In questa discussione, si è ricordato che non serve essere liberalcattolici, basta essere semplicemente liberali per decidere come schierarsi nella polemica sul crocifisso nelle scuole: perchè il crocifisso è sì il simbolo di una fede, ma anche della civiltà giudaicocristiana che ha improntato di sé l’Occidente.
Ormai siamo alla paranoia delle impronte: il crocifisso sarebbe l’impronta dell’ Occidente, anzi "il simbolo della nazione", come il chador - dice Ferdinando Adornato –è un diritto delle donne afghane. Non si scopre ora l’ignoranza in cultura religiosa di certa "intellighentzia" laica: trascura che il Crocifisso è per i cristiani l’immagine della passione del Figlio Dio, comprensibile certamente nell’ordine della fede, che pure comunque avvalora ogni essere umano, e neanche in quello di una cultura particolare prettamente cattolica per la quale la si vuol far passare aumentando una intolleranza dei non cattolici, dimentichi forse che il Crocifisso è anche per loro stessi ciò che essi predicano.
Il problema vero nasce perchè per i musulmani Dio non può essere rappresentato, in alcun modo. E che anche per gli Ebrei vige l’interdetto mosaico: "Non nominare il nome di Dio invano", tuttal più una Stella Dividica non è in fondo un Crocifisso! I cristiani hanno sempre qualcosa da imparare dagli Altri, ma gli altri dai cristiani a quanto pare non debbono imparare nulla: meglio un crocifisso praticato che giocato ai dadi tra partiti politici e messo al muro, oppure tolto tanto per finire pure con il dire "abbiamo liberato Cristo"!
La sua croce doveva essere scandalo e follia, diceva san Paolo, noi lo abbiamo ridotto a un tranquillante "culturale" e a un portafortuna per i calciatori che entrano in campo. Doveva essere un segno di salvezza per tutti, ora qualcuno tenta di renderlo segno di salvezza per alcuni, e di perdizione per gli altri, non c'è in fondo differenza fra i non cattolici che predicano l'Inferno per i non cristiani, almeno guardare il Crocifisso è stato per molti un segno di speranza.
Non nasce tardi il crocifisso nell’iconografia cristiana. I primi crocifissi sono del IV secolo. Per secoli le comunità cristiane ne hanno fatto delle Icone, dei graffiti sui muri, o loro stessi, durante le persecuzioni diventano Crocifissi viventi segno per coloro che dovevano essere invogliati a disprezzare il cristianesimo. In ogni caso, li dipingevano con gli occhi aperti, come ancora viventi, e vicino alla tomba vuota, tanto era prevalente nella cultura il paradigma della resurrezione. La quale non a caso è tornata in forze ad emergere nella riflessione teologica con la riscoperta "moderna" dell’escatologia.
In qualunque tempo il Crocifisso ha significato questo: la potenza divina si è fatta inerme, rifiuta la spada non solo per la conquista ma anche per l’autodifesa e sceglie di morire su un patibolo infame. Un simbolo per la non violenza come fonte di storia.
L’offesa più grave che si possa fare al Non Violento Crocifisso è proprio di brandirlo come un emblema di parte, di usarlo come collante dell’etnocentrismo, di mistificarlo e bestemmiarlo come ingrediente dello "scontro di civiltà" per giustificare una guerra fra fazioni opposte.
Sarebbe auspicabile che il crocifisso esistesse nei cuori prima che sui muri pubblici, nelle coscienze prima che negli apparati statali. Sono convinto che non sono i crocifissi esibiti a fare cristiana una società, ma i cristiani, se sono capaci di pace e di giustizia, di adorazione e di rivolta di fronte all’oppressione e al massacro dei più deboli.
I veri nemici del Crocifisso non sono coloro che ignorantemente ne hanno fatto un amuleto che calma l’ansia, ma coloro che lo predicano mandando all'inferno tutti coloro che non riescono a crederci. E intanto mettono tutto l’impegno possibile magari non rendendosene conto, nell’accelerare il processo di secolarizzazione in chiave neoliberista, abortista, anticoncezionale, e chi più ne ha più ne metta, facendo strame della verità e della giustizia, e segando il ramo dei valori cristiani sui quali si regge l’ordine democratico.
Pretendono di togliere il Crocifisso dalle scuole,ma diseducano con mezzi potenti e su tutte le reti le nuove generazioni. Vorrebbero una Chiesa ridotta al foro interno e al culto, privarla della carità e dei poveri, cioè dei "segni dei chiodi" per i quali può fluire ad essa la luce del Cristo.
Questa vecchia Chiesa madre, grazie all’armatura che ci irrita talora e che consideriamo vetusta,ha preservato grazie alla carità il mistero della vita divina.
Essa ha mantenuto contro tutte le eresie,e continua a mantenerla anche contro la gnosi anticristiana di oggi, la parola del Cristo che ha cambiato il destino dell’umanità." Questo è il mio corpo, offerto per tutti voi". E’ il corpo vivente di Colui che ha dato il proprio sangue perché il sangue dell’uomo non sia più versato, questo è il Crocifisso del cattolico, questo è il vanto dei cristiani, chi lo rigetta in modo sistematico e voluto dovrà fare i conti con Dio.
Il cristianesimo stessto, la stessa Chiesa ha imparato a proprie spese cosa ha significato per 1500 anni preferire i crocifissi "di stato" a questo altro tipo di icona. La società si è fatta profana e multireligiosa, nemmeno il Cardinale Ratzinger accetta che il cristianesimo torni ad essere una "religione della società" ,nella quale i crocifissi siano esibiti come emblemi di una nuova alleanza tra trono e altare, messi sui muri e abrogati dalla vita.
Forse chissà, sarà proprio che allantonandosi da quei muri pubblici e dalla loro ambiguità che il Crocifisso potrebbe invece tornare ad essere significativo per mobilitare le forze spirituali, nell’ora in cui il mondo agonizza,e ri-spiritualizzare l’uomo. Questa rimozione può apparire traumatica e "laicistica", ma forse chissà se è invece necessaria per purificare il senso del Dio crocifisso dalle immagini ereditate della religione utilitaria. Molto a ragione Jurgen Moltmann ha affermato che "cogliere Dio nel Crocifisso abbandonato esige una rivoluzione dell’idea di Dio". Ciò che era scandalo e follia per i contemporanei di Paolo resta tale anche per molti nostri contemporanei. E’ difficile abituarsi a questa figura di Dio inutile e impotente. Essa non funziona come utensile del dominio. E’ questo cui richiamava François Verillon quando avvertiva:" Noi cerchiamo Dio nella luna mentre lui sta lavandoci i piedi".
Per quanti riconoscono nel Crocifisso il Cristo di Dio descritto minuziosamente nei Vangeli quasi avessimo un indentikit della Crocifissione e continuano a credere in lui, quella croce significa che colui che ha subito la più profonda umiliazione da parte del potere politico diventa portatore della massima dignità e che la gloria di Dio non illumina più le corone dei potenti.
Da queste poche osservazioni diventa chiaro che una teologia politica della croce è qualcosa che non ha nulla da spartire con la teologia politica delle religioni di stato. Essa, il Crocifisso, si presenta anzi come l’avversaria irriducibile delle religioni politiche, diversamente, essa si traduce in una forza critica di liberazione dell’uomo dal giogo delle religioni politiche e dell’alienazione e dalle false democrazie libertiste.
Di qui il significato anti-idolatrico della teologia della Croce. Non sarebbe impropria, da questo punto di vista, una lettura teologica delle Beatitudini nelle quali il rovesciamento introdotto dal Cristo manifesta il divino nelle figure dei poveri, nei semplici, degli umili, ei deboli e dei sofferenti, dei pacifici e dei diseredati. Il divino si costituisce nel mondo come scarto e non più nelle tradizionali categorie della potenza trionfale. In un mondo senza compassione, la mitezza di Gesù di Nazareth non può essere presentata in modi schiaccianti e trionfanti: Gesù non schiaccia nessuno, anzi " è il Dio che si è fatto schiacciare per l’amore verso l’uomo" ci ha insegnato il Cardinale Carlo Maria Martini, ed è questo ciò che ispira l'uomo mentre guarda il Crocifisso.
Il Figlio di Dio Crocifisso è dunque un Dio dello scarto, un Re senza corone, un potente che trionfa con l'impotenza, un vincitore che trionfa con la passione e la morte. Il Totalmente Altro è per eccellenza il Non Potente, ma solamente il TUTTO MISERICORDIA.
Egli non si arruola nelle file dell’idolatria politica e non può funzionare come utensile del potere, né ordinare a Pietro di impugnare la spada del potere per difendere Lui (il Crocifisso) e una civiltà, come ancora tentano di fare i nostri ignari cristiani che aspirano a conquistare il mondo all’arma bianca e con una croce vuota . E ripensando alla Shoah che Emmanuel Lévinas ha scritto una pagina su cui giova soffermarsi nella triste ora presente: "L’idea di una verità che si manifesta nell’umiltà, l’idea di una verità perseguitata,è l’unica modalità possibile della trascendenza. Manifestarsi come umile, come alleato del vinto, del povero, del perseguitato significa proprio non rientrare nell’ordine. L’umiltà disturba totalmente. La persecuzione e l’umiliazione a cui essa espone sono modalità del vero".
Questo è il vero Crocifisso, non piagnucolino i cattolici se se lo vedranno togliere dalle aule, la verità è che fino a quando non è esploso il problema, forse non si erano nemmeno accorti che li su quelle pareti, c'era un Crocifisso ad attendere altrettanti sguardi di commozione e di conversione. Si destino invece le coscienze a rivalutare il Crocifisso nella propria vita perchè se le premesse di una certa politica laicista sono queste, i nostri figli altro che questo dovranno trovarsi ad affrontare, la questione del Crocifisso nelle aule è soltanto una piccola scintilla di una decristanizzazione denunciata da anni dallo stesso Pontefice, i nemici del Crocifisso non sono solo musulmani, ma sono anche politicanti di sinistra anti-tutto e tuttologi che provano rimorsi ancestrali che non vogliono affrontare quando volgono lo sguardo in quelle piaghe dell'Amore Misericordioso e ne avvertono tutto il fastidio perchè un Crocifisso se ben guardato e letto dai Vangeli non può non denunciarti che tutte le miserie che hai in corpo sono li, inchiodate su quel legno; nemici sono anche fasce fondamentaliste cristiane di matrice protestante rigettate dalle Chiese Storiche che stanno facendo adepti a tutto spiano, che si nascondono dietro una croce delle volte vuota, perchè è semplicemente più comodo mettere da parte il Crocifisso, o meglio ancora che hanno abolito proprio il segno della Croce che gli Ortodossi ha un valore esorcizzante molto più che nella Chiesa Cattolica che purtroppo per anni ne ha sminuito il valore.
Lasciate pure che tolgano il Crocifisso, davvero pensano di non attirarsi la giustizia di Dio? Quando Gesù dice annunciando la fine dei tempi che una madre sarà beata se non avrà figli a causa dei dolori che dovrà affrontare, si guardino bene coloro che disprezzano la Madre Chiesa e il Crocifisso inteso come Colui che, Figlio di Dio, lì ci è finito perchè a Lui fossimo attirati, come è scritto nel Vangelo.
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