Dalle Catechesi del Pontefice: ogni riforma va fatta dentro e PER la Chiesa e non contro la Chiesa

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Caterina63
00mercoledì 7 ottobre 2009 13:32
 interessante Catechesi del Mercoledì di oggi.... 7.10.2009


Così Benedetto XVI vuole rinnovare il Vaticano

"Purificare la Chiesa la rende più bella e santa. Ma ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e non contro la Chiesa".
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo all'Udienza Generale, dove ha presentato la figura di San Giovanni Leonardi, farmacista e sacerdote vissuto nel XVI secolo. "Soltanto i santi pronti a scelte radicali ispirate al Vangelo rinnovano la Chiesa", ha scandito il Pontefice rivolto agli oltre 40 mila fedeli a piazza San Pietro.

"Cristo o niente". Con questo slogan Benedetto XVI ha poi riassunto il pensiero di san Giovanni Leonardi, patrono dei farmacisti, indicando il Vangelo come la "ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale" e ribadendo che "ogni riforma interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti" e solo cosi' puo' aiutarli "in maniera determinante, a costruire un mondo migliore".

 "Cristo innanzitutto", "Cristo al centro del cuore, al centro della storia e del cosmo", ha esortato il Papa teologo rivolto alla grande folla dei fedeli, indicando in particolare questa "luminosa figura di sacerdote" come esempio a tutti i sacerdoti in occasione dell'Anno Sacerdotale. "Di Cristo - ha ricordato Ratzinger citando il fondatore dei chierici regolari della Madre di Dio - l'umanita' ha estremo bisogno, perche' lui e' la nostra misura".
"Non c'e' ambiente - ha commentato Ratzinger - che non possa essere toccato dalla sua forza; non c'e' male che non trovi in lui rimedio, non c'e' problema che in lui non si risolva". Di qui l'invito, rivolto ai sacerdoti "in primo luogo" ma a "tutti i cristiani", a "tendere costantemente alla "misura alta della vita cristiana" che e' la santita', ciascuno naturalmente secondo il proprio stato", perche' "soltanto dalla fedelta' a Cristo puo' scaturire l'autentico rinnovamento ecclesiale".

Un messaggio, questo, valido "in quegli anni, nel Passaggio culturale e sociale tra il secolo XVI e il secolo XVII", in cui "cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l'illusione di una possibile e totale autonomia dell'uomo il quale sceglie di vivere come se Dio non ci fosse".
"E' la crisi del pensiero moderno, che piu' volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo", ha ammonito il Papa, e per la quale san Giovanni Leonardi "intui' quale fosse la vera medicina". "In piu' circostanze", san Giovanni Leonardi, di cui si celebrano oggi i 400 anni dalla morte, ribadi' che "l'incontro vivo con Cristo si realizza nella sua Chiesa, santa ma fragile, radicata nella storia e nel suo divenire a volte oscuro, dove grano e zizzania crescono insieme, ma sempre sacramento di salvezza".
Partendo dalla "lucida consapevolezza che la Chiesa e' il campo di Dio", san Giovanni Leonardi "non si scandalizzo' delle sue umane debolezze", ma "per contrastar la zizzania scelse di essere buon grano: decise, cioe', di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire a renderla sempre piu' segno trasparente di Lui. Non solo.

 Per amore di Cristo lavoro' alacremente per purificarla, per renderla piu' bella e santa". In questo, per il Papa teologo, san Giovanni Leonardi "e' stato veramente straordinario e attuale".


Infine il Papa ha affidato i lavori del Sinodo per l'Africa, alla Vergine del Rosario...



seguirà il testo integrale....

vi ricordiamo anche che nella sezione dedicata alla Chiesa nel mondo, stiamo seguendo giornalmente il Sinodo per l'Africa.... 


Caterina63
00mercoledì 7 ottobre 2009 18:07
All'udienza generale Benedetto XVI parla di san Giovanni Leonardi

La fedeltà a Cristo è la misura
di ogni riforma spirituale e sociale


"Ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa":  è l'insegnamento di san Giovanni Leonardi riproposto dal Papa durante l'udienza generale di mercoledì 7 ottobre, in piazza San Pietro.

Cari fratelli e sorelle!
Dopodomani, 9 ottobre, si compiranno 400 anni dalla morte di san Giovanni Leonardi, fondatore dell'Ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio, canonizzato il 17 aprile del 1938 ed eletto Patrono dei farmacisti in data 8 agosto 2006. Egli è anche ricordato per il grande anelito missionario. Insieme a Mons. Juan Bautista Vives e al gesuita Martín de Funes progettò e contribuì all'istituzione di una specifica Congregazione della Santa Sede per le missioni, quella di Propaganda Fide, e alla futura nascita del Collegio Urbano di Propaganda Fide, che nel corso dei secoli ha forgiato migliaia di sacerdoti, molti di essi martiri, per evangelizzare i popoli. Si tratta, pertanto, di una luminosa figura di sacerdote, che mi piace additare come esempio a tutti i presbiteri in questo Anno Sacerdotale. Morì nel 1609 per un'influenza contratta mentre stava prodigandosi nella cura di quanti, nel quartiere romano di Campitelli, erano stati colpiti dall'epidemia. 

                                                  san Giovanni Leonardi


 Giovanni Leonardi nacque nel 1541 a Diecimo in provincia di Lucca. Ultimo di sette fratelli, ebbe un'adolescenza scandita dai ritmi di fede vissuti in un nucleo familiare sano e laborioso, oltre che dall'assidua frequentazione di una bottega di aromi e di medicamenti del suo paese natale. A 17 anni il padre lo iscrisse ad un regolare corso di spezieria a Lucca, allo scopo di farne un futuro farmacista, anzi uno speziale, come allora si diceva. Per circa un decennio il giovane Giovanni Leonardi ne fu vigile e diligente frequentatore, ma quando, secondo le norme previste dall'antica Repubblica di Lucca, acquisì il riconoscimento ufficiale che lo avrebbe autorizzato ad aprire una sua spezieria, egli cominciò a pensare se non fosse giunto il momento di realizzare un progetto che da sempre aveva in cuore. Dopo matura riflessione decise di avviarsi al sacerdozio. E così, lasciata la bottega dello speziale, ed acquisita un'adeguata formazione teologica, fu ordinato sacerdote e il giorno dell'Epifania del 1572 celebrò la prima Messa. Tuttavia non abbandonò la passione per la farmacopea, perché sentiva che la mediazione professionale di farmacista gli avrebbe permesso di realizzare appieno la sua vocazione, quella di trasmettere agli uomini, mediante una vita santa, "la medicina di Dio", che è Gesù Cristo crocifisso e risorto, "misura di tutte le cose".

Animato dalla convinzione che di tale medicina necessitano tutti gli esseri umani più di ogni altra cosa, san Giovanni Leonardi cercò di fare dell'incontro personale con Gesù Cristo la ragione fondamentale della propria esistenza. "È necessario ricominciare da Cristo", amava ripetere molto spesso. Il primato di Cristo su tutto divenne per lui il concreto criterio di giudizio e di azione e il principio generatore della sua attività sacerdotale, che esercitò mentre era in atto un vasto e diffuso movimento di rinnovamento spirituale nella Chiesa, grazie alla fioritura di nuovi Istituti religiosi e alla testimonianza luminosa di santi come Carlo Borromeo, Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Giuseppe Calasanzio, Camillo de Lellis, Luigi Gonzaga. Con entusiasmo si dedicò all'apostolato tra i ragazzi mediante la Compagnia della Dottrina Cristiana, riunendo intorno a sé un gruppo di giovani con i quali, il primo settembre 1574, fondò la Congregazione dei Preti riformati della Beata Vergine, successivamente chiamato Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Ai suoi discepoli raccomandava di avere "avanti gli occhi della mente solo l'onore, il servizio e la gloria di Cristo Gesù Crocifisso", e, da buon farmacista abituato a dosare le pozioni grazie a un preciso riferimento, aggiungeva:  "Un poco più levate i vostri cuori a Dio e con Lui misurate le cose".

Mosso da zelo apostolico, nel maggio del 1605, inviò al Papa Paolo V appena eletto un Memoriale nel quale suggeriva i criteri di un autentico rinnovamento nella Chiesa. Osservando come sia "necessario che coloro che aspirano alla riforma dei costumi degli uomini cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio", aggiungeva che essi devono risplendere "per l'integrità della vita e l'eccellenza dei costumi, così, più che costringere, attireranno dolcemente alla riforma". Osservava inoltre che "chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato". E notava che "il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi". Fu per questo che, mentre sollecitava il Papa a promuovere una "riforma universale della Chiesa", si preoccupava della formazione cristiana del popolo e specialmente dei fanciulli, da educare "fin dai primi anni... nella purezza della fede cristiana e nei santi costumi".

Cari fratelli e sorelle, la luminosa figura di questo Santo invita i sacerdoti in primo luogo, e tutti i cristiani, a tendere costantemente alla "misura alta della vita cristiana" che è la santità, ciascuno naturalmente secondo il proprio stato. Soltanto infatti dalla fedeltà a Cristo può scaturire l'autentico rinnovamento ecclesiale. In quegli anni, nel passaggio culturale e sociale tra il secolo XVI e il secolo XVII, cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l'illusione di una possibile e totale autonomia dell'uomo il quale sceglie di vivere "come se Dio non ci fosse". È la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo. Giovanni Leonardi intuì quale fosse la vera medicina per questi mali spirituali e la sintetizzò nell'espressione:  "Cristo innanzitutto", Cristo al centro del cuore, al centro della storia e del cosmo. E di Cristo - affermava con forza - l'umanità ha estremo bisogno, perché Lui è la nostra "misura". Non c'è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c'è male che non trovi in Lui rimedio, non c'è problema che in Lui non si risolva. "O Cristo o niente"! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale.

C'è un altro aspetto della spiritualità di san Giovanni Leonardi che mi piace sottolineare. In più circostanze ebbe a ribadire che l'incontro vivo con Cristo si realizza nella sua Chiesa, santa ma fragile, radicata nella storia e nel suo divenire a volte oscuro, dove grano e zizzania crescono insieme (cfr. Mt 13, 30), ma tuttavia sempre Sacramento di salvezza. Avendo lucida consapevolezza che la Chiesa è il campo di Dio (cfr. Mt 13, 24), non si scandalizzò delle sue umane debolezze. Per contrastare la zizzania scelse di essere buon grano:  decise, cioè, di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire a renderla sempre più segno trasparente di Lui. Con grande realismo vide la Chiesa, la sua fragilità umana, ma anche il suo essere "campo di Dio", lo strumento di Dio per la salvezza dell'umanità. Non solo. Per amore di Cristo lavorò alacremente per purificare la Chiesa, per renderla più bella e santa. Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario e il suo esempio resta sempre attuale. Ogni riforma interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti. Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo, rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire un mondo migliore.

Cari fratelli e sorelle, l'esistenza di san Giovanni Leonardi fu sempre illuminata dallo splendore del "Volto Santo" di Gesù, custodito e venerato nella Chiesa cattedrale di Lucca, diventato il simbolo eloquente e la sintesi indiscussa della fede che lo animava. Conquistato da Cristo come l'apostolo Paolo, egli additò ai suoi discepoli, e continua ad additare a tutti noi, l'ideale cristocentrico per il quale "bisogna denudarsi di ogni proprio interesse e solo il servizio di Dio riguardare", avendo "avanti gli occhi della mente solo l'onore, il servizio e la gloria di Cristo Gesù Crocifisso". Accanto al volto di Cristo, fissò lo sguardo sul volto materno di Maria. Colei che elesse Patrona del suo Ordine, fu per lui maestra, sorella, madre, ed egli sperimentò la sua costante protezione. L'esempio e l'intercessione di questo "affascinante uomo di Dio" siano, particolarmente in questo Anno Sacerdotale, richiamo e incoraggiamento per i sacerdoti e per tutti i cristiani a vivere con passione ed entusiasmo la propria vocazione.



(©L'Osservatore Romano - 8 ottobre 2009)

                                 Pope Benedict XVI waves as he leaves his weekly general audience on October 7, 2009 at St Peter's square at The Vatican.
Caterina63
00sabato 21 agosto 2010 18:09
“Pasci le mie pecorelle”: l’esortazione di Gesù a Pietro nelle riflessioni di Benedetto XVI

La Chiesa celebra oggi  San Pio X
. Il Vangelo della memoria liturgica narra l’incontro tra Pietro e Cristo Risorto, sulla riva del Lago di Tiberiade. Il Signore chiede per tre volte al discepolo se lo ama, esortandolo a pascere le sue pecorelle. Benedetto XVI si è soffermato più volte su questo passo evangelico. Riascoltiamo alcuni pensieri del Papa sul governo pastorale affidato da Gesù a Pietro e ai suoi Successori. Il servizio di Alessandro Gisotti:


Preghiamo il Signore affinché ci doni “un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia”: è il 18 aprile 2005,
quando Joseph Ratzinger pronuncia queste parole.
Il cardinale decano celebra la Missa pro eligendo Romano Pontifice alla vigilia del Conclave.
Il giorno dopo
sarà eletto Papa, sarà chiamato così a pascere le pecorelle proprio come Pietro duemila anni fa. E’ un compito che supera le forze umane e Benedetto XVI si affida perciò alle preghiere dei fedeli, delle pecorelle che il Signore gli ha affidato:

“Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri”. (
Messa di inizio Pontificato Pontificato, 24 aprile 2005)

La missione del pastore, rammenta il Papa, deve nascere dall’amore per Cristo. Bisogna dunque seguire il Signore, lasciarsi guidare da Lui, entrare nella sua dimensione d’amore infinito:

“Ricordiamo sempre che per ogni Pastore, la condizione del suo servizio è l’amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto. ‘Simone di Giovanni, mi ami?’. La domanda di Gesù a Pietro risuoni sempre nel nostro cuore, cari Fratelli, e susciti, ogni volta, nuova e commossa, la nostra risposta: ‘Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo’”. (
Udienza ai nuovi metropoliti, 30 giugno 2008)

Il Papa ribadisce che i pastori “sono il tramite attraverso il quale Cristo stesso ama gli uomini”. E dunque alla base del ministero pastorale c’è sempre “l’incontro personale e costante con il Signore”:

“Per essere Pastore secondo il cuore di Dio (cfr Ger 3,15) occorre un profondo radicamento nella viva amicizia con Cristo, non solo dell’intelligenza, ma anche della libertà e della volontà, una chiara coscienza dell’identità ricevuta nell’Ordinazione Sacerdotale, una disponibilità incondizionata a condurre il gregge affidato là dove il Signore vuole e non nella direzione che, apparentemente, sembra più conveniente o più facile”. (
Udienza generale, 26 maggio 2010)

Pietro, rammenta Benedetto XVI, “da sé non era una roccia, ma un uomo debole ed incostante”. Il Signore, però, “volle fare proprio di lui la pietra e dimostrare che, attraverso un uomo debole”, Egli sostiene la Chiesa e la mantiene unita. Il Papa torna alle parole del Signore a Pietro: “Pasci le mie pecorelle”:

“Da quel giorno Pietro ha 'seguito' il Maestro con la precisa consapevolezza della propria fragilità; ma questa consapevolezza non l’ha scoraggiato. Egli sapeva infatti di poter contare sulla presenza accanto a sé del Risorto”. (
Udienza generale, 24 maggio 2006)

“Dagli ingenui entusiasmi dell’adesione iniziale – prosegue il Papa – passando attraverso l’esperienza dolorosa del rinnegamento ed il pianto della conversione, Pietro è giunto ad affidarsi a quel Gesù che si è adattato alla sua povera capacità d’amore”. L’esperienza di redenzione di Pietro diventa, dunque, anche per noi un esempio che ci incoraggia, che ci invita a sperare nel Signore:

“Mostra così anche a noi la via, nonostante tutta la nostra debolezza. Sappiamo che Gesù si adegua a questa nostra debolezza. Noi lo seguiamo, con la nostra povera capacità di amore e sappiamo che Gesù è buono e ci accetta”. (
Udienza generale, 24 maggio 2006)

 Radio Vaticana



                                             Pope Benedict XVI looks towards pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence in Castel Gandolfo, some 40 kms south east of Rome, during his weekly general audience on August 18, 2010.
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