Cosa vorresti che cambiasse nella tua Chiesa?

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(Teofilo)
00martedì 3 novembre 2009 10:55
  
 
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Consiglia (3 suggerimenti finora) Messaggio 1 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Cristiano  (Messaggio originale)Inviato: 10/03/2004 23.23
Cari amici,
Certamente in ogni chiesa ci sono dei problemi, questi ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Sta ai responsabili della Chiesa, ai Vescovi, ai Pastori, ai Sacerdoti, ad ogni credente di buona volontà togliere gli ostacoli, suggerire, essere partecipe della vita della chiesa. Vogliamo perciò insieme affrontare questi problemi con la speranza che nel domani queste nostre proposte saranno valutate dai responsabili delle chiese per formare un'unica chiesa..
La domanda è questa: Cosa vorresti che cambiasse nella tua chiesa?
Buona discussione.
Fraternamente
Alfonso
  


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Consiglia  Messaggio 2 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSNMessaggero8Inviato: 11/03/2004 1.26
Ciao Cristiano.
Io non so cosa vorrei che cambiasse nella mia chiesa. Infatti quando ci vado mi preoccupo di ciò che posso dare io o che non dò, piuttosto che pensare di dover cambiare qualcosa. Penso sempre che dietro un sacerdote c'è un uomo, e che spesso è stato più coraggioso di me.
Però penso che sarebbe utile un maggiore confronto con altri gruppi cristiani: magari anche scambi interculturali nord/sud, in maniera da limare queste differenze che vi sono ancora tra nord e sud affinchè due pensieri possano avvicinarsi maggiormente.
Per il resto, dobbiamo augurarci che dall'alto continui a giungere un pò di linfa vitale per le stesse chiese, permettendo così ai cristiani di giungere in chiesa per seguire la Parola ed avere i Sacramenti indicati da Gesù.

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Consiglia  Messaggio 3 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 11/03/2004 8.41
La domanda è questa: Cosa vorresti che cambiasse nella tua chiesa?
..........
Vorrei che il Signore mi sostenesse affinchè ....io......possa NON cambiare la mia chiesa....quanto fare qualcosa per Lei....
Ora che ho risposto vorrei CAMBIARE LA DOMANDA, perchè secondo me, pur se legittima, sbagliamo il modo di formularla.....
la domanda che dovremmo farci sarebbe questa:
- cosa sono disposta/o io....a fare per la mia Chiesa?
- cosa sono disposta/o io....a RINUNCIARE per la mia Chiesa?
- quanto sono disposta/o a SACRIFICARMI PER LEI?
- che cosa faccio io...per il mio parroco/pastore?
- gli do veramente quel "bicchiere d'acqua" che il Signore mi chiede nel Vangelo o lo riempio solo di fiele e veleno?
- quanto AMO il mio parroco/pastore, in Lui mi sforzo di vedere Cristo soprattutto quando mi da i Sacramenti?
- quanto mi sforzo io....di conoscere quello che la mia Chiesa mi insegna?
- SONO UN CRISTIANO OBBEDIENTE?
- SONO UN CRISTIANO CHE INFONDE LA CARITA'?
- SONO UN CRISTIANO CHE PERDONA O SONO SOLO PRONTO A CRITICARE E A GIUDICARE?
- SONO UN CRISTIANO CAPACE DI STARE NEL POSTO IN CUI DIO MI VUOLE AD OPERARE?
- Oppure sono un cristiano che inconsciamente vive con invidia coloro che nella mia parrocchia/comunità, hanno assunto un ruolo di maggior evidenza che però manda avanti la parrocchia/comunità?
Ecc....ecc...ecc......oltre a rispondere, nuove domande potrete proporle VOI.......
Facciamoci prima un esame di coscienza, non cerchiamo sempre di essere coloro che possono cambiare la Chiesa, bensì vediamoci come coloro che cambiando potranno fare qualcosa di concreto PER  la Chiesa......
Fraternamente Caterina

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Consiglia  Messaggio 4 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 11/03/2004 16.41
Dopo aver detto la mia al messaggio 3....vi lascio con una bellissima meditazione più attuale che mai......

Il 4 ottobre 1988, a Spello, chiudeva la sua vita terrena fratel Carlo Carretto,
"un cristiano a tempo pieno", come lo ha definito il vescovo di Foligno.

Fratel Carlo ai suoi inizi NON fu compreso dai cattolici Tradizionalisti, soprattutto dopo il vento del Concilio.... Incompreso, fr. Carlo non si scoraggiò e dentro la Chiesa continuò ad amarla pur invitando, attraverso i suoi scritti, a far meditare su nostro personale atteggiamento nei confronti della Chiesa.....


Riportiamo la limpida testimonianza di fede e di coraggio
di questo uomo profondamente innamorato della Chiesa. Il testo ci aiuta a rispondere all'intenzione del forum.....

Fraternamente Caterina

"Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. San Francesco urlava: "Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene".
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l'aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?".
(…)
"Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io".
(…)
"Ma poi c'è ancora un'altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l'Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.

È come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell'uomo. E' come se l'Amore avesse impedito di lasciare imputridire l'anima lontana dall'Amore. "Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle", dice Dio a ciascuno di noi, e continua: "Ti ho amato di amore eterno, per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele" (Ger 31,3-4).
Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel corpo e nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove".
Perché non m'importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, e più necessario che faccia "nuovi" i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è il lavoro divino della Chiesa.
Volete voi impedire questo "far nuovi i cuori", scacciando qualcuno dall'assemblea del popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdervi lo Spirito?".

Fratel Carlo Carretto


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Consiglia  Messaggio 5 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 11/03/2004 20.20
Se potessi cambiare delle cose nella mia Chiesa, opterei per qualcosa di molto semplice:
Una vasta distribuzione di testi tascabili, chiari, accessibili a tutti, ricchi di riferimenti biblici, patristici e dei concili, che spiegano che cosa è il cattolicesimo, e quale è il Vero Senso di tante cose che spesso nessuno conosce, qui di seguito ecco come esempio una chiara spiagazione della liturgia:

La divisione tra il presbiterio e la navata non è un’invenzione del medioevo, ma risale ai primi tempi della Chiesa. Siccome,diversamente di adesso, si aveva il senso dello "spazio sacro", non era possibile trascurare neanche i particolari, poiché tutto doveva essere fatto a maggior gloria di Dio. 
Lo spazio riservato al rinnovamento del Sacrificio della Croce non poteva essere confuso con lo spazio rimanente. Anzi, tutto lo spazio occupato dalla chiesa aveva il suo punto focale nel presbiterio, o, per meglio dire, nell’altare.
Innanzi tutto la chiesa era orientata in modo che il luogo della manifestazione misterica del Signore fosse verso Oriente, avendo cura che lo spazio delimitato dalle mura avesse la forma della croce, o quasi. In tal modo, su questa croce disposta orizzontalmente, il presbiterio, e in particolare l’altare si veniva a collocare all’incrocio dei bracci della croce. Ancora piú a Oriente vi era l’abside, mentre verso Occidente vi era la navata. I bracci Sud e Nord della croce erano posti all’altezza del presbiterio. 
Non ci possiamo dilungare, in questa sede, sui vari significati di questa disposizione, ci limiteremo quindi a ricordare che in tal modo l’altare corrispondeva al cuore del Crocefisso, l’abside alla testa del Crocefisso, la navata al corpo del Crocefisso, i bracci del transetto alle braccia del Crocefisso. Seguendo questa distribuzione, il posto del successore degli Apostoli era nell’abside, in corrispondenza della testa; il posto dell’altare, e quindi del celebrante e dei ministri, era al centro del presbiterio, in corrispondenza del cuore; il posto dei fedeli era nella navata, in corrispondenza del corpo. 
Per di piú, in questa navata, fin dai primi tempi della chiesa, vi erano due zone distinte: la parte centrale riservata agli uomini e le parti laterali riservate alle donne e perciò detti "matronei". 
Ricordiamo anche che l’abside, oltre a delle raffigurazioni relative a Cristo in gloria, giudicante o benedicente, aveva una precisa forma circolare e, in particolare aveva delle finestre da cui entrava la luce del sole al suo nascere e si riversava sull’altare. In seguito, questa funzione venne svolta dalla cupola che, mantenendo sempre la forma circolare, veniva posta in corrispondenza del centro della croce, esattamente sopra l’altare.



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Consiglia  Messaggio 6 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 11/03/2004 22.04
La domanda posta da Cristiano ci interroga senza dubbio riguardo a come desideriamo che sia la nostra comunità cristiana.
Senza dubbio, una delle cose giuste che diceva Lutero c' è quella che la Chiesa è sembre bisognosa di riforma.
Ovviamente intendo per tale riforma NON QUELLA DOTTRINALE, perchè quella la ritengo illuminata e guidata dallo Spirito, bensì alla riforma dei cuori.
Ebbene, abbiamo tanto da fare per convertirci al Vangelo e per seguire Gesù, come Lui vorrebbe essere seguito: chi vuol venire dietrodi me RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA!
Diciamocelo francamente:  è un combattimento continuo il nostro se vogliamo stare a questo desiderio del Maestro ma siamo ancora lontani da questa strada additata da Lui.
Ecco dunque: vorrei che tutti noi cattolici fossimo più impegnati nell'amore vicendevole, nell'approfondimento della verità, nello studio della Parola di vita, nella partecipazione attiva ai sacramenti.
Preghiamo che questo avvenga e che un giorno il Signore possa dire alla sua Sposa: sei stata fedele nel poco, ora entra nella gioia del tuo Signore.
Con affetto

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Consiglia  Messaggio 7 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 12/03/2004 9.44
Rispondo alle osservazioni di Stefano:
1) Una vasta distribuzione di testi tascabili, chiari, accessibili a tutti, ricchi di riferimenti biblici, patristici e dei concili, che spiegano che cosa è il cattolicesimo, e quale è il Vero Senso di tante cose che spesso nessuno conosce, qui di seguito ecco come esempio una chiara spiagazione della liturgia....
..
Mio caro Stefano....hai mai sfogliato a casa con calma il Catechismo della Chiesa Cattolica? è di 500 pagine....e c'è scritto praticamente TUTTO e ti rimanda spesso ai Padri tenendo come base LA BIBBIA.......inoltre basta che si vada ad una libreria cattolica...e per solo un euro hai l'enciclica che ti serve.....ma molte parrocchie più grandi, hanno in sè una BIBLIOTECA dalla quale ci si può servire.....inoltre non mi risulta che se chiedi ad un parroco dei testi essi li abbiano negati......Per la Prima Comunione l'anno scorso regalammo l'Enciclica sull'Eucarestia......a ben 52 famiglie interessate ai figli che prendevano il Sacramento...ebbene a distanza di un anno soltanto 5 hanno letto l'Enciclica......ma a noi va bene lo stesso...Il materiale NON manca...ciò che manca è la volontà e questa non la possiamo obbligare....
2) circa la questione della Navata concordo con te.....ABUSO E' STATO COMMESSO TOGLIENDO IL TABERNACOLO DAL CENTRO DELL'ALTARE.....infatti il Concilio sancisce che se deve essere posto al lato, il Tabernacolo DEVE ESSERE POSTO IN MODO VISIBILE, MAGARI CON UNA CAPPELLINA A PARTE....in modo che venga data la possibilità ai fedeli di raccogliersi umilmente in preghiera e adorazione......ma questo NON è stato fatto......Comunque ultimamente ho notato un aumento dell'Adorazione Eucarestica nelle chiese e il ripristino del posto d'onore a Gesù.....
Fraternamente Caterina
(Teofilo)
00martedì 3 novembre 2009 10:56
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Consiglia  Messaggio 8 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/03/2004 15.24
.......riguardo a riviste e libri tascabili pratici suggerisco di contattare il seguente sito:
scrivete l'email a padre Giulio Maria Scozzaro.....e richiedetegli tutto il materiale che volete...E' AD OFFERTA LIBERA......alcuni titoli catechistici di facilissima consultazione....come faccio a saperlo?
Mi è giunto a casa il pacco che ho richiesto e stamani per telefono ho ringraziato padre Giulio, una persona disponibilissima.......
I libri sono veramente pratici, tascabili e facili nella lettura....
- Dio è vivo?: 450 risposte semplici ma fedeli sulla Dottrina Cattolica, sulle verità della nostra fede;
- Sacerdote, chi sei tu?: un libro solenne che spiega la dignità sacerdotale in termini semplici, un dono da fare ai giovani che volessero intraprendere il sacerdozio, oppure da donare ai sacerdoti affinchè riscoprano la propria vocazione.
- La Santa Messa: Conosci veramente che cosa è la Santa Messa? Conosci veramente quello che insegna la Chiesa, oppure ti sei fatto una idea tutta tua sulla RINNOVAZIONE della morte di Gesù? Lo sai che cosa è la morte incruenta e mistica di Gesù nella Messa? Questo ed altro per conoscere veramente il significato della Messa così come ci è stata trasmessa dalla Chiesa del primo secolo e tramandata dal Magistero.
- Adorazione Eucaristica: Quando ti trovi davanti all'Eucarestia o all'Ostia Consacrata, non sai cosa dire? Può succedere. Se alcuni dicono che questo accade perchè non è vero che lì c'è Gesù è falso, il silenzio è la strada prediletta da Dio per parlare lo sapevi? Questo opuscolo ti sostiene nella Preghiera Eucaristica con meditazioni varie.
- La Madonna ci parla di Gesù Eucarestia: Sapevi che Maria è stata Maestra, la prima, ad insegnare come adorare Gesù il Suo figliolo Unigenito?
Insomma...ce n'è per tutti.....CHIEDETE E VI SARA' DATO.....

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Consiglia  Messaggio 9 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/03/2004 15.36
Perdono della Chiesa.

Intervista a don Piero Cantoni: "La Chiesa non ha paura della verità storica"

Gesti e parole del Santo Padre e il documento sulla purificazione della memoria, hanno scatenato una tempesta di commenti non sempre benevoli. Per un'analisi più approfondita di alcuni aspetti, con don Piero Cantoni - apprezzato studioso di teologia e liturgia, autore di volumi ben noti agli specialisti - che nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli guida l'Opus Mariae Matris Ecclesiae, associazione avviata a diventare istituto missionario che si prefigge di servire alla Nuova Evangelizzazione promossa dal Papa. Un po' preoccupato gli chiedo se esiste il rischio avanzato da Messori, mons. Maggiolini e il card. Biffi (sia pur con accenti differenti), di un progressivo annacquamento della dottrina immutabile della Chiesa Cattolica a causa delle "troppe" richieste di perdono per fatti storici da valutare in altro modo:

"Il rischio c'è, ma accompagna qualsiasi atto veramente coraggioso. Né si può dire che la consapevolezza di questo rischio sia stata assente in chi se ne è assunta la responsabilità. Il documento della Commissione Teologica Internazionale Memoria e riconciliazione, che ha preceduto lo storico atto del Papa e che ne costituisce l'interpretazione autentica, precisa che non vuole trattarsi di una "...auto-flagellazione".Non è solo una richiesta di perdono, ma prima di tutto un'offerta di perdono, nella consapevolezza delle "...tante persecuzioni subite dai cristiani nel corso della storia" - risponde sereno don Piero citandone passi - I presupposti teologici che legittimano quest'atteggiamento non costituiscono affatto una novità. Nuovo è il gesto, non le consapevolezze che ne fondano la legittimità teologica. La Chiesa Cattolica non ha mai compreso la sua santità come tale da escludere la colpa nei suoi figli, non solo semplici fedeli ma anche pastori; né la sua infallibilità dottrinale e pratica come tale da coprire tutti e indistintamente gli atti del suo Magistero. Naturalmente il giudizio dev'essere equo e - alle condizioni di un giudizio che sia tale - la Chiesa testimonia davanti al mondo di non aver paura della verità storica. Le formulazioni usate sono precise ed è nella loro precisione che debbono esser lette. Non si tratta di "sottigliezze" o "astuzie" ma di rigore teologico. La Chiesa, non condanna puramente e semplicemente "l'Inquisizione", ma gli abusi e le violenze che hanno accompagnato la sua attività, perché è consapevole che il controllo e il discernimento in materia di fede è un diritto-dovere dell'autorità nella Chiesa, che - al di là dell'etichetta - è sempre stato esercitato fin dai tempi apostolici. I fedeli hanno il diritto di sapere se un teologo sta deviando dalla retta fede per accogliere o rifiutare il suo insegnamento. Lo stesso diritto lo hanno anche i non credenti per sapere con certezza qual è il vero pensiero della Chiesa e fin dove arriva il legittimo pluralismo che la caratterizza. Ma la Chiesa, ammettendo così apertamente le sue debolezze, non compromette la sua credibilità? Mi sono posto molto seriamente questa domanda e mi è venuto alla mente un bellissimo detto di Confucio:"L'errare del saggio è come l'eclissi del sole e della luna. Quando sbaglia tutti lo vedono, quando si corregge tutti guardano a lui".

Possiamo dire che Giovanni Paolo II si conferma pontefice "mistico" data la natura particolare ed evidentemente spirituale della solenne celebrazione?

"Certamente, a patto però di intendere bene quest'aggettivo "mistico" così facilmente fraintendibile. Di solito infatti il mistico viene immaginato come "l'uomo con la testa tra le nuvole", lontano dal mondo e quindi dalla concretezza della vita. Niente di più falso - almeno per quel che riguarda la mistica cristiana. Basti pensare a san Giovanni della Croce e santa Teresa d'Avila, grandi mistici e altrettanto grandi riformatori. Per non parlare di sant'Ignazio di Loyola che - molti lo ignorano - fu un grandissimo mistico, oltre che uno straordinario organizzatore e lottatore. Mistico vuol dire unito a Dio. Posto che Dio si è incarnato, questo non può voler dire lontano dal mondo, ma assolutamente intimo al mondo e vicinissimo alla concretezza delle cose e della vita. Così nel gesto del Papa dev'essere soprattutto apprezzata la dimensione spirituale che gli fa cogliere l'urgenza di una Nuova Evangelizzazione e la necessità che sia preceduta da una opportuna "purificazione della memoria".

Sono allora quantomeno insufficienti, e comunque una dimostrazione di non aver ben compreso la profondità del gesto, i commenti non solo "laici" ma persino religiosi in generale ed anche "cattolici"?

"Si! Mi riferisco in particolare a chi ha visto nel gesto la rinuncia della Chiesa alla sua pretesa di verità e quindi alla prospettiva di una evangelizzazione universale. È vero proprio il contrario: solo chi è veramente convinto dell'esistenza di una Verità oggettiva che non dipende da noi - mentre noi dipendiamo da lei - può in tutta verità e sincerità dare e chiedere perdono. In questo mondo sempre più dominato dal relativismo, la Chiesa - per bocca del Papa - testimonia la Verità e anche il modo corretto di rapportarsi ad essa, che è quello di porsi al suo servizio. La Verità non è un prodotto che possiamo fare e disfare a nostro capriccio. Noi siamo posseduti da essa e siamo quindi chiamati a servirla:"Chi opera la Verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" (Gv 3,21); "Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi" (Gv 8,32).

Infine chiedo a don Piero quella che è forse la preoccupazione maggiore (e che anche in Vaticano si sono posti, come si è compreso dagli autorevoli interventi pubblici dei cardinali Ratzinger, Poupard ed Etchegaray); quale impatto avrà sui cristiani "qualunque"? Il tentativo dei mass-media, ideologicamente ostili, di dichiarare finita la "pretesa" cattolica della Verità, non metterà in serio pericolo l'Evangelizzazione?

"Nel documento c'è quest'importante affermazione: "...la purificazione della memoria non potrà mai significare che la Chiesa rinunci a proclamare la Verità rivelata, che le è stata confidata, sia nel campo della fede, che in quello della morale". Ritengo che un gesto come questo non rappresenta soltanto una preparazione all'Evangelizzazione ma ne costituisce un importantissimo momento. È la dichiarazione e la testimonianza che la Verità esiste e che - se in un certo senso è vero che è "figlia del tempo" perché gli uomini possono e debbono crescere nella sua conoscenza - tuttavia essa è tale da giudicare la storia. Nella Verità noi ci siamo "dentro" (cfr. Atti 17,28). Il compito di chi si impegna nell'apologetica cristiana, cioè nella difesa della verità del Vangelo e della credibilità della Chiesa, rimane assolutamente intatto, anzi arricchito di nuove motivazioni. In fondo si tratta di rispondere a queste domande: "che cosa è precisamente avvenuto? che cosa è stato propriamente detto e fatto?"; ciò che è veramente accaduto può essere interpretato come non conforme al Vangelo?; se sì "avrebbe potuto essere compreso... come tale ed evitato"? Questo per confermare il cristiano qualunque nelle sue convinzioni e per illuminare il non-credente. Si tratta anche di una pacifica ma terribile sfida. Il perdono della Chiesa è incondizionato e quindi non include la pretesa che altri facciano altrettanto. Ma il monito che si leva silenziosamente dal gesto del Papa non può non brillare in tutta la sua drammatica grandezza. Certamente anche altri dovrebbero chiedere perdono, altri dovrebbero aprire i loro archivi e sottoporsi al giudizio della storia, anzi della Verità...".

Articolo apparso su L'Arno n° 4 anno XIII Aprile 2000

meditiamo gente......meditiamo.......

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Consiglia  Messaggio 10 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/03/2004 16.22
Intervista rilasciata al periodico Spectacle du monde 
(n° 464, gennaio 2001) 
da S. Em. Rev.ma il Card. Joseph Ratzinger, 
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Abbé Claude Barthe 
(ACB) - Mons. Billé, Presidente della Conferenza Episcopale Francese, nel corso dell’última assemblea a Lourdes (nel nov. 2000), ha parlato di “radicalizzazione” delle vessazioni a cui è sottoposta la Chiesa: “accuse, derisioni, diffidenza, occultamenti, ostracismo, …”. Egli ha posto questo fenòmeno, molto rilevante negli ultimi dòdici anni, in relazione con “la mentalità liberale e individualista che respiriamo come l’aria”. E ha fatto l’esémpio dell’accoglienza riservata al vostro documento “Dominus Iesus” sull’unicità salvífica in Gesú Cristo, documento che è stato visceralmente rigettato da gente che non lo aveva neanche letto, ma per la quale il fatto che la Chiesa prédichi altro che il pluralismo, è cosa inaccettàbile.

Cardinale Joseph Ratzinger
(CJR) - Certo, con tutta evidenza si tratta di una radicalizzazione del laicismo, del secolarismo, i quali si oppòngono alla presenza della fede nella nostra società; laicismo e secolarismo che vògliono “setteggiare” la fede cattolica, se cosí si può dire, e vogliono ridurre la Chiesa cattolica ad una sètta. La mentalità generale che prevale in Occidente prende sempre piú le distanze dalla fede della Chiesa. È un fatto.
C’è da notare che quando si attacca la “Dominus Iesus” come fosse una espressione di intolleranza, la verità è proprio il contràrio: non si tòllera piú che la Chiesa cattolica possa esprímersi sulla propria identità e sulla propria fede, che essa non impone a nessuno, ma che esprime e difende. In fatto di tolleranza, mi sembra che il mínimo che si possa dire è che la comunità che in definitiva ha formato l’Occidente, possa esprímersi sulla propria fede. D’altronde, questi attacchi violenti dimòstrano che la fede, anche all’interno di questa emarginazione, resta una realtà forte. Non si sentirebbe il bisogno di attaccare la Chiesa, né la fede, se fòssero considerate come delle realtà trapassate o sul punto di ésserlo. Si può dire, dunque, che questi attacchi sono anche un segno della vitalità della fede e della forza che essa conserva nel mondo spirituale.
Aggiungerei che questa emarginazione della Chiesa non è cosí forte in tutte le regioni d’Europa, né in tutte le parti del mondo. Cosí possiamo vedere che in Germania è in atto una paganizzazione, soprattutto nelle zone che prima érano comuniste, e comunque nel nord del paese, in cui il protestantésimo si decompone e lascia il posto ad un paganésimo che non ha piú  bisogno di attaccare la Chiesa, perché la fede è diventata talmente assente che non si sente piú il bisogno di aggredirla. Ma vi sono anche delle situazioni del tutto diverse. Ai giorni nostri si pòssono constatare delle nuove manifestazioni di fede: vi sono tra i giòvani dei movimenti molto forti che dimòstrano la realtà sempre presente di bisogno di assoluto, con una riscoperta della bellezza della fede e del sacro. Questo desidério del sacro, di recúpero di tutte le bellezze perdute, è molto presente presso la nuova generazione. Da questo punto di vista il panorama è diversificato. Da un lato, vi è quanto indicato da Mons. Billé, questa nuova radicalizzazione del secolarismo, il quale vorrebbe trionfare definitivamente e imporre il suo domínio rendendo inaccessíbile, inaccettàbile e intolleràbile la realtà della Chiesa. Dall’altro, senza neanche il sostegno dei mezzi di comunicazione, ma con una profonda forza interiore, vi è una riapparizione della fede. La Chiesa è destinata certamente a vívere in una situazione di minoranza nel nostro continente, ma rafforzàndosi spiritualmente e interiormente, tanto da diventare una speranza per molti uòmini.

(ACB) - Questo rinnovamento di cui parlate, in Francia si manifesta col fiorire di nuove comunità, col manifestarsi di numerose forze vive. Ma esse sono disperse e frantumate, e sono anche in attesa di affermazioni cristiane chiare e decise da parte dei Pastori.

(CJR) - Mi sembra che si possa parlare di una generazione un po’ scoraggiata: la generazione del Vaticano II, la quale, al momento del Concílio, aveva cullato l’illusione di grandi speranze, un po’ irreali, su una nuova unanimità fra la Chiesa e il mondo. La delusione che è seguita a queste speranze mal riposte è stata forte, e oggi non si ritrova piú la forza interiore della fede, che non deve mai contare su una fàcile accettazione da parte del mondo, anche se essa costituisce la risposta ai grandi problemi che oggi si pòngono davanti agli uòmini.
Nella nuova generazione sòrgono molte vocazioni, un po’ disperse. Le diòcesi hanno meno vocazioni perché è presente un clero scoraggiato e delle comunità desolate. L’attrazione che prima esercitava il lavoro nelle parròcchie, oggi la esércitano le comunità viventi, nelle quali si riscontra una grande intensità di gioia e di fede, anche se nella dispersione, questo è vero. Ma a me sembra che questa forte presenza di vocazioni, un po’ minoritaria, un po’ marginalizzata, avrà un gran peso in avvenire.

(ACB) -Vi è un dato che impressiona i Véscovi francesi: su quasi centoventi preti secolari o assimilati, ordinati ogni anno, di tutte le tendenze, dalla Fraternità San Pio X ai piú progressisti, da venti a venticinque - uno su cinque - sono ordinati per il rito tradizionale. Dei rimanenti quattro, due sono vicini alla sensibilità litúrgica tradizionale. Nei seminàrii di Parigi e di Ars, una parte non trascurabile (talvolta un po’ piú della metà) ha pensato di rivolgersi ad un seminàrio della Fraternità San Pietro o della Fraternità San Pio X, ma non l’ha fatto perché questo ridurrebbe o emarginerebbe il loro apostolato. Non sembra sia giunto il momento di cambiare qualcosa sul terreno litúrgico parrocchiale? 
 

(CJR) - Mi sembra che la priorità non stia nel cambiamento. È l’errore che si fece dopo il Concílio. Si pensò che la riforma consistesse innanzi tutto nel cambiamento.

(ACB) - Non pensavo ai testi, ma a dei cambiamenti concreti, come l’inversione dell’Altare, il silénzio del Cànone, l’Offertòrio. 
 

(CJR) - Tuttavia, questa dev’éssere la conseguenza di una nuova presenza del sacro nei cuori. È stata cambiata la posizione dell’Altare perché vi era una nuova sensibilità, piú didàttica, direi un po’ piú razionalista. Si è pensata la Messa come fosse un diàlogo col pòpolo. Tutto andava compreso, tutto doveva éssere “aperto” per éssere compreso. E si è perduta la percezione del fatto che compréndere la realtà della liturgia è cosa ben diversa dal compréndere le stesse parole della liturgia. Una pia vecchietta può compréndere beníssimo la profondità del mistero, senza tuttavia compréndere il significato di ogni parola.
Questo è quello che è accaduto dopo il Concílio. Il Concílio è rimasto ancora molto equilibrato, ma dopo il Concílio è prevalsa l’idea che occorreva aprire tutto, compréndere tutto, cosa questa che derivava da una superficialità circa il modo di compréndere la liturgia e il suo messaggio. Vero è che la liturgia, in questo modo, è annunciata, ma si tratta di un annuncio differente. È molto importante che i giòvani chiamati alla vocazione riscòprano che una liturgia razionalizzata, una liturgia nella quale vige solo la preoccupazione di farsi compréndere dal punto di vista della ragione e dal punto di vista intellettuale, non ha piú la profondità di quella realtà che tocca il mio cuore fino al livello della presenza di Dio in me.
Se si ritorna ad una visione molto piú profonda della liturgia come mistero, nel senso che questo términe ha nel Nuovo Testamento, se ritroviamo l’essenziale in questo contatto tra il pòpolo e il prete, nel Signore, e se è il Signore stesso che ci tocca, allora il piú importante è stato fatto. Penso dunque che una nuova sensibilizzazione nei confronti delle realtà della liturgia e del suo mistero, insieme ad una nuova educazione litúrgica, siano le prime cose da fare. Non bisogna pensare innanzi tutto e súbito a dei cambiamenti. Se si ritrova una piú profonda comprensione, i cambiamenti seguiranno necessariamente.

(ACB) - Rigirare i cuori, prima di rigirare gli Altari. Ma i segni litúrgici aiútano molto. 
 

(CJR) - Certo, i segni aiútano perché siamo fatti di ànima e di corpo, e le cose devono anche esprímersi cosí.

(ACB) - Voi siete particolarmente sensíbile al recúpero di una lettura della Scrittura in Chiesa. Ora, la recente riedizione di una delle Bibbie piú célebri in francese, contiene delle note in cui si dice che tale o talaltro passo del Vangelo secondo San Giovanni (al pari dell’inno del capítolo 2 dell’Epístola ai Filippesi) rifiútano la divinità di Cristo. Queste note sono state redatte da uno dei piú conosciuti esegeti francesi, il quale ritiene che vi siano tre livelli di redazione in questo Vangelo: Giovanni I, che non credeva nella divinità di Cristo, Giovanni II che vi credeva, e Giovanni III, giudeo-cristiano, che non vi credeva.

(CJR) - Sí, dobbiamo ritrovare una lettura ecclesiale della Scrittura. Ciò di cui parlate deriva, chiaramente, da un’altra forma di lettura della Scrittura. In questi sviluppi troppo azzardati, si tratta della presenza dello storicismo puro. Innanzi tutto, chi prova l’esistenza di questi tre livelli di redazione? Si tratta di ricostruzioni condotte con un método letterario assurdo, viste dal solo punto di vista dello storico di mestiere.
D’altronde, oggi lo studio letterario dei testi conosce un rinnovamento che si rivela fecondo, anche per la Bibbia. Si comprende che non è possibile fissarne il senso ricostruendo un momento storico. E del resto, come si fa a ricostruire questo momento? Le ipòtesi di ricostruzione, che sono delle pure ipòtesi, càmbiano tutti i giorni. Non è cosí che si può compréndere un’òpera letterària, Dante, Racine; non è cosí che si può compréndere la Bibbia. Non è possibile entrare nel dinamismo interno di un testo dell’Antico o del Nuovo Testamento se non si comprende una cosa - appurata dal punto di vista storico - e cioè che questi libri sono nati nella fede, nel seno del pòpolo di Dio, all’interno di una comunità di credenti. Non sono delle invenzioni, non si è in presenza di un autore o di un altro che scrivévano libri come pòssono farlo oggi dei professori. Questi testi sono stati prodotti nella fede e per la fede della Chiesa, e possono compréndersi solo se si entra nello stesso dinamismo della fede.
Questa fede è quella di un soggetto - la Chiesa - che esisteva e che ancora esiste
. Di conseguenza, la contemporaneità, il sincronismo con il significato dei testi sacri, non si otténgono con delle ricostruzioni - che, ripeto, per me sono assurde - ma per mezzo dell’identità con il sincronismo della Chiesa come tale. Mi sembra, dunque, che la lettura da voi richiamata abbia fatto il suo tempo. Essa non apporta niente ad alcuno, anche storicamente. Si tratta solo di giuochi d’astúzia che non hanno nemmeno una consistenza stòrica. Occorre ritornare ad una visione piú profonda: conòscere il soggetto che sta all’orígine del libro, e l’identità di questo soggetto. È solo dall’interno di questo soggetto, della Chiesa, che si può realmente compréndere la Scrittura. È per questo che la lettura  piú realística e piú fedele storicamente, è la lettura litúrgica, in cui le parole sono presenza e realtà.

(ACB) -Uno degli aspetti, e non dei minori, della crisi della trasmissione della fede non consiste in una predicazione aséttica, una predicazione “alla Walt Disney”, come dice l’attore cristiano Henri Tisot, in cui “tutti sono gentili e bisogna éssere gentili con tutti”?

(CJR) - Si, oggi si ha paura di parlare del peccato, poiché si teme di offrire una visione negativa della vita, e non si vuole imporre all’uomo moderno, che è già tanto sofferente, una predicazione pesante da parte della Chiesa. Ma noi dobbiamo compréndere bene queste sofferenze molto reali che afflíggono l’uomo nella società odierna. In definitiva, esse sono il prodotto dell’assenza di Dio. E in questo consiste l’essenza del peccato: vívere in assenza di Dio. Ed allora, in questo modo di predicare, vi è un ottimismo falso e molto artificiale, il quale presuppone che tutto sia buono e che noi si sia tutti gentili. Non è questa la realtà dell’uomo di oggi. Se cosí non fosse, non avremmo la droga, il suicídio…

(ACB) - … l’aborto, che in Francia interessa una donna su due… 
 

(CJR) - … è tutto questo che fa la sofferenza degli uomini della nostra società, ed è questo che bisogna compréndere. Sofferenze profonde, come dimostra il fatto che gli uòmini cércano le risposte ai loro mali nella psichiatria, nella psicanàlisi. È necessario, dunque, préndere le distanze da questo ottimismo falso e fatale. Come sarebbe piacévole parlare solo di cose belle e buone! Ma gli uòmini véngono a noi perché sòffrono; essi vògliono avere una risposta vera per questa pena profonda; essi véngono verso di noi per scoprire che alla base di ciò che li affligge vi è l’assenza di Dio. Perché, se Dio non c’è, cosa faccio? Qual è il senso della mia vita? Dove vado? Perché? Tutto diventa inútile e inaccettàbile. Per noi si tratta di far conòscere che la malattia della vita, il peccato, consiste nella pérdita di Dio; di far conòscere questo Dio che concede il perdono dei peccati. Il perdono è una guarigione per ottenere la quale devo collaborare con Dio nella penitenza. Penso che occorra trovare un nuovo realismo per parlare del peccato. Se ne parliamo con delle fòrmule inaccessíbili all’uomo odierno, esse rimarranno delle fòrmule del passato, prive di significato.

(ACB) - Trovare un linguaggio pastorale realista, che corrisponda all’uditore e alla realtà, non vale anche per ciò che avete richiamato all’inizio, e cioè per il confronto fra la Chiesa e la società?

(CJR) - Certamente. Il Signore ha inviato i suoi discépoli: “predicate e guarite i malati”. È una parte essenziale della missione degli Apòstoli. Il che non signífica che dobbiamo sostituirci ai médici del corpo: io mi riferisco alla vera malattia della vita. È dunque chiaro che la fede che ci è stata donata non è fatta per un mondo chiuso; essa è sempre data per l’umanità. E questo non signífica intolleranza da parte nostra, ma esercízio della responsabilità che noi abbiamo nei confronti degli altri: di annunciare loro questa possibilità di guarigione nel Signore. Occorre avere un coràggio nuovo, occorre éssere convinti che noi si àbbiano in mano i mezzi per guarire gli uòmini, che è nostro dovere dare loro questa parola di Salvezza, e che essa è veramente tanto necessaria per l’uomo. Occorre un nuovo slancio missionario. Non si ama piú parlare di conversione, ma questa è la realtà: noi abbiamo una responsabilità universale, non possiamo esímercene. Sarebbe còmodo, se fosse possíbile, ma invece siamo tenuti ad offrire agli altri ciò che il Signore ci ha dato per gli altri.

(ACB) - Voi sapete, Eminenza, che siete un Cardinale molto popolare: un sondaggio internet vi assegna il 28% di opinioni favorévoli, su cinquantasettemila risposte; appena dopo il Cardinale Martini, che è in testa col 32%. Ora, gli specialisti dícono che nelle risposte spontanee, le opinioni dette di “sinistra” si esprimono sempre piú facilmente… Lo dico per amore dell’aneddoto, ma anche per sottolineare l’eco delle vostre considerazioni. Voi dunque, per i Pastori di domani, proponete un nuovo coràggio nell’annúncio della fede?

(CJR) - Assolutamente. Con la certezza che, se il Signore è con noi, potremo affrontare i problemi del nuovo millénnio. Per quanto riguarda candidature e sondaggi, trovo tutto questo alquanto ridícolo: noi abbiamo un Papa, ed è il Signore che decide in tutto del quando e del come. È vero che éssere Pastore oggi nella Chiesa esige un grande coràggio; ma anche con la nostra debolezza - io sono un uomo débole - possiamo ugualmente accettare il ríschio di fare il nostro dovere di Pastori, perché è il Signore che agisce, Egli ha detto ai suoi Apòstoli che nell’ora del confronto, non avrébbero dovuto pensare con inquietúdine a come difendersi e a cosa dire, poiché lo Spírito avrebbe loro insegnato cosa dire.
Questa è per me una cosa molto reale. Anche con la mia poca forza, e direi pròprio a causa di essa, il Signore potrà fare in me ciò che vorrà. Nella Scrittura vediamo sempre svilupparsi questa struttura: il Signore scéglie, per agire, coloro che di per sé non potrébbero fare gran cosa. È in questa fragilità umana che Egli dimostra la propria forza, come dice San Paolo. In questo senso, io credo che un Pastore non abbia mai motivo di aver paura, nella misura in cui làscia agire in sé il Signore.



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Consiglia  Messaggio 11 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/04/2004 15.50
 Alfonso.....ha scritto in CE......(copio qui nel forum che lui ha aperto e che non ha voluto continuare...)
Ho detto già all'inizio di questo topic che la storia non si può cancellare e mai si cancellerà, anzi dalla storia posiamo imparare tante cose a non commettere certe azioni, fatti che Dio non vuole, come il caso delle guere Sante combattute da uomini di Chiesa che non fanno parte della volontà di Dio, come il caso del potere temporale o del Sacro Romano impero che non è stato voluto da Dio, ma fatto di uomini di Chiesa, come il caso sei roghi accesi, fatti da gente spietata, come il caso dell'inquisizione ecc.
E' la storia a dire queste cose. Anche il papa ha ammesso questi errori.
**************
non è per offendere, ma se questo è il modo di fare la storia......che Dio ci aiuti veramente......Alfonso ha ammesso che NON sapeva nulla della storia del Canone...e se tanto mi da tanto immagino cosa sa del Sacro Romano Impero.....senza avere una minima idea di che cosa sono state le invasioni barbare in Italia......vabbè sorvoliamo.....mi interessava sottolineare un errore madornale che gli evangelici fanno quando dicono:
Anche il papa ha ammesso questi errori.......
e no.....non ci siamo proprio...l'ignoranza GALOPPA.....e va alla carica......qualche anima pia passi questo testo ad Aflonso per favore.....
Perdono della Chiesa.

Intervista a don Piero Cantoni: "La Chiesa non ha paura della verità storica"

Gesti e parole del Santo Padre e il documento sulla purificazione della memoria, hanno scatenato una tempesta di commenti non sempre benevoli. Per un'analisi più approfondita di alcuni aspetti, con don Piero Cantoni - apprezzato studioso di teologia e liturgia, autore di volumi ben noti agli specialisti - che nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli guida l'Opus Mariae Matris Ecclesiae, associazione avviata a diventare istituto missionario che si prefigge di servire alla Nuova Evangelizzazione promossa dal Papa. Un po' preoccupato gli chiedo se esiste il rischio avanzato da Messori, mons. Maggiolini e il card. Biffi (sia pur con accenti differenti), di un progressivo annacquamento della dottrina immutabile della Chiesa Cattolica a causa delle "troppe" richieste di perdono per fatti storici da valutare in altro modo:

"Il rischio c'è, ma accompagna qualsiasi atto veramente coraggioso. Né si può dire che la consapevolezza di questo rischio sia stata assente in chi se ne è assunta la responsabilità. Il documento della Commissione Teologica Internazionale Memoria e riconciliazione, che ha preceduto lo storico atto del Papa e che ne costituisce l'interpretazione autentica, precisa che non vuole trattarsi di una "...auto-flagellazione".Non è solo una richiesta di perdono, ma prima di tutto un'offerta di perdono, nella consapevolezza delle "...tante persecuzioni subite dai cristiani nel corso della storia" - risponde sereno don Piero citandone passi - I presupposti teologici che legittimano quest'atteggiamento non costituiscono affatto una novità. Nuovo è il gesto, non le consapevolezze che ne fondano la legittimità teologica. La Chiesa Cattolica non ha mai compreso la sua santità come tale da escludere la colpa nei suoi figli, non solo semplici fedeli ma anche pastori; né la sua infallibilità dottrinale e pratica come tale da coprire tutti e indistintamente gli atti del suo Magistero. Naturalmente il giudizio dev'essere equo e - alle condizioni di un giudizio che sia tale - la Chiesa testimonia davanti al mondo di non aver paura della verità storica. Le formulazioni usate sono precise ed è nella loro precisione che debbono esser lette. Non si tratta di "sottigliezze" o "astuzie" ma di rigore teologico. La Chiesa, non condanna puramente e semplicemente "l'Inquisizione", ma gli abusi e le violenze che hanno accompagnato la sua attività, perché è consapevole che il controllo e il discernimento in materia di fede è un diritto-dovere dell'autorità nella Chiesa, che - al di là dell'etichetta - è sempre stato esercitato fin dai tempi apostolici. I fedeli hanno il diritto di sapere se un teologo sta deviando dalla retta fede per accogliere o rifiutare il suo insegnamento. Lo stesso diritto lo hanno anche i non credenti per sapere con certezza qual è il vero pensiero della Chiesa e fin dove arriva il legittimo pluralismo che la caratterizza. Ma la Chiesa, ammettendo così apertamente le sue debolezze, non compromette la sua credibilità? Mi sono posto molto seriamente questa domanda e mi è venuto alla mente un bellissimo detto di Confucio:"L'errare del saggio è come l'eclissi del sole e della luna. Quando sbaglia tutti lo vedono, quando si corregge tutti guardano a lui".

Possiamo dire che Giovanni Paolo II si conferma pontefice "mistico" data la natura particolare ed evidentemente spirituale della solenne celebrazione?

"Certamente, a patto però di intendere bene quest'aggettivo "mistico" così facilmente fraintendibile. Di solito infatti il mistico viene immaginato come "l'uomo con la testa tra le nuvole", lontano dal mondo e quindi dalla concretezza della vita. Niente di più falso - almeno per quel che riguarda la mistica cristiana. Basti pensare a san Giovanni della Croce e santa Teresa d'Avila, grandi mistici e altrettanto grandi riformatori. Per non parlare di sant'Ignazio di Loyola che - molti lo ignorano - fu un grandissimo mistico, oltre che uno straordinario organizzatore e lottatore. Mistico vuol dire unito a Dio. Posto che Dio si è incarnato, questo non può voler dire lontano dal mondo, ma assolutamente intimo al mondo e vicinissimo alla concretezza delle cose e della vita. Così nel gesto del Papa dev'essere soprattutto apprezzata la dimensione spirituale che gli fa cogliere l'urgenza di una Nuova Evangelizzazione e la necessità che sia preceduta da una opportuna "purificazione della memoria".

Sono allora quantomeno insufficienti, e comunque una dimostrazione di non aver ben compreso la profondità del gesto, i commenti non solo "laici" ma persino religiosi in generale ed anche "cattolici"?

"Si! Mi riferisco in particolare a chi ha visto nel gesto la rinuncia della Chiesa alla sua pretesa di verità e quindi alla prospettiva di una evangelizzazione universale. È vero proprio il contrario: solo chi è veramente convinto dell'esistenza di una Verità oggettiva che non dipende da noi - mentre noi dipendiamo da lei - può in tutta verità e sincerità dare e chiedere perdono. In questo mondo sempre più dominato dal relativismo, la Chiesa - per bocca del Papa - testimonia la Verità e anche il modo corretto di rapportarsi ad essa, che è quello di porsi al suo servizio. La Verità non è un prodotto che possiamo fare e disfare a nostro capriccio. Noi siamo posseduti da essa e siamo quindi chiamati a servirla:"Chi opera la Verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" (Gv 3,21); "Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi" (Gv 8,32).

Infine chiedo a don Piero quella che è forse la preoccupazione maggiore (e che anche in Vaticano si sono posti, come si è compreso dagli autorevoli interventi pubblici dei cardinali Ratzinger, Poupard ed Etchegaray); quale impatto avrà sui cristiani "qualunque"? Il tentativo dei mass-media, ideologicamente ostili, di dichiarare finita la "pretesa" cattolica della Verità, non metterà in serio pericolo l'Evangelizzazione?

"Nel documento c'è quest'importante affermazione: "...la purificazione della memoria non potrà mai significare che la Chiesa rinunci a proclamare la Verità rivelata, che le è stata confidata, sia nel campo della fede, che in quello della morale". Ritengo che un gesto come questo non rappresenta soltanto una preparazione all'Evangelizzazione ma ne costituisce un importantissimo momento. È la dichiarazione e la testimonianza che la Verità esiste e che - se in un certo senso è vero che è "figlia del tempo" perché gli uomini possono e debbono crescere nella sua conoscenza - tuttavia essa è tale da giudicare la storia. Nella Verità noi ci siamo "dentro" (cfr. Atti 17,28). Il compito di chi si impegna nell'apologetica cristiana, cioè nella difesa della verità del Vangelo e della credibilità della Chiesa, rimane assolutamente intatto, anzi arricchito di nuove motivazioni. In fondo si tratta di rispondere a queste domande: "che cosa è precisamente avvenuto? che cosa è stato propriamente detto e fatto?"; ciò che è veramente accaduto può essere interpretato come non conforme al Vangelo?; se sì "avrebbe potuto essere compreso... come tale ed evitato"? Questo per confermare il cristiano qualunque nelle sue convinzioni e per illuminare il non-credente. Si tratta anche di una pacifica ma terribile sfida. Il perdono della Chiesa è incondizionato e quindi non include la pretesa che altri facciano altrettanto. Ma il monito che si leva silenziosamente dal gesto del Papa non può non brillare in tutta la sua drammatica grandezza. Certamente anche altri dovrebbero chiedere perdono, altri dovrebbero aprire i loro archivi e sottoporsi al giudizio della storia, anzi della Verità...".

Articolo apparso su L'Arno n° 4 anno XIII Aprile 2000

(Teofilo)
00martedì 3 novembre 2009 11:11
Rispondi
Consiglia  Messaggio 12 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 23/07/2004 20.03
Quanto segue....è una denuncia di Wilkerson.......leggetela attentamente perchè anche come CATTOLICI ci porta ad interrogarci...e fa comunque emergere che C'E' INSODDISFAZIONE  nelle chiese evangeliche......dunque? NULLA DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE.......
Il brano che segue è tratto da una predicazione del pastore David Wilkerson)dal sito di evangelicialtervista.......


Oggigiorno ci sono moltitudini di Cristiani affamati che vanno di chiesa in chiesa, cercando di trovare il loro posto. Alla fine, si arrendono e smettono di cercare una buona chiesa, perché si convincono che non ve ne sia alcuna.

Ma la Scrittura ci avverte che ciò può degenerare in una condizione pericolosa. Questi Cristiani sanno quello che il Signore ha comandato: "Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno" (Ebrei 10:25).

È vero che oggi è difficile trovare chiese che valga la pena di frequentare. Infatti, è questa la lamentela numero uno tra quelli che ci scrivono. Moltissime lettere dicono: "Non riesco a trovare una chiesa che mi inciti a santità. La chiesa che frequento è morta. I miei figli si stanno traviando".

Nel sud della California, una donna girò venticinque chiese nella sua zona, cercandone una devota in cui poter adorare il Signore. Ella finì col spedirmi i bollettini e i volantini di quelle chiese, con una nota scritta che diceva: "Per favore, fratello David - leggi questi e dimmi quale dovrei scegliere".

Ecco un esempio di uno di quei bollettini. Il programma degli eventi di quella chiesa in agosto era il seguente:

Venerdì notte, dalle 7 alle 10 - balli padri-figlie.
Venerdì seguente - notte in famiglia allo stadio, Cappellani contro Giganti.
Venerdì seguente - balli country-western.
Sabato - torneo di tennis.
Lunedì - scuola di pallacanestro.
Martedì - studio biblico per ragazzi alla spiaggia; studio biblico al campeggio.

Pensate che questo tipo di attività faccia tremare l'inferno? No! Molte chiese oggi rappresentano una completa beffa di Dio. I loro predicatori sono traviati - e alla congregazione importa solo di avere soddisfatti i propri bisogni.

D'altra parte, qualcosa di molto pericoloso di natura diversa sta accadendo nelle chiese oggi. Alcuni Cristiani sono diventati così critici - così difficili da accontentare - che nessuna chiesa soddisferà mai i loro standard! La più piccola imperfezione li fa andare via.

Infatti, è diventata una moda tra i credenti quella di abbandonare semplicemente la loro chiesa non appena vedono anche la più piccola cosa che non gli piace. Appena ciò accade, si alzano e vanno via.

Un pastore mi disse di una coppia che era andata da lui e gli aveva detto: "Siamo stati in tutte le chiese nel raggio di qualche chilometro, e neppure una è valida. In tutte c'è compromesso, disordine. Siamo usciti dall'ultima chiesa che abbiamo visitato, perché abbiamo visto un bollettino che diceva: "Notte per singles". Che diritto ha una chiesa di cercare dei partner per le persone?"

Il pastore cercò di spiegare loro che non era quello il significato del bollettino. Era semplicemente un annuncio riguardante una notte per credenti non sposati, da trascorrere in chiesa per lodare il Signore insieme. Tutto qui. Ma questa coppia aveva sviluppato uno spirito talmente critico, che furono convinti che quella chiesa stesse organizzando incontri tra persone single.

Senza comunione con un vero corpo di credenti, tali Cristiani finiscono per diventare freddi - lasciano il loro primo amore e vagano, soli, affamati, assetati, nutrendosi di quello che io chiamo "pranzi di TV Cristiana" - servizi trasmessi in televisione e sermoni trasmessi dalla radio. Oppure ascoltano sermoni su nastro, convinti che quelli potranno saziare la loro fame.

No - non è in questo che consiste la chiesa! La chiesa è la comunione dei santi, il legame che abbiamo nello Spirito. È pregare insieme e cercare la faccia di Dio. Moriremmo tutti di fame senza questo!

Eppure, forse puoi onestamente dire: "Fratello David, ma io non riesco a trovare una chiesa nella mia zona che sia incentrata su Cristo, che cerchi la santità. Non riesco a trovare la Città".

Caro santo, Dio ha fornito una soluzione!

"Ma nella loro avversità gridarono all'Eterno ed egli li liberò dalle loro angosce; e li condusse per la diritta via, perché giungessero a una città da abitare" (Salmo 107:6-7).

Dio dice: "Vi mostrerò il corpo dei credenti. Vi condurrò dritto da loro!"

Siatene certi, Gesù ha il Suo corpo di credenti fedeli ovunque nel mondo. E se griderete a Lui, Egli condurrà miracolosamente altri Cristiani di uno stesso cuore a voi.

Nel frattempo, mentre cerchi dei credenti sinceri, il Signore non ti abbandonerà. Egli ha promesso di manifestarsi anche "quando due o tre sono radunati insieme" nel Suo nome.

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ma non è che Wilkerson sotto sotto è cattolico....??? ...bè....sa di cosa sta parlando dal momento che anche lui ha cambiato diverse denominazioni...poi è stato pastore indipendente....poi è stato e credo lo sia ancora..delle ADI....insomma....si cerca la "casa migliore" PERCHE' PARLARE DI CHIESA E' SBAGLIATO DAL MOMENTO CHE ABBIAMO UNA CHIESA SOLA....

Buona ruminatio.......

Fraternamente Caterina


Rispondi
Consiglia  Messaggio 13 di 31 nella discussione 
Da: smileInviato: 24/07/2004 14.57
Uno smile affettuoso e fraterno.
Riflettevo su come vorrei la mia Chiesa, poi ho letto che il testo pentecostale è stato postato anche qui. Che dire? Anche a me questo pastore predicatore sembra più un cattolico.
Anche da noi appunto tanti cristiani sono insofferenti, cercano il paradiso del benessere, del piacere mondano, del sacerdote che non ci venga a disturbare, che non ci venga a chiedere soldi o conversione o preghiere. Quanta desolazione vedo spesso attorno a me!
Quello che non capisco per chè poi la colpa è del sacerdote e non mia se questo benessere spirituale non l'ho trovato.
Se in cucina il pranzo mi viene male la colpa sarà della ricetta, di chi mi ha venduto il ricettario, di chi l'ha scritto di chi mi ha passato la ricetta o forse non sarà solo colpa della mia incompetenza?
Ma quello che capisco da questo predicatore è che anche da loro non se la passano affatto bene.
La crisi è dappertutto, ma i pentecostali si facciano l'esame di coscienza per capire fino a quale punto sono responsabili di un falso ricettario che stanno distribuendo contro la vera Chiesa?
Quello che comprendo e vedo fuori con i gruppi di Preghiera è che essi vogliono sostituirsi alla Chiesa.
E chi non è stato delegato alla predicazione, ha la presunzione e l'orgoglio di poterlo fare.
Basta! sono stanca di questi discorsi!
Occorre rimboccarci le maniche tutti quanti.
Abbiamo lasciato troppo soli i nostri sacerdoti!
Questa è la colpa grave che pesa su chi si vuole definire cattolico.
La Chiesa si cambia se cambieremo noi eliminando la superbia che abbiamo.
Amare ed operare questo è quanto ci insegnano i santi, la Vergine Madre di Dio e tutta la santa e amata Chiesa Cattolica.
Scusami Caterina ora non so a quale forum mettere questa risposta, io la metto in tutti e due i forum così non sbaglio.
Uno smile per tutti, sia lodato Gesù e Maria

Rispondi
Consiglia  Messaggio 14 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/07/2004 14.24
....nessun problema smile.......va bene così....
Dunque...tanto per restare in tema con il Wilkerson che oggi riprendo da "cammino cristiano" di evangelicialtervista, leggiamo:
È incredibile come i Cristiani oggi pensano di poter scegliere a quali comandamenti di Cristo obbedire! Se non gli piace quello che viene comandato, semplicemente lo ignorano o scusano la loro disobbedienza con: "Vedi, io non la vedo in questo modo - non credo che le cose stiano in quel modo". Se lo Spirito Santo tocca il cuore di un pastore, e questo inizia a proclamare la chiamata di Dio alla santità, alla separazione, all'abnegazione - e ai membri della comunità non piace il messaggio, chiudono il portafogli, ritirano la loro "tessera di membro", e vanno a comprare un pastore che predica accentuando i lati positivi. È per questo che la terribile piaga dell'apatia sta dilagando nella religione oggi. Siamo stati così preoccupati dalle opere - così irritati dal legalismo, che abbiamo dato un cattivo nome all'obbedienza. La chiesa ha raggiunto lo zenit dell'apostasia quando chiama l'obbedienza legalismo....
......
Direi che Wilkerson ha messo il dito nella piaga.....L'APATIA....... un'apatia al punto tale da voler cambiare la Chiesa..... andarsene, scegliere una chiesa che CI POSSA FAR SENTIRE SODDISFATTI......, cercare un prete che ci dica QUELLO CHE VOGLIAMO SENTIRCI DIRE.... guai se ci troviamo di fronte un sacerdote che magari ci avverte che un adulterio che stiamo vivendo non piace al Signore... diremmo subito che tale prete è antico...... che non conosce la misericordia di Dio che tutto perdona..... che magari questa sua severità FA SVUOTARE LA CHIESA.....
Mi sembra che il Wilkerson denunci lo stesso identico problema.......
Come ebbi a dire perchè non cambiare la domanda?
COME POSSO CAMBIARE IO PER AIUTARE LA CHIESA?
E' vero anche il fatto che osserviamo solo alcuni Comandamenti.....e il resto??
Specialmente dal quinto in giù...sembrano NON ESISTERE.....anzi...per questi diciamo "tanto Dio è misericordioso e tutto perdona"...... ma guai se un sacerdote ce li viene a ricordare come completamento della testimonianza che dovremmo dare COME CRISTIANI..... diremmo che è il prete in difetto....mica noi......
E così CAMBIAMO CHIESA.......o meglio, cosa avviene?
All'inizio si smette di andare in Chiesa...... frequentare la parrocchia diventa troppo responsabile..... si comincia a disertare andando alla Messa a qualche festa comandata tanto per soddisfare un pò e chetare quella vocina della coscienza che ci sta avvertendo che ....STIAMO SBAGLIANDO......
Si finisce con il disertare il confessionale "in fondo che Gesù non lo sa i peccati che purtroppo commetto? Ma lui mi perdona perchè io chiedo perdono.." e di nuovo....altra scusa per sentirsi in ordine......
Piano piano si cade in depressione spirituale.....
Allora si inizia a mascherare la propria responsabilità:
" E' colpa di quel prete! E' colpa della Chiesa".......
fino a che ...in Chiesa non si va proprio più: " Non riesco a trovare un prete che faccia al caso mio!!".......
Tuttavia....poichè il SEME DELLA GRAZIA RIMANE....se in fondo il cuore mantiene in sè una certa bontà.....si riapre la caccia alla Chiesa "che fa al caso mio".....insomma....si arriva a negare, ma non si può fare a meno.....e allora come un grande Emporio....si va a caccia del PRODOTTO MIGLIORE...... NON ci si rifugia in Cristo, MA NELLE PAROLE DI UN PREDICATORE BRAVO PIUTTOSTO CHE DI UNO MENO BRAVO A PAROLE.......
Meglio ancora se alla prima funzione che vado per provare il prodotto....trovo anche I FENOMENI..........significherà che "quella chiesa" c'è veramente lo Spirito Santo: " Non ho mai visto nulla di simile nella mia chiesa...!!" dimenticandosi di colpo il prodigio dell'Eucarestia......
"Tommaso.....PERCHE' HAI VEDUTO HAI CREDUTO? Beati coloro che crederanno PUR NON AVENDO VISTO"......
Ma noi no!! VOGLIAMO IL FENOMENO.....vogliamo vedere e toccare.....e in questo rincorrere i vari fenomeni....ABILMENTE METTIAMO DA PARTE I REALI PROBLEMI DELL'INSODDISFAZIONE.......
i quali derivano molti proprio dalla PRIMA DISOBBEDIENZA a quella Chiesa che ci aveva avvertiti....... ma proprio per questo era diventata una...."chiesa scomoda".... a ragione condivido la denuncia di Wilkerson:
chiudono il portafogli, ritirano la loro "tessera di membro", e vanno a comprare un pastore che predica accentuando i lati positivi.....
.....
NON è la Chiesa che deve cambiare le sue dottrine per far piacere a te, a me, o ad altri......SIAMO NOI CHE DOBBIAMO CAMBIARE ATTEGGIAMENTO..... che dobbiamo metterci all'obbedienza (leggersi Tito) ....
La Chiesa ècomposta di MEMBRA..... membra sante, peccatrici, malate, gioiose, tristi.....DIVISE....perchè di Chiesa UNA SOLA NE ABBIAMO...... e nelle singole comunità dovremmo rispecchiarne il volto dottrinale e catechistico perchè la Parrocchia, la comunità non è altro che quella BASE dalla quale far emergere nel mondo poi il chi siamo realmente, il che cosa vuol dire ESSERE CRISTIANI......il perchè dovremmo ESSERE DIVERSI DA QUANTI NON CREDONO.....
Ricordiamoci che i Comandamenti sono 10....... il primo e l'ultimo non possono essere vissuti ingannandosi......
Non è dunque la Chiesa a dover cambiare....ma NOI, come comunità di credenti, dovremmo cambiare se vogliamo essere testimoni DEL RISORTO con tutto ciò che ne consegue.....
Fraternamente Caterina

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Consiglia  Messaggio 15 di 31 nella discussione 
Da: saledellaterraInviato: 26/07/2004 22.30
Cara Caterina è così che possiamo essere saledellaterra, ti ringrazio per queste meditazioni sulla Chiesa ed è così che invece di pensare a cambiare Chiesa, dovremmo cambiare noi stessi.
Come ringrazio anche smile per le sue parole incoraggianti.
La battaglia è lunga, ma la vittoria è già Cristo che ha vinto. Facciamo con tranquillità e carità la nostra parte perchè è così che ci dice S.Paolo che la carità è la più importante di tutte le altre cose anche della fede.
Sia lodato Gesù e Maria

Rispondi
Consiglia  Messaggio 16 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSNGrilaldo1Inviato: 29/07/2004 13.13
Ho ricevuto il Battesimo e per questo credo fortemente di essere membro della Chiesa dei santi anche se sto attraversando un brutto periodo,perciò al momento non posso dire di avere una Chiesa < mia > ma in definitiva non è errato parlare di mio e di tuo?
Se sono le membra a formare la Chiesa, allora sono le membra che dovrebbero cambiare qualcosa e personalmente anch'io chiedo più presenza di carità. Aldo.
Rispondi
Consiglia  Messaggio 17 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 29/07/2004 14.24
Non sono mai intervenuto in questo forum, però qualcosa vorrei che cambiasse.
Mi piacerebbe che i sacerdoti siano meno ragionieri e più pastori di anime, lasciando l'aspetto ragionieristico a dei laici, che le parrocchie siano meno un centro di smistamento delle varie esigenze sociali e più un centro di raccoglimento spirituale,
che le omelie non si limitino ad una continua ripetizione degli stessi messaggi che tutti conoscono a memoria, tanto da indurre spesso il fedele in una condizione soporifera, ma si allarghino verso una maggiore spiritualità di cui si avverte la carenza e che spesso inducono i giovani a ricercarla altrove con il pericolo di possibili devianze, che i sacerdoti facciano dei seminari specifici per imparare anche a come catturare l'interesse dell'ascoltatore.
Troppe cose?
fraternamente
iyvan

Rispondi
Consiglia  Messaggio 18 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/07/2004 15.23
Non sono mai intervenuto in questo forum, però qualcosa vorrei che cambiasse.
..........
.....a Yivan...e forse era meglio se continuavi a NON intervenire.......Dopo aver letto il tuo elenco te volevo proporre UN PIANO BAR in chiesa.....tanto pare che l'abbiano fatto in Inghilterra gli anglicani.....
Vebbè.....Yivan sa che sto scherzando......perciò si tranquillizzino coloro che leggono, specie i nuovi......
Che devo dire? effettivamente le proposte di Yivan sono accettabili e perchè no......proposte intelligenti che effettivamente potrebbero dare nuova linfa alle parrocchie.....
Tuttavia pignolamente come oso fare leggo:
ma si allarghino verso una maggiore spiritualità di cui si avverte la carenza e che spesso inducono i giovani a ricercarla altrove con il pericolo di possibili devianze, che i sacerdoti facciano dei seminari specifici per imparare anche a come catturare l'interesse dell'ascoltatore
........
i seminari ci sono....ma vengono disertati....... " Non ho tempo; i figli; il lavoro;arriviamo la sera distrutti....la domenica i nonni....gli amici...la gita fuori porta.."
Conosco molti Yivan che come....ci siamo rimboccati le maniche DA SOLI....naturalmente dopo c'è stata anche la collaborazione di un sacerdote, ma il punto di partenza è singolare...si DEVE VOLERE.....
Troppo comodo dare solo "colpa" alla Chiesa....giustamente Aldo fa osservare un aspetto interessante quando dice: Se sono le membra a formare la Chiesa, allora sono le membra che dovrebbero cambiare qualcosa e personalmente anch'io chiedo più presenza di carità...
...
direi che forse possiamo azzardare e dire che questo è proprio il cuore del problema.....che ne pensate?
Infine un aspetto interessante di Yivan lo trovo in questa frase:
che le parrocchie siano meno un centro di smistamento delle varie esigenze sociali e più un centro di raccoglimento spirituale, ........
secondo me questo è un BINGO! ...troppi sacerdoti hanno scambiato le parrocchie e il loro stesso ministero come UNA ASSISTENZA SOCIALE....CENTRO SOCIALE...SERVIZI SOCIALI......mentre invece la Parrocchia è prima di tutto UNA COMUNITA' DI CREDENTI...che si riunisce in primo luogo per professare insieme la fede, darsi forza l'un l'altro, nutrirsi dell'Eucarestia per trarre forza e fare comunione e sentirsi UNA COSA SOLA CON TUTTA LA CHIESA NEL MONDO......il resto...viene DOPO.....
Se non comprendiamo questo, non riusciremo mai ad essere membra vive DI UN CORPO MISTICO....ma bensì membra passive....di un Corpo FANTASMA......
Fraternamente Caterina 

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Consiglia  Messaggio 19 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/07/2004 23.52

L’Osservatorio Nuove Frontiere si racconta…a colloquio con Laura Petreccia
Una nuova sfida per la Chiesa
Anche a Livorno numerosi casi

di Chiara Domenici

Pseudoreligioni, movimenti ascetici di ispirazione orientale, gruppi di nuova spiritualità, fedeli degli angeli, patiti del paranormale, seguaci degli ufo e chi più ne ha più ne metta… Sono centinaia le persone che si lasciano coinvolgere dalle nuove mode, alla ricerca di una sedicente vera spiritualità, che elevi dal superficiale mondo in cui viviamo. Ma soprattutto sono centinaia le persone che si lasciano truffare da maghi, nuovi guru e maestri, che promettono una vita diversa, migliore, e che spesso invece sono la causa di perdita di personalità, di dilapidazioni di patrimoni (visto che si fanno pagare profumatamente), di nevrosi e tragici distacchi dalle famiglie.
Anche Livorno è preda di simili situazione, ma dal 1999 è operativo un gruppo di persone, “l’Osservatorio permanente nuove religioni”, il cui scopo è quello di monitorare il territorio a proposito di questi fenomeni, contattare chi è rimasto vittima di queste idee ed indirizzarlo ad una spiritualità più sana ed equilibrata.
“Siamo in contatto con due sacerdoti diocesani e con alcune suore – spiega Laura Petreccia, una dei responsabili dell’Osservatorio – il nostro compito è molteplice perché oltre a ricercare e ad informarci su queste nuove sensibilità religiose, siamo disponibili alla consulenza e al supporto spirituale di queste persone. Finora più di 170 persone si sono già rivolte a noi”.
Ma chi sono i seguaci di queste espressioni religiose? “Non c’è una categoria specifica – ci spiega la dottoressa Petreccia – spesso sono anche cattolici che frequentano entrambi gli ambienti o che hanno abbandonato la religione cattolica per protesta; magari hanno subito delusioni relazionali con qualche parroco, vescovo, ecc. oppure sono contro la Chiesa ed il Vaticano che accusano di occuparsi troppo di denaro e poco di anime.
Oppure ancora sono persone che hanno vissuto un evento tragico nella loro vita: un grave lutto, una separazione e non hanno trovato una risposta nella Chiesa cattolica. Questi movimenti hanno una particolare capacità di accogliere e far sentire amati i loro affiliati, si prega insieme, si vive insieme, nessuno è mai lasciato solo e con eventuali sedute medianiche ci si può anche mettere in contatto con i propri cari”.
Come ci si avvicina a questi gruppi? “I modi sono molteplici. Il metodo più efficace però è il passaparola, anche perché non hanno grande interesse a farsi pubblicità tra chi potrebbe ‘smascherarli’ o, peggio ancora, denunciarli. Ad esempio si può entrare in contatto attraverso la frequentazione di palestre, di centri di benessere che praticano massaggi e terapie orientali di rilassamento, ecc.”
Quali sono le conseguenze per chi segue questi “maestri”? “Dipende dalla filosofia che si segue. Spesso certe forme di ascesi, di abbandono estremo del mondo e del corpo portano ad una perdita della realtà e della propria personalità. Solitamente tendono ad annullare tutti quei rapporti che non sono vissuti all’interno del gruppo, quindi la famiglia, il lavoro, le amicizie esterne. E poi spesso anche a fallimenti economici perché continuamente vengono richieste offerte per sostenere le spese del gruppo”.
Qual è secondo lei la soluzione a queste forme di deviazione? “È difficile poter dare un’unica soluzione per casi tanto diversi. Certamente è una sfida pastorale che la Chiesa deve porsi con sempre maggiore urgenza. Si dovrà trovare una catechesi ad hoc, ma soprattutto la Chiesa dovrà farsi sentire più vicina alla gente, è l’unico modo per evitare che si allontani cercando qualcos’altro”.
Come ci si può mettere in contatto con voi? “Siamo a disposizione il giovedì dalle 15.30 alle 17.30 presso il centro culturale in via delle Galere 27, tel. 0586/502013 e 0586/853409”.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 20 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 30/07/2004 11.28
Troppe cose?

Caro lyvan
Direi che desideri le stesse cose che vorrei anch'io che la nostra Chiesa abbia.
Preghiamo che il SIgnore le conceda questo e quanto ancora Egli stesso vorrebbe.
Con affetto
(Teofilo)
00martedì 3 novembre 2009 11:12
Rispondi
Consiglia  Messaggio 21 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 30/07/2004 12.37
 

Preghiera

A te, Chiesa cattolica, vera sposa del vero Cristo, a te io rivolgerò la mia parola secondo le mie capacità, come un figlio tra tanti e come tuo servo […] anche i miei pericoli potrebbero giovare a te, da cui ora dipende la mia liberazione. (Contra Faustum man. XV, 3 - s. Agostino-)


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Consiglia  Messaggio 22 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 11/10/2004 22.37

tracce e riflessioni fuori dal coro

   da un intervento di Don A. Mazzi (dalla rete)

Ho vissuto con tre pedofili, in periodi diversi. Mi sono stati assegnati, in comunità, dai tribunali di competenza.
Dovevano scontare parte della pena e soprattutto, dovevano essere protetti e allontanati da alcune carceri, a scopo preventivo. Anche i malviventi e criminali, arrivati ad alcuni eccessi, si fermano e diventano rossi di vergogna.
Ho fatto molta fatica ad accettarli. La violenza sui bambini ha sempre scatenato in me, brutti pensieri.

Sono diventato prete, per salvare un bambino dalle fauci di parenti che quotidianamente, a turno, lo stupravano.
Per salvare lui, Dio Padre, stratega, ha salvato me. Se nella mia giovinezza non fosse accaduto questo episodio, l’avrei vigliaccamente sciupata.
Per chi conosce il Vangelo, anche superficialmente, rimane stordito da una frase, che sembra aver poco di evangelico.
La traduco così: “Piuttosto di scandalizzare un innocente, è meglio legarsi una macina di mulino al collo, e buttarsi nel mare”.
Si fa fatica a collegare questa parole, alle Beatitudini e al resto dell’intero testo evangelico.
“Beati i miti, i poveri di spirito, i pacifici, i misericordiosi…” fa a botte (si fa per dire) con la macina al collo.
Immaginare Cristo sulla collina alterato, inviperito e con gli occhi stravolti urlare una maledizione così terribile ci si impiega del tempo.
Oggi, dopo anni di vita tra i pedofili, purtroppo questa frase la capisco.
E la capisco ancora di più, alla luce dei recenti scandali perpetrati da persone consacrate a Dio.
Ho commesso e commetto tanti peccati. Quasi ogni notte li devo piangere e ogni mattina iniziando la Messa mi soffermo più del dovuto, nel chiedere al Signore, pietà.
Dovrei inventare oltre al rosario classico delle 150 Ave Maria, un altro rosario composto da 150 “Signore, pietà; Cristo, pietà”.
A causa dei miei peccati, non dovrei giudicare nessuno. Mi viene molto facile perdonare i disperati, perdonare i miei ragazzi distrutti dalla droga, dalla solitudine, dalla miseria.
So perdonarli, perché so che cosa hanno trovato nella loro gioventù e lungo i sentieri della vita. So di non sbagliare, quando li perdono, nel nome dell’infinita paternità di Dio.
Però i pedofili vorrei non essere capace di perdonarli. Scoppia dentro di me, una ribellione più grande di me. Sarei felice se mettessero in atto la spaventosa maledizione del Vangelo.
Con i tre di cui parlavo sopra, e con i quali ho vissuto, mi sono barcamenato, nascondendo, quasi sempre il mio malessere. E’ stato l’unico periodo della mia vita, nel quale, ho espresso qualche ipocrisia.
Il doppio giochista è un ruolo che non mi si addice. Esigo per me e per gli altri che mi sono vicini, un’unica faccia, costi quel che costi.
Ciò che sta succedendo, però, tra i preti è troppo. Posso capire il prete che si innamora, il prete attaccato ai soldi, il prete carrierista.
Non voglio capire i preti pedofili. Spero solo che la malattia, una gravissima malattia, li possa giustificare. Abbiamo da una parte un Papa, che pellegrina per il mondo, testimoniando la fede, la carità, la verginità, il martirio (conciato così può girare il mondo solo un martire), portando su di sé il peso dei dolori di tutti. E dall’altra centinaia di preti che sfigurano il volto di questa chiesa. Giuda è un santo rispetto ad un prete perverso, lurido. Pensare a una chiesa nel contempo madre, matrigna e meretrice, ci spaventa, anche se alcuni santi dei secoli passati l’hanno così descritta.
Pensavo che nei secoli fossero avvenuti dentro al cuore dell’uomo e del prete, alcune purificazioni.
Se questa è la chiesa che, nonostante tutto, dobbiamo accettare, amare e salvare, giustifico l’acredine di molti laici e non credenti.
Permettetemi di sognare, domani (anche con il mio contributo) una chiesa meno peccatrice, più linda, più genuina. Solo santa!
Fosse, per arrivare là, c’è una sola strada da ritrovare: la strada del deserto, della grotta di Betlemme, del pezzo di pane, della croce sulla collina, tornando alla povertà di spirito, alla radicalità evangelica.
Vivere il vangelo non significa predicarlo, ma metabolizzarlo.
Portarlo dentro la nostra carne, mangiarlo riga dopo riga, liberarlo dalle incrostazioni dentro le quali lo abbiamo soffocato.
Solo se torneremo nelle tende, se ripercorreremo i sentieri stretti, sepolti sotto le sabbie del deserto; se saliremo sui tetti a gridare i diritti degli ultimi, se ci spoglieremo delle bardature che ricoprono le nostre impudicizie, ci salveremo e faremo tornare la chiesa alle sue origini.

don Antonio Mazzi

da un intervento di Salvatore, operatore (dalla rete)
 

Onestamente capisco la difficoltà di Don Mazzi davanti alle difficili situazioni che gli sono state poste innanzi dalla Provvidenza e capisco anche la difficoltà oggettiva di noi laici nel "gestire" la questio dei sacerdoti pedofili.

Tuttavia è veramente errato interpretare la Parola di Dio quando parla di scandalo ai piccoli e pensare che si riferisca esclusivamente ai bambini... il senso è ben più ampio.

Altresì è errato e da infantili reagire in maniera manichea davanti a queste problematiche. Parlò da Papà di due splendidi bambini che vorrei preservati da tante brutture di questo mondo.

Purtroppo la pedofilia raramente è una scelta che non nasca da precedenti ferite di simil natura.

Se vogliamo allora dirla tutta... e ne parlo con coscienza di causa, avendo le mani in pasta più di Don Mazzi su queste questioni terribili e delicate... anche i sacerdoti pedofili sono talvolta i "piccoli" del Vangelo. Perché?

Perché si portavano dietro un'affettività ferita sin dalla formazione seminariale e che per un cattivo discernimento affettivo-vocazionale non è stato curata e sostenuta. Il celibato sacerdotale, che è e rimane una grande ricchezza per la Chiesa, può portare, se non vi è un cammino di sana integrazione umano-vocazionale a terribili e dilanianti conseguenze per il sacerdote e per chi gli sta vicino. Ogni virtù cristiana è un mezzo per la pienezza della vocazione della persona e non va mai mitizzata. Per esempio la povertà è un valore ma se viene mitizzata come assoluto porta all'eresia. Così il celibato.

Quante volte nel servizio che facciamo a sostegno di tante penose situazioni tra laici e presbiteri riscontriamo una formazione sul celibato che non è integrata ma mitizzata, manichea e disumanizzante. Anche il sacerdote pedofilo è in qualche maniera una vittima; di sé stesso, della sua storia e di color che non l'hanno aiutato.

Ci vuole tanto ma tanto amore per denunciare il "fatto", il peccato, ma, nello stesso modo, amare sempre il peccatore. Fare in modo che la giustizia civile e penale faccia il suo corso ma avere amore e misericordia verso il "ferito che ferisce" affinché sia anch'egli cautelato.

Anche se il Papa facesse violenza ad uno dei miei figli forse che perderei fiducia nella successione apostolica e nella sede di Pietro?

Anche noi laici dobbiamo, perché possiamo, avere una fede più adulta... che condanna il peccato e sostiene e aiuta come può il peccatore.

Anche perché ciascuno di noi, se è onesto con se medesimo, sa che la debolezza e la bruttura non è lontana dal proprio cuore.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 23 di 31 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 13/10/2004 10.38
La Pace del Risorto.
Credo che ognuno dovrebbe fare la sua parte e non cercare mai di poter fare ciò che spetta agli altri di fare.
Penso che spesso non siamo felici e neppure soddisfatti del ruolo che il Signore ci da di svolgere nelle nostre parrocchie, così si alimenta l'insoddisfazione, serpeggia il mormorio, si attivano le contese.
Sostenere il sacerdote non vuol dire che dobbiamo prevariche sul suo ruolo, non dobbiamo sostituirci a lui, ma dobbiamo sostenerlo nel suo ministero,incoraggiarlo, fargli capire che gli siamo vicini.
Mi era stato chiesto quest'anno di fare il catechista, per la prima volta dal mio ingresso nella Chiesa, ho dovuto rifiutare perchè sto crescendo per essere padre e di tempo ne ho poco. Ma ho un compito che cerco di fare bene: distribuisco nei banchi i fogli della domenica con la liturgia della Parola, il sabato pomeriggio e la domenica. Per me è una grande responsabilità, se penso che quella Parola che distribuisco potrà cambiare la vita di qualche mio fratello,io sto già rendendo un servizio prezioso alla mia comunità.
Sia lodato Gesù Cristo, e chiediamo il sostegno alla Beata Vergine Maria, aiuto di tutti i cristiani.

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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 24 di 31 nella discussione 
Inviato: 13/10/2004 22.28
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 25 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/10/2004 22.49
Caro Daffy.....Sandro, sposto qui il tuo messaggio con quello di don Mazzi......

questo forum lasciamolo per le riflessioni sulla Chiesa in generale......

Fraternamente Caterina



Rispondi
Consiglia  Messaggio 26 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 04/11/2004 17.40
Il vero dramma è....L'INCOMPRENSIONE....leggiamo questa intervista che spiega i motivi perchè il sinodo di Atene ha VIETATO al Patriarca di Atene (chiesa greca ortodossa che di fatto è in comunione con Roma) di recarsi a Roma da Giovanni Paolo II......
In quest'Anno Eucaristico...PREGHIAMO per l'unità dei Cristiani....
L’arcivescovo Christodoulos ci ha rilasciato ad Atene la seguente intervista (di Sandro Magister):


”Siamo tutti sulla stessa barca”

Intervista con Sua Beatitudine Christodoulos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia


D. – Chi e perché ha bloccato il suo viaggio a Roma?

R. – “Gli ambienti conservatori della nostra Chiesa non dimenticano le ferite della storia subite ad opera dei cattolici. In Grecia c’è libertà di stampa, e i circoli fondamentalisti scrivono e fanno scrivere che non dobbiamo avere rapporti con la Chiesa di Roma. La mia opinione è opposta. Occorre sensibilizzare i nostri vescovi e il popolo, per aiutarli a comprendere che, senza rinnegare la storia, possiamo avviare una nuova epoca di reciproca conoscenza e collaborazione”.

D. – Ha contatti con la minuscola Chiesa cattolica greca?

R. – “Con la comunità cattolica greca ho ottimi rapporti. Alcuni suoi vescovi sono stati miei compagni di scuola al liceo cattolico dei religiosi marianisti francesi. Abbiamo fatto passi concreti assieme, ad esempio per rendere possibile la visita del papa nel 2001, che ha avuto tra noi fortissime opposizioni ma poi è andata in porto con soddisfazione di tutti. Collaboriamo nella bioetica, nelle questioni sociali, nella promozione della donna. Un altro terreno d’incontro con i cattolici è stato il tentativo di iscrivere il cristianesimo nel preambolo della costituzione europea, quale fondamento dell’unità del continente. Purtroppo, si sa, la menzione è stata esclusa, come se non ci fossero i monumenti dello spirito e dell’arte che gridano la verità del fatto”.

D. – Questi i punti d’intesa. E quelli di disaccordo?

R. – “Due anni fa ho invitato i vescovi cattolici greci nel mio ufficio. Abbiamo stabilito di rivederci, ma purtroppo non è stato possibile perché la comunità cattolica ci ha un po' rattristato, non sostenendo lo sforzo compiuto dalla nostra Chiesa per evitare che la religione di appartenenza fosse eliminata dalla carta di identità. Il governo socialista di Kostas Simitis annunciò questa decisione all’improvviso, mentre io ero all’estero, in Romania, e noi reagimmo raccogliendo tre milioni di firme e indicendo manifestazioni di massa. Ma questo nostro sforzo è stato avversato dalla Chiesa cattolica greca: essa pensa che la menzione della religione nella carta d’identità provochi una discriminazione nei confronti di chi non è cristiano ortodosso. Il che non è vero. A un arcivescovo cattolico ho detto: ‘Se non reagiamo subito a questa azione contro la Chiesa ne seguiranno altre. Siamo tutti sulla stessa barca, e quando affonderà affonderemo tutti, indipendentemente se viaggiamo in prima o seconda classe’”.

D. – Come pensa debba reagire la Chiesa all’offensiva laicista?

R. – Tra cristiani dovremmo metterci d’accordo per reagire al laicismo, ma non lo facciamo abbastanza. I protestanti, ad esempio, non hanno fatto nulla a favore della menzione delle radici cristiane nella carta d’Europa. Dobbiamo stare più in guardia. Il laicismo allontana tanti dalla Chiesa, quando invece la Chiesa deve stare accanto al popolo e per il popolo. Si discute su come vincere la sfiducia della gente nella Chiesa. La Chiesa non deve seguire il mondo per guadagnarlo, ma stare davanti al popolo e indicargli la via della salvezza. La Chiesa c’è per questo, e non per fare attività sociale. La Chiesa ortodossa è una Chiesa della tradizione. Nella nostra vita al primo posto c’è il culto di Dio. Teniamo vive l’ascesi, il digiuno, le veglie di preghiera per tutta la notte, e i nostri monasteri sono centri di vita spirituale. Abbiamo la coscienza di non aver cambiato nulla di quanto stabilito dagli apostoli e dai santi padri. Il modernismo è fuori dal giardino della Chiesa. Specie in materia di fede, nessun cambiamento è possibile”.

D. – È sicuro che il popolo vi segua?

R. – “Sia in Grecia come nella diaspora greca nel mondo, in ogni nuova città noi costruiamo anzitutto due cose: la chiesa e la scuola, ossia i luoghi per il prete e il maestro, la fede e l’educazione. Tuttavia, per oltre quattrocento anni abbiamo avuto un dominatore di nazione e di religione diverse. E chi è rimasto vicino al popolo semplice, mentre i nostri intellettuali emigravano in Occidente? Il prete e il vescovo. Sono questi che hanno consolato il popolo. Ne hanno conservato la lingua e l’identità. Lo hanno condotto all’indipendenza. Lo hanno aiutato ad elevarsi non perché gliel’hanno imposto ma perché il popolo lo voleva. Questo forse un europeo d’Occidente non lo può capire, perché sente il sacerdote lontano da sé socialmente e ideologicamente. Noi in Grecia, come Chiesa, siamo la continuazione dell’antica assemblea del popolo, quando nell’Atene democratica tutti i cittadini partecipavano al governo della città. Ai nostri giorni succede lo stesso: nella parrocchia tutti partecipano senza distinzioni, nei propri ruoli, e non ho mai sentito interpretazione migliore del rapporto tra Chiesa e stato, tra Chiesa e popolo in Grecia, di quella di uno studioso turco che a Cipro, in un convegno, disse di essere ammirato per come la Chiesa in Grecia ha aiutato la liberazione e lo sviluppo del paese, mentre invece nel suo paese musulmano la religione ha condotto al regresso”.

D. – Eppure la Chiesa greca ha fama di essere conservatrice e arretrata.

R. – “Ricordo quello che un giornalista francese ha scritto recentemente sul quotidiano ‘La Croix”. Ha capito l’identificazione del prete col popolo, in Grecia, quando ha visto i nostri sacerdoti sposati vivere con i loro figli e le mogli come tutti gli altri uomini, quando li ha visti dopo la messa prendere il caffé con i loro fedeli, quando ha saputo che da parte della Chiesa c’è molta comprensione e affetto verso il popolo, come nelle questioni matrimoniali dove vengono permessi due divorzi e tre matrimoni. Se uno apprende non dal vivo ma solo da testi scritti quali siano le relazioni tra Chiesa e stato in Grecia può giudicarci conservatori o retrivi. Ma questo è inesatto. Nelle questioni dei diritti umani e delle libertà religiose siamo pionieri in tutto il mondo, non solo nelle leggi ma anche nella mentalità del popolo”.

D. – Che cosa pensa di un ingresso della Turchia nell’Unione Europea?

R. – “Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, è orientato a favore dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, e noi siamo d’accordo con lui. Ma vi sono alcune priorità: i diritti umani e la libertà religiosa. Inoltre, la Turchia è pronta a condividere i principi della civiltà europea? E poi, dal punto di vista geografico dove finisce l’Europa? A Costantinopoli certamente, ma l’area di Constantinopoli fin dove arriva? L’identità europea è determinata anche da razza e religione: su questo punto non siamo ancora arrivati a una conclusione”.

D. – Che giudizio dà dell’ecumenismo?

R. –“Noi guardiamo con simpatia al movimento ecumenico e auspichiamo che il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi possa riprendere al più presto”.

D. – Quali sono, a suo avviso, gli ostacoli maggiori?

R. – “Il problema dell'uniatismo [ossia delle Chiese di rito orientale unite al papa di Roma] è particolarmente serio per tante Chiese ortodosse nazionali e auguriamo che venga superato al più presto. Inoltre ci sarà da discutere il ministero di Pietro dal punto di vista teologico”.

D. – Giovanni Paolo II l’ha posto lui stesso in discussione nell'enciclica “Ut Unum Sint”.

R. – “Per noi ortodossi il vescovo di Roma ha un primato d'onore e non di giurisdizione. Si tratta di una questione difficile, che ha bisogno di tanta pazienza, attenzione e preghiera, dato che in tanti secoli sono sorte serie differenze ecclesiologiche fra ortodossi e cattolici, che non è facile cancellare. La responsabilità appartiene a noi tutti, vescovi, chierici e laici, e dipende dalla nostra autodeterminazione, per cui con tanta umiltà dobbiamo chiedere la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo e la sua illuminazione dicendogli: ‘Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta’. Sta di fatto che la lotta per l’imposizione di un potere secolare [d’una Chiesa su altre] è sconveniente, e più effettiva è l’unità spirituale, secondo la parola dell’apostolo Paolo fondatore della Chiesa di Grecia”.

D. – Si parla da tempo di un sinodo tra tutte le Chiese ortodosse. A che punto è la sua preparazione?

R. – “Spetta al patriarca ecumenico di Costantinopoli – primo secondo un’antica decananza d’onore – il ruolo di coordinare la convocazione di un sinodo panortodosso, che non si tiene da più di mille anni. Noi auguriamo, preghiamo e, per parte nostra, cerchiamo di eliminare gli ostacoli per poter giungere al momento benedetto della nostra riunione plenaria nello Spirito Santo”.

D. – Col patriarcato di Costantinopoli come sono i vostri rapporti?

R. – “Dopo un serio scontro [sulla nomina di tre vescovi nella Grecia del nord] direi che sta ritornando l'affetto e la comprensione fra noi. La cosa primaria è la cura pastorale del popolo, di cui siamo i servitori. Non dobbiamo né rattristarlo né scandalizzarlo per questioni che, per di più, non capisce”.

D. – E i rapporti con le Chiese ortodosse di Russia e Romania? Accusano i greci di controllare i patriarcati di Alessandria d’Egitto e Gerusalemme.

R. – “La verità è che i patriarcati storici di Alessandria d’Egitto e di Gerusalemme hanno pochissimi fedeli, ed è la Chiesa greca che dà loro aiuto, prestando trecento suoi preti, molti dei quali missionari in Africa. La missione ortodossa in Kenya, in Uganda e in altri paesi africani fa capo tradizionalmente al patriarcato di Alessandria d’Egitto. E il nuovo patriarca da poco nominato, Feofan, originario dell’isola di Creta, sta dando ad essa un forte impulso”.

__________


All’intervista con l’arcivescovo di Atene era presente anche il vescovo Atanasios di Achaia, rappresentante della Chiesa di Grecia a Bruxelles. È lui che ha risposto all’ultima domanda e alla precedente sull’ingresso della Turchia in Europa.

__________


Ma per l’arcivescovo cattolico Fóscolos le barricate non sono cadute


Sul quotidiano della conferenza episcopale italiana “Avvenire”, il 29 ottobre, l’inviato Mimmo Muolo ha affiancato ad alcune affermazioni dell’arcivescovo Christodoulos sui rapporti con i cattolici di Grecia altre affermazioni – di diverso tenore – dell’arcivescovo cattolico di Atene, Nikolaus Fóscolos.

(....)

Un altro caso d’attrito tra la Chiesa ortodossa greca e i cattolici è recentissimo. Dice Fóscolos:

“Il 15 ottobre ho ascoltato personalmente l'arcivescovo Christodoulos affermare, nel corso di un telegiornale, che ‘i cristiani di Occidente hanno falsificato il cristianesimo’. Così, il giorno dopo, la nostra conferenza episcopale ha risposto con un comunicato: ‘Come possiamo creare un riavvicinamento tra le nostre due Chiese, quando ascoltiamo l'arcivescovo Christodoulos usare parole offensive verso la Chiesa cattolica?’. So che l'ufficio stampa della Chiesa ortodossa ha poi rettificato, ma dichiarazioni come queste rischiano di rinfocolare il fondamentalismo degli ortodossi più intransigenti”.

La frase contestata era stata pronunciata da Christodoulos nella città di Kastoria, nell’omelia di una celebrazione della guerra greca contro turchi e bulgari all’inizio del Novecento. I vescovi cattolici greci, riuniti quel giorno in conferenza episcopale, la interpretarono come un attacco alla Chiesa cattolica: come del resto aveva fatto il telegiornale della TV di stato, nel riferirla.

Nella rettifica, l’arcivescovado ortodosso di Atene ha negato d’aver voluto attaccare la Chiesa cattolica e ha spiegato che la frase nella sua interezza andava interpretata come un richiamo all’umiltà indirizzato a tutte le Chiese cristiane, a cominciare dalla stessa Chiesa ortodossa greca.

Analoga rettifica ha fatto il ‘protosincello’ Tommaso, vicario generale dell’arcivescovo Christodoulos, in un colloquio con il nunzio vaticano in Grecia, Paul Fouad Tabet.

L’ostilità contro la Chiesa di Roma e contro il dialogo ecumenico è una costante nella Chiesa greca, molto più che in altre Chiese dell’ortodossia. Nel 1963 il predecessore di Christodoulos, Crisostomos II, scongiurò il patriarca di Costantinopoli Atenagora di non incontrare a Gerusalemme papa Paolo VI – come poi avvenne – perché sarebbe stato come “piantare un coltello omicida nel cuore della Chiesa ortodossa”.

I monasteri del Monte Athos sono anch’essi roccaforte storica della resistenza all’ecumenismo, fatte salve poche e recenti eccezioni.

Dice l’arcivescovo cattolico Fóscolos: “La visita del papa nel 2001 ha abbattuto il muro, ma qualche barricata resiste ancora”.

La bocciatura ad opera del santo sinodo del progettato viaggio a Roma di Christodoulos ne è una prova.

Per l’arcivescovo ortodosso di Atene era pronta, a Roma, anche una laurea ‘honoris causa’ in diritto canonico alla Pontificia Università del Laterano. È rimasta nel cassetto.

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Il link al servizio di “Avvenire”:

> L'arcivescovo Fóscolos: il passato pesa ancora

Sulle Chiese ortodosse vedi in questo sito:

> Focus su CHIESE ORIENTALI

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(Teofilo)
00martedì 3 novembre 2009 11:13
Rispondi
Consiglia  Messaggio 27 di 31 nella discussione 
Da: quovadisInviato: 04/11/2004 18.24

E diciamola tutta perchè quando ce vo'..... se fosse per i fratelli Greco Ortodossi il Cristianesimo sarebbe confinato al monte Athos !

Chiusi ,invidiosi ( l'invidia dei Greci è una vecchia storia.....da quando l'astro di Atene è tramontato qualche millennio fa ) , iracondi ,sembrano proprio esponenti politici della Prima Repubblica di casa nostra. La differenza teologica con loro è inconsistente , ma hanno fatto della politica antipapista il punto fondamentale del Catechismo.... alcuni ci chiamano ERETICI..... e noi preghiamo ....... Papisti ....e chiediamo scusa...   Eppure Rumeni , Bulgari , Ucraini e persino Alessio II di Mosca sembrano più aperti......... Fino a quando Signore ?

Saluti fraterni Quovadis 


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Consiglia  Messaggio 28 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2004 22.38
...La Chiesa ortodossa è una Chiesa della tradizione. Nella nostra vita al primo posto c’è il culto di Dio. Teniamo vive l’ascesi, il digiuno, le veglie di preghiera per tutta la notte...

La tradizione viva della Chiesa, sia cattolica che ortodossa, come risulta dalla dichiarazione riportata nel testo del post 26,  è che dall'epoca apostolica sono stati fatti digiuni e preghiere.
Tanto per ritornare un attimo su un tema che avevamo appena affrontato vorrei sottolineare che , oltre a quanto avevamo già notato dai Vangeli abbiamo  negli Atti degli apostoli alcuni importanti annotazioni circa la consuetudine apostolica:

At 13,2 Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati».

At 13,3 Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

At 14,23 Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.

I discepoli della Chiesa nascente quindi facevano proprio ciò che lo Sposo, ormai assente fisicamente, aveva raccomandato di fare :

Lu 5,35 Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». (si noti che questo versetto non è nè una interpolazione nè una glossa e si trova nei maggiori codici più accreditati)

Tutto questo NON VORREI CHE CAMBIASSE IN NESSUNA CHIESA, ma che venisse anzi meglio praticato, con amore e umiltà davanti a Dio secondo il giusto modo di porsi davanti a Lui, con il cuore contrito e lo spirito umiliato. (Sal 50,19 )

Pensare che debba cambiare questo libero ma importante atteggiamento o che nel passato sia stato un errore averlo insegnato, e che avrebbe provocato dei danni, è un andare contro l'evidenza scritturale, facendo dire alla Scrittura cose diverse da quelle che dice e che la Chiesa ha sempre insegnato.

Con affetto


Rispondi
Consiglia  Messaggio 29 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 08/11/2004 14.34
AMICI....QUANTO ANDREMO A LEGGERE DETERMINA IL SUCCESSO DEGLI EVANGELICI (DI TUTTE LE DENOMINAZIONI) IN BRASILE......
I Cattolici calano.....
Ma vi è una forte contraddizione:
se i cattolici calano,secondo questo sondaggio è per colpa DEL PAPA CHE IN TEMA DI CONTRACCEZIONE E MODERNITA' E TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE,ha imposto un freno.......
se invece gli evangelici emergono è perchè IMPONGONO DEI NO SECCHI....... no all'omosessualità no ai piercing....no alle sregolatezze.......NO AL CARNEVALE BRASILIANO.....NO AGLI SCIOPERI......
leggiamo:
No a piercing, tatuaggi, carnevale, capoeira, omosessualitá e scioperi. Via libera alle uova di Pasqua.
Analizzando le varie ragioni dell’”avanzata evangelica” in Brasile la sociologa Fernandes dà particolare rilievo alla “domanda” di una religiosità più fluida, priva di vincoli istituzionali, ma capace al tempo stesso di dettare rigide regole di condotta, specie in funzione della quotidianità. Ad esempio nelle riviste evangeliche, verso primavera, uno dei temi più dibattuti é quello della liceità dell’uovo di Pasqua. «Il servo di Dio lo può mangiare o no?» - si interrogano ansiosi i fedeli. Per la fortuna degli evangelici più golosi, l’esperto accorda il proprio nulla osta, facendo notare che l’origine pagana delle uova di Pasqua (che le accomuna del resto alle fedi nuziali) non può giustificarne il divieto.

Molto piú duro il verdetto per tatuaggi e piercing, che rappresentano solo una «ribellione contro il Signore» poiché non fanno altro che «sporcare le pareti dello Spirito Santo». Tempi duri anche per gli evangelici che amano festeggiare il carnevale, almeno a leggere le parole del pastore Irlan de Alvarenga: «Noi, i Cristiani, non dobbiamo partecipare in alcun modo a questa commemorazione pagana, che in verità é un omaggio a un dio falso, patrono di orge, ubriachezze ed eccessi, in sostanza un demonio».

Nessuno sconto neppure alla capoeira, viste le sue origini: «É evidente che al servo di Dio non é consigliabile essere un praticante di capoeira, vi é una incompatibilità di principi estremamente grande. Il Signore Dio deve essere al primo posto in tutti gli aspetti della vita. Poche sorprese anche sul fronte degli orientamenti sessuali: «L’omosessualitá é un abominio contro l’Eterno. Dal punto di vista biblico l’avvento dell’omosessualità é il segnale che la società é all’ultima fase del declino». Sotto il profilo politico gli evangelici sono ormai una forza determinante, capace di mettere sulla bilancia delle alleanze partitiche un abbondante 15 per cento dei voti, (come hanno dimostrato il buon successo di Garotinho alle ultime presidenziali e certe affermazioni locali del Partido liberal). 

Inoltre i candidati evangelici possono spesso contare su una propaganda elettorale gratuita, vista la loro capacità di coinvolgere i fedeli nel temporaneo ruolo di militanti politici. L’ impostazione ideologica, come é noto, é decisamente conservatrice, convinti come sono che il cristiano é solo un “cittadino del cielo”. Così il pastore Eugene Vedder, da un intervento pubblicato su `Letture cristiane`: «Sappiamo di tre occasioni in cui lo stesso Paolo si avvalse serenamente e deliberatamente dei sui privilegi di cittadino romano. Ma mai fece manifestazioni, proteste, o fu protagonista di qualche disobbedienza civile. Che la nostra vita sia di obbedienza, non di proteste».

Alquanto esplicativa, la chiosa del pastore Elias de Oliveira sull’argomento: «Lo sciopero é uno strumento legale e quindi produce danni terribili. É giusto essere strumenti del male contro qualcuno? Alla luce della parola di Dio, no! Se non sei soddisfatto del tuo lavoro, dai le dimissioni e cercane un altro. Sciopero giammai!».
.........

Al Papa si rimporvera quanto segue:

In effetti il confronto con gli evangelici, sotto questo profilo, appare impietoso: in Brasile il numero dei pastori protestanti é ben sette volte superiore a quello dei sacerdoti cattolici. E non basta a giustificare questa sproporzione la estrema celerità, spesso soltanto pochi mesi, che necessita per la formazione di un pastore evangelico (per un sacerdote occorrono CINQUE ANNI). Secondo il professor Antônio Flavio Pierucci, sociologo dell’Universitá di San Paolo, uno dei responsabili dell`arretramento cattolico sarebbe stato proprio Giovanni Paolo II, per via della sua ferma volontà di reprimere le tendenze più sinistrorse del cattolicesimo, in particolare quelle legate alla Teologia della liberazione. Tutto ciò, sempre nell’opinione del sociologo della Usp, non avrebbe soltanto tarpato le ali allo sviluppo delle comunitá ecclesiali di base, ma avrebbe anche emarginato i vescovi più carismatici. 

Ne consegue che il “bispo” brasiliano oggi più popolare non é un cattolico: «É il vescovo Macedo - afferma Pierucci -. La visibilità del leader di una chiesa evangelica pentecostale supera quella dei vescovi cattolici». Silvia Fernandes, del Centro di statistiche religiose (Ceris), preferisce una spiegazione non politica del fenomeno; a suo dire l`avanzamento evangelico e il relativo arretramento dei cattolici sarebbero dovuti semplicemente a un più spregiudicato uso dei media e a un più raffinato impiego delle tecniche di comunicazione e reclutamento dei fedeli......

......

E NON POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI......dal momento che,appunto, l'imposizione ad una vita più regolata è implicita e CONSIGLIATA dal Magistero della Chiesa, mentre è imposta dalle chiese evangeliche...è una vera contraddizione eppure, questo campanello d'allarme,ci avverte che la gente ha bisogno di CERTEZZE E DI SICUREZZE.....a mio avviso...la COLPA CHE DO A ME STESSA COME CHIESA......è la disobbedienza di molti sacerdoti e catechisti i quali NON si attengono scrupolosamente al Magistero......creando CONFUSIONE ED INSICUREZZE TRA I FEDELI....lo dice lo stesso Padre Amorth: se le cose NON vanno bene è perchè manca L'OBBEDIENZA A TRE COSE IMPORTANTI: BIBBIA, MAGISTERO E CATECHISMO.......

La Chiesa Cattolica in Brasile, a differenza dell'Italia, NON ha un canale televisivo che ne illustri le notizie.....mentre gli Evangelici hanno molte risorse televisive e radiofoniche......Oggi il `giro di affari` mosso dai protestanti supera i tre miliardi di reais all’anno e crea oltre due milioni di posti di lavoro. Il `ramo di attività` é il più diversificato: dalle lojas evangelicas ai media, dalle migliaia di istituzioni di insegnamento, che ospitano 740mila alunni, a un florido mercato musicale. Tanto che é addirittura sorto un nuovo genere musicale, il pop evangelico, a cui si richiama un numero di gruppi e cantanti in continua crescita: Aline Barros e Cassiane, tra le più popolari, hanno abbondantemente superato il milione di copie vendute.
.......

il 65% dei fedeli evangelici ritiene preferibile sposarsi con un partner della stessa confessione, andando così in controtendenza rispetto allo stesso sviluppo etnico e antropologico dell`identitá brasiliana. Va poi osservato che tra le donne evangeliche il tasso di natalità é inferiore rispetto alla media brasiliana: ciò é dovuto probabilmente a un più marcato uso dei mezzi contraccettivi ed alla generalizzata convinzione che la morale sessuale deve essere la stessa per uomini e donne......

......

Le chiese evangeliche posseggono riviste (la più letta é `Consumidor cristão` che ha una tiratura di 20mila copie), trecento stazioni radiofoniche, vari canali televisivi, centinaia di siti Internet. Il tutto allo scopo di trasmettere e diffondere modelli culturali e comportamentali...

Essi offrono un modello di BENESSERE CHE SOLO CONVERTENDOSI A GESU' E' RESO POSSIBILE....è d'obbligo evangelizzare anche esteriormente CURANDO NEI PARTICOLARI IL SENSO DELLA VISTA, le loro chiese sono molto ricche rivestite di marmi e lussuosi locali (foto sotto)

Una funzione in una chiesa evangelica brasiliana

.....

questo aspetto non regge il confronto con le vecchie chiese cattoliche di storica datazione dal momento che non hanno fondi per ripararle, modificarle alle esigenze di oggi e soprattutto perchè non esiste l'obbligo della Decima, introito sicuro che puntalmente avviene nella maggioranza delle chiese evangeliche in Brasile. Occorre riconoscere che molte di queste chiese (specie di provenienza protestante storica) collaborano con i cattolici e viceversa e non vi è competizione, il problema è con l'area più fondamentalista Pentecostale Evangelica laquale è quella che sta facendo piùproseliti in assoluto e tuttavia non sono diminuiti,nè diminuiscono i problemi legati al tasso di povertà di quelle fascie più deboli...

Il conflitto pù grave tra la Chiesa cattolica e la Igreja universal, prima solo latente, divenne cruento e violento solo nel `95, per l`esattezza il 12 ottobre dello stesso anno. In un programma di Rede Record il “bispo” della Igreja Universal, Von Helder, con passato di cattolico e militare di carriera, non pensò di meglio che prendersela, a mezzo di sputi e pugni, con la patrona del Brasile, la Madonna nera, Nossa Senhora Aparecida, la Oxum secondo i riti del candomblé. E tutto ciò al grido di: «Questa non é affatto Dio».

La Conferenza episcopale brasiliana reagì con una dura nota ufficiale ove si definiva l’episodio una «mancanza di rispetto verso i sentimenti religiosi dei cattolici». Quattro giorni dopo Macedo chiese scusa ai cattolici, riconoscendo pubblicamente il proprio errore. Se la Universal detesta i cattolici (fondamentalmente perché li considera concorrenti), il vero odio é indirizzato contro le religioni afro-brasiliane. Queste rappresenterebbero niente altro che il demonio, e demoni sarebbero tutti gli Orixás. Ma é soprattutto l’immagine dello sputo a Nossa Senhora a rappresentare la metafora più efficace, quella che meglio discopre la vera essenza di questa setta di ciarlatani: l’immagine di un uomo alto e bianco che picchia una donna piccola, nera e vecchia di duemila anni, perché il fascino che promana dalla sua santità allontana i fedeli dalla sua chiesa del denaro, e perché promette un paradiso di amore e non la sua “chiesa del mercato”.

........ 

Fraternamente Caterina


Rispondi
Consiglia  Messaggio 30 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 09/11/2004 17.04
14:57 - CRIMINALITÀ A NAPOLI: IL PARROCO DI FORCELLA, “I BAMBINI CRESCONO SEGUENDO MODELLI SBAGLIATI”
“Se oggi è aumentata tanto la violenza è perché si sono invertiti i valori: i bambini crescono seguendo modelli sbagliati, secondo i quali è più forte chi vince, mentre il cristianesimo insegna che vince chi ama”. È quanto afferma don Luigi Merola, parroco di San Giorgio Maggiore a Forcella, quartiere di Napoli dove, nello scorso marzo, è stata uccisa, per errore, la quattordicenne Annalisa Durante. “Noi preti e catechisti - afferma don Merola - abbiamo un compito fondamentale se vogliamo dare un contributo alla società: colmare il vuoto di valori parlando di Gesù e portando il Vangelo per le case”. Per il parroco, è arrivato il tempo “di essere la Chiesa della strada, come dice il Vaticano II, non restando più tra le quattro mura della chiesa, per far capire all’uomo il valore del rapporto personale, dell’amore, della delicatezza, del donarsi, del sacrificio. Dobbiamo mostrare ai ragazzi un mondo nuovo, che non coincide con l’esteriorità e l’affarismo”. Don Merola è realista: per operare un reale cambiamento saranno necessari tempi lunghi. “In parrocchia – racconta il sacerdote – ho iniziato un cammino sui dieci comandamenti con 80 bambini, dai 6 ai 14 anni, con l’obiettivo di formali cristianamente e umanamente. Insegnare a queste persone il bene è faticoso e, talvolta, rischioso, ma non ci possiamo tirare indietro”. A giudizio del parroco, fondamentale è che “tutte le istituzioni camminino insieme”. Un esempio interessante è il progetto, promosso da Chiesa, Comune, Provincia di Napoli e Regione: “Per permettere a 100 giovani, che lavorano in nero in fabbriche dove si realizza merce contraffatta, di uscire dall’illegalità, abbiamo creato il ‘marchio Forcella’. Per questi ragazzi, che seguiranno un corso di formazione nel settore dell’artigianato, Comune, Provincia e Regione acquisteranno le botteghe di Forcella, quasi tutte chiuse, oggi, per la presenza della malavita: lì inizieranno la loro attività, producendo merce ‘made in Forcella’”.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 31 di 31 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/11/2004 11.47
carissimi,

ieri Monsignor Rilko, presidente del Pontificio Consiglio dei Laici ha fatto
un discorso eccezionale al Forum dei Giovani che si sta svolgendo a Roma. Ha
detto:  ³Per essere cristiani coerenti ci vuole coraggio, E¹ il coraggio di
essere se stessi discepoli di Cristo e di non vergognarsene².
Erano presenti 300 delegati provenienti da 80 Paesi e 30 movimenti ed
associazioni rappresentate.

Vi allego il servizio pubblicato da Zenit.

Buona lettura

Codice: ZI04033105
Data pubblicazione: 2004-03-31

Monsignor Stanislaw Rilko: giovani, siate coraggiosi nell¹essere cristiani

CITTA¹ DEL VATICANO, mercoledì 31 marzo 2004 (ZENIT.org).- Il Presidente del
Pontificio Consiglio dei Laici ha invitato i giovani a respingere il
pensiero debole, lo scetticismo, il relativismo ed il nichilismo che sono la
causa della crisi culturale e spirituale dell¹uomo moderno, per sostenere
con coraggio la visione cristiana, che cerca la verità e sostiene la fede
andando contro le opinioni comuni.

Questo l¹appello che Monsignor Stanislaw Rilko ha lanciato questa mattina ai
partecipanti dell¹VIII Forum Internazionale dei Giovani riuniti a Rocca di
Papa (Roma) fino al 4 aprile.

Il Forum, nato per iniziativa dei giovani insieme con la Giornata mondiale
della Gioventù celebrata a Buenos Aires in Argentina nel 1987, quest¹anno ha
come tema di riflessione ³I giovani e l¹università: testimoniare Cristo
nell¹ambiente universitario².

³I nostri tempi registrano per la cultura una crisi grave e diffusa, molti
parlano di umanità al bivio², ha detto il prelato.

Monsignor Rilko ha citato lo scrittore Pier Paolo Pasolini, quando afferma
che: ³L¹utopia si è inverata come ogni ideologia nel suo contrario;
l¹illuminismo si è spento e il razionalismo ha perso la ragione; viaggiando
in direzioni contrarie sono giunti alla stessa stazione, il nichilismo².

Secondo il prelato è nel nichilismo ³che affonda la crisi dell¹uomo
moderno², anche se ³fortunatamente questo quadro di ombre è mitigato da
molti segni che lasciano intravedere una rinascita di valori spirituali
nella cultura odierna e ciò deve aiutare soprattutto noi cristiani a non
lasciarci tentare dal pessimismo ed essere più che mai portatori di
speranza².

Il presidente del Pontificio Consiglio dei Laici ha precisato che: ³La crisi
della cultura si ripercuote sull¹università, una crisi spirituale e
culturale².

³All¹università non si parla più dell¹uomo, - ha spiegato Rilko - non si
pone più la domanda sull¹uomo. (...) ad una Oaccelerazione senza precedenti
del progresso scientifico¹ è seguita una Oframmentazione del sapere¹ ed uno
smarrimento esistenziale e culturale tra i giovani².

Rilko, riportando le parole del Santo Padre, ha poi detto che ³Alla
formazione scientifica occorre aggiungere una profonda formazione morale e
cristiana, (...) una sintesi sempre più armonica tra fede e ragione, tra
fede e cultura, tra fede e vita².

³Occorre riscoprire la vocazione originaria dell¹università in quanto
Odiaconia del pensiero della verità e della sapienza¹², ha di seguito
aggiunto il prelato.

Per questo ³C¹è bisogno di tanti giovani che abbiano il coraggio di
interrogarsi sulla verità², ³Cristo ha bisogno di testimoni coraggiosi nelle
università di tutto il mondo², ha specificato Rilko

A questo proposito il prelato ha precisato che: ³Per essere cristiani
coerenti ci vuole coraggio, E¹ il coraggio di essere se stessi discepoli di
Cristo e di non vergognarsene².

Certo resistere alla pressione delle correnti di pensiero e dei trend
culturali alla moda e andare controcorrente da soli non è facile, ha
commentato Rilko, ma ³occorre liberarsi dal falso e del tutto ingiustificato
complesso d¹inferiorità che spesso ci portiamo addosso².

Il prelato ha continuato citando il cardinale Joseph Ratzinger quando ha
scritto ³Ritengo davvero che noi abbiamo bisogno di una sorta di rivoluzione
delle fede in senso molteplice. Anzitutto ne abbiamo bisogno per ritrovare
il coraggio di andare contro le opinioni comuni².

³Per questo dovremmo avere il coraggio di metterci in cammino anche contro
quello che viene visto come Onormalit๠e di riscoprire la fede nella sua
semplicità², sottolineava sempre il Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede.

³Questa è la scintilla che farà scoppiare questa rivoluzione nella vostra
vita e nella vita di tanti altri giovani che incontrerete sulla vostra
strada², ha così concluso il suo intervento monsignor Rilko
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