Cosa veste il Papa per la Liturgia? (2)

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Caterina63
00mercoledì 2 febbraio 2011 23:40
Apriamo una nuova pagina dedicata agli abiti Liturgici e simili, usati dal Pontefice.....
per la prima serie di immagini cliccate nel vecchio thread:
cosa veste il Papa per la Liturgia?



Vespri con i religiosi...cliccate qui per l'omelia del 2.2.2011
gli abiti qui usati sono il dono dei Monaci Benedettini di Monte Cassino, donati al Papa in occasione della sua visita al celebre Monastero....





























 
Caterina63
00sabato 19 marzo 2011 11:54
Pope Benedict XVI walks in a procession from Sant'Anselmo basilica to Santa Sabina basilica before leading the Ash Wednesday service on March 9, 2011 in Rome. Ash Wednesday opens the liturgical 40 day period of Lent.ROME, ITALY - MARCH 9: Pope Benedict XVI leads the Ash Wednesday service at the Santa Sabina Basilica on March 9, 2011 in Rome, Italy. Ash Wednesday opens the liturgical 40-day period of Lent, a period of prayer, fasting, penitence and alms giving leading up to Easter.


Esercizi spirituali in Vaticano

Un percorso iniziato nel 1925

Nel 1983 li guidò Ratzinger

L’ istituzione degli esercizi spirituali in Vaticano per il Papa e i suoi più stretti collaboratori risale al 1925 con Pio XI, che poi nel 1929, con l’enciclica Mens nostra, stabilisce si svolgano puntualmente ogni anno. Si tratta di un appuntamento inizialmente fissato nel periodo dell’Avvento ma che, dal 1964, viene spostato nella prima settimana di Quaresima. I predicatori chiamati a guidarli con Pio XI sono soprattutto gesuiti, ma anche oblati di Rho, cappuccini e redentoristi.

Pio XII sceglie di nominare solo padri gesuiti con l’eccezione del 1941.
Giovanni XXIII sceglie un gesuita, il vescovo Angrisani, il parroco romano Scavizzi e il predicatore apostolico padre Ilarino.
Paolo VI inaugura le sue scelte – nel 1964 – con il redentorista tedesco Häring, rompendo così la consuetudine che aveva visto finora nell’elenco solo ecclesiastici italiani.
Il primo cardinale chiamato a predicare gli esercizi è stato Karol Wojtyla nel 1976, due anni prima di diventare Giovanni Paolo II. Non pochi hanno ricevuto la porpora dopo aver predicato (ricordando solo i viventi: Martini, Cottier, Tonini, Medina Estevez, Schoenborn, Comastri).
 
Benedetto XVI nei primi anni di pontificato ha scelto cardinali, per così dire, a «fine carriera» (Cè, Biffi, Vanhoye e Arinze). Lo scorso anno, in occasione dell’Anno Sacerdotale, è stato nominato un prete, il salesiano don Enrico dal Covolo, che nel frattempo è diventato vescovo dopo essere nominato rettore della Pontificia Università Lateranense.
Quest’anno è toccato al carmelitano scalzo Francois-Marie Lethel.

Una curiosità riguardante l’attuale Pontefice. In una
intervista concessa al mensile 30 Giorni da cardinale ha rivelato che alcuni anni prima della sua nomina ad arcivescovo di Monaco del 1977, «forse nel 1975», Paolo VI lo «aveva invitato a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano».
«Ma – aggiunge Ratzinger – non mi sentivo sufficientemente sicuro né del mio italiano né del mio francese per preparare e osare una tale avventura e così avevo detto di no». Ma fu un «no» provvisorio. Nel 1983 dopo essere stato chiamato a Roma da Giovanni Paolo II il cardinale Ratzinger viene chiamato a predicare gli esercizi. E accetta. 

Avvenire, 12 marzo 2011


SI LEGGA ANCHE:

Mens Nostra Lettera Enciclica di Pio XI sull'importanza degli ESERCIZI SPIRITUALI

In this picture made available by the Vatican newspaper Osservatore Romano, Pope Benedict XVI is anointed with ashes during a the traditional Ash Wednesday mass in the St. Sabina church in Rome Wednesday, March 9, 2011. 

ROME, ITALY - MARCH 9: Pope Benedict XVI leads the Ash Wednesday service at the Santa Sabina Basilica on March 9, 2011 in Rome, Italy. Ash Wednesday opens the liturgical 40-day period of Lent, a period of prayer, fasting, penitence and alms giving leading up to Easter.


Pope Benedict XVI salutes the faithful during the traditional Ash Wednesday mass in the St. Sabina church in Rome Wednesday, March 9, 2011.

Caterina63
00domenica 17 aprile 2011 15:12

  DOMENICA DELLE PALME 2011

Pope Benedict XVI blesses as he leads the Palm Sunday mass at the Vatican April 17, 2011.

       Pope Benedict XVI attends the Palm Sunday procession in Saint Peter's square at the Vatican, on April 17 2011. The Palm Sunday marks the holy week of Easter in celebration of the crucifixion and resurrection of Jesus Christ.Pope Benedict XVI attends the Palm Sunday procession in Saint Peter's square at the Vatican, on April 17 2011. The Palm Sunday marks the holy week of Easter in celebration of the crucifixion and resurrection of Jesus Christ.

Pope Benedict XVI holds a palm as he leads the Palm Sunday mass at the Vatican April 17, 2011.

                   Pope Benedict XVI kisses the main altar as he leads the Palm Sunday mass at the Vatican April 17, 2011.Pope Benedict XVI holds an incense burner as he leads the Palm Sunday mass at the Vatican April 17, 2011.

                       
Pope Benedict XVI celebrates the Palm Sunday mass in St Peter's square at the Vatican, on April 17, 2011. Palm Sunday marks the start of the holy week of Easter in celebration of the crucifixion and resurrection of Jesus Christ.

Pope Benedict XVI is helped to get up after he kneeled during the Palm Sunday Mass, in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, April 17, 2011. The Pontiff leading a huge crowd at Palm Sunday outdoor Mass, lauded mankind's technological accomplishments but lamented that increasing abilities also can produce menacing evil.

Pope Benedict XVI attends the Palm Sunday celebration in Saint Peter's square at the Vatican, on April 17 2011. The Palm Sunday marks the holy week of Easter in celebration of the crucifixion and resurrection of Jesus Christ.
Caterina63
00venerdì 22 aprile 2011 11:03
Entrando nel Vivo del Triduo Pasquale e della Santa Pasqua 2011 e invitandovi a seguire i testi cliccando qui:
Meditazioni per la Settimana Santa: dalla Domenica delle Palme alla santa Pasqua

vi offriamo una serie di immagini relative alla Messa del Sacro Crisma, la mattina del Giovedì Santo, e della Coena Domini, nel pomeriggio in san Giovanni....





 











 







 






 



 

 











 
Caterina63
00sabato 23 aprile 2011 00:14
Liturgia della Passione...

















 











 









 













 

















 
Caterina63
00sabato 23 aprile 2011 19:16

...e allora??

BUONA PASQUA A TUTTI DI GESU' RISORTO

E CHE IL NOSTRO AMATO PAPA RENDE VIVO E PRESENTE















un dono in foto, per ricordare a tutti noi cosa è davvero importante per la nostra vera felicità....

Santa Pasqua!








Caterina63
00domenica 12 giugno 2011 16:20
Caterina63
00mercoledì 29 giugno 2011 14:42
29.6.2011 FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO E LX -SESSANTESIMO - ANNIVERSARIO SACERDOTALE DI PAPA BENEDETTO

Cari amici, forse mi sono trattenuto troppo a lungo con la memoria interiore sui sessant’anni del mio ministero sacerdotale.
Adesso è tempo di pensare a ciò che è proprio di questo momento. Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo rivolgo anzitutto il mio più cordiale saluto al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e alla Delegazione che ha inviato, e che ringrazio vivamente per la gradita visita nella lieta circostanza dei Santi Apostoli Patroni di Roma. Saluto anche i Signori Cardinali, i Fratelli nell’Episcopato, i Signori Ambasciatori e le Autorità civili, come pure i sacerdoti, i compagnia della mia prima Messa, i religiosi e i fedeli laici.
Tutti ringrazio per la presenza e la preghiera.

Agli Arcivescovi Metropoliti nominati dopo l’ultima Festa dei grandi Apostoli viene ora imposto il pallio. Che cosa significa?
Questo può ricordarci innanzitutto il giogo dolce di Cristo che ci viene posto sulle spalle (cfr Mt 11,29s). Il giogo di Cristo è identico alla sua amicizia. È un giogo di amicizia e perciò un “giogo dolce”, ma proprio per questo anche un giogo che esige e che plasma. È il giogo della sua volontà, che è una volontà di verità e di amore. Così è per noi soprattutto anche il giogo di introdurre altri nell’amicizia con Cristo e di essere a disposizione degli altri, di prenderci come Pastori cura di loro. Con ciò siamo giunti ad un ulteriore significato del pallio: esso viene intessuto con la lana di agnelli, che vengono benedetti nella festa di sant’Agnese. Ci ricorda così il Pastore diventato Egli stesso Agnello, per amore nostro. Ci ricorda Cristo che si è incamminato per le montagne e i deserti, in cui il suo agnello, l’umanità, si era smarrito. Ci ricorda Lui, che ha preso l’agnello, l’umanità – me – sulle sue spalle, per riportarmi a casa.
Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per così dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro. Infine, il pallio significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori – significa che noi dobbiamo essere Pastori per l’unità e nell’unità e che solo nell’unità di cui Pietro è simbolo guidiamo veramente verso Cristo.

Sessant’anni di ministero sacerdotale – cari amici, forse ho indugiato troppo nei particolari. Ma in quest’ora mi sono sentito spinto a guardare a ciò che ha caratterizzato i decenni. Mi sono sentito spinto a dire a voi – a tutti i sacerdoti e Vescovi come anche ai fedeli della Chiesa – una parola di speranza e di incoraggiamento; una parola, maturata nell’esperienza, sul fatto che il Signore è buono. Soprattutto, però, questa è un’ora di gratitudine: gratitudine al Signore per l’amicizia che mi ha donato e che vuole donare a tutti noi. Gratitudine alle persone che mi hanno formato ed accompagnato.

E in tutto ciò si cela la preghiera che un giorno il Signore nella sua bontà ci accolga e ci faccia contemplare la sua gioia. Amen


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Piccola curiosità.....

NAPOLI - è stata un'antica azienda napoletana a fornire i paramenti ricamati per il Santo Padre ed i cardinali in occasione della celebrazione per i 60 anni di sacerdozio di papa Benedetto XVI.

Nell'opificio della Serpone e Company, fondato nel 1820, si e' lavorato per ricamare e confezionare i 220 paramenti per i concelebranti. Ideatore della casule scelte dal Vaticano, Paolo Serpone, uno dei figli del titolare dell'azienda. ''Sono stati realizzati utilizzando una stoffa rossa con delicati disegni liturgici dorati ed uno stolone dove sono ricamate delle croci e lo stemma del Santo Padre - spiega - La casula del Santo Padre sara' realizzata con la stessa stoffa ma con preziosi ed artistici ricami a mano in oro fino. La novita' e' nel taglio dello stolone a forma trapeziodale''.

Gli abiti sono stati donati da un fedele che preferisce mantenere l'anonimato.


seguono le foto....

 

 


US  Archbishop of Sant Antonio Gustavo Garcia-Siller (L) receives the  Pallium from Pope Benedict XVI  during the solemn mass at St Peter's  basilica to celebrate the feast of Saint Peter and Saint Paul on June  29, 2011 at The Vatican.

Pope Benedict XVI gives Pallium to Archbishop Paul Stagg Coakley of  the U.S. during a solemn mass to celebrate the feast of Saints Peter  and Paul in Saint Peter's Basilica at the Vatican June 29, 2011.
Pope Benedict XVI gives Pallium to Archbishop Gerard Cyprien  Lacroix of Canada during a solemn mass to celebrate the feast of Saints  Peter and Paul in Saint Peter's Basilica at the Vatican June 29, 2011.
Pope Benedict XVI gives Pallium to Archbishop Gerard Cyprien  Lacroix of Canada during a solemn mass to celebrate the feast of Saints  Peter and Paul in Saint Peter's Basilica at the Vatican June 29, 2011.
Pope Benedict XVI holds the cross during a solemn mass to celebrate  the feast of Saints Peter and Paul in Saint Peter's Basilica at the  Vatican June 29, 2011.
Pope Benedict XVI waves as he arrives to celebrate a solemn mass to  celebrate the feast of Saints Peter and Paul in Saint Peter's Basilica  at the Vatican June 29, 2011.


Caterina63
00lunedì 29 agosto 2011 17:31
[SM=g1740733] Una stola per la GMG MADRID 2011, casule e due mitrie...  CLICCARE QUI PER TESTI ED IMMAGINI


http://www.famillechretienne.fr/data/imgs/articles/benoit-xvi-benissant-jmj-20_131374664330762100.jpg




Caterina63
00venerdì 23 settembre 2011 15:53
[SM=g1740733]Abbiamo piacere di segnalare che il santo Padre Benedetto XVI ha indossato una stola sua personale per l'incontro Ecumenico ad Erfurt ....
la notizia buona sta nel fatto che non è la solita stola con lo stemma del Papa declassato a mitria, MA CON LA TIARA.... [SM=g1740733]
la stessa stola il Papa l'ha indossata una sola volta e non proprio in pubblico, tanto che non ci sono foto in giro.... il giorno della Festa di sant'Agnese per la benedizione degli Agnellini, in questo gennaio del 2011....


Pope Benedict XVI leaves the Erfurt protestant monastery of St. Augustin, on September 23, 2011, on the second day of the Pontiff's first state visit to his native Germany. The 84-year old pope, German born Joseph Ratzinger, has a packed program, with 18 sermons and speeches planned for his four-day trip to Berlin, Erfurt in the ex-German Democratic Republic and Freiburg.Pope Benedict XVI speaks at the Erfurt protestant monastery of St. Augustin, on September 23, 2011, on the second day of the Pontiff's first state visit to his native Germany. The 84-year old pope, German born Joseph Ratzinger, has a packed program, with 18 sermons and speeches planned for his four-day trip to Berlin, Erfurt in the ex-German Democratic Republic and Freiburg.
ERFURT, GERMANY - SEPTEMBER 23:  Pope Benedict XVI leaves the church after leading an ecumenical devotion at the Augustinerkloster abbey on September 23, 2011 in Erfurt, Germany. The Pope is in Erfurt on the second of a four-day visit to Germany.ERFURT, GERMANY - SEPTEMBER 23:  Pope Benedict XVI prepares to lead an ecumenical devotion at the Augustinerkloster abbey on September 23, 2011 in Erfurt, Germany. The Pope is in Erfurt on the second of a four-day visit to Germany.

Stola con tiara di Benedetto XVI







Caterina63
00domenica 9 ottobre 2011 14:55
[SM=g1740722]Pianeta e Mitria in dono al Papa Benedetto XVI in visita Pastorale a Lamezia Terme e a Serra san Bruno... CLICCARE QUI PER I TESTI


pianeta Benedetto XVIBenedetto XVI con la pianeta
Benedetto XVI buon Pastore
Papa B16pianeta e mitria B16



qui i Vespri a Serra san Bruno dai Cistercensi



Benedetto XVI
B16
Benedict  XVI san Bruno
Vespri  Benedetto XVI
Maria  Santissima Benedetto XVI
Benedetto  XVI cistercensi san Bruno
Benedetto  XVI serra san bruno





Caterina63
00venerdì 16 dicembre 2011 13:56
[SM=g1740717]Vespri per il Santo Natale 2011 con e per i Giovani Universitari, cliccare qui per il testo dell'Omelia , qui a seguire le foto per constatare il nuovo piviale indossato dal Papa per l'occasione...
















































Caterina63
00martedì 20 dicembre 2011 14:03

Liturgia Pontificia: è nato un nuovo blog.

Leone XIII

S. Messa privata del Venerabile Pio XII



Pontificale del Beato Giovanni XXIII


Pontificale del Servo di Dio Paolo VI


Servo di Dio Giovanni Paolo I


Beato Giovanni Paolo II


Pontificale di S. S. Benedetto XVI
felicemente regnante








Diamo comunicazione che il 12 settembre 2011, con un primo post sui paramenti pontificali del Sommo Pontefice, e un altro sulle celebrazioni papali, è nato un nuovo blog - in linqua spagnola, ma con molte fotografie - sulla Liturgia Pontificia. In perfetta comunione con Benedetto XVI (e non potrebbe essere altrimenti!), con molte testimonianze sulla continuità (se pur a singhiozzo) della tradizione in fatto di cerimonie, paramenti e riti sacri, di suppellettili e insegne papali, di abitudini e usanze attorno alla figura del Papa e alla corte pontificia.

[SM=g1740722] [SM=g1740721]


Caterina63
00domenica 25 dicembre 2011 10:27

INTERVISTA A MONS. GUIDO MARINI da Avvenire Natale 2011

Immagine pagina
Didascalia immagine
Contenuto Articolo
Questa sera Benedetto XVI dà inizio alle celebrazioni del Tempo di Natale con la Messa solenne in San Pietro. Avvenire ha chiesto a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, di illustrare e spiegare ai lettori i riti che il Papa si appresta a presiedere.

Monsignore eccoci al Tempo di Natale. Ci sono novità quest’anno nelle celebrazioni di papa Benedetto?
Non direi. E la cosa non deve stupire. È bene, infatti, ricordare che ciò che rende "grande" la liturgia non è l’invenzione continua di qualche cosa di nuovo da parte nostra, singoli o comunità. Il "Nuovo" vero che rinnova la vita è il mistero di Cristo, che nella liturgia viene celebrato e ripresentato. A noi è richiesta soprattutto una partecipazione sempre più viva, reale, esistenziale. Nuovi e rinnovati nel cuore e nella vita dobbiamo essere noi, per la grazia di Cristo. Aggiungo che la ripetitività dell’atto liturgico, nella sua oggettività, è una grazia del tutto speciale perché ci ricorda la fedeltà di Dio alla sua promessa di amore e ci consente, nel corso del tempo, un’adesione sempre maggiore alla vita divina che ci viene donata.


Si comincia quindi con la Santa Messa della Notte del 24, che viene preceduta dal canto della Kalenda, qual è il significato di questo rito?
Anzitutto, quest’anno la Santa Messa sarà preceduta dalla preghiera dell’Ufficio delle Letture, così come suggerisce e consiglia il Messale Romano, con inizio alle ore 21. Conclusa la preghiera dell’Ufficio, prima dell’inizio della Messa è previsto il canto della Kalenda, come ormai è consuetudine da alcuni anni. È il solenne annuncio del Natale. In quel canto il ricordo di alcuni avvenimenti della storia della salvezza consente di entrare nella grande attesa del Salvatore che ha caratterizzato universalmente la vita dei popoli. Al termine della Kalenda, un diacono provvederà a svelare la statua di Gesù Bambino, collocata, come di consueto, davanti all’altare della Confessione.

Il 31 dicembre c’è il Te Deum, qual è il senso di questa celebrazione?
Al termine di un nuovo anno, la Chiesa si rivolge al suo Signore per adorarlo, rendergli grazie, lodarlo, domandare perdono e invocarne la benedizione. È questo il senso caratteristico del canto del "Te Deum", inserito nel contesto di una celebrazione liturgica, quale quella dei Vespri, e accompagnato dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Ritengo che proprio l’atto dell’adorazione sia particolarmente indicato per una celebrazione il cui significato primario sta nel rivolgere lo sguardo al Signore della storia passata e futura, nel segno della gratitudine e della speranza.

Il 1° gennaio il Papa celebra la messa per la giornata mondiale della pace, una "novità" introdotta dal 1966…
È infatti ormai da 45 anni che alla grande solennità della Santissima Madre di Dio, la principale tra le festività mariane dell’anno liturgico, è associata la Giornata mondiale della pace. I cristiani sanno bene che la pace non è il risultato degli sforzi, pur generosi, degli uomini. Non vi può essere pace dove non venga riconosciuto il diritto di Dio. In questo giorno la Chiesa invoca dal Cielo il dono della pace. E lo fa guardando a Maria e affidando a Lei, che è Madre del Signore della pace, la propria preghiera. Anche per questo motivo, in San Pietro, la celebrazione della Messa sarà preceduta dalla preghiera del Rosario. [SM=g1740722]

Il 6 gennaio Benedetto XVI celebra la solennità dell’Epifania, con anche l’ordinazione episcopale di due nuovi nunzi…
Il fatto che l’ordinazione avvenga nella solennità dell’Epifania non distoglie certo dal mistero celebrato dalla Chiesa. È, anzi, molto significativo che nel giorno della manifestazione di Dio ai Magi, alla Chiesa sia fatto dono di alcuni vescovi, coloro che hanno per primi il mandato di "manifestare" il Signore fino ai confini della terra.

La domenica 8 gennaio è prevista la Festa del Battesimo del Signore, quando amministrerà il sacramento ad alcuni bambini. Una curiosità, se lecito, chi saranno quest’anno i piccini fortunati?
Come ormai avviene da tanti anni, i bambini che riceveranno il dono del Battesimo dal Santo Padre sono tutti figli di dipendenti della Santa Sede, nati nell’anno tra settembre e dicembre.

Nelle liturgie di quest’anno è previsto l’uso di vesti e ornamenti liturgici particolari?
Il criterio nella scelta e nell’uso di vesti e ornamenti liturgici rimane quello degli anni passati: un sereno equilibrio tra antico e nuovo. [SM=g1740721] Anche questo serve a esprimere la verità fondamentale per la quale la Chiesa è un soggetto vivente che conosce uno sviluppo armonico, senza fratture, lungo la storia. La liturgia non può che partecipare di un tale sviluppo ancorato alla propria grande Tradizione. Senza dimenticare, tornando agli abiti e agli ornamenti, la chiara indicazione del Concilio Vaticano II che raccomanda la nobile bellezza.

Gianni Cardinale


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faldistorio Leone XIII




Caterina63
00sabato 31 dicembre 2011 19:55
Il Papa ai Vespri di fine Anno

 «Te Deum laudamus!» Noi ti lodiamo, Dio!

La Chiesa ci suggerisce di non terminare l’anno senza rivolgere al Signore il nostro ringraziamento per tutti i suoi benefici. È in Dio che deve terminare l’ultima nostra ora, l’ultima ora del tempo e della storia. Dimenticare questo fine della nostra vita significherebbe cadere nel vuoto, vivere senza senso. Per questo la Chiesa pone sulle nostre labbra l’antico inno Te Deum. È un inno pieno della sapienza di tante generazioni cristiane, che sentono il bisogno di rivolgere in alto il loro cuore, nella consapevolezza che siamo tutti nelle mani piene di misericordia del Signore.
«Te Deum laudamus!». Così canta anche la Chiesa che è in Roma, per le meraviglie che Dio ha operato e opera in essa. Con l’animo colmo di gratitudine ci disponiamo a varcare la soglia del 2012, ricordando che il Signore veglia su di noi e ci custodisce. A Lui questa sera vogliamo affidare il mondo intero. Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo nostro mondo e gli offriamo anche le speranze per un futuro migliore. Deponiamo questi voti nelle mani di Maria, Madre di Dio, Salus Populi Romani.

Amen.

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MESSA DEL PRIMO GENNAIO 2012

Per la Comunità ecclesiale educare alla pace rientra nella missione ricevuta da Cristo, fa parte integrante dell’evangelizzazione, perché il Vangelo di Cristo è anche il Vangelo della giustizia e della pace.

Ma la Chiesa, negli ultimi tempi, si è fatta interprete di una esigenza che coinvolge tutte le coscienze più sensibili e responsabili per le sorti dell’umanità: l’esigenza di rispondere ad una sfida decisiva che è appunto quella educativa. Perché “sfida”? Almeno per due motivi: in primo luogo, perché nell’era attuale, fortemente caratterizzata dalla mentalità tecnologica, voler educare e non solo istruire non è scontato, ma è una scelta; in secondo luogo, perché la cultura relativista pone una questione radicale: ha ancora senso educare?, e poi educare a che cosa?


Naturalmente non possiamo ora affrontare queste domande di fondo, alle quali ho cercato di rispondere in altre occasioni.

Vorrei invece sottolineare che, di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza. E in questo impegno per un’educazione integrale, entra anche la formazione alla giustizia e alla pace.

I ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti. Per loro, oggi più che mai, è indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione.

I giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene. Questa educazione parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative. Si tratta essenzialmente di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione. Così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace.

In quest’opera educativa verso le nuove generazioni, una responsabilità particolare spetta anche alle comunità religiose. Ogni itinerario di autentica formazione religiosa accompagna la persona, fin dalla più tenera età, a conoscere Dio, ad amarlo e a fare la sua volontà. Dio è amore, è giusto e pacifico, e chi vuole onorarlo deve anzitutto comportarsi come un figlio che segue l’esempio del padre. Un Salmo afferma: “Il Signore compie cose giuste, / difende i diritti di tutti gli oppressi. … Misericordioso e pietoso è il Signore, / lento all’ira e grande nell’amore” (Sal 103,6.8). In Dio giustizia e misericordia convivono perfettamente, come Gesù ci ha dimostrato con la testimonianza della sua vita. In Gesù “amore e verità” si sono incontrati, “giustizia e pace” si sono baciate (cfr Sal 85,11). In questi giorni la Chiesa celebra il grande mistero dell’Incarnazione: la verità di Dio è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo, la terra ha dato il suo frutto (cfr Sal 85,12.13). Dio ci ha parlato nel suo Figlio Gesù. Ascoltiamo che cosa dice Dio: “egli annuncia la pace” (Sal 85,9). Gesù è una via praticabile, aperta a tutti. E’ la via della pace. Oggi la Vergine Madre ce lo indica, ci mostra la Via: seguiamola! E tu, Santa Madre di Dio, accompagnaci con la tua protezione.

Amen.



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Caterina63
00venerdì 6 gennaio 2012 14:29
CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DELLA EPIFANIA DEL SIGNORE, CON IL RITO DI ORDINAZIONE EPISCOPALE, 06.01.2012

Alle ore 9.30 di oggi, Solennità dell’Epifania del Signore ,

Il Papa ha indossato pianeta e mitria nuova e per la prima volta anche i vescovi ordinati indossavano la pianeta (anche per la prima Messa dell'anno tutti i cardinali indossavano la pianeta)








Nel corso dell’Angelus di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato per il prossimo 18 febbraio un Concistoro nel quale procederà alla nomina di ventidue nuovi Cardinali.
Queste le parole del Papa:


PAROLE DEL SANTO PADRE

Ed ora, con grande gioia, annuncio che il prossimo 18 febbraio terrò un Concistoro nel quale nominerò 22 nuovi Membri del Collegio Cardinalizio.

Come è noto, i Cardinali hanno il compito di aiutare il Successore dell’Apostolo Pietro nello svolgimento del suo Ministero di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e fondamento dell’unità e della comunione nella Chiesa.

Ecco i nomi dei nuovi Porporati:

1. Mons. FERNANDO FILONI, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli;

2. Mons. MANUEL MONTEIRO DE CASTRO, Penitenziere Maggiore;

3. Mons. SANTOS ABRIL Y CASTELLÓ, Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore;

4. Mons. ANTONIO MARIA VEGLIÒ, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti;

5. Mons. GIUSEPPE BERTELLO, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato;

6. Mons. FRANCESCO COCCOPALMERIO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;

7. Mons. JOÃO BRAZ DE AVIZ, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica;

8. Mons. EDWIN FREDERIK O'BRIEN, Pro-Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme;

9. Mons. DOMENICO CALCAGNO, Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica;

10. Mons. GIUSEPPE VERSALDI, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede;

11. Sua Beatitudine GEORGE ALENCHERRY, Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi (India);

12. Mons. THOMAS CHRISTOPHER COLLINS, Arcivescovo di Toronto (Canada);

13. Mons. DOMINIK DUKA, Arcivescovo di Praha (Repubblica Ceca);

14. Mons. WILLEM JACOBUS EIJK, Arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi);

15. Mons. GIUSEPPE BETORI, Arcivescovo di Firenze (Italia);

16. Mons. TIMOTHY MICHAEL DOLAN, Arcivescovo di New York (Stati Uniti d'America);

17. Mons. RAINER MARIA WOELKI, Arcivescovo di Berlin (Repubblica Federale di Germania);

18. Mons. JOHN TONG HON, Vescovo di Hong Kong (Repubblica Popolare Cinese);

Ho deciso, inoltre, di elevare alla dignità cardinalizia un venerato Presule, che svolge il suo ministero di Pastore e Padre di una Chiesa, e tre benemeriti Ecclesiastici, che si sono distinti per il loro impegno a servizio della Chiesa.

Essi sono:

1. Sua Beatitudine LUCIAN MUREŞAN, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia dei Romeni (Romania);

2. Mons. JULIEN RIES, Sacerdote della Diocesi di Namur e Professore emerito di storia delle religioni presso l'Università Cattolica di Louvain;

3. P. PROSPER GRECH, O.S.A., Docente emerito di varie Università romane e Consultore presso la Congregazione per la Dottrina della Fede;

4. P. KARL BECKER, S.I, Docente emerito della Pontificia Università Gregoriana, per lunghi anni Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.

I nuovi Cardinali provengono da varie parti del mondo e svolgono diversi ministeri a servizio della Santa Sede o a contatto diretto con i fedeli quali Padri e Pastori di Chiese particolari.

Vorrei invitare tutti a pregare per i nuovi eletti, chiedendo l’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, affinché sappiano testimoniare sempre con coraggio e dedizione il loro amore per Cristo e per la sua Chiesa.



Caterina63
00mercoledì 17 ottobre 2012 23:37
[SM=g1740733] Monsignor Guido Marini illustra le novità nelle cerimonie di canonizzazione / Quando il Papa prega tre volte

L'Osservatore Romano


(Gianluca Biccini)

Sulla scia dell’opera di revisione e semplificazione delle celebrazioni papali in atto negli ultimi tempi, ci sono novità in vista anche per le canonizzazioni che Benedetto XVI presiederà domenica 21 ottobre in piazza San Pietro. Giacomo Berthieu, Pedro Calungsod, Giovanni Battista Piamarta, Maria del Monte Carmelo Sallés y Barangueras, Marianna Cope, Caterina Tekakwitha e Anna Schäffer saranno i primi sette beati a essere proclamati santi con la revisione del rituale, voluta «per sottolineare la maggiore importanza dell’atto della canonizzazione rispetto a quello della beatificazione».

Ad annunciarlo è il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Guido Marini, che in questa intervista al nostro giornale spiega i motivi della decisione, seguita ad approfondito studio e riflessione, e le sue conseguenze pratiche. A cominciare dall’anticipazione del rito, collocato prima dell’inizio della messa.

Dunque il rito di canonizzazione non si svolgerà più durante la celebrazione eucaristica?


Proprio così, com’è già avvenuto del resto per altri riti: si pensi al rito del Resurrexit, la Domenica di Pasqua; al concistoro per la creazione dei nuovi cardinali, a partire dallo scorso 18 febbraio; e alla benedizione e imposizione dei palli agli arcivescovi metropoliti, nella recente solennità dei santi Pietro e Paolo.


Qual è il motivo di fondo? 


Evitare che nella celebrazione eucaristica siano presenti elementi che non le sono strettamente propri, mantenendone così intatta l’unità, come auspicato dalla Costituzione conciliare sulla sacra liturgia Sacrosanctum concilium. Del resto non viene modificata una tradizione consolidata, ma solo una recente prassi. La canonizzazione è fondamentalmente un atto canonico, in cui sono coinvolti il munus docendi e il munus regendi. Il munus sanctificandi entra in scena come secondo momento ed è costituito dall’atto di culto che segue la canonizzazione.


Insomma, per dirla con il documento del Vaticano II da lei citato, «Sana tradizione e legittimo progresso»?


Certamente, sebbene in questo caso specifico il rinnovamento del rito di canonizzazione si inserisca nel solco del cammino iniziato da Benedetto XVI nel 2005. Fu allora che la Congregazione delle Cause dei Santi, con comunicazione del 29 settembre, dispose — a seguito delle conclusioni dello studio delle ragioni teologiche e delle esigenze pastorali sui riti di beatificazione e canonizzazione approvate dal Santo Padre — che la canonizzazione avrebbe continuato a essere presieduta dal Pontefice in San Pietro, mentre la beatificazione sarebbe stata celebrata da un suo rappresentante, di solito il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nelle diocesi interessate. La canonizzazione, in effetti, è una sentenza definitiva, con la quale il Sommo Pontefice decreta che un servo di Dio, già annoverato tra i beati, venga inserito nel catalogo dei santi e si veneri nella Chiesa universale con il culto dovuto a tutti i canonizzati. Si tratta, quindi, di un culto precettivo e universale. L’autorità esercitata dal Papa nella sentenza della canonizzazione sarà ora ancor più visibile per il tramite di alcuni elementi rituali.


Al di là dello spostamento del Rito, che si svolgerà interamente prima dell’inizio della messa, quali sono questi elementi rituali?


Anzitutto la triplice petitio, durante la quale il cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, si rivolgerà al Santo Padre per domandare che si proceda alla canonizzazione dei sette beati. Viene, pertanto recuperata, se pure in forma rinnovata, l’antica tradizione secondo la quale il Papa prega con insistenza per chiedere l’aiuto del Signore nel compimento dell’importante atto. In particolare, in risposta alla seconda petizione, egli invocherà lo Spirito Santo e, dopo tale invocazione, verrà intonato l’inno del Veni creator. In secondo luogo il canto del Te Deum, presente nel Rito di canonizzazione fino al 1969, accompagnerà la collocazione e la venerazione delle reliquie dei nuovi santi.


In merito alla processione con le reliquie dei nuovi santi, è prevista qualche altra modifica?


La consueta processione sosterà brevemente davanti al Santo Padre che, così, potrà venerare le reliquie. Una volta, poi, collocate presso l’altare, le reliquie verranno incensate dal diacono. 


La revisione del rito di canonizzazione, come già per altri riti, comporta anche una semplificazione? 


Direi di sì. E anche questo è un aspetto importante del rito rinnovato, insieme a quello della sua riforma in armonica continuità con un’ormai secolare tradizione. In tal modo è possibile realizzare lo «splendore della nobile semplicità» auspicato dal concilio Vaticano II. Le Litanie dei santi accompagneranno la processione iniziale, risultando anticipate rispetto alla prassi attuale. Avveniva così durante il pontificato di Pio XII, a partire dal 1946. Saranno inoltre omesse le biografie dei nuovi santi da parte del prefetto, in quanto il Santo Padre, come è consuetudine, le presenterà brevemente nel corso dell’omelia. Non è più previsto, infine, il saluto personale al Pontefice da parte dei postulatori, che avranno modo di incontrarlo brevemente dopo la messa, nella sagrestia della basilica Vaticana.


L'Osservatore Romano 17 ottobre 2012


Caterina63
00domenica 21 ottobre 2012 14:37
Benedetto XVI indossa il fanone


[SM=g1740722] Il ritorno del Fanone! Benedetto XVI indica: "il Papa sono io"


 
Sbalordito da ciò che sto vedendo in TV: confesso che non ho seguito nulla delle preparazioni delle celebrazioni pontificie questa settimana, perché ero in pellegrinaggio in Terra Santa (sono ben scusato...)!
Vedo il Papa portare il FANONE quella specie di mozzetta a righe rosse, oro e bianche che avevamo visto per l'ultima volta indossata da Giovanni Paolo II nel 1984.



E' un paramento papale che si usa nelle più solenni celebrazioni, come oggi la canonizzazione dei santi. Il suo nome pare derivare da pannus, cioè panno, stoffa. Proviene dall'amitto e in antico aveva la stessa funzione e ne teneva il posto. Il fanone è già citato dall'Ordo Romanus dell'VIII sec, e all'inizio non era di uso esclusivo dei Papi. L'utilizzo del fanone però è rimasto dal XII sec. prerogativa dei soli sommi Pontefici (per decisione di Innocenzo III) e ha preso significati simbolici peculiari, in riferimento ai paramenti dei sacerdoti biblici. L'attuale forma circolare con le strisce di determinati colori pare risalire però solo al XVI sec., precedentemente era quadrangolare.

Innocenzo III spiega che il fanone, chiamato allora "orale" rappresenta l'antico Efod del Sommo Sacerdote ebraico:
"Romanus Pontifex post albam et cingulum assumit orale [fanon], quod circa caput involvit et replicat super humeros, legalis pontificis ordinem sequens, qui post lineam strictam et zonam induerunt ephod id est super-humerale"  Innocentius III, De Myst. Missæ, I, c. 53.:
Altri significati di sapore ecumenico, per quanto interessanti, non sono attestati dalla tradizione antica.
Il fanone fa anche parte dei paramenti con cui il Papa è rivestito, una volta defunto, per essere esposto all'estremo saluto dei fedeli.

Alcune foto di recenti papi con indosso il fanone:

Giovanni Paolo II


[SM=g1740758] ATTENZIONE

L'amico Alessandro Germano
che ben conosce l'apparato liturgico della Chiesa, su Faceboock mi corregge la Nota presa da Cantuale e mi scrive nel dettaglio quanto segue:

 il fanone non è simbolo di alcuna autorità sacerdotale.
Semplicemente è l'antico amitto che veniva indossato sopra al camice, come attualmente avviene nel solo rito ambrosiano (che conserva gli usi più arcaici della liturgia latina).
Furono gli usi germanici e franchi a fare utilizzare l'amitto sotto al camice (per questo oggi il rito "romano" ha l'amitto sotto al camice) e un po' alla volta tutti si adeguarono ai nuovi usi, tranne il papa di Roma, che mantenne le consuetudini più antiche nelle sue celebrazioni.
Dal XIII secolo (quindi relativamente recentemente) il fanone viene decorato, mentre precedentemente era un panno di lino, e non era affatto di uso "papale", ma lo utilizzavano tutti i chierici (quindi nulla a che vedere con la "dignità" sacerdotale).
In seguito, il fanone avendo perso il suo originale scopo, diventa ornamento, e il papa indossa sia l'amitto sotto al camice all'uso germanico, sia il fanone sopra al camice all'uso romano antico.
Ovviamente il fanone è composto da due dischi di tela cuciti insieme nel collo, il cui disco più grande era messo sul camice, poi si ripiegavano sulla testa le falde del disco più piccolo a mo' di cappuccio, si indossavano le dalmatiche e la pianeta, e poi si apriva il disco tenuto ripiegato sul cranio papale, facendo assumere al fanone una foggia di mozzetta sopra la pianeta (mentre in realtà il vero fanone è quello sotto).
Sarei anche curioso di sapere se Marini ha fatto indossare al vescovo di Roma il fanone completo, il fanone di Pio X (antistorica sostituzione dell'antico fanone con due fanoni da abbottonare per evitare di foderare la testa e la faccia del papa con il fanone superiore), oppure se è stata fatta una pagliacciata, ossia è stato messo il fanone solo sopra la pianeta, ossia con una scelta meramente estetica e priva di qualsiasi senso liturgico.


[SM=g1740771]

Il fanone di papa Benedetto XVI

 
 
Durante la solenne celebrazione odierna della canonizzazione di 7 nuovi santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha indossato un paramento liturgico peculiare dei Pontefici: il fanone; che non veniva usato da un po' di tempo, da non molto, per dire la verità, l'ultimo ad utilizzarlo era stato il Beato Giovanni Paolo II, nel 1984 (vedi foto qui sotto).


Il fanone (dal latino fano, panno) consiste in una sorta di mozzetta di seta bianca, solcato da strisce perpendicolari dorate e rosse,ha la foggia di ampio collare che copre le spalle del Pontefice e scende fino al petto ove è posta una grande croce dorata.

 


Le sue origine risalgono all'anagolajum, di cui parla l'Ordo Romanus I, e che era comune a tutti i chierici; col tempo, però, divenne di pertinenza esclusiva dei papi fra il X e il XII sec.

Invece il romano pontefice dopo l’alba e il cingolo indossa il fanone, che avvolge attorno alla testa e ripiega sulle spalle, seguendo il metodo del sommo sacerdote , il quale, dopo il manto e la cintura indossava l’efod, cioè il pettorale, al posto del quale c’è ora l’amitto” 


[“Romanus autem pontifex post albam et cingulum assumit orale, quod circa caput involvit, et replicat super humeros, legalis pontificis ordinem sequens, qui post lineam strictam et zonam induebatur ephod, id est superhumerale, cuius locum modo tenet amictus.”] (cfr. De Sacro Altaris Mysterio, libro I, cap. 53, in PL 217, 793 D)


Questo paramento che si indossa nelle occasioni più solenni, simile ad uno scudo, vuole rappresentare lo scudo della fede che protegge il papa, è molto significativo che sia stato riutilizzato proprio in quest'anno della fede.

Di seguito ecco alcune foto che rappresentano i Pontefici che indossano questa veste liturgica:
 
Paolo VI
 
 
 
Giovanni XXIII
 
 
Pio XII
 
 
Pio IX
 
 
 
Benedetto XV
 
 
 
Pio X
 
 
 
Pio IX
 
Caterina63
00lunedì 22 ottobre 2012 23:44
[SM=g1740758] L’intervista
Vesti e simbolismi papali, parla don Bux: «Il sacro non va mai in museo»
L’amico intimo di Ratzinger: in quei simboli c’è la continuità del magistero

Francesco Grana

Lunedì, 22 Ottobre 2012

«Il sacro non va mai in museo». Risponde senza alcuna esitazione e con grande chiarezza don Nicola Bux all’obiezione che la scelta di Benedetto XVI di indossare paramenti ormai desueti possa offrire l’immagine di un Pontefice antiquato che ama gli abiti da museo. Amico di lunga data di Joseph Ratzinger, che nel 1997 presentò il suo libro “Il quinto sigillo”, Bux è consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e delle Cause dei Santi e dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.

Proprio in quest’ultima veste ha lavorato alle modifiche alla liturgia papale che i fedeli e non solo di tutto il mondo hanno potuto notare, domenica scorsa, in occasione della canonizzazione di sette nuovi beati presieduta da Benedetto XVI. Un Papa liturgicamente inedito, quello che si è mostrato agli occhi di coloro che assistevano al rito in piazza San Pietro o lo seguivano in diretta televisiva. Papa Ratzinger, infatti, per la prima volta dall’inizio del suo pontificato, ha indossato il fanone papale, un paramento ormai desueto, utilizzato l’ultima volta, quasi trent’anni fa, da Giovanni Paolo II.

Don Nicola Bux perché Benedetto XVI ha indossato il fanone papale?
«Il fanone, si indossa sulla pianeta, ed è formato da due mozzette sovrapposte l’una all’altra; quella inferiore è più lunga di quella superiore. È di stoffa bianca e aurea, a lunghe linee perpendicolari, separate da una striscia amaranto o rossa. Sul petto sta una croce ricamata in oro».

Qual è il significato liturgico del fanone papale?
«Simboleggia lo scudo della fede (cfr. Efesini 6,16) che protegge la Chiesa cattolica, rappresentata dal Papa. Le fasce verticali di colore oro e argento, rappresentano l’unità e l’indissolubilità della Chiesa latina e orientale. Il fanone è in tema con l’Anno della Fede che il Successore di Pietro è chiamato a rafforzare in tutti i cristiani. Papa Giovanni XXIII è raffigurato col fanone nel tondo a mosaico della Basilica di San Paolo fuori le Mura.».

Per la prima volta, domenica scorsa, il rito della canonizzazione è stato anticipato prima dell’inizio della Messa. Era successo anche con il concistoro per la creazione dei nuovi cardinali a febbraio e, ancora prima, con il canto della Calenda la notte di Natale. Qual è il motivo di queste scelte?
«La ragione è di far cogliere sempre meglio la differenza tra ciò che appartiene al rito eucaristico della Messa e ciò che invece vi è aggiunto eccezionalmente. Oggi sempre più si tende a infarcire la Messa di altri riti o a fare commistioni indebite o a sovrapporvi frequentemente altri riti sacramentali. Tutto ciò finisce per non far percepire ai fedeli i contorni del Sacrificio Eucaristico, come dei singoli sacramenti e sacramentali, inducendo a ridurre la Messa a un palinsesto da riempire a piacimento».

Non c’è il rischio che agli occhi dei credenti e di tutto il mondo l’immagine del Papa con indosso vesti liturgiche desuete o le continue modifiche nella struttura dei riti da lui presieduti possano far apparire Benedetto XVI un Pontefice antiquato che ama indossare abiti da museo?
«Nessun rischio, ma il segnale che nella Chiesa c’è continuità di magistero: ciò che era sacro rimane sacro. L’indumento indossato per la prima volta da Benedetto XVI in questa canonizzazione, è stato indossato da Giovanni Paolo II come da Paolo VI, da Giovanni XXIII come da Pio XII.
Quel che oggi si deve tornare a comprendere è che i paramenti liturgici non seguono le mode umane ma vogliono rendere gloria a Dio.
I sacerdoti e i vescovi fino al Papa sono ministri cioè servi - il Papa è servus servorum Dei - quindi dinanzi alla Maestà divina devono presentarsi col massimo della dignità. La ricchezza dei paramenti ne è il segno sebbene mai abbastanza adeguato, e vi deve corrispondere la purezza del cuore e la castità del corpo, come scrive san Francesco nella Lettera ai Fedeli.
Il sacro non va mai in museo.
La corsa odierna alla musealizzazione della suppellettile sacra ha del patologico, quando non è giustificata dal motivo di salvaguardarne la conservazione. I paramenti sono in gran parte frutto di donativi del popolo di Dio per conferire splendore al culto divino. La modifica della struttura dei riti corrisponde all’esigenza di restaurare quanto si è deformato per l’usura del tempo o il cedimento alle mode del momento, onde permettere ai riti di esprimere più chiaramente la lex credendi della Chiesa. A differenza della beatificazione, la canonizzazione per esempio, è un atto solenne del magistero pontificio, che dichiara ex cathedra, cioè in modo infallibile, che alcuni suoi figli godono sicuramente della visione beatifica di Dio nel Paradiso, e possono essere invocati come intercessori e additati come esempi per tutta la Chiesa e non solo per le Chiese particolari».




Benedetto XVI oggi indossa il fanone, insegna del Papa quale Capo della Chiesa Universale.

Oggi, 21 ottobre 2012, in piazza San Pietro, per l'atto supremo e solenne della canonizzazione di sette nuovi santi, Benedetto XVI, assistito dai cardinali diaconi, indossa il fanone (mozzetta doppia, a strisce, la cui parte superiore si indossata sopra la pianeta/casula e sotto al pallio). 
Il fanone, insegna liturgica papale -riservata solo al Papa durante le Sante Messe Pontificale- rappresenta lo scudo della fede che protegge la Chiesa Cattolica, personificata dal Papa. Solo il Pontefice puo indossara il fanone, quale Capo della Chiesa. 
Le fasce verticali di colore oro e argento, rappresentano l'unità e l'indissolubilità della Chiesa latina con la Chiesa di rito ortodosso.
Nelle celebrazioni solenni cone quella odierna, in cui il Pontefice svolge un atto supremo del proprio Ministero petrino, l'unità della Chiesa Universale (Chiesa d'Occidente e Chiesa Orientale) e il l'autorira di Capo esercitata dal Papa per istituzione divina sono manifestati anche dall'uso della lingua universale della Chiesa (il latino) e dalla celebrazione di alcuni atti liturgici in rito cattolico-ortodosso (come ad esempio il canto del S.Vangelo in greco).
Il fanone è stato indossato per l'ultima volta dal Beato Giovanni Paolo II il 22 novembre 1984 in visita alla Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.

[SM=g1740733]


Caterina63
00sabato 1 dicembre 2012 19:27
[SM=g1740771] PRIMI VESPRI DI AVVENTO 1.12.2012

OMELIA DEL SANTO PADRE



«Colui che vi chiama è fedele» (1 Ts 5,24). 

Cari amici universitari, 


le parole dell’Apostolo Paolo ci guidano a cogliere il vero significato dell’Anno liturgico, che questa sera iniziamo insieme con la recita dei Primi Vespri di Avvento.

L’intero cammino dell’anno della Chiesa è orientato a scoprire e a vivere la fedeltà del Dio di Gesù Cristo che nella grotta di Betlemme si presenterà a noi, ancora una volta, nel volto di un bambino. Tutta la storia della salvezza è un percorso di amore, di misericordia e di benevolenza: dalla creazione alla liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto, dal dono della Legge sul Sinai al ritorno in patria dalla schiavitù babilonese. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe è stato sempre il Dio vicino, che non ha mai abbandonato il suo popolo. Più volte ne ha subito con tristezza l’infedeltà e atteso con pazienza il ritorno, sempre nella libertà di un amore che precede e sostiene l’amato, attento alla sua dignità e alle sue attese più profonde.

**************************
Nuovi Paramenti per questi Primi Vespri d'Avvento.....










Caterina63
00lunedì 31 dicembre 2012 19:05
Caterina63
00martedì 1 gennaio 2013 11:19
[SM=g1740733] AMICI, QUI CHIUDIAMO QUESTO SPAZIO.....CON L'ANNO NUOVO APRIAMO UN NUOVO THREAD PER MEGLIO APPREZZARE IL VESTIARIO LITURGICO.....

CLICCARE QUI:  Cosa veste il Papa nella Liturgia? (3)



[SM=g1740722]


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