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Dottrina sulle benedizioni
Le benedizioni da noi comunemente conosciute vengono definite benedizioni invocative , poichè riguardano sempre che si invochi Dio su persone, cose, oggetti, luoghi e strutture.
Accanto ad esse vi sono le benedizioni costitutive meglio note come consacrazioni. Queste ultime vengono dette così per il fatto che… costituiscono la persona ad essere consacrata in modo speciale da Dio: benedizioni costitutive sono quelle della consacrazione delle vergini o la professione religiosa attraverso i famosi voti di povertà, castità, obbedienza.
Quelle che assumono maggiore rilevanza per il nostro argomento sono quindi le prime, cioè le benedizioni invocative, dette anche sacramentali.
Nella Sacra Scrittura tutte le benedizioni hanno per soggetto primario Dio, che interviene sulla storia e sulla vita dell’uomo in modo benefico, manifestando la sua misericordia. E’ il caso della benedizione concessa ad Abramo che diventerà capostipite di una lunga discendenza (Gen 12) o delle " grandi benedizioni di cui al libro del Deuteronomico (23, 1-4). Vi sono anche casi di benedizione il cui soggetto è l’elemento umano che intende benedire e lodare il Signore, ma anche in questi casi il soggetto primario è Dio in quanto codeste manifestazioni di amore e di riconoscenza nei Suoi confronti si danno sempre in conseguenza di ciò che Egli ha compiuto a vantaggio del suo popolo (Salmo 31; 34).
Molte benedizioni si realizzano nel quadro dell’Alleanza fra l’uomo e Dio, un patto per il quale il popolo potrà sempre usufruire dell’assistenza benevola del Signore impegnandosi a mettere in pratica i Suoi comandamenti.
Ne deriva che ogni benedizione consiste nello sguardo provvidente e benevolo di Dio nei riguardi dell’uomo: Dio ama l’uomo e lo assiste in tutte le circostanze, mentre questi si impegna a fare la Sua volontà in tutto e per tutto. La pienezza di ogni benedizione divina risiederà in Cristo Figlio di Dio, venuto a redimere l’uomo dalla schiavitù del peccato e rendendo presente Dio Padre nella sua stessa persona per opera dello Spirito Santo (Mt 28, 19-20).
Ma il testo che più può venirci in aiuto per comprendere la nostra analisi è quello della Genesi al cap I: in esso si nota come già l’attività creatrice di Dio in se stessa costituisca una benedizione; ma vi è altresì una frase ricorrente di non secondaria importanza che pervade tutto il testo: "E Dio vide che era cosa buona". Man mano che Egli crea il cosmo nella varietà degli elementi, si sofferma ad osservarlo e… "ne dice bene", cioè lo guarda con atteggiamento di approvazione. Il che significa che Dio guarda con benevolenza ogni singola cosa e ciascun elemento anche minimo della sua creazione… quindi lo benedice.
Tuttavia, la più nobile delle creature è l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio e collocato al centro della creaturalità medesima. Tutte le cose vivono e sussistono in virtù dell’attività e del trastullo di Adamo, nonché in funzione di lui ed è soprattutto in questo senso che vengono viste da Dio come cosa buona, cioè benedette. Tutto nella terra e nella realtà cosmica muove a beneficio dell’uomo e ha l’unica funzionalità di mostrarsi a vantaggio dell’umanità soltanto; pertanto nell’ottica di Dio ogni cosa è benedetta perché funzionale all’uomo e non in se stessa. Ma tutto ciò non è stato costitutivo di fortuna e di benessere per Adamo; non perché Dio avesse smesso ad un certo punto di benedirlo, ma perché Adamo, lungi dall’essere fedele alla familiarità con il suo creatore ha preferito macchiarsi con la famosa colpa del frutto proibito. Con il peccato Egli ha rifiutato la benedizione = sguardo benedicente di Dio e la comunione con le creature e pertanto ora si trova in situazioni di avversità sia con l’Uno che con le altre.
Per Adamo quindi, la benedizione divina in se stessa non è stata apportatrice di frutti benefici, avendo lui stesso scelto di rifiutarla con il peccato.
Il passo sopra menzionato trova la sua attualità nelle benedizioni di cui facciamo richiesta ogni giorno al sacerdote e ci permette di comprendere il tema di queste secondo i seguente concetto. Quando si chiede una benedizione:
Si ha fede che Dio ama tutta la sua creazione e provvede continuamente ad essa.
Si rendono pertanto grazie a Dio e gloria a Lui per ogni dono del creato
Si riconosce che al centro della creazione vi è sempre l’uomo
Che gli oggetti vengono quindi benedetti in funzione dell’uomo e della sua attività: nel benedire una determinata cosa il sacerdote invoca Dio perché guardi con amore quell’oggetto specifico in quanto verterà a beneficio dell’uomo e questi ne farà l’uso corretto. Ne deriva che l’uomo sarà disposto a realizzare la volontà di Dio in relazione all’oggetto medesimo
Cosicchè quando si benedice un’automobile non si pronuncia una formula magica su di essa né si asseconda un’usanza tradizionale e priva di senso, ma si invoca il Signore perché guardi con amore le persone che ne faranno uso, le protegga nei loro viaggi e sia il loro compagno di cammino.Come dice lo stesso rituale delle benedizioni dei veicoli (Benedizionale, pag. 411) coloro che si porranno alla giuda dell’auto useranno perizia e prudenza e considereranno Dio come il loro continuo compagno. Venendo a mancare queste prerogative, la benedizione non sarà sufficiente a scongiurare eventuali pericoli e incidenti.
Quando si benedicono le mura domestiche: si invoca la protezione di Dio sulla determinata dimora affinché gli abitanti di essa conducano una vita conforme alla rettitudine evangelica e trovino in Dio il loro punto di riferimento; tale dovrà essere il comportamento dei suddetti.
Quando si benedice un oggetto di pietà o di devozione (un crocifisso, un’immagine, una coroncina) lo si fa’ per chiedere a Dio che il suo proprietario viva la reale devozione verso ciò che esso rappresenta.
Tutte le circostanze della vita sono occasioni di riscontro della presenza di Dio e legittimano pertanto la volontà di invocarne la presenza di amore e di misericordia e, in questo senso, chiedere le benedizioni vuol dire riconoscere Dio presente in tutte le situazioni ed esprimere la fede che da Lui dipende ogni cosa e ogni situazione, ma chiedere che si benedica un oggetto solo per la soddisfazione che venga benedetto o per scongiurare un’eventuale disgrazia non comporta necessariamente che si esterni un atto di fede.
In più, alla presenza benedicente di Dio corrisponde sempre la collaborazione dell’uomo; ragion per cui si è carenti nella fede allorché si ometta di far seguire l’avvenuto rito di benedizione alla pratica del retto agire cristiano nelle varie circostanze. Che poi la benedizione una volta ricevuta debba essere corredata debitamente con la continua preghiera e la vita sacramentale è un’evidenza che deriva da sé medesima: lo stesso Dio benedicente che ci accompagna nelle circostanze della vita va’ incontrato ogni giorno nella dimensione dell’orazione e in modo particolare nel suo Figlio Gesù Cristo realmente presente nell’Eucarestia di ogni Domenica.
A riprova di questo fatto si potrebbe apportare la realtà che il De benedictionibus, oltre a prevedere tante circostanze in cui si possono celebrare benedizioni, dispone altresì che il loro ministro non sempre debba essere necessariamente il sacerdote: anche i diaconi sono preposti alle benedizioni e in determinati casi previsti dal Documento lo possono essere anche certi laici qualificati "a motivo del loro incarico o ministero ad essi affidato" (Cit. M. Augè, Liturgia. Storia, celebrazione, teologia, spiritualità, Paoline, Cinisello Balsamo 1996, Le benedizioni, pagg. 219-226) come nel caso dei padri di famiglia, dei religiosi o dei catechisti in determinate circostanze stabilite dall’Ordinario (Benedizionale pag. 28) quando manchino sacerdoti o diaconi.
Tutte le volte che mi trovi ad amministrare la benedizione presso una famiglia o un negozio, un laboratorio, ecc, è mia preferenza che tutti i presenti si raccolgano tutti insieme per prendere parte al rito, sospendendo le attività o i lavori che sul momento si svolgono: in tal modo si esprime con maggior rilievo che, come del resto prevedono le rubriche, il senso ecclesiale della benedizione: in ciascuno dei riti, nella persona del ministro è la Chiesa intera che chiede a Dio la sua benedizione attraverso la riflessione sulla Scrittura, la preghiera di lode el’invocazione, essendo essa stessa benedizione in quanto Sacramento di Cristo e fautrice, assieme a Lui dell’opera di santificazione nel mondo. La Chiesa in questo agisce sotto l’azione dello Spirito Santo per l’edificazione del popolo di Dio.