Verso la penultima eta’ della Chiesa
Se la nostra epoca non e’ quella della fine del mondo, ci si chiedera’, come mai le assomiglia cosi’ tanto? La risposta e’ semplice: la nostra epoca di crisi e’ una prefigurazione storica di quella finale. L’odierna apostasia generale prefigura quella che verra’ compiuta dall’Anticristo; il castigo annunciato a Fatima prefigura le catastrofi che segneranno la fine dei tempi; per questa stessa analogia, pero’, il prossimo trionfo della Chiesa prefigurera’ (sia pur debolmente) la rigenerazione finale e lo splendore della “Gerusalemme celeste”.
Questo trionfo e’ stato profetizzato dal Vangelo stesso nella ben nota scena della Domenica delle Palme, quando a Gerusalemme il popolo ebreo e anche alcuni pagani, sia pure per pochi giorni, celebrarono Gesu’ Cristo rionoscendolo come Re (Mc., 11, 8-10). Poiche’ questa festa avvenne prima del tradimento del Venerdi’ santo e della successiva Resurrezione pasquale, possiamo dedurne che il Regno di Cristo nella storia conoscera’ una fase culminante prima della grande apostasia e del trionfo escatologico; anche qui la corrispondenza e’ palese. Del resto, se consideriamo che il demonio non fa che scimmiottare quanto gia’ realizzato da Dio, possiamo dire che il regno dell’Anticristo non sara’ che un tentativo di scimmiottare quell’esemplare Regno di Cristo gia’ storicamente realizzatosi prima dell’apostasia generale.
Questa eta’ trionfale e’ stata preannunciata da molti illustri teologi, che l’hanno indicata col termine di “penultima eta’ della Chiesa” e numerata come sesta (o talvolta come quinta o settima, secondo le suddivisioni storiche). Questa eta’ precedera’ e preparera’ l’ultima, che corrispondera’ al settimo giorno della creazione, ossia al riposo sabbatico dell’eternita’ beata in Cielo (14).
Ad esempio, secondo san Bonaventura da Bagnoregio, prima dell’avvento dell’Anticristo Dio concedera’ alla Chiesa una era trionfale che sara’ una pallida ma significativa prefigurazione dell’ultima eta’, quella eterna del Regno escatologico. Il Dottore francescano insegnava che la penultima eta’ sara’ “il tempo della restaurazione di tutti coloro che erano caduti”, “il tempo della Chiesa dilatata”, “l’epoca della latitudine della benevolenza divina che perfeziona”, epoca quindi ben distinta dalla quella finale caratterizzata dalla “longitudine dell’eternita’”. In questa eta’, “avverra’ la riparazione del culto divino e la riparazione della citta’. Allora si realizzera’ la profezia di Ezechiele (Ez. 40-48), quando la citta’ () che e’ quaggiu’, cioe’ quella militante, sara’ conforme alla Chiesa trionfante, per quanto e’ possibile in questa vita.Allora avverra’ la costruzione della citta’ e la restituzione di com’era al principio, e allora vi sara’ la pace” (15).
Secondo santa Caterina da Siena, “dopo tutte queste tribolazioni e angustie, in un modo che non si puo’ comprendere dagli uomini, Dio purifichera’ la santa Chiesa risvegliando lo spirito degli eletti.Seguira’ un miglioramento cosi’ grande nella Chiesa di Dio, e un rinnovamento tale di santi pastori, che al solo pensarlo il mio spirito esulta nel Signore. La Sposa, che ora e’ brutta e malvestita, allora sara’ bellissima e adorna di gemme preziose e coronata con diadema di tutte le virtu’; (...) e anche gl’infedeli, attratti dal buon odor di Cristo, ritorneranno all’ovile cattolico e si convertiranno al vero pastore e vescovo delle anime loro. Ringraziate dunque il Signore che, dopo la tempesta, dara’ alla sua Chiesa un gran ben sereno” (16).
Secondo san Vicente Ferrer, Dio restaurera’ la Chiesa tramite un nuovo ordine religioso al quale apparterranno un “gran monarca” e un santo Pontefice. Cosi’ il grande domenicano immaginava di rivolgersi a loro: “Voi metterete fine a tutte le eresie del mondo con la consumazione dei pessimi tiranni; voi realizzerete una pace universale che durera’ fino alla fine dei secoli. Voi finalmente farete santi tutti gli uomini” (17).
Secondo P. Bartolomeo Holzhauser, che nel XVII secolo scrisse un profetico commento all’Apocalisse, “Dio consolera’ ancora una volta la sua Chiesa, prima che venga la tenebrosa notte del regno dell’Anticristo. (...) Nella sesta eta’ della Chiesa, gli eretici verranno vinti e convertiti, la Chiesa gioira’ della piu’ grande consolazione, il dominio turco (= islamico) verra’ profondamente umiliato, la fede cattolica brillera’ per terra e per mare e la disciplina ecclesiastica verra’ restaurata e perfezionata. (...) Subito prima degli ultimi tempi, la Chiesa sara’ immensa, essa verra’ come ricostruita e riconsacrata al suo Sposo Gesu’ Cristo (...) Le nazioni, i popoli, gli uomini delle piu’ svariate lingue e i re ritorneranno in seno alla Chiesa cattolica” (18).
Che questa grandiosa restaurazione non sara’ solo spirituale ma anche temporale, edificando una nuova Cristianita’, appare evidente dal fatto che i suoi protagonisti saranno non solo un “santo pontefice” ma anche un “gran monarca”, come afferma lo Holzhauser sulla scia del Ferrer e di molti altri (19).
Il Regno di Maria
Ma sotto qual segno avverra’ questa nuova epoca? Chi ne sara’ il modello e l’ispiratore? E’ ancora il messaggio di Fatima che ci da’ la risposta: “infine, il Cuore Immacolato di Maria trionfera’”.
Sappiamo che la prima fase del Regno divino e’ stata quella del Padre (Antico Testamento), la seconda e’ quella odierna del Figlio (Nuovo Testamento) e la terza, definitiva ed eterna, sara’ quella dello Spirito Santo - o meglio dell’intera Trinita’ - nell’“altro mondo”. Tuttavia, santi, profeti, dottori, apostoli ed anche Papi ritengono che la storia non si concludera’ prima di culminare in un’epoca in cui il Redentore regnera’ in modo eminente mediante la Madonna, manifestando la grandezza e la potenza dell’Immacolata. Questo Regno di Cristo in Maria viene spesso chiamato, per sineddoche, Regno di Maria. Regno non solo spirituale e individuale ma anche materiale e sociale; Regno passeggero e imperfetto, certamente, ma talmente eccelso da prefigurare quello, eterno e perfetto, che si realizzera’ solo alla fine dei tempi, nella “Gerusalemme celeste”.
Questa convinzione e’ sostenuta dall’insegnamento di alcuni Papi dell’epoca contemporanea, che hanno preannunciato l’avvento del Regno mariano:
Pio IX: “Voglia (Maria), col suo validissimo patrocinio, far si’ che la santa madre Chiesa cattolica, superata ogni difficolta’ e dissipati tutti gli errori, prosperi e fiorisca ogni giorno di piu’, presso tutte le genti e in tutti i luoghi, regni da un mare all’altro e fino ai confini della terra, e goda di ogni pace, tranquillita’ e liberta’” (20).
San Pio X: “Vergine santissima, (...) accogliete le preghiere che, uniti con voi in un cuor solo, vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio, perche’ non cediamo giammai alle insidie che ci vengono tese, cosi’ che tutti arriviamo al porto della salute, e dopo tanti pericoli la Chiesa e la societa’ cristiana cantino ancora una volta l’inno della liberazione, della vittoria e della pace. Cosi’ sia” (21).
Pio XI: “Ci sorregge tuttavia la buona speranza che l’annuale festa di Cristo Re (...) spinga la societa’, com’e’ nel desiderio di tutti, a far ritorno all’amatissimo nostro Salvatore. E’ dovere dei cattolici l’accelerare e l’affrettare questo ritorno con la loro azione” (22).
Pio XII: “Voi, inginocchiati ai piedi dell’Immacolata Regina, dovete essere disposti a non riposare, finche’ non la vedrete regnare sovrana su tutto e su tutti, dapprima in voi stessi, poi attorno a voi, nelle famiglie, nelle classi e gruppi sociali e in tutte le attivita’ private e pubbliche” (23). “L’invocazione del Regno di Maria e’ (...) la voce della fede e della speranza cristiana, salde e forti delle promesse divine e degli aiuti inesauribili, che questo impero di Maria ha diffusi per la salvezza dell’umanita’. (...) Regnate, o Madre e Signora! Regnate sugl’individui e sulle famiglie, come sulle societa’ e sulle nazioni, sulle assemblee dei potenti, sui consigli dei savi” (24).
Molti noti santi e apostoli hanno annunciato il Regno di Maria. Vediamone alcuni.
S. Luigi Grignion di Montfort: “Ben presto, l’Altissimo e la sua santa Madre intendono plasmare santi cosi’ eccelsi, da superare in santita’ la maggior parte degli altri santi, di quanto i cedri del Libano sorpassano gli alberelli. (...) Con una mano essi combatteranno, rovesceranno e schiacceranno gli eretici con le loro eresie, gli scismatici con i loro scismi, gli idolatri con le loro idolatrie e i peccatori con le loro empieta’; con l’altra mano, essi edificheranno il tempio del vero Salomone e la mistica citta’ di Dio. (...) Essi condurranno tutto il mondo, con le loro parole ed esempi,alla sua (di Maria) vera devozione; questo attirera’ su di loro molte nemici, ma anche molte vittorie e glorie per il solo Dio. (...) Essi saranno i veri apostoli degli ultimi tempi; a loro il Signore delle virtu’ concedera’ la parola e la forza per operare meraviglie e ottenere gloriose vittorie sui suoi nemici” (25).
Card. Edouard Pîe: “E’ destino di Maria quello di essere un’aurora divina nell’ordine terreno e storico. Questa nuova glorificazione della Madre dovra’ dunque essere il preludio di una nuova glorificazione del Figlio, cioe’ di una magnifica estensione del suo Regno, di una messe piu’ abbondante di santi, di una piu’ ampia liberta’ riconosciuta alla Chiesa, di un aumento di onore e di potere per la Santa Sede, e infine di un periodo glorioso e insieme prospero per l’umana famiglia di Dio” (26).
Dom Prosper Gue’ranger: “Oggi, proprio perche’ il male e’ al suo culmine, perche’ tutte le verita’, i doveri e i diritti sono minacciati da un naufragio universale, abbiamo ragione di credere che Dio e la sua Chiesa trionferanno ancora un’ultima volta. Dobbiamo ammetterlo: c’e’ materia per una grande e solenne vittoria, ed e’ per questo che ci pare che Nostro Signore ne abbia riservato tutto l’onore a Maria. (...) Quando i tempi saranno venuti, la serena e pacifica Stella del mare, Maria, si levera’ su questo mare di tempeste politiche; e le onde tumultuose, stupite di riflettere il suo dolce splendore, ritorneranno calme e sottomesse. Allora un’universale voce di riconoscenza si levera’ verso Colei che, ancora una volta, sara’ apparsa come segno di pace dopo un nuovo diluvio” (27).
San Massimiliano Kolbe: “ Viviamo in un’epoca che potrebbe essere chiamata l’inizio dell’era dell’Immacolata. (...) L’Immacolata diventera’ la Regina del mondo intero e di ogni singola anima. (...) L’umanita’ si avvicinera’, per quanto e’ possibile su questa terra, alla felicita’, ad un anticipo di quell felicita’ verso la quale ognuno di noi tende gia’ naturalmente, vale a dire alla felicita’ senza limiti, in Dio, nel Paradiso. (...) Quando cio’ avverra’, la terra diventera’ un paradiso. La pace e la felicita’ entreranno nelle famiglie, nelle citta’, nei villaggi e nelle nazioni dell’intera societa’ umana” (28).
Beato Luigi Orione: “Una grande epoca sta per venire! Avremo novos coelos et novam terram. La societa’ restaurata in Cristo ricomparira’ piu’ giovane, piu’ brillante, ricomparira’ rianimata, rinnovata e guidata dalla Chiesa. Il cattolicesimo, pieno di divina verita’, di carita’, di giovinezza, di forza soprannaturale, si levera’ nel mondo e si mettera’ alla testa del secolo rinascente, per condurlo all’onesta’, alla fede, alla felicita’, alla salvezza” (29).
Com’e’ noto, e’ nella speranza dell’avvento del Regno di Maria che ha vissuro e operato, lungo il XX secolo, il prof. Plinio Correa de Oliveira. Ci piace qui ricordare qualche sue passo in cui delinea con lucidita’ e precisione il futuro trionfo della Chiesa:
“Il Regno di Maria (sara’) cioe’ un’epoca storica di fede e di virtu’ che sara’ inaugurata da una vittoria spettacolare della Madonna sulla Rivoluzione. In quest’epoca il demonio verra’ cacciato e la Madonna regnera’ sull’umanita’ attraverso le istituzioni che allo scopo avra’ scelto. (...) Il Regno di Maria sara’ dunque un’epoca nella quale l’unione delle anime con la Madonna raggiungera’ una intentita’ senza precedenti nella storia, fatta eccezione e’ chiaro di casi individuali” (30). “Avanziamo verso la civilta’ cattolica, che potra’ nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano e’ nata la civilta’ medioevale. Avanziamo verso la conquista di questo ideale, con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrotare e vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme” (31).
Sperare per lottare e vincere
La fiduciosa e operosa attesa del Regno di Maria e’ quindi non solo lecita ma anche raccomandabile ed anzi, in un certo senso, doverosa. Questa fiducia svolge anche un prezioso ruolo pedagogico; essa infatti impedisce, da una parte, che i cristiani si adagino nella illusione di poter sopravvivere adattandosi all’attuale situazione di apostasia; ma impedisce anche, dall’altra, ch’essi cadano in una fatalistica e sterile disperazione. Alla falsa alternativa tra illusione e disperazione bisogna dunque opporre la prospettiva della vera speranza: speranza nel provvidenziale governo di Dio, speranza nell’intervento misericordioso della Madonna, speranza nella riscossa della santa Chiesa, speranza nella restaurazione della Cristianita’.
Il tempo presente va considerato e vissuto non come una “eta’ oscura” da tollerare fatalisticamente e masochisticamente, ma come un periodo di prova, sacrificio e lotta nel quale perseverare con fiducia, tenendo ben fissa l’intelligenza sulla Verita’ conosciuta, orientando la volonta’ al Bene desiderato, e animando la sensibilita’ nella prospettiva che, prima o poi, si realizzera’ infallibilmente la divina promessa, per quanto possa sembrare improbabile: “E’ dunque caratteristica di colui che spera veramente, il fatto ch’egli si mantenga aperto ad un adempimento che supera ogni possibile immaginazione umana” (32). Cosi’ facendo, la sua preghiera verra’ esaudita, la sua lotta verra’ ricompensata: se non forse nel tempo, perlomeno nell’eternita’.
Note:
(1) A. Borelli Machado, Fatima: messaggio di tragedia o di speranza?, Luci sull’Est, Roma 2000, p. 44.
(2) Santa M. M. Alacoque, Vie et oeuvres, Paris-Fribourg 1990, vol. II, p. 327.
(3) U. Lattanzi, La visione biblica della storia, in: R. Spiazzi O.P. (cura), Somma del Cristianesimo, Ed. Paoline, Roma 1958, vol. I, pp. 782-797. E’ solo a questo punto, con l’avvento del Regno eterno, che si puo’ parlare di “eta’ dello Spirito Santo”, intendendola come eta’ che unisce nello Spirito il regno delle due Persone della Ss.ma Trinita’ (cfr. J. Bonsirven S.J., Le re’gne de Dieu, Aubier, Paris 1957, cap. IV).
(4) Cfr. J. Huby S.J. La prima Lettera ai Corinzi, Studium, Roma 1963, pp. 302-304.
(5) T. de Maldonado S.J., Comentarios a los cuatros Evangelios, vol. I (Evangelio de san Mateo), B.A.C., Madrid 1950, pp. 809-810.
(6) A. Piolanti, La comunione dei santi e la vita eterna, Libreria Editrice Vaticana, Citta’ del Vaticano 1990, p. 661.
(7) A. Piolanti, La comunione dei santi e la vita eterna, p. 546.
(8) H. Ramie’re S.J., Le Souverain Pontife et l’union de tous les peuples, su “Le Messager du Coeur de Je’sus”, 7 (1865), p. 547.
(9) Plinio Correa de Oliveira, A grande experiencia de 10 anos de luta, p. 16.
(10) Leone XIII, enciclica Exeunte jam anno (25-12-1888), in Insegnamenti Pontifici, vol. VI: La pace interna delle nazioni, § 233.
(11) Cfr. A. Piolanti, La comunione dei santi e la vita eterna, p. 653.
(12) San Giovanni Crisostomo, In Matthaei Evangelii homilia XIX, § 5.
(13) Card. E. Pie, Oeuvres, vol. III, p. 498.
(14) Cfr. N. Cavedini, Teologia della restaurazione, su “Civitas Christiana”, settembre 1999, pp. 3-17.
(15) San Bonaventura O.F.M., Collationes in Hexaemeron, XVI, §§ 6, 9, 30 (trad. it. Sermoni teologici, vol. I: Collazioni sull’Esamerone, Citta’ Nuova, Roma 1994). Nella citata profezia di Ezechiele, il futuro regno messianico ossia la Chiesa e’ descritto con l’immagine della “citta’ sul monte” che e’ costruita come un tempio.
(16) Beato Raimondo da Capua O.P., Vita di Santa Caterina da Siena, Cantagalli, Siena 1978, p. 298.
(17) S. Vicente Ferrer O.P., Lettera n. 53, del 7 marzo 1495.
(18) B. Holzhauser, Interpretation de l’Apocalypse, Ed. Saint Remi, Cadillac 2000, vol. II, pp. 150, 3, 18, 136.
(19) B. Holzhauser, Interpretation de l’Apocalypse, vol. II, pp. 6-7 e 153-154.
(20) Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus (8-12-1854), in Insegnamenti Pontifici: Maria Ss.ma, § 64.
(21) San Pio X, Orazione per il 50 anniversario della definizione dell’Immacolata Concezione (8-9-1903), in Ivi, § 219.
(22) Pio XI, enciclica Quas primas (11-12-1925), in Insegnamenti Pontifici: La pace interna delle nazioni, § 555.
(23) Pio XII, messaggio al Congresso mariano del Brasile (7-9-1954), in Insegnamenti Pontifici: Maria Ss.ma, § 659.
(24) Pio XII, discorso del 1-11-1954, in Ivi, §§ 741-743 e 754.
(25) San L. Grignion di Montfort, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, §§ 1, 47-48 e 58.
(26) Card. E. Pie, citato in H. Delassus S.J., Il problema dell’ora presente, Cristianita’, Piacenza 1978, vol. II, p. 153.
(27) P. Gue’ranger O.S.B., cit. in H. Delassus S.J., La mission posthume de sainte Jeanne d’Arc, Villegenon 1980, pp. 503-504.
(28) San M. Kolbe O.F.M., citazioni varie da: R. de Mattei, Il crociato del secolo XX, Piemme, Casale Monferrato 1996, pp. 352-353.
(29) Beato L. Orione, lettera del 3 luglio 1936.
(30) Plinio Correa de Oliveira, La devozione mariana e l’postolato contro-rivoluzionario, su “Cristianita’”, n. 8, nov.-dic. 1974, p. 6.
(31) Plinio Correa de Oliveira, La crociata del secolo XX, su “Cristianita’”, n. 7, sett-ott. 1974, p. 4.
(32) J. Pieper, Speranza e storia, Morcelliana, Brescia 1960, p. 111.