Chi deve nominare un vescovo o un pastore? (un lavoro del gennaio 2004)

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Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 14:54
 
Amici, apro questo nuovo forum per meditare con voi alcune domande rivolte agli evangelici e che non hanno mai avuto risposte......
Come si diventa, per esempio, pastori (o preti nel nostro caso specifico); come si diventa vescovi? Esiste qualcuno alla guida della Chiesa? Le nostre guide (vescovi a capo delle diocesi) nel bene e nel male ci sono e il loro nomi sono conosciuti, rispondono in molti se sono interpellati in e-.mail (altri no, sig!), mentre dalla parte Evangelica questo NON si sa.....non si sa chi li guida, non si sa chi da un mandato ai pastori, non si sa come si gestiscono queste chiese.....

Questo aspetto comporta poi le risoluzioni che vediamo: vita morte, pregi e difetti, arresti o santità dei NOSTRI sacerdoti....sono riportati dai giornali....i quali vengono poi usati da persone senza scrupoli per attaccare la globalità della Chiesa, dall'altro lato SILENZIO COMPLETO.....così da far passare questo silenzio come una sorta di santità dall'altra sponda....
Chiuso questo inciso...con la Bibbia alla mano vediamo un paio di differenze fondamentali:
Alcuni evangelici sostengono che un pastore o un vescovo va deciso mediante una votazione in cui la maggioranza +1 da il posto al candidato "liberamente" scelto per scrutinio segreto.....
Se pensiamo ai GIOCHI di potere che esistono nelle elezioni laiche politiche, questa scelta lascia veramente molti dubbi.....

Ma prendiamo la Bibbia visto che loro sono per la Sola Scriptura e trovatemi, per favore, dove la Chiesa primitiva abbia avanzato le sue scelte mediante delle votazioni a livello locale.....
Naturalmente NON le troveremo......, troviamo invece delle indicazioni che fanno capire che la scelta di un pastore avveniva mediante una conoscenza reciproca e l'accurata garanzia delle qualità della persona scelta....

E' il caso più lampante di Paolo verso il quale però interviene personalmente Cristo, anche se poi Paolo viene confermato dagli Apostoli....Timoteo invece, al quale Paolo e NON una votazione affida la responsabilità della Chiesa di Efeso, NON riceve una folgorazione dal Cristo, bensì matura la sua VOCAZIONE attraverso una ricerca lenta e continua....
Ma partiamo dagli Atti degli Apostoli dove in attesa della Pentecoste, si LAVORA per rioccupare il posto lasciato vuoto da Giuda....NON sembra affatto che qui la scelta sia avvenuta per una votazione segreta, al contrario  SE NE PARLA.....Non solo...l'aspetto più importante è che NON si alzano TUTTI a dire la loro, ma si legge: "In quei giorni, Pietro, levatosi in mezzo ai fratelli riunite INSIEME circa 120 persone, DISSE......."

Dopo la spiegazione si dice che ora OCCORRE uno tra coloro che SONO STATI CON NOI PER TUTTO IL TEMPO IN CUI DIMORO' TRA NOI IL SIGNORE GESU'.....divenga ora testimonio CON NOI della sua risurrezione......

Dunque Pietro da il via alla scelta dei CANDIDATI......che come abbiamo letto devono essere fra coloro che "vissero con loro" l'esperienza di Gesù......e ne furono proposti due...ciò che segue per la scelta, attenzione...NON è UNA VOTAZIONE TRA I FEDELI, ma una Preghiera per invocare il dono del DISCERNIMENTO DELLO SPIRITO SANTO....
120 persone dunque propongono i candidati, ma NON ci sono votazioni.....

Veniamo ora al capitolo 6  di Atti 1-7......

Si inizia a comprendere che i Dodici NON sono più sufficienti a soddisfare i tanti compiti....se facciamo attenzione al verso 4, ci renderemmo conto che i Dodici iniziano PER LA PRIMA VOLTA a parlare dei RUOLI.....Dunque i Dodici si riuniscono in assemblea e decidono....ci fa capire che NON TUTTA la comunità della Chiesa di allora si riunì per eleggere un altro.....e scelsero Stefano non per votazione,  perchè RICONOSCIUTO Uomo di Spirito Santo, pieno di fede......

Poi abbiamo la meravigliosa Lettera, la prima, UFFICIALE a nome della Chiea tutta che si esprime con autorità.....Att.15,22-35......

Al capitolo 16 di Atti abbiamo la SCELTA DI TIMOTEO  da parte di Paolo....Timoteo era già un discepolo, ma Paolo per no dare scandali lo fa circoncidere......perchè voleva protare Timoteo con sè.....anche qui, nessuna richiesta ad una parrocchia o assemblea evangelica, per decidere, LUI VESCOVO, chi portare con sè.....

Anche al cap.18 di Atti leggiamo di una fondazione della Chiesa, a Corinto.....anche qui nessuna votazione su chi dovrà sostituire Paolo alla sua partenza.....anzi, sempre nello stesso capitolo al verso 23, prima della sua partenza si legge un particolare: "...Vi rimase un certo tempo, poi partì percorrendo successivamente le regioni della Galazia e della frigia....E CONFERMANDO NELLA FEDE TUTTI I DISCEPOLI......" Paolo era un MISSIONARIO e dove andava fondava chiese le quali però avevano bisogno di essere PERIODICAMENTE CONTROLLATE.....e questo ce lo confermano tutte le lettere che seguono.....In questo brano ripercorre le tappe della sua missione, verifica...e solo a questa verifica CONFERMA i discepoli..anche qui, nessuno interpella la comunità.....

Ma Paolo non fa tutto da solo.... e in Galati 1,18 e 2,1 leggiamo che Paolo SI CONFRONTAVA CON CEFA.....nella prima sale appositamente a Gerusalemme per contattare Cefa (Pietro) e con lui si trattiene 15 giorni....la seconda volta dopo 14 anni, risale a Gerusalemme di nuovo per confrontarsi con CEFA...il quale con Giovanni lo confermeranno nel suo ministero (vv.8)

Anche in questo caso, Paolo non si premunisce di sentire il parere delle chiese......ma di assicurarsi che il Vangelo dato sia recepito e testimoniato senza INFILTRAZIONI.....si premunisce invece di trattenersi con CEFA......e siamo certi che in quegli incontri non avranno giocato a carte...

Per concludere questo primo specchietto...leggiamo ora la 1Pt.1,3-12.....in particolare 12: "Fu loro rivelato che non rendevano un servizio a sè stessi, bensì a VOI IN TUTTO questo che ora vi è stato annunciato DA COLORO CHE VI HANNO EVANGELIZZATO in forza dello Spirito Santo inviato dal cielo..."

Chi erano questi "COLORO" che avevano evangelizzato?
La maggior parte delle Lettere neo testamentarie ce lo dicono.....ed anche se di molti i nomi non si conoscono..è palese che gli Apostoli e solo loro davano questo mandato.....Nessuna chiesa si è mai riunita in assemblea per eleggersi il proprio vescovo....e nessun presbitero si fondava una chiesa e nessun presbitero veniva scelto dall'assemblea.....Anzi, Pietro nel cap. 5 fa delle raccomandazioni ai presbiteri e per lui stesso con-presbitero, cioè...SACERDOTE......di PASCERE IL GREGGE che è stato loro affidato.....

Affidato da chi? Naturalmente da Dio....ma confermati da chi?.....DAGLI APOSTOLI....e allora ritorniamo alla domanda di sempre: ma dopo la morte degli apostoli che cosa è accaduto? Come si è proceduto nella nomina dei pastori?



Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 15:02
Da una lettera di un evangelico copio questo passo perchè lo trovo molto bello....profondamente spirituale e che forse potrà anche aiutare a meditare i nostri sacerdoti......

< I primi cristiani erano formati secondo questo ordine e principi. Uomini di solido stampo, predicatori di tipo celeste : eroici, coraggiosi, di tempra militaresca, santi.

Predicare alla loro maniera significa avere oggi abnegazione, crocifissione di sé stessi, serietà, fatica e martirio. Essi si consacravano talmente che il risveglio spirituale continuò a sopravvivere in tutta la loro generazione e formò già nel loro seno la generazione che ancora doveva nascere.

I predicatori che danno vita sono uomini di Dio, il cui cuore è sempre assetato di Dio; la cui anima si sforza sempre di seguire Iddio, il cui occhio non vede che Dio, uomini in cui il mondo e la carne sono stati crocifissi mediante la potenza dello Spirito di Dio ed il cui ministero è come lo scorrere generoso di un fiume datore di vita..>

[SM=g1740733]

Si...occorre ammetterlo, questa persona evangelica ha ragione....tuttavia per ritornare al tema e dopo aver letto la lunghissima sua lettera ho notato che NON c'è scritto COME SI DIVENTA PASTORI... [SM=g1740733] ...

Noi abbiamo letto con la Bibbia alla mano che se è vero appunto che i primi cristiani erano come questa descrizione ha fatto, dall'altra parte parla chiare di chi aveva il potere di dare IL MANDATO e la conferma a predicare....del resto san Paolo è chiaro riguardoi ai ministeri:

1Cor.4,1-5....leggiamolo:

"Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio."

sostiamo e chiediamoci: "ognuno" sta ad indicare i fedeli che componevano la chiesa alla quale Paolo si rivolge e dunque NON erano loro i ministri....ma Paolo da chi fu fatto Ministro di Dio? Certo, la conversione e l'avvio alla missione avvenne da Gesù, ma chi gli affidò la FAMILIARITA' e dunque la destra?.....leggete Atti 9,28 e Gal.2,8 ...... [SM=g1740733]

Ogni fedele deve perciò considerare gli Apostoli e CHI DOPO DI LORO ufficialmente RICONOSCIUTI da loro....quali Ministri di Dio e Amministratori dei misteri di Dio......

Un pastore va dicendo che NOI NON abbiamo alcun mistero da amministrare perchè tutto è rivelato e CHIUNQUE può scoprire...ma qui Paolo la pensa diversamente...gli Apostoli e chi dopo di loro è chiamato alla loro successione CUSTODISCE ED AMMINISTRA I MISTERI DI DIO. Ha forse Paolo svelato questi misteri? Strano, nella Bibbia non c'è scritto.....

Ma approfondiamo un aspetto di questa lettera ai Corinzi, Paolo scrive a questa Chiesa da lui fondata mentre si trova ad Efeso e scrive perchè gli sono giunte notizie allarmanti circa la FEDELTA' di questa comunità al suo insegnamento. Appare strano che Paolo NON parli assolutamente di un pastore e non indirizzi la lettera al pastore di quella chiesa, segno evidente che o non c'era....o non era così importante.....Dunque alcuni inviati da quella comunità mettono al corrente Paolo che la situazione a Corinzi non è buona....c'è divisione fra i fedeli, problemi d'interpretare correttamente la dottrina matrimoniale...e così via.....mi chiedo: mancava forse un pastore all'epoca che si occupasse della Chiesa di Corinzi??

La seconda ai Corinzi sembra sia stata scritta dopo un anno dalla prima e le cose che sono accadute rattristano profondamente Paolo: l'apostolicità di Paolo è messa in dubbio, viene messa in dubbio niente meno che la sua autorità.........Viene accusato di aver creato lui subbugli nella Chiesa probabilmente con quella lettera visto che manca da Corinto da molto tempo....decide allora Paolo di andare, ma non ci riesce ed invia Tito al suo posto...Tito, MANDATO da Paolo calma gli animi e ristabilisce l'autorità APOSTOLICA DI PAOLO...cioè, si riconosce il vescovo Paolo quale fondatore della comunità e quale autorevole ministro di Dio.....

Solo così Paolo può chiarire ancora una volta il suo ministero, leggendo 2Cor.4,1-6 possiamo comprendere il dono del ministero "Perchè noi non predichiamo noi stessi, ma Gesù Messia Signore; quanto a noi, siamo i vostri servi in Cristo." E al verso 18 del cap.5 leggiamo: " E tutto è da Dio, il quale ci ha riconciliati con sè mediante Cristo, E HA AFFIDATO A NOI LA PAROLA DELLA RICONCILIAZIONE".....quel "NOI" sta per CHIESA....

Qui Paolo insomma, fa comprendere che il male è oramai passato, l'offesa è stata cancellata con il pentimento, la serenità è ritornata. Avanti dunque, sembra dire l'apostolo, c'è ancora del bene da fare, c'è la carità da praticare....

infine, per oggi:

La maggior parte dei Protestanti storici e gli evangelici odierni credono FORTEMENTE CHE:

I pastori (fra i quali ci sono anche le donne) si "devono" sposare e, come i laici, possono anche divorziare. Non sono contrari, per principio, all'aborto....


....

sapreste dire dove sta scritto questo nella Bibbia?? [SM=g1740730]
Vescovi DONNA? se non erro Paolo era proprio contrario....e dove sta scritto che possono divorziare? e dove sta scritto che un pastore è favorevole all'aborto? [SM=g1740733]

Ma dico ci rendiamo conto della manipolazione della Bibbia? Qui non si rispetta più nemmeno la Sola Scriptura.....e da come stiamo approfondendo mi sa che proprio i Cattolici sono coloro che alla fine prendono alla lettera il Vangelo.....

- continua -
Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 18:18
...un evangelico, seppur non rispondendo ancora alla domanda: chi deve nominare un vescovo? dice:

Il pericolo dei cattolici è seguire le direttive della gerarchia senza verificare se sono contenute nella Bibbia. Non si possono dimenticare le direttive impartite dalla gerarchia che sono in contrasto assoluto con la Parola del Signore.
...........

Senza verificare???...questa non solo è una accusa diffamante, ma esprime la totale indifferenza e la totale mancanza di buona volontà dopo che per mesi (oramai anni) abbiamo dato migliaia di spiegazioni sulle "ragioni della nostra fede"....la verità è......che quando si è arrivati al dunque di una spiegazione dottrinale con la Bibbia davanti....e toccava loro rispondere, stop....finito....non avendo risposte da dare.... l'argomento decadeva e decade......

Quando poi l'argomento si riprendeva e si riprende...via si riparte di nuovo senza aver minimamente fatto un passo in avanti meditando il materiale BIBLICO inserito da noi......Come se nulla fosse stato mai detto, si riparte con accuse antiche....quasi non ne avessimo mai parlato...e questa si che è veramente mancanza di carità.......
Ma questo evangelico per fortuna non sta parlando di dottrine...... e dice:

 
.....

Mi riferisco alle guerre sante, al potere temporale dei papi, all'inquisizione, alle indulgenze ed altre dottrine insegnate dalla C.C.R. non contenute nella Parola di Dio.

......

dunque si spera che per le Dottrine qualcosa è stata allora capita.....no leggo male, ci sono anche le dottrine, insomma c'ha messo TUTTO....."dottrine non contenute nella Parola di Dio".....sbaglio o le abbiamo abbondantemente DIMOSTRATE con la Bibbia alla mano? Il problema è che NON si accettano a priori le spiegazioni.....il pregiudizio è forte e marcato.....se dialogo ha da esserci, per certi evangelici NON dovrà mai ammettere che le dottrine cattoliche SONO contenute nella Bibbia.....Poi si fanno delle domande:

.........
Se un pastore Evangelico predica una dottrina non conforme, chi te lo dice che non c'è nessuno a correggerlo? Ne sei proprio sicuro?

..........

Lo dicono i fatti........e lo dicono chiaramente......

- Un pastore dice che l'aborto in casi estremi è previsto dalla Bibbia, ma la Bibbia non lo dice ed altri Evangelici SONO CONTRARI......La Chiesa insegna che l'aborto è un peccato contro Dio.....

- Un pastore dice che il divorzio è possibile, mentre Cristo parla DELL'INDISSOLUBILITA' del Matrimonio, si può ripudiare un coniuge in caso di adulterio è vero, ma il MATRIMONIO E' INDISSOLUBILE, cioè....Cristo non riconosce altri matrimoni dopo il primo.....
Mt.19,10 parla chiaro quando gli apostoli avendolo capito dicono: "Se le cose stanno così....E' MEGLIO NON SPOSARSI".....e Gesù di rimando parla del celibato e dell'essere eunuchi per il Regno dei Cieli...avvisando che NON TUTTI AVREBBERO COMPRESO tale portata......

mentre un pastore nella sua testimonianza scrive:

In seguito ad un sogno (!), chiesi una conferma direttamente al Signore che, naturalmente, mi rispose subito (che cosa rispose non è dato di sapere...anzi sembra che questa testimonianza sia anche sparita dal sito dopo che l'abbiamo portata qui....., molto strano). 
( intendiamoci: si è trattata solo di una locuzione interna.) 
A questo punto il pastore Abele si convinse ad abbandonare una moglie e cinque figli negli Stati Uniti e a trasferirsi in Italia. Dove ovviamente si risposò con una italiana.....

........

due sono le cose:
o tale pastore aveva la moglie ripudiata perchè adultera.....
o aveva problemi e attraverso un sogno (??) ha mollato tutto.....peccato è che non esiste un esempio del genere nella Bibbia...... Per la Chiesa Cattolica il matrimonio resta indissolubile "fino a che morte non vi separi" e suggerisce il celibato quando un matrimonio è naufragato per COLPA......
In entrambi i casi è davvero questo che deve insegnare un pastore? Chi lo controlla? chi ha controllato la veridicità di tale locuzione interiore che lo portava ad insegnare UN VANGELO DIVERSO? (Galati 1,8 e ss)


Riguardo poi ai MATRIMONI FRA GAY sono stati proprio gli EVANGELICI i primi a farli......creando così un enorme divario, già esistente fra le diverse denominazioni.....mentre SAN PAOLO DICE CHIARAMENTE A TUTTE LE CHIESE come ci si deve comportare......
Per la Chiesa Cattolica il matrimonio fra gay E' ABOMINIO, indubbiamente ci sono al suo interno predicatori fallati che sostengono questi abomini, ma il Magistero della Chiesa LI SCONFESSA...

preti che l'hanno fatto SONO STATI RIPRESI E SE RETICENTI SONO STATI RIDOTTI ALLO STATO LAICO.......e andiamo avanti:

- ci sono pastori che benedicono la Sodomia, altri che la condannano...... Per la Chiesa Cattolica la sodomia è un peccato grave come l'adulterio......pertanto sono condannati....

- ci sono PASTORI che NON credono nella Trinità, altri si, anche all'interno della Chiesa, ma la differenza sta nel Magistero che difende la dottrina sulla Trinità, al contrario da voi vince il libero pensiero...


- ci sono PASTORI che NON sanno che cosa è l'Incarnazione, altri che invece non capendola l'accettano come una somma matematica 1+1+1 0ppure del 3:3.......=1....ma nulla di più generando DEFORMAZIONI gravissime sulla figura di Gesù Cristo....un esempio?
Dicono ed insegnano che "Gesù si è Incarnato", ma NON è così..E' IL VERBO CHE SI è FATTO CARNE e tale Verbo, dice l'Angelo a Maria, "...E LO CHIAMERAI...GESU'"......questa sottovalutazione porta una deformazione nell'Incarnazione e dunque a negare LA TEOTHOKOS, Maria quale Madre di DIO.....

- ci sono evangelici che credono nel battesimo nello Spirito Santo e che si debba parlare in lingue, altri non lo ritengono importante e non lo praticano;

- ci sono evangelici che praticano il Battesimo SOLO nel nome di Gesù, mentre la formula del "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" è descritta COME OBBLIGATORIA DA CRISTO......

- su una cosa TUTTI i Protestanti evangelici sono concordi....UNIRSI CONTRO LA CHIESA CATTOLICA....cioè fare un fronte unico contro la Chiesa......al contrario la Chiesa Cattolica si sforza di riconoscere la forza dello Spirito e cerca strade che possano portare alla comprensione reciproca......

 
E questo evangelico viene a chiedere:

 
..........

Se un pastore Evangelico predica una dottrina non conforme, chi te lo dice che non c'è nessuno a correggerlo? Ne sei proprio sicuro? ....
.......

 
Non solo ne siamo sicuri, ma lo dimostrano i fatti....come abbiamo appena riportati....non solo, quando un pastore scrive cretinate NON VIENE AFFATTO RIPRESO, ma viene GIUSTIFICATO......e si dice che chi legge e non è d'accordo..allora ha "capito male"......

Un pastore evangelico E' INDIPENDENTE e dunque NON esiste uno sopra di lui che possa correggerlo....questo avviene solo nel caso che tale pastore provenga da un gruppo di chiese unite fra loro.....ma sorge un dubbio...a quale titolo un altro può riprendere un pastore? CHI SONO QUESTI VESCOVI EVANGELICI CHE HANNO L'AUTORITA' PER FARLO?

Di fatto, caro evangelico che scrivi queste cose e che fai queste domande....NON ESISTONO e non lo dico io, ma te lo dice il pastore TRAETTINO......verso il quale, infatti NON tutti i pastori sono d'accordo.....e perchè NON sono d'accordo? Perchè la posizione di Traettino NON e' superiore a nessun altro pastore...e tutti ci tengono A COMANDARE  nella propria giurisdizione......

......questo fa comprendere che NESSUNO  nelle Chiese evangeliche è in grado di controllare ed eventualmente correggere un pastore se questi dice delle cretinate.....si interviene solo in casi estremi GIUDIZIARI, ma ecclesiali NO, PERCHE' NON ESISTE UN MAGISTERO, NON ESISTE IL DEPOSITO DELLA FEDE per il quale san Paolo OBBLIGA il tramandare....!!
L'esatto contrario di quanto ci hanno insegnato gli apostoli.....dunque: chi deve nominare un vescovo, un pastore?
- continua -

Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 18:30
 
Vogliamo fare un esempio concreto di come si fonda una chiesa evangelica CONTRARIAMENTE a quello che è descritto nelle Lettere Apostoliche?
Leggiamo....
Legalmente registrata nel Febbraio del 1990, essa era già esistente a Frosinone come Chiesa Indipendente sin dal lontano 1938, a seguito del ritorno dagli U.S.A. di "Salvatore Pietrobono", nonno dell'attuale Pastore, e portato avanti dal Pastore Francesco Aureli, padre dell'attuale Pastore e Presidente dell'associazione.

..........

ma come....siamo stati ACCUSATI per anni per il NEPOTISMO......ed effettivamente la Chiesa ne riconobbe l'errore..condannandolo aspramente..mentre ancora oggi, nel 2004 c'è che ancora chi lo pratica??...."pastore e presidente"....un factotum...che ovviamente non potrà essere contraddetto....ma chi lo "controlla"?? Mistero della fede....

Come abbiamo dimostrato dalla Bibbia I VESCOVI sono coloro che fondano una chiesa....ma attenzione, essa non diventa affatto indipendente, essa si chiama PARROCCHIA...la quale dipenderà dalla DIOCESI......e alla quale viene affidato UN parroco SCELTO DAL VESCOVO, tale parroco "mandato" ha l'obbligo di custodire tal gregge in nome del Vescovo il quale, a sua volta NON si sceglie la Diocesi o la fonda per conto suo, MA VIENE INVIATO DA PIETRO a custodire il gregge in piena comunione con lui il quale è l'unico che può "confermare nella fede" (Lc.22,33).......
se tale parroco commette errori leggeri, viene ripreso...se diventa reticente e commette gravi eresie, dopo essere stato ripreso e non cambia allora viene RIMOSSO.....

In molti casi VENGONO ASCOLTATI I FEDELI DELLA COMUNITA'.......molte volte un parroco è stato destituito su denuncia dei fedeli, oppure è stato proprio SANTIFICATO DAI FEDELI.....il vescovo poi stabilisce diverse riunioni annuali CON TUTTI I PARROCI DELLA SUA DIOCESI.....la Caritas Diocesana ad esempio, ATTINGE reclute di volontari e di fondi DA TUTTE LE PARROCCHIE.....vi è un forte senso di comunione in molti aspetti, anche se altri lasciano a desiderare...siamo sempre li, molto dipende poi dalle persone.....tuttavia esiste un apparato già ben descritto da san Paolo quando istruisce Tito e Timoteo prima di inviarli...

 
Questo modo che vi ho esposto proviene dalla attenta lettura delle Lettere apostoliche.....e sulla dinamica del ruolo dei PRESBITERI......i quali venivano coadiuvati dai DIACONI ....esempio, leggere Giacomo 5,14.....dove si legge dell'unzione degli infermi CON OLIO..e che per tale azione si legge "si chiami un anziano" ( anziano=vescovo)....a dimostrazione che NON tutti possono amministrare certi sacramenti.....

Emerge da qui l'importanza di UNA GERARCHIA....che il pastore stesso Traettino ha iniziato a valutare quando scrive: "è necessario che CI SIA UN CAPO"........
ma...se questi stessi NEGANO il primato petrino...su quale base essi SI DARANNO UN CAPO? Appare evidente che tale scelta sarà IN SOSTITUZIONE DELLA FIGURA DEL VESCOVO DI ROMA.......
 NON è questo il metodo introdotto dagli Apostoli.....fra i quali NON vigeva e vige una questione di "maggioranza", quanto UNA FEDELTA' a tramandare IL DEPOSITO DELLA FEDE.....La Chiesa infatti fuoriesce da ogni nomenclatura politica LAICA......non è di destra nè di sinistra, non è vero che è totalitaria perchè in essa le centinaia di Associazioni e di Congregazioni lo dicono chiaramente....diverse infatti  MA UNITE  NELLE DOTTRINE E NEI SACRAMENTI......resi validi dalla successione APOSTOLICA nel vescovo di Roma quale PORTAVOCE  e IN TUTTI I VESCOVI in comunione fra loro:
Un Papa NON può fare nulla senza i vescovi; ma i vescovi non esisterebbero senza il Papa" (e questo lo diceva un Padre della Chiesa)




- continua -

Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 18:48
Come si diventa pastori?

a questo proposito posso raccontare quello che so per esperienza
................


dunque nelle chiese libere,( cioè in quelle che non fanno parte di nessuna denominazione ..ad esmpio ADI o altro), si diventa pastori perchè si dice di aver ricevuto questa chiamata da Dio, non c'è una nomina particolare, in genere si raccolgono dei credenti che vedono in questa persona una guida, un pastore per l'appunto, e si forma una comunità, .......
frequenti sono pure i casi di gruppi di persone che si distaccano da una comunità esistente, in genenre per divergeze di opinioni dottrinali, e si riuniscono a formare una nuova comunità, in questi casi c'è sempre una persona che riveste più autorità delle altre , e diviene il pastore.

Per quanto riguarda le chiese che fanno parte di associazioni, io parto come esmpio sempre le adi perchè sono quele che conosco, credo che li ci sia una specie di controllo sull'attività dei pastori, nel senso che se una comunità fa parte di una denominazione,ne deve seguire i lineamenti dottrinali, e per diventare pastori bisogna avere l'approvazione da chi è preposto, io so che esiste per esmpio un consiglio delle adi, il presidente è Francesco Toppi, io so che loro possono anche decidere se lo ritengono opportuno la destituzione di un pastore, lo potete capire leggendo questo stralcio tratto dalla biografia di un ex pastore adi che per diversità di vedute dottrinali fu estromesso :

"I membri dei vari organi delle Assemblee di Dio in Italia, i quali per ben ventidue anni avevano comportato cristianamente, per affetto fraterno e profondo rispetto verso il suo ministerio, le sue personali opinioni ecclesiologiche, dinanzi a questa pubblicazione di aperta sfida nei confronti delle ADI di cui era stato uno dei promotori, sostenitori e membri fondatori, ritennero di non poter rimanere indifferenti ed il Consiglio Generale si riunì in seduta plenaria con tutti i membri dei Comitati di Zona. In quella sede furono presentate due proposte, una del Consiglio Generale che era quella di attuare la sanzione disciplinare della sospensione temporanea dall'attività del ministerio fino alla prossima Assemblea Generale che si sarebbe tenuta a breve scadenza e dove il caso sarebbe stato ampiamente trattato e l'altra presentata da alcuni Comitati di Zona, quella cioè di immediata esclusione dal Ruolo Generale dei Ministeri, proprio in conseguenza della netta posizione assunta. La decisione fu dolorosa, ma quest'ultima proposta fu approvata a stragrande maggioranza e così Roberto Bracco si trovò escluso dalle ADI,

C'è però da rimarcare un'altra cosa che si evince da questa biografia, e cioè l'elezione di un pastore, che asssomiglia molto a una elezione politica e pochissimo ad una scelta di Dio"


Nel 1960 Roberto Bracco si dimise da pastore della Comunità . Le ragioni furono le seguenti. C'erano state le votazioni per il pastore nella comunità e il fratello Roberto Bracco, allora pastore, aveva ricevuto l'87 per cento dei voti, mentre Luigi Arcangeli, allora vice pastore, aveva ricevuto il restante 13 per cento dei voti. L'esito di questa votazione, nonostante fosse stato favorevole a Roberto Bracco, non soddisfò il medesimo il quale riteneva che per potere continuare ad essere il pastore della comunità avrebbe dovuto ricevere il 100 per cento dei voti

***

Quindi come vedete l'elezione di un pastore è una cosa molto poco spirituale e tanto tanto terrena!!! una votazione dove giocano molto sicuramente, simpatie e antipatie, ......dove sta l'elezione divina proprio non lo so!!!

lisa


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Una risposta:

Quindi come vedete l'elezione di un pastore è una cosa molto poco spirituale e tanto tanto terrena!!! una votazione dove giocano molto sicuramente, simpatie e antipatie, ......dove sta l'elezione divina proprio non lo so!!!

Per amore della verità, a mio parere credo però che sia necessario soffermarci su alcuni punti: io penso che l'elezione divina avvenga soprattutto nella "chiamata", vale a dire nella vocazione, e questo non lo può stabilire nessuno se non il diretto interessato.
Che poi sia una scelta che possa trarre origine da altre motivazioni è possibile, ma questo può avvenire sia tra i sacerdoti cattolici che tra i pastori evangelici. Le motivazioni politiche sono esistite anche tra i cattolici, quando la nomina di vescovi e di papi era anche un gioco del potere laico.
Ci possono essere ottimi e pessimi pastori esattamente come tra i sacerdoti, quindi il sacerdozio è qualcosa che si porta nella propria interiorità, ed è anche la capacità di trasmettere negli altri la Parola e l'Esempio di Cristo.
Non si può quindi negare che possa essere il carisma a portare alla scelta del pastore tra gli evangelici, senza per questo escludere la possibilità che essa possa essere dettata dalle simpatie.
A mio parere, il maggior pericolo per gli evangelici sta nel fatto che, non essendoci una direttiva ben precisa e univoca, come invece c'è tra i cattolici, è molto facile disperdersi in tanti gruppi non omogenei, e come possono gli evangelici di questi gruppi stabilire che quanto afferma il proprio pastore non sia un'interpretazione del tutto personale?
E' soprattutto questo individualismo ad essere pericoloso, ed è da questi individualismi che possono sorgere gruppi a carattere settario con conseguenze a volte devastanti.

Fraternamente
iyvan


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un altra risposta:

A mio parere, il maggior pericolo per gli evangelici sta nel fatto che, non essendoci una direttiva ben precisa e univoca, come invece c'è tra i cattolici, è molto facile disperdersi in tanti gruppi non omogenei, e come possono gli evangelici di questi gruppi stabilire che quanto afferma il proprio pastore non sia un'interpretazione del tutto personale?
E' soprattutto questo individualismo ad essere pericoloso, ed è da questi individualismi che possono sorgere gruppi a carattere settario con conseguenze a volte devastanti
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...........

concordo...con l'intervento sopra [SM=g1740733] ...ad apertura forum infatti, si evince questo problema dell'INDIVIDUALISMO.......

Prendiamo ad esempio un parroco...per quanto può farla da padrone nella sua parrocchia, di fatto però dipende dal Vescovo....dal vescovo riceve LE ISTRUIZIONI per il programma pastorale da attuare nel corso dell'anno e liberamente poi lui sceglie i modi del come realizzarlo.....
Quindi al vescovo dipendono TUTTI I SACERDOTI della sua diocesi.....e tutte le Parrocchie...il quale è Pastore anch'esso INVIATO DA PIETRO E DA PIETRO CONFERMATO NELLA MEDESIMA FEDE...

Dunque NON è l'opinione personale del presbitero o del vescovo che fanno LA CHIESA, ma il suo MAGISTERO... [SM=g1740733]

Quando ci fu il caso di don Barbero a Pinerolo che nelle sue prediche metteva in dubbio la Trinità, benediceva l'atto sodomitico e lesbico....il vescovo ha agito.....e dopo diversi incontri e richiami...a NOME DELLA CHIESA l'ha ridotto allo stato laico togliendogli il mandato......
A NOME DELLA CHIESA e non a nome proprio...

La sublimità della Chiesa Cattolica sta infatti in questo senso alto di COMUNIONE E COMUNITA' e mai di atti individuali...infatti, quando nella Chiesa si sono compiuti atti sbagliati, questi sono partiti da atti INDIVIDUALI, mai Magisteriali... [SM=g1740733]

Abbiamo letto dalla Bibbia di quando Paolo viene accusato dalla comunità di Corinto e di come dubitassero della SUA AUTORITA'.....anche in questo caso Paolo interviene, manda Tito da lui ordinato ad esercitare il mandato pastorale e scrive spiegando fra i termini della questione, anche come ci si doveva compartare per il matrimonio o nella stessa assemblea......

All'allarme descritto da Yivan c'è infatti da considerare che di questo gli Evangelici in Italia se ne stanno rendendo conto...a tal punto da iniziare una marea di incontri alfine di portare l'attenzione sull'esigenza di UNA UNITA' fra gli evangelici.....

L'idea di questo ex pastore (citato da lisa) che conosciamo con il nome di Abele.....è ottima, ma pone molti dubbi:

Le A.D.I. sono d'accordo con Traettino, se vi ricordate, a che si giunga a DARE UNA SORTA DI CAPO a tutte le Chiese evangeliche....ma...

Uno delle A.D.I. riconosce l'Incarnazione di Dio, un altro evangelico non ha le idee chiare; uno crede che non bisogna divorziare nè commettere aborto, l'altro dice che si può fare perchè lo dice la Bibbia; addirittura un pastore teologo valdese dice che la sodomia è benedetta da Dio....altri la condannano duramente......Unitariani Pentecostali negano la Trinità e Battezzano solo nel Nome di Gesù perchè così si capiosce dalla Bibbia, per gli altri è il contrario......

ragazzi qui non si sta parlando mica di bazzeccole....qui si parla di diversi modi di concepire la dottrina DI DIO e la stessa vita dell'Uomo......

Paolo e gli altri PARLANO DI UNANIMITA' e NON di individualismo, Paolo si reca due volte a Gerusalemme PER PARLARE CON CEFA.....perchè sente questa necessità?
Paolo riceve una rivelazione, ma NON modifica la dottrina, e attende che i "notabili del Vangelo" gli diano UNA CONFERMA....

Qui invece assistiamo a che il primo che si alza, magari anche santamente infervorato, si apra una chiesa......poi si mette in contatto con qualcuna più grande e via.....l'autorizzazione è avvenuta......Mi spiace ma NON è questo che ci hanno tramandato gli Apostoli...

1Gv.2,18......il testo parla chiaro non tanto per farci soffermare sul considerare "gli ultimi tempi", quanto NELLO STARE ATTENTI ai falsi profeti......già ai tempi degli Apostoli c'erano le divisioni, parlavano del loro tempo come fosse finito e sono trascorsi 2000 anni.....mentivano loro? No di certo!! vv.21 "Non vi scrivo perchè non conoscete la verità, ma perchè avete conoscenza di essa e perchè nessuna menzogna è dalla verità....."

La domanda nodale rimane però questa: che cosa è accaduto dopo la morte degli apostoli?

Perchè se NON si risponde si ammetterà che dopo la morte degli Apostoli LA CHIESA SI E' ARENATA....in attesa dei Pentecostali....e che nessun successore è venuto dopo di loro.......


Perciò, al dilà della santità o meno di una persona che non è questo che discutiamo come ha fatto emergere giustamente Yivan......e prendendo col dovuto riconoscimento la testimonianza di lisa....è da chiedersi ancora una volta.....ma loro questi pastori...da chi ricevono il mandato?


[SM=g1740733]

- continua -
Caterina63
00venerdì 28 agosto 2009 19:09
 
... cerchiamo di capire alcuni aspetti.....aperti da lisa:
lisa giustamente segnalava quanto segue:

nelle chiese libere,( cioè in quelle che non fanno parte di nessuna denominazione ..ad esmpio adi  o altro), si diventa pastori perchè si dice ( io direi si crede) di aver ricevuto questa chiamata da Dio, non c'è una nomina particolare, in genere si raccolgono  dei credenti   che vedono in questa persona una guida, un pastore per l'appunto, e si forma una comunità, .......frequenti sono pure i casi di gruppi di  persone che si distaccano da una comunità esistente, in genenre per divergeze di opinioni dottrinali, e si riuniscono a formare una nuova comunità, in questi casi c'è sempre una persona  che riveste più autorità delle altre , e diviene il pastore....

........

Ora...senza nulla togliere alla BUONA FEDE di chi si sente ispirato a questo compito chiariamo subito il concetto che NON E' LA VOCAZIONE che stiamo discutendo.....e che neppure tentiamo di rinchiudere nella Chiesa Cattolica...la vocazione APPARTIENE  TUTTI, MA PROPRIO TUTTI.....ma...come dice l'apostolo Paolo NON A TUTTI è dato lo stesso ruolo...oppure, come dice Gesù NON A TUTTI E' DATO DI COMPRENDERE Mt.19 10-12 ....per esempio appunto, la questione del CELIBATO.....che lo stesso apostolo Paolo fa proprio suggerendolo e consigliandolo fin anche a Timoteo....(ma il celibato lo tratteremo altrove)
Quindi già evidenziamo due diversità: il "sacerdozio dei fedeli" e il Sacerdozio vero e proprio.......ma ne parleremo QUI.....
Gesù nel riferimento a Matteo sta parlando proprio ai SUOI che dopo aver ascoltato la questione del divorzio e dell'indissolubilità del matrimonio e quindi CONSACRANDOLO mediante IL SACRAMENTO.....gli dicono "se le cose stanno così MEGLIO NON SPOSARSI"....Gesù NON dirà loro che si sono sbagliati a capire, ma anzi...rinforza ciò che avevano compreso dicendo loro che anche l'essere EUNUCHI PER IL REGNO DEI CIELI.....E' UN SACRAMENTO....ED E' TALMENTE PROFONDO CHE NON A TUTTI SARA' DATO DI COMPRENDERE.....

 
Perciò....riprendendo quanto diceva lisa:

si diventa pastori perchè si dice ( io direi si crede) di aver ricevuto questa chiamata da Dio, non c'è una nomina particolare, in genere si raccolgono  dei credenti   che vedono in questa persona una guida, un pastore per l'appunto, e si forma una comunità, ...

........

occorre dire CHE NON E' ASSOLUTAMENTE QUESTO IL METODO PER DIVENTARE PASTORI...(o prete)

Se riprendiamo il caso di Timoteo, Timoteo era già un discepolo quando Paolo lo conosce......e quando LO CHIAMA......cioè....è il vescovo a scegliere il discepolo...proprio come fu Cristo a scegliere i 12......
Non è il prete a scegliersi la Parrocchia, è il Vescovo che da al prete il mandato.....e gli assegna il gregge 1Pt.5,1-11.....UNO PUO' ANCHE PROPORSI, ANZI, SE SENTE LA CHIAMATA DEVE PROPORSI MA A CHI? AL VESCOVO A SUA VOLTA CONFERMATO DA PIETRO..

 
Come potete notare NON abbiamo ancora usato documenti della Chiesa, fino adesso vi abbiamo portato LA BIBBIA.......tuttavia ora leggiamo qualche documento giusto per capire la dinamica della scelta.....e vorrei che notaste LE CITAZIONI evangeliche nel Documento......dal Catechismo:

4329
57. Nel mistero pasquale, Cristo diventa pastore della comunità del NT. Attorno a lui risorto, infatti, si raccolgono in unità e vengono introdotti nella comunione dello Spirito, i dispersi figli di Dio (cf. 1 Pt 5,4; Eb 13,20; At 2,25; Gv 11,51-52).

4330
58. La Chiesa, che nasce dalla pasqua e si manifesta nella pentecoste per iniziare la sua missione di salvezza, è il sacramento o segno e strumento del contatto nello Spirito santo con la persona e il mistero di Cristo soprattutto attraverso le Scritture, comprese nella tradizione, e i sacramenti della fede (cf. LG 1; SM I, 2).

4331
59. A tutto il popolo di Dio riunito nel suo nome, Cristo Signore partecipa il suo sacerdozio (cf. Ap 1,6; 5,9-10). Infatti "per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito santo, i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici e far conoscere i prodigi di colui che dalle tenebre li ha chiamati all'ammirabile sua luce (cf. 1 Pt 2,4-10)" (LG 10). "Lo stesso Signore, infatti, con l'influsso che stabilmente esercita sulla Chiesa per mezzo del suo Spirito, suscita e promuove la risposta di tutti gli uomini, che si offrono a questo gratuito amore" (SM I, 1).

4332
60. Perciò il sacerdozio della Chiesa, che deriva da quello unico di Cristo e ne è partecipazione, è essenzialmente profetico e nella sua dimensione interiore si definisce come offerta ed oblazione di se stessi a Dio per gli uomini (cf. Rm 12,1; Gv 4,23).

4333
61. La Chiesa, per realizzare la sua missione di salvezza, partecipa in diverso modo al sacerdozio unico di Cristo. Dagli scritti del nuovo testamento risulta chiaramente che sono elementi propri dell'originaria struttura inalienabile della Chiesa, l'apostolo e la comunità dei fedeli, che si corrispondono tra loro in reciproca connessione, sotto il Cristo capo e l'influsso del suo Spirito (cf. LG 10; SM I, 4).
Questo rapporto è espresso negli stessi apostoli che "furono ad un tempo il seme del nuovo Israele e l'origine della sacra gerarchia" (AG 5).

4334
62. Cristo, infatti, annunciò che avrebbe edificato la sua Chiesa su Pietro e la fondò sopra i dodici (cf. LG 18); per questo gli scritti del nuovo testamento parlano della Chiesa fondata sopra gli apostoli.
Il ministero sacerdotale del nuovo testamento, che continua l'ufficio di Cristo mediatore e capo, è distinto essenzialmente e non solo per grado, dal sacerdozio comune di tutti i fedeli (cf. LG 10; SM I, 4) e rende perenne l'opera essenziale degli apostoli.

4335
63. La funzione propria del ministero sacerdotale, nel cuore della Chiesa, è di rendere presente l'amore di Dio in Cristo per noi mediante la parola e il sacramento, ed insieme di suscitare la comunione degli uomini con Dio e tra loro (cf. SM descr. della situazione).
Il ministero sacerdotale, perciò, attua la sua missione specifica: a) attraverso la proclamazione efficace del vangelo per la quale i presbiteri sono consacrati (cf. LG 28) e impegnati come primo loro dovere (cf. PO 2); b) col congregare e guidare la comunità esercitando il ministero della carità (cf. LG 28; PO 6); c) col rimettere i peccati e soprattutto con la celebrazione dell'eucaristia, nella quale il ministero sacerdotale raggiunge il suo culmine. L'eucaristia infatti è la fonte e il centro dell'unità della Chiesa (cf. PO 2, 5, 6; cf. LG 21, 28; SM I, 4).
"L'evangelizzazione permanente, pertanto, e l'ordinata vita sacramentale della comunità richiedono, per loro natura, la diaconia dell'autorità, cioè il servizio dell'unità e la presidenza della carità" (SM II, I, 1b).

4336
64. Per compiere il loro ministero i presbiteri ricevono una particolare consacrazione per mezzo del sacramento dell'ordine che fonda un rapporto originale ed irrevocabile con Cristo (cf. PO 2; LG 28). Attraverso l'imposizione delle mani e la preghiera, infatti, viene comunicato il dono inamissibile dello Spirito santo (cf. 2 Tm 1,6).
La dottrina della fede insegna che questa realtà è permanente ed imprime un segno che nella tradizione della Chiesa prende il nome di carattere sacerdotale (cf. SM I, 5).

4337
65. Segnato dallo Spirito il ministro è perciò "icone" o immagine del Signore, sacramento, segno vivente, sensibile ed efficace della presenza di Cristo capo e della sua missione nel duplice aspetto di autorità e di servizio. Il ministero sacerdotale pertanto nella Chiesa significa in modo efficace il primato dell'azione che Gesù capo e mediatore esercita in essa attraverso il suo Spirito.

4338
66. Il ministero pastorale inizia con l'elezione e la vocazione quale atto dell'amore preveniente di Cristo (cf. Gv 15,16), che invita l'eletto, come gli apostoli, a seguirlo (cf. 9,9; Mc 2,14; Lc 5,27), a" vedere" e "restare con lui" (cf. Gv 1,39), chiedendogli come a Pietro una testimonianza di fede (cf. Mt 16,16) e d'amore (cf. Gv 21,15).
Cristo elegge e chiama a sè i suoi amici per inviarli agli uomini. La vocazione pertanto è in ordine alla missione: "Ne costituì dodici, che stessero con lui e anche per mandarli a predicare" (Mc 3,14).

4339
67. La chiamata di Cristo al ministero pastorale presuppone la vocazione battesimale sulla quale si fonda. Per mezzo del battesimo, infatti, il cristiano partecipa al sacerdozio di Cristo ed è chiamato a condurre una vita "sacerdotale" intesa essenzialmente come oblazione di sè (cf. Rm 12,1). Coltivando alla perfezione la grazia battesimale, viene avvertita più chiaramente e con maggior certezza la particolare vocazione al ministero sacerdotale (cf. RaF 45).

4340
68. La risposta alla chiamata coinvolge l'imitazione di Cristo pastore, vivendo la grazia battesimale e quella propria del sacramento dell'ordine.
La norma della vita sacerdotale è espressa in sintesi nelle parole di Gesù: "Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità" (Gv 17,19). Si attua nella dedizione alla missione pastorale, con il distacco dalle realtà più vitali e dagli affetti più cari fino alla croce come partecipazione alla sua pasqua salvifica (cf. Mc 8,34; 10,20; Mt 19,29; Lc 18,29).
I chiamati al ministero sacerdotale sono oggetto di un'ulteriore predilezione da parte di Cristo, non per essere di più, ma per servire di più e per rendersi disponibili a quella voce che è insieme invito e comando: "Vieni e seguimi" (Mt 19,21). La maturazione della vocazione al ministero, pertanto, si compie in una progressiva unione a Cristo che prepara a quella comunione ineffabile fondata sul sacramento dell'ordine.

4341
69. La chiamata del vescovo, in comunione con il presbiterio e la comunità dei fedeli, pone il sigillo di autenticità alla vocazione interiore; spetta infatti al vescovo "il dovere di pronunciare il giudizio definitivo sui segni della vocazione divina nell'ordinando. A lui è riservato il diritto di chiamarlo al sacerdozio, rendendo così autentica e operante davanti alla Chiesa una chiamata divina che è andata lentamente maturando" (Paolo VI, Summi Dei verbum: AAS 1963, 988).



vale quanto segue:


Atti 15, 24:
Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.....


- continua -







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