Il Cardinale e Arcivescovo dell’Ontario (Canada), Thomas Collins (nella foto), in un’intervista rilasciata a Randon Vogt, direttore del Word on Fire Catholic Ministries, ha spiegato come le numerose ragioni, per le quali i divorziati risposati non possono ricevere la Comunione, al di là delle loro disposizioni personali, si riassumano sostanzialmente in una: la «chiave di tutto – ha precisato – non sta nell’aver commesso un peccato; la misericordia del Signore è sovrabbondante, specie attraverso il Sacramento della Riconciliazione. Ma, in caso di divorzio e di seconde nozze, il problema sta nella decisione consapevole di persistere in una situazione duratura di lontananza dal mandato di Gesù». Sua Eminenza ricorda come né la Chiesa, né il Papa, possano cambiare la dottrina rivelata da Dio.


Per questo non possono ricevere l’Eucarestia: «Dobbiamo trovare strade migliori – ha proseguito – per aiutare chi si trovi in tale stato, offrendo piuttosto una cura amorevole ed efficace, ma senza porre in pericolo la santità del matrimonio, poiché questo avrebbe pesanti ripercussioni su tutto, specialmente in un mondo in cui la stabilità coniugale è già tragicamente compromessa». 

Assecondare queste persone significherebbe dar loro «un sollievo soltanto temporaneo al prezzo però di sofferenze a lungo termine.L’indebolirsi dell’istituto nuziale finisce infatti per colpire i bambini, coloro cioè che maggiormente ne hanno a patire con dolore».  

Il Card. Collins ha ricordato come «vi fosse un’aspettativa diffusa che la Chiesa mutasse le proprie posizioni anche negli anni che precedettero l’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, enciclica con cui si riaffermò invece l’immutabile insegnamento, secondo cui la contraccezione non è in accordo con la volontà di Dio. Questo tipo di aspettativa si basava sull’idea che la dottrina cristiana fosse come la politica di un governo, che muta a seconda delle circostanze o del parere della maggioranza.Molti restarono sconvolti e semplicemente decisero di ignorare tale istruzione. Questa è anche la situazione, in cui ci troviamo oggi». 

Il fatto è che «la dottrina cristiana si basa sulla legge naturale, che è stata scritta nei nostri cuori da Dio, nonché sulla Parola di Dio rivelata. Noi scopriamo la volontà del Signore, non la plasmiamo a nostro piacimento: le Scritture e la fede viva della Chiesa ci aiutano a compierLa».