Carlo Acutis, storia di un 15enne amante dell'Eucarestia e della Vergine Maria

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Caterina63
00giovedì 21 aprile 2011 00:24

I Giovani possono essere il Futuro della Chiesa......


dal Blog  l'anima e il sole:

Cari fratelli e sorelle oggi desidero farvi conoscere il giovane  Carlo. Leggere la sua storia (ho letto il libro) è stato veramente edificante, e ha alimentato in me la speranza che anche in un mondo che sembra aver completamente perso ognivalore cristiano, e sopratutto in un mondo dove i giovani vengono spesso etichettati con la triste definizione di " gioventù bruciata", invece esistono ancora delle pietre preziose come Carlo che brillano in mezzo agli altri giovani  e irradiano la loro luce su tutti, trascinando con il loro esempio anche i più "duri" di cuore..


Carlo Acutis era un adolescente del nostro tempo, simile a molti altri. Impegnato nella scuola, tra gli amici, grande appassionato di personal computers. Allo stesso tempo era un grande amico di Gesù Cristo, partecipava ogni giorno all’Eucaristia e si affidava alla Vergine Maria. Morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, ha offerto la sua vita per il Papa e per la Chiesa. La sua vicenda ha suscitato profonda ammirazione da parte di chi l’ha conosciuto.

Testimonianza della madre:  “La figura di Carlo è possibile riassumerla in questa sua frase : L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo.
Mio figlio sin da piccolo, e soprattutto dopo la sua Prima Comunione, non ha mai mancato all’appuntamento pressoché quotidiano con la Santa Messa e il Rosario, e con un momento di adorazione eucaristica. Nonostante questa intensa vita spirituale, Carlo ha vissuto pienamente e gioiosamente i suoi quindici anni, lasciando in coloro che lo hanno conosciuto una profonda traccia. Era un ragazzo esperto con i computer tanto che si leggeva i testi di ingegneria informatica lasciando tutti stupefatti, ma questa sua dote la poneva al servizio del volontariato e la utilizzava anche per aiutare i suoi amici. La sua grande generosità lo portava ad interessarsi di tutti, dagli extracomunitari ai disabili, ai bambini, ai mendicanti. Stare vicino a Carlo era come stare vicino ad una fontana d’acqua fresca. Poco prima di morire Carlo ha offerto le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Certamente l’eroicità con cui ha affrontato la sua malattia e la sua morte hanno convinto molti che veramente in lui c’era qualcosa di speciale. Quando il dottore che lo seguiva gli ha chiesto se soffriva molto Carlo gli ha risposto: “C’è gente che soffre molto più di me!”.

Breve profilo di Carlo

Il 3 maggio 1991, a Londra, dove i suoi illustri genitori, Andrea e Antonia, si trovano in quel momento per motivi di lavoro, nasce Carlo Acutis. Nel settembre dello stesso anno, rientrano tutti e tre a Milano, la loro città. Molto presto, Carlo si rivela un bambino di straordinaria intelligenza, quindi di una geniale capacità di utilizzare i computer e i programmi informatici. È affettuoso, vuole molto bene ai suoi genitori, trascorre del tempo con i nonni. Frequenta le scuole elementari e medie presso le Suore Marcelline di Milano, poi passa al Liceo Classico Leone XIII retto dai Padri Gesuiti. Ama il mare, i viaggi, le conversazioni, fa amicizia con i domestici di casa, è aperto a tutti e a tutti rivolge saluto e parola. Ha un temperamento solare, senza alcuna difficoltà a parlare con i nobili o con i mendicanti che incontra per strada. Nessuno è mai escluso dal suo cuore davvero buono.
Ma che cosa distingue Carlo da tanti suoi coetanei? Nel corso della sua esistenza, molto presto ha scoperto una Persona singolare: Gesù Cristo, e di Lui, crescendo, si innamora perdutamente. Fin, da piccolo, l’incontro con Gesù sconvolge la sua vita. Carlo trova in Lui l’Amico, il Maestro, il Salvatore, la Ragione stessa della sua esistenza. Senza Gesù nel suo vivere quotidiano, non si comprende nulla della sua vita, in tutto simile a quella dei suoi amici, ma che custodisce in sé questo invincibile Segreto. Cresce in un ambiente profondamente cristiano, in cui la fede è vissuta e testimoniata con le opere, ma è lui che sceglie liberamente di seguire Gesù con grande entusiasmo. In un mondo basato sull’effimero e sulla volgarità, testimonia Gesù e il suo Vangelo, che i più hanno smarrito o dimenticato, che molti combattono. Non ha paura di presentarsi come un’eccezione al mondo (ebbene, lo sia!) e di andare contro-corrente, contro la mentalità imperante oggi.   Sa che per seguire Gesù, occorrono una grande umiltà e un gran sacrificio. I suoi modelli sono i Pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco Marto, S. Domenico Savio e S. Luigi Gonzaga, e poi S. Tarcisio martire per l’Eucaristia. Carlo, con continua coerenza e non in modo passeggero, si inserisce in questo stuolo di piccoli che con la loro esistenza narrano la gloria di Gesù. Si impegna fino al sacrificio per vivere continuamente nell’amicizia e nella grazia con Gesù. Trova, assai presto per la sua vita, due colonne fondamentali: L'Eucarestia e la Madonna.
La sua vita è interamente eucaristica: non solo ama e adora profondamente il Corpo e il Sangue di Gesù, ma ne accoglie in sé l’aspetto oblativo e sacrificale. Già innanzi la sua 1a Comunione, ricevuta a soli 7 anni nel monastero delle Romite di S. Ambrogio ad Nemus, di Perego, poi sempre di più, alimenta una grande devozione al SS. Sacramento dell’altare, in cui sa e crede che Gesù è realmente presente accanto alle sue creature, come Dio e l’Amico più grande che esista. Partecipa alla Messa e alla Comunione – incredibile, ma vero anche per un ragazzo d’oggi – tutti i giorni. Dedica molto tempo alla preghiera silenziosa di adorazione davanti al Tabernacolo, dove sembra rapito dall’amore. Proprio così: dal Mistero eucaristico, impara a comprendere l’infinito amore di Gesù per ogni uomo.   Tutto questo è una continua "scuola" di dedizione così che non gli basta essere onesto e buono, ma sente che deve donarsi a Dio e servire i fratelli: tendere alla santità, essere santo! Nasce di lì, il suo zelo per la salvezza delle anime. Non si limita a pregare, ciò che è già grande cosa, ma parla spesso di Gesù, della Madonna, dei Novissimi (=le ultime cose: morte, giudizio di Dio, inferno, paradiso) e del rischio di potersi perdere con il peccato mortale nella dannazione eterna.   Carlo cerca di aiutare soprattutto coloro che vivono lontani da Gesù immersi nell’indifferenza per Lui e nel peccato. Spesso si offre, prega e ripara i peccati e le offese compiute contro l’Amore divino, contro il Cuore di Gesù, che sente vivo e palpitante nell’Ostia consacrata. Come S. Margherita Maria Alacoque, anche lui alimenta dentro di sé il desiderio di condurre le anime al Cuore di Gesù, nel quale confida e si abbandona ogni giorno.
In particolare, si comunica tutti i primi venerdì del mese per riparare i peccati e meritarsi il Paradiso, secondo la "grande promessa" di Gesù, nel 1675, a S. Margherita Maria.

Tra i suoi scritti, le sue "note d’anima", forse l’affermazione più bella è proprio questa:
"L’Eucaristia? E’ la mia autostrada per il Cielo!".

Questa sua assidua e quotidiana abitudine di accostarsi all’Eucaristia, vivifica e rinnova il suo ardore verso Gesù e fa di lui un suo intimo amico, come confermano i sacerdoti che lo hanno conosciuto da vicino e anche i suoi compagni. Gesù gli fa bruciare le tappe nel suo cammino di ascesa.   Ora ne conosciamo il perché: la sua esistenza sarebbe stata breve e la via della perfezione doveva essere percorsa da lui in poco tempo. Carlo non si sottrae e non si tira indietro e, pur sapendo di essere così diverso dalla società che lo circonda, sa anche che la santità è in realtà la norma della vita: si lascia condurre per mano, sicuro che Gesù ha scelto per lui "la parte migliore", che non gli verrà tolta. Prova dentro di sé la certezza di essere amato da Dio e tanto gli basta per essere a sua volta apostolo della Verità e dell’amore, che è Gesù stesso.
E’ apprezzato e stimato dai suoi compagni di scuola, che lui aiuta sempre, anche se talvolta viene canzonato per la sua fede vivissima. Non è mai un alieno, ma è solo consapevole di aver incontrato Gesù e, per essergli fedele, è pronto anche a sfidare la maggioranza, "che ha solo ragione quando è nella Verità, mai perché è maggioranza". Quindi non teme le critiche e le derisioni, ma sa che sono ineluttabili per conquistare alla causa di Gesù compagni e amici. Sì, Carlo intende conquistare anime e ci sono dei non-cristiani, uomini di altre religioni, che per averlo conosciuto e parlato con lui, hanno chiesto il Battesimo nella Chiesa Cattolica.  E’ un genio del computer, nonostante e suoi versi anni, e un campione dello spirito, per la sua fede salda e operosa.

I suoi compagni lo cercano per farsi insegnare a usare al meglio il computer, e Carlo, mentre spiega programmi e comandi, dirige il discorso verso le Verità eterne, verso Dio. Mobilitato e posseduto da Gesù Eucaristico, non perde occasione per evangelizzare e catechizzare. Il suo esempio trascina, la sua parola suadente spiega i Misteri della salvezza. Emana un fascino singolare, ha un ascendente straordinario, diremmo, un’autorevolezza che non è della sua età anagrafica. I suoi compagni sono ora concordi nel dire che Carlo è stato un vero testimone di Gesù e annunciatore del suo Vangelo.  Ha capito che è indispensabile un grande sforzo missionario per annunciare il Vangelo a tutti. Apprezza l’intuizione del Beato Giacomo Alberione (1884-+1971) a usare i mass-media a servizio del Vangelo. Il suo obiettivo è quello dei missionari più veri: giungere a quante più persone possibili per far loro conoscere la bellezza e la gioia dell’amicizia con Gesù. In questa visione della realtà, prende come modello S. Paolo, l’apostolo delle genti, che impegna tutto se stesso per portare il Vangelo a ogni creatura, fino al sacrificio della vita.   E’ un vero figlio della Chiesa, Carlo Acutis: per la Chiesa, prega e offre sacrifici.
Il suo pensiero continuo è rivolto al Papa, nel quale, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI che sia, crede e vede il Vicario di Cristo: per il Papa offre penitenze e preghiere. Si appassiona a ascoltare il Magistero del Papa e a seguirlo. Matura così una conoscenza della Fede, fuori dal comune, tanto più se si considera la sua età: comprende e illustra concetti di fede con parole semplici e comprensibili, che neppure un teologo potrebbe utilizzare meglio.  Meraviglia e incanta sia il suo parroco sia i religiosi e le persone che incontra e lo ascoltano. Chi lo avvicina, se ne va con una certezza di fondo: che Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità anche oggi e il solo che sa riempire a pieno il cuore dell’uomo.
L’altra colonna fondamentale su cui costruisce la sua vita è la Madonna: a Lei consacra più volte tutta la sua vita; a Lei ricorre nei momenti della necessità, certo che Maria SS.ma nulla rifiuta. E’ impossibile parlare di Carlo, senza considerare la sua forte devozione alla Madonna. E’ affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Da Fatima, impara a amare il Cuore Immacolato di Maria, a pregare e a offrire sacrifici per riparare le offese che molti le arrecano.  Maria SS.ma è la sua Avvocata, la sua Mamma: è fedele, per amor suo, alla recita quotidiana del Rosario, diffonde la devozione mariana tra i conoscenti, visita i suoi santuari, Lourdes e Fatima compresi. Tra i "suoi" santi, predilige S. Bernardette Sobirous e i Beati Pastorelli di Fatima e parla di loro assai volentieri, per invitare molti a vivere i messaggi della Madonna. È impressionato dal racconto della visione dell’inferno, come riferito da suor Lucia di Fatima, e pertanto decide di aiutare più persone che può a salvarsi l’anima.
 
Sembra impossibile per un ragazzo, eppure Carlo legge il Trattato del Purgatorio di S. Caterina Fieschi da Genova (1447-1510), in cui la santa descrive le pene delle anime in Puragatorio. Carlo offre preghiere, penitenze e Comunioni in loro suffragio.   
In un mondo chiuso alla grande Verità della fede, Carlo scuote le coscienze e invita a guardare spesso all’"Aldilà", che non tramonta. In famiglia, nella scuola, in mezzo alla società, diventa testimone dell’Eternità. Vive puro come un angelo, affidando la sua purezza alla Madonna e chiedendo preghiere per la sua purezza alle monache di clausura che frequenta, interessatissimo alla loro vita di preghiera. Difende la santità della famiglia contro il divorzio, e la sacralità della vita contro aborto e eutanasia, nei dibattiti in cui si trova coinvolto.   Non conosce compromessi. E’ umile e ardente. Contagioso nella fede, come un fuoco che si appicca dovunque e incendia di Verità e di amore a Cristo.                                       
"Voglio subito il Paradiso"
Non possiamo scriverne di più, tanto è affascinante. La sua storia bellissima è narrata nel libro di Nicola Gori,”Eucaristia, la mia autostrada per il Cielo”. Biografia di Carlo Acutis, S. Paolo, Milano, 2007.

Questo angelo in carne, all’inizio d’ottobre 2006, è colpito da una gravissima forma di leucemia, incurabile. E’ ricoverato in ospedale. Non si spaventa, ma dice: "Offro tutte le sofferenze che dovrò patire, al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso". Si Confessa molto sovente, ma ora è Gesù che lo accoglie nel suo abbraccio. Riceve l’Unzione degli infermi, Gesù-Ostia come Viatico per la vita eterna.
Sorride a tutti con uno sguardo bellissimo, con un coraggio senza pari. Alle 6,45 del 12 ottobre 2006, Carlo Acutis, di appena 15 anni, contempla per sempre Iddio. Piccolo grande meraviglioso intimo amico e apostolo di Gesù Cristo.
Solo il divino Redentore e la sua Chiesa possono formare ragazzi così, segno che "anche oggi, come scrisse Montalembert, Colui che pende dalla croce continua ad attirare a Sé la gioventù e l’amore.

Per gentile concessione del sito
www.santiebeati.it

Caterina63
00venerdì 7 dicembre 2012 19:27

un san Tarcisio dei nostri giorni

Il museo virtuale dei Miracoli eucaristici
 
di Cristina Siccardi

Internet è una strada eccellente per scoprire i tesori della Tradizione e per capire veramente che cosa significa essere cattolici: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv. 3,8) e il vento passa certamente nello straordinario sito dedicato ai Miracoli eucaristici nel mondo “miracolieucaristici.org”: un museo virtuale ed una mappa interattiva di indubbio valore storico ed iconografico, dietro i quali si innalza una profonda Fede.

L’autore è Carlo Acutis, nato a Londra (dove si trovavano i suoi genitori per lavoro) il 3 maggio 1991 e morto nel 2006 a 15 anni, a causa di una leucemia fulminante.
Egli offrì le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Era esperto di computer e leggeva testi di ingegneria informatica con passione e competenza. La diocesi ambrosiana ha introdotto la sua causa di beatificazione. Le sue colonne furono: Gesù Eucaristia e Maria Santissima; i suoi modelli: i pastorelli di Fatima, ovvero i beati Francesco e Giacinta Marto; san Domenico Savio; san Luigi Gonzaga e san Tarcisio, il quale subì il martirio da adolescente, mentre portava l’Eucaristia ai cristiani in carcere. Scoperto, strinse al petto il Corpo di Gesù, per non farlo cadere in mani profane, ma venne ucciso.

Il Martirologio romano ne fissa la morte il 15 agosto del 257 d.C. Il suo corpo fu sepolto nelle catacombe e fu portato nel 767 dal Pontefice Paolo I nella basilica di San Silvestro in Capite, dove oggi riposa sotto l’altare maggiore. Tarcisio martire e Carlo Acutis sono uniti dallo stesso amore per Gesù Eucaristia: ogni giorno Carlo riceveva la Santa Comunione con un immenso fervore. Aprendo il suo sito, che ci ha lasciato in eredità, possiamo scorrere meravigliose storie dove Gesù si è manifestato visivamente e a tutti nell’Ostia.

Fra questi miracoli uno è ancora in corso, dal 1730 ad oggi, ininterrottamente.
Nella Basilica di San Francesco a Siena si conservano intatte, da 276 anni, 223 Ostie. Il 14 agosto del 1730 alcuni ladri riuscirono ad entrare in San Francesco e rubarono la pisside contenente 351 particole consacrate (molte Ostie furono poi utilizzate nelle ricognizioni e negli esami scientifici). Dopo tre giorni, nella cassetta delle elemosine del Santuario di Santa Maria in Provenzano, furono ritrovate, intatte, tutte le Ostie e tali sono rimaste: fresche, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione. Scorrendo la bellissima mappa interattiva scopriamo che in un monastero benedettino di Andechs, in Germania, si conserva la reliquia del miracolo verificatosi a Roma nel 595, durante una Santa Messa celebrata da san Gregorio Magno. Al momento di ricevere la Santa Comunione, una nobildonna romana cominciò a ridere perché assalita dai dubbi circa la verità della reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati. Il Papa allora decise di non comunicarla e subito le specie del pane si mutarono in Carne e Sangue.

A Parigi, durante la Pasqua del 1290 un ateo, che aveva in odio la Fede cattolica, si procurò un’Ostia consacrata, per profanarla: la prese a coltellate e la gettò nell’acqua bollente; ma l’Ostia si sollevò, davanti all’uomo sconvolto, poi andò a posarsi nella ciotola di una pia donna, che subito consegnò la Particola al proprio parroco. La casa del profanatore fu trasformata in una cappella, dove venne conservata la santa Ostia, che sarà distrutta durante la Rivoluzione francese.

Nel 1640, durante l’invasione di Torino delle truppe del Conte d’Harcourt, i soldati francesi si introdussero nella chiesa di Santa Maria del Monte a Torino e uccisero numerosi civili, mentre la vita dei frati Cappuccini venne risparmiata. Tuttavia un soldato riuscì ad aprire il Tabernacolo, contenente la pisside con alcune Particole consacrate e subito fu investito da una lingua di fuoco che gli bruciò il viso. La porticina del Tabernacolo, decorata con agata e lapislazzuli, presenta ancora le tracce della manomissione.


http://www.corrispondenzaromana.it/il-museo-virtuale-dei-miracoli-eucaristici/




Caterina63
00sabato 26 novembre 2016 18:27

Carlo, il bambino "eucaristico" che incanta il mondo
di Benedetta Frigerio25-11-2016

Carlo Acutis

“Ma tu – gli aveva chiesto il prete - ogni tanto ti raccogli qui in preghiera?”. “Sì – aveva risposto Carlo - perché questo mi consente di essere leggero con tutto quello che la vita mi chiede”. Così il parroco della chiesa milanese frequentata da Carlo Acutis (morto nel 2006 all’età di 15 anni) lo ricorda in un documentario sulla vita del giovane proiettato ieri in occasione della cerimonia di chiusura della prima fase del processo di beatificazione aperto nel 2013.

Leggero? Ma cosa può significare questa parola pronunciata da un bambino immerso nella preghiera davanti a un tabernacolo? Come accostarla ad un adolescente che, oltre ad adorare ogni giorno il Santissimo Sacramento, partecipa alla Messa e recita il Rosario quotidiano confessandosi settimanalmente? Leggero, si potrebbe forse intendere come distaccato da ogni cosa, nel senso meramente materiale del termine. Ma legato a tutto, dettaglio o persona, dal punto di vista spirituale. Infatti, leggendo la sua biografia, si intuisce che la preghiera e l’amore a Gesù, che approfondiva accostandosi ai sacramenti, permettevano a Carlo di immergersi nell’Amore Eterno, in una prospettiva di “per sempre” per cui,  non temendo la morte e la fine di quel che toccava, poteva guardare liberamente ad ogni realtà sfondandone il limite.

Che Carlo, cresciuto in una famiglia credente ma tutto sommato normale, fosse un ragazzo innamorato di Cristo i suoi genitori lo avevano compreso fin da quando era piccolo. Basti ricordare la sua insistenza per ricevere la Comunione un anno prima dei suoi coetanei (all’età di 7 anni) e in forma ritirata presso il monastero di clausura delle Romite di Perego. La superiora del convento confessò poi che, “composto e tranquillo durante il tempo della santa Messa, ha cominciato a dare segni di “impazienza” mentre si avvicinava il momento di ricevere la Santa Comunione. Con Gesù nel cuore, dopo aver tenuto la testina tra le mani, ha incominciato a muoversi come se non riuscisse più a stare fermo. Sembrava che fosse avvenuto qualche cosa in lui, a lui solo noto, qualche cosa di troppo grande che non riusciva a contenere”. 

Dopo le scuole elementari e medie presso le suore Marcelline, Carlo si era iscritto al liceo classico Leone XIII di Milano dove testimoniò nella quotidianità la sua fede con parole e opere. Qui il giovane, trasportato dall’amore crescente (che riceve dall’Eucarestia e dalla Madonna, da lui indicati come le colonne fondanti la sua vita) verso il suoi compagni, nutrì sempre più passione per coloro che soffrivano ma che erano alla ricerca di un senso. Sono proprio questi "ultimi", pur non sempre comprendendolo, ad averlo amato maggiormente, mentre chi lo osteggiava ne aveva spesso stima per la forza con cui difendeva controcorrente la sua fede e per la coerenza di cuore con cui la seguiva. Come quella volta che in classe, solo e di fronte a tutti, Carlo aveva difeso la vita contro l’aborto. O come quando ricordava alle compagne la preziosità della loro persona e del loro corpo da amare come sacro e da difendere con pudore. Battendosi spesso anche contro il divorzio chiedeva sempre alle suore di clausura di pregare per lui e la sua purità.

Insomma, convinto di dover testimoniare la grazia incontrata, l’adolescente era pronto ad accettarne anche le conseguenze dolorose, sapendo che la maggioranza “ha solo ragione quando è nella Verità, mai perché è maggioranza". Segno di contraddizione, Carlo era quindi guardato, come se quel suo sguardo puro non potesse non rassicurare o per lo meno interrogare i suoi coetanei sballottati dall’edonismo relativista. A confermarlo fu anche la presenza inaspettata al suo funerale di centinaia di persone di ogni tipo, dalle più ricche e borghesi di Milano, alle più povere e straniere, facendo emergere la capacità di Carlo di andare incontro a chiunque per annunciare il Vangelo, tanto che alcuni dopo aver parlato con lui confessarono di aver chiesto il battesimo. Non solo, per raccontare la potenza di Cristo incarnato e presente nei sacramenti, il giovane convinse i suoi genitori a portarlo nei luoghi del mondo in cui erano avvenuti i miracoli eucaristici, mettendoli poi in mostra su centinaia di pannelli. Sopratutto per questo il giovane, diffondendo la mostra in rete, affinò le sue competenze informatiche, sapendo che potevano essere uno strumento formidabile per annunciare Cristo a tutto il mondo.

Come ogni "servo di Dio", Carlo non ebbe tanto il problema della perfezione mondana, ma solo della felicità. Non a caso, si distraeva, veniva anche ripreso dai professori ed era pieno di passioni come altri suoi compagni. La sua coerenza di cuore non era dunque uno sforzo moralista di una personalità eccezionale, ma la conseguenza di una sete costante dell’amore incontrato, che non gli permise di smettere di parlare a tutti di Gesù con grande normalità e disinvoltura, così come della Madonna, della morte, del giudizio divino, dell’inferno e del paradiso. Oltre all’ordinarietà del giovane, la cui anima toccata dall’eterno non poteva più accontentarsi di qualcosa di meno, quel che permise a Dio di usare Carlo come segno costante di “Altro” in un mondo razionalista è stata la sua umiltà. La stessa usata dalla Madonna come mezzo per farsi presente in un momento storico gravemente secolarizzato. Tanto che Carlo guardava ai pastorelli di Fatima, imitandoli nella sequela al messaggio mariano, amando il Cuore Immacolato di Maria, pregando e offendo sacrifici per riparare le offese ad esso arrecate e in suffragio delle anime del purgatorio. Fino ad offrire, quando la leucemia fulminante lo assalì inaspettatamente, la sua sofferenza e la sua vita per il Papa e per la Chiesa. 

E’ così che in un mondo che sembra in perdita dei suoi giovani, Cristo ha usato il “sì” del figlio normale di una semplice famiglia cattolica per ricordare a questi l’eroicità del quotidiano. Come a volerne risvegliare il desiderio spesso precocemente offuscato e ridotto dal nichilismo facendosi uno fra loro.



Caterina63
00sabato 18 novembre 2017 18:37
[SM=g1740717] [SM=g1740720]


Il venerabile Servo di Dio, Carlo Acutis spiega il Miracolo di Lanciano e nel video si racconta anche la sua storia [SM=g1740733]


www.youtube.com/watch?v=l6WTVTzxgRo&t=1168s






[SM=g1740738]

Caterina63
00martedì 9 aprile 2019 20:33

Grande amico di Gesù Eucaristia, è morto di leucemia a 15 anni nel 2006


La redazione di Aleteia in Brasile aveva trovato un entusiasta post su Facebook di Padre Marcelo Tenorio, che è il vice-postulatore della causa di beatificazione del venerabile Carlo Acutis, e che ieri, 23 gennaio 20, ha reso noto che il corpo del ragazzo appassionato dell’Eucaristia e morto per leucemia a 15 anni il 12 ottobre 2006 è stato trovato incorrotto.


Ecco un messaggio pubblicato dal sacerdote sulle sue reti sociali e successivamente rimosso (qui il link “rotto”):



Carissimi, ho ricevuto oggi dalla madre di Carlo Acutis la felice notizia che il corpo del giovane venerabile, morto offrendo la sua vita al Papa Benedetto XVI [e alla Chiesa, Ndr], è INTATTO.


Per noi che lo amiamo e facciamo conoscere la sua vita è un momento di emozione e gioia immense.


Ho visto le fotografie ma non le posso divulgare.


 

Il suo corpo sarà portato al convento dei Cappuccini ad Assisi, e da lì, al momento opportuno, verrà trasferito all’antica chiesa di Santa Maria Maggiore di Assisi.


Te Deum laudamus. Te Dominum confitemur!


P. Marcelo Tenorio


Vice-postulatore.Nel frattempo è giunta nella redazione italiana un comunicato inviatoci da Fr. Matteo Siro OFM CAP, Vicario episcopale per la Vita Consacrata Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, per conto del Postulatore della Causa, Nicola Gori, che frenava la notizia invitando ad attendere la fine degli esami medici per poter dire o meno qualcosa di definitivo sullo stato del corpo del giovane Carlo.Mercoledì 23 gennaio 2019, i resti mortali del Venerabile Carlo Acutis, a norma delle leggi canoniche, sono stati riesumati e trasferiti in un luogo idoneo, in vista della loro traslazione nel Santuario della Spogliazione di Assisi, prevista per il 5-6 aprile prossimi.



Per quanto riguarda lo stato di conservazione del corpo è prematuro ogni giudizio, in quanto sono in corso le opportune verifiche da parte del personale medico.

 

Naturalmente noi diamo per buona la risposta ufficiale inviataci dal postulatore, sperando che la notizia condivisa dal suo vice sia confermata. A questo proposito anche il vicepostulatore ha voluto pubblicare una nota di rettifica

In particolare padre Tenorio dice:

Il corpo è stato trovato in buono stato di conservazione. Ho detto davvero che il corpo era intatto, ma senza alcuna autorità, ovviamente, perché saranno gli esperti a dire se è un miracolo o meno. È per questo che sono presenti a momenti come questo. La scienza non attesta mai un MIRACOLO basandosi solo su ciò che si vede. Gli esperti, a differenza dei fedeli comuni, analizzano. E quanto è bello che esistano fedeli comuni che gridano “Miracolo!” “MIRACOLO!”



e che ha dato la notizia a titolo strettamente personale, non coinvolgendo il proprio ruolo come co-postulatore



la notizia dell’esumazione e delle condizioni in cui si trova il corpo, l’ho fatto A MIO NOME, senza alcuna autorità canonica o scientifica, ma con L’AUTORITÀ DI UN DEVOTO quale sono. Devoto comune, tra migliaia e migliaia di brasiliani che hanno conosciuto e imparato ad amare Carlo e la sua storia da nord a sud del nostro amato Paese.




Che cos’è l’“elevatio”?


La constatazione delle condizioni di un corpo in odore di santità avviene tramite la cosiddetta “elevatio” (“elevazione”) la cerimonia di riconoscimento dei resti mortali da parte della Congregazione delle Cause dei Santi.


 

Il rito, realizzato come parte del processo di beatificazione, include l’esumazione dei resti mortali per il loro successivo trasferimento a un luogo pubblico di venerazione. In genere l’“elevatio” si verifica quando la persona di cui è in corso la causa di beatificazione viene “elevata” da Serva di Dio a Venerabile. Speriamo che anche questo segno sia riscontrabile nei resti del buon Carlo Acutis.



AGGIORNAMENTO: ore 10:45 del 25 gennaio 2019


[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]


Il postulatore della causa di beatificazione conferma le indiscrezioni. E annuncia: è in corso lo studio su un miracolo accaduto in Brasile

«Il corpo di Carlo Acutis, da quello che mi hanno riferito, era intatto», lo dichiara a Tv2000 Nicola Gori, postulatore della causa di beatificazione del venerabile Carlo Acutis il giovane deceduto a soli 15 anni, il 12 ottobre 2006, a causa di una leucemia fulminante.

L’intervista è andata in onda l’8 aprile nel corso della trasmissione ‘Bel tempo si spera‘, condotta da Lucia Ascione, che ha ripercorso le celebrazioni per la traslazione del corpo di Acutis nel Santuario della Spogliazione ad Assisi avvenute dal 5 al 7 aprile.

Il miracolo

«Dopo la dichiarazione di venerabilità da parte di Papa Francesco il 5 luglio dello scorso anno – continua il postulatore – alla congregazione stato presentato il presunto miracolo per la verifica e quindi tutto finalizzato alla beatificazione di Carlo Acutis».

Se il miracolo è riconosciuto tale dalla consulta medica, dai teologi e dai cardinali «è possibile che si giunga alla beatificazione e il Papa potrebbe firmarla. Il miracolo è avvenuto in Brasile e riguarda la guarigione di un bambino. Ma non è ancora possibile quantificare i tempi perché è appena iniziato lo studio».

“Una esperienza di fede enorme”

«Carlo – conclude Nicola Gori – era un ragazzo pieno di vita, come tanti altri suoi coetanei. Un ragazzo che ha cercato però di vivere serenamente gli insegnamenti del Vangelo, e nonostante la sua età è riuscito a maturare un’esperienza di fede enorme e ha attirato nella sua ricerca di Dio anche una moltitudine di coetanei».



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