Chiesa Cattolica e sessualità

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(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:36
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Da: Soprannome MSN°Raptor  (Messaggio originale)Inviato: 23/03/2004 18.22
La sessualità e la Chiesa Cattolica

La dottrina della Chiesa cattolica sul matrimonio e la castità è spesso
equivocata con conseguenze negative sia sul piano spirituale che su quello
psicologico.

  In questi casi è difficile dire quando i problemi nascono da un'erronea
interpretazione del messaggio religioso e finiscono per dare origine a
conflitti psicologici o quando nascono da un messaggio religioso corretto ma
che viene deformato dal soggetto ricevente per l'esistenza di conflitti
psicopatologici soggiacenti: in questo caso il soggetto ricevente si
comporta in modo analogo ad una stazione radio disturbata che deforma i
segnali in arrivo.

  Il Catechismo di Trento, al n.291, ricorda che il matrimonio fu istituito
da Dio perché non era bene che l'uomo fosse solo: occorreva un essere simile
a lui che lo aiutasse.

   Per questo motivo, la prima ragione dell'unione matrimoniale è quella del
reciproco sostegno ed appoggio per affrontare la vita terrena.

  La seconda finalità dell'unione matrimoniale è quella della procreazione e
la terza ragione   - sopravvenuta dopo il peccato originale - è quella di
essere un rimedio alla concupiscenza.

  La finalità naturale dell'atto sessuale è unitiva e procreativa. Il dovere
dei coniugi è quello di collaborare all'opera della creazione attraverso la
procreazione, ma l'attività procreativa deve essere un'attività responsabile
soggetta alla virtù della prudenza.

  Prima del peccato originale, non esistendo problemi di salute, né problemi
di altra natura, era del tutto naturale che i coniugi procreassero in
continuazione.

  Post peccatum questo non è più possibile, né è lecito, per i coniugi, a
motivo della concupiscenza e del debito coniugale, astenersi dal rapporto
sessuale, se non per breve tempo e di comune accordo: San Paolo lo afferma
chiaramente. (1)

  Se la virtù della prudenza esige la sospensione dell'attività procreativa,
i coniugi possono usufruire dei naturali periodi di infecondità della donna.

  Dio stesso, che è Creatore della natura, ha voluto che nella donna
esistessero dei periodi di non fecondità: i coniugi che, per seri motivi,
esercitano la sessualità durante i naturali periodi infecondi, fanno uso di
una disposizione naturale voluta da Dio. Essi non peccano, come non peccano
i coniugi che esercitano la sessualità dopo la menopausa della moglie,
quando il materiale procreativo della donna - gli ovuli - è terminato.

  La finalità procreativa, in questi casi, resta potenzialmente intatta:
resta potenzialmente presente e nella disposizione naturale della donna e
nelle stesse intenzioni dei coniugi che, se le circostanze lo consentissero,
darebbero origine ad una nuova vita, facendo passare la capacità procreativa
dalla potenza all'atto.

  Insegna Pio XI che non peccano i coniugi i quali, lecitamente,
usufruiscono dei naturali periodi di infecondità della donna oppure hanno
relazioni sessuali in quelle situazioni dove, per difettose circostanze, non
può nascere una nuova vita: la relazione sessuale serve, infatti, anche per
ottenere la quiete della concupiscenza, per manifestare l'affetto
vicendevole e per realizzare un aiuto reciproco. (2 )

  Esistono numerose coppie giovani in cui la moglie o il marito sono sterili
e la Chiesa Cattolica ritiene, anche in questo caso, non solo leciti ma
doverosi gli atti con cui gli sposi si uniscono in intimità. Il Concilio
Vaticano II dice che questi atti, compiuti in modo veramente umano,
favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono gli
sposi stessi nella gioia e nella gratitudine: l'amore coniugale è un amore
spirituale e carnale che unisce totalmente le persone degli sposi. (3)

  Pio XII dice che è lecito per gli sposi compiere l'atto coniugale nei
giorni di sterilità naturale . (4 )

  Inoltre Pio XII insegna che, se esistono motivi seri, come ad esempio
motivi medici, eugenetici, economici e sociali, gli sposi possono compiere l
'atto coniugale nei giorni di sterilità naturale anche per l'intera durata
del matrimonio . (5)

  In perfetta continuità con Pio XI e Pio XII, Paolo VI sviluppa questi
concetti nella lettera enciclica Humanae vitae.  (6 )

  Giovanni Paolo II dice che sul problema della procreazione:" (.) il
pensiero cattolico è sovente equivocato, come se la Chiesa sostenesse un'
ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza
alcun discernimento e alcuna progettualità. Ma basta un'attenta lettura dei
pronunciamenti del Magistero per constatare che non è così.

  In realtà, nella generazione della vita, gli sposi realizzano una delle
dimensioni più alte della loro vocazione: sono collaboratori di Dio. Proprio
per questo sono tenuti ad un atteggiamento estremamente responsabile. Nel
prendere la decisione di generare o di non generare gli sposi devono
lasciarsi ispirare non dall'egoismo né dalla leggerezza ma da una generosità
prudente e consapevole, che valuta le possibilità e le circostanze, e
soprattutto che sa porre al centro il bene stesso del nascituro,

  Quando dunque si ha motivo per non procreare, questa scelta è lecita, e
potrebbe persino essere doverosa.

  Resta però anche il dovere di realizzarla con criteri e metodi che
rispettino la verità totale dell'incontro coniugale nella sua dimensione
unitiva e procreativa, quale è sapientamente regolata dalla natura stessa
nei suoi ritmi biologici. Essi possono essere assecondati e valorizzati, ma
non  - violentati - con artificiali interventi"-: in merito al controllo
delle nascite è la coscienza degli sposi che deve valutare le circostanze e
le condizioni. (7 )

  L'apostolo Paolo esorta gli sposi all'esercizio frequente della
sessualità, vietando loro di astenersi dai rapporti sessuali se non per
breve tempo e di comune accordo ( cfr 1 Cor 7,5 ), a tal punto che San
Tommaso D'Aquino, nelle sue catechesi quaresimali, svolte dal pulpito di San
Domenico Maggiore nel 1273, e cioè molto prima che venissero conosciuti i
periodi di naturale sterilità della donna, considerava difficile per gli
sposi evitare contatti sessuali a solo scopo di piacere, impedendo cioè la
finalità procreativa e, in tal caso, giudicava assolutamente veniali tali
comportamenti . (8 )

  Il Catechismo della Conferenza episcopale italiana, che in conformità al
can.775 del codice di diritto canonico è stato presentato alla Sede
Apostolica e ha avuto l'approvazione della Congregazione per il Clero, dopo
che questa ha ottenuto il consenso della Sacra Congregazione per la dottrina
della fede, scrive:"- La castità coniugale è una conquista. Occorre
riconoscere umilmente che la prassi è al di sotto dell'ideale; però la
nostra debolezza non può essere la misura del bene e del male. D'altra parte
bisogna essere comprensivi, soprattutto in questo ambito: forti
condizionamenti psicologici, familiari e culturali, possono diminuire
notevolmente la responsabilità personale. Alcune coppie ritengono
impraticabile per loro la continenza periodica. Altre non vedono nessun male
nella contraccezione. Altre rimangono perplesse tra le esigenze dell'armonia
coniugale e il rispetto della finalità procreativa, temendo di sbagliare
qualunque cosa scelgano.

  Occorre aiutare queste persone a fare dei passi in avanti nella giusta
direzione, secondo le loro capacità. A che cosa è dovuto il loro
comportamento? Implica egoismo e rifiuto della fecondità ? Ritengono di aver
fatto quanto potevano? Potrebbero sperimentare senza grave difficoltà e
senza pericolo i metodi naturali?

  Devono essi per primi valutare la situazione della loro coscienza,
aprendosi sempre più con fiducia all'insegnamento della Chiesa "-. (9)

  I precetti morali della Chiesa Cattolica, quando sono problematici e
difficili nella loro applicazione concreta - come ad esempio la ricerca
efficace, senza grave difficoltà e senza pericolo, dei naturali periodi di
sterilità della donna - e sembrano entrare in conflitto con altre esigenze
espresse dalla Rivelazione - come la necessità della frequente e costante
relazione sessuale fra i coniugi quale esigenza di armonia coniugale,
rimedio della concupiscenza, ottemperanza al debito coniugale - ( cfr 1 Cor
7, -5 ), non devono essere visti tanto come dei divieti invalicabili che
sembrano creare un ostacolo alla vita delle persone, ma devono essere visti
soprattutto come indicazioni delle strade giuste in cui incanalare l'azione,
la ricerca razionale e la stessa ricerca scientifica.

  Paolo VI invitò molte volte gli uomini di scienza a far convergere i loro
studi e le loro realizzazioni per favorire una sana regolazione della
procreazione umana. (10 )

  Anche se, nel momento presente, considerando le attuali conoscenze, i
metodi naturali di controllo delle nascite, validi per alcuni, non possono
essere sperimentati, da altri, senza gravi difficoltà e senza pericolo di
sbagliare, anche se per alcuni coniugi l'impraticabilità dei metodi naturali
e le esigenze dell'armonia coniugale possono giungere a diminuire la
responsabilità personale nell'esercizio della sessualità, la cui prassi non
è all'altezza dell'ideale proposto, i metodi naturali di controllo delle
nascite restano sempre un'indicazione valida e preziosa della giusta
direzione verso cui bisogna incamminarsi, della giusta direzione verso cui
deve progredire la stessa ricerca scientifica, della strada che bisognerebbe
sempre meglio conoscere e percorrere anche per poter avere dalla relazione
sessuale una piena e naturale gratificazione: tutti i sessuologi sanno, per
esempio, che il coito interrotto e la barriera artificiale del profilattico
costituiscono un ostacolo alla piena gratificazione sessuale, mentre i
farmaci contraccettivi sono nocivi alla salute della donna.

  Sul problema della procreazione responsabile ci sembrano interessanti due
testi del magistero dei vescovi - che non sono mai stati sconfessati dai
Pontefici - e che tuttora costituiscono una direzione spirituale fornita dal
magistero ecclesiastico ai coniugi in merito alla questione del controllo
delle nascite.

  Il primo testo è dei Vescovi Italiani: "- questa evangelica benignità si
manifesti specialmente nei confronti di quei coniugi le cui mancanze non
derivano da un rifiuto egoistico della fecondità, bensì piuttosto dalla
difficoltà a volte molto seria in cui si trovano, di conciliare le esigenze
della paternità responsabile con quelle di un amore reciproco, che è - amore
pienamente umano, vale a dire nello stesso tempo sensibile e spirituale -
( Humanae vitae , n.9 ). In tal caso, infatti, il loro comportamento, pur
non essendo conforme alla norma cristiana, non è certo valutabile nella sua
gravità come quando provenisse unicamente da motivi viziati dall'egoismo e
dall'edonismo ".(11)

La seconda riflessione magisteriale è dei Vescovi francesi: " La
contraccezione non può mai essere un bene. E' sempre un disordine; ma questo
disordine non sempre è colpevole. Capita infatti che degli sposi si
considerino di fronte a veri conflitti di doveri.

  Nessuno ignora le angosce spirituali in cui si dibattono gli sposi
sinceri, specialmente quando l'osservanza dei ritmi naturali non riesce a -
dar loro una base sufficientemente sicura per la regolazione delle nascite -
( Humanae vitae, n. 24 ). Da una parte essi sono coscienti di dover
rispettare l'apertura di ogni atto coniugale alla vita; sentono ugualmente
in coscienza il dovere di evitare o dilazionare una nuova nascita e sono
privi della risorsa di affidarsi ai ritmi biologici. D'altra parte non
vedono, per quanto li riguarda, come rinunciare attualmente all'espressione
fisica del loro amore senza che sia minacciata la stabilità della loro
unione    ( Gaudium et spes, n.51 ). A questo riguardo, richiamiamo
semplicemente l'insegnamento costante della

morale: quando si è nell'alternativa di doveri per cui, qualunque sia la
decisione presa, non si può evitare un male, la saggezza tradizionale
prevede di ricercare davanti a Dio quale dovere sia, nel caso maggiore. Gli
sposi si determineranno in base a una riflessione comune, condotta con tutta
la cura che richiede la grandezza della loro vocazione coniugale ". (12)

  Secondo alcuni teologi, all'interno di questi casi di diminuita
responsabilità personale, l'utilizzazione dei metodi anticoncezionali deve
essere oggetto di discernimento responsabile dei coniugi affinché siano
scelti, tra vari procedimenti, quelli che comportano meno elementi negativi
ed esprimano sufficientemente l'unione dei corpi e l'amore scambievole;
procedimenti artificiali che possono essere definiti - veniali -, in
relazione alla assoluta naturalità dei periodi biologici, in quanto non
nocivi alla salute e destinati a sospendere solo temporanemente  le funzioni
procreative.

  Al contrario, devono essere assolutamente rifiutate quelle tecniche
chimiche o fisiche comportanti la sterilizzazione irreversibile o l'omicidio
dell'essere umano anche nella sua fase di zigote: tecniche che possono
essere definite - mortali -, in relazione alla assoluta naturalità dei
periodi biologici, in quanto destinate a distruggere irreversibilmente le
funzioni procreative o finalizzate all'uccisione del prodotto del
concepimento. (13)

  Intendiamo sottolineare il concetto sopra esposto: quando i precetti
morali della Chiesa Cattolica sono problematici e difficili nella loro
applicazione concreta - quando si è nell'alternativa di doveri per cui
qualunque sia la decisione presa, non si può evitare un male- tali precetti
non devono essere visti tanto come dei divieti invalicabili che sembrano
creare un ostacolo alla vita delle persone ma devono essere visti
soprattutto come indicazioni delle strade giuste in cui incanalare l'azione,
la ricerca razionale e la stessa ricerca scientifica, nel frattempo - la
saggezza tradizionale prevede di ricercare davanti a Dio quale dovere sia,
nel caso maggiore-.

  Ci è stato prospettato il caso di un fedele - paralizzato- nell'
alternativa di doveri per cui, qualunque fosse la decisione presa, non
poteva evitare un male. Questo soggetto, non coniugato, doveva escludere la
propria sterilità. Questa la sua situazione conflittuale: esaminare il
liquido seminale dopo averlo ricavato da atto masturbatorio oppure esaminare
il liquido seminale dopo intervento di laparotomia- apertura chirurgica
della cavità addominale - e prelievo del seme con incisione delle vescicole
seminali situate nella zona posteriore

delle vescica. Il precetto morale esorta a far convergere gli studi della
medicina verso una soluzione più naturale del problema ma, nel frattempo,
quale di questi atti è di fronte a Dio più contro natura dell'altro?

  La dottrina della Chiesa Cattolica intende per castità la corretta
gestione della sessualità in relazione al proprio stato di vita: esiste,
dunque, la castità di coloro che non sono sposati, la castità dei fidanzati,
la castità dei coniugi e anche la castità delle vergini e dei celibi.

  Quando Gesù esorta alla perfezione, con questo termine intende esortare
gli uomini di buona volontà ad adeguare progressivamente il loro
comportamento alla volontà di Dio, così come è riassunta nei dieci
comandamenti, e a realizzare la castità, ma sempre in relazione al proprio
stato di vita. (14 ).

  La - perfetta continenza - ( il cosiddetto voto di castità assoluta ) è la
rinuncia al matrimonio, alla famiglia e alla sessualità coniugale con
significato - escatologico -.

  La perfetta continenza ha lo scopo di testimoniare la perfezione del mondo
che verrà, quando l'unione con Dio sarà in grado di soddisfare ogni nostro
bisogno, ogni nostro desiderio, ogni nostra necessità - anche la necessità
del matrimonio e della relazione sessuale coniugale - e il corpo, sessualità
compresa,  sarà glorioso, cioè un corpo trasfigurato, sostanzialmente
diverso sia da quello attuale, che è ferito, ma anche da quello originale
che doveva essere divinizzato e trasfigurato.

  Senza il peccato originale, infatti, la morte non sarebbe stata una
separazione violenta dell'anima dal corpo, con produzione di cadavere, ma un
passaggio, una trasposizione nell'aldilà di tutto l'uomo, corpo e anima, e
quindi un evento gioioso e benedetto come è stato per la Santa Vergine.

  La Chiesa è un corpo differenziato in cui ciascuno ha la sua funzione: le
attitudini suscitate dallo Spirito sono diverse e complementari. Lo stato di
vita religioso, con i consigli di perfezione evangelica, serve a
testimoniare l'indole escatologica della Chiesa, la sua tensione verso il
Regno di Dio, cioè serve a testimoniare la perfezione del mondo che verrà:
colui che è chiamato da Dio alla perfetta continenza non è affatto perfetto,
egli è solo il testimone di una perfezione che verrà, cioè di una vita e di
un corpo gloriosi che verranno, quella vita e quel corpo che, nell'attuale
momento, solo Cristo risorto e la Vergine assunta in cielo hanno il
privilegio di possedere.

  Accanto alla vocazione religiosa esiste la vocazione laicale che è una
vocazione destinata a testimoniare la necessità dell'incarnazione: il -
chiamato - non è solo il religioso ma anche il laico perché esistono due
esigenze di testimonianza, la testimonianza escatologica e la testimonianza
dell'incarnazione. La vocazione del laico consiste nell'incarnare il
progetto di Dio nelle realtà temporali, cioè i laici devono ordinare le
realtà temporali secondo i comandamenti di Dio affinché Dio abbia il primato
su tutte le cose: sesso, famiglia, economia, cultura, politica ecc. (15)

  Infatti il Concilio Vaticano II dice: "- (.) la missione della Chiesa non
mira soltanto a portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini,
ma anche ad animare e perfezionare l'ordine temporale con lo spirito
evangelico-". (16)

  La Chiesa è un corpo differenziato, nel quale ciascuno ha la sua funzione;
i compiti sono distinti, non devono essere confusi e non devono dare adito
alla superiorità degli uni verso gli altri.

  Il solo carisma superiore che deve essere desiderato è la carità e i più
grandi nel regno dei cieli non sono i perfetti continenti o i ministri ma i
santi. (17)

 Anche coloro che hanno fatto voto di perfetta continenza devono essere
casti.
Infatti,Paolo VI insegna che tale vocazione non comporta l'ignoranza o il
disprezzo dell'istinto sessuale ma esige la sua sapiente sublimazione su di
un piano più alto. (18 )


Il celibato non è richiesto dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta
dalla prassi della Chiesa primitiva e dalla tradizione delle Chiese
orientali. Tuttavia la tradizione della Chiesa di Occidente ritiene che
conferire l'ordinazione sacerdotale ai celibi sia la scelta migliore.

  A tale proposito, non è inutile osservare che, anche in Oriente, soltanto
i sacerdoti celibi sono ordinati vescovi e i sacerdoti stessi non possono
contrarre matrimonio dopo l'ordinazione sacerdotale. Perché questa

consuetudine plurisecolare? Perché coloro che hanno il prezioso dono della
perfetta continenza, dice San Paolo apostolo, possono dedicarsi a Dio più
facilmente e con un cuore senza divisioni. ( 19 )

  Inoltre, i consigli di perfezione evangelica sono un requisito più adatto
per il servizio sacerdotale  perché il sacerdote può dare, insieme ai
sacramenti, la testimonianza escatologica, cioè quella testimonianza
fondamentale che, nelle difficoltà della vita, dà coraggio e speranza perché
ricorda ai laici che esiste un'altra vita, che la scena di questo mondo
passa ( cfr 1 Cor 7,31 ), che solo in Dio sarà possibile trovare una
felicità assoluta e un amore perfetto e totale.

  Tutte queste considerazioni possono essere dedotte dal capitolo settimo
della prima lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo. I corinzi avevano
posto dei quesiti a San Paolo    ( cfr 1 Cor 7,1 ) sui rapporti che dovevano
esistere fra il sacerdozio, il matrimonio e lo stato di verginità. Noi non
conosciamo queste domande ma è possibile approfondire il significato della
lettera di Paolo grazie alla riflessione del magistero della Chiesa: dice
Papa Gregorio Magno che - le parole divine crescono con chi le legge -.
 (20 )

  Lo stato di verginità, dice l'apostolo, è migliore del matrimonio ( cfr 1
Cor 7,25-38 ) perché dà al sacerdote la possibilità di servire Dio senza
avere il cuore diviso ( cfr 1 Cor 7,32-35 ).

  Per evitare, poi, il pericolo della fornicazione, chi non ha il dono della
perfetta continenza deve sposarsi ( cfr 1 Cor 7,2-3-6-7 ). Ogni uomo ha,
infatti, il proprio dono da Dio: ci sono coloro che sono chiamati al
matrimonio e coloro che sono chiamai alla castità assoluta   ( cfr 1 Cor
7,7 ).

  Gli uomini sposati possono astenersi dai rapporti sessuali ma solo per il
breve tempo dedicato alla preghiera e di comune accordo ( cfr 1 Cor 7,4-5 ).
Bisogna ricordare, infatti, che i sacerdoti del Vecchio Testamento erano
sposati e, solo durante il breve periodo del loro turno nel Tempio, dovevano
astenersi dai rapporti sessuali.

Abbiamo personalmente  conosciuto il caso di un giudice, che era affetto da
mania di perfezionismo.

  La moglie del giudice, dopo aver avuto tre figlie - la quarta era morta
dopo il parto - non poteva più procreare senza mettere in pericolo la
propria vita.

  Il marito, fortemente intenzionato a perfezionarsi, senza rispetto per la
volontà della moglie e dimenticando l'obbligo del debito coniugale, separava
non solo i letti ma anche le camere per non cedere alla tentazione della
carne. Iniziava così una guerra contro la sessualità e l'affettività, - una
sorta di neo-catarismo- che condannava tutta la famiglia ad una vita d'
inferno.

  La moglie non poteva neppure aiutare il marito ad asciugarsi dopo il
bagno, ogni vicinanza fisica veniva assolutamente evitata, ogni sguardo
mortificato, ogni manifestazione di affetto respinta e prontamente
sostituita con la preghiera.

  Ma San Paolo non aveva detto agli sposi di astenersi dai rapporti sessuali
soltanto di comune accordo e per breve tempo ?

 La povera signora si è incamminata lungo la strada dell'esaurimento
psichico, due figlie sono andate via di casa e sono diventate atee.

  La terza figlia - che era la più piccola -, condizionata dalla
spiritualità distorta del padre, ha cominciato a considerare impuro tutto
ciò che aveva a che fare con il corpo, con la carne, con il sesso: è
diventata atea e gravemente anoressica perché la sua idea ossessiva è quella
di dover distruggere il corpo reale per costruirsi un corpo etereo, angelico
e soprattutto senza sesso.

A tutt'oggi questa povera disgraziata è ridotta in condizioni scheletriche,
costantemente in pericolo di vita per lo stato di grave denutrizione.

  Qui si ha un conflitto tipico fra quello che è il desiderio del paradiso
celeste, in cui dovremo andare dopo la morte, e la vita reale del paradiso
terrestre, ferito dalla colpa originale, in cui ci troviamo. Vivere nel
mondo reale in maniera separata, schizofrenica, come se la propria vita
fosse già in parte simile a quella dei beati in cielo, significa vivere in
un modo fantastico, illusorio, che non ha nulla a che vedere con il paradiso
celeste né con la santità. Chi volesse raggiungere con sforzi ascetici le
condizioni di vita del paradiso celeste, invece di perfezionare il paradiso
terrestre in cui vive, non è un santo ma la caricatura di un santo, non vive
come un angelo del cielo ma come un povero Don Chisciotte, cioè come il
prototipo di colui che non sa o non vuole vivere nel mondo reale e comincia
a sperimentare, a tutti i livelli, il processo della scissione e del
delirio: tale scissione si è manifestata nella storia a causa di numerose
sette eretiche che hanno influenzato negativamente l'inconscio e la
mentalità dei cristiani che hanno subito la loro violenza fisica e
culturale. Questi equivoci si ritrovano nel comportamento e nella cultura di
molti cattolici, brave persone che pensano, in buona fede, di difendere la
Tradizione e non si rendono conto, invece, di difendere soltanto un'immagine
della Chiesa che è stata imposta dagli altri, che è stata determinata dagli
influssi culturali di certe epoche storiche.

  Teologia e cultura protestante, per esempio, hanno influenzato la cultura
moderna e in certi casi questo ha determinato una pressione non indifferente
sulla cultura cattolica, insinuando la peccaminosità di ogni forma di
piacere. Per i protestanti l'uomo non è stato ferito ma piuttosto distrutto
dal peccato originale: egli non può fare più niente di buono ed è
completamente abbandonato alla tentazione del demonio. Per tali motivi,
nella condizione terrena non c'è più niente di cui essere contenti: gioia,
piacere, godimento diventano espressione di

un compiacimento dell'esistenza terrena che non può essere che di origine
demoniaca. Queste idee già presenti in Lutero, vengono accentuate da Calvino
e - istituzionalizzate - nel puritanesimo.

  Secondo lo psichiatra e psicoanalista Giacomo Dacquino, che parte da un
contesto di matrice freudiana, le errate concezioni sul sesso e sulla carne,
la sessuofobia e le idee che identificano il corpo, la carne e il sesso con
il male, con l'animalità, che identificano il corpo femminile con il
demoniaco e considerano il corpo un involucro o addirittura una prigione,
fanno la loro comparsa con i manichei, gli gnostici, gli encratiti e i
càtari. Ricorda Dacquino che, con Cartesio e il razionalismo, il dualismo
carne spirito si accentuò e così anche nei secoli successivi con il
giansenismo, che considerava la carne come fonte di cupiditas peccaminosa.
(21)

  I càtari, per esempio, pretendevano di essere gli interpreti puri e
autentici del cristianesimo: per loro tutto il mondo materiale - il corpo,
il sesso, i beni materiali e le stesse istituzioni -  era opera del diavolo.
Essi si dividevano in perfetti e credenti.

  I perfetti, che non dovevano avere rapporti sessuali e non dovevano avere
forme di proprietà, avevano il compito di guidare gli altri , considerati
ancora impreparati a recepire modelli di vita ascetica più elevati.

  Per la dottrina della Chiesa Cattolica, al contrario, le vocazioni sono
fondamentalmente due: la vocazione del religioso - testimonianza
escatologica- e la vocazione del laico testimonianza dell'
incarnazione -.

  L'Apostolo Paolo insegna che - ognuno ha il proprio dono da Dio, uno in un
modo, uno in un altro-. ( 22 )

  La via di perfezione della persona sposata non deve consistere nell'
allontanarsi dalla sessualità - che non è un errore di Dio, né un effetto
perverso del peccato originale - ma appartiene all'ordine della creazione, a
quell'ordine della carne per cui il Signore insegna:  - (.) non sono più
due, ma una carne sola -. ( 23 )
  La via di perfezione nelle persone sposate non consiste nell'allontanarsi
progressivamente dalla sessualità ma nell'unire progressivamente la
sessualità con la tenerezza, con l'affetto: nel caso dei coniugi, la
sessualità deve progressivamente purificarsi dalle conseguenze del peccato
originale, deve cercare di liberarsi da quelle forti tendenze all'egoismo  e
da tutti quei disordini psicologici che rendono gli atti sessuali freddi e
distaccati, malinconicamente fine a se stessi, atti che non portano ad una
vera unione delle persone ma sono soltanto forme di masturbazione che
conducono a due piaceri solitari  i quali non coinvolgono il cuore e non
sono la conseguenza di una piena manifestazione di tenerezza e di amore.

  (fine prima parte)


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Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 23/03/2004 18.23
L'apostolo Paolo esorta gli sposi ad una sana e costante sessualità: -  il
marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie
verso il marito. La moglie non è arbitro del proprio corpo ma lo è il
marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma
lo è la moglie.  Non  vi sottraete l'uno all'altro se non d'accordo e per
breve tempo, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare
insieme -.  ( 24 )

  Il compito del cristiano non consiste nell'ottenere anticipatamente il
paradiso celeste con sforzi ascetici ma nel sanare con l'aiuto della
grazia - e in maniera perfettibile e mai perfetta - il paradiso terrestre
che è stato ferito dal peccato originale, non dimenticando la perfezione
ultima, cioè l'unione trasformante con Dio a cui siamo destinati in cielo.

  Perfezione, etimologicamente, deriva da per facere e significa fare in
maniera compiuta: nel progetto di Dio, il cielo è la condizione definitiva
in cui  portare a compimento il destino dell'uomo.

  -Il cielo nel linguaggio religioso, è un simbolo per indicare Dio-
: dov'è Dio, lì è il cielo e nella visione beatifica di Dio, che né
Adamo ed Eva, né i mistici hanno avuto in vita, - (.) si quieterà il
desiderio illimitato del cuore - ( 25 ).

  Verginità consacrata e matrimonio sono - due doni complementari che si
edificano reciprocamente -. ( 26 ).

  -Il matrimonio è per la verginità un richiamo ad essere donazione
effettiva, non  immaginaria, comunione e non isolamento-. ( 27 ).

  La verginità consacrata ricorda che l'amore umano - non  può saziare il
desiderio illimitato di amore; le vere nozze sono quelle con Dio - ( 28 ).

  -Verginità e matrimonio sono due possibilità per il cristiano, due
modalità di realizzare pienamente la comune vocazione all'amore, due forme
di fecondità: spirituale l'una, fisica e spirituale l'altra- (29 ).

  - La verginità consacrata, in quanto comunione di carità, è un matrimonio
spirituale; il matrimonio, in quanto dono totale esclusivo, è verginità del
cuore, appartenenza a uno solo-. (30)

  -La verginità cristiana, come si vede, è più vicina al matrimonio che al
restare scapoli o nubili non per propria scelta- (31 ).

( Bruto Maria Bruti )


Bibliografia:

1)  cfr 1 Cor 7,5

2)  cfr Pio XI, Casti Connubi, n.III, p.889, in Tutte le Encicliche dei
sommi Pontefici, vol.1, Dall'Oglio, Milano 1986

 3) cfr Concilio Vaticano II, Costituzione Gaudium et Spes sulla Chiesa nel
Mondo contemporaneo, 7 dicembre 1965, n. 49

4)  cfr Pio XII in Matrimonio e famiglia, ed. Massimo, Milano 1986, n.258

5)  cfr Pio XII, ivi, n.260

6)  cfr Paolo VI Humanae vitae, in particolare n.16

7)  cfr Giovanni Paolo II, Nella generazione della vita gli sposi, quali
collaboratori di Dio, sono tenuti ad un atteggiamento estremamente
responsabile, L'Osservatore Romano, suppl. settimanale, n.29, 22 luglio
1994, p. 3, n.2.

8)  cfr San Tommaso D'Aquino, Opuscoli teologico spirituali, ed Paoline,
Roma 1976, commento al 6° comandamento p.240; commento al sacaramento del
matrimonio p.104

9)  Conferenza Episcopale Italiana, La Verità vi farà liberi, catechismo
degli adulti, Libreria editrice Vaticana, Roma, 16 aprile 1995, n.1062

10)  cfr Paolo VI, Allocuzione alla XXV Assemblea generale della Federazione
internazionale Farmaceutica e al XXIV Congresso internazionale delle scienze
farmaceutiche, settembre 1974

11)  Dichiarazione dei Vescovi Italiani , in Salvino Leone, Educare alla
sessualità, ed. Dehoniane, Bologna 2000, p. 180 )

12)  Dichiarazione dei Vescovi francesi, n.16, in Ibidem, pp. 180-181 .

13)  cfr Marciano Vidal, Manuale di etica teologica, 2, parte seconda,
morale dell'amore e della sessualità, Cittadella editrice, Assisi 1996,
trad. italiana, pp.652-654 ).

14) cfr  Le diverse forme di castità, Catechismo della Chiesa Cattolica,
n.2348, 2349, 2350

15) cfr Giovanni Paolo II, Christifideles laici n.15, 55, 56

16)  Concilio Vaticano II, Decreto Apostolicam Actuositatem  sull'apostolato
dei laici del 18 novembre 1965, n.5

17)  cfr 1 Cor 12-13 e cfr Giovanni Paolo II, op. cit., nota n.190

18) cfr Paolo VI, Sacerdotalis Caelibatus n.54, 55, 56

19) cfr 1 Cor 7,32- 34

20) S. Gregorio in Ez. 1,7,8

21) Giacomo Dacquino, Che cos'è l'amore, l'affetto e la sessualità nel
rapporto di coppia, Mondadori, Milano 1994, p.102 e p. 317, nota n.8

22) 1 Cor 7,7

23) Mt 19,6

24) 1 Cor 7, 3-5

25)   Conferenza episcopale italiana, op. cit., n.1230

26)  CEI, ivi, n.1231

27)  CEI, ivi, n.1076

28)  CEI, ivi, n.1076

29)  CEI, ivi, n.1076

30)  CEI, ivi, n.1077

31) CEI, ivi, n.1077
(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:37
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 24/03/2004 1.45
Il Catechismo di Trento, al n.291, ricorda che il matrimonio fu istituito
da Dio perché non era bene che l'uomo fosse solo: occorreva un essere simile
a lui che lo aiutasse.
Quest'affermazione mi lascia un po' perplesso.
Mi sembra eccessivo dire che il matrimonio fu istituito da Dio. Dio li creò semplicemente maschio e femmina, va da sè poi che maschio e femmina si uniscano e che le ragioni affettive e le responsabilità di crescere i figli li portino a consolidare questo rapporto. E' anche vero che la libera promessa di fedeltà fatta davanti a Dio costituisca un impegno preciso, ma tutto questo mi sembrerebbe una pura conseguenza di una scelta umana, o no? 
Detta come sopra sembrerebbe inoltre che la donna fosse stata un'aggiunta per sopperire alle necessità del maschio: la donna creata per aiutare l'uomo ... E perchè non viceversa? Insomma, mi da un po' il sentore di un certo maschilismo.
Sono state poi indicate tre motivazioni che giustificano l'unione matrimoniale:
1 reciproco sostegno
2 finalità della procreazione
3 rimedio contro la concupiscenza
Sulle prime due nessun commento.
Sulla terza mi sorge una domanda: non è forse la concupiscenza lo strumento voluto da Dio per spingere alla procreazione? E se questo è vero perchè si dovrebbe trovare un rimedio a qualcosa che Dio stesso ha voluto?
Un rimedio serve a sanare qualcosa di difettoso, ma non credo che tale possa essere considerato ciò che è sorto dalla volontà divina.
Se la finalità è la procreazione, si dovrebbe anche conseguentemente affermare che qualsiasi atto sessuale compiuto per motivazioni diverse,  non risponderebbe alla finalità stabilita da Dio.
Due coniugi potrebbero infatti limitare sempre i propri rapporti ai periodi infecondi per non avere figli e non mi sembra che questo comportamento sia tanto diverso rispetto all'uso di contraccettivi, in entrambi i casi ci sarebbe infatti la volontà di non procreare e questo potrebbe apparire comunque un uso improprio della sessualità.
Non sto affermando nulla, sono solo delle domande.
fraternamente
iyvan

 

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/03/2004 8.49
Quest'affermazione mi lascia un po' perplesso.
Mi sembra eccessivo dire che il matrimonio fu istituito da Dio.
.........
è vero Yivan....l'affermazione al Concilio di Trento può lasciare perplessi se NON si approfondiscono alcuni aspetti....
Che cosa è anzitutto il MATRIMONIO?
Intanto il termine deriva da: MATRIS=MADRE  e sul MODELLO DEL "patrimonium"= PATRIMONIO......
Dunque il Matrimonio è in sostanza un IMPEGNO PER VIVERE non soltanto in una UNIONE "e i due diverranno una carne sola", ma anche per TRASMETTERSI UN PATRIMONIO: "siamo fatti ad immagine di Dio", ogni figlio che da questa unione nascerà E' UN SUO PATRIMONIO PER L'UMANITA'.......
Se leggiamo Matteo 19 Gesù ci da la chiave per comprendere cosa era accaduto: "a causa della durezza del vostro cuore Mosè fu COSTRETTO a cambiare i termini di questa unione, MA OGGI IO VI DICO CHE....ecc.ecc...."
Gesù riporta le cose come stavano fin dalla creazione....e poichè è venuto a COMPLETARE, ecco che il MATRIMONIO ACQUISTA UN VALORE SACRAMENTALE......perchè in questa unione vi è UN PATRIMONIO GENETICO DA TRAMANDARE......
che non è esclusivamente il seme personale e quindi una sorta di geneaologia, ma L'ESSERE A IMMAGINE DI DIO......
Gesù dice: "le mie parole sono VERITA' E VITA"......
in questo capitolo di Matteo 19 Egli ROVESCIA LA SITUAZIONE causata da UNA SCORRETTA INTERPRETAZIONE e dice che anche ripudiando per cause lecite, il matrimonio resta INDIVISIBILE......
Il discorso è talmente chiaro che al verso 10 gli apostoli sono anch'essi PERPLESSI: "Signore -dicono_ se le COSE STANNO COSI' E' MEGLIO NON SPOSARSI!"
Gesù non interviene dicendo che hanno capito male.....
ma fa di più, ISTITUISCE IN SENSO VELATO (perchè qui non può obbligare nella scelta) IL CELIBATO PER IL REGNO DEI CIELI che diverrà poi effettivo nel Clero....
Ma attenzione, entrambi le posizione, fa capire Gesù SONO UN SACRAMENTO.....SONO UNA SANTA VOCAZIONE.....
Il Matrimonio, così, da semplice unione per esigenze sia fisiche che culturali, diventa invece UNA VOCAZIONE SIGILLATA COME SACRAMENTO "L'uomo non separi CIO' CHE DIO HA UNITO".....
In quale modo Dio unisce due persone se non attraverso un atto, un gesto, un rito SACRAMENTALE?
Infine ricordo che tale questione l'abbiamo presente fin dal primo secolo:
al messaggio 2 E.Ignazio scrive a S.Policarpo:
V. 2. Se qualcuno può rimanere nella castità a gloria della carne del Signore, vi rimanga con umiltà. Se se ne vanta è perduto, e se si ritiene più del vescovo si è distrutto. Conviene agli sposi e alle spose di stringere l'unione con il consenso del vescovo, perché le loro nozze avvengano secondo il Signore e non secondo la concupiscenza. Ogni cosa si faccia per l'onore di Dio.....
(amici vi prego notate queste parole scritte a s.Policarpo.....Ignazio CONSIGLIA LA CASTITA'.......E CI FA CAPIRE CHE IL MATRIMONIO DOVEVA AVVENIRE PER IL CONSENSO DEL VESCOVO E CIOE'...CON IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO........)
.........
Questo ci dimostra che fin dal primo secolo la Chiesa aveva ben interpretato le parole di Gesù ISTITUENDO DI FATTO il Sacramento del Matrimonio che poteva essere sigillato con il consenso del Vescovo.....il consenso ovviamente non era relegato ad un "si o un no" del vescovo, ma AL SIGILLO CHE EGLI APPORTAVA CON L'ATTO SACRAMENTALE....."L'uomo non separi ciò che DIO HA UNITO".....
Spero di aver approfondito questo aspetto, che ne pensi Yivan?
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 24/03/2004 15.04
Premesso che il matrimonio, per gli effetti e gli obblighi che ne derivano, è giusto che sia concepito come un atto solenne e quindi sancito dalla sacramentalità, vorrei portare l'attenzione su un particolare molto importante: la promessa che gli sposi fanno davanti a testimoni e soprattutto davanti a Dio. Questa promessa, liberamente accettata, assume quindi il valore di un giuramento fatto a Dio ed è questo che la rende sacra indipendentemente dal fatto che Dio ne abbia o non abbia istituito la forma alle origini della creazione.
Gesù e gli apostoli non potevano quindi che sancire la giustezza e la validità di questo comportamento in quanto in linea con un naturale principio di giustizia, anche se esso derivava o meno da una scelta umana.
Quando si dice: "L'uomo non separi ciò che Dio ha unito", si esprime una verità perchè qualsiasi promessa lecita liberamente fatta a Dio acquista il valore di legge divina alla quale si rimane vincolati per scelta.
Alla fine ha quindi poca importanza che il matrimonio sia stato istituitoda Dio o dagli uomini: quando esso viene riconosciuto sotto una forma sacramentale gli effetti morali che ne derivano sono gli stessi e assumono la medesima forza.
Naturalmente, questo è solo una riflessione che quindi può benissimo essere confutata da altre argomentazioni.
Per quanto concerne la castità, penso che essa costituisca una delle più grandi rinunce che l'uomo possa fare per Dio. Infatti, Dio non richiede questo genere di sacrificio visto che la sessualità è qualcosa da Lui stessa voluta, ma se questa rinuncia non è fine a se stessa e riassume in sè l'intenzionalità di un'offerta per il bene di altri, allora essa assume valore sublime agli occhi di Dio.
Se essa fosse invece considerata necessaria per reprimere impulsi naturali ritenuti peccaminosi, allora non credo che questo riceverebbe l'approvazione di Dio, visto che siamo stati creati con queste naturali pulsioni, sempre che queste pulsioni non vengano indirizzate fuori dall'ambito nel quale trovano la loro naturale giustificazione.
Quest'ultima riflessione si riallaccia alla seconda parte del mio precedente messaggio.
con affetto fraterno
iyvan 

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/03/2004 16.15
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Consiglia Elimina    Messaggio 7 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/03/2004 16.23
ops...scusate rimetto il messaggio perchè ho dimenticato di completare un aspetto.......
 
Concordo....anche se....facendo la pignola....potrei contrastare su alcuni aspetti...ma tralascio perchè sarebbero superflui.........
Mi riallaccio così all'esposizione di Yivan valutando un aspetto da lui sollevato...quello del GIURAMENTO, cioè, di una presa di coscienza di una responsabilità acquisita davanti a Dio......
Ma...Dio sa che NON siamo affidabili..........e che un giuramento umano è facile preda di RINNEGAMENTO.......
L'insistenza di Cristo, perciò, nel cap. di Mt.19 sottolinea un avvertimento che diventa veramente un peso: "L'UOMO NON SEPARI CIO' CHE DIO HA UNITO"...e aggiungerei: "MEDIANTE IL TUO, VOSTRO GIURAMENTO DAVANTI A LUI"......
Ecco che per la Chiesa il DIVORZIO NON ESISTE......anche se l'uomo venisse meno al suo giuramento, tale unione è indivisibile.....perchè accetta però il periodo della SEPARAZIONE? Perchè attraverso questo periodo i coniugi POSSONO E POTREBBERO RIVALUTARE QUESTO GIURAMENTO E MATURARE UN RITORNARE INSIEME.....il divorzio invece CHIUDE QUESTA STRADA, anzi, tante volte facilità L'INNAMORAMENTO con altre persone....e questo ovviamente IMPEDISCE AI DUE ALMENO IL TENTATIVO DI RICONCILIARSI....
...come l'essere preti E' IN ETERNO....anche qui, in mancanza della fedeltà al giuramento scatta un lungo periodo di PROVA.....attraverso il quale sono stati veramente molti i sacerdoti che hanno rivalutato la propria vocazione, soltanto che queste notizie non le fanno circolare....specialmente da coloro che si battono per l'annullamento del celibato...e sarebbe come ANNULLARE APPUNTO UN MATRIMONIO....cioè...DIVORZIARE.....
Quel dire da parte di Gesù "CIO' CHE DIO HA UNITO" è l'atto sacramentale....e non un semplice giuramento da parte dell'uomo che è spessp infedele mentre Dio E' FEDELE.....
Se  avviene il divorzio....la nuova convivenza è definita dalla Bibbia ADULTERIO...scappatoie non ce ne sono......possiamo girare tutta la Bibbia come vogliamo.....di verità ne abbiamo una sola.....
A questo proposito già l'uomo conosceva il così detto PERIODO DI FIDANZAMENTO...Maria e Giuseppe in verità NON ERANO SPOSATI come erroneamente si pensa, erano ancora FIDANZATI nel momento dell'Annunciazione.. "PROMESSA SPOSA AD UN UOMO DI NOME GIUSEPPE"......in questo tempo i due fidanzati NON POTEVANO AVERE RAPPORTI......oggi vabbè lasciamo perdere....abbiamo avanzato lo slogan "l'utero è mio e lo gestisco io".......amore libero ecc....ecc.....sminuendo il valore di questa unione e il suo significato che comunque ANDAVA NON CONTRO, MA OLTRE I SENSI......
Il fidanzamento in verità nasce come periodo di APPROFONDIMENTO E DI PREPARAZIONE alla vita matrimoniale......trascurato nel nostro passato recente, finalmente oggi riscoperto il valore si cerca di approfondire il SACRAMENTO.....
SACRAMENTO...attenzione solo ad un aspetto Yivan...non basta un giuramento per applicare un sacramento.....il Sacramento per essere valido occorre sia COMPIUTO DA CHI HA RICEVUTO IL MANDATO PER FARLO....
La Chiesa.....per coloro che NON si sposano in Chiesa invita comunque a mantenere fede al giuramento fatto perchè Dio lo ha accolto seppur è  in modo INCOMPLETO ED IMPERFETTO......e se è possibile a "legalizzare" sacramentalmente quanto prima tale unione.....se ciò NON avvenisse, la Chiesa IMPLORA MISERICORDIA A DIO.....
L'atteggiamento è cambiato......e la Chiesa si è aperta, tuttavia è ferma nella dottrina SACRAMENTALE......Da tale SACRAMENTO poi ne derivano i benefici se gli sposi ne sapranno scoprire le ricchezze......
Idem per il sacerdote che SCEGLIE IL CELIBATO.....
ha 5 anni di tempo per CONFERMARE IL SUO GIURAMENTO.....O PER ANNULLARLO.....ma avvenuto l'atto sacramentale....INDIETRO NON SI TORNA....
O meglio....chi decide di lasciare....può ovviamente farlo, ma è ovvio che perde in sè LA GRAZIA DEL SACERDOZIO PERCHE' HA ROTTO UN GIURAMENTO.....la Chiesa comunque auspica per loro che per sposarsi usino il Sacramento.......e non vivano da adulteri....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 24/03/2004 18.41
Risposta a Yivan:
La teologia cristiana per concupiscenza intende ogni forte desiderio che si
oppone alla ragione: questo desiderio può riguardare il sesso, il potere,
l'avere e il valere. Tali desideri disordinati nascono solo dopo il peccato
originale.
Per matrimonio come istituzione non si intende il prete che sposa in Chiesa
l'uomo e la donna ma si intende propriamente il naturale e originario
desiderio di unione  monogamica, totale, definitiva e indissolubile che
spinge l'uomo verso la donna e viceversa. L'esigenza  del sacramento del
matrimonio, delle leggi matrimoniali ( diritto familiare )  e del prete come
notaio dell'unione fra i coniugi vengono soltanto dopo il peccato originale.
Gli sposi amministrano un sacramento( quello del matrimonio) ma la necessità
del sacramento ( segno sensibile ed efficace della grazia) , la necessità
del culto religioso stesso, la necessità della legge e dello Stato  sono
appunto "necessità" che nascono dopo il peccato originale: in Paradiso,
infatti, non ci sarà bisogno  né di sacramenti, né di messe, né del diritto.
  Il Catechismo della Chiesa cattolica ricorda che il peccato originale ha
avuto come prima conseguenza la rottura della comunione fra l'uomo e la
donna: da allora la loro unione è sempre minacciata dalla discordia, dallo
spirito di dominio, dall'infedeltà, dalla gelosia e da conflitti che possono
arrivare fino all'odio. Questo disordine ha un carattere universale e senza
l'aiuto della grazia l'uomo e la donna non possono giungere a realizzare l'
unione delle loro vite ( cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1606, 1607
1608 ).

La finalità dell'atto sessuale è fin dalle origini unitiva e procreativa:
unitiva significa che deve unire spiritualmente e fisicamente.

Sull'aspetto procreativo ho già riassunto quanto dice il Magistero, che
consiglio di leggere con attenzione. Sottolineo soltanto il fatto che Dio ha
voluto che nella donna esistessero dei periodi di non fecondità: è
importante leggere quanto è scritto nella natura stessa poichè Dio ne è
l'autore.

Uomo e donna sono stati fatti l'uno per l'altro, equivalenti ( uguale
valore) ma con specificità e compiti diversi: la donna non è assolutamente
una sorta di oggetto aggiunto per i bisogni dell'uomo.

La Bibbia dice che prima fu fatto l'uomo e la donna  fu creata come aiuto
all'uomo: questo è solo un "genere letterario" cioè un modo simbolico di
esprimere la complementarietà fra l'uomo e la donna.

Invio su questo argomento il Post: San Paolo e la donna che spero venga
pubblicato a parte

Cordiali saluti

Bruto Maria Bruti




SAN PAOLO E LA DONNA



San Paolo apostolo scrive ( Timoteo 2,11)

""[11]La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. [12]Non concedo
a
nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne
stia in atteggiamento tranquillo. [13]Perché prima è stato formato Adamo e
poi Eva; [14]e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che,
ingannata, si rese colpevole di trasgressione. [15]Essa potrà essere salvata
partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e
nella santificazione, con modestia.""


Qual'è il significato di questo testo biblico?

Paolo Apostolo nella lettera a Timoteo ( 1 Tim 2-11-15) intende sottolineare
che la donna non è oggetto di piacere o mezzo di seduzione, come la
consideravano i pagani, ma cooperatrice di Dio nel perpetuare il mistero
della vita. Affermando questo, San Paolo non intende dire che tutte le donne
devono sposarsi, anche se la maternità è l'attuazione del disegno
primordiale della creazione:  infatti chi sente la vocazione allo stato di
verginità e la segue, attua una più alta forma di maternità, sceglie una via
superiore per la testimonianza escatologica e il servizio con il cuore
indiviso al Signore ( 1 Cor 7,6-8, 29-36).
In Gal 3,28, San Paolo ricorda che in Cristo non c'è più né servo né libero,
ma neppure maschio e femmina, cioè esiste una effettiva  parità spirituale e
una uguale dignità morale.
Questo non vuol dire però una indiscriminata uguaglianza di attitudini e di
compiti e infatti, come anche in 1 Cor 14,34-35, egli afferma che lo Spirito
Santo vieta alle donne il sacerdozio ( quindi anche il primo primo grado
dell'ordine sacerdotale, cioè il diaconato con il ministero dell'omelia in
Chiesa ): questo è il senso del divieto di Paolo.
  La stessa Madre di Dio non ha ricevuto da Gesù la missione propria del
sacerdozio ministeriale come sottolinea Giovanni Paolo II nella lettera
apostolica Ordinatio sacerdotalis
( cfr  Giovanni Paolo II, Ordinatio sacerdotalis n. 3 del 31 maggio 1994).

  La libera e sovrana volontà di Gesù nella fondazione della sua Chiesa non
può essere considerata un conformismo nei confronti degli usi del suo tempo,
oltre tutto nel mondo pagano tutte le religioni avevano delle sacerdotesse.

  Gesù combatte molti atteggiamenti del suo ambiente nei confronti delle
donne: conversa pubblicamente con la Samaritana ( Gv 4,27), non tiene conto
dello stato di impurità legale della emorroissa ( Mt 9,20-22), lascia che
una peccatrice lo avvicini presso Simone, il fariseo    ( Lc 7,37), perdona
la donna adultera mostrando che la colpa di una donna non è maggiore di
quella di un uomo ( Gv 8,11), prende le distanze dalla legge di Mosé sul
matrimonio che consente il privilegio maschile del ripudio ( Mt 19,3-9). Nel
suo ministero si fa accompagnare anche da un gruppo di donne ( Lc 8,2-3) e
in contrasto con la mentalità giudaica che non accorda valore alla
testimonianza femminile, affida alle donne l'incarico di testimoniare, per
prime, la sua resurrezione
( Mt 28,7-10, Lc 24,9-10, Gv 20,11-18;
cfr Congregazione per la Dottrina della fede, pubblicata per ordine di Paolo
VI,
 Inter insigniores, in Enchiridion vaticanum n.5 ( 1974-1976 ) ed
Dehoniane, Bologna 1979, n. 2119-2121)

  Certi atteggiamenti, poi, di tolleranza che Gesù ha nei confronti di
aspetti negativi della società civile del suo tempo ( destinati a mutare
gradualmente attraverso l'annuncio del vangelo e attraverso l'
approfondimento delle verità contenute nel deposito della    Rivelazione  )
non vanno confusi con l'atteggiamento positivo di Cristo nei confronti della
costruzione della sua società: la Chiesa.

  Uno di questi aspetti negativi della società civile, in cui si trovarono
ad operare i cristiani, fu la schiavitù.

  Per  quanto riguarda l'istituto della schiavitù, con l'avvento del
cristianesimo questo viene sottoposto ad un processo di trasformazione
perché i cristiani iniziano la loro riflessione partendo dal concetto che
tutti gli uomini sono fratelli e cercano di conciliare l'istituto della
schiavitù con il diritto della persona alla vita, alla famiglia, alla scelta
religiosa: l'apostolo Paolo esortava Filèmone ad accogliere Onesimo non più
come semplice schiavo ma come un fratello e, introducendo questi diritti
della persona, la schiavitù era destinata a trasformarsi gradualmente in una
forma di servizio, in un rapporto di lavoro.

  Il cristianesimo trasforma lentamente, nella luce dei comandamenti, lo
spirito delle istituzioni. Poiché lo schiavo, come ogni cristiano, è figlio
di Dio e deve obbedire prima a Dio che agli uomini, egli non può rinunciare
ai suoi diritti e ai suoi doveri nei riguardi dei figli e della moglie,
così i figli e la moglie nei riguardi rispettivamente del padre e del
marito.

  Il tentativo di conciliare la schiavitù con i diritti della persona,
trasforma gradualmente l'istituto della schiavitù in un servizio che
richiede un libero patto fra datore di lavoro e prestatore d'opera.

  Così accade anche nel matrimonio: gli uomini nascono liberi e non sposati
e per contrarre matrimonio occorre un libero patto fra gli sposi. Solo
allora il marito diventa schiavo della moglie per quanto riguarda il suo
corpo e la moglie schiava del marito per quanto riguarda il suo ( cfr I Cor
7,4 ).

  Già nel Vecchio testamento il popolo ebraico era l'unico popolo che, per
seguire il volere di Dio, doveva ridare la libertà a tutti gli schiavi ebrei
all'inizio del settimo anno di schiavitù, perché Dio aveva liberato gli
ebrei dalla schiavitù degli egiziani. ( cfr Deut. 15,12 - 15 ).

  Gesù, estendendo il concetto di prossimo anche ai non ebrei, considera
tutti gli uomini figli di Dio a pieno titolo ( cfr Lc 10,29 - 37 ) e
pertanto estende la necessità della liberazione dalla schiavitù anche ai
gentili.

  Dunque non bisogna confondere alcuni atteggiamenti di tolleranza di Gesù
verso le istituzioni della società del suo tempo, con la sua volontà
positiva nella costruzione della  sua società che è la Chiesa: per una
precisa disposizione di Dio il figlio del Verbo si è incarnato secondo il
sesso maschile e per una precisa volontà di Dio l'ordine sacerdotale è
riservato ai soli uomini i quali celebrano il sacrificio della Messa nella
stessa persona di Cristo.
(cfr Inter insigniores n.2135, in Enchiridion vaticanum n.5 ( 1974-1976 ) ed
Dehoniane, Bologna 1979 ).

Poi, San Paolo introduce, in 1 Tim 2,13, altri elementi per illuminare la
specificità della donna rispetto all'uomo e i suoi compiti secondo la natura
e la grazia. Questi elementi devono essere letti in continuità con altri
insegnamenti di San Paolo in proposito: 1 Cor 11,7-12 e  Ef 5,21-25 .

   L'apostolo Paolo insegna che il marito è come Cristo e la moglie è come
la Chiesa, cioè afferma che i ruoli ed i compiti differenti che
devono avere l'uomo e la donna, soprattutto nella famiglia, che è la Chiesa
domestica, sono - una grande e misteriosa
verità  che deve essere letta in analogia con il rapporto fra Cristo e la
Chiesa.

  Il  grande biblista  Ignace De La Potterie scrive che:" l'uomo e la donna
sono stati creati all'inizio come una coppia archetipica e prefigurativa;
nel disegno di Dio l'uomo e la donna rappresentavano già la coppia
escatologica del tempo della salvezza, Cristo e la Chiesa ( cf Ef 5,32).
Ora, al livello simbolico dell'Alleanza, lo Sposo è sempre e unicamente Dio
o Cristo: - il simbolo dello Sposo, dice il Papa, è di genere maschile-
(cfr Giovanni Paolo II, Mulieres dignitatem n.25 ); inversamente è sempre di
genere femminile la persona simbolica che rappresenta l'umanità in questo
rapporto di Alleanza, cioè la Figlia di Sion o la Chiesa, ma anche Maria, la
persona concreta che è l'immagine della Chiesa".

  Maria è il simbolo vivente della Chiesa, anzi, è fisicamente e
concretamente la prima Chiesa perché ha ricevuto per prima dentro di sé - ha
concepito - Gesù Cristo, che è l'incarnazione del Verbo, vero Dio e vero
uomo.

  Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che la famiglia è una realtà
sociale la cui esistenza dipende dalla differenza dei compiti fra l'uomo e
la donna: l'uomo e la donna devono riconoscere e accettare la propria
identità perché la vita familiare, l'armonia della coppia e della società
dipendono dal modo in cui si vivono e si sviluppano le differenze e le
complementarietà fra l'uomo e la donna ( cfr Catechismo della Chiesa
Cattolica n.2333 ).

  In ogni società e quindi anche nella famiglia una certa divisione dei
compiti dà luogo ad una certa gerarchia perché tra due soggetti che
agiscono, pur nella uguaglianza del loro valore   - equivalenza -, uno è
autore di un'azione che serve ad esercitare una certa direzione sull'agire
dell'altro.

  Giovanni Paolo II, nella Mulieris dignitatem, chiarisce i compiti naturali
che nascono dalla paternità e dalla maternità. La donna è soprattutto
l'agente interno della famiglia, colei che ha maggiore capacità di
attenzione e di sostegno verso la persona concreta e verso l'operare
dell'uomo. Uomo e donna devono aiutarsi vicendevolmente ma, in questa azione
di aiuto reciproco la donna è  soprattutto l'agente interno della comunità
familiare, più capace di  sostegno e di attenzione verso l'operare dell'uomo
e  capace di un cura  più diretta, più intima  e più "interna"   nei
confronti  della vita nascente e del processo educativo.
Il Padre è il il punto di riferimento più
esterno del processo educativo: più capace di attenzione verso gli
obbiettivi,  "orientato più all'attività esteriore, all'azione, alla
prestazione oggettiva, che all'essere personale sia proprio che altrui
(...),
orientato eminentemente  verso l'attività conoscitiva e creativa""( Edith
Stein)
e predisposto al sostentamento e alla difesa della famiglia.
( CFR Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem n.18 ).
Questa differenza di ruoli e di compiti nella famiglia
NON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE CHE L'UOMO DEBBA ABBANDONARSI TUTTO
AL LAVORO PROFESSIONALE, COMPROMETTENDO COSì LA SUA COMPLETEZZA UMANA.
L 'UOMO, CON TUTTE LE SUE FORZE, NON DEVE TRASCURARE IL SUO DOVERE DI PADRE
DI FAMIGLIA, ANCHE SE IL RUOLO PRINCIPALE DEL LAVORO EXTRAFAMILIARE, IN
CONDIZIONI ORDINARIE, DOVREBBE ESSERE SVOLTO DA LUI.
 E' FONDAMENTALE CHE IL PADRE DEDICHI  TEMPO AI FIGLI: GIOCARE CON LORO E
COCCOLARLI CON AFFETTO CARNALE.
Le disuguaglianze naturali, che distinguono l'uomo dalla donna, non vanno
intese come assolute, come se caratterizzassero due "specie" diverse, ma
vanno piuttosto lette, custodite e valorizzate nel senso della
complementarietà e non "dialetticamente".
Le specificità maschili e femminili non sono culturalmente provocate, esse
sono geneticamenteorientate e la CULTURA PUO' SOLO COLTIVARLE O REPRIMERLE
Nell'uomo il dimorfismo sessuale biologico è accompagnato dal dimorfismo
sessuale del piano spirituale e psichico: l'anima, infatti, è forma
corporis.
Gli stessi studi sociolinguistici hanno evidenziato, per esempio, che le
donne usano soprattutto il linguaggio per rafforzare l'intimità mentre gli
uomini soprattutto per risolvere problemi pratici  ( Cfr Deborah Tannen).

La donna è predisposta per natura a ricevere dentro
di sé la nuova vita e a nutrirla e custodirla, ma questa differenza non
riguarda soltanto l'utero e il seno per l'allattamento: la differenza è
molto più profonda e, recentemente, si è scoperto che essa informa di sé
anche il cervello. Nel 1995 l'Università di Yale, in California, ha scoperto
che le donne utilizzano entrambi gli emisferi cerebrali per la funzione del
linguaggio, mentre gli uomini utilizzano soltanto l'emisfero sinistro per il
linguaggio. Questo spiega perché, negli studi sul comportamento spontaneo
tra maschi e femmine  fin dalla più tenera età ( riassunti, per esempio,  in
Italia, dalla professoressa Elisa Fazzi, neuropsichiatra infantile
dell'Università di Pavia), esiste tra maschi e femmine una differenza
sostanziale che non dipende dalla cultura.
Le bambine sono più precoci nel linguaggio ma quando giocano
sono meno attive dei maschi, esplorano meno gli ambienti nuovi e tendono a
stare più vicine alle mamme. I maschietti, invece, hanno la funzione del
linguaggio più ritardata e risultano meno abili nel linguaggio, ma hanno un
livello di attività spontanea più elevato, più abilità nelle prestazioni
motorie, esplorano di più gli ambienti nuovi e sono più aggressivi.

 Le femmine sono più abili nel linguaggio perché usano entrambi gli emisferi
cerebrali per il linguaggio ma la funzione del linguaggio è quella da cui
deriva la capacità di entrare in relazione con gli altri, di dedicarsi agli
altri e infatti la maternità sia biologica che psicologica è propriamente
capacità di nutrire, custodire, tutelare, proteggere, fra crescere.
Uno studio dell'Indiana University School of Medicine, ha dimostrato che nel
cervello delle donne il traffico neuronale raddoppia rispetto all'uomo anche
quando ascoltano. Anche in questo caso, nel cervello femminile, si attiva il
lobo temorale di entrambi i lati, quando ascoltano, mentre i maschi usano
solo la parte sinistra.
 Le donne hanno una naturale disposizione per l'ascolto, sono
più forti nell'ascolto: la donna ha una maggiore capacità di ascolto e di
attenzione nei confronti dell'altro.
I maschi usano soltanto l'emisfero sinistro per il linguaggio e per questo
( come sottolinea il Professor Giuliano Geminiani della neuropsicologia
dell'Università di Torino ) possono usare meglio l'emisfero destro ( in
quanto libero dalla funzione del linguaggio) per l'orientamento e per il
pensiero logico.
Studi di psicologia, sintetizzati da un'ex femminista, Arianna
Stassinopulos, hanno calcolato il quoziente d'intelligenza nei due sessi e
hanno dimostrato
che esso è identico ma con abilità diverse: per ogni positiva abilità
maschile esiste una positiva e complementare abilità femminile.
Le donne, a parità di capacità e di interesse per una data materia rispetto
ai rispettivi uomini, sono più abili quando la loro intelligenza viene
applicata nei rapporti interpersonali.

Questa maggiore abilità può essere
così sintetizzata: sono gli uomini che fanno le opere ma sono le donne che
fanno gli uomini sia fisicamente che intellettualmente perché li mettono in
condizione di operare grazie al sostegno della loro dedizione intellettuale
e spirituale.
Scrive Edith Stein: "" L'uomo per sua natura si dedica
immediatamente alle sue cose: la donna si dedica a queste per amor suo.
( ....) Nell'uomo, i doni necessari per la lotta, la
conquista, il dominio: la forza muscolare con cui domina esteriormente la
materia, l'intelletto con cui penetra intenzionalmente il mondo, la volontà
e l'energia attiva con cui può plasmarlo. Nella donna, l'attitudine a
proteggere, custodire e far sviluppare l'essere in formazione e in crescita:
perciò il dono, di carattere più corporeo, di saper vivere strettamente
unita a un altro, di raccogliere in calma le forze, e di sopportare il
dolore e la privazione, e adattarsi: il dono, di carattere più spirituale,
di essere interiormente orientata verso il concreto, l'individuale, il
personale; di saperli cogliere nella loro caratteristica e di adattarvisi;
il desiderio di cooperare al loro sviluppo"".

  Santa Teresa Benedetta della Croce ( al secolo Edith Stein ) riassume in
questi termini le caratteristiche della maternità: capacità di nutrire,
tutelare, proteggere, custodire e far crescere.

  La paternità, invece, comporta una maggiore capacità di attenzione verso
gli obbiettivi da raggiungere, verso l'attività esteriore, l'azione,
la prestazione oggettiva: capacità di dominare progettare, difendere,
decidere sia nel mondo delle cose che nel mondo delle idee.

  Quando le caratteristiche della paternità e della maternità sono
accettate, custodite e coltivate, esse accompagnano sempre le azioni dell'
uomo e della donna anche al di fuori del matrimonio e della famiglia

( cfr  Edith Stein, La donna, il suo compito secondo la natura e la grazia,
pp.116,117, Città Nuova,Roma 1987).

  La Chiesa, attraverso l'apostolo Paolo, insegna che, all'interno della
famiglia, gli sposi devono, prima di tutto, praticare la sottomissione
reciproca degli uni verso gli altri per il rispetto che devono avere per
Cristo e la sua legge.

   Dopo questa sottomissione reciproca l'apostolo indica alla moglie anche
il compito dell'obbedienza nei confronti del marito. Obbedire, non nel senso
negativo che tale parola ha assunto, ma nel senso etimologico. Ob audire,
ascoltare verso, cioè capacità di ascolto e di attenzione e la donna,
secondo il progetto di Dio è più capace dell'uomo nello svolgere un'azione
di ascolto e di sostegno nei confronti dell'operare dell'uomo, delle sue
esigenze e dei suoi progetti: si tratta di un compito e di una missione che
Dio stesso ha voluto come indispensabile all'atto della creazione.

Stesso insegnamento ribadisce ribadisce Giovanni Paolo II nella Mulieris
Dignitatem ( Mulieris n.24 ), analogo
insegnamento il Catechismo tridentino ad uso dei parroci, pubblicato dal
Papa San Pio V per decreto del Concilio di Trento ( Cantagalli, Siena 1981,
parte II, n.296, pp. 387-388), così insegna il beato  Pontefice Giovanni
XXIII:
-" Il padre, capo della famiglia, abbia tra i suoi quasi la rappresentanza
di Dio, e preceda gli altri non solo con l'autorità, ma anche con l'esempio
di una vita integra"-

( Giovanni XXIII, Lettera enciclica Ad  Petri cathedram n.II ).

Per quanto riguarda la dinamica del peccato originale, riassunta da San
Paolo nella prima lettera a Timoteo, si possono fare alcune riflessioni.
Adamo ed Eva furono messi alla prova affinché decidessero della loro
libertà.
Il diavolo fa pervenire alla prima coppia la sua menzogna su Dio e lo fa
attraverso il dialogo con la donna.
Il diavolo, probabilmente, sfrutta la naturale predisposizione della donna a
stabilire rapporti interpersonali attraverso il dialogo e l'ascolto.
Ma per un essere umano è impossibile sostenere un dialogo con il diavolo
senza soccombere: l'intelligenza e la dialettica degli angeli decaduti
superano  infinitamente in "forza" e "abilità" l'intelligenza umana.
Eva, dopo aver peccato, induce in tentazione Adamo ed entrambi peccano.

Quale insegnamento si può trarre da questo?
La donna deve vigilare sulla sua affettività. Scrive Edith Stein che la
donna è particolarmente inclinata verso la vita affettiva e tutto ciò
dipende dalla vocazione della donna alla maternità.
Il compito di accogliere in sé un essere vivente in  formazione e di
proteggerlo rendono forte la sua tendenza affettiva ed emotiva. Su questa
tendenza la donna deve vigilare per impedirne uno sviluppo unilaterale,
eccessivo e disordinato.
La donna deve sempre spiritualizzare la sua tendenza affettiva, dice Edith
Stein, affinché essa non la  conduca ad una fuga dalla realtà, ad una vita
di sogno e di apparenze, dove finisce per abbandonarsi tutta a sentimenti ed
emozioni prive di valore, andando continuamente in cerca di sensazioni.
L'uomo deve vigilare sulla sua tendenza all'attività esteriore perché questa
non si trasformi in iperattivismo, prepotenza, autoritarismo, violenza.

( Bruto Maria Bruti )
(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:38
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 24/03/2004 23.00
""[11]La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. [12]Non concedo
a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne
stia in atteggiamento tranquillo. [13]Perché prima è stato formato Adamo e
poi Eva; [14]e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che,
ingannata, si rese colpevole di trasgressione. [15]Essa potrà essere salvata
partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e
nella santificazione, con modestia.""
In tutta sincerità e senza presunzione, in questo brano di Paolo io non ravviso altro che l'espressione di una radicata cultura patriarcale dove la donna è considerata in subordine all'uomo.
Qui Paolo non parla di specificità e di ruoli diversi sui quali non si discute, ma intima (Non concedo ...) alla donna di essere sottomessa all'uomo e di non permettersi di esprimere opinioni, insomma la presunta superiorità dell'uomo è chiaramente palesata.
Non solo, ma anche la responsabilità del peccato originale viene quasi interamente (il quasi sarebbe forse superfluo) attribuita alla donna: "Non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione ..." E l'uomo non commise nessuna trasgressione?
Qual'è il significato di questo testo biblico? Mi sembra che il significato sia molto chiaro, anche se ci si sforza di attribuirne altri.
Gesù non poteva certo stravolgere una consuetudine di millenni, e non era neppure il suo compito violentare una così radicata cultura e si limitò quindi ad addolcire questa intransigente posizione nel presupposto che, col tempo, l'uomo avrebbe cominciato a capire che le caratteristiche maschili e femminili sono tra loro complementari e che non esiste alcuna supremazia di un sesso rispetto all'altro.
Fraternamente
iyvan


 

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Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 25/03/2004 12.58
Gli scritti di Paolo apostolo, per decisione dello Spirito Santo attraverso
la Chiesa creata da Cristo, fanno parte del Canone Biblico e quindi sono
parola di Dio.

La parola di Dio è al di sopra del tempo, delle mode e delle consuetudini
umane. Tale parola eterna pretende l'ossequio della volontà e
dell'intelligenza,
essa non può essere, inoltre, soggetta a privata interpretazione ma
deve essere interpretata mediante lo stesso
Spirito da cui è stata ispirata: tale Spirito abita nel Magistero della
Chiesa.

La  Bibbia, da sola, senza  la spiegazione degli Apostoli illuminati
dallo Spirito Santo, è facilmente fraintesa.  Scrive, infatti, l'Apostolo
Pietro: - in esse ( = nelle lettere di Paolo Apostolo ) ci sono alcune cose
difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al
pari delle altre Scritture, per la loro propria rovina- ( 2 Pt 3,16 ).



Tale Parola di Dio, in quanto Eterna, contiene un numero infinito di verità
da conoscere.



Gesù è  una persona viva che ci assiste continuamente attraverso la
Chiesa:- molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci
di portarne il peso.

  Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta
intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annunzierà le cose future - ( Gv 16,12-13 ).

  Il Magistero della Chiesa, assistito dallo Spirito, serve per guidare alla
verità tutta intera, cioè serve per approfondire  il senso della Parola di
Dio, la cui profondità è insondabile e il cui tesoro è inesauribile.

  Dice Gesù: - (.) se un maestro della legge diventa discepolo del regno di
Dio, è come un capofamiglia che dal suo tesoro tira fuori cose vecchie e
cose nuove-  ( Mt 13,52 ).

  Ripetiamo un concetto fondamentale:- (.) anche se la Rivelazione è
compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana
coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli- ( Catechismo
della Chiesa Cattolica n.66  )


Il Deposito della fede è una miniera che contiene un numero infini di tesori
da
estrarre e le cose nuove che vengono estratte dalla parola  eterna di Dio
servono per approfondire gli elementi già estratti e conosciuti con cui
sono in perfetta continuità. Lo Spirito Santo è uno Spirito di
continuità e non di contraddizione: bisogna attentamente distinguere
lo SVILUPPO dalla CONTRADDIZIONE.
Chi si oppone allo sviluppo della dottrina cade nell'errore
del tradizionalismo. Chi crede che il magistero dica o debba dire
cose nuovo in contrasto con gli insegnamenti passati cade nell'errore
del progressismo
.Dice lo  Spirito Santo, attraverso San  Paolo:
 " se noi stessi o un angelo venuto dal cielo vi dicesse cose diverse da
quelle
che vi abbiamo detto, che sia anatema "".


Insegna Giovanni Paolo II:"
Nel periodo postconciliare siamo testimoni di un
grande lavoro della Chiesa per far sì che questo -novum- costituito dal
Vaticano II penetri in modo giusto nella coscienza e nella vita delle
singole comunità del Popolo di Dio. Tuttavia, accanto a questo sforzo si
sono fatte vive delle tendenze, che sulla via della realizzazione del
Concilio creano una certa difficoltà. Una di queste tendenze è
caratterizzata dal desiderio di cambiamenti che non sempre sono in sintonia
con l'insegnamento e con lo spirito del Vaticano II, anche se cercano di
fare riferimento al Concilio. Questi cambiamenti vorrebbero esprimere un
progresso, e perciò questa tendenza è designata con il nome
di -progressismo-. Il progresso, in questo caso, è una aspirazione verso il
futuro, che rompe con il passato, non tenendo conto della funzione della
Tradizione che è fondamentale alla missione della Chiesa, perché essa possa
perdurare nella Verità ad essa trasmessa da Cristo Signore e dagli Apostoli,
e custodita con diligenza dal Magistero.

La tendenza opposta, che di solito viene definita come -conservatorismo-
oppure - integrismo-, si ferma al passato stesso, senza tener conto della
giusta aspirazione verso il futuro quale si è manifestata proprio nell'opera
del Vaticano II. Mentre la prima tendenza sembra riconoscere come giusto ciò
che è nuovo, l'altra invece vede il giusto soltanto in ciò che è -antico-
ritenendolo sinonimo della Tradizione. Tuttavia non è l' - antico- in quanto
tale, né il nuovo- per se stesso che corrispondono al concetto
giusto della tradizione nella vita della Chiesa.

Tale concetto infatti significa la fedele permanenza della Chiesa nella
verità ricevuta da Dio, attraverso le mutevoli vicende della Storia. La
Chiesa, come quel padrone di casa del Vangelo, estrae con sagacia - dal suo
tesoro cose nuove e cose antiche- (cfr. Mt 13,52) rimanendo assolutamente
obbediente allo Spirito di verità che Cristo ha dato alla Chiesa come Guida
divina. E la Chiesa compie questa delicata opera di discernimento attraverso
il Magistero autentico ( cfr. Lumen Gentium, 25 )"

( Lettera di GiovanniPaolo II al Cardinale Joseph Ratzinger, Al Venerato
Fratello Joseph
Cardinale Ratzinger prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede,
Osservatore romano 9 aprile 1988, pag.1).



( Bruto Maria Bruti )


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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/03/2004 13.26
Sono d'accordo con Yivan sulle perplessità che emergono....ed aggiungo che usare così un testo paolino alla lettera....diventa controproducente verso il Magistero stesso dopo-Concilio su questo tema che è, attenzione, molto delicato.
La Chiesa, pur rimanendo feele all'insegnamento paolino e ad una certa moralità biblica......ha fatto passi da gigante circa l'intendimento e e, soprattutto quel senso DI ARRIVARE A COMPRENDERE PIAN PIANO CON MATURAZIONE E RESPONSABILITA'......
La sessualità insegnata dalla Bibbia e più prettamente dal N.T. necessita DI MATURAZIONE INDIVIDUALE.....
Quando Paolo parla in questi termini del ruolo della donna occorre tenere a mente la sua RADICALITA' NELLA CONVERSIONE...tanto da, attenzione, restare CELIBE E CASTO E SUGGERIRE LA CASTITA' AI SUOI.......e molto probabilmente a quanto AVEVA TROVATO IN QUELLA COMUNITA'......alla quale si rivolge con toni severi......è assai probabile che delle donne, forse, volevano fare da presbiteri.....e allora potrebbe aver detto:
Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo...
....
perchè fare questo avvertimento dicendo addirittura NON CONCEDO? E chi era Paolo per poter VIETARE O CONCEDERE?
Gli Apostoli, provenienti fra l'altro dal Giudaismo...credevano sinceramente che la RESPONSABILITA' fosse da imputare ad Eva...di conseguenza alla DONNA......
[13]Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; [14]e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che,
ingannata, si rese colpevole di trasgressione.
.........
la Donna è quindi "colpevole di trasgressione" Paolo allude in questo modo AD UNA COLPA EREDITATA....CHE SARA' PER LA DONNA STESSA UN PUNTO DEBOLE E A SUO SFAVORE......ma Paolo pone un rimedio:
[15]Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e
nella santificazione, con modestia.""
.........
Ora attenzione...perchè se ci fermiamo sul senso letterale Paolo si contraddice quando parla della SALVEZZA MEDIANTE LA FEDE IN CRISTO.....e non mediante il "partorire dei figli"......sono interessanti gli altri aspetti: perseverare nella fede, nella carità e
nella santificazione, con modestia
....ma non sono essi rivolti anche all'uomo?
Allora potremmo comprendere che IL PARTORIRE FIGLI e' il RUOLO SPECIFICO DELLA DONNA.....verso questo COMPITO BIBLICO la donna assume un'importanza molto più elevata a differenza della precaria dignità che le veniva conferita in passato......in sostanza il PARTORIRE FIGLI DIVENTA UNA MISSIONE ED UNA VOCAZIONE......diventa uno STRUMENTO DI COLLABORAZIONE con Dio che conduce la Donna ad un RUOLO SACRAMENTALE (il Matrimonio) e che perseverando nella fede ecc... la salva.....
Perciò quando Yivan chiede:
Non solo, ma anche la responsabilità del peccato originale viene quasi interamente (il quasi sarebbe forse superfluo) attribuita alla donna: "Non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione ..." E l'uomo non commise nessuna trasgressione?
..........
occorre rispondere NEL CONTESTO  del N.T. in altro ambito infatti Paolo dirà "come per mezzo DI UN UOMO IL PECCATO ENTRO' NEL MONDO.......", parla qui di Adamo quale RESPONSABILE....PERCHE' QUI INTERESSAVA SPECIFICARE IL SEME DELLA SALVEZZA......."Mediante Cristo ora siamo salvati"......
Adamo assume quindi la RESPONSABILITA' EREDITARIA.....(siamo tutti sua progenie), ma la TRASGRESSIONE E' POSTA AL FEMMINILE.....
Tanto che i Padri della Chiesa, mi pare Ireneo o un altro, chiamò Maria NUOVA EVA  eil Cristo, da Paolo, NUOVO ADAMO......
Eva disobbedì......e per la sua disobbedienza, mediante Adamo avevamo ereditato IL PECCATO, la morte....
Maria obbedì.....e per la sua obbedienza, mediante il Figlio, Verbo Incarnato, il Cristo, abbiamo ereditato la figliolanza di Dio, il peccato e la morte sono stati vinti.....
Oserei dire che san Paolo ESALTA INVECE IL RUOLO FEMMINILE.......il punto è che il modo di scrivere era dell'epoca..e perciò è difficilmente rintracciabile scorgere in Paolo un elogio alla donna.....
Attenzione Yivan ad un aspetto che ci trae spesso a sminuire la Legge evangelica....Gesù NON VENNE AFFATTO PER "ADDOLCIRE" LA PILLOLA.......nella stessa Ultima Cena, NON CHIAMA NEMMENO LA MADRE.....nel Getsemani appaiono nel Vangelo gli apostoli, non la madre e nemmeno le donne......
Gesù sembra invece molto SEVERO CON I RUOLI.....
Quando e quanto insegna NON AMMETTE REPLICHE e lo leggiamo in Gv.6 quando i suoi NON avendo capito l'Eucarestia se ne vanno, gli Apostoli lo avvertono che IL SUO LINGUAGGIO E' DURO....."chi potrà intenderlo?"
Gesù NON REPLICA E NON DA SPIEGAZIONE, ma dice "VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI?"
Attenzione dunque a che non facciamo del Cristo un bonaccione pronto ad accettare ogni moda.....
Per ora mi fermo qui......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 25/03/2004 15.54
Gesù sembra invece molto SEVERO CON I RUOLI.....
Per quanto riguarda i ruoli sono perfettamente d'accordo e il ruolo della donna è essere madre e sposa, così come il ruolo dell'uomo è essere padre e sposo, il tutto con pari diritti e doveri (sto limitandomi all'aspetto sociale)
Paolo è senza dubbio in buona fede nella sua affermazione, e non poteva essere diversamente visto che era nato e vissuto in quel contesto culturale per il quale era "normale" che alla donna fosse impedita qualsiasi attività sociale e fosse altresì considerata inattendibile.
Questa posizione fu respinta da Gesù che invece volle delle donne, proprio la voce meno attendibile, per testimoniare la sua Resurrezione.
Questo fatto è già di per se stesso una prova dell'attendibilità dei vangeli: sarebbe stato infatti molto più semplice e credibile se il primo testimonio fosse stato Pietro,la cui autorità gli avrebbe data molta più credibilità.
Chiuso questo piccolo inciso, rimane il fatto che Paolo non si discosta dalla tradizione del suo popolo, almeno per quanto riguarda la figura femminile, e quindi egli non "concede che .."
Affermare che:
Gli scritti di Paolo apostolo, per decisione dello Spirito Santo attraverso
la Chiesa creata da Cristo, fanno parte del Canone Biblico e quindi sono
parola di Dio.
La parola di Dio è al di sopra del tempo, delle mode e delle consuetudini
umane. Tale parola eterna pretende l'ossequio della volontà e
dell'intelligenza ....
è verissimo per quanto riguarda la trasmissione della fede, come è vero che la Parola di Dio è al di sopra del tempo e delle consuetudini umane, ma il fatto è che in questo caso Paolo esprime proprio una consuetudine umana di quel tempo che nulla ha a che vedere con la fede, ma riflette un puro atteggiamento sociale e il principio della superiorità dell'uomo rispetto alla donna, convinzione comune anche ad altre culture dell'epoca.
Credo che non si debba confondere il Paolo uomo del suo tempo con il Paolo strumento della verità della fede. Sono due cose diverse che convivono nella stessa persona. Occorre distinguere quando Paolo riflette la Parola di Dio da quando esprime delle convinzioni umane.

fraternamente, iyvan



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/03/2004 16.23
Yivan...concordo sul primo aspetto.....il fatto che Cristo abbia voluto che l'apparizione fosse testimoniata prima di tutte dalle donne...alcuni esegeti l'hanno accostato al fatto che Maria, la Madre di Cristo era ancora viva.....
Essi ci leggono in questo affidare a loro la Risurrezione, UNA MATERNITA' SPIRITUALE......del Cristo Risorto......
La Donna, madre sia fisicamente che spiritualmente e con Maria Madre sia fisica di Gesù e Madre Spirituale della Chiesa....quella Chiesa trionfante che la Risurrezione vuole rendere testimonianza....
Il nocciolo della testimonianza della Chiea sarà infatti la Morte di Gesù, ma soprattutto la sua risurrezione: la Chiesa è MADRE che RI-GNERA I FIGLI DI DIO mediante il Battesimo.....
Per ora mi fermo altrimenti usciamo dal forum...ma era giusto per sottolineare l'aspetto esegetico della presenza delle donne al Sepolcro prima degli Apostoli.....
Sulla seconda meditazione che fai sarei anche d'accordo con te sull'aspetto storico di Paolo, però se tu non mi dimenticassi IL SUO RUOLO.......
Paolo non dice solo questo delle donne, ma fa delle affermazioni su sè stesso:
- non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me......
- non vi parlo come persona, ma ciò che dico VIENE DALL'ALTO.....
Il Paolo "uomo" del suo tempo e il Paolo "di fede" non possono contraddirsi....altrimenti uno dei "due Paolo" starebbe mentendo...... in questo senso la Chiesa ci insegna che la Parola di Dio E' IMMUTABILE...perchè se noi aggiustassimo il Paolo "uomo del suo tempo" addolcendo certe dure affermazioni che il Paolo di fede ha fatto come INSEGNAMENTO.......noi staremmo già storpiando il significato del testo.......
Paolo inoltre E' UN MAESTRO.....insegna a nome della Chiesa usando spesso IL PLURALE......a Timoteo RACCOMANDA DI MANTENERE FEDELE  SIA L'INSEGNAMENTO ORALE CHE SCRITTO......
Le convinzioni umane di Paolo se è vero che traggono SPUNTI  dalla sua visione storica del suo tempo, è anche vero che come INSEGNAMENTO ENTRANO NEL TEMPO PER SEMPRE COME PAROLA DI DIO......se non crediamo a questo MUTAMENTO possiamo riscrivere la Bibbia interamente aggiornandola alla nostra epoca.....
Paolo è definito un MORALISTA....gli altri Apostoli non si esprimono come lui e così duramente sotto certi aspetti questo, a detta degli studiosi potrebbe derivare dal fatto che lui NON visse l'esperienza diretta CON Cristo prima della sua morte......non a caso s.Paolo è usato al 99% dai Protestanti e gruppi più fondamentalisti evangelici anzichè degli altri Apostoli i quali raramente vengono citati.....
Ma del messaggio 11 che ne pensi?....
Fraternamente Caterina

Rispondi
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 25/03/2004 21.33
Il Paolo "uomo" del suo tempo e il Paolo "di fede" non possono contraddirsi....altrimenti uno dei "due Paolo" starebbe mentendo......
Sono d'accordo, ma io non trovo contraddizione tra i due.
Abbiamo da una parte l'ispirazione divina della fede e dall'altra un Paolo in linea con i tempi e con usanze che Gesù non aveva  esprssamente condannato perchè non riguardavano la fede ma il libero arbitrio dell'uomo nell'autogestirsi. Solo quando gli fu rivolta una domanda precisa Gesù rispose (nel caso del ripudio), ma se questa domanda non gli fosse stata fatta forse non si sarebbe pronunciato per rispetto del libero arbitrio.
Quindi nessuno dei "due Paolo" mente, ma entrambi esprimono due verità: quella divina e quella che era la sua tradizione. La prima rispecchia la verità assoluta divina, la seconda la verità relativa umana.
Sul messaggio 11 condivido molti punti, ma mi soffermerei su questo:
Oserei dire che san Paolo ESALTA INVECE IL RUOLO FEMMINILE.......il punto è che il modo di scrivere era dell'epoca..e perciò è difficilmente rintracciabile scorgere in Paolo un elogio alla donna.....
Non mi sembra che si tratti solo di un modo di scrivere, ma di un pensiero ben preciso. Le parole di Paolo esprimono chiaramente e senza possibili fraintendimenti questo suo pensiero. Qui l'interpretazione non può essere che univoca, anche perchè abbiamo il riscontro storico che questa era la visione non di qualcuno ma dell'intero popolo ebraico.
Quindi non si tratta di elogiare la figura femminile, dato che un elogio può essere fatto anche ad uno schiavo, ma appare chiara la discriminazione tra maschio e femmina, e non solo per quanto riguarda i semplici ruoli naturali.
Dio può tollerare queste differenziazioni in quanto parte del cammino umano (in altre parole: vedetevela un po' tra di voi) ma non credo in una Sua intenzionalità discriminatoria.
Nel post successivo dici: 
Le convinzioni umane di Paolo se è vero che traggono SPUNTI  dalla sua visione storica del suo tempo, è anche vero che come INSEGNAMENTO ENTRANO NEL TEMPO PER SEMPRE COME PAROLA DI DIO......se non crediamo a questo MUTAMENTO possiamo riscrivere la Bibbia interamente aggiornandola alla nostra epoca.....
Ne sei veramente convinta? Perchè, se lo sei, l'emancipazione che da allora ebbe la donna dovresti considerarla una disobbedienza alla Parola di Dio e tu stessa non dovresti essere qui ad esprimere le tue opinioni, perchè contrarie all'insegnamento di Paolo (lui non te l'avrebbe concesso) 
Con fraterno affetto e stima
iyvan
  

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 15 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 26/03/2004 12.58


Differenza fra Parola di Dio e Ispirazione dell'autore sacro



 Non bisogna dimenticare che Dio ispira l'autore sacro ma non detta.
L'autore sacro traduce l'ispirazione divina attraverso il suo linguaggio, la
sua cultura, la sua esperienza, la sua capacità: il linguaggio, la cultura,
l'esperienza e la capacità sono caratteristiche di un determinato individuo,
di un determinato tempo e di un determinato ambiente.
Scrive il pensatore cattolico colombiano Nicolàs Gòmez Dàvila:
" Non è stato un Dio ventriloquo a ispirare la Bibbia.
 La voce divina attraversa il testo sacro come un vento
tempestoso il folto di un bosco"".
La parola di Dio, attraverso il Magistero autentico, deve essere captata e
pazientemente e continuamente estratta dal folto del "bosco" cioè dalla
misera e limitata "materia" umana di cui si serve attraversandola.
Questo vale per la Bibbia e quindi anche per l'apostolo Paolo: lo stesso San
Pietro apostolo, contemporaneo di Paolo, diceva che i suoi scritti hanno un
linguaggio molto difficile da capire e vengono facilmente travisati.
Tuttavia dobbiamo amare e leggere con "devozione" il folto del bosco di San
Paolo perché Dio ha voluto attraversarlo ed esso è una miniera che, per
volontà di Dio stesso, contiene infiniti tesori che devono essere estratti.
Caro Iyvan, ti prego di rileggere con calma il documento su San Paolo e la
donna, vincendo la difficoltà del linguaggio e vedendo le spiegazioni che il
Magistero, che ho cercato di riassumere, ha dato nel corso dei secoli, in
particolare la Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II, ma anche le
riflessioni splendide della filosofa Edith Stein, cioè di Santa Teresa
Benedetta della croce che subì il martirio ad Auschwitz (  in particolare la
sua meravigliosa opera: " La donna, il suo compito secondo la natura e la
grazia, ed. Città Nuova ), e i recenti studi scientifici che ho riassunto, i
quali confermano le riflessioni di Santa Teresa Benedetta della Croce.
Cordialmente
Bruto Maria Bruti

(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:39
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 16 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/03/2004 13.29
Solo quando gli fu rivolta una domanda precisa Gesù rispose (nel caso del ripudio), ma se questa domanda non gli fosse stata fatta forse non si sarebbe pronunciato per rispetto del libero arbitrio.
...........
Non sono d'accordo.........
Giovanni dice che Gesù disse e fece tante altre cose ma che non bastavano tutti i libri del mondo per contenerle.....Ora..per NOI la Bibbia è ispirata, ma per dire ispirata occorre credere e credere che ciò che fu riportato HA UN SIGNIFICATO PRECISO......
Dice Gesù che nemmeno una sola jota andrà perduta e non farà ritorno se non avrà prodotto l'effetto....
Se perciò la questione del ripudio fu messa per iscritto nei Vangeli, vuol dire che è di fondamentale importanza......
Se vuoi un esempio è questo, in Gc. si legge dell'Unzione degli infermi con Olio Santo.....nei Vangeli NON VI E' traccia....da cosa nasce dunque questo Sacramento? Se approfondissimo lo troveremmo.....
Voglio dimostrare che Gesù ha detto molto di più di quanto non sia stato scritto......e poichè la prima PREDICAZIONE ERA ORALE.....va da sè che forse tante cose sono andate perdute, ma NON QUELLE FONDAMENTALI.....che mediante la Tradizione sono state amplificate e PERFEZIONATE NELLA CONOSCENZA  e nell'applicazione......
Le domande rivolte a Gesù furono ovviamente tante....TRE ANNI furono la sua predicazione, i Vangeli li condensano come se fosse un anno....per esempio...la Pasqua Gesù la celebrò nel modo nuovo soltanto NELL'ULTIMA CENA, diversamente si legge che essi "facevano la Pasqua ebraica" come erano abituati......
L'innovazione di Gesù è graduale così come l'insegnamento di Paolo....ma anche se Paolo appare duro....Gesù NON ADDOLCISCE AFFATTO LA PILLOLA.....perchè ciò che insegna Paolo è la RADICALITA'.......in un mondo in cui, attenzione.....il "casino" non era di meno di oggi......
Infine ti ricordo che molte domande ERA GESU' A SUSCITARLE PER POTER INSEGNARE......e lui già sapeva che cosa stavano per dirgli....
Riguardo al fatto dell'esaltazione del genio femminile l'interpretazione del Vangelo NON va relegata ad un brano Yivan....ma deve acostarsi ad altri brani.....altrimenti si che avresti ragione.....
per esempio, tu dici:
Quindi non si tratta di elogiare la figura femminile, dato che un elogio può essere fatto anche ad uno schiavo, ma appare chiara la discriminazione tra maschio e femmina, e non solo per quanto riguarda i semplici ruoli naturali.....
.....
e non va bene perchè Paolo ABOLISCE anche i contrasti sociali: non esiste nè schiavo nè giudeo, eccc.......Paolo esalta invece IL RUOLO FEMMINILE.......facendogli prendere coscienza DELLA SUA DIGNITA' che non è più quella del semplice maritarsi e fare figli, ma COLLABORARE AD UN PROGETTO COMUNE.......e lo fa emergere quando poi, all'uomo, parla dei RUOLI nella Chiesa.....
Paolo INVERTE LA DISCRIMINAZIONE PARLANDO DI RUOLI CHE DIO DONA......la donna in questo senso...DEVE STARE AL SUO POSTO........così come l'uomo non può ripudiare la propria donna anche se fosse pagana.......così come NON tutti possono essere PASTORI.....
nè avere più di una moglie, ecc......
Dobbiamo guardare  A TUTTO IL CONTESTO.......e non dimentichiamo che dobbiamo accostare a questi testi la TRADIZIONE ORALE DELLA CHIESA tramandata dai Padri, perchè lo stesso Paolo dice di cose dette ORALMENTE è probabile quindi che abbia a sua volta spiegato cosa intendesse dire....così come la Chiesa oggi ci aiuta a penetrare dentro queste parole evitando ogni fondamentalismo......
Poi dici:
l'emancipazione che da allora ebbe la donna dovresti considerarla una disobbedienza alla Parola di Dio e tu stessa non dovresti essere qui ad esprimere le tue opinioni, perchè contrarie all'insegnamento di Paolo (lui non te l'avrebbe concesso) ...
......
eheheheh occorre fare distinzione TRA FEMMINISMO ED EMANCIPAZIONE......ti rammento che nel Medio Evo quando taluni credevano che la donna NON avesse neppure l'anima (discorso che chiarirà s.Tommaso d'Aquino poichè seppur non insegnamento ufficiale della Chiesa, nella Chiesa però si vociferava....) le donne diventavano BADESSE E FONDATRICI DI ORDINI RELIGIOSI.......ALTRO PER LA DONNA NON C'ERA......
Come ti ho scritto ciò che la Chiesa pensa di quel rimprovero di Paolo verso la DONNA  che doveva tacere...era rivolto probabilmente a qualche disordine nella chiesa alla quale si rivolge....e che probabilmente ci fu un tentativo di piazzare qualche donna al posto del presbitero.....diversamente NON si comprende tanta AUSTERITA'....e ci sarebbe contraddizione con la prima predicazione e il primo annuncio del Risorto, FATTO DA UNA DONNA......gli apostoli CREDERANNO PRIMA ALLA DONNA che da l'annuncio....ed è TESTIMONE, Paolo NON lo era, lui "diventa un testimone" por aver creduto......ma non per aver VISTO.....
Infatti molte chiese evangeliche ESTROMETTONO LE DONNE DALLA PREDICAZIONE..si contano sulle dita della mano coloro che predicano......ma da noi la questione è diversa...le missionarie ne sono un esempio ma esse predicano in modo diverso degli uomini, predicano principalmente attraverso LA LORO MATERNITA'......
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 17 di 44 nella discussione 
Da: nylusInviato: 26/03/2004 19.00
Ho letto (..quasi tutto ) ciò che avete scritto.
E' molto interessante ma...
...ma non si doveva parlare di "Chiesa Cattolica e sessualità" ?
e invece leggo, tra l'altro, una specie di vademecum del rapporto sessuale nel matrimonio per coppie di 2000 anni fa, che, con tutto il rispetto per Paolo, mi sembra bisognoso di un aggiornamento.
Non esiste sessualità al di fuori del matrimonio?

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Consiglia Elimina    Messaggio 18 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/03/2004 20.59
...bè Nylus...relativamente siamo usciti fuori tema.....tentiamo semplicemente di approfondire il tema....
La tua domanda è provocatoria, ma non per noi bensì...per la stessa Bibbia......
Vedi, qui non è un dirti si o un no....sta a te comprendere che cosa intenda dire Cristo e di rimando Paolo quando asseriscono che ...SIAMO TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO......
Quando la dignità femminile non è relegata al rapporto sessuale in sè, quanto a ciò in cui la ELEVA.....
Quando tentano di spiegarci che il rapporto a due non termina e non ha come scopo la "pace dei sensi", quanto il risvegliare i sensi dello Spirito......
La sessualità fuori dal matrimonio....NON è un peccato fino a quando non si comprende la spiritualità che i Vangeli ci insegnano......Se sono ignorante...sono anche innocente perchè Dio al contrario della Legge umana che dice che "non ammette ignoranza", Dio è più misericordioso...........il "peccato" (che altro non è che ALLONTANARSI DA DIO PER QUALCOS'ALTRO) scatta quando consapevole di ciò che mi dice il Vangelo, io lo rifiuto...lo raggiro....me lo accomodo......
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 19 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 26/03/2004 21.48
e non va bene perchè Paolo ABOLISCE anche i contrasti sociali: non esiste nè schiavo nè giudeo, eccc.......Paolo esalta invece IL RUOLO FEMMINILE.......facendogli prendere coscienza DELLA SUA DIGNITA' che non è più quella del semplice maritarsi e fare figli, ma COLLABORARE AD UN PROGETTO COMUNE.......
Ehm ....non mi sembra che sia proprio così, o almeno così non appare. quando Paolo "esalta" la figura femminile lo fa in esclusivo riferimento al suo ruolo di madre e sposa ma non le concede di andare oltre questi ruoli.
Certo, c'è l'invito a collaborare ad un progetto comune, purchè sottomessa all'autorità del maschio, quindi il prendere coscienza della propria dignità significa per Paolo prendere atto di questa sudditanza, starsene buona e tranquilla e non avanzare pretese.
Ripeto, io non sto criticando questa cultura, ma  mi sembra una forzatura voler attribuire a Paolo intenzioni che dalle sue espressioni non appaiono, come per esempio l'eventualità che intendesse frenare un'eventuale pretesa della donna a sostituirsi al presbitero.
No, il pensiero è chiaro e lo si deduce anche dal contesto generale.
Bruti riporta:
Non bisogna dimenticare che Dio ispira l'autore sacro ma non detta.
L'autore sacro traduce l'ispirazione divina attraverso il suo linguaggio, la sua cultura, la sua esperienza, la sua capacità: il linguaggio, la cultura, l'esperienza e la capacità sono caratteristiche di un determinato individuo, di un determinato tempo e di un determinato ambiente.
Sono perfettamente d'accordo ed è quanto io stesso ho sempre sostenuto: il pensiero divino può filtrare solo nella misura in cui l'uomo, per cultura, capacità ed esperienza è in grado di recepire senza essere stravolto. Paolo recepisce il messaggio divino che costruisce la fede secondo la sua cultura,  ma questo non ci deve fare attribuire alla volontà divina gli usi e i costumi che costituivano quella sua realtà.
Concludo dicendo che non metto in dubbio le verità di fede che Dio esprimeva attraverso lui, ma nello stesso tempo egli rimaneva un uomo di quel tempo, legato anche ad usanze strettamente umane e quindi discutibili.
Fraternamente
iyvan
ps. mi scuso con Nylus se sono rimasto su questo argomento.

 

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Consiglia Elimina    Messaggio 20 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/03/2004 22.34
Certo, c'è l'invito a collaborare ad un progetto comune, purchè sottomessa all'autorità del maschio...
......
si concordo.....ma prova a "ragionare" mettendoti dalla parte di Cristo e di Paolo poi......
Cristo non predica il femminismo o l'uguaglianza fra i sessi come erroneamente s'intende oggi, allo stesso tempo Gesù dona una visione NUOVA al ruolo della donna....
Ora, di per sè questo ruolo è quello che più le si addice: sposa o madre.....o anche vergine...si vergini, ma nell'A.T. le vergini erano..in un certo senso "obbligate"....o dalla casta.....o da altre motivazioni...non si richiedeva insomma alla donna un SUO PARERE......
A Maria ad esempio VIENE CHIESTO se vuole accogliere in seno il Verbo del Padre.....
Già questo fatto è strano, anomalo, inconcepibile per l'epoca.....tuttavia a Maria Gesù....che è il Figlio, NON LA CHIAMA PER L'ULTIMA CENA.....
Maria, quale Madre del Verbo forse era proprio colei che più di altri aveva DIRITTO DI STARE  a quella Cena.....ma il Progetto di Dio è preciso...e non è quello che tante volte pensiamo noi......
Del resto sotto la Croce si comprenderà meglio il ruolo di Maria.......
Ritorniamo dunque all'espressione sottomessa all'autorità del maschio.......ebbene qui tocca IDENTIFICARE L'INTERPRETAZIONE CHE DIAMO NOI....E L'INTERPRETAZIONE CHE DA IL VANGELO......
Gesù, FIGLIO DI DIO...per quanto a Giuseppe e alla Madre dirà che deve attendere "alle cose del Padre suo".....si legge nel Vangelo di Luca che...RESTERA' SOTTOMESSO A LORO......tale termine attenzione Yivan assume una interpretazione diversa dalla nostra che è RESTRITTIVA E TROPPO UMANIZZATA......
Gesù è UOMO E DIO....la natura è indivisibile.....quando si parla di Gesù Uomo non vuol dire che la natura si divide, ma serve per far prevalere un messaggio di fondo....dunque leggiamo che GESU' SI SOTTOMETTE AL PADRE.....
al Getsemani dice "NON la MIA, ma la tua volontà"....
Un Dio in Tre Persone distino con VOLONTA' DIVERSE???
Ovvio che no.....
è il termine SOTTOMISSIONE  che acquisisce una importanza STRATEGICA PER NON STRAVOLGERE I RUOLI......
La durezza di Paolo è da ricondurre senz'altro alla situazione morale della sua epoca che non era affatto santa.....tutt'altro....gli omosessuali e gli eunuchi esistevano e vivevano allo scoperto.....le prostitute erano il sollazzo dei soldati romani che essendo pagani, non si creavano nessun problema morale......
Ciò che fa emergere dai suoi insegnamenti è la chiarezza dei ruoli  E DELLA SOTTOMISSIONE.......
"I fedeli SIANO SOTTOMESSI"...dice Paolo a coloro che sono preposti A TALE RUOLO.....
Ma al tempo stesso dice che tale sottomissione non deve essere intesa COME SCHIAVITU' MA PER UNA PROPRIA EDIFICAZIONE......chi ha il ruolo del "comando" lo faccia come un servizio...ecco che Paolo riguardo a marito e moglie dice anche le stesse cose al marito.....e il marito TRATTI BENE E CON RISPETTO LA PROPRIA MOGLIE.......prima questo NON veniva insegnato....
E' assai probabile che come già Gesù aveva difeso la prostituta PERDONANDOLA....(bestemmia per i giudei), forse qualche donna aveva pensato bene di RIBELLARSI.....probabilmente l'enfasi della predicazione del Cristo VEVA FATTO EMERGERE UNA SORTA DI RIBELLIONE.......con la scusa dell'uguaglianza....ma Paolo frena I FALSI ENTUSIASMI....e riconduce TUTTI ai propri ruoli......
Gesù non era venuto per fondare una sorta di femminismo.....o di ANARCHIA......la CHIESA E' ORDINE, si legge in un altro passo......tutti SIANO SOTTOMESSI AI LORO RUOLI.....come Cristo stesso SI E' SOTTOMESSO ALLA STESSA CHIESA....SPOSANDOLA, AMANDOLA.....
NON a caso Paolo paragona il Matrimonio con il rapporto sponsale di Cristo e la Chiesa......., così come la Chiesa SI DEVE SOTTOMETTERE ALLO SPOSO......
se non si comprende il senso del sottomersi nel senso evangelico....allora non comprenderemo il linguaggio paolino......
Cosa ne pensi?
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 21 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 27/03/2004 0.26
Cara Caterina,
il paragone con Gesù non regge: Egli si era sottomesso al Padre, e anche ai genitori fintanto che non iniziò la sua opera di predicazione,  ma giustamente non lo era nei confronti degli uomini.  Rispettava i genitori, le leggi e le tradizioni, ma non li subiva (Non è l'uomo fatto per il Sabato, ma è il Sabato che è fatto per l'uomo).
Poi dici:
come Cristo stesso SI E' SOTTOMESSO ALLA STESSA CHIESA....SPOSANDOLA, AMANDOLA.....
Scusa, ma io direi che è solo la Chiesa ad essere sottomessa a Cristo che ne è il fondatore.  Come può Dio sottomettersi alla Sua creazione?  Amarla non significa esserne sottomesso.
Concordo perchè tutti siano sottomessi ai loro ruoli, ma non credo che tra i ruoli della donna ci sia quello di starsene zitta, tranquilla, sottoposta al padre padrone senza esprimere opinioni.
Qui non si tratta di femminismo, ma semmai di intransigente maschilismo.
La sottomissione della donna di allora era imposta semplicemente perchè era convinzione comune che il maschio fosse superiore in tutti i sensi. L'intransigenza di Paolo non era dettata, come tu dici, dalla situazione morale della sua epoca, ma derivava da una cultura radicata da millenni che riteneva la donna inferiore e inattendibile.
Il fatto che esortasse il marito di trattare bene e con rispetto la propria moglie è il minimo che potesse raccomandare, ci mancherebbe altro.
La riprova della presunta superiorità dell'uomo la ritroviamo in altre parole di Paolo:
. l'uomo non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio,
  mentre la donna è gloria dell'uomo. Infatti, non è l'uomo dalla donna, ma
  la donna dall'uomo. Per questo è necessario che la donna porti sul capo
  il segno della potestà per riguardo agli angeli .... Giudicate voi stessi: è
  conveniente che una donna preghi Dio senza essere velata?
Una simile affermazione può derivare solo da una radicata cultura umana
e non certo da una discriminazione divina.
Con tutto ciò, sono convinto che la Parola di Dio si manifestasse attraverso l'apostolo Paolo, ma in questo caso sono anche presenti dei più o meno discutibili retaggi della sua cultura.
Fraternamente
iyvan
   

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Consiglia Elimina    Messaggio 22 di 44 nella discussione 
Da: nylusInviato: 27/03/2004 6.33
SIAMO TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO
ma lo siamo diventati o lo siamo sempre stati?
Non è scritto che Dio ci ha creati quali tempio dello Spirito Santo.
Ci ha creati corpo e anima sensibile.
Con 5 sensi principali che vanno esercitati, nella giusta misura come è giusto esercitare ogni prerogativa umana, ma vanno esercitati.
Perchè ci dovrebbe essere differenza tra l'assaporare il piacere di gustare una torta o una profumata giornata di primavera o una tempestosa mareggiata e il piacere di un rapporto sessuale?
Solo il complesso di colpa e i cosidetti tabù ci impediscono di vivere in sintonia con tutto il nostro corpo.
Perchè essere Tempio dello Spirito Santo dovrebbe essere in antitesi con le altre pecuiarità del corpo donateci con la creazione?
O dobbiamo ancora credere che certe pratiche rendano ciechi?
Bisogna saper leggere il Vangelo, ne sono certo, anche in ciò che non poteva essere scritto.
Infatti:
L'autore sacro traduce l'ispirazione divina attraverso il suo linguaggio, la
sua cultura, la sua esperienza, la sua capacità: il linguaggio, la cultura,
l'esperienza e la capacità sono caratteristiche di un determinato individuo,
di un determinato tempo e di un determinato ambiente.

 

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Consiglia Elimina    Messaggio 23 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/03/2004 9.57
Scusa, ma io direi che è solo la Chiesa ad essere sottomessa a Cristo che ne è il fondatore.  Come può Dio sottomettersi alla Sua creazione?  Amarla non significa esserne sottomesso.
........
Yivan....ti chiedo con tutta carità di tentare di interpretare...la questione TEOLOGICAMENTE, cioè dal punto di vista di Dio che molti Teologi ci hanno fatto intravvedere...non vediamoci sempre UN ATTENTATO alla nostra libertà l'uso di taluni termini......
Dio, il Cristo E' SOTTOMESSO ALLA CHIESA......perchè dal momento che ha detto che le porte degli inferi non avrebbero prevalso ma che anche il fatto che la tentazione avrebbe colptito e NON risparmiato i suoi (cfr.Lc.22,31)
Cristo si è in un certo senso SOTTOMESSO AL LIBERO ARBITRIO DEGLI UOMINI...SOPPORTANDO FIN ANCHE GLI EVENTUALI DANNI.......proteggendo dunque la Chiesa......
Se Cristo, in questo senso non fosse "sottomesso" alla Chiesa VISIBILE, noi non avremmo il libero arbitrio.....Il fatto che Cristo ci LASCIA LIBERI anche di sbagliare singolarmente (leggasi ERESIE E SCISMI) pur mantenendo in sè la Chiesa L'INFALLIBILITA' vuol dire che Cristo è sottomesso ALLA NOSTRA MATURAZIONE SPIRITUALE.....alla nostra crescita, egli attende.....non obbliga....ma tuttavia prevale ovviamente il Progetto eterno del Padre......in qualche modo lo Spirito SUSCITA ED ANIMA I FIGLI affinchè tale Progetto proceda nella volontà di Dio....
NON può essere soltanto la Chiesa ad essere sottomessa......altrimenti NON si avrebbe IL LIBERO SCAMBIO.....e la Chiesa diverrebbe UN OBBLIGO, MA NON UN ACCETTAZIONE D'AMORE e per amare OCCORRE ESSERE IN DUE.....in questo caso ovvio....ed è ovvio che l'Amore di Cristo essendo PERFETTO....rende SANTA LA CHIESA.....per questo diciamo che essa è UNA E SANTA.....ma tale santità le deriva anche dalla partecipazione dei FEDELI, membra attive e vive del Corpo di Cristo....leggasi esempio I MARTIRI......il loro sangue è reso perfetto con il sangue versato del Cristo....Cristo ha dato alla Chiesa la SUA SOTTOMISSIONE PER GUIDARLA ED ESSERNE IL PASTORE SUPREMO.....NON E' UN COMANDANTE COME LO INTENDIAMO UMANAMENTE, EGLI è IL SERVO DEGLI UOMINI SIGILLANDO TALE COMPITO CON UNA COMPLETA DONAZIONE DI CORPO E SANGUE NELL'EUCARESTIA.....
UN DIO CHE SI FA CIBO.......E' UN DIO CHE SI E' SOTTOMESSO ALL'ESIGENZA SPIRTUALE DEGLI UOMINI......
Per questo Paolo ELEVA LA DIGNITA' DEL MATRIMONIO E LO PARAGONA AL CRISTO ED ALLA CHIESA......
il matrimonio prima era visto come una cosa SCONTATA, OBBLIGATORIA.....MECCANICA.......
Con il Cristo tale sponsalità assume un ruolo diverso che eleva LA DIGNITA' DELLA DONNA IN QUANTO MADRE....E DELLA COPPIA STESSA ESPRESSIONE DELLA TRINITA': i due sono una COSA SOLA (Padre e Figlio) così come i due che si sposano sono una cosa sola.....
se ancora dici che la "donna deve starsene zitta" mi fai dubitare che tu abbia letto il motivo per cui Paolo abbia scritto quelle parole..............
Poi dici:
L'intransigenza di Paolo non era dettata, come tu dici, dalla situazione morale della sua epoca, ma derivava da una cultura radicata da millenni che riteneva la donna inferiore e inattendibile.
Il fatto che esortasse il marito di trattare bene e con rispetto la propria moglie è il minimo che potesse raccomandare, ci mancherebbe altro.
.......
No Yivan...dimentichi un fattore importante: Paolo quando insegna dice che ciò che usa come ammaestramento....  NON PROVIENE DA LUI , MA CHE PARLA PER MEZZO DELLO SPIRITO......sarà proprio il cristianesimo infatti a cambiare la CONDIZIONE SOCIALE DELLA DONNA pur rimanendo essa nel suo specifico ruolo....il resto è affidato AL TEMPO, ALLA MATURAZIONE senza per questo venir meno all'insegnamento di base.....
Veniamo AL VELO.......perchè la Chiesa l'ha reso facoltativo? (le suore infatti lo portano) Perchè il CONCETTO DI VELATURA E DI CAPO COPERTO ha assunto anche un significato TEOLOGICO......La Chiesa nel corso dei secoli ha tradotto questo aspetto CON IL SIGNIFICATO DI UN VELO MORALE.....
Il velo era adoperato ad esempio nella parte finale dell'altare Israelitico dove era depositata l'Arca, il velo COPRIVA QUESTA VISUALE.....
Ancora oggi gli Ortodossi, durante l'Eucarestia, usano DEI VELI FRA L'ALTARE E I FEDELI......
Si trattava appunto di un SENSO DI PUDORE.....
Tale velo significava anche la COPERTURA DELLA VANITA' DELLA DONNA CHE ERA SIMBOLEGGIATA NEI CAPELLI.......
Tanto è vero che lo sfregio che si faceva ad una donna nelle condanne, era TAGLIARLE I CAPELLI......
Così come gli stessi musulmani hanno mantenuto LA VISIBILITA' di questo comando......
Mentre la Chiesa ha volto lo sguardo ALL'ANIMA.....alla coscienza....
dentro la quale i veli del pudore devono essere abbassati.....
PREGARE DIO SENZA ESSERE VELATA......la Chiesa teologicamente lo ha interpretato AIUTANDO UNA MATURAZIONE DELLA COSCIENZA ELIMINANDO L'OBBLIGO.....
"Tutto ciò che legherete e tutto ciò che scioglierete"....ogni potere è stato dato alla Chiesa.....la quale è l'unica che riesce di fatto ad interpretare TEOLOGICAMENTE le Sacre Scritture.....
Con tutto ciò, sono convinto che la Parola di Dio si manifestasse attraverso l'apostolo Paolo, ma in questo caso sono anche presenti dei più o meno discutibili retaggi della sua cultura....
.....
posso anche concordare...se non fossi pignola.......
se concordassi senza ricordarti quanto abbiamo detto.....significherebbe rischiare di gettare tutta la formazione teologica dell'A.T. e ridurla ad una narrazione di fatti storici nei quali Dio ogni tanto si è affacciato in questa storia dell'uomo.......La Parola di Dio ha valore PER SEMPRE indipendentemente dalle epoche, questo è il più grande Mistero che si cela nelle Scritture: il rendersi COMPATIBILE IN OGNI GENERAZIONE.....ma se incominciassimo a SCARTARE  delle raccomandazioni soltanto perchè l'autore era coinvolto nelle cronache del suo tempo....rischiamo di ridurre l'interpretazione SENZA IL LINGUAGGIO DI DIO....
X NYLUS
 
SIAMO TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO
ma lo siamo diventati o lo siamo sempre stati?
.........
LO DIVENTIAMO PER LIBERA SCELTA....... Il Verbo del Padre ha reso Maria il primo essere umano a divenire TEMPIO SANTO DI DIO per libera scelta "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto"
Da quel momento e principalmente mediante l'Eucarestia....ogni uomo può diventare Tempio Santo di Dio....
Per questo Paolo ha parole severe in coloro che prendevano l'Eucarestia, ma poi NON si comportavano da cristiani, dicendo: "ATTENZIONE a non mangiare LA VOSTRA CONDANNA"......
L'Eucarestia che ci fa Tempio di Dio in senso più forte e vero....può però diventare anche la nostra condanna (leggasi la storia dei talenti).....
Se io mi nutro della Parola e dell'Eucarestia e poi faccio la prostituta, oppure commetto un omicidio, oppure compio l'usura, oppure commetto una FALSA testimonianza.....con la consapevolezza di commettere una cosa che Dio NON gradisce.....e se non metto riparo...io mi nutro della mia stessa condanna......perchè Dio mi sarà giudice e condannerà severamente la mia consapevolezza del peccare.....
Infine, essere Tempio dello Spirito Santo vuol dire in definitiva anche un altro aspetto....TUTTI GLI UOMINI HANNO IN SE' LA SCINTILLA DI DIO nel momento del concepimento.....dalla rivelazione del Cristo abbiamo l'adozione a FIGLI, il nostro compito è quello di scoprirlo, apprezzarlo, ACCOGLIERLO.....idem avviene in chi ci sta di fronte, il famoso PROSSIMO che va amato perchè in esso vi è questa scintilla di Dio.....e su questo rapporto saremo giudicati (leggasi Mt.25,31)
Essere Tempio dello Spirito Santo NON uccide i 5 sensi, tanto meno l'assaporare il piacere di un rapporto sessuale....DIO NON E' CASTRANTE......ma conosce LE NOSTRE DEBOLEZZE.....
Nel momento in cui il peccato è entrato nel mondo, anche la questione della sessualità ha ricevuto parte di questa infiltrazione.....
Il punto è NON il non fare l'amore, ma il tentare di andare al di la dei piaceri della carne....
se il rapporto sessuale si ferma ai piaceri carnali, non scoprirò mai che ABBIAMO ALTRI SENSI che sono seppur difficili da mantenere e sviluppare, quelli che CI ELEVANO A DIO.....
Gesù dice ai suoi che molti si faranno EUNUCHI PER IL REGNO DEI CIELI, RICEVENDO PER QUESTA SCELTA IL CENTUPLO.......
Questo ci fa comprendere che al di là dei piaceri della carne esiste qualcosa di MOLTO PIU' GODIBILE....
Nylus...se godi NON commetti un peccato (intendiamoci, non parlo di adulterio o di altre precisazioni, parlo dello sviluppo dei sensi e DELL'ISTINTO....), tranquillo....il peccato subentra se tu rifiuterai di scoprire che esiste qualcosa di meglio.........che pian piano dovrà portarti a saperti controllare.....per poter GODERE qualcosa di più sublime.....
Infine, Paolo stesso tenta di educare LA COPPIA all'astinenza CONSEGUITA IN ACCORDO.......durante alcuni periodi dell'anno...specialmente prima di recarsi a ricevere l'Eucarestia......
Fraternamente Caterina
(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:40
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 28/03/2004 10.22
Risposta a Iyvan e Nylus

PREMESSA FONDAMENTALE

1) Attraverso il linguaggio del suo tempo l'autore sacro
esprime sempre una verità che è al di fuori e al di sopra del tempo,anzi,
tale verità rivelata è metro di misura per giudicare
ogni tempo e ogni storia.

2)Nessun passo biblico può essere soggetto a privata spiegazione

3 ) Il Deposito della fede è una miniera che contiene un numero infini di
tesori
da estrarre e le cose nuove che vengono estratte dalla parola  eterna di Dio
servono per APPROFONDIRE gli elementi già estratti e conosciuti con cui
sono in perfetta continuità.
 Lo Spirito Santo è uno Spirito di
continuità e non di contraddizione: bisogna attentamente distinguere
lo SVILUPPO dalla CONTRADDIZIONE.
Chi si oppone allo sviluppo della dottrina cade nell'errore
del tradizionalismo. Chi crede che il magistero dica o debba dire
cose nuovo in contrasto con gli insegnamenti passati cade nell'errore
del progressismo
Dice lo  Spirito Santo, attraverso San  Paolo:
" se noi stessi o un angelo venuto dal cielo vi dicesse cose diverse da
quelle che vi abbiamo detto, che sia anatema "".

Per IYVAN

Per quanto riguarda la verità rivelata presente
negli scritti di San Paolo e veicolata attraverso le parole (sottomissione
della donna,
il velo che la donna deve portare e la donna che è gloria dell'uomo) :


1) la sottomissione della moglie al marito questo significa( punto e basta):

 La Chiesa, attraverso l'apostolo Paolo, insegna che, all'interno della
famiglia, gli sposi devono, prima di tutto, praticare la sottomissione
reciproca degli uni verso gli altri per il rispetto che devono avere per
Cristo e la sua legge.

   Dopo questa sottomissione reciproca l'apostolo indica alla moglie anche
il compito dell'obbedienza nei confronti del marito. Obbedire, non nel senso
negativo che tale parola ha assunto, ma nel senso etimologico. Ob audire,
ascoltare verso, cioè capacità di ascolto e di attenzione e la donna,
secondo il progetto di Dio è più capace dell'uomo nello svolgere un'azione
di ascolto e di sostegno nei confronti dell'operare dell'uomo, delle sue
esigenze e dei suoi progetti: si tratta di un compito e di una missione che
Dio stesso ha voluto come indispensabile all'atto della creazione.

Stesso insegnamento ribadisce ribadisce Giovanni Paolo II nella Mulieris
Dignitatem ( Mulieris n.24 ), analogo
insegnamento il Catechismo tridentino ad uso dei parroci, pubblicato dal
Papa San Pio V per decreto del Concilio di Trento ( Cantagalli, Siena 1981,
parte II, n.296, pp. 387-388), così insegna il beato  Pontefice Giovanni
XXIII:
-" Il padre, capo della famiglia, abbia tra i suoi quasi la rappresentanza
di Dio, e preceda gli altri non solo con l'autorità, ma anche con l'esempio
di una vita integra"-

( Giovanni XXIII, Lettera enciclica Ad  Petri cathedram n.II ).

2) la sottomissione della donna nella Chiesa.
Questo significa (punto e basta):

La donna è esclusa dall'ordine sacerdotale ( quindi dal Magistero
ecclesiastico e dalla funzione
del governo della Chiesa )

3) per quanto riguarda il passo, molto profondo e quindi difficile da
capire,
dove l'Apostolo Paolo parla del Velo e della donna gloria dell'uomo( I Cor.
11,7-12).
Questo significa( punto e basta ):

Il velo è simbolo della sottomissione nei significati sopra spiegati:
tuttora il magistero non ha chiarito chi fossero gli "angeli" che
gradirebbero il velo delle donne nelle assemblee.
Molti interpreti pensano che si tratti dei sacerdoti addetti alle sacre
funzioni ( questo velo nelle assemblee farebbe parte non della dottrina ma
solo di una
consuetudine, come la modestia e il decoro nel vestire, affinchè siano
ridotte le tentazioni durante la messa ).
Alla luce del magistero Pontificio e delle spiegazioni di Edith Stein si può
riassumere il problema dicendo che la donna è stata creata da Dio per la
gloria dell'uomo, nel senso che in ogni sua azione essa dovrebbe donare
soprattutto la sua maternità perché a lei è stato affidato il destino
dell'uomo che deve saper tutelare, nutrire, proteggere, custodire e far
crescere, non solo nella famiglia, ma anche nell'azione sociale. Dio ha
donato agli uomini il principio dell'autorità paterna che è soprattutto
forza di dominare, progettare e decidere e nel mondo delle cose e nel mondo
dei concetti.
San Paolo vuole spiegare, con il suo linguaggio, la differenza dei compiti
"complementari" fra l'uomo e la donna e infatti aggiunge: " Tuttavia né la
donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna, nel Signore. Infatti come
la donna viene dall'uomo, così anche l'uomo è per mezzo della donna: tutto
poi viene da Dio ".
La donna nel mondo pagano era solo un oggetto di proprietà del padre e del
marito che avevano su di lei diritto di vita e di morte.
Con il cristianesimo la donna acquista immediatamente i suoi diritti:
infatti le prime martiri cristiane sono le donne che scelsero la vocazione
religiosa contro la volontà dei loro padri ( che le avevavo destinate al
matrimonio) e per questo vennero condannate a morte.
Il famoso privilegio Paolino riguarda soprattutto le donne.
Nel caso il marito pagano ostacoli la vita religiosa della moglie cristiana
la Chiesa, attraverso Paolo, concede l'annullamento del matrimonio.
Nel Medioevo, per quanto riguarda la società civile, era normale che le
donne fossero Regine o feudatarie. Fu una Regina cattolica , la regina
francese Batilde, nel 650, ad abolire la schiavitù. Le donne nel Medioevo
diventavano maggiorenni a 16 anni, molto prima degli uomini e avevano
accesso anche all'Università. La storica del Medioevo, Régine Pernoud,
ricorda che fu il luminoso cinquecento a impedire l'università alle donne e
a reintrodurre il consenso del padre per il matrimonio della donna ( ma qui
il discorso si fa troppo lungo)


Per NYLUS

Per quanto riguarda la sessualità al di fuori del matrimonio,
essa è e resta una strada sbagliata per la realizzazione umana.
Peccare significa propriamente sbagliare strada.
Gli studi più recenti hano scoperto che, nell'essere umano, ogni istinto
biologico è sempre accompagnato da un bisogno psicologico di natura
superiore e spirituale.L'istinto di aggressività , per esempio, è
accompagnato dal bisogno di giustizia, l'istinto sessuale è accompagnato dal
bisogno di amore.
C'è nell'essere umano il bisogno di integrare e coordinare queste varie
componenti psichiche e questa armonizzazione  è propriamente l'itinerario
verso la felicità.

L'istinto di aggressività, per esempio, non solo è fondamentale per
difendersi, ma l'energia, da esso prodotta, può venire utilizzata, grazie al
controllo e all'orientamento della volontà e della ragione, per "aggredire",
nel senso più lato, un compito o un problema e può essere messa al servizio
della giustizia e dei diritti degli altri. Il bisogno sociale e il bisogno
di giustizia sono forme superiori di bisogni, che sempre accompagnano nell'
uomo l'istinto puramente biologico di aggressività. L'istinto sessuale non
solo è fondamentale per unire l'uomo e la donna fisicamente, ma l'energia da
esso determinata può essere utilizzata, grazie al controllo, all'
orientamento e alla consapevolezza della volontà e della ragione per
integrare l'impulso copulativo con il bisogno di tenerezza e di affetto, in
modo che l'unione genitale diventi segno e strumento di reciproca donazione
fra due persone di sesso complementare e possa soddisfare il bisogno d'
amore.
L'energia generata dall'istinto copulativo può anche essere messa a servizio
d'amore verso i fratelli e verso la verità. Lo sviluppo di una forma
superiore e spirituale di bisogno, come quella che spinge verso i
significati più alti della stessa sessualità umana - l'amore per gli altri e
la donazione di sé stessi agli altri - fa diminuire l'interesse verso la
relazione coniugale e in questo caso è più facile spostare l'energia
determinata dall'istinto copulativo su di un piano più alto.

Il sesso al di fuori di una autentica relazione di amore, dopo una
momentanea emozione piacevole, lascia insoddisfatti e delusi: il fine
dell'atto sessuale, infatti, è quello di essere segno e strumento di una
unione vera e totale con l'altra persona.

Il piacere disordinato è solo il piacere momentaneo di una facoltà
dell'essere umano che entra in conflitto con altre componenti psichiche e
con altri bisogni della persona. ( Vedi il concetto di felicità, il concetto
di piacere disordinato e l'appendice sugli istinti e i bisogni umani in "
domande e risposte sul problema dell'omosessualità" che è stato pubblicato
nel sito )

( Bruto Maria Bruti )


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 25 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/03/2004 10.53
Allacciandomi alla condivisione che ho fatto al messggio 23 e ritenendomi d'accordo con la risposta del Bruti, vorrei sottolineare questo a spetto:
-" Il padre, capo della famiglia, abbia tra i suoi quasi la rappresentanza
di Dio, e preceda gli altri non solo con l'autorità, ma anche con l'esempio
di una vita integra"-
........
Ricordando l'esempio di san Paolo che mette in esempio il Matrimonio con il rapporto di Cristo e la Chiesa, definendolo MISTERO......vi invito anche a leggere questa frase riportata dal Bruti anche dal punto di vista della FAMIGLIA DI NAZARETH......che è per noi IL PROTOTIPO della Famiglia Cristiana, piccola "Chiesa domestica" il primo NUCLEO dove emerge e dovrebbe emergere.....la visibilità del Cristo, di Dio e dell'essere CRISTIANI.....
Giuseppe "UOMO GIUSTO" DIVENTA PADRE.....seppur putativo, della Famiglia che Dio ha scelto IN SUA VECE sulla terra....per manifestare i suoi insegnamenti.....
Come accennavo all'episodio di Gesù che "si perde" e i genitori tornano a cercarlo e Gesù rivela la sua missione......vi è un particolare che è l'inizio della NUOVA COMPRENSIONE del termine SOTTOMISSIONE.......
Prima questa sottomissione era OBBLIGATORIA e il parere anche di una donna NON contava.....
L'episodio del ritrovamento termina con un quadro importante "Gesù ritornò a casa ED ERA SOTTOMESSO A LORO E CRESCEVA IN SANTITA' E SAPIENZA".....
Questa SOTTOMISSIONE, diventa così fondamentale per poter crescere in santità e sapienza....applicando L'OBBEDIENZA non più come un obbligo senza sapere....ma avviandosi alla CONOSCENZA, quella conoscenza della verità che ci rende LIBERI......
Una sottomissione che ci rende liberi.......
Il Capo famiglia assume in questo modo l'impronta della VISIBILITA' di Dio.....la Madre (la moglie) colei che EDUCA ALLA FEDE.....essendo sottomessa PER AMORE, esprime i suoi insegnamenti ai figli PER VOCAZIONE.....non darà più insegnamenti fini a sè stessi, ma TRASMETTENDO I VALORI CRISTIANI......e così l'essere moglie e madre non è più relegato ad abitudini sociali, ma assume UN RUOLO ED UNA VOCAZIONE SPECIFICA.....
"Non più io vivo ma Cristo vive in me"...e questo è possibile solo attraverso LA SOTTOMISSIONE......
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 26 di 44 nella discussione 
Da: nylusInviato: 29/03/2004 6.13
Buongiorno e buona settimana a tutti
La prima annotazione che mi viene di fare è che questo signor Bruto Maria Bruti sta proprio messo male!
Oppure il suo pensiero è stato espresso così condensatamente che il risultato è un obbrobrio e un ridimensionamento delle facoltà umane.
Per il resto dei commenti, trovo molto interessante questa rivisitazione medioevalisitca della vita della famiglia intesa come residuato della polverizzazione delle comunità sociali preistoriche, nelle quali l'anziano (padre) rappresentava la divinità e la legge.

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Consiglia Elimina    Messaggio 27 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/03/2004 8.55
.....Nylus...non mi pare che nessuno abbia fatto commenti sui tuoi interventi sporadici....descrivendoli come:
messo male!
Oppure il suo pensiero è stato espresso così condensatamente che il risultato è un obbrobrio e un ridimensionamento delle facoltà umane.
..........
Ogni risultato CHE NON ACCETTIAMO SARA' SEMPRE VISTO COME UN OBBROBIO CHE VA A COLPIRE LA NOSTRA....ehm..."intelligenza" ritenuta sempre SUPERIORE di coloro che intendono dirci le cose come stanno.....e a noi ovviamente NON piace.......
Anch'io ho segnalato effettivamente al Bruti che occorrerebbe SPIEGARE determinate situazioni descritte in due righe...il chè non è facile Nylus...perchè DI VERITA' CE NE' UNA SOLA...TENTARE DI ADDOLCIRLA  SPESSO E' CONTROPRODUCENTE......
In più messaggi ho tentato di approfondire con voi il termine e il SENSO della sottomissione...se non la comprendiamo alla luce del Vangelo, i testi riportati dal Magistero e dal Bruti che ne fanno un tracciato interessantissimo, diventeranno INCONCEPIBILI.....
Se diciamo, ad esempio che...L'ADULTERIO E' PECCATO......apriti cielo allora.....non si accetterà il fatto che NON si possa avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio.......che cosa ti vuoi condire.....??? se è peccato è peccato e basta......
Tuttavia possiamo approfondire e tentare di capire PERCHE' E' PECCATO.....comprendi la differenza?
Idem parlando di sottomissione.......
se non comprendiamo il termine nel senso del Vangelo, troveremo il termine semplicemente CASTRANTE......
NON so a cosa ti riferisci parlando di ricostruzione del medioevo......speravo invece in una continuazione del messaggio 25......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/03/2004 8.57
ops.....Nylus...chiedevo anche della risposta che ho dato alla tua domanda al messaggio 23.......proviamo però a fare interventi che procedano nello scambio di vedute.......se uno fa una domanda...e riceve risposta, anche se NON piace, sarebbe onesto proseguire nel capire perchè magari non piace quella risposta o non si è d'accordo.....
C.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 29 di 44 nella discussione 
Da: nylusInviato: 29/03/2004 11.55
Chiedo scusa per la veemenza della mia risposta.
Ma poichè non sono né un dotto né un dottrinale, le mie risposte possono essere talvolta indirette, esponendo l'effetto e non la causa.
Certo che l'adulterio è peccato: esso é evidente mancanza di rispetto verso il proprio partner, compagna/o, coniuge.
Non ho intenzione di fare apologia dell'adulterio, infatti nel mio msg.17, per fuori dal matrimonio intendevo senza matrimonio.
Freud...
Dal msg.24 traggo...
1) Attraverso il linguaggio del suo tempo l'autore sacro
esprime sempre una verità che è al di fuori e al di sopra del tempo,anzi,
tale verità rivelata è metro di misura per giudicare
ogni tempo e ogni storia.
Chi l'ha detto? Non si è più volte detto che nel leggere la Bibbia non si può prescindere dal momento storico e dal pensiero della gente di quel periodo?
Chi si oppone allo sviluppo della dottrina cade nell'errore
del tradizionalismo. Chi crede che il magistero dica o debba dire
cose nuovo in contrasto con gli insegnamenti passati cade nell'errore
del progressismo
Labile confine tra tradizionalismo e progressismo, chi decide?
Con tutto il rispetto mi viene in mente quel tizio che diceva: "Quando lo dico io..." di televisiva memoria.
Ob audire,
ascoltare verso, cioè capacità di ascolto e di attenzione e la donna,
secondo il progetto di Dio è più capace dell'uomo nello svolgere un'azione
di ascolto e di sostegno nei confronti dell'operare dell'uomo, delle sue
esigenze e dei suoi progetti
che possiamo compendiare con un proverbio siciliano che dice "il re non fa corna, la regina non fa ombra"
L' istinto biologico del rapporto sessuale () è sempre accompagnato dal bisogno di amore.
Ma siamo sicuri?
Io direi che, quanto meno, il rapporto sessuale è una conseguenza del bisogno di affetto, che a sua volta riscontra una persona con la quale si instaura un rapporto affettivo che vada ad integrare ...l' impulso copulativo sicchè l' unione genitale sia soddisfacente !!!
Per altro sono d'accordo sul fatto che "il sesso al di fuori di una autentica relazione di amore lascia insoddisfatti e delusi", indipendentemente dalla durata della relazione, ovviamente.
Caterì, non è questione di intelligenza superiore.
L'intelligenza è cercare di capire, intelligere
E considerato che nessuno sa come stanno le cose senza tema di errore, io cogito (forse male) e dubito (forse molto).
Ora vado a leggere il msg.23 e la tua risposta della quale ti ringrazio.
Cristo regni ...giacché regna e aleggia.
(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:42
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/03/2004 13.45
....premetto che collaboro al dialogo con la MIA personale esperienza e vivendo nella società da cristiana....convertita diecimilavolte al giorno........, cioè...ho bisogno di convertirmi ogni giorno....
VIVERE SENZA DUBBI o senza porsi domande...è da stolti e vuol dire che "qualcosa" nella fede non va....perchè la fede in Cristo porta ogni giorno ad avanzare e non ad essere STATICI..cioè, non basta aver acquisito delle nozioni e poi AMEN!...chi sè visto sè visto.....troppo comodo così, anzi...è devastante....
la sottomissione non vuol dire restare statici sotto un PADRONE......ma LASCIARSI GUIDARE ED AMMAESTRARE.....
la sottomissione, ad esempio che fin dall'asilo i bambini devono imparare a conoscere se vogliono FORMARE ED INTEGRARSI NELLA COMUNITA'.......così come appena nato il bambino si SOTTOMETTE PER ISTINTO ai suoi genitori....ma per natura e sempre per istinto delle volte SI RIBELLA...perchè vuole CONOSCERE.....e se non ha un genitore accanto, sappiamo benissimo i rischi che corre.....
Così è per la fede, così è quando parliamo di Chiesa COME MAESTRA......
ti faccio un esempio Nylus e dimmi se sbaglio....
ho l'impressione (ma non è farina del mio sacco) che si ha delle volte una visione della Chiesa COME CASTRANTE, MENTRE SI FA DEL CRISTO COLUI CHE TUTTO PERMETTE E CONCEDE......
Sembra delle volte che è la Chiesa ad imporre e magari ad inventrasi, mentre al Cristo è concesso di essere colui che ci libera dal giogo stesso della Chiesa ATTRIBUGLIENDOGLI IL CONTRARIO DI QUELLO CHE INSEGNA LA CHIESA....
mi sbaglio?
L'autore sacro quando si esprime, imprime nel suo dire UN INSEGNAMENTO CHE DA QUEL MOMENTO HA VALORE IN ETERNO......
"Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre".....e Gesù NON dimentichiamolo mai E' IL VERBO FATTO CARNE....il mistero che è racchiuso nella Bibbia è quel sapersi addentrare nella storia di ogni generazione presente, passata e futura....ma questo è proprio grazie ALL'INCARNAZIONE, diversamente avremmo nulla di più che un MANUALE SACRO......l'obbedire a tale Manuale Sacro dipenderebbe veramente da MERITI PERSONALI...mentre nel cristiano avviene il contrario: è la Parola che incarnandosi VIENE A DIMORARE DENTRO DI NOI  (Tempio dello Spirito) e dimorando in noi E' CRISTO CHE VIVE IN NOI  e ci permette di proggredire......
Se questo non avviene vuol dire che siamo STATICI....e che ci siamo "accontentati di poco".......il chè può anche andare bene....ma questo dipende dalla singolarità della persona.....NON siamo tutti uguali.....
Poi chiedi:
Labile confine tra tradizionalismo e progressismo, chi decide?....
.....
il buon senso Nylus........AMA E FA CIO' CHE VUOI, dice Agostino, ma dobbiamo stare attenti a che tipo di amore miriamo.....nel tradizionalismo puro si rischia la staticità...nel progressismo pure si rischia di accomodarsi questi insegnamenti aggiornandoli un pò troppo, cioè...adeguandosi alle mode.....
OCCORRE DISCERNIMENTO.....qui scatta il libero arbitrio che se è ben usato, trova quella via di mezzo che è il più consono anche per proggredire......
E' come a scuola......CHI DECIDE CHI E' MERITEVOLE DEL VOTO PIU' ALTO? alla Chiesa attenzione E' STATO DATO OGNI POTERE PER L'AMMAESTRAMENTO, ma la Chiesa come un professore a scuola...NON ti può obbligare.....se la materia non la comprendi, diventa poi un problema tuo.....e la Chiesa stessa seppur PERFETTA NELL'INSEGNAMENTO può incorrere nella FALLIBILITA' dei modi d'insegnamento.....ecco che seguendo la storia passata possiamo comprendere i progressi che la Chiesa ha fatto nell'insegnamento, nella PEDAGOGIA DEI METODI senza cambiare mai la materia di base......
Poi non sei stato d'accordo su questa frase:
cioè capacità di ascolto e di attenzione e la donna,
secondo il progetto di Dio è più capace dell'uomo nello svolgere un'azione
....
......
riflettiamo un attimo Nylus....se leggiamo la Genesi....è la donna che tenta l'uomo......ma se leggi Gn.2,15 è all'uomo che il giardino viene affidato perchè lo custodisse...perchè Satana va a tentare Eva e non Adamo?...........
La donna porta in sè il senso della MATERINITA'.....anche se non diventasse madre biologica....questo aspetto le dona una capacità superiore che è posta proprio come "istinto" per i "piccoli"....(parliamo in generale ovviamente, non delle eccezioni)...le più grandi apparizioni (per chi vuole credere) sono affidate sì ad entrambi, ma soprattutto a donne....così come la prima apparizione del Risorto è affidata ALLE DONNE.......
Il rapporto sessuale, a mio avviso NON nasce dall'affetto, MA DA UNA ATTRAZIONE BIOLOGICA..cioè....se è vero quando dici che vi è in sè un "bisogno d'affetto", dall'altra parte PRIMA CI SI PIACE.....e scatta il desiderio di conoscersi.....poi come dice anche il proverbio....."se son rose fioriranno"...ma le rose possono anche appassire....e se non si è maturato il concetto dell'essere UNA COSA SOLA......il rapporto finisce...e ce lo dimostrano i divorzi in aumento...
E' vero quando parli dell'affettività, "perchè non è bene che l'uomo sia solo", abbiamo in noi stessi il desiderio di essere con altri e lo manifestiamo in mille modi: comunità, un concerto, prendersi un caffè, andare in gita con gli amici.....al cinema da soli non è come andarci con altri...e così via.....
ABBIAMO BISOGNO GLI UNI DEGLI ALTRI, ma questo BISOGNO si manifesta principalmente con una ATTRAZIONE FISICA.......diversamente non si comprenderebbe perchè di altri NON ci sentiamo amici....cioè, facciamo delle scelte.....che partono da interessi ed hobby, per finire anche con l'attrazione biologica....ce lo dicono le statistiche dei frequentatori della prostituzione notturna......
il sesso attira inutile nasconderlo o minimizzarlo..e il bombardamento delle TV lo rendono palese, ma ci ostiniamo a fare gli struzzi, nascondendo la testa sotto la sabbia perchè NON vogliamo metterci sul banco degli imputati.....
L'insegnamento della Chiesa, solo apparentemente castrante, ci indica invece DEGLI OBBIETTIVI DA RAGGIUNGERE.....e ci presenta una unione come VOCAZIONE.......vocazione al Progetto di Dio....che NON esclude l'appagamento dei sensi, MA LI ARRICHISCE facendoci uscire dalla materialità.....avvisandoci che ci sono "godimenti" maggiori per cui vale la pena di tentare di scoprire.....
Perciò il "bisogno d'affetto" quale fattore del principio del rapporto a livello genitale non lo discuto Nylus, ma occorre scoprire che tale bisogno d'affetto NON SI ESAURISCE E NON TERMINA E NON TROVA APPAGAMENTO NELL'IMPULSO COPULATIVO.....infatti se questo bastasse, non ci sarebbero divorzi.......l'impulso copulativo è INGANNEVOLE circa poi il movente, cioè il bisogno d'affetto...diversamente per essere voluti bene da qualcuno finiremmo sempre per andarci a finire a letto..........ehm veramente c'è poco da ridere visto che oggi ci si infila in un letto con molta facilità.......INQUIETITUDINE...questo si....siamo inquieti, ma per quale motivo?
Concordo, non è questione d'intelligenza TEOLOGICA O UNIVERSITARIA, ma intelligenza delle Scritture....cioè, penetrarle per capire che cosa vogliono dirci e il perchè....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 31 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 29/03/2004 14.58
1) la sottomissione della moglie al marito questo significa( punto e basta):

 La Chiesa, attraverso l'apostolo Paolo, insegna che, all'interno della
famiglia, gli sposi devono, prima di tutto, praticare la sottomissione
reciproca ....
Sono d'accordo sulla seconda parte (sottomissione reciproca), che però male si accorda con la sola sottomissione al maschio della prima parte, e sono anche d'accordo che ciò che s' intende è esattamente la sottomissione delle moglie al marito ... punto e basta ... appunto! 
E si riporta l'intenzione attraverso questa scaletta: sottomissione= obbedienza = capacità di ascolto. Già, ma fermiamoci qui, perchè il seguito non è permesso, vale a dire che la donna non può andare oltre all'ascolto, non può esprimere liberamente una sua idea, deve solo saper ascoltare le verità che solo l'uomo può proferire essendo egli creato a gloria di Dio e la donna a gloria dell'uomo .... e mettiamoci pure un altro "punto e basta", senza giocare sull'etimologia delle singole parole che comunque nulla tolgono al al senso chiaro e netto del pensiero che si è inteso esprimere.
In fondo non è un passo così profondo e difficile da capire, a meno che, non volendolo accettare in quanto chiaramente discriminante, gli si vogliono trovare più profonde (molto profonde) motivazioni che comunque lo giustifichino.
Ciò che non si vuole capire è che io non sto attaccando l'insegnamento di Paolo per quanto riguarda la fede, ma semplicemente la rigida affermazione che tutto quanto sia uscito dalla sua bocca fosse esente da convinzioni personali legate alla tradizione strettamente umana che nulla avevano a che fare con una verità rivelata.
Dio ispirava sì Paolo, ma non si sostituiva a lui in tutti i suoi pensieri riguardanti il comportamento della vita di ogni giorno per i quali aveva lasciato all'uomo la libera scelta.
Se si vuole invece affermare che Paolo esprimesse in ogni suo detto la Parola di Dio, allora ogni discussione diventa superflua e si può concludere con un ... punto e basta.
Che sia necessario imporre un certo ordine sono d'accordo, ma questa è solo un'esigenza umana determinata dall'incapacità di sapersi gestire autonomamente senza provocare il caos, ma per favore non attribuiamo ad Ordini Divini impostazioni  che l'uomo si è dato per le ragioni più disparate.
Dio non ci tiene la manina in ogni passo che facciamo. Lui lascia intravvedere le linee essenziali, ma sta poi all'uomo comprendere e maturare secondo le sue capacità. 
La natura umana non è infallibile, tutt'altro, e l'Ispirazione Divina si limita a suggerire solo ciò che in quel momento l'uomo è in grado di comprendere, senza forzare o stravolgere  quelle che sono le sue convinzioni personali.
E sono anche certo che nessun anatema mi verrà da Paolo per ciò che ho detto.
Fraternamente
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 32 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 29/03/2004 15.33
Risposta ( breve) al Signor " Nylus":

Ogni linguaggio umano è sempre "limitato", imperfetto, incompiuto,
inadeguato, insufficiente eppure attraverso l'umano linguaggio dell'autore
sacro viene veicolata una verità che "supera" il linguaggio stesso.

Il grande storico delle Religioni, Mircea Eliade, nota come il linguaggio
poetico, per esempio, riprende e prolunga il linguaggio mitologico. Che
cos'è
la poesia, dice Eliade,  se non uno sforzo per abolire l'insufficienza del
linguaggio
corrente e inventare un nuovo linguaggio, un linguaggio "segreto" che
cerchi di distruggere le limitazioni del tempo:un linguaggio che cerca di
recuperare
quella situazione paradisiaca che è stata persa, quando si creava
"spontaneamente", quando il passato non esisteva, perché non esisteva
coscienza del tempo.

Chi estrae pazientemente questa verità divina sovratemporale nel corso dei
secoli? Il Magistero della Chiesa attraverso l'assistenza dello Spirito
Santo.

Chi stabilisce tra le cose nuove e le cose antiche, che vengono estratte dal
deposito della fede, ciò che appartiene alla vera tradizione della Chiesa,
cioè allo Spirito di "continuità "? Il Magistero della Chiesa attraverso lo
Spirito Santo fa questa opera di discernimento.

Il rapporto sessuale al di fuori del matrimonio, cioè al di fuori di una
scelta monogamica, totale, definitiva e indissolubile fra un uomo e una
donna è peccato.
Perché è peccato, cioè sbagliato?
Noi cattolici sappiamo che la fede è una
""guida "" per la ragione per cui il nostro compito è quello, dopo aver
creduto,
di cercare le ragioni della fede, inserendo il lavoro della ragione lungo
l'orizzonte fornito dalla fede ( CFR Lettera enciclica Fides et ratio di
Giovanni Paolo II).
Queste ragioni esistono: devono solo essere cercate pazientemente e
umilmente.

In questo campo, come cattolici, dobbiamo fare un lavoro enorme  per
rispondere alle indicazioni del Pontificio consiglio della famiglia:

"- Bisogna sforzarsi di mostrare la razionalità e la credibilità del Vangelo
in rapporto al matrimonio e alla famiglia, riorganizzando il sistema
educativo della Chiesa. La spiegazione del matrimonio e della famiglia a
partire da una visione antropologica corretta (.) non è soltanto una
questione di fede (.) Il problema delle unioni di fatto rappresenta una
grande sfida per i cristiani, che devono essere capaci di mostrare l'aspetto
razionale della fede, la razionalità profonda del Vangelo del matrimonio e
della famiglia. Ogni annuncio di questo Vangelo che non sia in grado di
rispondere a tale sfida alla razionalità (.) sarebbe inefficace -"(
Pontificio Consiglio per la famiglia, Famiglia, matrimonio e - unioni di
fatto - , supplemento a L'Osservatore romano n.47, 24 novembre 2000, n. 45 e
n. 48).
Ogni cattolico deve cercare di fare la sua parte perché Dio vuole essere
amato
con tutto il cuore, con tutta l'anima ma anche con tutta l'intelligenza di
cui si
può disporre.
Pertanto, buon lavoro in Gesù e Maria

Cordialmente
( Bruto Maria Bruti )


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 33 di 44 nella discussione 
Da: Crociato2Inviato: 29/03/2004 17.51
Buon pomeriggio a tutti.
Se si vuole invece affermare che Paolo esprimesse in ogni suo detto la Parola di Dio, allora ogni discussione diventa superflua e si può concludere con un ... punto e basta.
Perdonami Iyvan ma spiegami una cosa, perciò secondo te non in tutte le sue parole Paolo ha espresso la Parola di Dio, ho capito bene? Ma perchè alla fine del brano quando lo leggiamo nella Liturgia in chiesa diciamo che questa è
< Parola del Signore >?
Da quel che ho letto nel post 23 sono d'accordo sul senso nuovo del significato di sottomissione che il cristianesimo ha portato.
Non è una sottomissione di schiavitù, ma una sottomissione a Dio:
- la donna attraverso il marito, il cui ruola simboleggia la presenza di Dio nella Famiglia;
- l'uomo attraverso la sottomissione alla donna perchè se non c'è una sottomissione reciproca fondata sul rispetto, crolla tutto;
- ancora l'uomo è sottomesso a sua volta nella fattispecie dei ruoli indicati poi da Paolo;
- Gesù si mette il grembiule e lava i piedi degli Apostoli, ponendo tale sottomissione nel concetto di servire e di servizio.
Mi sembra perciò che la donna sottomessa al marito in questo caso completa uno schema ben definito da Dio e che Paolo ha tentato di ricordare.
Tuttavia sono d'accordo con Caterina quando specifica che le parole di Paolo sono nate probabilmente da qualche contesa in quella comunità alla quale è indirizzata la lettera. Credo che l'affermazione così audace di Paolo vada ristretta alla situazione che possiamo incontrare anche oggi, cioè quando le donne, ma anche gli uomini, vogliono andare oltre i propri ruoli. In questo senso credo che vada letto il monito paolino.
Vorrei inserire una scheda
by, Luca
Per i cristiani, il matrimonio non è soltanto l'amore tra un uomo e una donna.
E' anche il segno dell'amore di Dio per gli uomini, segno della sua Alleanza.
E' attraverso l'amore reciproco, in tutte le sue dimensioni (condivisione dei momenti belli e di quelli faticosi, l'amore fisico, la fecondità, il rispetto dell'altro nella libertà…) che gli sposi scoprono cos'è l'amore di Dio per l'umanità: il dono di sé senza riserve.

Il MATRIMONIO cristiano è il segno dell'unione di Cristo con la sua Chiesa.

Questo sacramento conferisce agli sposi la forza di amarsi con lo stesso amore con cui Cristo ha amato la Chiesa, donandosi scambievolmente la propria vita, in un amore fedele e fecondo, aperto alla vita.

Attraverso le parole: "Io, nome…, prendo te come mia sposa-mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita" gli sposi, che sono i ministri stessi del sacramento, esprimono davanti al sacerdote, ai testimoni e al popolo di Dio, il loro consenso reciproco che diventa impegno che sancisce il patto coniugale.

Il segno simbolico del legame manifestato è lo scambio degli anelli benedetti.

Il matrimonio è ordinato al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli.
Ai genitori spetta il compito di dare il primo annuncio cristiano ai figli, attraverso la vita e i piccoli insegnamenti quotidiani.


Come prepararsi alla matrimonio cristiano?
Innanzi tutto con convinzione, apertura di cuore e sincerità.
Per un… aiuto


LA PAROLA DI GESU'

"Gesù rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" (Mt 19,4-6).

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 34 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 29/03/2004 20.20
Perdonami Iyvan ma spiegami una cosa, perciò secondo te non in tutte le sue parole Paolo ha espresso la Parola di Dio, ho capito bene? Ma perchè alla fine del brano quando lo leggiamo nella Liturgia in chiesa diciamo che questa è
< Parola del Signore >?
Caro Luca,
ogni brano che si legge nella Bibbia termina con "Parola del Signore", anche quando si leggono usi e consuetudini della società ebraica. Per Parola del Signore io intendo la costante presenza di Dio che accompagnava il cammino del popolo ebraico, che tentava pazientemente di istruirlo attraverso l'ispirazione dei profeti, senza mai forzare la mano, ma lasciando che esso comprendesse gradualmente nel tempo.
Quindi Dio ha sempre seguito gliu uomini, pur con gli enevitabili piccoli e grandi errori che essi commettevano. La Bibbia è anche la storia di questo cammino evolutivo nel quale sono quindi anche presenti degli errori. Per esempio: Dio non può certo aver ordinato ad alcuno di lapidare i propri fratelli, e  non può certamente aver ispirata la legge del taglione e della vendetta e non ha certo mai discriminato alcuno rispetto ad un altro, eppure la Bibbia è piena di questi casi e quando si legge si termina con la frase "Parola di Dio", che non va quindi intesa nel suo senso letterale ma nel significato più ampio che sancisce la costante presenza della Divinità che tollera per non ledere il libero arbitrio dell'uomo.
Ecco perchè, fuori da discorsi squisitamente spirituali, non tutto è da intendersi come verità suggerita da Dio, ma semplice frutto di scelte umane.
Poi dici:
- la donna attraverso il marito, il cui ruolo simboleggia la presenza di Dio nella Famiglia ...
Caro Luca, vedi che questa è una visione che vuole porre il maschio al primo posto?
Io credo che a simboleggiare la presenza di Dio siano il maschio e la femmina in uguale misura.
Ciò che li differenzia sono solo i ruoli naturali, che non significano la preminenza dell'uno o dell'altra.
L'atto di umiltà dimostrato da Gesù con il lavaggio dei piedi è spontaneo e non imposto, mentre invece la situazione della donna era imposta dall'uomo e questa è una differenza sostanziale.
Io non ravviso nelle parole di Paolo una semplice esortazione a non andare oltre i propri ruoli, ma proprio una supremazia dominante dell'uomo sulla donna e questo è storicamente provato da usanze e costumi di millenni.
Fraternamente
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 35 di 44 nella discussione 
Da: nylusInviato: 29/03/2004 20.54
Buona sera Caterina
Devo ancora rispondere al tuo msg 23 e già incalza il 30 !!
e poi c'è il 31 di B.M.B. che mi dà del "signore" (lo sapevo che prima o poi qualcuno si sarebbe rivolto a me con quell'appellativo) e spero di non montarmi la testa.
A volte non riesco a districarmi tra le pagine del web... vorrei avere delle  pagine di carta scritta da leggere e tenera in evidenza sulla scrivania per consultarle mentre rispondo. Andrà a finire che  mi comprerò una stampante.
Buonaserata anche agli altri ovviamente.
Ho cenato con un risotto ai cariofi che è (ce n'è ancora) una delizia e sono pacato e placido come se il nostro Amico lassù avesse gettato un suo sguardo furtivo su di me.
Dunque ho letto che
ho l'impressione (ma non è farina del mio sacco) che si ha delle volte una visione della Chiesa COME CASTRANTE, MENTRE SI FA DEL CRISTO COLUI CHE TUTTO PERMETTE E CONCEDE......
Sembra delle volte che è la Chiesa ad imporre e magari ad inventrasi, mentre al Cristo è concesso di essere colui che ci libera dal giogo stesso della Chiesa ATTRIBUGLIENDOGLI IL CONTRARIO DI QUELLO CHE INSEGNA LA CHIESA....
mi sbaglio?
Non penso questo
Il mio pensiero è che la Chiesa, anzi, il Clero, pontifica troppo.
Esagera, mortifica, assilla e impavidisce i fedeli.
Laddove un educatore normale dice ad un bambino: "stai attento nell'attraversare la strada che passano le macchine", un prete dice: "stai attento nell'attraversare che se vai sotto una macchina potresti finire in ospedale o addirittura morire".
E' sempre presente questa necessità dell'incutere il timore di sbagliare, di morire.
tiremm innanzi:
è la Parola che incarnandosi VIENE A DIMORARE DENTRO DI NOI  (Tempio dello Spirito) e dimorando in noi E' CRISTO CHE VIVE IN NOI  e ci permette di proggredire......
Se questo non avviene vuol dire che siamo STATICI....e che ci siamo "accontentati di poco".......il chè può anche andare bene....ma questo dipende dalla singolarità della persona..........
ma lo vedi come la pensi? e così i clericali:
"Se questo non avviene vuol dire che siamo STATICI....e che ci siamo "accontentati di poco"
se questo non avviene, ammesso che ciò avvenga, può essere per altri motivi, ma la Chiesa ha sempre la risposta pronta. Eppure lo dici pure tu: NON siamo tutti uguali
...e allora perchè le risposte dovrebbero essere uguali per tutti?
Io credo, come mi hanno insegnato, che un Dio é in cielo in terra e in ogni luogo. Non ha bisogno di venirsene a dimorare dentro di me: c'è e c'è sempre stato. Naturalmente, spontaneamente, logicamente.
il buon senso Nylus........AMA E FA CIO' CHE VUOI, dice Agostino, ma dobbiamo stare attenti
questa tua osservazione mi troverebbe d'accordo se non ci fossero pronti gli interventi a criticare il nostro buon senso, a rimproverarci che siamo stati troppo tradizionalist o troppo progressisti, perchè ...non abbiamo saputo usare il nostro fantomatico libero arbitrio. L'insegnate non ti può obbligare ma può bollarti di incapacità.
Sulla sessualità possiamo discutere e chiacchierare quanto vogliamo, non credo che siamo distanti come concetto.
Tranne che io il matrimonio lo ritengo una forzatura, un'invenzione clericale.
Non bisogna pensar bene del matrimonio per pensar male dei rapporti sessuali fini a se stessi.
Non ho mai sentito l'impulso copulativo, se non in grammatica.
Il rapporto sessuale è un donarsi vicendevole, il matrimonio non c'entra.
(Teofilo)
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:43
Rispondi
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/03/2004 21.09
Carissimi Luca ed Yivan...vorrei puntualizzare un aspetto dell'uso, che anch'io faccio, quando diciamo che "leggendo un brano diciamo PAROLA DI DIO.....(V.T.) e PAROLA DEL SIGNORE (N.T.) "
Nella Liturgia della Chiesa ci sono tre cicli  (Anno: A-B-C) attraverso i quali viene letto sostanzialmente tutto il N.T. e GRAN parte del Vecchio, ma NON tutto......la Liturgia divide appositamente testi di brano che più s'accordano con il N.T.
Certo, TUTTE LE SCRITTURE SACRE SONO PAROLA DI DIO per noi......ma giustamente occorre saper fare discernimento dalla "Parola" in quanto insegnamento e CATECHESI....e discernimento da ciò che è la storia avvenuta.......
Molti testi dell'A.T. NON sono inclusi nella Liturgia NON perchè non avvolarati come Parola di Dio, ma perchè non si riscontrano con il N.T. o perchè prettamente storici.....
credo che sia doverosa questa riflessione.....
Poi vi leggo:
- la donna attraverso il marito, il cui ruolo simboleggia la presenza di Dio nella Famiglia ...
Caro Luca, vedi che questa è una visione che vuole porre il maschio al primo posto?
Io credo che a simboleggiare la presenza di Dio siano il maschio e la femmina in uguale misura.
Ciò che li differenzia sono solo i ruoli naturali, che non significano la preminenza dell'uno o dell'altra.
L'atto di umiltà dimostrato da Gesù con il lavaggio dei piedi è spontaneo e non imposto, mentre invece la situazione della donna era imposta dall'uomo e questa è una differenza sostanziale.
...........
Yivan...rifletti sulla Famiglia di Nazareth.....Giuseppe NON era il papà di Gesù eppure è GIUSEPPE il centro della Famiglia di Nazaret.....Maria è sottomessa allo sposo.....anche se in uno stato particolare......Maria dice all'Angelo che NON conosce uomo...era necessario che Giuseppe NON ripudiasse Maria.....e sposarla...ora se fosse stato solo un atto convenzionale....in qualche modo ci sarebbe stato detto....
Dio, il Padre SI E' SCELTO UNA FAMIGLIA....in questo modo la Famiglia è stata SANTIFICATA......Lui, PADRE.....per eccellenza, regna nella Famiglia che lo accoglie e per mezzo del capo-famiglia......la madre non è un ruolo secondario......è colei che si prende cura DEI FIGLI.....
Maria è colei che si è presa cura del VERBO.....
Per questo si dice che la Famiglia è UNA PICCOLA CHIESA DOMESTICA......
Occorre entrare dentro le PAROLE...DENTRO LA PAROLA......
Concordo con Luca che dice:
Credo che l'affermazione così audace di Paolo vada ristretta alla situazione che possiamo incontrare anche oggi, cioè quando le donne, ma anche gli uomini, vogliono andare oltre i propri ruoli. In questo senso credo che vada letto il monito paolino.....
...
un aspetto interessante......
Comunque Yivan...Paolo dice anche all'uomo che sia SOTTOMESSO ALLA MOGLIE.......
Fraternamente Caterina

Rispondi
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Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 29/03/2004 22.23
Risposta per il Signor Iyvan

Un cattolico non può mettere in discussione la "parola di Dio " presente
nella Bibbia, ma deve leggerla in ginocchio, ascoltando le spiegazioni della
Chiesa,
 e deve amare la Parola di Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con
tutta
l'intelligenza.

I profondi significati presenti nelle  parole dell'apostolo Paolo per
illuminare la realtà familiare ( riassumo brevemente ):


Scrive Giovanni Paolo II:" la donna- nel nome della liberazione dal
"dominio" dell'uomo- non può tendere ad appropriarsi le caratteristiche
maschili, contro la sua propria "originalità" femminile. Esiste il fondato
timore che su questa via la donna non si "realizzerà" ma potrebbe invece
deformare e perdere ciò che costituisce la sua essenziale ricchezza. Si
tratta di una ricchezza enorme (...). Le risorse personali della femminilità
non sono certamente minori delle risorse della mascolinità, ma sono
solamente diverse. La donna (...) deve intendere la sua "realizzazione"
sulla base di queste risorse, secondo la ricchezza della femminilità" (
Mulieris dignitatem n.10 ). E nella enciclica sul lavoro umano, Giovanni
Paolo II chiede alla società di assicurare " una giusta remunerazione (...)
al CAPO- FAMIGLIA per il suo lavoro, e sufficiente per il bisogno della
famiglia, senza la necessità di far assumere un lavoro retributivo fuori
casa alla coniuge (...) Tornerà ad onore della società rendere possibile
alla madre (...) di dedicarsi alla cura e all'educazione dei figli (...)
L'abbandono forzato di tali impegni, per un guadagno retributivo fuori della
casa, è scorretto dal punto di vista del bene della società e della
famiglia, quando contraddica o renda difficili tali scopi primari della
missione materna " ( Laborem exercens n.19 ). Giovanni Paolo II precisa che
" si deve superare la mentalità secondo la quale l'onore della donna deriva
più dal lavoro esterno che dall'attività familiare " ( familiaris consortio
n.23 ).
Una causa che porta alla dissoluzione familiare può essere trovata nella
perdita dell'identità di genere e quindi nella fine della complementarietà
fra l'uomo e la donna. L'habitat psico-ecologico della coppia, per poter
esistere, presuppone la differenza e la complementarietà dei soggetti che lo
costituiscono. La famiglia è una realtà costituita da una certa unione, da
un certo focolare, da una certa divisione dei compiti che nasce dalla
paternità e dalla maternità e quindi da una certa gerarchia: è evidente e
logico che questo habitat non possa avere un'esistenza reale se vengono a
mancare questi tratti fondamentali ( cfr Louis Salleron, L'avvenire della
famiglia, in Cristianità, anno I, n.2, Piacenza, novembre-dicembre 1973 ).



 Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che la famiglia è una realtà
sociale la cui esistenza dipende dalla differenza dei compiti fra l'uomo e
la donna: l'uomo e la donna devono riconoscere e accettare la propria
identità perché la vita familiare, l'armonia della coppia e della società
dipendono dal modo in cui si vivono e si sviluppano le differenze e le
complementarietà fra l'uomo e la donna ( cfr Catechismo della Chiesa
Cattolica n.372,2333, 2203 ): equivalenza non significa egualitarismo.

La dottrina sociale della Chiesa insegna che gli uomini  e le donne sono
tutti uguali fra di loro per i diritti fondamentali che nascono dalla
appartenenza alla natura umana ( uguaglianza specifica ): diritto alla vita,
all'onore, al lavoro, alla proprietà, alla costituzione di una famiglia,
diritto alla libertà religiosa della persona nei confronti di qualsiasi
potere umano.

 Per il resto tutte le disuguaglianze degli individui e dei popoli che non
ledono questi diritti, le disuguaglianze derivanti dall'intelligenza, dal
talento, dalla famiglia, dalla proprietà, dall'eredità, dal sesso,
dall'autorità, dalla competenza, dai ruoli, dai compiti, dalla tradizione,
dalla patria, dall'economia, dalla cultura, dalla lingua, sono giuste e
conformi all'ordine dell'Universo.

(cfr Pio XII, Radiomessaggio natalizio ai popoli del mondo del 24-12-1944 in
Discorsi e radiomessaggi Vol VI, pag 239; cfr Costituzione Gaudium et spes
sulla Chiesa nel mondo contemporaneo del 7 dicembre 1965, n.29, in I
documenti del Concilio Vaticano II, Paoline, Milano 1983; cfr Dichiarazione
dignitatis humanae sulla libertà religiosa del 7 dicembre 1965, n.2, ibidem;
cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n.1936 e n.1937; cfr Giovanni Paolo
II, I diritti delle nazioni, in L'Onu diventi una famiglia di nazioni, in
Avvenire 6 ottobre 1995, n.5, p.4  )


PICCOLA NOTA SUL significato dell'AUTORITA'



Autorità deriva da augere e indica propriamente la capacità di far crescere:
autorità altro non è che atto di autore.
Fra coloro che hanno funzioni e compiti diversi si stabilisce sempre una
qualche gerarchia,
nel senso che uno dirige "in parte" l'azione dell'altro, ma entrambe le
azioni sono indispensabili perché l'una non può esistere senza l'altra.
Facciamo un esempio: l'infermiere ha bisogno del medico e il medico
dell'infermiere, anche se il medico dirige in parte il lavoro
dell'infermiere che è finalizzato
all'opera del medico.In questo caso non si può parlare di un rapporto fra
una persona migliore e una peggiore ma tra un superiore ( nel senso che
dirige) e un inferiore o "sottomesso" ( nel senso che è diretto), senza che
ciò implichi un criterio di commensurabilità fra i due. Il compito svolto da
un infermiere, infatti, può essere confrontato solo con quello di un altro
infermiere e quello di un medico solo con quello di un altro medico. Medico
e infermiere sono intimamente uniti, l'uno deve aiutare l'altro, ma,
all'interno di questa dinamica di aiuto reciproco, l'infermiere svolge un
ruolo di aiuto particolare, di ascolto particolare verso l'operare del
medico. In ogni società che abbia un minimo di autonomia si stabilisce
sempre una naturale gerarchia.
Dio stesso ha voluto l'esistenza delle disuguaglianze naturali e l'esistenza
del principio di autorità temperato dal rispetto della legge di Dio, del
principio di realtà e da quello del buon senso.

Cordialità in Gesù e Maria

( Bruto Maria Bruti )



Rispondi
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 30/03/2004 0.29
Risposta per il signor Bruti,
ciò che dice oggi la Chiesa a proposito dei ruoli maschili e femminili mi trova sostanzialmente d'accordo,  ma questa posizione non è la stessa che vigeva duemila anni fa: la visione si è molto allargata, oggi la Chiesa non direbbe mai che la donna deve starsene zitta e che se vuole sapere qualcosa deve chiederlo solo al marito.
Forse non mi sono spiegato bene, io non contesto la diversità di ruoli che sono insiti nella natura stessa della diversità dei sessi e che è evidente anche in tutto il regno animale, ma mi limito semplicemente ad osservare che duemila anni fa la donna era chiaramente discriminata, oltre ad essere ritenuta responsabile molto più dell'uomo del peccato originale.
Negare questo è negare la storia, e citare l'attuale posizione della Chiesa che tende a ristabilire i ruoli naturali non ha niente a che vedere con la restrittiva visione della realtà nettamente maschilista di allora.
Certo che è necessario stabilire una gerarchia, ma questa non deve porre l'altra parte in uno stato di inferiorità come di fatto avveniva.
Paolo, come tutti del resto, era convinto di questa supremazia maschile, al di là, ripeto, dei ruoli dei due sessi e delle varie etimologie dei termini, ma questo non fa comunque venir meno le verità spirituali che predicava.
Per quanto riguarda la seguente affermazione:
Un cattolico non può mettere in discussione la "parola di Dio " presente
nella Bibbia, ma deve leggerla in ginocchio, ascoltando le spiegazioni della
Chiesa,
 e deve amare la Parola di Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con
tutta
l'intelligenza.
Vorrei precisare che io non ho mai messo in discussione la "Parola di Dio", ma solo il costume di una società patriarcale, e l'anima e l'intelligenza (per quel poco che ho) le uso per discernere tra Parola di Dio e costumi di un popolo. Davanti alla prima mi inginocchio, davanti ai secondi mi permetto di trarre opinioni personali e di discuterne, senza considerarmi per questo poco cristiano o cattolico.
Cordialmente.
Cara Caterina,
non pensare che io non rifletta e che scriva senza aver ben ponderato il mio pensiero.
Vedi, io sono sempre pronto a mettermi in discussione e non mi esprimo con l'intenzione di polemizzare o di voler sostenere ad ogni costo una tesi.
La Famiglia di Nazaret è vissuta in un certo periodo, soggetta agli usi , costumi e leggi di quell'epoca. E' chiaro che in essa, come del resto credo nelle altre famiglie, quella realtà venisse vissuta in modo del tutto naturale e quindi anche felicemente.
Era un modo di vivere connaturato a seguito di una lunga tradizione e per la donna era più che naturale vivere nell'ombra.
Non sto dicendo, nè ho mai detto, che la sua posizione fosse una posizione di schiavitù, ma che semplicemente non era considerata nella vita sociale. Il suo ruolo era solo di accudire ai figli e al marito, tutto il resto non le era permesso. Questo può forse essere negato? e cosa c'entra la Parola di Dio con questo stato di cose imposte dal maschio?
In alcune occasioni hai tirato in ballo il femminismo che nulla ha a che vedere con una più giusta attribuzione di diritti, così come oggi la stessa Chiesa riconosce, fermi restando i ruoli naturali che caratterizzano i due sessi.
Io stesso sostengo che oggi i ruoli sono spesso snaturati e che la donna dovrebbe porre al primo posto il suo ruolo di madre, magari accettando di avere un minor benessere economico. Se vogliamo limitarci a questo mi trovi perfettamente d'accordo, ma è cosa ben diversa dall'escluderla da ogni decisione umana come allora avveniva.
E non dirmi che non era così e che questo era il volere di Dio.
Fraternamente
iyvan

 

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 39 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 30/03/2004 7.13
Risposta per il Signor Iyvan



Egregio Signore,
ripeto semplicemente ciò che il Magistero della Chiesa ha spiegato nei
secoli.
San Paolo apostolo nela lettera a Timoteo, ma anche nella prima lettera ai
Corinzi, per esplicito comando di Cristo, vieta alle donne il sacerdozio e
quindi anche il diaconato che, tra i suoi compiti principali, ha quello
dell' "omelia" durante la celebrazione eucaristica.
Nelle assemblee pubbliche ( cioè durante la messa) e nell'ordine sacerdotale
( Magistero e governo della Chiesa) la donna deve essere sottomessa
all'uomo inteso come appartenente all'ordine sacerdotale: molti uomini
sposati erano allora anche sacerdoti.
Tranne San Giovanni, gli stessi apostoli erano sposati.
Al di fuori della messa e del governo e magistero della Chiesa la donna,
invece,  ha come tutti il diritto e il
dovere dell'apostolato in virtù del battesimo e della Cresima. Infatti, a
causa del Battesimo, uomini e donne appartengono al sacerdozio "comune",
cioè sono sacerdoti anche se questo sacerdozio deve essere distinto dal
"sacerdozio ministeriale"".
San Paolo usa termini dell'epoca ma dando ad essi un significato
nuovo. Dice, per esempio, agli schiavi di obbedire ai padroni e ai padroni
di amare gli schiavi: è forse favorevole alla schiavitù nel senso dei
pagani? Assolutamente no. Paolo parla di una "schiavitù" cristiana, di una
schiavitù, quindi, trasformata nella luce dei principi del Vangelo.
Paolo inizia la sua riflessione partendo dal concetto che tutti gli uomini
sono fratelli e introduce nell'istituto della schiavitù il diritto della
persona alla vita, alla famiglia, alla scelta religiosa.
 Infatti l'apostolo Paolo esorta Filèmone ad accogliere Onesimo non più come
semplice schiavo ma come un fratello e, introducendo questi diritti della
persona, la schiavitù era destinata a trasformarsi gradualmente in una forma
di servizio, in un rapporto di lavoro.

  Il cristianesimo trasforma lentamente, nella luce dei comandamenti, lo
spirito delle istituzioni. Poiché lo schiavo, come ogni cristiano, è figlio
di Dio e deve obbedire prima a Dio che agli uomini, egli non può rinunciare
ai suoi diritti e ai suoi doveri nei riguardi dei figli e della moglie.


  Introducendo i diritti della persona all'interno della schiavitù,
 l'istituto della schiavitù si trasforma gradualmente in un " servizio "che
richiede un libero patto fra datore di lavoro e prestatore d'opera.

  Così accade anche nel matrimonio: gli uomini nascono liberi e non sposati
e per contrarre matrimonio occorre un libero patto fra gli sposi. Solo
allora il marito diventa schiavo della moglie per quanto riguarda il suo
corpo e la moglie schiava del marito per quanto riguarda il suo ( cfr I Cor
7,4 ).

San Paolo crede che il peccato originale sia stato compiuto solo da Eva?
Assolutamente no. La Genesi non ha mai detto questo: il peccato fu compiuto
dall'uomo e dalla donna.

San Paolo, nella lettera ai Romani, dice che "" a causa di un solo uomo il
peccato entrò nel mondo"( Rm 5,12 )

La genesi dice soltanto, e San Paolo ne riassume la storia, che il dialogo
del diavolo iniziò con la donna. Che può significare questo?

 La Bibbia non è un testo scientifico ma vuole unicamente comunicare
attraverso un linguaggio simbolico - sapienziale,  comprensibile per gli
uomini del tempo, e attraverso le vicende della loro storia, un messaggio
spirituale. Nella Bibbia bisogna distinguere il contenuto dal tipo di forma
espositiva ( genere letterario ) che è stato usato. Se, ad esempio, devo
comunicare una verità psicologica e morale e mi servo di una favola, come
quelle di Esopo, non si potrà dire che il mio racconto è totalmente falso
perché esso è soltanto un modo espressivo per trasmettere un messaggio di
altra natura.

Dio permette la "prova" per Adamo ed Eva  affinché possano decidere
liberamente del loro destino.

Si tratta di un "mistero" grande di cui non sarà mai possibile  in questa
vita una comprensione piena.

Il diavolo fa pervenire alla prima coppia la sua menzogna su Dio e lo fa
attraverso il dialogo con la donna.
Il diavolo, probabilmente, sfrutta la naturale predisposizione della donna a
stabilire rapporti interpersonali attraverso il dialogo e l'ascolto.
Ma per un essere umano è impossibile sostenere un dialogo con il diavolo
senza soccombere: l'intelligenza e la dialettica degli angeli decaduti
superano  infinitamente in "forza" e "abilità" l'intelligenza umana.
Eva porta il messaggio di Satana ad Adamo ed entrambi, liberamente e
volontariamente, decidono di non fidarsi di Dio

e solo allora si ha la caduta: la morte entra nel mondo solo quando l'uomo e
la donna peccano insieme, quando la coppia pecca.

Quale insegnamento si può trarre da questo?
La donna deve vigilare sulla sua affettività. Scrive Edith Stein che la
donna è particolarmente inclinata verso la vita affettiva e tutto ciò
dipende dalla vocazione della donna alla maternità.
Il compito di accogliere in sé un essere vivente in  formazione e di
proteggerlo rendono forte la sua tendenza affettiva ed emotiva. Su questa
tendenza la donna deve vigilare per impedirne uno sviluppo unilaterale,
eccessivo e disordinato.
La donna deve sempre spiritualizzare la sua tendenza affettiva, dice Edith
Stein, affinché essa non la  conduca ad una fuga dalla realtà, ad una vita
di sogno e di apparenze, dove finisce per abbandonarsi tutta a sentimenti ed
emozioni prive di valore, andando continuamente in cerca di sensazioni.
L'uomo deve vigilare sulla sua tendenza all'attività esteriore perché questa
non si trasformi in iperattivismo, prepotenza, autoritarismo, violenza.



Che San Paolo preghi per noi: " E' necessario che con maggior attenzione
ci applichiamo alle cose udite" ( San Paolo, Ebr 2,1).


Cordialmente in Gesù e Maria
( Bruto Maria Bruti )




Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 40 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/03/2004 8.57
Credo di comprendere cosa intendi Yivan.....e per certi aspetti lo condivido...perchè come te anch'io mi metto spesso in discussione............da questo pormi in discussione nasce in me l'approfondimento come anche in te......per questo tentavo di focalizzare il termine SOTTOMISSIONE...perchè io credo che molto dipende dall'uso dei termini......
la stessa divisione per esempio con le altre chiese, il più nasce DALL'INCOMPRENSIONE DEI TERMINI.......vedasi esempio della Filioque.....Ortodossi e Cattolici sostengono LA STESSA IDENTICA DOTTRINA, ma dire nel Credo che lo Spirito "procede dal Figlio" e...dal Padre....ha mandato in tilt gli Ortodossi.....
Sui termini CI GIOCHIAMO spesse volte tutto......torno perciò ad insistere di valutare il concetto di SOTTOMISSIONE che seppur sempre presente nella gerarchia umana, fra gli uomini....con il compito dei ruoli...con il cristianesimo ASSUME UN SIGNIFICATO DIVERSO.....
Ti faccio un esempio..come sposa e madre io sono "sottomessa" a mio marito....ma non per questo il mio ruolo viene offuscato.....il mio compito E' DIVERSO DA QUELLO DI MIO MARITO......lui esce la mattina e ritorna LA SERA.....chi starebbe con i figli a crescerli e ad educarli alla prima conoscenza del Cristo? Mio marito a sua volta è SOTTOMESSO ai suoi superiori, così come egli ha delle persone sottomesse al suo ruolo.......
Ora attenzione......mentre questo del sottomersi è difatto una prassi ISTINTIVA, come accennavi anche del regno animale......il cristianesimo pur ribadendo la validità della sottomissione INSEGNA PERO' LE RAGIONI.......IL PERCHE' OCCORRA SOTTOMETTERSI.......in parole povere quando Paolo dice alla donna di "stare zitta" ripeto...probabilmente è nato DA UNO STRAVOLGIMENTO CHE PAOLO DEVE AVER NOTATO IN QUELLA COMUNITA'.......non dimentichiamo che dove è scritto questo particolare si tratta DI UNA LETTERA .......e NON di un compendio teologico.....
Mentre la Lettera agli Ebrei, esempio è un vero e proprio compendio catechetico teologico....la Lettera ai Corinzi.....assume più UN CARATTERE PERSONALE....CHE PUO' ADEGUARSI ALLE SPECIFICHE SITUAZIONI.......ed è materiale che può essere usato da noi per PPROFONDIRE E CATECHIZZARE IN MODO APPROPRIATO, cioè....valutando situazione per situazione......
NON è un tentativo di "accomodarsi" qualcosa, ma è IL DISCERNIMENTO......il richiamo di Paolo andrà dunque A COLPIRE quelle comunità o famiglie i cui ruoli sono andati a farsi friggere......
La Famiglia di Nazaret NON è semplicemente vissuta in un periodo.....Paolo dice "giunta la PIENEZZA DEL TEMPO DIO MANDO'....." questa Famiglia e' il prototipo della Famiglia cristiana verso la quale ABBIAMO IL DOVERE DI GUARDARE.....e imparare......
NON era semplicemente "un...modo di vivere connaturato a seguito di una lunga tradizione e per la donna era più che naturale vivere nell'ombra.".....perchè già la questione di Maria che rimane incinta FUORI DEL MATRIMONIO non è la normalità.....rimane incinta dopo che l'angelo le porta l'Annuncio verso il quale apprendiamo IL "SI"......LIBERO ED INCONDIZIONATO DI UNA DONNA.......la Famiglia di Nazaret...ROMPE INVECE CON LA TRADIZIONE....la Vergine qui ASSUME IL RUOLO DI PROTAGONISTA......I VANGELI SI APRONO CON LEI....E CON GIUSEPPE.....cioè...si aprono con la descrizione di una Famiglia che se è vero che è SPECIALE...assume però i contorni di una NORMALITA' PROGRESSIVA...cioè, LA SCELTA DELLA DONNA DI DIVENTARE STRUMENTO DEL PROGETTO DI DIO ATTRAVERSO IL MATRIMONIO.....
Dici ancora della donna:
Il suo ruolo era solo di accudire ai figli e al marito, tutto il resto non le era permesso. Questo può forse essere negato? e cosa c'entra la Parola di Dio con questo stato di cose imposte dal maschio?
.........
diciamo le stesse cose.... ma forse le vediamo da aspetti diversi....il cristianesimo, pur NON INTERVENENDO DIRETTAMENTE A VIOLENTARE USI E COSTUMI, porta gradualmente a riflettere sullo specifico ruolo della donna e dell'uomo.....ripeto non più come prassi legata al sociale, MA APPRESA COME VOCAZIONE......c'entra eccome la Parola di Dio...senza le catechesi paoline e il resto...non avremmo mai capito questo aspetto della SOTTOMISSIONE QUALE RUOLO NATO DALLA VOCAZIONE AD ESSERE SPOSA E MADRE.....ma sarebbe stato vissuto come imposizione.....
NON dimentichiamo, ripeto, la nascita e lo sviluppo del nucleo del "gruppo delle donne" che si notano nei Vangeli......la loro VERGINITA' usata come DONO A CRISTO.....la nascita del monachesimo al femminile viene prima anche della formazione del Clero che oggi conosciamo....e prima degli Ordini Religiosi femminili......DIFESI E RACCOMANDATI DAI PADRI DELLA CHIESA I QUALI SEGNALAVANO SPESSO IL "GENIO FEMMINILE".......
NON dimentichiamo che fu la forza di una Donna, Caterina da Siena...a riportare a Roma la sede vescovile del Papa che si era installata ad Avignone per oltre 70 anni......
Fu sempre S.Brigida prima e Caterina dopo a richiamare l'attenzione dei Pontefici verso la fine del Potere Temporale.....
E non è vero che NON furono ascoltate, occorreva solo che i tempi maturassero.....non per nulla Caterina è designata DOTTORE DELLA CHIESA......il che vuol dire che la sua catechesi E' ASCOLTATA......
Ciò che intende dire Paolo và AMPLIFICATO E CORRELATO ALLE SITUAZIONI SPECIFICHE......non ci si può soffermare sulla frase escludendo TUTTO il contesto che tratta dei doveri, dei ruoli, dei compiti, e della VOCAZIONE........il che vuol dire...TUTTE le Lettere Paoline...e non solo una......
Altrimenti rischiamo di fare come gli Ortodossi che mantengono la loro divisione perchè, a loro parere, le Lettere paoline SONO SUPERIORI all'insegnamento degli altri apostoli.....e denotano, per loro, UNA DIVISIONE SPECIFICA NELLA CHIESA......ma questo, come sai, è contraddittorio con il richiamo all'unità invocato da Cristo.....
Oppure come gli Evangelici che usano alla lettera gli scritti di Paolo, usando i suoi testi per snaturalizzare le dottrine cattoliche........tanto è vero che in molte chiese le donne sono veramente obbligate a portare il velo, a portare VESTITI ADEGUATI.....ad essere veramente SOTTOMESSE, ma nel senso peggiore del termine......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 41 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 30/03/2004 11.03
Egregio signor Bruti,
forse non è stato notato che io non ho mai parlato di sacerdozio femminile e non vedo quindi cosa c'entri questo aspetto con quanto io sto discutendo. Io mi sforzo di capire il punto di vista dell'interlocutore e rispondo di conseguenza senza accampare motivazioni diverse, ma mantenendomi strettamente nel tema.
Non si è cristiani o cattolici solo accettando e non mettendo in discussione certe affermazioni o assumendo posizioni rigide e dogmatiche che non ammettono replica.
Ancora una volta si ritorna sul concetto di schiavitù, che io non ho mai accennato.
Quando mai ho detto che la donna fosse schiavizzata? Ciò che ho affermato, e che riaffermo, è che esisteva una netta discriminazione che non può assolutamente essere negata. Paolo la mitiga, ma solo parzialmente.
Siamo perfettamente d'accordo che la Bibbia contiene messaggi simbolici e che non si possa giudicare con la mentalità di oggi quella di ieri. Ognuno è figlio del suo tempo, così come lo era Paolo.
Sono anche perfettamente d'accordo con quanto dice la Stein in ordine alla necessità che la donna spiritualizzi la propria tendenza affettiva e l'uomo vigili sulla tendenza all'attività esteriore, ma non vedo come questo si contrapponga a ciò che sto tentando di esprimere.
E' anche ovvio che l'evoluzione spirituale avvenga lentamente e con gradualità e io non nego che Paolo esprimesse allora il meglio che l'evoluzione raggiunta in quel tempo potesse permettere. Se vogliamo, posso anche ammettere una maggiore apertura dell'apostolo rispetto alla conservatrice e dura cervice ebraica, sono anche d'accordo che di più non poteva fare. I suoi scritti sono senza dubbio ispirati e danno indicazioni comportamentali e di fede preziosissime, chi mai lo sta negando? 
Ciò che mi permetto umilmente di osservare è solo che certe posizioni riflettono, e non potrebbe essere diversamente, dei costumi umani  che non è certo Dio ad aver ispirato, ma solo una libera scelta umana; questo mi sembra del tutto ragionevole e non intacca minimamente i principi su cui si fonda la fede cattolica.
Con altrettanta cordialità e che San Paolo preghi per tutti noi.
iyvan 

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Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 30/03/2004 11.59
Egregio Signor Iyvan,
rispondo con le parole dell'apostolo Paolo:
"" Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo ma lo Spirito che viene da
Dio, affinché possiamo conoscere le cose che da Dio ci sono state
graziosamente donate.
E di queste cose noi parliamo non con discorsi insegnati dall'umana
saggezza, ma con discorsi insegnati dallo Spirito, agli spirituali adattando
cose spirituali. L'uomo psichico però non accetta le cose dello Spirito di
Dio, giacché per lui sono follia e non può conoscerle, dato che esse vengono
discriminate spiritualmente"" ( I Cor 2, 12-14 )
In particolare, sui problemi da lei sollevati, è lo stesso Paolo che le
risponde:
""La parola di Dio è forse uscita da voi? O forse pervenne a voi solamente?
Se qualcuno crede di essere profeta o spirituale, riconosca che ciò che
scrivo è comando del Signore"
( I Cor 14, 37).

Io obbedisco a Paolo apostolo e al Magistero della Chiesa che lo spiega e lo
approfondisce senza aver mai considerato il suo insegnamento condizionato
dallo spirito del mondo.
Mi considero sottomesso e schiavo del Signore e del Magistero della sua
Chiesa
e spero di perseverare, con l'aiuto di Dio, in questa schiavitù fino alla
fine della mia vita.
Cordialmente
( Bruto Maria Bruti )


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/03/2004 12.44
Yvan dice:
Ciò che mi permetto umilmente di osservare è solo che certe posizioni riflettono, e non potrebbe essere diversamente, dei costumi umani  che non è certo Dio ad aver ispirato, ma solo una libera scelta umana; questo mi sembra del tutto ragionevole e non intacca minimamente i principi su cui si fonda la fede cattolica.
.......
e così approfitto anche per le precisazione del Bruti......che (a me personalmente) arricchiscono.....
Se conosco abbastanza bene Yivan (che presunzione) egli cerca di porsi anche in termini di "santa provocazione" proprio perchè si possa approfondire....credo di aver capito cosa volesse intendere dal momento che nel forum sulla Bibbia stavamo approfondendo tempo fa il senso letterario della Bibbia da diversificarsi con i fatti storici influenzati da una certa cultura tipicamente umana...un esempio è quando parlammo dei sacrifici animali.....Dio li voleva, li aveva ordinati espressamente oppure Dio rispettando semplicemente gli usi degli uomini ha pazientemente atteso che l'uomo intendesse che NON era un sacrificio animale o umano fisicamente che voleva?
Credo che su questa lunghezza d'onda intendeva riferirsi Yivan...la questione della sottomissione......è nata per una cultura umana.....non come esplicito volere di Dio, cioè Dio non ha creato la donna perchè stesse SEMPLICEMENTE sottomessa e punto e basta......Ma Dio si è servito ancora una volta della cultura tipicamente umana per indurla ancora una volta e pazientemente a ricomporre ciò che era all'origine (lo dice anche Gesù in Mt.19 sul ripudio)...
Credo che fosse questo lo scoglio.....
Yivan puoi confermarmi e smentirmi?
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 44 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 30/03/2004 14.47
Cara Caterina,
hai espresso esattamente il mio pensiero e di questo ti ringrazio.
In materia di fede specialmente, si formano a volte delle istintive barriere che rigettano quasi inconsapevolmente qualsiasi discorso che apparentemente sembra metterla in discussione e non ci si accorge che in questo modo si rischia di non saper ascoltare e comprendere nel suo esatto significato ciò che l'altro intende esprimere, e così le discussioni rischiano di protrarsi senza mai convergere.
Si assumono a volte posizioni oltranzistiche che, anzichè approfondire il dialogo, si trasformano in semplici proclami: è così e basta, vale a dire che ciascuno si arrocca nelle proprie posizioni cercando solo di respingere ogni ragione dell'altro con virtuosismi dialettici che spesso aggirano semplicemente l'ostacolo.
Non sto accusando nessuno in particolare, dato che comprendo le ragioni che spingono a questo comportamento, nel quale tutti più o meno cadiamo, ma forse  dovremmo soffermarci con maggior pazienza e umiltà a valutare il pensiero degli altri che a volte affronta il problema semplicemente da un'angolazione diversa dalla nostra, con spunti che forse non avevamo del tutto preso in considerazione e che non ci è possibile afferrare se non abbiamo l'umiltà di saperci mettere in discussione.
Tutto questo nel pieno rispetto delle convinzioni di ciascuno.
con fraterno affetto
iyvan
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