Dal Vangelo di Mc.1, 12-13

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(Teofilo)
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:45
 
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 18/01/2003 21.42
" Successivamente lo Spirito lo spinse nel deserto. Egli (Gesù) rimase nel deserto quaranta giorni, tentato da Satana. Era con el fiere e gli angeli lo servivano."
Amici....
ho riportato questo brano per tentare di parlare di un tema che fino ad oggi non abbiamo trattato in modo approfondito .....ovviamente entro i limiti delle nostre conoscenze.....
Satana esiste.....chi lo mette ancora in dubbio....non può che essere uno "stolto" (uso una parola biblica, quindi nessuno si senta offeso)....perchè in questa storia dell'Antico Avversario....deve farci più paura il non crederci anzichè il credere alla sua azione malvagia......
Oggi, soprattutto gli studiosi......invitano, a chi ha paura ad esempio, di conoscere l'oggetto che mette timore, o l'animale....insomma..cercare di vincere la paura....CONOSCENDOLA......si può affrontare ciò che si conosce, combatterlo o evitarlo......diversamente è ciò che ci mette paura ad avere verso di noi la prima mossa.....
Desidero cominciare l'argomento trando spunto da una tesi.....su:
ESORCISMO........
Il ministero dell’esorcismo illustra bene il ruolo perdurante, seppur minimizzato, del diavolo nel credo cattolico. La Chiesa mantiene una struttura di esorcisti diocesani, ma lo fa con più discrezione che in passato, in molte parti del mondo; specialmente in Europa e in Nord America vi è molta riluttanza a rivelare persino i nomi dei preti che nelle singole diocesi sono incaricati di questo compito. Dalle parole di Giovanni Paolo II: “La Chiesa non appoggia con leggerezza la tendenza ad attribuire troppe cose all’azione diretta del diavolo; tuttavia non si può negare il principio della capacità di Satana di giungere a simili estreme manifestazioni della sua superiorità sugli uomini nella volontà di fare e portare a fare il male”. Queste parole assumono un ben preciso significato in merito all’occasione in cui il pontefice polacco effettuò un rito di esorcismo, il primo papa ad averlo fatto in epoca moderna. Padre Gabriele Amorth, il principale esorcista della diocesi romana, non si tira indietro dal parlare del suo ministero e sostiene di avere praticato cinquantamila esorcismi, sostenendo che a Roma c’è molto più lavoro, perché è il centro della Chiesa, obiettivo degli attacchi più numerosi. Ritiene però che solo ottantaquattro casi, uno su cinquecento presunti, furono di vera possessione. Quando intraprende un esorcismo, sempre in presenza di personale medico, si notano subito dei segnali rivelatori. La persona può parlare lingue straniere che non conosce, o rivelare fatti segreti sui presenti, o esibire una forza fisica sovrannaturale.
Padre Amorth individua quattro ambiti per le possessioni:
la prima categoria comprende le vittime di incantesimi scagliati da chi fa il male con l’aiuto del diavolo, come le streghe che avevano un patto con satana;
nella seconda categoria vi sono coloro che hanno trafficato in magia nera, per quanto innocentemente, ne rimangono lungamente influenzati;
nella terza vi sono i membri delle sette sataniche;
nell’ultima, i prescelti da Dio per soffrire ed essere messi alla prova.
Sembra di trovarsi ancora nel XIII secolo.
 La chiesa anglicana, invece, affronta il problema dell’esorcismo in modo molto più aperto di quella cattolica. L’esorcismo viene chiamato liberazione e ha un aspetto positivo, in quanto “estensione delle frontiere del regno di Cristo e dimostrazione del potere della risurrezione di sconfiggere il male e rimpiazzarlo col bene”. Il suggerimento sembra essere che, se Cristo fosse vissuto in un’epoca medicalmente più progredita, forse non avrebbe parlato affatto di demoni, tuttavia resta palese, se vogliamo prendere in considerazione il vangelo di Marco cap.1,12-13, che Satana esiste veramente e con lui la schiera dei demoni, inoltre se non Gesù non avesse parlato di demoni, non avrebbe avuto senso parlare di Angeli. Il vero scopo di Cristo era di identificare il male nel mondo; solo perché il diavolo non è più, ai giorni nostri, una metafora accettata dalla maggioranza, non significa che si possa ignorare la presenza del male, in questo entrambi le due chiese citate sono d'accordo. Nella Chiesa anglicana, si approva l’esorcismo dei luoghi (e lo fa anche la chiesa cattolica), sottolineando che l’interferenza dei demoni è frequente in luoghi sconsacrati, come i santuari in rovina, come anche in luoghi connessi a sedute spiritiche. Riguardo alle persone, il concetto di possessione demoniaca viene ritenuto di natura estremamente dubbia; si raccomanda a quelli che pensano di essere posseduti di parlare con un medico, di raddoppiare gli sforzi per condurre una vita cristiana e solo come stremo rimedio di cercare un prete, ma evitando le drammatiche procedure dell’esorcismo, usandole soltanto in casi estremi.
Intanto...vi lascio con un link interessante.....
Per ora fraternamente C.


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Da: Poeta cantastorieInviato: 18/01/2003 21.58
La furbizia del Maligno
San Antonino, Arcivescovo di Firenze, un giorno si trovò il demonio accanto al confessionale. Subito gli chiese: "Che fai qui, brutta bestia?".
Il demonio rispose: "Vengo a restituire".
"Che cosa?" replicò il Santo.
"Vengo a restituire la vergogna ai fedeli che stanno per confessarsi. L'ho loro tolta quando li ho istigati al male, affinché non paventando più il peccato, si decidessero a commetterlo. Adesso la restituisco affinché, arrossendo per quanto hanno fatto, si decidano a non manifestare le loro colpe".

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2003 22.17
Grazie Poeta........se trovi altre di queste testimonianze con nomi, appunto, di persone conosciute, te ne sono grata.....ho scoperto che anche in questo campo c'è una grande confusione e una informazione molto carente...e là dove c'è....è usata per altre finalità.......
Buon lavoro a quanti vorranno contribuire......
Intanto vi offro un ottimo sito.......

Parlare del demonio oggi ? Già ci sembra di ascoltare i commenti ironici accompagnati da sorrisi : sono cose da Medioevo, cose da donnette di popolo!

La cosa più sconcertante è che questi commenti, il più delle volte, provengono da cristiani cosidetti "impegnati".

Eppure la Sacra Scrittura, l'insegnamento di Cristo e della Chiesa sono chiari : satana esiste e svolge la sua nefasta azione, oltre in modo ordinario con le tentazioni per indurci al peccato, anche in modo straordinario inducendo malattie, odii, guerre, omicidi, distruggendo famiglie, colpendo nei beni, perseguitando i fratelli che osservano la legge di Dio.

La sua arma migliore è proprio quella di far credere che non esista, che sia un'invenzione, agendo così indisturbato, seminando confusione e sofferenza.

Chi nega dunque l'esistenza di satana, oltre a negare alcuni principi della nostra fede, gli rende un grande favore.

Il dilatarsi del preoccupante fenomeno della superstizione, della frequentazione di sedute spiritiche, di pratiche occulte e di magia, di vere e proprie sette sataniche rafforza la nefasta e devastante azione del demonio.

In Italia questi frequentatori, sono oltre dodici milioni con quasi centomila operatori.

Se a questo aggiungiamo la colpevole ignoranza e disinformazione di tanti cristiani, la loro deplorevole negazione dell'azione devastante di satana, allora è facile comprendere le sofferenze e le lacrime di tantissimi fratelli in preda alla disperazione per disfatte senza speranza, pensieri di suicidio, distruzioni di famiglie, di salute, di affetti, di lavoro, di studio, di carriere, tutto accaduto all'improvviso, senza nessuna spiegazione.

Queste sofferenze spesso sono aggravate o dalla derisione di chi dovrebbe, per vocazione o per fede, aiutarli con la preghiera e il sostegno, o da inutili e pericolose vie crucis presso maghi, fattucchieri, occultisti o psichiatri incompetenti e miscredenti che quasi sempre finiscono per aggravare la situazione.

L'affievolimento della preghiera, in particolare quella di liberazione, la mancanza di gruppi di sostegno preparati, fanno il resto. In pratica si chiude l'ombrello proprio mentre comincia l'alluvione della presenza di satana nella nostra società.

Le pagine pubblicate sono un modesto contributo per stimolare i fratelli ad unirsi alla lotta contro il male, e un aiuto per i fratelli colpiti e sofferenti, informandoli, indirizzandoli, segnalando Gruppi di Preghiera, Padri Esorcisti, Preghiere e tutto quanto possa loro servire per la loro definitiva liberazione.

Voglia la Beata Vergine Maria, Regina degli Angeli, guardare con benevolenza questo modesto contributo, aiutandolo nella sua diffusione per il sollievo di tanti fratelli sofferenti in vista del Regno dei Cieli. Amen

(continua)

(Chiedo poi a Raptor....di incoraggiare e rinforzare questo forum...aprendone un'altro sulle GUARIGIONI........poichè i due temi.....camminano comunque su due strade parallele se pur distanziate....)

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Da: Poeta cantastorieInviato: 18/01/2003 22.21
Egregi gestori, ho questo documento, ma è un pochino lungo......  vedano se si può inserire e piano piano vedrò di metterlo......

"A proposito di magia e demonologia"
Nota Pastorale della Conferenza Episcopale Toscana
Criteri per una corretta lettura della Nota (mons. Angelo Scola)
1. «Chiunque fa queste cose è in abominio al Signore».
2. Diffusione odierna della magia.
3. Ragioni del fenomeno.
4. Gravità del fenomeno.
5. Una Nota sulla magia e su alcuni problemi di demonologia.
Prima parte
LA MAGIA E LE SUE FORME
6. Distinzione oggettiva tra religione e magia.
7. Possibilità di influsso del pensiero magico sul comportamento religioso.
8. Magia «bianca» e magia «nera».
9. Divinazione e spiritismo.
Seconda parte
GIUDIZIO DOTTRINALE DELLA CHIESA
10. «Io sono il Signore, vostro Dio».
11. Incompatibilità tra magia e fede.
12. La magia come atto moralmente illecito.
Terza parte
MALEFICIO, POSSESSIONE DIABOLICA E INTERVENTO DELLA CHIESA
13. Il maleficio e la sua inaccettabilità.
14. Azione di satana e possessione.
15. La libertà del cristiano e la vittoria di Cristo.
16. Discernimento e livelli di intervento della Chiesa.
17. Gli esorcismi.
18. Le benedizioni.
Conclusione
URGENZA DI UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
19. Magia e nuova evangelizzazione.
20. Nuova evangelizzazione e demonologia.
21. Operatori pastorali e nuova evangelizzazione.
22. L’assoluta e insostituibile Signoria di Cristo.

 

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2003 22.29

Cristo centro dell'Universo : tutto è stato fatto per Lui e in vista di lui.
Nei cieli (angeli) e sulla terra (il mondo). Cristo primogenito di ogni creatura : questa centralità nel piano della creazione è fondamentale per capire i disegni di Dio e il fine dell'uomo.
Cristo dunque sarebbe venuto anche senza il peccato di Adamo
, la venuta, dopo tale peccato, ha assunto un ruolo peculiare : quella della venuta salvifica.
Dunque Dio, nel suo piano divino ha creato tutte le cose in funzione di Cristo, per Lui e in vista di Lui, ed ha creato buone tutte le cose.
Dunque anche Satana è una creatura di Dio, anzi era la creatura più perfetta uscita dalle mani di Dio, con una superiorità sugli altri angeli.

Ma Satana pensava che questa superiorità si estendesse anche su tutto quando Dio andava creando e che lui non riusciva a comprendere, arrogando a se il primato e la centralità.
Ma il piano unitario di Dio, diversamente, era orientato a Cristo :
di qui la ribellione di Satana, che in opposizione al disegno e alla volontà divina, voleva essere il centro, il primo in assoluto.
Ecco allora il suo tentativo di dominare il mondo, di asservire l'uomo, seguito da un terzo degli angeli (Apocalisse) che con lui si ribella alla volontà di Dio.
La ribellione, il tentativo di usurpare la centralità, di dominare l'universo hanno reso Satana dal più splendente degli angeli al peggiore nemico del creato, dell'opera di Dio, delle Sue creature.
Nel tentatvo di dominare il mondo, Satana introduce il male, il dolore, la morte, la dannazione eterna della privazione di Dio : il continuo tentativo di trascinare gli uomini nella sua cieca e infernale ribellione, e la sua lotta a tutte le creature che seguono Iddio e i suoi comandamenti.
Lui che è stato precipitato sulla terra è il principe di questo mondo, questo è il suo regno : da qui continua il suo tentativo di trascinare nella sua disperazione tutte le creature di Dio in tutti i modi possibili.
Cristo è venuto per distruggere le opere del diavolo, per liberare l'uomo dalla schiavitù del male, dalla schiavitù di Satana;
Il demonio intanto, con i suoi angeli, sapendo che gli è rimasto poco tempo, conduce una lotta disperata, sapendosi già sconfitto, contro le creature di Dio cercando di attirarne il più possibile nella sua folle disperazione e dannazione, con ogni mezzo, utilizzando il male, l'odio, la morte, le guerre, le malattie e ogni cosa possa trascinare dalla sua parte gli uomini

(continua...)


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2003 22.32
Ok Poeta.....facciamo così....inserisci a piccole dosi il testo......
Grazie infinite
Fraternamente C.

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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.19
Criteri per una corretta lettura della Nota
Questa nuova edizione della Nota dei Vescovi toscani dal titolo «A proposito di magia e demonologia» offre l’opportunità di ben precisare lo scopo che ha spinto i presuli a intervenire su questo argomento. Non è stato certo quello di assecondare ulteriore curiosità su questi problemi o di dar loro un peso maggiore di quanto già non abbiano. Il loro desiderio è ben sintetizzato dal titolo dell’ultimo paragrafo della Nota: «L’assoluta e insostituibile signoria di Cristo».
I Vescovi intendono sostenere la fede di tutti i fedeli nella vittoria che Cristo ha già conquistato sul maligno. Una vittoria che deve liberare dalla paura e dalla ricerca di mezzi magici per affrontare le difficoltà della vita che, soprattutto in una società come la nostra, si presentano talora con il risvolto di una drammaticità e di una sofferenza assai intense.
Il Signore Gesù e Lui solo ha il potere di far precipitare l’accusatore degli uomini e di rendere vittoriosi i suoi fratelli. E questo attraverso un’esistenza normale, quotidiana, vissuta nella grande famiglia ecclesiale. Una vita fatta di fede consolidata ogni giorno nella preghiera a Dio Padre, nei sacramenti, nella comunione vissuta con i propri fratelli e testimoniata nelle diverse situazioni dell’esistenza cui ogni cristiano è chiamato. Gesù ci ama e ci libera dal peccato, a Lui possiamo veramente rivolgerci col cuore di figli in ogni situazione di bisogno. Questo è il nucleo centrale della Nota. Da ciò mi pare conseguano dei criteri di lettura. Li vorrei brevemente enucleare.
Anzitutto una simile Nota va presa nella sua integralità. Non si deve estrapolare da essa qualche passaggio, magari relativo ai problemi che gli strumenti di comunicazione di massa più volentieri enfatizzano, come quelli connessi alle tecniche della magia o alla possessione diabolica. E necessaria invece la pazienza di assumere tutti i contenuti esposti secondo una gerarchia che ha proprio nel paragrafo finale la sua chiave di volta. Il cristiano allora si sentirà invitato a non cercare altrove che in Cristo la propria salvezza e, quando sarà nel bisogno e nella prova, saprà volgersi a Cristo secondo le modalità normali che la Chiesa mette a disposizione per la nostra vita quotidiana.
Un secondo criterio di lettura è offerto in modo particolare ai sacerdoti. Sono invitati a non cadere in un pregiudizio razionalistico nei confronti dei fenomeni connessi alla possibilità straordinaria dell’azione dei maligno e a riconoscere che questa possibilità, anche se estrema, esiste. Essi sanno che il maligno normalmente opera inducendo l’uomo al peccato, tuttavia, come pastori umili e sapienti, non possono negare la possibilità della sua azione straordinaria che sarà da discernere con prudenza e discrezione. Questo è domandato in modo speciale agli esorcisti che operano in dipendenza dai Vescovi, nella coscienza di essere investiti da una missione, che è una missione ecclesiale, alla quale debbono servire e dalla quale, in ogni momento, devono essere pronti a rendere conto ai loro Pastori. Ai sacerdoti si chiede anche di prevenire per sé e per i fedeli il rischio opposto: quello di una facile creduloneria che spinga a vedere, sempre e comunque, l’azione straordinaria del maligno, dimenticando quella ordinaria che è di gran lunga la più massiccia e insidiosa. Sarà tuttavia loro cura farsi carico in ogni momento della sofferenza di quanti si rivolgono a loro per questi problemi, aiutandoli a cogliere la domanda di senso cristiano dell’esistenza che la loro prova contiene.
Appare così il terzo criterio. Esso è offerto alle comunità cristiane come tali affinché, essendo realmente missionarie, sappiano annunciare con chiarezza l’avvenimento di Cristo morto e risorto come la cifra in cui ogni aspetto dell’esistenza trova spiegazione. La comunità cristiana è chiamata a diventare luogo di incontro visibile con Cristo, di rapporti rinnovati in nome Suo e di condivisione di quanti sono nel bisogno materiale e spirituale. Deve essere una cellula vitale in cui l’uomo di oggi che, nonostante le tecnologie sofisticate della nostra civiltà, è spesso preda del panico e dell’angoscia possa in Cristo Signore trovare la pace.
I Vescovi toscani hanno voluto, con particolare riferimento alla situazione socio-culturale della loro terra, riproporre la dottrina tradizionale della Chiesa in tema di magia e di demonologia. L’hanno fatto per consentire alle loro comunità di camminare più spedite. Sono certi che l’affidamento a Maria aiuterà i loro fedeli a vivere quella povertà dello spirito in cui risplende una fede luminosa e un’umanità liberata.
I Vescovi toscani auspicano che quanti, anche fuori dalla loro regione, si accosteranno a questa Nota, abbiano a rispettare queste intenzioni profonde che hanno animato questo loro atto di Magistero.

+Angelo Scola
Vescovo di Grosseto
«Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere
gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il figlio o la sua figlia, né chi esercita la divi nazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi interroga i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore».
(Dt 18,9-12)
(Teofilo)
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:46
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.24
1. «Chiunque fa queste cose è in abominio al Signore»
L’ammonimento biblico è oggi più attuale che mai. Come Vescovi toscani sentiamo il dovere di riproporlo, con chiarezza, ai nostri fedeli. Assistiamo, infatti, ad un impressionante ritorno alle pratiche magiche. Il fenomeno tende ad imporsi nella vita collettiva e personale di migliaia di individui, compresi gli stessi fedeli. Secondo i dati più recenti gli «utenti di magia» in Italia sarebbero quasi 12 milioni di persone. Il fenomeno ci preoccupa sia come indice di una grave situazione di smarrimento esistenziale, sia per i presupposti di pensiero e i comportamenti pratici che suppone.

2. Diffusione odierna della magia
Alla magia di matrice agricola e pre-industriale sedimentata nella storia delle nostre popolazioni, si sovrappongono oggi forme divinatorie che si ammantano di ibridi di cultura, di «psicologia selvaggia» e di riferimenti esoterici. Maghi e mistificatori, falsi profeti e sedicenti illuminati plagiano adepti ed estorcono denari, presentando come «rivelazioni» e «verità segrete» concezioni di vita di una povertà sconvolgente e - quel che è peggio - devianti dalla verità della fede. Gli operatori di magia che si attribuiscono il potere di risolvere problemi di amore, di salute e di ricchezza o pretendono di togliere il cosiddetto «malocchio» o le «fatture» sono individui che reclamizzano se stessi con inserzioni a pagamento sui giornali, ostentano attestati accademici e si fanno pubblicità sugli schermi televisivi. Non è esagerato parlare di «un’industria della magia».
3. Ragioni del fenomeno
Come si spiega che in un’epoca caratterizzata da uno sviluppo così ricco dei pensiero scientifico e razionale si verifichi una diffusione tanto vasta di attività di tipo magico-occultista? La crescita del fenomeno, almeno in termini generali, può essere collegata ad istanze esistenziali come il bisogno di concezioni totalizzanti della vita, in grado di render ragione del mistero che l’avvolge, la richiesta di liberazione dal dolore, dal male e dalla paura della morte, la ricerca di rassicurazioni che consentano di superare situazioni di ansia e di paura, le incertezze del domani e il bisogno di punti di riferimento, specie dopo la caduta del mito illuminista del progresso e il crollo delle ideologie populiste e borghesi. Istanze reali e drammatiche che conducono alcuni a scegliere la scorciatoia di rivolgersi a forme o persone che si presentano sotto l’apparenza del «soprannaturale», attendendo da esse la soluzione agli interrogativi e alle difficoltà del presente.
Va in questa direzione la confusa ricerca di «fatti straordinari e miracolistici» reperibile nello stesso ambiente cristiano; una ricerca che a volte si appella ad un falso misticismo o a fenomeni di «rivelazioni private», altre volte arriva addirittura a volgersi a riferimenti demonologici, senza alcuna ragionevole verifica e al di fuori di un’autentica maturità di fede. Tra le cause del diffondersi della magia è infatti da annoverare soprattutto una grave carenza di evangelizzazione che non consente ai fedeli di assumere un atteggiamento critico nei confronti di proposte che rappresentano solo un surrogato del genuino senso religioso e una triste mistificazione dei contenuti autentici della fede.
4. Gravità dei fenomeno
Il fenomeno della magia si presenta, peraltro, come notevolmente diversificato e complesso: si va da forme generiche di superstizione a pratiche magiche di diverso livello, dalla divinazione allo spiritismo fino a gruppi e sette sataniche che organizzano riunioni e messe nere. La sua attuale espansione costituisce un segnale allarmante per il nostro stesso tempo. Come ha giustamente osservato il card. J.Ratzinger: «La cultura atea dell’Occidente moderno vive ancora grazie alla libertà dalla paura dei demoni portata dal cristianesimo. Ma se questa luce redentrice del Cristo dovesse spegnersi, pur con tutta la sua sapienza e con tutta la sua tecnologia, il mondo ricadrebbe nel terrore e nella disperazione. Ci sono già segni di questo ritorno di forze oscure, mentre crescono nel mondo secolarizzato i culti satanici».
5. Una Nota sulla magia e su alcuni problemi di demonologia
Come Vescovi a cui è affidata la responsabilità delle Chiese particolari della Toscana, sentiamo il dovere di intervenire in questa materia per mettere in guardia i fedeli e le nostre comunità dall’invasione di orientamenti di pensiero e di comportamento che minano le radici stesse della fede e del suo autentico significato. In questa Nota non ci occupiamo dei fenomeni che riguardano la scienza, dalla medicina alla psichiatria, alla parapsicologia, a certe ricerche scientifiche sull’astrologia o dei fatti di guarigione di diversa natura oppure dei rapporti tra il paranormale e la religione. Il nostro intervento è di natura esclusivamente teologico-pastorale. Analizziamo il fatto della magia e le sue diverse forme (prima parte); riproponiamo il giudizio dottrinale della Chiesa (seconda parte); ci soffermiamo sui problemi specifici del «maleficio» e della «possessione diabolica», indicando il senso e le condizioni d’intervento della Chiesa (terza parte). La conclusione insiste sulla necessità di una nuova evangelizzazione, intenta a prevenire i fenomeni denunciati e a proporre positivamente un cristianesimo adulto, capace di discernimento sapienziale e di annuncio dell’autentico «Vangelo della salvezza», di carità e di preghiera verso situazioni di sofferenza. La consapevolezza che fonda il nostro intervento deriva dalla fede nella vittoria del Signore risorto sul male e sul maligno: una vittoria che orienta i cristiani a comprendere la loro esistenza in termini di vita nuova in Cristo, di luce e di grazia.
2 continua

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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.29
Prima parte
LA MAGIA E LE SUE FORME
6. Distinzione oggettiva tra religione e magia
Il problema di una definizione della magia è per sé arduo per la varietà del fenomeno. Un dato fondamentale sembra tuttavia acquisito tra gli studiosi: la distinzione oggettiva che dev’essere posta, sul piano antropologico-culturale, tra «religione» e «magia». La distinzione deriva dal diverso modo con cui le due esperienze si rapportano al trascendente:
la religione dice riferimento diretto a Dio e alla sua azione, tanto che non esiste e non può esistere esperienza religiosa senza un tale riferimento; la magia implica una visione dei mondo che crede all’esistenza di forze occulte che influiscono sulla vita dell’uomo e sulle quali l’operatore (o il fruitore) di magia pensa di poter esercitare un controllo mediante pratiche rituali capaci di produrre automaticamente degli effetti; il ricorso alla divinità - quando c’è - è meramente funzionale, subordinato a queste forze e agli effetti voluti. La magia non ammette infatti alcun potere superiore a sé; essa ritiene di poter costringere gli stessi «spiriti» o «demoni» evocati a manifestarsi e a compiere ciò che essa richiede. Anche oggi chi ricorre alla magia non pensa anzitutto di riferirsi a Dio - ai Dio personale della fede e alla sua provvidenza sul mondo - ma piuttosto a forze occulte impersonali, sovrumane e sovramondane, imperanti sulla vita del cosmo e dell’uomo. Da queste forze ritiene di difendersi con il ricorso a gesti di scongiuro e ad amuleti, o presume di carpirne i benefici con formule di incantesimo, filtri o azioni collegate agli astri, al creato o alla vita umana. Rientra in questo contesto il carattere produttivo dell’azione magica, la quale non ammette - una volta posta in atto secondo le modalità richieste - alcuna possibilità di fallimento. Ciò avviene in svariate forme. C’è la magia imitativa, secondo la quale il simile produce il simile: il versare dell’acqua per terra porterà la pioggia, il trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà o farà morire la persona da esso rappresentata.
C’è la magia contagiosa, in base a cui il contiguo agisce sul contiguo o una parte sul tutto, al punto che è sufficiente mettere in contatto due realtà, animate o inanimate, perché una forza benefica o malefica si trasmetta dall’una all’altra: così il «toccare ferro» o il «gettare del sale» terrà lontano da influssi negativi o da iettature in relazione a virtù speciali affidate a questi elementi. Esiste, infine, la magia incantatrice, la quale attribuisce un potere particolare a formule o azioni simboliche, ritenute capaci di produrre degli effetti evocati o da esse indicati.
La magia, in qualunque forma sia espressa, rappresenta un fenomeno che non ha niente a che vedere - sul piano oggettivo - con il genuino senso della religione e con il culto di Dio; al contrario, è sua nemica e antagonista. Giustamente la ragione scientifica contemporanea (o semplicemente la ragione elementare) considera la magia come una forma di irrazionalità sia in rapporto alle concezioni prelogiche a cui si richiama sia in ordine ai mezzi a cui si affida o ai fini che persegue. Sull’origine della magia vi sono opinioni diverse tra gli studiosi. Qualcuno ne individua la sorgente in un’autosuggestione o «nevrosi ossessiva» dell’individuo o della società. Qualche altro la spiega come reazione difensiva o distorta dell’idea della provvidenza divina. Non manca chi, andando oltre, arriva ad individuare nella magia l’espressione di una volontà di potenza dell’uomo orientata all’attuazione del suo sogno archetipo: essere Dio. Di fatto, qualunque sia la spiegazione da cui si muove, con la credenza magica si manifesta una sorta di riedizione di quella tentazione dei primordi che è stata all’origine dei primo peccato, presente nel cuore dell’uomo come tendenza e subdola suggestione dei tentatore.
7. Possibilità di influsso del pensiero magico sul comportamento religioso
Si deve peraltro osservare che se religione e magia oggettivamente rappresentano due fenomeni distinti, soggettivamente essi possono talvolta convergere sotto alcuni aspetti; e questo può avvenire nella stessa vita dei cristiani.
Il pensiero magico si caratterizza per due attitudini essenziali: il sentimento dei desiderio di ottenere qualcosa che non si possiede o il sentimento della paura che spinge a pensare di porre dei poteri occulti al proprio servizio, e la netta separazione tra rito e vita. Per poter rispondere a queste istanze la magia, basandosi sulla credenza in forze misteriose in grado di giungere al di là delle semplici cause fisiche naturali, attiva dei rituali cui attribuisce un’efficacia diretta, a prescindere da Dio e dalla sua azione, in ordine al conseguimento dell’effetto inteso o sollecitato dal desiderio. L’operatività di questi rituali non ha alcun rapporto, nella percezione del soggetto, con il suo atteggiamento etico e con le sue opzioni esistenziali. A causa della sua struttura fondamentale, infatti, la magia non implica per sé alcun legame con le scelte morali della persona e con i suoi doveri: un individuo può tenere un comportamento riprovevole o vivere in situazioni di colpa, di egoismo o di odio, ma niente di tutto questo, almeno in linea di principio, potrà essere di impedimento perché il rituale magico esattamente osservato o instancabilmente ripetuto produca gli effetti che gli sono attribuiti.
È evidente che l’autentico significato della religione e, soprattutto, la nozione cristiana di liturgia non hanno niente a che vedere con queste componenti del pensiero magico. Nonostante ciò, soggettivamente, si possono creare delle sovrapposizioni e perfino delle collusioni. Proprio perché l’origine della magia non sta nella ragione, ma nel sentimento, anche nel credente si può verificare una dissociazione dello stesso tipo: con la ragione egli è consapevole di porre in atto dei gesti cristiani nei quali sa che opera Dio e la sua grazia, ma sul piano dei sentimento ciò che sta funzionando in lui può essere un’attitudine di tipo magico, legata solo al desiderio di ottenere qualcosa o di sfuggire ad una forza impersonale di cui ha paura. Considerazioni analoghe valgono per la concezione dei gesto sacramentale quando sia inteso in un modo automatico e «cosifatico», al di fuori di una corretta concezione di Dio e del sacramento stesso, o sia separato dalle disposizioni di fede e dalla risposta di vita che esige. Il rito sacramentale nel quale è all’opera la grazia di Cristo esige il coinvolgimento personale dei credente e l’adeguazione della vita a quanto si proclama con l’atto celebrativo e si riceve in dono da Dio. Da questi pericoli vogliamo mettere in guardia i nostri fedeli, invitandoli ad una permanente riscoperta del senso autentico del «rito» della Chiesa in ordine ad una piena maturità di fede e ad una reale corrispondenza tra ciò che si crede, si celebra e si vive. Sussiste, infatti, un rapporto inseparabile tra fede, culto ed esistenza cristiana.
Lo scopo di questa Nota, tuttavia, non è anzitutto quello di esaminare il pericolo di un’interferenza del pensiero magico col comportamento dei cristiani, ma piuttosto di denunciare il fenomeno della magia in sé e nelle sue diverse forme, seppur senza mai dimenticare i riflessi che esso può avere sulla vita e la prassi liturgica dei fedeli.
3 continua

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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.35
8. Magia «bianca» e magia «nera»
Tradizionalmente si è soliti distinguere tra magia «bianca» e magia «nera». La distinzione ha un suo significato, specialmente per il diverso livello di responsabilità morale a cui rimanda.
La dizione di magia «bianca» può essere riferita a due pratiche molto diverse fra loro. Si può intendere con essa l’arte di operare prodigi con mezzi naturali; in questo senso equivale ai giochi di prestigio o ai fenomeni di illusionismo. È evidente che una simile arte - purché non si compia con mezzi illeciti e non sia indirizzata a fini disonesti - è per sé innocua e legittima. Non alludiamo ad essa in questa Nota. Altro è invece se, per magia «bianca», si intendono forme di intervento che presumono di mirare a scopi, sia pure benefici come il ripristino di un rapporto di amore, la guarigione da una malattia, la risoluzione di problemi economici e così via, ma con il ricorso all’uso di mezzi inadeguati come talismani e amuleti, portafortuna e filtri, credenze in combinazioni di carte, persone o eventi, oppure con il riferimento a pratiche mediche centrate su arti occulte o poteri «sovrumani». E chiaro che in questo caso entrano in gioco sia forme di superstizione che truffe e comportamenti ingannevoli, contrari alla natura stessa della fede e quindi illeciti e inaccettabili, quando non addirittura pericolosi per la stessa integrità psico-fisica e la vita morale di coloro che ne sono vittime.
Ancora più grave è la magia «nera». Essa si richiama, in modo diretto o indiretto, a poteri diabolici o comunque presume di agire sotto un qualche loro influsso. Di norma, la magia «nera» è indirizzata a scopi malefici (procurare malattie, disgrazie, morte) o ad influenzare il corso degli eventi a propria utilità, specialmente per conseguirne vantaggi personali come onori, ricchezze o altro. Si chiama magia «nera» per i metodi a cui ricorre e per i fini che persegue.
Questa forma di magia è una vera e propria espressione di anticulto, indirizzata a far diventare i suoi adepti «servi di satana». Rientrano in essa tutti quei riti esoterici, a sfondo satanico, che hanno il loro apice nelle cosiddette messe nere. Una simile forma di magia, di fatto, non si esprime senza un influsso del «padre della menzogna» (Gv 8,44), il quale - come insegna la Scrittura - tenta in tutti i modi di deviare l’uomo dalla verità e condurlo all’errore e al male (1 Pt 5,8), nonostante la sconfitta subita con la venuta del Figlio di Dio nel mondo (Lc 10,18) e il trionfo glorioso della sua risurrezione (Fil 2,911).
9. Divinazione e spiritismo
Alla magia, di entrambe le forme, si collega la divinazione: una pratica che in senso stretto costituisce un tentativo di voler predire il futuro in base a segni tratti dal mondo della natura o in rapporto all’interpretazione di presagi o sorti di diverso genere; in senso più largo, specie fra la gente più semplice, rappresenta un misto di credulità e di ingenue intenzioni indirizzate a conoscere in anticipo, con l’uso di particolari mezzi o arti, qualche fatto che dovrà accadere. Fanno parte della divinazione, l’astrologia (presumere di individuare il futuro libero degli uomini negli astri o nell’ordinamento delle stelle), la cartomanzia (il farsi predire l’avvenire con le carte, i cosiddetti «tarocchi»), la chiromanzia (decifrazione delle linee della mano) e forme simili. La peggiore e più grave espressione di divinazione è la necromanzia o spiritismo, ossia il ricorso agli spiriti dei morti per entrare in contatto con loro e svelare il futuro o qualche suo aspetto. Le sedute spiritiche appartengono a questo genere di magia. In tali sedute i partecipanti e i medium (edizione moderna degli antichi necromanti) si prodigano nell’invocazione delle anime dei defunti (ad esempio presunte registrazioni di voci dall’oltretomba); in realtà essi introducono una forma di alienazione dal presente e operano una mistificazione della fede nell’aldilà, generalmente con trucchi, agendo di fatto come strumenti di forze del male che li usano spesso per fini distruttivi, orientati a confondere l’uomo e ad allontanarlo da Dio. Interagiscono con questi differenti tipi di divinazione i molteplici gruppi esoterici e occultisti di antica origine o di recente nascita (dalla teosofia all’antroposofia fino alla New age) che presumono di «aprire una porta» per far entrare nella conoscenza di verità nascoste ed acquisire poteri spirituali speciali. Simili gruppi generano un grande smarrimento nella mente della gente, specialmente dei giovani, e conducono a comportamenti quanto mai discutibili e gravi dal punto di vista cristiano. Né si può dimenticare quel grande movimento iniziatico-magico che è la massoneria, almeno in alcuni suoi gruppi e forme derivate. Nella maggior parte dei casi si tratta di una riedizione di culti gnostici che ripropongono l’antica idea di magia come volontà di potenza indirizzata a mettere al proprio servizio le forze occulte (buone o cattive) che si ritiene agiscano nel mondo. Questi gruppi si presentano come «vie di salvezza» (di qui il loro carattere segreto, i rituali posti in atto e il ricorso alla figura di un leader dotato di poteri eccezionali), talvolta impiegando il nome stesso di Gesù Cristo o facendo ricorso a riti che vorrebbero essere «sacramentali».
È evidente l’inaccettabilità di questi gruppi e delle loro pratiche. Al posto del senso religioso, della ricerca di Dio e della vita sacramentale, introducono prassi magiche, assetti di pensiero e di vita del tutto incompatibili con la verità della fede. Non mancano neppure gruppi in cui si verificano abusi di carattere sessuale, con conseguenze preoccupanti per le persone coinvolte sia a livello morale che psichico. Non finiremo mai di mettere in guardia i fedeli dal pericolo di queste sette e dai loro errori, ripetendo l’invito di Paolo a Timoteo: «Verrà un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma per prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole» (2 Tm 4,3-4); o il richiamo di Giovanni:
«Non prestate fede ad ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo»
(1 Gv 4,1).
La conoscenza integrale del Vangelo e l’incontro vissuto con Cristo nella Chiesa, sua Sposa, rappresentano il miglior antidoto a simili forme di neopaganesimo. Occorre tuttavia che i credenti siano adeguatamente evangelizzati sul fondamento della fede nel Signore risorto, dell’accoglienza della sua parola e dei suoi sacramenti e di un’autentica esperienza di preghiera e di vita ecclesiale.
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.38
Seconda parte
GIUDIZIO DOTTRINALE DELLA CHIESA
10. «Io sono il Signore, vostro Dio»
La Chiesa in genere non si è preoccupata di entrare in modo troppo analitico nei dettagli del fenomeno della magia; la sua condanna, tuttavia, è stata costante e inequivocabile, in linea con quanto insegna la Sacra Scrittura. È nota l’estrema durezza dell’Antico Testamento contro chi pratica la magia (Es 22,17); (Lv 20,27). La ragione di tanta severità risiede nel fatto che la magia è un rifiuto del vero e unico Dio. «Non vi rivolgete ai negromanti nè agli indovini; non li consultate... Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,31). «Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona... perché io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 20,6-7). La magia, nella visione biblica, rappresenta un atto di apostasia dal Signore, unico salvatore dei suo popolo (Dt 13,6), ed equivale ad un gesto di ribellione nei confronti di Dio e della sua parola (1 Sam 15,23). «Io, io sono il Signore, fuori di me non v’è salvatore. Io ho proclamato in anticipo e ho salvato» (Is 43,11-12). Altro è la profezia, annunciatrice della salvezza del Signore, altro i presagi degli indovini e dei maghi, portatori di falsità e di inganno (Ger 27,9); (Ger 29,8); (Is 44,25); (Is 47,12-15). Darsi alla magia è come consegnarsi alla prostituzione.
«Il mio popolo consulta il suo pezzo dileguo e il suo bastone gli dà il responso, poiché uno spirito di prostituzione li svia, e si prostituiscono allontanandosi dal loro Dio» (Os 4,12); (Is 2,6); (Is 3,2-3).
Il Libro della Sapienza rileva ironicamente come i riti magici, anziché salvare, conducano ad una situazione addirittura peggiore. «Fallivano i ritrovati della magia e la loro baldanzosa pretesa di sapienza. I maghi promettevano di cacciare timore e inquietudine dall’anima malata, e cadevano malati per uno spavento ridicolo» (Sap 17,7-8).
Il Nuovo Testamento si situa nella stessa linea quando, nel richiedere la fede nell’unico Signore Gesù e il battesimo nel suo nome, esige il rifiuto di ogni mentalità e comportamento magici (At 8,9-13); (At 19,18-20). Sussiste, infatti, una netta opposizione tra l’annuncio della fede e la magia (At 13,6-12); (At 16,16-24). I veri credenti sono chiamati ad affidarsi all’unico profeta, il Signore Gesù, Figlio prediletto del Padre (Mc 1,11) e alle Sacre Scritture donate dallo Spirito alla sua Chiesa (2 Pt 1,16-21). La «stregoneria», in qualunque forma si manifesti, fa parte delle opere che estromettono dall’eredità del Regno di Dio (Gal 5,20), tanto che l’Apocalisse esclude dalla Gerusalemme celeste i «menzogneri» e «fattucchieri» di qualsiasi genere (Ap 9,21); (Ap 18,23); (Ap 21,8); (Ap 22,15).
La magia infatti sostituisce Dio con delle creature e rappresenta una ripresa di quella tentazione diabolica a cui Gesù stesso si è voluto sottoporre, vincendola: «Il diavolo.., gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni... Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarò tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”» (Lc 4,6-8).
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.43
11. Incompatibilità tra magia e fede
E tale è l’insegnamento costante della tradizione cristiana. Già la «Didaché», tra le vie che conducono alla morte, accanto all’idolatria, pone la magia e gli incantesimi. Taziano, verso la fine del II secolo, elabora una dura polemica contro il fatalismo astrale nel quale vede una forma di potere del demonio sull’umanità. Ippolito, nella «Tradizione apostolica», esclude dal battesimo maghi, astrologi e indovini. Tertulliano pronuncia parole severissime verso tutti gli operatori di magia: «Di astrologi, di stregoni, di ciarlatani d’ogni risma, non si dovrebbe nemmeno parlare. Eppure, recentemente, un astrologo che dichiara di essere cristiano ha avuto la sfacciataggine di fare l’apologia del suo mestiere! È dunque necessario ricordare, sia pure brevemente, a lui e ai suoi simili, ch’essi offendono Dio, mettendo gli astri sotto la protezione degli idoli e facendo dipendere da loro la sorte degli uomini. L’astrologia e la magia sono turpi invenzioni dei demoni».
Un giudizio questo condiviso dalla maggioranza dei padri della Chiesa. Secondo Agostino, la magia è demoniaca; la religione cristiana all’opposto è vittoria sul potere del demonio e rottura completa con tale mondo.
Di fronte alle difficoltà dei neo-convertiti ad abbandonare le antiche pratiche magiche, la condanna si fa così forte e massiccia da finire per trasferire a carico del demonio tutta la magia, in ogni sua forma, identificata con la possessione diabolica. Se la posizione di san Tommaso rimane estremamente equilibrata, non mancano testi che, specie nel tardo medioevo, tendono ad accentuazioni eccessive, arrivando a sviluppare l’idea del «maleficio» come di un potere che esseri umani, specialmente donne, possono esercitare sugli altri, avendo patteggiato con il demonio la cessione della propria anima in cambio di capacità preternaturali da esercitare in vita. Un’idea che ha condotto nei secoli XV-XVIII alla triste storia delle persecuzioni di streghe e maghi. Questa vicenda, pur tenendo conto del contesto e della difficoltà di un giudizio storico a posteriori, rimane mortificante per la cristianità occidentale. Non dobbiamo dimenticare d’altra parte che, anche in quelle circostanze, non sono mancati uomini coraggiosi come Cornelius Loos e il gesuita E von Spes in Germania che, in nome della fede, si sono opposti a simili eccessi.
Le vicende di quei secoli, in ogni caso, devono rendere i cristiani cauti nel giudicare la magia come un effetto diretto - sempre e in ogni circostanza - del demonio. Dal punto di vista teologico, peraltro, non si può razionalisticamente ridurre la realtà delle pratiche magiche, specie quelle «nere», solo ad un fenomeno psichico deviante o ad un semplice atto peccaminoso dell’uomo. In tali pratiche non si può escludere un’azione o dipendenza da satana, avversario giurato dei Signore Gesù e della sua salvezza. Il diavolo - come ci insegna l’Apocalisse - sino alla fine dei tempi userà tutti i suoi poteri e la sua sagacia per ingannare i battezzati ed ostacolare la piena attuazione dei progetto salvifico di Dio sul mondo. «Tutta intera la storia umana afferma il Concilio Vaticano II - è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre, lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio» (GS 37).
12. La magia come atto moralmente illecito
Il cristiano non può accettare la magia perché non può accettare di posporre il vero Dio alle false credulità. Allo stesso modo non può accettare di ritenere che la sua vita sia dominata da forze occulte manipolabili a piacimento con riti magici o che il suo futuro sia scritto in anticipo nei movimenti stellari o in altre forme di presagio. «Dio - dice il Catechismo della Chiesa Cattolica - può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbondanarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità».
La magia «nera», in particolare, rappresenta una colpa gravissima per il credente. Ciò vale - in diversa misura - per la divinazione e lo spiritismo. «Tutte le forme di divinazione - spiega il Catechismo universale - sono da respingere: ricorso a satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene “svelino” l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante che dobbiamo a Dio solo».
Riconoscendosi chiamato da Dio a vivere la propria esistenza come risposta libera al suo progetto di amore nell’accoglienza della grazia, il battezzato rifiuta ogni forma di pratiche magiche nella misura stessa in cui esse costituiscono una deviazione dalla verità rivelata, sono contrarie alla fede in Dio Creatore e al culto esclusivo che gli è dovuto, opposte al riconoscimento di Gesù Cristo come unico Redentore dell’uomo e del mondo e al dono del suo Spirito, e quindi si pongono in contrapposizione con l’integrità della professione credente e pericolose per la salvezza. «Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo fosse anche per procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù di religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad un’intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche, dette tradizionali, non legittima né l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui».
Le stesse ricerche di fenomeni paranormali o di poteri «eccezionali», come visioni a distanza, «viaggi» nell’aldilà o produzione di «fluidi», in quanto atti fini a se stessi, possono essere svianti e pericolose per il giusto equilibrio umano e per l’autentico vissuto della fede battesimale. Molti di questi fenomeni appartengono all’ambito della parapsicologia e quindi al dominio della scienza, anche se rimangono di difficile spiegazione. Talvolta presentano un margine di misteriosità che può generare degli interrogativi sul senso della vita e della morte. In genere tuttavia sono utilizzati per fini ambiguamente e falsamente religiosi o addirittura per scopi di guadagno, come è successo in alcuni casi avvenuti nella nostra stessa Regione. Mettiamo in guardia i fedeli dal cadere in simili forme di strumentalizzazione e dai pericoli che vi sono connessi. L’autentico senso della fede non ha bisogno di simili riferimenti. Il discepolato descritto dal Vangelo richiede l’incontro semplice e autentico con Gesù Signore e Maestro, e rifugge da forme di ricerca dello «straordinario». Credere in Gesù, convertirsi alla sua parola e mettersi alla sua sequela, in comunione con tutta la Chiesa, è il paradigma di riferimento essenziale da cercare e perseguire, come hanno fatto milioni e milioni di credenti dalle origini ad oggi, senza lasciarsi sviare da concezioni e comportamenti miracolistici e vani.
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(Teofilo)
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:47
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.24
1. «Chiunque fa queste cose è in abominio al Signore»
L’ammonimento biblico è oggi più attuale che mai. Come Vescovi toscani sentiamo il dovere di riproporlo, con chiarezza, ai nostri fedeli. Assistiamo, infatti, ad un impressionante ritorno alle pratiche magiche. Il fenomeno tende ad imporsi nella vita collettiva e personale di migliaia di individui, compresi gli stessi fedeli. Secondo i dati più recenti gli «utenti di magia» in Italia sarebbero quasi 12 milioni di persone. Il fenomeno ci preoccupa sia come indice di una grave situazione di smarrimento esistenziale, sia per i presupposti di pensiero e i comportamenti pratici che suppone.

2. Diffusione odierna della magia
Alla magia di matrice agricola e pre-industriale sedimentata nella storia delle nostre popolazioni, si sovrappongono oggi forme divinatorie che si ammantano di ibridi di cultura, di «psicologia selvaggia» e di riferimenti esoterici. Maghi e mistificatori, falsi profeti e sedicenti illuminati plagiano adepti ed estorcono denari, presentando come «rivelazioni» e «verità segrete» concezioni di vita di una povertà sconvolgente e - quel che è peggio - devianti dalla verità della fede. Gli operatori di magia che si attribuiscono il potere di risolvere problemi di amore, di salute e di ricchezza o pretendono di togliere il cosiddetto «malocchio» o le «fatture» sono individui che reclamizzano se stessi con inserzioni a pagamento sui giornali, ostentano attestati accademici e si fanno pubblicità sugli schermi televisivi. Non è esagerato parlare di «un’industria della magia».
3. Ragioni del fenomeno
Come si spiega che in un’epoca caratterizzata da uno sviluppo così ricco dei pensiero scientifico e razionale si verifichi una diffusione tanto vasta di attività di tipo magico-occultista? La crescita del fenomeno, almeno in termini generali, può essere collegata ad istanze esistenziali come il bisogno di concezioni totalizzanti della vita, in grado di render ragione del mistero che l’avvolge, la richiesta di liberazione dal dolore, dal male e dalla paura della morte, la ricerca di rassicurazioni che consentano di superare situazioni di ansia e di paura, le incertezze del domani e il bisogno di punti di riferimento, specie dopo la caduta del mito illuminista del progresso e il crollo delle ideologie populiste e borghesi. Istanze reali e drammatiche che conducono alcuni a scegliere la scorciatoia di rivolgersi a forme o persone che si presentano sotto l’apparenza del «soprannaturale», attendendo da esse la soluzione agli interrogativi e alle difficoltà del presente.
Va in questa direzione la confusa ricerca di «fatti straordinari e miracolistici» reperibile nello stesso ambiente cristiano; una ricerca che a volte si appella ad un falso misticismo o a fenomeni di «rivelazioni private», altre volte arriva addirittura a volgersi a riferimenti demonologici, senza alcuna ragionevole verifica e al di fuori di un’autentica maturità di fede. Tra le cause del diffondersi della magia è infatti da annoverare soprattutto una grave carenza di evangelizzazione che non consente ai fedeli di assumere un atteggiamento critico nei confronti di proposte che rappresentano solo un surrogato del genuino senso religioso e una triste mistificazione dei contenuti autentici della fede.
4. Gravità dei fenomeno
Il fenomeno della magia si presenta, peraltro, come notevolmente diversificato e complesso: si va da forme generiche di superstizione a pratiche magiche di diverso livello, dalla divinazione allo spiritismo fino a gruppi e sette sataniche che organizzano riunioni e messe nere. La sua attuale espansione costituisce un segnale allarmante per il nostro stesso tempo. Come ha giustamente osservato il card. J.Ratzinger: «La cultura atea dell’Occidente moderno vive ancora grazie alla libertà dalla paura dei demoni portata dal cristianesimo. Ma se questa luce redentrice del Cristo dovesse spegnersi, pur con tutta la sua sapienza e con tutta la sua tecnologia, il mondo ricadrebbe nel terrore e nella disperazione. Ci sono già segni di questo ritorno di forze oscure, mentre crescono nel mondo secolarizzato i culti satanici».
5. Una Nota sulla magia e su alcuni problemi di demonologia
Come Vescovi a cui è affidata la responsabilità delle Chiese particolari della Toscana, sentiamo il dovere di intervenire in questa materia per mettere in guardia i fedeli e le nostre comunità dall’invasione di orientamenti di pensiero e di comportamento che minano le radici stesse della fede e del suo autentico significato. In questa Nota non ci occupiamo dei fenomeni che riguardano la scienza, dalla medicina alla psichiatria, alla parapsicologia, a certe ricerche scientifiche sull’astrologia o dei fatti di guarigione di diversa natura oppure dei rapporti tra il paranormale e la religione. Il nostro intervento è di natura esclusivamente teologico-pastorale. Analizziamo il fatto della magia e le sue diverse forme (prima parte); riproponiamo il giudizio dottrinale della Chiesa (seconda parte); ci soffermiamo sui problemi specifici del «maleficio» e della «possessione diabolica», indicando il senso e le condizioni d’intervento della Chiesa (terza parte). La conclusione insiste sulla necessità di una nuova evangelizzazione, intenta a prevenire i fenomeni denunciati e a proporre positivamente un cristianesimo adulto, capace di discernimento sapienziale e di annuncio dell’autentico «Vangelo della salvezza», di carità e di preghiera verso situazioni di sofferenza. La consapevolezza che fonda il nostro intervento deriva dalla fede nella vittoria del Signore risorto sul male e sul maligno: una vittoria che orienta i cristiani a comprendere la loro esistenza in termini di vita nuova in Cristo, di luce e di grazia.
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.29
Prima parte
LA MAGIA E LE SUE FORME
6. Distinzione oggettiva tra religione e magia
Il problema di una definizione della magia è per sé arduo per la varietà del fenomeno. Un dato fondamentale sembra tuttavia acquisito tra gli studiosi: la distinzione oggettiva che dev’essere posta, sul piano antropologico-culturale, tra «religione» e «magia». La distinzione deriva dal diverso modo con cui le due esperienze si rapportano al trascendente:
la religione dice riferimento diretto a Dio e alla sua azione, tanto che non esiste e non può esistere esperienza religiosa senza un tale riferimento; la magia implica una visione dei mondo che crede all’esistenza di forze occulte che influiscono sulla vita dell’uomo e sulle quali l’operatore (o il fruitore) di magia pensa di poter esercitare un controllo mediante pratiche rituali capaci di produrre automaticamente degli effetti; il ricorso alla divinità - quando c’è - è meramente funzionale, subordinato a queste forze e agli effetti voluti. La magia non ammette infatti alcun potere superiore a sé; essa ritiene di poter costringere gli stessi «spiriti» o «demoni» evocati a manifestarsi e a compiere ciò che essa richiede. Anche oggi chi ricorre alla magia non pensa anzitutto di riferirsi a Dio - ai Dio personale della fede e alla sua provvidenza sul mondo - ma piuttosto a forze occulte impersonali, sovrumane e sovramondane, imperanti sulla vita del cosmo e dell’uomo. Da queste forze ritiene di difendersi con il ricorso a gesti di scongiuro e ad amuleti, o presume di carpirne i benefici con formule di incantesimo, filtri o azioni collegate agli astri, al creato o alla vita umana. Rientra in questo contesto il carattere produttivo dell’azione magica, la quale non ammette - una volta posta in atto secondo le modalità richieste - alcuna possibilità di fallimento. Ciò avviene in svariate forme. C’è la magia imitativa, secondo la quale il simile produce il simile: il versare dell’acqua per terra porterà la pioggia, il trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà o farà morire la persona da esso rappresentata.
C’è la magia contagiosa, in base a cui il contiguo agisce sul contiguo o una parte sul tutto, al punto che è sufficiente mettere in contatto due realtà, animate o inanimate, perché una forza benefica o malefica si trasmetta dall’una all’altra: così il «toccare ferro» o il «gettare del sale» terrà lontano da influssi negativi o da iettature in relazione a virtù speciali affidate a questi elementi. Esiste, infine, la magia incantatrice, la quale attribuisce un potere particolare a formule o azioni simboliche, ritenute capaci di produrre degli effetti evocati o da esse indicati.
La magia, in qualunque forma sia espressa, rappresenta un fenomeno che non ha niente a che vedere - sul piano oggettivo - con il genuino senso della religione e con il culto di Dio; al contrario, è sua nemica e antagonista. Giustamente la ragione scientifica contemporanea (o semplicemente la ragione elementare) considera la magia come una forma di irrazionalità sia in rapporto alle concezioni prelogiche a cui si richiama sia in ordine ai mezzi a cui si affida o ai fini che persegue. Sull’origine della magia vi sono opinioni diverse tra gli studiosi. Qualcuno ne individua la sorgente in un’autosuggestione o «nevrosi ossessiva» dell’individuo o della società. Qualche altro la spiega come reazione difensiva o distorta dell’idea della provvidenza divina. Non manca chi, andando oltre, arriva ad individuare nella magia l’espressione di una volontà di potenza dell’uomo orientata all’attuazione del suo sogno archetipo: essere Dio. Di fatto, qualunque sia la spiegazione da cui si muove, con la credenza magica si manifesta una sorta di riedizione di quella tentazione dei primordi che è stata all’origine dei primo peccato, presente nel cuore dell’uomo come tendenza e subdola suggestione dei tentatore.
7. Possibilità di influsso del pensiero magico sul comportamento religioso
Si deve peraltro osservare che se religione e magia oggettivamente rappresentano due fenomeni distinti, soggettivamente essi possono talvolta convergere sotto alcuni aspetti; e questo può avvenire nella stessa vita dei cristiani.
Il pensiero magico si caratterizza per due attitudini essenziali: il sentimento dei desiderio di ottenere qualcosa che non si possiede o il sentimento della paura che spinge a pensare di porre dei poteri occulti al proprio servizio, e la netta separazione tra rito e vita. Per poter rispondere a queste istanze la magia, basandosi sulla credenza in forze misteriose in grado di giungere al di là delle semplici cause fisiche naturali, attiva dei rituali cui attribuisce un’efficacia diretta, a prescindere da Dio e dalla sua azione, in ordine al conseguimento dell’effetto inteso o sollecitato dal desiderio. L’operatività di questi rituali non ha alcun rapporto, nella percezione del soggetto, con il suo atteggiamento etico e con le sue opzioni esistenziali. A causa della sua struttura fondamentale, infatti, la magia non implica per sé alcun legame con le scelte morali della persona e con i suoi doveri: un individuo può tenere un comportamento riprovevole o vivere in situazioni di colpa, di egoismo o di odio, ma niente di tutto questo, almeno in linea di principio, potrà essere di impedimento perché il rituale magico esattamente osservato o instancabilmente ripetuto produca gli effetti che gli sono attribuiti.
È evidente che l’autentico significato della religione e, soprattutto, la nozione cristiana di liturgia non hanno niente a che vedere con queste componenti del pensiero magico. Nonostante ciò, soggettivamente, si possono creare delle sovrapposizioni e perfino delle collusioni. Proprio perché l’origine della magia non sta nella ragione, ma nel sentimento, anche nel credente si può verificare una dissociazione dello stesso tipo: con la ragione egli è consapevole di porre in atto dei gesti cristiani nei quali sa che opera Dio e la sua grazia, ma sul piano dei sentimento ciò che sta funzionando in lui può essere un’attitudine di tipo magico, legata solo al desiderio di ottenere qualcosa o di sfuggire ad una forza impersonale di cui ha paura. Considerazioni analoghe valgono per la concezione dei gesto sacramentale quando sia inteso in un modo automatico e «cosifatico», al di fuori di una corretta concezione di Dio e del sacramento stesso, o sia separato dalle disposizioni di fede e dalla risposta di vita che esige. Il rito sacramentale nel quale è all’opera la grazia di Cristo esige il coinvolgimento personale dei credente e l’adeguazione della vita a quanto si proclama con l’atto celebrativo e si riceve in dono da Dio. Da questi pericoli vogliamo mettere in guardia i nostri fedeli, invitandoli ad una permanente riscoperta del senso autentico del «rito» della Chiesa in ordine ad una piena maturità di fede e ad una reale corrispondenza tra ciò che si crede, si celebra e si vive. Sussiste, infatti, un rapporto inseparabile tra fede, culto ed esistenza cristiana.
Lo scopo di questa Nota, tuttavia, non è anzitutto quello di esaminare il pericolo di un’interferenza del pensiero magico col comportamento dei cristiani, ma piuttosto di denunciare il fenomeno della magia in sé e nelle sue diverse forme, seppur senza mai dimenticare i riflessi che esso può avere sulla vita e la prassi liturgica dei fedeli.
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.35
8. Magia «bianca» e magia «nera»
Tradizionalmente si è soliti distinguere tra magia «bianca» e magia «nera». La distinzione ha un suo significato, specialmente per il diverso livello di responsabilità morale a cui rimanda.
La dizione di magia «bianca» può essere riferita a due pratiche molto diverse fra loro. Si può intendere con essa l’arte di operare prodigi con mezzi naturali; in questo senso equivale ai giochi di prestigio o ai fenomeni di illusionismo. È evidente che una simile arte - purché non si compia con mezzi illeciti e non sia indirizzata a fini disonesti - è per sé innocua e legittima. Non alludiamo ad essa in questa Nota. Altro è invece se, per magia «bianca», si intendono forme di intervento che presumono di mirare a scopi, sia pure benefici come il ripristino di un rapporto di amore, la guarigione da una malattia, la risoluzione di problemi economici e così via, ma con il ricorso all’uso di mezzi inadeguati come talismani e amuleti, portafortuna e filtri, credenze in combinazioni di carte, persone o eventi, oppure con il riferimento a pratiche mediche centrate su arti occulte o poteri «sovrumani». E chiaro che in questo caso entrano in gioco sia forme di superstizione che truffe e comportamenti ingannevoli, contrari alla natura stessa della fede e quindi illeciti e inaccettabili, quando non addirittura pericolosi per la stessa integrità psico-fisica e la vita morale di coloro che ne sono vittime.
Ancora più grave è la magia «nera». Essa si richiama, in modo diretto o indiretto, a poteri diabolici o comunque presume di agire sotto un qualche loro influsso. Di norma, la magia «nera» è indirizzata a scopi malefici (procurare malattie, disgrazie, morte) o ad influenzare il corso degli eventi a propria utilità, specialmente per conseguirne vantaggi personali come onori, ricchezze o altro. Si chiama magia «nera» per i metodi a cui ricorre e per i fini che persegue.
Questa forma di magia è una vera e propria espressione di anticulto, indirizzata a far diventare i suoi adepti «servi di satana». Rientrano in essa tutti quei riti esoterici, a sfondo satanico, che hanno il loro apice nelle cosiddette messe nere. Una simile forma di magia, di fatto, non si esprime senza un influsso del «padre della menzogna» (Gv 8,44), il quale - come insegna la Scrittura - tenta in tutti i modi di deviare l’uomo dalla verità e condurlo all’errore e al male (1 Pt 5,8), nonostante la sconfitta subita con la venuta del Figlio di Dio nel mondo (Lc 10,18) e il trionfo glorioso della sua risurrezione (Fil 2,911).
9. Divinazione e spiritismo
Alla magia, di entrambe le forme, si collega la divinazione: una pratica che in senso stretto costituisce un tentativo di voler predire il futuro in base a segni tratti dal mondo della natura o in rapporto all’interpretazione di presagi o sorti di diverso genere; in senso più largo, specie fra la gente più semplice, rappresenta un misto di credulità e di ingenue intenzioni indirizzate a conoscere in anticipo, con l’uso di particolari mezzi o arti, qualche fatto che dovrà accadere. Fanno parte della divinazione, l’astrologia (presumere di individuare il futuro libero degli uomini negli astri o nell’ordinamento delle stelle), la cartomanzia (il farsi predire l’avvenire con le carte, i cosiddetti «tarocchi»), la chiromanzia (decifrazione delle linee della mano) e forme simili. La peggiore e più grave espressione di divinazione è la necromanzia o spiritismo, ossia il ricorso agli spiriti dei morti per entrare in contatto con loro e svelare il futuro o qualche suo aspetto. Le sedute spiritiche appartengono a questo genere di magia. In tali sedute i partecipanti e i medium (edizione moderna degli antichi necromanti) si prodigano nell’invocazione delle anime dei defunti (ad esempio presunte registrazioni di voci dall’oltretomba); in realtà essi introducono una forma di alienazione dal presente e operano una mistificazione della fede nell’aldilà, generalmente con trucchi, agendo di fatto come strumenti di forze del male che li usano spesso per fini distruttivi, orientati a confondere l’uomo e ad allontanarlo da Dio. Interagiscono con questi differenti tipi di divinazione i molteplici gruppi esoterici e occultisti di antica origine o di recente nascita (dalla teosofia all’antroposofia fino alla New age) che presumono di «aprire una porta» per far entrare nella conoscenza di verità nascoste ed acquisire poteri spirituali speciali. Simili gruppi generano un grande smarrimento nella mente della gente, specialmente dei giovani, e conducono a comportamenti quanto mai discutibili e gravi dal punto di vista cristiano. Né si può dimenticare quel grande movimento iniziatico-magico che è la massoneria, almeno in alcuni suoi gruppi e forme derivate. Nella maggior parte dei casi si tratta di una riedizione di culti gnostici che ripropongono l’antica idea di magia come volontà di potenza indirizzata a mettere al proprio servizio le forze occulte (buone o cattive) che si ritiene agiscano nel mondo. Questi gruppi si presentano come «vie di salvezza» (di qui il loro carattere segreto, i rituali posti in atto e il ricorso alla figura di un leader dotato di poteri eccezionali), talvolta impiegando il nome stesso di Gesù Cristo o facendo ricorso a riti che vorrebbero essere «sacramentali».
È evidente l’inaccettabilità di questi gruppi e delle loro pratiche. Al posto del senso religioso, della ricerca di Dio e della vita sacramentale, introducono prassi magiche, assetti di pensiero e di vita del tutto incompatibili con la verità della fede. Non mancano neppure gruppi in cui si verificano abusi di carattere sessuale, con conseguenze preoccupanti per le persone coinvolte sia a livello morale che psichico. Non finiremo mai di mettere in guardia i fedeli dal pericolo di queste sette e dai loro errori, ripetendo l’invito di Paolo a Timoteo: «Verrà un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma per prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole» (2 Tm 4,3-4); o il richiamo di Giovanni:
«Non prestate fede ad ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo»
(1 Gv 4,1).
La conoscenza integrale del Vangelo e l’incontro vissuto con Cristo nella Chiesa, sua Sposa, rappresentano il miglior antidoto a simili forme di neopaganesimo. Occorre tuttavia che i credenti siano adeguatamente evangelizzati sul fondamento della fede nel Signore risorto, dell’accoglienza della sua parola e dei suoi sacramenti e di un’autentica esperienza di preghiera e di vita ecclesiale.
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.38
Seconda parte
GIUDIZIO DOTTRINALE DELLA CHIESA
10. «Io sono il Signore, vostro Dio»
La Chiesa in genere non si è preoccupata di entrare in modo troppo analitico nei dettagli del fenomeno della magia; la sua condanna, tuttavia, è stata costante e inequivocabile, in linea con quanto insegna la Sacra Scrittura. È nota l’estrema durezza dell’Antico Testamento contro chi pratica la magia (Es 22,17); (Lv 20,27). La ragione di tanta severità risiede nel fatto che la magia è un rifiuto del vero e unico Dio. «Non vi rivolgete ai negromanti nè agli indovini; non li consultate... Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,31). «Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona... perché io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 20,6-7). La magia, nella visione biblica, rappresenta un atto di apostasia dal Signore, unico salvatore dei suo popolo (Dt 13,6), ed equivale ad un gesto di ribellione nei confronti di Dio e della sua parola (1 Sam 15,23). «Io, io sono il Signore, fuori di me non v’è salvatore. Io ho proclamato in anticipo e ho salvato» (Is 43,11-12). Altro è la profezia, annunciatrice della salvezza del Signore, altro i presagi degli indovini e dei maghi, portatori di falsità e di inganno (Ger 27,9); (Ger 29,8); (Is 44,25); (Is 47,12-15). Darsi alla magia è come consegnarsi alla prostituzione.
«Il mio popolo consulta il suo pezzo dileguo e il suo bastone gli dà il responso, poiché uno spirito di prostituzione li svia, e si prostituiscono allontanandosi dal loro Dio» (Os 4,12); (Is 2,6); (Is 3,2-3).
Il Libro della Sapienza rileva ironicamente come i riti magici, anziché salvare, conducano ad una situazione addirittura peggiore. «Fallivano i ritrovati della magia e la loro baldanzosa pretesa di sapienza. I maghi promettevano di cacciare timore e inquietudine dall’anima malata, e cadevano malati per uno spavento ridicolo» (Sap 17,7-8).
Il Nuovo Testamento si situa nella stessa linea quando, nel richiedere la fede nell’unico Signore Gesù e il battesimo nel suo nome, esige il rifiuto di ogni mentalità e comportamento magici (At 8,9-13); (At 19,18-20). Sussiste, infatti, una netta opposizione tra l’annuncio della fede e la magia (At 13,6-12); (At 16,16-24). I veri credenti sono chiamati ad affidarsi all’unico profeta, il Signore Gesù, Figlio prediletto del Padre (Mc 1,11) e alle Sacre Scritture donate dallo Spirito alla sua Chiesa (2 Pt 1,16-21). La «stregoneria», in qualunque forma si manifesti, fa parte delle opere che estromettono dall’eredità del Regno di Dio (Gal 5,20), tanto che l’Apocalisse esclude dalla Gerusalemme celeste i «menzogneri» e «fattucchieri» di qualsiasi genere (Ap 9,21); (Ap 18,23); (Ap 21,8); (Ap 22,15).
La magia infatti sostituisce Dio con delle creature e rappresenta una ripresa di quella tentazione diabolica a cui Gesù stesso si è voluto sottoporre, vincendola: «Il diavolo.., gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni... Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarò tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”» (Lc 4,6-8).
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.43
11. Incompatibilità tra magia e fede
E tale è l’insegnamento costante della tradizione cristiana. Già la «Didaché», tra le vie che conducono alla morte, accanto all’idolatria, pone la magia e gli incantesimi. Taziano, verso la fine del II secolo, elabora una dura polemica contro il fatalismo astrale nel quale vede una forma di potere del demonio sull’umanità. Ippolito, nella «Tradizione apostolica», esclude dal battesimo maghi, astrologi e indovini. Tertulliano pronuncia parole severissime verso tutti gli operatori di magia: «Di astrologi, di stregoni, di ciarlatani d’ogni risma, non si dovrebbe nemmeno parlare. Eppure, recentemente, un astrologo che dichiara di essere cristiano ha avuto la sfacciataggine di fare l’apologia del suo mestiere! È dunque necessario ricordare, sia pure brevemente, a lui e ai suoi simili, ch’essi offendono Dio, mettendo gli astri sotto la protezione degli idoli e facendo dipendere da loro la sorte degli uomini. L’astrologia e la magia sono turpi invenzioni dei demoni».
Un giudizio questo condiviso dalla maggioranza dei padri della Chiesa. Secondo Agostino, la magia è demoniaca; la religione cristiana all’opposto è vittoria sul potere del demonio e rottura completa con tale mondo.
Di fronte alle difficoltà dei neo-convertiti ad abbandonare le antiche pratiche magiche, la condanna si fa così forte e massiccia da finire per trasferire a carico del demonio tutta la magia, in ogni sua forma, identificata con la possessione diabolica. Se la posizione di san Tommaso rimane estremamente equilibrata, non mancano testi che, specie nel tardo medioevo, tendono ad accentuazioni eccessive, arrivando a sviluppare l’idea del «maleficio» come di un potere che esseri umani, specialmente donne, possono esercitare sugli altri, avendo patteggiato con il demonio la cessione della propria anima in cambio di capacità preternaturali da esercitare in vita. Un’idea che ha condotto nei secoli XV-XVIII alla triste storia delle persecuzioni di streghe e maghi. Questa vicenda, pur tenendo conto del contesto e della difficoltà di un giudizio storico a posteriori, rimane mortificante per la cristianità occidentale. Non dobbiamo dimenticare d’altra parte che, anche in quelle circostanze, non sono mancati uomini coraggiosi come Cornelius Loos e il gesuita E von Spes in Germania che, in nome della fede, si sono opposti a simili eccessi.
Le vicende di quei secoli, in ogni caso, devono rendere i cristiani cauti nel giudicare la magia come un effetto diretto - sempre e in ogni circostanza - del demonio. Dal punto di vista teologico, peraltro, non si può razionalisticamente ridurre la realtà delle pratiche magiche, specie quelle «nere», solo ad un fenomeno psichico deviante o ad un semplice atto peccaminoso dell’uomo. In tali pratiche non si può escludere un’azione o dipendenza da satana, avversario giurato dei Signore Gesù e della sua salvezza. Il diavolo - come ci insegna l’Apocalisse - sino alla fine dei tempi userà tutti i suoi poteri e la sua sagacia per ingannare i battezzati ed ostacolare la piena attuazione dei progetto salvifico di Dio sul mondo. «Tutta intera la storia umana afferma il Concilio Vaticano II - è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre, lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio» (GS 37).
12. La magia come atto moralmente illecito
Il cristiano non può accettare la magia perché non può accettare di posporre il vero Dio alle false credulità. Allo stesso modo non può accettare di ritenere che la sua vita sia dominata da forze occulte manipolabili a piacimento con riti magici o che il suo futuro sia scritto in anticipo nei movimenti stellari o in altre forme di presagio. «Dio - dice il Catechismo della Chiesa Cattolica - può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbondanarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità».
La magia «nera», in particolare, rappresenta una colpa gravissima per il credente. Ciò vale - in diversa misura - per la divinazione e lo spiritismo. «Tutte le forme di divinazione - spiega il Catechismo universale - sono da respingere: ricorso a satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene “svelino” l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante che dobbiamo a Dio solo».
Riconoscendosi chiamato da Dio a vivere la propria esistenza come risposta libera al suo progetto di amore nell’accoglienza della grazia, il battezzato rifiuta ogni forma di pratiche magiche nella misura stessa in cui esse costituiscono una deviazione dalla verità rivelata, sono contrarie alla fede in Dio Creatore e al culto esclusivo che gli è dovuto, opposte al riconoscimento di Gesù Cristo come unico Redentore dell’uomo e del mondo e al dono del suo Spirito, e quindi si pongono in contrapposizione con l’integrità della professione credente e pericolose per la salvezza. «Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo fosse anche per procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù di religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad un’intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche, dette tradizionali, non legittima né l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui».
Le stesse ricerche di fenomeni paranormali o di poteri «eccezionali», come visioni a distanza, «viaggi» nell’aldilà o produzione di «fluidi», in quanto atti fini a se stessi, possono essere svianti e pericolose per il giusto equilibrio umano e per l’autentico vissuto della fede battesimale. Molti di questi fenomeni appartengono all’ambito della parapsicologia e quindi al dominio della scienza, anche se rimangono di difficile spiegazione. Talvolta presentano un margine di misteriosità che può generare degli interrogativi sul senso della vita e della morte. In genere tuttavia sono utilizzati per fini ambiguamente e falsamente religiosi o addirittura per scopi di guadagno, come è successo in alcuni casi avvenuti nella nostra stessa Regione. Mettiamo in guardia i fedeli dal cadere in simili forme di strumentalizzazione e dai pericoli che vi sono connessi. L’autentico senso della fede non ha bisogno di simili riferimenti. Il discepolato descritto dal Vangelo richiede l’incontro semplice e autentico con Gesù Signore e Maestro, e rifugge da forme di ricerca dello «straordinario». Credere in Gesù, convertirsi alla sua parola e mettersi alla sua sequela, in comunione con tutta la Chiesa, è il paradigma di riferimento essenziale da cercare e perseguire, come hanno fatto milioni e milioni di credenti dalle origini ad oggi, senza lasciarsi sviare da concezioni e comportamenti miracolistici e vani.
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(Teofilo)
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:48
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.46
Terza parte
MALEFICIO, POSSESSIONE DIABOLICA E INTERVENTO DELLA CHIESA
13. II maleficio e la sua inaccettabilità
Una forma particolare di magia, finalizzata a nuocere al prossimo, è rappresentata dal cosiddetto maleficium. Tommaso d’Aquino l’annovera tra i peccati mortali.
Volgarmente viene chiamato «malocchio» («male fatto con lo sguardo») o «fattura» («fare qualcosa di simbolico con l’intenzione di augurare del male o danneggiare»).
Si tratta di forme rozze e popolari di magia, a volte poste in atto per ignoranza o per ingenuità, altre volte con una vera e propria intenzione maligna. Colui che ne fa professione deve il suo nome, sortiarius, ad una pratica molto diffusa nel Medioevo, consistente nel prevedere e dirigere i destini con i suoi sortilegi. A sua volta, il sortiarius non è altro che l’erede occidentale dei maghi della Persia antica e dell’Assiria che avevano cominciato con lo studio ufficiale degli astri e avevano finito con il ricorso a metodi occulti indirizzati ad assicurare vendette particolari; ebbe come continuatori diversi gruppi del basso Medioevo fino ai moderni «stregoni» di stampo popolare o di più alto profilo «professionale».
Tra la nostra gente è molto diffusa l’idea della «fattura» eseguita a danno di qualcuno. Essa viene generalmente intesa come un atto di maledizione, un gesto di condanna o un fenomeno di suggestione in grado di arrecare del male a coloro ai quali è rivolto, senza che si pensi - almeno in modo diretto o esplicito - ad un atto di natura demoniaca. Nonostante il suo carattere di ingenuità, tale atto è da considerare come inaccettabile dal punto di vista cristiano nella misura stessa in cui si pone come un agire contrario alla virtù di religione, alla giustizia e alla carità. Non si può accettare che qualcuno desideri e operi per il male di qualcun altro. Ben più grave è il «maleficio» che ha la presunzione di consegnare ciò che ne è l’oggetto (elementi inanimati, animali e soprattutto persone) al potere o comunque all’influsso del demonio. In simili casi, in quanto è attuato con questa specifica presunzione, assume la forma della magia «nera» e costituisce un agire gravemente peccaminoso. Alcuni fedeli si domandano: è vera la «fattura»? Ha effetti reali? Il demonio si può servire di persone cattive e quindi di gesti come la «fattura» o il «malocchio» per fare del male a qualcuno? La risposta è certamente difficile per i singoli casi, ma non si può escludere, in pratiche di questo genere, una qualche partecipazione del gesto malefico al mondo demoniaco, e viceversa. Per questa ragione la Chiesa ha sempre fermamente rifiutato e rifiuta il «maleficium» e qualunque azione ad esso affine.
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.52
14. Azione di satana e possessione
La possibilità che qualcuno sia sottomesso alle forze del male e perfino a satana è un dato attestato, in diversi modi, nell’esperienza e nella coscienza di fede della Chiesa. Occorre ricordare che satana è in grado di interferire con la vita dell’uomo ad un duplice livello: con un’azione ordinaria, tentando l’uomo al male (Gesù stesso ha accettato di essere tentato), e ciò riguarda tutti i fedeli; e con un’azione straordinaria, permessa da Dio in alcuni casi per ragioni che Egli solo conosce.
Questo secondo livello di azione si manifesta in svariate forme:
- come disturbi fisici o esterni, come si può constatare in alcuni fenomeni delle vite dei santi, o infestazioni locali su case, oggetti o animali;
- come ossessioni personali, ossia pensieri o impulsi che gettano in stati di prostrazione, disperazione o tentazione di suicidio;
- come vessazioni diaboliche corrispondenti a disturbi e malattie che arrivano a far perdere la conoscenza, a compiere azioni o pronunciare parole in odio a Dio, a Gesù e al suo Vangelo, a Maria e ai santi;
- come possessione diabolica, ossia come presa di possesso dei corpo di un individuo ad opera del demonio, il quale lo fa parlare o agire come vuole, senza che la vittima possa resistere; è chiaramente la situazione più grave.
Il Vangelo parla della possibilità di una presenza diabolica nell’uomo: il soggetto che ne è vittima diventa come una «casa» di cui il nemico ha preso possesso (Mc 3,22-27); e descrive interventi di liberazione da situazioni di questo genere operati da Gesù. Per quanto di difficile interpretazione, non si può pensare che simili interventi siano da comprendere tutti e sempre come risposta a situazioni di dissociazione psicologica o di isterismo. A meno di ritenere che Gesù sia stato vittima di una superstizione primitiva, non sembra si possa accettare che il «tu» che egli usa nei suoi esorcismi (ad esempio in Lc 4,35); (Lc 8,30-33) sia un’espressione meramente astratta, designante un "nulla". Va tenuto in considerazione, peraltro, che Gesù interviene non solo sulla possessione di ordine fisico, ma anche su quella di ordine morale.
Le forme di influsso demoniaco, per quanto misteriose, non possono essere interpretate solo come situazioni a sfondo patologico; esse devono ricevere una valutazione teologica nella misura stessa in cui si presentano come in antitesi col progetto di salvezza di Dio sulle sue creature. La persona umana, creata a immagine e somiglianza del Creatore e redenta da Cristo, è chiamata alla comunione con Dio e alla partecipazione della sua vita trinitaria; tale è l’evento della grazia battesimale e il dono dello Spirito Santo diffuso nei nostri cuori. L’azione di satana, nelle sue diverse espressioni, si contrappone oggettivamente alla vocazione salvifica dell’uomo e alla sua chiamata alla vita di Dio. Per questo la Chiesa non può restare indifferente di fronte a simili casi; essa si sente autorizzata ad intervenire. Come sacramento della salvezza di Cristo sa di aver ricevuto il mandato di discernere e di operare per opporsi ad ogni forma di male o di forza maligna che tenti di condurre l’uomo all’errore e si contrapponga alla realizzazione della redenzione di Cristo nella vita dei credenti. Per quanto sia difficile discernere i confini tra situazioni psicotiche e situazioni di effettivo influsso demoniaco non si può - in nessun caso - sottovalutare la gravità della sofferenza di quei fedeli che si sentono vittime di simili fatti. Né ci si può limitare a generiche o spicciative condanne. La Chiesa comprende la sofferenza di questi fratelli e di queste sorelle e si impegna ad assumere - nella persona dei suoi ministri - un atteggiamento di umana comprensione e di aiuto, evitando sia ogni eccesso di razionalismo o di freddo distacco che ogni forma di fideismo o di ingenua credulità.
15. La libertà del cristiano e la vittoria di Cristo
Occorre precisare che l’azione di satana, anche nella forma più grave della possessione, non può riguardare il dominio dell’anima, ma unicamente l’uso del corpo, come ricorda san Bonaventura, esprimendo in proposito la posizione tradizionale della riflessione teologica: «A cagione della loro sottigliezza o spiritualità, i demoni possono penetrare i corpi e risiedervi; a cagione della loro potenza, possono muoverli e turbarli. Quindi i demoni possono, in virtù della loro sottigliezza e della loro potenza, introdursi nel corpo dell’uomo e tormentarlo, a meno che siano impediti da un potere superiore. E ciò che si chiama possedere, obsidere... Ma penetrare nell’intimo dell’anima è riservato alla sostanza divina».
Quanto ai motivi per i quali Dio può permettere la possessione, se ne possono nominare alcuni, senza pretendere di svelare il mistero delle giuste deliberazioni divine:
1. per manifestare la sua gloria (nel costringere il demonio, per bocca dell’indemoniato, a confessare la divinità di Cristo o la gloria di Dio);
2. per punire il peccato o correggere il peccatore;
3. per istruirci e richiamarci alla lotta contro satana, alla preghiera e alla conversione.
Aggiungiamo che, non potendo avere il dominio dell’anima, il demonio non può servirsi della libertà umana, così come si serve degli organi corporali per farli agire a modo suo. Tutti i mezzi che egli è capace di mettere in gioco, per indurre l’uomo a volere ciò che egli vuole, sono il timore, il terrore e il fascino prodotto nella mente dalla potenza straordinaria che si manifesta negli effetti prodotti nel corpo. Di conseguenza, la perdita della libertà nell’uomo può derivare solo da un suo volontario rifiuto. Il cristiano sa di custodire in sé la capacità di resistere agli influssi del demonio: in lui infatti la verità della fede è il principio di una nuova libertà (Gv 8,32-36); (Gal 5,1.13). La vittoria di Gesù, per mezzo della croce e della risurrezione, comporta la definitiva sconfitta di satana (Gv 12,31-32). Il cristiano è consapevole di essere stato reso partecipe di questa vittoria (Gv 16,33). La sua fiducia di fronte alle insidie diaboliche si fonda sulla grazia di Dio che conferisce alla libera volontà dell’uomo il potere di partecipare efficacemente alla lotta vittoriosa di Cristo:
«Il Signore è fedele; Egli vi custodirà dal maligno».
«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?»,
esclama Paolo. E conclude: «Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze né altezze, né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,31-39).
E tale è la certezza indistruttibile del cristiano. Egli è cosciente di un’azione di satana nel mondo e del pericolo che essa rappresenta (Ef 6,11-12), ma non vive in alcun modo nella paura perché è certo che in Cristo, suo Signore e Maestro, questa azione è stata definitivamente vinta. Egli professa la sua speranza, colma di gioia e di fiducia, nella piena manifestazione della gloria di Dio e dei redenti nella Gerusalemme celeste. Nell’attesa egli si impegna ad essere vigilante come un padrone di casa o la vergine della parabola in attesa dello Sposo (Mt 24,37-44); (Mt 25,1-13) e a moltiplicare i talenti ricevuti in dono per essere riconosciuto come un «servo buono e fedele» quando il Signore tornerà per portare a compimento la sua opera (Mt 25,14-30).
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 8.58
16. Discernimento e livelli di intervento della Chiesa
Il tempo della Chiesa è un tempo di crisis, di scelta e di combattimento contro le potenze del male, i «principati» e le «potestà». Il tentatore, nonostante la sconfitta, continua ad ostacolare la piena attuazione del progetto salvifico di Dio nella storia. La Chiesa è coinvolta «in prima persona», a nome di Cristo e nella potenza del suo Spirito, in questo «TeoDramma», secondo la felice espressione di un teologo contemporaneo.
Compito fondamentale della Chiesa, in questo frattempo, è di discernere la realtà dell’azione di satana da fenomeni di altro genere e riconoscere volta per volta i casi che rientrano in essa. Può infatti accadere, specie in un ambiente così fortemente caratterizzato dai prevalere di forme di pensiero magico, occultista e superstizioso, che una persona afflitta da psicopatologie più o meno gravi ritenga di essere vittima di influssi o addirittura di possessione satanica, senza che ve ne sia un reale motivo, ma solo per un fenomeno di suggestione.
Il Rituale degli esorcismi invita i pastori alla massima prudenza nel distinguere «rettamente i casi di assalti diabolici da una certa credulità per cui anche dei fedeli ritengono di essere oggetto di maleficio, di mala sorte o di maledizione, che sarebbero inferte da altri sopra di loro. Non neghi loro l’aiuto spirituale, ma in nessun modo compia esorcismi; dica piuttosto alcune preghiere con loro e per loro, affinché trovino la pace in Dio». Lo stesso Rituale, al n. 67, offre precise indicazioni in merito. E evidente che in tali situazioni si richiede una grande attenzione e saggezza pastorale. Non qualsiasi richiesta di intervento equivale ad un caso di influsso demoniaco. Si deve inoltre ricordare che, come esistono molteplici forme di azione di satana sull’uomo, così esistono diversi livelli di intervento della Chiesa. L’esorcismo è per sé riservato solo ai casi di possessione diabolica sufficientemente accertati; tali casi sono i più gravi, ma anche i più rari. In tutte le altre situazioni, dall’infestazione locale all’ossessione e alla vessazione diabolica, sarà opportuno ricorrere anzitutto ad altre forme di intervento come:
- l’ascolto della parola di Dio e lo spirito di penitenza e di conversione,
- la preghiera prolungata personale e il digiuno come invita a fare il Vangelo (Mc 9,29),
- preghiere speciali di liberazione, nelle forme previste dall’Ordinario, fatte in gruppo o da persone incaricate,
- la celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali valorizzati nel loro pieno significato.
Queste diverse forme di intervento sono altrettante forme di azione della Chiesa che intercede per i suoi figli e diffonde la grazia salvifica del Risorto nel mondo. «Ciò va detto in particolare nei casi di vessazione da parte del diavolo verso i battezzati, nei quali il mistero della misericordia sembra in qualche modo oscurarsi. Quando si verificano situazioni del genere, la Chiesa implora Cristo e, confidando nella sua potenza, offre particolari aiuti ai fedeli, perché siano liberati da tale vessazione».
Il fedele oppresso dalla vessazione sia esortato, almeno quando ciò è possibile, a pregare Dio, a compiere atti di mortificazione, a rinnovare frequentemente la fede battesimale, a celebrare il sacramento della riconciliazione e a fortificarsi con la santa Eucaristia.
Le stesse esortazioni siano in pari tempo rivolte ai parenti e amici e alla stessa comunità dei credenti, in modo che la preghiera e la vita di grazia dei molti gli sia di aiuto e di esempio.
17. Gli esorcismi
Soltanto dopo aver fatto uso di tutti i mezzi che la Chiesa offre, ci si orienti a far ricorso all’esorcismo. Si tratta, in questo caso, di un vero e proprio sacramentale. «La Chiesa è stata sempre sollecita nel disciplinarlo, specialmente se lo si compie informa di celebrazione liturgica. Negli esorcismi, infatti, si esercita il potere e l’autorità della Chiesa sui demoni». Questo ministero - nella sua forma pubblica - è esclusivo dei Vescovi e dei presbiteri a cui sia stato delegato dai loro Ordinari.
«L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nei campo della scienza medica. E importante quindi accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza dei Maligno, e non di una malattia».
Tale opera di discernimento deve essere svolta prima in modo accurato, ma lo stesso esorcismo assolve - in parte - a questa funzione in relazione ai segni che lo precedono, lo accompagnano e lo seguono. «Secondo la prassi un tempo riconosciuta si considerano come segni specifici:
proferire molte parole in una lingua sconosciuta o capire chi la parla; manifestare cose lontane o occulte; dimostrare forze superiori alla natura dell’età o della condizione». Questi segni costituiscono d’altronde solo dei primi indizi. Ad essi vanno collegati quelli di carattere morale, come l’avversione alle realtà religiose, il rapporto tra il comportamento del soggetto nei confronti della fede e della vita cristiana e il fallimento di tutte le altre pratiche. I segni vanno inoltre interpretati caso per caso. Sul piano della catechesi si dovrà operare perché i credenti non cerchino nell’esorcismo una sorta di magia che funziona: bisognerà educarli nella maniera più adeguata e corretta. Sul piano liturgico, facciamo nostra la raccomandazione del rituale perché «l’esorcismo si compia in modo che manifesti la fede della Chiesa e che da nessuno ragionevolmente possa essere considerato come un’azione magica o superstiziosa. Bisogna inoltre evitare che diventi spettacolo per i presenti o venga divulgato con i mezzi di comunicazione sociale».
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 9.01
18. Le benedizioni
Nell’ambito dell’agire sacramentale della Chiesa, un significato particolare lo occupano le benedizioni. Se gli esorcismi esprimono la lotta della Chiesa contro le potenze del male, le benedizioni manifestano lo splendore della salvezza del Risorto ormai presente nella storia come un principio nuovo di trasfigurazione della vita dell’uomo e del cosmo. «Benedire» è infatti un atto sacramentale della Chiesa nel quale si manifesta la fede nella presenza operante di Dio nel mondo e la vittoria pasquale del Signore Gesù.
Va valorizzato in questo senso il nuovo Benedizionale, edito adesso anche in italiano, il quale offre una ricca serie di formulari di benedizione sulle persone, sui gruppi familiari, sulle dimore e sulle attività dell’uomo, sulle diverse circostanze e situazioni di vita. Occorre soltanto che il concetto di benedizione e il ricorso ad essa siano adeguatamente compresi, evitando sovrapposizioni o collusioni tra il corretto pensare della Chiesa e una mentalità a sfondo superstizioso che può finire per ridurre la preghiera di benedizione ad un atto più o meno magico.
Secondo la concezione biblica, ripresa e ripresentata dalle «premesse» al Benedizionale, l’atto di benedizione si articola in un duplice movimento: ascendente e discendente. Dio è il benedetto e il benedicente. II primo movimento è quello della lode di Dio, una lode colma di riconoscenza e di ringraziamento, per le opere mirabili che Egli ha compiuto in nostro favore sia nell’ordine della creazione che della redenzione; è Lui infatti che per primo, fin dall’eternità «ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo» (Ef 1,3). E a partire da questa consapevolezza che deriva il secondo movimento della benedizione, quello discendente: Dio è il benedicente, Colui che è invocato perché ci doni la sua grazia e la sua protezione nelle molteplici situazioni personali, familiari e sociali della vita.
Come scrive il Benedizionale: «Dio infatti benedice comunicando e preannunciando la sua bontà. Gli uomini benedicono Dio proclamando le sue lodi, rendendo grazie, tributandogli il culto e l’ossequio della loro devozione. Quando poi benedicono gli altri, invocano l’aiuto di Dio sui singoli e su coloro che sono riuniti in assemblea». La benedizione, in quanto sacramentale, richiede una fondamentale attitudine di fede per essere operativa di ciò che significa, ed esige una risposta di vita in rapporto a ciò che con essa si celebra. «Bene-dire» (bene-dicere), come evoca il nome, anche in ebraico (barak) e in greco (eu-logein), significa «dire- bene» di Dio, perché, riconoscendolo e implorando il suo aiuto e l’intercessione di Maria e dei santi, Egli possa donarci i suoi beni, nel vissuto concreto della nostra esistenza cristiana. I presbiteri, dunque, si offrano volentieri a coloro che richiedono particolari benedizioni su persone e cose, ma si preoccupino ogni volta di spiegare, con cura e chiarezza, che nessuna benedizione ha efficacia senza le dovute disposizioni di chi la richiede, a cominciare dalla rinuncia al peccato. In caso contrario, la benedizione rischia di essere svuotata del suo autentico significato fino al pericolo di essere assimilata alla stregua di un amuleto o oggetti simili, o di venir ridotta ad un gesto alienante dalla fede e dalla coerenza di vita richiesta dal Vangelo.

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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 9.04
Conclusione
URGENZA DI UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
19. Magia e nuova evangelizzazione
La problematica affrontata in questo documento si connette in ultima analisi con l’esigenza di quella «nuova evangelizzazione» di cui il Santo Padre si è fatto in questi ultimi anni testimone e portavoce instancabile. La ricerca del «magico», nelle sue diverse forme, deriva da un bisogno di significati e di risposte che la società odierna non è in grado di dare, specie nel quadro di una crescente situazione di insicurezza e di fragilità. Il ricorso alla magia e alle singole pratiche di divinazione diventa conseguentemente una compensazione al vuoto esistenziale che caratterizza la precarietà del nostro tempo. E entro questo vuoto - riguardante gli stessi cristiani che non hanno maturato una fede adulta - che si pone l’urgenza di un annuncio autentico ed entusiasmante del Vangelo e della grazia di Cristo. Solo una capillare ed estesa riscoperta dei genuino senso della religione e della fede in Dio, Padre, Figlio e Spirito, permette di rispondere nel modo più adeguato ai dilagare della magia, nelle sue molteplici forme antiche o recenti, e di far luce sulle questioni relative al discernimento dell’azione di satana nel mondo. Occorre tornare a proclamare con rinnovato vigore, come agli albori della Chiesa, che solo Gesù, il Risorto vivente in eterno, è il Salvatore, e che «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).
Gli «operatori dell’occulto» trovano terreno fertile solo là dove c’è assenza e vuoto di evangelizzazione. A questi operatori - e alle loro vittime - dobbiamo ricordare, come abbiamo ripetutamente detto in questa Nota, che il loro agire è fuorviante e in antitesi alla verità e alla consistenza della fede. La nuova evangelizzazione, mentre propone la pienezza dell’esistenza cristiana, non deve disattendere di farsi coscienza critica e denuncia di tutte quelle forme di magia che - a diverso titolo tra magia «bianca» e magia «nera» - si oppongono ai contenuti della fede e ad una visione della vita in corrispondenza alla rivelazione di Dio consegnata alla Chiesa. Si richiede in questo campo grande attenzione pastorale e assoluta chiarezza di principi. Positivamente si deve ridare il ruolo che loro compete all’ascolto della parola di Dio, alla celebrazione dei sacramenti in quanto atti di Cristo e della Chiesa e segni efficaci della grazia pasquale, e all’eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita dei cristiani. «Nella santissima eucaristia, infatti, è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua Carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini i quali sono in tal modo invitati e indotti a offrire assieme a Lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create» (PO 5).
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(Teofilo)
00mercoledì 14 ottobre 2009 18:49
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Da: Poeta cantastorieInviato: 19/01/2003 9.11
20. Nuova evangelizzazione e demonologia
Nell’ambito dell’evangelizzazione non si deve in alcun modo sottovalutare il primato del mistero di Cristo, della sua morte e risurrezione su ogni altro aspetto. La stessa demonologia e i problemi che essa pone, per quanto gravi come si è avuto modo di segnalare, non rappresentano un «primum» in una visione adulta e integrale della fede e all’interno di un corretto concetto della gerarchia cristiana delle verità. Il primato spetta a Dio, all’incondizionata fiducia che si deve a Lui, al suo Figlio Gesù e allo Spirito Santo che egli diffonde nella vita ecclesiale sia nell’ascolto della parola di Dio che nella celebrazione dei gesti sacramentali. Il primato spetta a Dio e alla sua rivelazione salvifica. Satana e i demoni sono solo delle creature, non un principio equivalente a Dio o a Lui parallelo e contrapposto; come esseri creati sono assolutamente soggetti al Creatore e alla sua potenza e non possono in alcun modo dominare l’anima dell’uomo o cancellare la sua libertà.
Il fenomeno dell’azione di satana sull’uomo, fino alla grave situazione di possessione, rimane un fatto complesso e sempre difficile da interpretare, specie per quanto concerne la sua reale individuazione. In proposito riteniamo utile offrire alcune indicazioni in ordine all’agire della Chiesa e alla carità pastorale dei presbiteri:
- i sacerdoti si occupino con benevolenza delle persone che si dichiarano «possedute» e cerchino di discernere le diverse situazioni che si presentano loro con grande prudenza e spirito di sapienza, pregando e invocando la luce dello Spirito Santo sul loro ministero e per questi stessi fedeli;
- nei casi più gravi o di difficile comprensione si rivolgano al Vescovo, il quale provvederà a nominare un suo delegato, particolarmente competente nel discernere i segni della vera possessione e in grado di celebrare l’eventuale intervento di esorcismo.
Come suggerisce il Rito degli esorcismi, nei casi in cui non si è sufficientemente sicuri se si è di fronte ad una reale situazione di possessione non si compia l’esorcismo, limitandosi alle altre forme di intervento, come si è detto in precedenza. In ogni caso ci si faccia aiutare da esperti di medicina e di psichiatria, scientificamente preparati e professionalmente stimati.
Sarebbe opportuno, a questo riguardo, pensare ad istituire in ogni diocesi - qualora non fosse già presente - un gruppo interdisciplinare di esperti che collabori, in una forma stabile, con il Vescovo e con i presbiteri incaricati come gruppo di competenza, di consiglio e di aiuto nel discernimento dei singoli casi.
21. Operatori pastorali e nuova evangelizzazione
La problematica segnalata in questa Nota non riguarda solo alcuni casi o alcune persone incaricate; essa concerne tutti i fedeli e tutti gli operatori pastorali. Come si è avuto modo di verificare, il fenomeno della magia è più ampio del solo fatto della possessione diabolica e mette in discussione l’identità stessa del cristianesimo e del suo annuncio agli uomini di oggi. Tenendo conto del dilagare delle pratiche magiche, sia sotto l’aspetto dell’occultismo e dell'esoterismo che del sincretismo religioso e dei nuovi gruppi settari, si richiede negli operatori pastorali una reale conoscenza del fenomeno della magia, delle tendenze di pensiero e di prassi a cui essa rimanda e delle deformazioni mentali che induce negli stessi soggetti da evangelizzare.
A riguardo auspichiamo quanto segue:
- gli operatori pastorali, adeguatamente formati, svolgano ai vari livelli un’opera intelligente di evangelizzazione che prevenga i fedeli e li illumini di fronte ai pericoli di un errato concetto di cristianesimo, sviluppando al massimo la dimensione positiva e la ricchezza dell’annuncio evangelico in ordine alle aspirazioni e alle domande degli uomini di oggi;
- i sacerdoti, in particolare, sia nell’omelia domenicale che nell’esercizio del loro ministero di confessione e di direzione spirituale, mettano in guardia i fedeli dal pericolo di una ricerca smodata dello «straordinario» nella fede e da un’immatura comprensione del senso della demonologia nell’insieme gerarchico delle verità della fede;
- particolare attenzione sia posta alla tendenza di alcuni a lasciarsi attrarre da «apparizioni private» e fenomeni carismatici di dubbia provenienza: si ricordi che eventuali «manifestazioni» del Signore, della Vergine Maria e dei santi, non rientrano nelle verità «fondamentali» della fede e che comunque esse devono essere valutate con estrema prudenza; tali esperienze conservano un carattere privato e non è mai consentito enfatizzarle o farle diventare un sostitutivo dei contenuti autentici del Credo.
22. L’assoluta e insostituibile Signoria di Cristo
A conclusione di questa Nota vogliamo ribadire l’assoluta e insostituibile Signoria di Gesù Cristo non solo nella vita della Chiesa, ma nella stessa storia dei cosmo e dell’umanità: «Egli infatti è l’immagine di Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili... Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui» (Col 1,15-1 7). II Signore Gesù e Lui solo è l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine (Ap 1,8). Lui e Lui solo ha il potere e la gloria nei secoli dei secoli (Ap 11,15-18), Egli che ha fatto precipitare l’accusatore degli uomini e ha reso vittoriosi i suoi fratelli (Ap 12,10-12). Lui e Lui solo ha promesso il dono gratuito dell’acqua della vita a coloro che saranno vittoriosi sul male e su ogni forma di «stregoneria» (Ap 21,6-8).
Chi ha scoperto Gesù Cristo non ha bisogno di andare a cercare la salvezza altrove. Egli è l’unico e autentico Redentore dell’uomo e del mondo. Sgorga da questa certezza la gioia della nostra fede. Come Giovanni, lungo tutto il cammino della vita, possiamo proclamare la dossologia del popolo dei redenti, nell’attesa dell’ingresso definitivo nella patria gloriosa: «A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen» (Ap 1,5-6).

+ Card. Silvano Arciv. di Firenze
+ Gaetano Arciv. di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino
+ Alessandro Arciv. di Pisa
+ Bruno Arciv. di Lucca
+ Alberto Vesc. di Livorno
+ Alberto Vesc. di Montepulciano-Chiusi-Pienza
+ Giovanni Vesc. di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
+ Simone Vesc. di Pistoia
+ Luciano Vesc. di Fiesole
+ Eugenio Vesc. di Massa Carrara-Pontremoli
+ Vasco Giuseppe Vesc. di Volterra
+ Edoardo Vesc. di S. Miniato
+ Giacomo Vesc. di Pitigliano-Sovana-Orbetello
+ Angelo Vesc. di Grosseto
+ Gastone Vesc. di Prato
+ Vincenzo Vesc. Aus. di Livorno
+ Giovanni Vesc. di Pescia
+ Michelangelo Abate di Monteoliveto
12 fine
GLORIA A DIO.
DIO SANTO, DIO FORTE, DIO IMMORTALE,
ABBI PIETA' DI NOI E DEL MONDO INTERO.
AMEN

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Da: liberoInviato: 19/01/2003 10.15


>From: "DIFENDERE LA VERA FEDE" <DIFENDERELAVERAFEDE@GROUPS.MSN.COM> >Reply-To: "DIFENDERE LA VERA FEDE" <DIFENDERELAVERAFEDE@GROUPS.MSN.COM> >To: "DIFENDERE LA VERA FEDE" <DIFENDERELAVERAFEDE@GROUPS.MSN.COM> >Subject: Re: Dal Vangelo di Mc.1, 12-13 >Date: Sat, 18 Jan 2003 13:17:08 -0800 >
Se permettete anche io voglio esprimere il mio pensiero su questo argomento. Cert oggi parlaree di satana del demono spesso fa sorridere,specilamente nel mondo dei giovani abituati come sono o siamo ad ottenere tutto e subito, senza tanti scrupoli e senza neppure avere il tempo di chiederci se sia giusto o meno. Tutti sappiamo che fumare fa male, sia a chi fumo che a chi indirettamente ne è vittima, eppure nelle nostre case si fuma, negli uffici, ovunque, non ci siaccorge quasi più dell'odore del fumo, non ci si accorge più che fumiamo o che fumano. C'è quasi una assuefazione al fumo. Ebbene, attraverso i mezzi di informazione siamo giornalmente bombardati da notizie atroci, siamo così immersi nel male che non ce ne accorgiamo più, potremo dire che siamo assuefatti al male. Li satana si nasconde! li non lo riconosciamo più, ed allora parlare di diavolo appare assurdo, secondo alcuni, è diventato inutile la confessione, per alcuni, non riconoscendo il peccato, non riconoscendo l'azione del male in noi. Anche al tempo di Gesù i demoni si nascosero nel corpo degli invasati, ma furono scoperti e costretti a fuggire. Riconoscdre il male, riconoscere l'esistenza di satana equivale a farlo fuggire, in quanto è contento di agire nelle tenebre, nascosta nelle pieghe della nostra vita. Dovremmo imparare a fermarci un attimo ogni giorno, e osservare non gli altri ma la nostra coscenza, verificare il nostro atteggiamento e scoprire la sottile vigliacca azione del male in noi. Chissà, forse, se anche chi comanda il mondo, ocrede di comandarlo, potrebbe evitare di produrre sterminio, morte, attraverso l'idea della guerra a tutti i costi.
Nota: ho voluto rispondere, dopo tanto tempo, Caterina mi conosce, spero non mi abbia dimenticato. Ma vi assicuro vi leggo ogni giorno.
Affettuasamente. Libero 


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/01/2003 12.40
Ciao libero....no che non ti ho dimenticato............anzi chiedo scusa.....anche a qualche iscritto/a che so che mi legge...se tante volte non prendo l'iniziativa di scrivervi in privato.......ma amo rispettare il "silenzio" di voi tutti.....e sapere che comunque ci seguite, per noi è un traguardo.....anche con le critiche.....
Dunque quanto dici è verissimo....sai che quando ho inserito al principio il versetto di Marco ti ho pensato? E pensavo ad aprire un nuovo forum che ci aiutasse a penetrare certe frasi del Vangelo.....
La televisione è un bombardamento.....ma nessuno c'impedisce di spegnerlo.....quando ascoltiamo di brutte notizie....io poi spengo e ne parliamo fra noi....e finiamo con la preghiera, specialmente se c'è di mezzo un morto.....quindi sempre......un suggerimento?
Fornitevi di notizie belle.....le trovate sfogliando attentamente la parte finale dei giornali (quelle che nessuno arriverà mai a leggere), oppure nelle riviste cattoliche specialmente quelle missionarie.......e leggetele con gli altri o con i figli....mettetele non tanto a paragone, ma a dimostrazione che nel mondo accadono ancora cose belle e che c'è gente ancora buona in ogni settore.....procuratevi la rivista dei "Medici senza frontiere".......
Spero che tu stia in buona salute libero e...Buon Anno.....
Ringraziando il lavoro di Poeta, vorrei sottolineare alcuni aspetti:
I Vescovi intendono sostenere la fede di tutti i fedeli nella vittoria che Cristo ha già conquistato sul maligno. Una vittoria che deve liberare dalla paura e dalla ricerca di mezzi magici per affrontare le difficoltà della vita che, soprattutto in una società come la nostra, si presentano talora con il risvolto di una drammaticità e di una sofferenza assai intense.
...........
.....liberare dalla paura...e Gesù infatti ci dice "la verità vi farà liberi"........le difficoltà non devono spaventare.....e purtroppo c'è il lato negativo (come in tutte le medaglie c'è il risvolto) della nostra società opulenta...ci ha RAMMOLLITI......ho visto con i miei occhi mamme e papà agitatissimi per un raffreddore......ho visto gente che mette a tavola i cagnolini ma non vuole avere figli......da un altra vista ci si accorge che dei fatti che ci accadono....non ce ne frega più nulla.....si, ci può dispiacere sul momento, ma poi puff.....A Natale parlavo con delle amiche a loro volta in compagnia di persone che non conoscevo e spiegalo alle amiche il disagio che avevo dal momento che avevo saputo della notizia di questo amico morto per una meningite fulminante......"u povero!! che peccato!!"....e subito un secondo dopo "Allora che si fa andiamo al cinema e poi ci mangiamo una pizza o lo facciamo prima?".....per carità...la vita continua.....ma è l'indifferenza che spaventa....perchè chiude ogni possibile percezione.......Intendiamoci....nulla di diabolico in quanto ho raccontato.....ma in fin dei conti il "diabolico che cosa è- o chi è ?" 
Vogliamo riprendere la lettura del Libro di Giobbe?.....bene lo farò la prossima settimana......
«Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere
gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il figlio o la sua figlia, né chi esercita la divi nazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi interroga i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore».
(Dt 18,9-12)
............
oltre alla nota bellissima di cui Poeta ci rende partecipi e ci fa comprendere il lavoro continuo dei vescovi, successori degli Apostoli, mi piace ricordare come questo passo un vescovo l'accostò al BATTESIMO...e all'uomo (o bambino e quindi i genitori per lui e con lui) che entrando nella grande Famiglia dei Figli adottivi....hanno il dovere di ricordare questi ammonimenti.......del resto nella formula del Credo che si fa ricordando le Promesse Battesimali c'è questo prospetto che aggiungo a completamento del lavoro del nostro amico.....
Sac. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?    
RINUNZIO
Sac. Rinunziate alle seduzioni del male per non lasciarvi dominare dal peccato?
RINUNZIO
Sac. Rinunziate a Satana, origine e causa di ogni peccato?
RINUNZIO
Sac. Credete in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra?
CREDO
Sac. Credete in Gesù Cristo, suo unico figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vewrgine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
CREDO
Sac. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi, la remissione die peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
CREDO
Sac. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù, nostro Signore!
AMEN
Ecco amici.....ciò che forse ci sfugge è che abbiamo imparato a memoria queste verità, senza più contemplarle....meditarle, parlarne......questo è un compendio della teologia della Chiesa....Per i fratelli Protestanti sarebbe sufficiente credere e pronunciare questa fede per essere salvati...ma la quotidianità ci dimostra che la difficoltà di mantenerci fedeli a queste promesse....è al vaglio in ogni istante della nostra vita.....Non basta dire RINUNZIO...O CREDO......ma viverlo giorno per giorno.....tuttavia se NON conosco, se non ne parlo, se non m'interessa, .......come farò a perseverare?
Ed ecco l'occasione che fa l'uomo ladro....nel nostro caso..che permette a Satana di deviarci.......e credetemi.....è vero quando si dice che il diavolo non è affatto brutto come lo si dipinge...mica è scemo...la Bibbia ci dice che egli è ASTUTO.....allora potrebbe Satana rivelarci le sue intenzioni??...oppure venire a noi come un mostro....chi gli si accosterebbe?? No....Satana.....è il un grande SEDUTTORE.....e lo fa con stile perchè è astuto......
Certo non bisogna solo diffidare del bello......ma verificare che dietro una cosa attraente, piacevole, invitante non si celi dell'altro....ed è ovvio che non mi riferisco alle questioni sessuali.....anche questo aspetto ha offuscato molto il progetto di Satana....la divisione dei cristiani....attraverso che cosa?
LA CONFUSIONE......l'ignoranza.....l'indifferenza.......
E si.....ne abbiamo da meditare!!
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/01/2003 12.55
Dimenticavo......nella Bacheca "Difendere la fede", alla voce che potete aprire cliccando qui:
C'è un pezzo del libro di Padre Amorth...il quale fa una panoramica di questo tema partendo dagli inizi della Chiesa e quindi citando anche i Padri....fino a giungere ai giorni nostri....
Il testo mi è piaciuto per due motivi......parte da una CRITICA COSTRUTTIVA DEGLI ERRORI FATTI DAGLI UOMINI DELLA CHIESA.......
Parla della sua esperienza offrendo buoni suggerimenti e che invito a fare vostri......
invita, se non escplicitamente, i fratelli delle altre confessioni ad UNIRE LE PROPRIE FORZE.....e quindi i doni dello Spirito Santo.......
mette in guardia dai falsi carismatici.......
e termina con parole che secondo me sono di ottimismo...quell'ottimosmo che ha sempre caratterizzato i cristiani....e aperto il cuore alle conversioni....
Fraternamente C.
P.S.
vi lascio anche questo collegamento:
anche se non centra nulla con l'esorcismo...s'intravvede comunque....l'opera disturbatrice di Satana.......che inganna, confonde.....gode delle liti.....

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/01/2003 12.31
 

MAURA= IL COMPAGNO DI VITA CHE ASPETTAVO

Io sono nata in una famiglia di operai, quarta figlia e ultima. Sono stata circondata subito d’amore e di tenerezza, da tutti, ma in special modo da mamma e dalle sorelle maggiori di me, una di 17 e una di 19 anni.

Da quando ho cominciato a capire, e qui arriviamo al nocciolo della questione, sono stata sempre paragonata dalla gente a mia sorella, morta di leucemia fulminante 2 anni prima della mia nascita. Mi spiego: per l’aspetto eravamo uguali come due gocce d’acqua, quindi insistevano su quello, poi c’era mia madre che, purtroppo, dolore di mamma, mi parlava di lei, di cosa faceva, come si comportava, come la pensava, ecc. Io naturalmente ascoltavo e assorbivo, non che tutto questo mi togliesse niente, affetto e amore ne avevo in abbondanza, anzi, io ero come mi ha riferito la mia suora dell’asilo, "l’oracolo di mia madre!" Quindi non mi dovrei lamentare, però c’è ora come ora, qualcosa che non va, ripensandoci, cioè non è giusto essere sempre non paragonati ma appesantiti da "qualun’altra" anche se è stata tanto importante, però, nello stesso tempo, non mi sento di dare troppa la colpa a mia madre perchè ha sofferto fino all’ultimo giorno della vita di mia sorella, di questa morte, a tal punto che si è raccomandata che non le mancassero mai i fiori.

Tornando a me, ci sono delle notizie contrastanti su come hanno reagito i miei della mia nascita. Mio padre, sembra che un altro figlio non lo volesse, perchè, come diceva lui, "Il Signore me l’ha tolto e non ne voglio altri!" Mia madre (a parte che si è accorta di me perchè l’hanno trovata svenuta sulla tomba di mia sorella), mi ha sempre detto: "Benvenuta, non ti aspettavo!" Quindi, accortasi di me, mi ha desiderata subito, ha riversato su di me tanto di quell’amore represso dalla morte di mia sorella ed è tornata a vivere.

Io e mia madre avevamo un rapporto meravigloso e moderno nonostante l’immensa differenza di generazione; eravamo amiche e confidenti, e quando stavo male, lei era la prima a correre in mio aiuto, in special modo quando ho iniziato a subire ferite dall’amicizie sbagliate, non sincere che ho incontrato. Esempio: pensavano a sfruttare il momento o perchè per non restare sole uscivano con me, o perchè non c’era tizio o caia! Oppure erano ansiose di trovarsi il ragazzo che, come mi si avvicinava qualcuno, subito scattava la gelosia, uscivano battute del tipo "tu becchi solo perchè sei bionda", oppure, "se ingrassi si fa prima a saltarti che girarti intorno, ecc.....il tutto per evidenziare la mia poca statura.

Poi si cresce, si matura, e queste cose ti feriscono un po' meno, cambiano amicizie, finchè anche per me è giunto il momento di avere il fidanzato.

E questa è un’altra storia. Tutto bene finchè non giunge il momento (dopo 6 anni) di decidere se sposarsi, quindi la data di matrimonio. Problemi su problemi, finchè arriva come sua risposta :"Ti amo ma non abbastanza da sposarti!" ‘E qui casca il ciuco’, come si dice dalle mie parti. Finisce la storia, sto malissimo (questo è avvenuto solo dopo un anno dalla morte della mia adorata mamma), quindi mi viene da pensare che, ‘hai fatto hai fatto per poi sbagliare di nuovo’ nel riporre la tua fiducia in qualcun altro, anche se era la persona che amavi, e perdo così la speranza di incontrare qualcuno che mi ami e sappia accettare Maura per come è, anche se non vesto firmato (cosa molto importante oggi), se sono truccata in modo giusto ecc....entro in depressione e l’esaurimento mi crea problemi anche a livello fisico.

Comincio ad andare da una psicologa che, come soluzione mi dice :"chiodo schiaccia chiodo" e mi manda dal neurologo che mi segna delle pillole. Al che io non ci sono più andata. Faccio conoscenza attraverso un’amicizia, di una ragazza che fa le carte e qui inizia la mia trafila da lei, perchè mi aveva assicurato che era avvenuto tutto ciò perchè era stata fatta una fattura su di me, ma che avevo ancora la speranza di riavere il fidanzato come era prima, perdutamente innamorato di me. (Naturalmente questo non è avvenuto).

Il Signore però, deve aver parlato al cuore di questa ragazza perchè un giorno mi accompagna alla Chiesa della Medaglia Miracolosa, quindi da Don Gerry, e mi lascia dicendomi: "Il dono che ho, cioè essere sensitiva, lo voglio mettere a disposizione degli altri, ma non come ho fatto fino ad ora, smetto di fare le carte". Da quel giorno non l’ho più vista. Ho iniziato a venire regolarmente alle preghiere del Venerdì e alle Messe di Guarigione, e sono entrata con mia immensa gioia a far parte del coro. Dopo quasi un anno che frequentavo i Sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia, alla prima preghiera fatta su di me, ho chiesto a Gesù dolcissimo di donarmi il compagno di vita che aspettavo, e che SOLO LUI poteva darmi, ora che avevo capito quanto ero importante per il Signore, cosa è veramente importante, e mi aveva donato quella fiducia in me stessa che non ho mai avuto, il sentirmi libera di pensare, vestirmi, di fare, e libera soprattutto dalle superstizioni varie.

LUI, il Signore, nella Sua infinita Bontà e Misericordia, mi ha ascoltato subito e dopo una settimana dalla preghiera mi ha fatto conoscere il mio Benedetto che, come nome, è già una premessa perchè vuol dire "colui che dona la pace".

Infatti, ora per grazia del Signore, sono serena e felice e la mia idea dell’amore è meravigliosa. Il Signore mi ha fatto capire quanto siamo preziosi l’uno per l’altra, e soprattutto, amarci per quello che siamo senza il discorso sesso che, poco o tanto, porta all’egoismo e alla pretesa dell’altro. Ci stiamo conoscendo sempre di più, ci si viene incontro su tutto, si parla soprattutto del Signore, o meglio, i nostri argomenti girano intorno al Signore.

La benedizione più grande è far parte del solito gruppo, fare un cammino di fede insieme, e crescere di pari passo.

Ringrazio GESU’ mio adorato, e chiedo di farmi sempre più umile e paziente, e che tolga da me tutto quello che non viene da LUI.

Sia lodato Gesù mio, sempre.

(Maura si è sposata ed hanno tre figli)



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/01/2003 12.34

BENEDETTO (il marito di Maura)= UN PADRE E’ SEMPRE ATTENTO AI SUOI FIGLI

Molte volte ci dimentichiamo del nostro Signore, ma Lui non ci abbandona nemmeno un istante. E’ proprio vero, io l’ho sperimentato in tutti quei momenti che ne ho avuto veramente bisogno, quando ero giù, ma così giù, che nessun essere umano avrebbe potuto tirarmi fuori da quella situazione. Allora, ecco che raccogliendomi in preghiera, ho subito sentito un’energia avvolgente e piena d’amore che mi ha fatto stare meglio, ha cambiato anche quella certa situazione, o ha eliminato quel problema in maniera del tutto inaspettata ed insolita. Prima non capivo il perchè sentivo la presenza di Dio solo in questi momenti difficili, e, quindi, davo per scontato che il Signore si occupa di noi solo quando veramente ne abbiamo bisogno. Ultimamente, e più precisamente da un anno (che frequento il gruppo di R.n.S.), sono giunto a capire che Dio non è solo un nostro amico, ma vuole essere il vero Padre per noi, che dà amore sempre e gratuitamente, sì, perchè un amico ti aiuta ogni volta che glielo chiedi, mentre un Padre è sempre attento ai suoi figli, a ciò che fanno, e si prende cura di loro con un amore puro e sincero. Purtroppo, noi escludiamo il Signore un po' troppo spesso dalla nostra vita, come facciamo con i nostri genitori (purtroppo), anche quando in fondo al nostro cuore sentiamo che il loro aiuto ci vorrebbe. Questa è stata una grossa esperienza per me, perchè mi ha fatto sperimentare cosa significa vivere nell’amore del Signore, istante per istante e non sporadicamente come facevo prima, cambiando radicalmente il mio modo di amare. Noi siamo chiamati ad essere tutti figli di Dio, frutto di quell’Amore sconfinato di cui Egli ci fa dono, perchè ci ha pensati fin dall’eternità, prima che noi nascessimo, e anche quando ci lasciamo prendere dalle tante problematiche che occupano la nostra vita quotidiana, Lui aspetta pazientemente che rispondiamo alla chiamata del Suo Amore. E’ ovvio che ora la mia realtà è totalmente cambiata, perchè cercando Dio giorno per giorno, è cambiato anche quell’atteggiamento di paura e di sfida che avevo verso gli altri. Mi guardavo sempre alle spalle per il timore che qualcuno mi dovesse fare qualcosa, ed ero sempre pronto ad offendere prima che venissi offeso. Quando si conosce il Signore, si arriva alla consapevolezza che questo tipo di atteggiamento è distruttivo, mentre usare amore come Lui ci insegna, amando il prossimo come Gesù ci ha detto, diventa forza creatrice di uomini nuovi, perchè se riusciamo a far operare lo Spirito di Dio in noi, allora nei nostri occhi si accenderà una luce nuova, diversa, che non può restare indifferente a chi è di fronte a noi.

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