Cardinale Rodè: due Documenti per i Fratelli Laici, i religiosi e le religiose

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Caterina63
00mercoledì 3 febbraio 2010 21:31

Il Cardinale Rodé annuncia due nuovi documenti sulla vita consacrata


Riguarderanno i fratelli laici, la preghiera e la formazione liturgica dei religiosi e delle religiose


ROMA, martedì, 2 febbraio 2010 (ZENIT.org).- La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica sta preparando un documento sui fratelli laici – che dovrebbe uscire già per l’autunno prossimo - e uno rigurdante la preghiera e la formazione liturgica dei religiosi e delle religiose.

E' quanto ha anticipato ai microfoni della Radio Vaticana il Cardinale Franc Rodé, Prefetto del Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

“Costatiamo che negli ultimi decenni il numero dei fratelli laici è calato molto – ha spiegato il porporato –: i fratelli delle scuole cristiane – ad esempio - erano 16 mila nel ’65; oggi non arrivano a 5 mila”.

Un problema, secondo il porporato, che riguarda tutte le Congregazioni di fratelli e anche le Congregazioni miste di sacerdoti e fratelli: “il numero dei fratelli è calato molto di più rispetto al numero dei sacerdoti”.

“Noi pensiamo – ha continuato – che una delle ragioni del calo di queste vocazioni di fratelli laici sia dovuta proprio ad una certa mancanza di attenzione da parte della Chiesa a questa figura di cristiano consacrato del fratello laico: né il Vaticano II, né i documenti post-conciliari hanno infatti ribadito l’importanza di questa vocazione”.

“Ci sono delle allusioni qua e là, ma non c’è niente di più – ha aggiunto –. Noi vogliamo fare un documento dedicato specificatamente a questa figura del fratello laico, che è una figura autonoma, una figura che ha un senso in se stessa, che ha un’identità propria”.

“Un fratello laico non è – come si pensa spesso e come la gente crede – qualcuno che non ha potuto, non ha voluto o non poteva per qualche ragione diventare prete – ha affermato il Cardinale Franc Rodé –. Si tratta di una vocazione che ha una logica in se stessa, che ha una missione particolare nella Chiesa: e la storia lo prova ampiamente”.

A questo proposito il porporato ha menzionato il ruolo svolto dalle Congregazioni dei fratelli nella formazione e nell’educazione dei giovani, o come modello di santità (molti di loro sono stati canonizzati).

La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica è inoltre impegnata in una riflessione sull’importanza della preghiera che, secondo il Cardinal Rodé, “presenta oggi delle difficoltà, che forse in un tempo passato, in un tempo in cui il ritmo della vita era un po’ più umano e non c’era tanto stress, non c’era tanto rumore” non presentava.

“Oggi in un mondo così movimentato come il nostro, la preghiera diventa certamente più difficile – ha detto –. Noi dobbiamo mettere l’accento sulla assoluta necessità della preghiera nella vita spirituale di un consacrato e di una consacrata. Questo vogliamo cercare di farlo con la realizzazione di un documento che stiamo preparando”.

“C’è poi anche un altro punto di vista – ha proseguito –: il Cardinale Cañizares, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha avuto l’idea – che mi ha proposto – di fare un documento interdicasteriale, con una prima parte affidata al nostro dicastero ed una seconda curata dal dicastero per il Culto Divino, sulla formazione liturgica dei religiosi e delle religiose”.

Al riguardo il Cardinal Rodé ha lamentato da una parte “una certa 'ignoranza', una certa mancanza di conoscenza e di formazione liturgica nei giovani religiosi e religiose”, e dall'altra “anche delle fantasie liturgiche che non sono sempre di buon gusto e che non corrispondono al desiderio e alla volontà della Chiesa e allo spirito stesso della Liturgia”.

“Questa parte sarà compito della Congregazione per il Culto Divino e faremo insieme un documento unico, composto da due parti, quella relativa alla preghiera e quella relativa alla formazione liturgica – ha quindi concluso –. Io penso che ambedue le parti siano necessarie e saranno – mi auguro – di profitto per la vita spirituale dei religiosi e delle religiose”.

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