturale era largamente affidata alle logge massoniche e alla più discreta, ma non meno importante, influenza della Società Teosofica - si trovava, a partire dagli anni intorno alla Seconda guerra mondiale, in uno di quegli stati di freddezza e di aridità che producono così spesso nella storia i fenomeni di revival.

Gli ambienti massonici e teosofici, in particolare, denunciavano una preoccupante incapacità di interpretare i tempi e di svolgere il consueto ruolo di organizzazione culturale, pur non avendo, naturalmente, perduto le loro diverse capacità di influenza sociale e politica. Nel mondo teosofico il disagio si era tradotto in una serie di scismi, il più rilevante dei quali - almeno nel mondo di lingua inglese - era stato promosso da Alice Bailey, nata nel 1880 e scomparsa nel 1949. Proprio Alice Bailey - che aveva soggiornato ad Ascona, presso quel luogo di incubazione di molte idee del New Age contemporaneo che era stato il Monte Verità - aveva cominciato negli anni’20 a utilizzare l’espressione "New Age" nel senso attuale; quest’uso era diventato corrente fra i suoi discepoli negli anni’40. Alice Bailey morì nel 1949 senza vedere l’"evo nuovo" che aveva enigmaticamente annunciato.

Visione della realtà

Specifico della mentalità New Age consiste nel non avere nessuna visione del mondo e nessuna dottrina, ma nel predicare la libertà più assoluta In realtà, ciò è vero solo teoricamente, perché il New Age non potrebbe avere nessuna unità se le opinioni diverse che vi si manifestano non coesistessero su una trama di fondo che presenta una serie di elementi comuni.

La questione della verità

Potremmo riassumere tale questione con un slogan: non esistono verità assolute. Espressa in questi termini, la premessa sarebbe tutt’altro che nuova: il relativismo è antico come la filosofia, se non come l’umanità decaduta. Tuttavia esistono diverse forme di relativismo, e il relativismo del New Age si specifica per il suo carattere volontarista. Ciascuno può, letteralmente, creare il proprio mondo, e ciascun mondo soggettivamente creato avrà la sua verità, non meno "vera" - e non meno "falsa" - rispetto a quella del mondo creato da un altro.

L’uomo

La visione dell’uomo del New Age si riassume nello slogan dell’attrice Shirley MacLaine - che da anni svolge il ruolo di missionaria internazionale del New Age attraverso libri, film e programmi televisivi - : "Noi siamo Dio". Più esattamente al fondo di ognuno di noi si trova una scintilla divina, che è la stessa energia cosmica universale in una delle sue molteplici manifestazioni, fra cui - peraltro - non possono essere istituite gerarchie. L’uomo-Dio del New Age è da una parte onnipotente; tale onnipotenza si rivela, da un altro punto di vista, come onnidipendenza, se si considera il ruolo preminente che hanno nel New Age la reincarnazione e l’astrologia.

Il Cristo

Il New Age parla anche volentieri di una realtà che chiama "il Cristo" ma - seguendo tutta una tradizione esoterica e gnostica - ha cura di distinguere "il Cristo" da Gesù di Nazareth come personaggio storico. Gesù non era "il Cristo", o almeno non lo era in modo diverso da Buddha o da chiunque sia in grado di entrare in contatto con la scintilla divina che porta dentro di sé. È questa scintilla, propriamente, che costituisce "il Cristo" come principio divino all’interno dell’uomo.

La morale

Altro tema del New Age è il rifiuto della nozione di peccato - considerata insuperabilmente dogmatica e in ogni caso tipica della superata Età dei Pesci, visto che la nuova era è quella dell’Acquario - e la sua sostituzione con la nozione di malattia. Il New Age non nega che esistano nel mondo comportamenti inadeguati - è sufficiente considerare l’orrore che gli ispirano i comportamenti anti-ecologici -, ma li ascrive a limitazioni fisiche o psichiche che possono essere assimilate alla malattia o a forme di "dipendenza" possibili da superare tramite le numerose forme di terapie e di recovery così largamente disponibili nell’ambiente del New Age.

Conclusione

Questa breve panoramica di due delle più insidiose visioni della realtà che stanno condizionando la cultura dominante occidentale ci è stata utile per inquadrare in una adeguato contesto di pensiero il successo che ha avuto il simbolo per eccellenza del pacifismo mondiale, non escluso buona parte del mondo cattolico: la bandiera della pace.

Diverse sono le versioni sull’origine di questa bandiera Una di queste è riconosciuta ad Aldo Capitini (fondatore del Movimento Nonviolento) che nel 1961 la usò per "aprire" la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Un’altra segnala che la sua origine risale al racconto biblico dell'Arca di Noè e che quindi è un simbolo cristiano a tutti gli effetti.

Un’altra ancora spiega che la bandiera arcobaleno è il simbolo della città di Cuzco, capitale dell'impero Incas. Fu scelta, dall'imperatore del tempo, perché in quella vallata ogni volta che pioveva si formavano degli arcobaleni brillantissimi.

Dalla Francia arriva la spiegazione che quel vessillo è il simbolo del movimento delle cooperative francesi creato intorno al 1920.

Un'altra viene fatta risalire al 1950, la bandiera fu utilizzata in America come simbolo della pace dalle associazioni pacifiste e nonviolente. Altri dicono che sia stata “inventata” dal filosofo Bernard Russel nel 1956 in Inghilterra.

Tra tutte queste ipotesi spicca la tesi secondo la quale la bandiera arcobaleno
1. è il simbolo dei movimenti di liberazione omosessuali.
Sono diversi i siti web gay che rivendicano la proprietà della rainbow flag. Questa si differenzia dalla cosiddetta bandiera della pace principalmente per l'assenza della scritta PACE, ma anche perché la disposizione dei colori è speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella dei gay), e infine perché la bandiera della pace prevede sette strisce di colore al posto di sei. La bandiera arcobaleno fu disegnata da un artista di San Francisco, Gilbert Baker, nel 1978, su richiesta della comunità gay locale in ricerca di un simbolo (a quei tempi il triangolo rosa non era ancora diffuso). Baker disegnò una bandiera con 8 strisce (successivamente sei) colorate: rosa (per il sesso), rosso (per la vita), arancio (per la guarigione), giallo (per il sole), verde (per la natura), turchese (per l'arte), indaco (per l'armonia) e viola (per lo spirito). Infatti questa bandiera sventolò per la prima volta a San Francisco nella marcia del Gay pride del 25 giugno 1978.

Comunque al di là di chi sia stato il primo ad ostentare tale simbolo resta il fatto incontestabile che si presenta come il più adatto a rappresentare un idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verità assoluta: tutte le opinioni hanno la medesima dignità e quindi meritevoli di spazio. Secondo questo tipo di idea per esempio è possibile mettere sullo stesso piano partiti politici o gruppi culturali che rivendicano, legittimamente, la difesa della dignità della donna, e gruppi, come è accaduto recentemente in Europa, che rivendicano la depenalizzazione dei reati di pedofilia. Si tratta ovviamente di aberrazioni possibili, solo all’interno di una mentalità relativistica come quella che caratterizza le nostre società occidentali.

La bandiera arcobaleno è una valida sintesi per rappresentare questo sincretismo; infatti l’arcobaleno nel New Age rappresenta il passaggio dall’umano verso il super-uomo divino. Sul ponte dell’arcobaleno (nel senso induista: Antahkarana) avviene l’unione di Atman e Brahman, dell’uomo singolo e dell’Energia cosmica (Dio). L’unità quindi è raggiungibile attraverso una sintesi, un’armonia e una tolleranza globale fra le diverse filosofie, ideologie e religioni.

Così la pace sarà possibile. Pertanto " va considerato nel modo più severo l'abuso di introdurre nella celebrazione della Santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni" (Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, Istruzione Redemptionis Sacramentum, n 79 ).
Il ricorso a quelle filosofie orientali, che estrapolate dal loro contesto storico- sociale- economico-religioso e ben sintetizzate dalla New Age, si inserisce perfettamente nel contesto occidentale, preoccupato di marginalizzare il discorso sulle sue autentiche radici, finisce per assumere come categoria fondamentale il relativismo etico imponendo al mondo culturale politico sociale e religioso una nuova forma di “dittatura”.

(NL) (Agenzia Fides 20/6/2008)

Caterina63
00venerdì 2 aprile 2010 00:06

VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello - “La vera pace”

Città del Vaticano (Agenzia Fides)

- In questi giorni di ‘guerra e pace’, come scrisse Tolstoj, viene alla memoria padre Aleksandr Men’ un sacerdote ortodosso che visse tutta la sua vita sostenuto dalla certezza che la grandezza della ragione umana sta nell’imparare a scorgere le tracce di una Presenza, che sola può colmare la sete di felicità e di infinito dell’uomo. Grande evangelizzatore ed educatore di migliaia di cristiani, fu ucciso il 9 settembre 1990, in piena perestrojka.

Si osserverà: che c’entra l’evangelizzazione con la pace ? Siamo cattolici e dovremmo avere a cuore prima di un valore come la pace, per quanto bello, la persona di Gesù Cristo, perché da Lui tutto promana. Più si fa conoscere Gesù Cristo e più si diffonde la pace. Non ha forse detto San Paolo: Egli è la nostra pace, perché ha abbattuto il muro di divisione cioè l’inimicizia? Egli che ha chiesto come vertice dell’amore di perdonare i nemici ci indica contenuto e metodo della pace: convertirsi a Dio, cambiare vita e amare tutti. Non si opera per la pace schierandosi contro qualcuno e a favore di un altro.

San Francesco insegna. Come ha ricordato recentemente Papa Benedetto XVI: non è un ecologista, né un pacifista, ma si è convertito a Cristo, perché “In primo luogo la pace va costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano sentimenti che possono alimentarla o, al contrario, minacciarla, indebolirla, soffocarla”. Dunque la sua conversione è “ la chiave di comprensione della fraternità a cui tutti gli uomini sono chiamati” (Messaggio per l’incontro interreligioso di Assisi). Senza la conversione non c’è pace nel cuore, quindi ciò che si propone fuori è solo tattica e quasi sempre contro uno e a favore di un altro. Nessuno è operatore di pace se non giunge a considerare fratello ogni uomo, anche nemico. Questa è la “differenza” cattolica. E’ così difficile offrire una riflessione simile sulla pace come dono di Dio?

I differenti pacifismi sfilano a corrente alternata sotto l’unica insegna, ambigua e controversa, della ‘bandiera della pace’. Conoscono i cattolici l’origine di questa bandiera? Essa è un simbolo teosofico, potremmo dire esoterico, che prendendo spunto dall’arcobaleno, simbolo biblico dell’alleanza tra Dio ed il Suo popolo, ne inverte l’ordine dei colori (quasi una croce capovolta!) con l’intento preciso di negare l’alleanza Dio-uomo. Ecco perché la Conferenza Episcopale Italiana ne aveva vietato l’esposizione sia nelle chiese, sia fuori di esse, rilevando l’incompatibilità di tale simbolo con l’identità cattolica.

Se dai simboli si deduce il significato, c’è da constatare la confusione che regna intorno alla pace. Ma chi segue Cristo sa che la condizione della pace vera e durevole sta nel perdono che porta all’abolizione dell’inimicizia, altrimenti ci si deve accontentare degli armistizi che non portano al disarmo degli arsenali perché i cuori restano armati.

Ma come si fa ad abolire l’inimicizia tra popoli e nazioni? Se vogliamo stare al Vangelo, bisogna partire dalla condizione dell’uomo: egli non è naturalmente buono, non ha per incanto pensieri di pace, ma al contrario nutre sentimenti di rancore, di invidia e di odio perché è ferito profondamente nella sua intelligenza ab origine, una ferita che si chiama peccato (Cfr. Benedetto XVI, Angelus del 20 agosto). Una ferita cha ha introdotto una inimicizia tra l’uomo e Dio e che solo rivolgendosi a Dio può essere sanata. Tale rivolgersi è chiamato da Cristo ‘conversione’: l’uomo, una volta ravveduto, è in grado di costruire rapporti di pace e non di afflizione, proprio come Dio che nutre, dice il Salmo, tali pensieri.

Un tempo tutto questo si invocava attraverso le rogazioni, le processioni perché era chiaro che la pace è un dono da chiedere e solo conseguentemente un impegno da vivere. Francesco d’Assisi nella Regola suggerisce ai suoi di andare tra gli infedeli in spirito di minorità, - per questo si chiamarono frati minori, - evitando la contese e laddove Dio avesse voluto, che battezzassero quanti avrebbero chiesto di farsi cristiani. Egli aveva chiaro che la pace è un dono messianico, che solo dal riconoscimento di colui che è stato inviato, il Messia, ha inizio. Infatti, Gesù Cristo è il principe cioè il principio della pace, nel momento stesso in cui il cuore lo accoglie. Egli ci dà la sua pace,anzi Egli stesso è la pace. E’ l’augurio all’ingresso dell’eremo delle carceri d’Assisi: ubi Deus ibi pax.

(Agenzia Fides 7/9/2006; righe 48, parole 723)

Caterina63
00domenica 9 ottobre 2011 14:00
[SM=g1740733]Rinraziando il sito di papalepapale.com vi segnalo l'articolo che mi hanno pubblicato su questo argomento....e ringrazio Claudia per aver dato forma ai mille pensieri dell'argomento....

CRISTO È VENUTO A PORTARE LA “SPADA”

STRAPPIAMO LA BANDIERA DELLA “PACE”!

 

Storia scellerata

 di una bandiera falsa e bugiarda sostituita alla croce:

come siamo passati dalla Pace di Cristo alla “pace” del mondo

Quella bandiera della “pace”… “contro” qualcuno. Una storia che inizia nel 1875: con l’inquietante Helena Petrovna Blavatsky.

Li “boni frati” francescani: prima hanno ingannato se stessi, poi un’intera generazione. Come è potuto succedere che una bandiera radicale sostituisse la radicalità croce? Prima dicono “torniamo al vangelo” ma poi ne fuggono…indignati, persino.

“Ritornare alla Chiesa evangelica”… ossia: sputare sul Vangelo e poi leccare dove hanno sputato i rottami del radicalismo.

Cristo: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace; non come la dà il mondo”.

Cioè: Cristo è venuto per dividere e portare la battaglia!

Io, Caterina.

Sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina. Lo “spirito del mondo”: Lucifero!

 

 

IN BREVE

Cristo è venuto per ingaggiare una battaglia e cerca continuamente discepoli pronti a morire per la sua causa. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre”. Il vessillo di Pace del Cristo è la Croce e non l’arcobaleno. Quest’ultimo ci rammenta piuttosto che siamo stati chiamati a combattere una dura battaglia, e che per questa battaglia – e non per altre – abbiamo l’alleanza di Dio, non contro le persone, ma contro le ideologie, contro tutto ciò che annacqua od offusca il Vangelo, contro chiunque voglia “scippare” la vera Pace e trasformarla in un’orgia ideologica giustificante ogni forma di peccato.

La pace che il Cristo porta è una battaglia contro il peccato, contro il rifiuto di Dio e si combatte sul Calvario, che per noi è la quotidianità. “Non sono venuto a portare la tranquillità ma il contrasto” è il messaggio di Cristo: con modi pacifici – ci dice – io ti porto la battaglia contro le tenebre, contro il male, contro il peccato, contro i tuoi difetti, contro le tue cattive inclinazioni, contro ogni ostacolo che tenti di staccare l’uomo dal Creatore. Una battaglia contro i 7 Vizi Capitali: Superbia, Accidia, Lussuria, Ira, Gola, Invidia, Avarizia.

Altro che pace! Tale termine compare nella Bibbia circa in 324 versetti, ma tutte le volte esso è associato ad una battaglia, ad una lotta contro il peccato, contro il male…

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada”

Attenzione: il contrario della pace non è la guerra, ma l’ingiustizia. E le prime forme di ingiustizia sono il pacifismo, l’ateismo, i 7 vizi capitali, il relativismo. E dove c’è ingiustizia, prima o poi c’è la reazione che porta alla guerra.

 

 

 

di Tea Lancellotti



[SM=g1740722]

Caterina63
00martedì 6 dicembre 2011 19:22
[SM=g1740733]dall'amica Ester

Discorso di Madre Teresa di Calcutta in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace 

 

Oslo, 10 dicembre 1979

 

Poiché ci troviamo qui riuniti insieme penso che sarebbe bello per ringraziare Dio per il premio Nobel per la pace che pregassimo con una preghiera di S. Francesco d’Assisi che mi sorprende sempre molto – noi diciamo questa preghiera ogni giorno dopo la Santa Comunione, perché è molto adatta a ciascuno di noi, e penso sempre che quattro-cinquecento anni fa quando S. Francesco d’Assisi compose questa preghiera dovevano avere le stesse difficoltà che abbiamo oggi, visto che compose una preghiera così adatta anche a noi.

 

Penso che alcuni di voi ce l’abbiano già, dunque pregheremo insieme. Ringraziamo Dio per l’opportunità che abbiamo tutti insieme oggi, per questo dono di pace che ci ricorda che siamo stati creati per vivere quella pace, e Gesù si fece uomo per portare questa buona notizia ai poveri. Egli essendo Dio è diventato uomo in tutto eccetto che nel peccato, e ha proclamato molto chiaramente di essere venuto per portare questa buona notizia. La notizia era pace a tutti gli uomini di buona volontà e questo è qualcosa che tutti vogliamo – la pace del cuore – e Dio ha amato il mondo tanto da dare suo Figlio – è stato un dono – è come dire che a Dio ha fatto male dare, perché ha amato tanto il mondo da dare suo Figlio, e lo dette alla Vergine Maria, e lei allora che cosa fece? Appena arrivò nella sua vita, fu subito ansiosa di darne la buona notizia, e appena entrò nella casa di sua cugina, il bambino – il bambino non ancora nato – il bambino nel grembo di Elisabetta, sussultò di gioia. Era un piccolo bambino non ancora nato, fu il primo messaggero di pace.

 

Riconobbe il Principe della Pace, riconobbe che Cristo era venuto a portare una buona notizia per me e per te. E se non fosse abbastanza – se non fosse abbastanza diventare uomo – egli morì sulla croce per mostrare quell’amore più grande, e morì per voi e per me e per quel lebbroso e per quell’uomo che muore di fame e per quella persona nuda nelle strade non solo di Calcutta ma dell’Africa, e New York, e Londra, e Oslo – e insistette che ci amassimo gli uni gli altri come lui ci ha amato. Lo abbiamo letto molto chiaramente nel Vangelo – amatevi come io vi ho amato – come io vi amo – come il Padre ha amato me così io amo voi – e tanto più forte il Padre lo ha amato, tanto da donarcelo, e quanto ci amiamo noi, noi pure dobbiamo donarci gli uni agli altri finché non fa male. Non è abbastanza per noi dire: amo Dio, ma non amo il mio prossimo. San Giovanni dice che sei un bugiardo se dici di amare Dio e non il prossimo. Come puoi amare Dio che non vedi se non ami il prossimo che vedi, che tocchi, con cui vivi? Così è molto importante per noi capire che l’amore, per essere vero, deve fare male.

 

[SM=g1740720] Ha fatto male a Gesù amarci, gli ha fatto male. E per essere sicuro che ricordassimo il suo grande amore si fece pane della vita per soddisfare la nostra fame del suo amore. La nostra fame di Dio, perché siamo stati creati per questo amore. Siamo stati creati a sua immagine. Siamo stati creati per amare ed essere amati, ed egli si è fatto uomo per permettere a noi di amare come lui ci ha amato. Egli è l’affamato - il nudo – il senza casa – l’ammalato – il carcerato – l’uomo solo – l’uomo rifiutato – e dice: l’avete fatto a me. Affamato del nostro amore, e questa è la fame dei nostri poveri. Questa è la fame che voi e io dobbiamo trovare, potrebbe stare nella nostra stessa casa. Non dimentico mai l’opportunità che ebbi di visitare una casa dove tenevano tutti questi anziani genitori di figli e figlie che li avevano semplicemente messi in un istituto e forse dimenticati.

 

Sono andata là, ho visto che in quella casa avevano tutto, cose bellissime, ma tutti guardavano verso la porta. E non ne ho visto uno con il sorriso in faccia. Mi sono rivolta alla Sorella e le ho domandato: come mai? Com’è che persone che hanno tutto qui, perché guardano tutti verso la porta, perché non sorridono? Sono così abituata a vedere il sorriso nella nostra gente, anche i morenti sorridono, e lei disse: questo accade quasi tutti i giorni, aspettano, sperano che un figlio o una figlia venga a trovarli. Sono feriti perché sono dimenticati – e vedete, è qui che viene l’amore. Come la povertà arriva proprio a casa nostra, dove trascuriamo di amarci. Forse nella nostra famiglia abbiamo qualcuno che si sente solo, che si sente malato, che è preoccupato, e questi sono giorni difficili per tutti. Ci siamo, ci siamo per accoglierli, c’è la madre ad accogliere il figlio? Sono stata sorpresa di vedere in occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché – perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace. Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa.

 

E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: anche se una madre dimenticasse il suo bambino – io non ti dimenticherò – ti ho inciso sul palmo della mano. Siamo incisi nel palmo della Sua mano, così vicini a lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile – ma perfino se si potesse dimenticare – io non ti dimenticherò. E oggi il più grande mezzo – il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui – i nostri genitori ci hanno voluti. Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla.

 

Per questo faccio appello in India, faccio appello ovunque. Restituiteci i bambini, quest’anno è l’anno dei bambini. Che abbiamo fatto per i bambini? All’inizio dell’anno ho detto, ovunque abbia parlato ho detto: quest’anno facciamo che ogni singolo bambino, nato o non nato, sia desiderato. E oggi è la fine dell’anno, abbiamo reso ogni bambino desiderato? Vi darò qualcosa di impressionante. Stiamo combattendo l’aborto con le adozioni, abbiamo salvato migliaia di vite, abbiamo inviato messaggi a tutte le cliniche, gli ospedali, le stazioni di polizia – per favore non distruggete i bambini, li prenderemo noi. Così ad ogni ora del giorno e della notte c’è sempre qualcuno, abbiamo parecchie ragazze madri – dite loro di venire, noi ci prenderemo cura di voi, prenderemo il vostro bambino, e troveremo una casa per il bambino. E abbiamo un’enorme domanda da parte di famiglie senza bambini, per noi questa è una grazia di Dio. Stiamo anche facendo un’altra cosa molto bella – stiamo insegnando ai nostri mendicanti, ai nostri lebbrosi, agli abitanti degli slum, alla nostra gente sulla strada, i metodi naturali di pianificazione familiare.

 

E solo in Calcutta in sei anni – nella sola Calcutta – abbiamo avuto 61273 bambini in meno da famiglie che li avrebbero avuti, ma perché praticano questo metodo naturale di astinenza, di auto-controllo, con amore reciproco. [SM=g1740721] Insegniamo loro il metodo della temperatura che è molto bello, molto semplice, e la nostra povera gente capisce. E sapete che cosa mi hanno detto? La nostra famiglia è sana, la nostra famiglia è unita, e possiamo avere un bambino ogni volta che vogliamo. Così chiaro – quelle persone nelle strade, quei mendicanti – e io penso che se la nostra gente può farlo tanto più potete voi e tutti gli altri che potete conoscere i metodi e i mezzi senza distruggere la vita che Dio ha creato in noi. I poveri sono grandi persone. Possono insegnarci molte cose belle. L’altro giorno uno di loro è venuto a ringraziare e ha detto: voi che avete fatto voto di castità siete le persone migliori per insegnarci la pianificazione familiare.

 

Perché non è altro che auto-controllo per amore reciproco. E penso che abbiano detto una frase molto bella. E queste sono persone che magari non hanno niente da mangiare, magari non hanno dove vivere, ma sono grandi persone. I poveri sono persone meravigliose. Una sera siamo uscite e abbiamo raccolto quattro persone per la strada. Una di loro era in condizioni terribili – e ho detto alle Sorelle: prendetevi cura degli altri tre, io mi occupo di questa che sembrava stare peggio. Ho fatto per lei tutto quello che il mio amore poteva fare. L’ho messa a letto, e c’era un tale meraviglioso sorriso sulla sua faccia. Ha preso la mia mano e ha detto solo una parola: grazie, ed è morta. Non ho potuto non esaminare la mia coscienza di fronte a lei, e mi sono chiesta cosa avrei detto al suo posto. E la mia risposta è stata molto semplice. Avrei provato ad attirare un po’ di attenzione su di me, avrei detto che ho fame, che sto morendo, che ho freddo, dolore, o altro, ma lei mi ha dato molto di più – mi ha dato il suo amore riconoscente. Ed è morta con il sorriso sul volto.

 

Come quell’uomo che abbiamo raccolto dal canale, mezzo mangiato dai vermi, e l’abbiamo portato a casa. Ho vissuto come un animale per strada, ma sto per morire come un angelo, amato e curato. Ed è stato così meraviglioso vedere la grandezza di quell’uomo che poteva parlare così, poteva morire senza accusare nessuno, senza maledire nessuno, senza fare paragoni. Come un angelo – questa è la grandezza della nostra gente. Ed è per questo che noi crediamo che Gesù disse: ero affamato – ero nudo – ero senza casa – ero rifiutato, non amato, non curato – e l’avete fatto a me. Credo che noi non siamo veri operatori sociali. Forse svolgiamo un lavoro sociale agli occhi della gente, ma in realtà siamo contemplative nel cuore del mondo. Perché tocchiamo il Corpo di Cristo ventiquattro ore al giorno. Abbiamo ventiquattro ore di questa presenza, e così voi e io. Anche voi provate a portare questa presenza di Dio nella vostra famiglia, perché la famiglia che prega insieme sta insieme. E io penso che noi nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e armi, di distruggere per portare pace – semplicemente stiamo insieme, amiamoci reciprocamente, portiamo quella pace, quella gioia, quella forza della presenza di ciascuno in casa. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo. C’è tanta sofferenza, tanto odio, tanta miseria, e noi con la nostra preghiera, con il nostro sacrificio iniziamo da casa.

 

L’amore comincia a casa, e non è quanto facciamo, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Sta a Dio Onnipotente – quanto facciamo non ha importanza, perché Lui è infinito, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Quanto facciamo a Lui nella persona che striamo servendo. Qualche tempo fa a Calcutta avemmo grande difficoltà ad ottenere dello zucchero, e non so come i bambini lo seppero, e un bambino di quattro anni, un bambino Hindu, andò a casa e disse ai suoi genitori: non mangerò zucchero per tre giorni, darò il mio zucchero a Madre Teresa per i suoi bambini. Dopo tre giorni suo padre e sua madre lo portarono alla nostra casa. Non li avevo mai incontrati prima, e questo piccolo riusciva a malapena pronunciare il mio nome, me sapeva esattamente che cosa era venuto a fare. Sapeva che voleva condividere il suo amore. E questo è perché ho ricevuto tanto amore da voi tutti. Dal momento che sono arrivata qui sono stata semplicemente circondata da amore, da vero amore comprensivo. Si percepiva come se ciascuno in India, ciascuno in Africa fosse qualcuno molto speciale per voi. E mi sono sentita proprio a casa dicevo alla Sorella oggi. Mi sento in Convento con le Sorelle come se fossi a Calcutta con le mie Sorelle. Così completamente a casa qui, proprio qui.

 

E così sono qui a parlarvi – voglio che voi troviate il povero qui, innanzitutto proprio a casa vostra. E cominciate ad amare qui. Siate questa buona notizia per la vostra gente. E informatevi sul vostro vicino di casa – sapete chi sono? Ho avuto un’esperienza veramente straordinaria con una famiglia Hindu che aveva otto bambini. Un signore venne alla nostra casa e disse: Madre Teresa, c’è una famiglia con otto bambini, non mangiano da tanto tempo – faccia qualcosa. Così ho preso del riso e sono andata immediatamente. E ho visto i bambini – i loro occhi luccicanti per la fame – non so se abbiate mai visto la fame. Ma io l’ho vista molto spesso. E lei prese il riso, lo divise, e uscì. Quando fu tornata le chiesi – dove sei andata, che hai fatto? Lei mi dette una risposta molto semplice: anche loro hanno fame. Quel che mi colpì di più fu che lei sapeva – e chi sono loro, una famiglia musulmana – lei lo sapeva. Non portai più del riso quella sera perché volevo che godessero la gioia della condivisione. Ma c’erano quei bambini, che irradiavano gioia, condividendo la gioia con la loro madre perché lei aveva amore da dare. E vedete è qui che comincia l’amore – a casa. E voglio che voi – e sono molto grata per quello che ho ricevuto.

 

È stata un’esperienza enorme e torno in India – tornerò la prossima settimana, il 15 spero – e potrò portare il vostro amore. E so bene che non avete dato del vostro superfluo, ma avete dato fino a farvi male. Oggi i piccoli bambini hanno – ero così sorpresa – c’è così tanta gioia per i bambini che hanno fame. Che i bambini come loro avranno bisogno di amore e cura e tenerezza, come ne hanno tanto dai loro genitori. Così ringraziamo Dio che abbiamo avuto questa opportunità di conoscerci, e questa conoscenza reciproca ci ha portati così vicini. E potremo aiutare non solo i bambini indiani e africani ma potremo aiutare i bambini del mondo intero, perché come sapete le nostre Sorelle stanno in tutto il mondo. E con questo premio che ho ricevuto come premio di pace, proverò a fare una casa per molti che non hanno una casa. Perché credo che l’amore cominci a casa, e se possiamo creare una casa per i poveri – penso che sempre più amore si diffonderà. E potremo mediante questo amore comprensivo portare pace, essere la buona notizia per i poveri. I poveri della nostra famiglia per primi, nel nostro paese e nel mondo. Per poter fare questo, le nostre Sorelle, le nostre vite devono essere intessute di preghiera.

 

Devono essere intessute di Cristo per poter capire, essere capaci di condividere. Perché oggi c’è così tanto dolore – e sento che la passione di Cristo viene rivissuta ovunque di nuovo – siamo noi là a condividere questa passione, a condividere questo dolore della gente. In tutto il mondo, non solo nei paesi poveri, ma ho trovato la povertà dell’occidente tanto più difficile da eliminare. Quando prendo una persona dalla strada, affamata, le do un piatto di riso, un pezzo di pane, l’ho soddisfatta. Ho rimosso quella fame. Ma una persona che è zittita, che si sente indesiderata, non amata, spaventata, la persona che è stata gettata fuori dalla società – quella povertà è così dolorosa e diffusa, e la trovo molto difficile. Le nostre Sorelle stanno lavorando per questo tipo di persone nell’occidente. Allora dovete pregare per noi affinché siamo capaci di essere questa buona notizia, ma non possiamo farlo senza di voi, lo dovete fare qui nel vostro paese.

 

Dovete arrivare a conoscere i poveri, magari la gente qui ha beni materiali, tutto, ma penso che se noi tutti cerchiamo nelle nostre case, quanto troviamo difficile a volte sia sorriderci reciprocamente, e che il sorriso è l’inizio dell’amore. E così incontriamoci sempre con un sorriso, perché il sorriso è l’inizio dell’amore, e quando cominciamo ad amarci è naturale voler fare qualcosa. Così pregate per le nostre Sorelle e per me e per i nostri Fratelli, e per i nostri Collaboratori che sono sparsi nel mondo. Essi possono rimanere fedeli al dono di Dio, amarlo e servirlo nei poveri insieme con voi. Quello che abbiamo fatto non avremmo potuto farlo se voi non lo aveste condiviso con le vostre preghiere, i vostri doni, questo continuo dare. Ma non voglio che mi diate del vostro superfluo, voglio che mi diate finché vi fa male. L’altro giorno ho ricevuto 15 dollari da un uomo che è stato sdraiato per venti anni, e l’unica parte che poteva muovere è la mano destra. E l’unica cosa di cui gode è fumare. E mi ha detto: non fumo per una settimana, e ti mando questi soldi.

 

Deve essere stato un sacrificio terribile per lui, ma guardate quanto è bello, come ha condiviso, e con quei soldi ho comprato del pane e l’ho dato a quelli che sono affamati con gioia da tutte e due le parti, lui stava dando e i poveri stavano ricevendo. Questo è qualcosa che voi e io – è un dono di Dio per noi poter condividere il nostro amore con gli altri. E fate come se fosse per Gesù. Amiamoci gli uni gli altri come egli ci ha amato. Amiamo Lui con amore indiviso. E la gioia di amare Lui e amarci gli uni gli altri – diamo ora – che Natale è così vicino. Conserviamo la gioia di amare Gesù nei nostri cuori. E condividiamo questa gioia con tutti quelli con cui veniamo in contatto. E questa gioia radiosa è vera, perché non abbiamo motivo di non essere felici perché non abbiamo Cristo con noi. Cristo nei nostri cuori, Cristo nel povero che incontriamo, Cristo nel sorriso che diamo e nel sorriso che riceviamo. Facciamone un impegno: che nessun bambino sia indesiderato, e anche che ci accogliamo con un sorriso, specialmente quando è difficile sorridere.

 

Non dimentico mai qualche tempo fa circa quattordici professori vennero dagli Stati Uniti da diverse università. E vennero a Calcutta nella nostra casa. Stavano parlando e dicevano di essere stati alla casa per i morenti. Abbiamo una casa per i morenti a Calcutta, dove abbiamo raccolto più di 36000 persone solo dalle strade di Calcutta, e di questo grande numero più di 18000 hanno avuto una bella morte. Sono semplicemente andati a casa da Dio; e sono venuti nella nostra casa e abbiamo parlato di amore, di compassione, e poi uno di loro mi ha chiesto: Madre, per favore ci dica qualcosa che possiamo ricordare, e ho detto loro: sorridetevi gli uni gli altri, dedicatevi del tempo nelle vostre famiglie. Sorridetevi.

 

E un altro mi ha chiesto: sei sposata, e ho detto: sì, e trovo a volte molto difficile sorridere a Gesù perché può essere molto esigente a volte. Questo è qualcosa di vero, ed è là che viene l’amore – quando è esigente, e tuttavia possiamo darlo a Lui con gioia. Come ho detto oggi, ho detto che se non vado in Cielo per qualcos’altro andrò in cielo per tutta la pubblicità perché mi ha purificata e sacrificata e resa veramente pronta ad andare in Cielo. Penso che questo sia qualcosa, che dobbiamo vivere la nostra vita in modo bello, abbiamo Gesù con noi e Lui ci ama. Se potessimo solo ricordarci che Gesù mi ama, e ho l’opportunità di amare gli altri come lui ama me, non nelle grandi cose, ma nelle piccole cose con grande amore, allora la Norvegia diventerebbe un nido d’amore. E quanto bello sarà che da qui sia stato dato un centro per la pace. Che da qui esca la gioia per la vita dei bambini non nati. Se diventate una luce bruciante nel mondo della pace, allora veramente il Nobel per la pace è un dono per il popolo norvegese. Dio vi benedica!

 



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